#sedia a rotelle
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Sono pronta già adesso in occasione della giornata di domani che ci sarà la giornata nazionale della disabilità.
Ebbene sì, domani i social network si riempiranno di messaggi di tenerezza e dolcezza riguardo alle persone disabili e alle varie condizioni fisiche e non, ricordate però che saranno giusto uno o due quelle persone che avranno pensieri sinceri e veritieri.
Dopo aver pubblicato ed essersi stati riempiti di like la gente facendo così salire il loro smisurato ego) tornerà alla loro vita di sempre, attraversando la strada senza guardare se c'è una persona con un bastone, continueranno a prendere l'ascensore facendo aspettare una persona che vive sulla sedia a rotelle (e guardandola pure male), guarderanno male te e la signorina che lavora allo sportello postale o alla cassa del supermercato, perché loro hanno fretta.
Quando finirà questo finto perbenismo? Quando terminerà questa falsità?
Quando in questo stato ci sarà più empatia per il prossimo?
Quando ci sarà meno ignoranza da parte dell'italiano medio? Quando si estinguerà tale soggetto?
Quando lo Stato in cui vivo sarà più comprensivo nei miei confronti, dando la possibilità anche a me di avere un futuro allo stesso modo di una persona senza problemi fisici e/o mentali?
Quando lo Stato italiano darà anche a me la possibilità di lavorare e di prendere uno stipendio adeguato alla pari di un uomo senza problemi fisici, nonostante venga affiancata a me una figura professionale incaricata ad aiutarmi a svolgere i miei bisogni, senza farmi sentire un peso per il mio eventuale datore di lavoro?
Quando in Italia anche nei paesini limitrofi verranno messe a disposizione delle case totalmente adatte alla vita di persone con handicap fisici?
E ricordiamo che essere disabili o ci si nasce o ci si diventa improvvisamente e può capitare a chiunque in ogni momento della propria vita, quindi cerchiamo di avere più empatia per il prossimo, o se non ne abbiamo, impariamo ad averne.
Tutte queste domande resteranno senza una risposta, o probabilmente, se la troveranno, io non sarò più al mondo.
Il 3 dicembre è la giornata della disabilità, ma a me piace definirlo di più, la giornata della falsità.
@tqngled (Sab 02.12.23 h 14:00)
(Scusate lo sfogo, ma ne avevo veramente bisogno, buona vita.)
#tqngled#3 dicembre#giornata della disabilità#sfogo#disabilità#me#pensieri#italia#io#pensieri miei#falsità#umani#uomini#tumblr italia#vita#sedia a rotelle#ascensore
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Allora ci sono ancora persone civili in questa società almeno rispettose di chi si trova su una sedia a rotelle, quasi tutti hanno chiesto se servisse un aiuto ed erano persone perfettamente sconosciute e vedendo la difficoltà di trovare un posto a sedere senza dover fare le scale un gruppo ha deciso spontaneamente di alzarsi e lasciare il posto
Grazie 🙏 c'è ancora speranza ❤️🩹
#pensieri per la testa#persa tra i miei pensieri#pensieri#sedia a rotelle#disabilità#momentaneamente invalida#invalido#diversamente abile#civiltà#rispetto#grazie#aiuto spontaneo#speranza#foto#fotografia#scatto fotografico
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Mi interessa che sappia accettare la mia disabilità, e che faccia in modo che per lui non sia un problema, ma un valore aggiunto.
Che mi dia sicurezza e fiducia.
Che mi insegni ad amare, visto che quella in questione, sarà la mia primissima relazione. (E spero anche l'ultima).
Sono spesso sola, non ho molti amici, specialmente femmine, non ne ho.
Non esco spesso quindi spero, che con lui magari mi venga più desiderio di uscire.
Attualmente non posso lavorare, ma percepisco una pensioncina che posso "gestire" da me comprando le mie cosine, senza dover per forza chiedere a lui ogni centesimo. Risparmiando un po', posso anche pagarmi la mia parte della cena.
Non so nuotare, quindi spero che apprezzi la montagna 🗻 e le colline, cottage e agriturismi, cose così.
Mi vedo bene in vacanza anche ad esplorare città d'arte (seppur io l'arte non la ho studiata a scuola, nell'indirizzo che ho fatto.)
Vorrei che fosse una persona aperta, che non sia né razzista, né un fanatico religioso, ma che rispetti sempre gli altri e le varie religioni.
Mi piacerebbe che parlasse più lingue straniere, come lo faccio io avendo questa passione da tutta la vita.
Fisicamente direi biondo con azzurri (raramente ho interesse per le persone scure con occhi scuri, sempre preferito gli occhi chiari.)
Non mi vedo con un mega palestrato (sicuramente non calcolerebbe me), ma una persona alta e abbastanza magra.
Mi piacerebbe che fosse non troppo musone, né troppo schematico e preciso, ma neanche troppo caotico.
A me piace il calcio, ma andare allo stadio è troppo confusionario per me.
Mi piacciono i videogiochi e spero anche a lui.
Nel tempo libero disegno e leggo anche, spero che questo lui lo possa apprezzare.
In passato scrivevo d'amore, poi ho smesso. Spero che con lui, mi ritorni la vena da scrittrice regalandogli i miei testi e le mie poesie, descrivendoli così il mio amore giorno dopo giorno che muta nel tempo.
Crescerò insieme a lui dentro questa relazione, e con lui spero passino anche le mie ansie, soprattutto la sociale, che mi accompagna da quando ho finito la scuola superiore (per via del bullismo subìto ecc..).
Come lavoro non ho grandi pretese, non ci ho mai pensato, quindi già per me, avere semplicemente un fidanzato sarebbe un grande regalo di per sé.
Vorrei che prima di essere fidanzati e innamorati fossimo migliori amici, e da lì magari possa nascere qualcosa di un po' più predominante.
Per conquistarmi penso che non ci voglia molto: non sono una ragazza che indossa borse all'ultima moda, né ha un cellulare ultimo modello anche perché non sono malata di fotografie e non avendo altri social, non mi serve un cellulare troppo performante.
Come una bambina amo ancora i peluche (quindi questo sarebbe un ottimo regalo), ovviamente accompagnato da una lettera scritta a mano, sarebbe un sogno realizzato, ma non voglio chiedere la luna.
Purtroppo so per certo che lui, per amore mio, dovrà fare tanti cambiamenti nella sua vita, nel suo quotidiano, e ovviamente io non obbligo nessuno ad amarmi, ma spero che un giorno, proprio come nelle favole, io riesca trovare il mio principe azzurro.
Caratteristiche del partner ideale:
#rebloggate e aggiungete#vediamo che catena si crea#vita#amore#sogno#primo amore#fidanzato#disabilità#sedia a rotelle#vacanze#principe azzurro#domande#caratteristiche#patner#patner ideale#un mei no akai ito
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Prima di morire a 40 anni di cancro allo stomaco, la designer e autrice di fama mondiale "Crisda Rodríguez" ha scritto:
1. Avevo l'auto più costosa del mondo nel mio garage, ma ora devo usare la sedia a rotelle.
2. Nella mia casa ci sono vestiti di ogni tipo di marca, scarpe e oggetti di valore, ma ora il mio corpo è avvolto in un piccolo panno fornito dall'ospedale.
3. ho un sacco di soldi in banca ma ora non ne sto traendo vantaggio.
4. La mia casa era come un castello, ma ora dormo su due letti in ospedale.
5. Dall'hotel a cinque stelle ad ora trascorrere il tempo in ospedale passando da clinica a clinica
6. Ho fatto autografi a centinaia di persone ma questa volta le cartelle mediche sono la mia firma.
7. Sono stato da sette barbieri per farmi i capelli, ma ora - non ho un capello in testa.
8. Con un jet privato posso volare ovunque, ma ora ho bisogno di due assistenti per arrivare al cancello dell'ospedale.
9. Anche se ci sono molti cibi, ora la mia dieta è di due compresse al giorno e qualche goccia di acqua salata la sera.
10. Questa casa, questa macchina, quest'aereo, questi mobili, questa banca, la fama e la gloria, nessuno di questi mi è utile. Niente di tutto questo mi rilassa. "Non c'è niente di reale tranne la morte. "
In fin dei conti la cosa più importante è la salute
Sii felice di quanto poco o tanto hai mentre sei in salute, avere un piatto da mangiare, un posto dove dormire è avere tutto.
NON TI MANCA NIENTE.
Vincent Giocoliere
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Riesco a perdonare (quasi) tutti, ma non me.
Un giorno ero in un ospedale con un mal di testa atroce. Stavo davvero male e non trovavo gli ascensori per portare al piano terra la persona in sedia a rotelle che era con me. Una persona appena operata, che stavano sbattendo fuori in giornata dall'ospedale. Ho chiesto indicazioni a due infermiere ferme a parlare con un dottore, che stava palesemente facendo il cascamorto. Alla domanda: "Scusate, come scendo al piano terra?" si è intromesso il dottore "Con un paracadute, ad esempio, o puoi imparare a volare. Oppure prendi le scale." Era solo una battuta, ma la testa mi ha dato una fitta che a momenti gli vomito sulle scarpe. Ho detto qualcosa tipo: "E metto il paracadute anche a lui sulla sedia a rotelle?" A quel punto il dottore si è scusato immediatamente e mi ha portato agli ascensori. Si è giustificato dicendo di avermi presa per una delle ginecologhe nuove dell'ospedale e che lui scherzava sempre così con tuttE e bla bla bla. Io avevo una motosega nel cervello, volevo solo che tacesse. L'ho salutato e me ne sono andata.
Poi però a casa mi sono sentita in colpa (io!) per non aver preso bene la battuta. Un dottore mi ha risposto come un cretino eppure mi sentivo in colpa. Io.
Fare la stronza mi riesce benissimo, a caldo, ma se tratto male o offendo qualcuno (anche se è un qualcuno che si meriterebbe solo dei vaffanculo a ripetizione), so già che poi non ci dormo la notte.
Sarò cretina?
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Reggio Calabria, un 27enne nigeriano ha aggredito e picchiato un uomo di 66 anni e una donna di 50 anni in sedia a rotelle, anche con la stampella della disabile.
Il nigeriano è clandestino, ha precedenti per rapina aggravata e lesioni personali, ed è indagato per violenza sessuale.
Francesca Totolo
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C'è ancora umanità?
Guardo le immagini in TV del disastro a Valencia e zone limitrofe e mi colpiscono due immagini opposte. La prima è la ripresa dell'ospizio con tutti gli anziani in sedia a rotelle, con l'acqua che sale, le loro urla e disperazione di essere impotenti di reagire e il loro terrore.
La seconda sono le file lunghissime, migliaia di volontari con pale, ma soprattutto con cibo, acqua e vestiti per chi è rimasto senza nulla. La necessità di aiutare concretamente senza perdere tempo.
E mi chiedo perché non siamo così generosi nel nostro quotidiano, perché dobbiamo arrivare al limite della sopravvivenza per aiutare il prossimo e riscoprire un po' di umanità. Ognuno di noi può fare dei piccoli gesti che possono essere grandi per alcuni. Pensateci, basta poco e che Dio ci aiuti.
cywo
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James: Tranquilla, tranquilla, tranquilla, sta tranquilla.
Ci sono io. Ci sono io.
Va tutto ok. Ok. Tutto ok.
È tutto a posto.
È tutto ok. Tutto ok.
Percie, abbiamo qualcosa di asciutto?Io arrivo.
Ruby: Ero molto piccola, mio padre ed io eravamo in barca, il mio orsetto fini dentro l'acqua io mi sporsì così persi l'equilibrio. Papà si tuffo subito, non sapeva nuotare, poi arrivo un'altra barca. È colpa mia se è su una sedia a rotelle 😭
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"Ringrazio Papa Francesco per aver preso parte al G7. È la prima volta nella storia che un Pontefice partecipa ai lavori del Gruppo dei Sette e siamo orgogliosi che sia avvenuto durante la presidenza italiana."
Mio nonno Camillo , quando capiva che una persona era falsa, liquidava tutto con una semplice frase: "Quella non la toccherei nemmeno con le unghie dei piedi".
Ecco! Ed e' quello che penso della nostra Presidente del Consiglio e di meta' del nostro Paese. Di Meloni ( e Salvini), lo penso perche' sono due politici che non hanno MAI riconosciuto il pontificato di Bergoglio, MAI. Il loro Papa era ed e' ancora Ratzinger. Lo hanno detto in mille interviste e in mille post. In tutti i loro profili social mai una parola su Papa Francesco ( se non per criticarlo) ma diverse che parlano di Papa Ratzinger ( per lodarlo) , fino a 5 giorni fa. Stessa cosa penso di meta' italiani, quelli che l'hanno sempre pensata come certi politici e adesso fanno clap, clap, clap..
Saro' strano io ma preferisco la coerenza all'ipocrisia, ai finti sorrisi, alle finte strette di mano. Se a me una persona non piace, non la frequento e mai l'invito a casa mia.
p.s. Mi sarei aspettato un bel siparietto all'arrivo di Papa Francesco. La Premier che gli va incontro e lui, dalla sua sedia a rotelle: "Sono quello stro... di Papa Bergoglio.."..😉
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L'ansia sociale, vista da me.
Si dice "non diventare ciò che ti hanno fatto" ma la cosa giusta da dire è come si supera il male che ti hanno fatto? Come si superano i dolori, le risatine quando passi e le prese in giro, come si fa a trovare la forma di andare avanti?
Come si risponde al bullismo? Io non lo so. Ma forse la coscienza dice "al dolore si risponde ad altro dolore" soprattutto sapendo che per colpa del bullismo subìto vive in te, l'ansia sociale.
L'ansia che non ti lascia mai e ti dice cose del tipo "guarda quelle parlano di te, ti stanno guardando, stanno guardando il tuo corpo, o il tuo viso, la sedia a rotelle. Ti stanno sicuramente fissando."
L'ansia sociale ti parla dentro la tua testa e ti fa fare e pensare cose che non vorresti mai fare, dire e pensare.
Ti logora dentro e ti rovina i momenti più belli che potresti vivere (insieme alla timidezza, ovviamente).
L'ansia.
@un-mei-no-akai-ito// (Dom 04.08.24 h 22:43) // @un-mei-no-akai-ito
#frasi#frasi mie#pensieri#scrivere#vita#scrittura#ansia#ansia sociale#citazioni#frase citazioni#dolore#bullismo#scuola
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Ogni anno tanti morti sulle strade, tantissimi feriti e successivamente anche tanti invalidi.
Lavorando per un ospedale che si occupa di riabilitazione di traumi di tipo stradale, ogni volta che entro qui
mi capita di incontrare giovanissimi in sedia a rotelle o i più fortunati solo sulle stampelle.
Talvolta persone senza un arto o con una protesi a sostituire l'arto perduto.
Non sono soli, con loro i familiari a condividere il dolore e alle volte un faticoso recupero fisico e psicologico.
Facce che vedo e rivedo per mesi, forse alcuni per anni perché la riabilitazione spesso è infinita.
Ma non ce ne frega un cazzo, fare quello che ci pare è più importante che evitare morti, feriti e invalidi.
Mandiamo al governo coloro che fanno di tutto per prolungare il più possibile questo stato di cose e glorifichiamo chi si "ribella" a quei tentativi di porre un freno a una situazione che si protrae da sempre.
Sole, pizza, mandolino e fleximan o in questo caso luparaman...
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1 febbraio. Un anno fa stavo pensando in tutti i modi a che regalo di San Valentino fargli.
Anche dopo l'operazione ho continuato a farlo dalla sedia a rotelle.
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Un video online in questi giorni mostra lo stadio El Yarmouk, il più antico di Gaza (risale al 1938), trasformato in un campo di detenzione dall'esercito israeliano, che sta occupando la zona. Tra questi uomini denudati e umiliati ci sono anche bambini e uomini molto vecchi con la sedia a rotelle.
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"Non dimenticatemi"
Massimo Troisi ❤️
Camminando sulla spiaggia nera del Pozzovecchio, aleggia ancora l'anima di un personaggio forse tutt'oggi ancora troppo poco apprezzato nella sua vera grandezza.
Nn a Procida però, dove il suo ricordo è ancora vivo.
Diverse persone durante le riprese del "Il Postino" si accalcavano fuori le ringhiere del set per rubargli uno sguardo.
A Massimo.
Sempre gentile, simpatico, dicono.
Ma anche molto silenzioso.
Che si faceva vedere poco, e che aveva una controfigura per le scene in cui il postino andava in bicicletta, anche tra altre strade, oltre a quelle di Salina.
Quando a Corricella, Massimo ha girato la sua ultima scena, a fine set, tutti gli applausi sono per lui.
Massimo sorride, ringrazia.
Poi sale su un gozzo che lo sta per portare via.
Si gira verso il molo della Corricella.
"Nn dimenticatemi.", dice.
Saluta con la mano, sorride un'ultima volta.
Il giorno dopo, a Ostia, si spegne nel sonno.
Il tempo di lasciarci un'opera indimenticabile.
Che nn riesce a vedere realizzata.
Ultima di pochi film, ma sempre pieni di pensiero.
In una Napoli dove il sole, il famoso sole, c'è e nn c'è, dove un ragazzo nn vuole emigrare ma solo "viaggiare, conoscere...", dove se il Napoli perde col Cesena è un bel problema, dove basta perderti nella campagna per ritrovarti nel 1492 ("quasi millecinque"), o sederti su una sedia a rotelle perché nn sai affrontare la vita, dove parli dell'amore in tutte le sue forme, provando a pensare fino alla fine che sia soltanto "un calesse".
"Nn so cosa teneva d'int 'a capa", diceva Benigni.
Ma sicuramente "ha fatto più miracoli il suo verbo di quello dell'amato San Gennaro".
Il 4 Giugno 1994 ci lasciava il Grande Massimo❤️
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Nino
Nel palazzo dove ho abitato per tanti anni c’era un coinquilino che aveva lavorato per anni anche in ospedale come una sorta di factotum. Spesso anche mia madre si faceva aiutare da lui per riparare tubi, lavandini, lavatrice.
Mi faceva ridere sempre con quel suo umorismo sarcastico e un po’ burbero. Aveva sempre la battuta pronta e la sigaretta in mano.
Aveva due figli, due gemelli, più giovani di me di un anno. Andrea era costretto su una sedia a rotelle e ogni tanto lo portavo in giro per il quartiere. Il fratello Gianluca invece è stato uno dei miei primi amici più stretti.
Nino portava sempre Andrea in giro per centri di riabilitazione ma non è mai riuscito ad alzarsi da quella sedia. Il padre è sempre stato con lui, una presenza costante e sicura. Ho sempre pensato che anche a causa del dolore per la disabilità del figlio lui fosse così sarcastico e pungente nella sua ironia.
Una volta mi ricordo che era venuto a sistemare la lavatrice che non scaricava bene l’acqua. Aveva trovato, dopo diverse imprecazioni e qualche bestemmia, la causa del problema: una moneta da 50 lire finita nel filtro lasciata nella tasca di chissà quale indumento.
Un’altra volta ci aveva sistemato una tapparella e quando l’ho incontrato la sera per chiedergli come era andata mi aveva risposto: «Gliel’ho rimollate tre quattro madonne, ma pare che ora vada», oppure mi vedeva tornare a casa a ora di cena e mi diceva: «Sei tornato eh? Inizia a formicolarti il pancino, vero?» sempre col suo sorriso beffardo.
Ironico e generoso, sempre pronto a salire da noi appena mia madre diceva di avere un problema domestico.
Nino se n’è andato il 14 febbraio, il giorno di San Valentino. Leggendo il suo necrologio mi accorgo che aveva 83 anni ormai. L’ultima volta che l’ho visto stava caricando in auto il figlio Andrea. Era magro ma quella volta mi era parso ancora più magro.
Mi chiedo che ne sarà del figlio adesso che lui non c’è più. Il primo pensiero è stato quello: chi porterà il figlio in questi centri di riabilitazione.
Dopo questo però mi è venuto un altro pensiero, è un altro pezzo della mia vita che se ne va, un altro pezzo di quella che è stata la mia giovinezza tra infanzia e adolescenza.
Improvvisamente mi rendo conto del tempo che è passato e mi sento malinconico.
#Nino#fai buon viaggio#che la terra ti sia lieve#sei stato un buon amico#ti ho voluto bene#un pezzo di me
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Non so se è perché devo guidare all'andata e al ritorno, ma quando arrivo nella rsa dove lavoro mi sento al sicuro. Inizio a fare le mie cose e non penso più a niente, non che quando non sono a lavoro penso a qualcosa di specifico, ultimamente ho il cervello troppo saturo per riuscire a fare un pensiero anche solo minimamente articolato, però c'è molta pesantezza, molta ansia, e una sorta di paralisi che non mi fa fare altro che o fissare il vuoto o dormire. Invece quando arrivo nella rsa tutto si disperde, resta una pressione nella testa, magari un tono basso, ma guardo ciò che ho intorno e allora mi distraggo.
A me piace infatti osservarli e mi piacerebbe anche capirli se non parlassero in dialetto. La cosa che più li lega, oltre alla malattia, è la forte concentrazione che hanno. Sono molto focalizzati, non so bene su che cosa ma pochissimi di loro sembrano svampiti, la maggior parte invece è molto concentrata. Ci sono i casi diciamo meno gravi dove magari ormai vivono nel "loro mondo" ma camminano e riescono ad essere anche chiacchierini e vivaci: Venanzio o Venazio non riesco a capire, è un po' il burlone del gruppo va sempre di qua e di là, chiede se può aiutare, ieri andava dietro ad una ASA e le voleva portare il sacco della spazzatura, poi dice che ha sempre mal di pancia così ieri chiedeva all'infermiere qualcosa per il mal di pancia, l'infermiere gli diceva "Sì ora te la do" ma a Venanzio non gliela si fa e allora "non prendermi in giro"; poi c'è Mina o Nina anche qua non ho capito, lei dice che era una barista ed infatti a volte gli fa trovare le sedie sul tavolo o lava le mani nel water, lei fa sempre avanti e indietro molto indaffarata e concentrata, non si capisce cosa vuole dire perché emette perlopiù dei balbettii e l'altro giorno voleva togliermi il mop per lavare a terra; qualche altra signora poi si prende la borsa e cammina con la borsa come se fosse lì solo in visita; pio c'è Anna, un signora forte che l'altro giorno spazzava a terra e si incazzava perché gli camminavano sopra e allora iniziava a dire qualcosa che sembrava poco carino in bergamasco; poi ci sono almeno un paio di Marie una chiede sempre cosa deve fare adesso e voleva fare la pizza in bagno ma non sapeva come, l'altra invece è una donnina piccola dal viso rotondo che sembra una bambina e se ne esce sempre dicendo "che vita di meerda" e lo dice sempre sorridendo. I primi giorni che sono arrivata c'era una signora molto chiacchierona che a quanto pare era arrivata anche lei da poco, era ordinata nell'aspetto e parlava tantissimo con tutti ed era molto concentrata nel discorso che faceva pure se abbastanza sconnesso, adesso invece sentivo il medico parlare con la famiglia che le avevano cambiato il farmaco ed era per questo che era abbattuta ma se ne sta seduta in silenzio sulla sedia col capo chinato e anche l'aspetto è trasandato.
Si vedono infatti spesso anche scene strazianti: c'è ad esempio una signora che gira sempre disperata, l'altro giorno era venuta a trovarla non so chi forse il marito e allora lei ansimava e come a voler piangere e farfugliava qualcosa ed il marito le teneva il viso tra le mani guardandola intensamente negli occhi preoccupato e impietosito nel vederla così; alcuni poi li tengono legati sulle sedie forse per impedire loro di alzarsi perché non ce la fanno a stare in piedi da soli e non lo capiscono; altri invece sono in una carrozzina di quelle elettriche molto alte, come una signora che la mettono sempre nella seconda sala da pranzo e ogni volta che arrivo mi segue fissa in quello che faccio con lo sguardo che sembra incuriosito, poiché sulla sedia a rotelle non sempre può seguirmi con lo sguardo e quando non mi guarda più sembra molto assorta nei suoi pensieri, poi si accorge nuovamente della mia presenza e mi guarda e muove le labbra molto lentamente come se volesse dirmi qualcosa, ieri allora le ho sorriso e lei ha ricambiato facendomi un sorriso così bello che mi ha commossa. Anche le Asa o Oss che sono sembrano molto gentili pure se a volte ricevono dei dispetti o delle brutte parole, alcune soprattutto sembrano dispiaciute di vedere quelle persone in quello stato, li trattano come dei bambini ma non come degli stupidi.
Questo forse è il primo luogo di lavoro che non vorrei lasciare, infatti penso spesso che se potessi permettermi un part time resterei volentieri qua. Nonostante addetta alle pulizie non vengo schifata da nessuno, mi salutano quasi tutti anche i familiari e hanno rispetto per quello che faccio. Mi sono anche riscoperta chiacchierina: a volte scambio qualche parola coi malati, altre volte con qualche assistente. Fino ad ora insomma questo posto mi ha fatto bene.
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