#fornicazione
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Fornicare è peccare mortalmente
Secondo un visitatore le trasgressioni sessuali (fornicazione) costituiscono al massimo peccato veniale da confessare per scrupolo. Continue reading Fornicare è peccare mortalmente
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"Benedette" convivenze. E Avvenire archivia i comandamenti
«Siamo andati a convivere e ora preghiamo di più»: è la nuova apertura del quotidiano dei vescovi, all’insegna del “sì, no, dipende”. Con buona pace della verità che rende liberi. Continue reading “Benedette” convivenze. E Avvenire archivia i comandamenti
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Ius fornicari
Quasi fosse una gentile emanazione di diritto nobiliare, concessa dall'ormai decaduto, ma sempre fascinoso conte, la figlia del custode del parco e il giardiniere, si arrogano il diritto di fornicazione.
Mette la camicia bella lui, al di fuori dell'esercizio ligio della propria professione, mentre lei scopre le gambe, si rende accessibile, sorride alla madre mentre esce.
L'aspetta e le prende la mano, in quel percorso morbido di foglie che li accompagna alla loro panchina, quella vicina al roseto. Un sentiero ampio, con l'odore delle stagioni.
Uno stagno, un deposito per gli attrezzi che fu capanno di caccia e infine un piccolo dosso, ad accoglierli, a nasconderli, a farsi nido per le esigenze della carne.
Prima i baci, lenti, poi il desiderio di contatto genitale, uno strofinarsi calmo che cresce nei baci sempre più profondi.
I tessuti, nella carne, premuti dai gonfiori.
La ricerca della pressione, del piacere, negli occhi e tra le gambe.
Le ginocchia sulla terra battuta, i bottoni che si aprono.
Toccarsi, con le mani, raccogliere gli umori, penetrare con le dita, quello gli è concesso. Quello è permesso dagli sguardi indiscreti delle balie, dei corteggiatori, dei cortigiani segaioli che li guarderebbero per ore.
Si toccano loro, anche gli altri forse, ma non importa, sono solo loro in quell'orgia collettiva, in quella voglia che spargono.
Le falangi dentro, come fossero cazzi e lei a raccogliere con la bocca e con le mani le conseguenze del suo fottere nella sua carne quasi disperata. Si muove, scopa quelle dita, mentre lo guarda pulsare per ciò che dovrebbe essere secondo natura, fa quasi male quel godere e quella privazione dell'ovvio.
Magari si priveranno pure dell'orgasmo, se lo terranno addosso, prima di rotolarsi dove potranno, come potranno, se potranno.
È un gioco difficile, un equilibrio che sa di baratro, ma oggi e lì sono fornicatori. Godono, più della voglia che dell'eiaculazione.
(E il conte lo sa).
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Opere della carne deleterie per la Chiesa!
Opere della carne deleterie per la Chiesa! Tra le OPERE DELLA CARNE, ci sono anche il SETTARISMO e le DIVISIONI nel mezzo della Chiesa, secondo quanto ci fa sapere Paolo nell’epistola ai santi della Galazia: «Or le opere della carne sono manifeste, e sono: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, ire, contese, divisioni, sètte, invidie,…
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Voto: 4 stelle.
La fornicazione è peccato.
A quanto si legge, dovremmo sfuggire all'immoralità sessuale. Tutti gli altri peccati che le persone commettono sono proiettati al di fuori del corpo, ma l’individuo sessualmente immorale compie un peccato che va contro il proprio corpo.
Ci insegnano che questi pensieri e queste azioni sono immorali. Ma quel lato oscuro che vive dentro ognuno di noi - la vera natura dell'uomo - ci spinge a cercare quel bisogno che ci arde dentro, pretendendo di essere liberato. Nel midollo delle nostre ossa giace quella necessità intrinseca, un disperato tentativo di fuga. Un comportamento innato, apparentemente fuori dal nostro controllo.
Un’attitudine che brama a gran voce i peccati che ci dicono essere la nostra dannazione.
Aero è la gola da cui caccio quelle urla.
Le parti oscure di me che voglio tenere nascoste a questo mondo sono l’unica cosa che vede quando mi sbircia da dietro l'ennesima maschera.
È il demone che mi affoga nei miei desideri occulti.
Potrebbe non fermarsi mai. Almeno finché non soccomberò alle mie verità o morirò sotto il peso della sua morsa inesorabile.
Perché, secondo lui, la vita che sto vivendo è un inferno molto peggiore della morte.
“Io sono tuo e tu sarai per sempre mia. Fino alla fine di questa vita, e poi di tutte le altre vite che vivremo dopo.”
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I morti vagano nei sogni.
Colui che dorme in me / mi possiede, mi mangia, / mi racconta di qualcuno che entra nella morte col suicidio sulle labbra.
La fornicazione delle parole è la piccola morte allo specchio / a pochi passi dall'amore.
La luce dei corpi celesti estrae il SOGNO dagli occhi ciechi di Joyce.
La solitudine è figlia della morte.
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Un fidanzato che nell'imminenza del matrimonio tradisce la propria fidanzata ha l'obbligo di rivelarlo alla futura sposa perché ha il diritto di sapere che tipo di persona sta sposando?
Quesito Buongiorno Padre,preparando una coppia al matrimonio mi è stato sollevato il seguente quesito, che peraltro è un caso ahimè abbastanza comune.Nell’imminenza del Matrimonio (a titolo di esempio, sei mesi prima delle nozze) uno dei due fidanzati tradisce l’altro, commettendo il peccato della fornicazione alcune volte con un/una collega di lavoro.É sinceramente pentito, e – nonostante la…
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L'amore ai tempi del Medioevo: un'epoca di contrasti e sfumature
L'amore nel Medioevo era un sentimento complesso e sfaccettato, spesso intrecciato con la religione, la politica e la società feudale. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non era un'epoca di cuori infranti e dame irraggiungibili, ma piuttosto un periodo ricco di diverse concezioni amorose. Amore cortese L'ideale più famoso del Medioevo è l'amor cortese, nato nelle corti feudali del sud della Francia. Si trattava di un amore platonico e idealizzato, in cui il cavaliere si dedicava anima e corpo alla sua dama, elevandola a un livello quasi divino. La donna era vista come un essere puro e irraggiungibile, da conquistare con gesti di coraggio e prove di lealtà. Il corteggiamento era un rituale elaborato, fatto di poesie, canzoni e tornei cavallereschi. Amore coniugale Nonostante l'ideale cortese, il matrimonio era considerato un'istituzione importante per la stabilità sociale e la procreazione. L'amore coniugale era visto come un sentimento di affetto e rispetto reciproco, basato sulla condivisione dei doveri familiari e sulla gestione del patrimonio. Amore mistico L'amore per Dio era un elemento centrale della vita medievale. I mistici e le religiose ricercavano un'unione profonda con la divinità attraverso la preghiera, la meditazione e l'ascesi. L'amore mistico era visto come un percorso di perfezionamento spirituale che poteva portare all'estasi e alla contemplazione divina. Amore carnale L'amore fisico era presente nella società medievale, ma era spesso visto come un peccato e una tentazione da cui guardarsi. La Chiesa condannava l'adulterio e la fornicazione, mentre la sessualità all'interno del matrimonio era vista come un mezzo per procreare e mantenere l'ordine sociale. Contrasti e sfumature L'amore nel Medioevo era quindi un'esperienza complessa e ricca di sfumature. L'ideale cortese, l'amore coniugale, l'amore mistico e l'amore carnale coesistevano, a volte in contrasto tra loro, a volte intrecciandosi in modi inaspettati. La realtà dell'amore era molto più complessa delle idealizzazioni letterarie e variava a seconda del contesto sociale, del sesso e della personalità degli individui. Oltre a quanto detto Oltre alle diverse concezioni amorose, è importante ricordare che l'esperienza dell'amore nel Medioevo era influenzata da fattori come la classe sociale, il genere e la cultura. Le donne, ad esempio, avevano spesso un ruolo subordinato negli affari di cuore, e la loro voce è poco presente nelle fonti letterarie dell'epoca. Inoltre, l'amore era spesso mediato da rituali e codici di comportamento specifici. La comunicazione tra gli amanti poteva essere ricca di simboli e allusioni, e il corteggiamento era un processo lungo e codificato. In definitiva, l'amore nel Medioevo era un'esperienza ricca e complessa che non può essere ridotta a una semplice categoria. Le sue diverse sfumature ci aiutano a comprendere meglio la mentalità e i valori di un'epoca affascinante e ricca di contrasti. Foto di Peter H da Pixabay Read the full article
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L'IMBOSCATA - C'è stato un “patto“ scellerato tra la Juventus e Gravina? Quelle voci su Allegri e l'organigramma futuro. Mistero Mondiale per Club, bianconeri dentro o fuori? L'ossessione di Adl e La Russa
C’è stato un “patto“ tra la Juventus e Gabriele Gravina? Non sto parlando di quanto è agli atti: la fornicazione della società di proprietà di John Elkann con il presidente della Figc. Quella maleodorante roba è agli atti. Come sostiene Don Abbondio eroe pavido di Don Lisander “uno il coraggio se non ce l’ha, mica se lo può dare“. Se uno vuole le riforme, quelle che Gravina mai farà (roba di…
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Fornicazione (2008 Remaster) Per il 78esimo genetliaclo di Battiato ho scelto una delle mie preferite da uno dei miei suoi dischi preferiti. I testi di Sgalambro sono incredibilmente evocativi e la musica di Battiato assolutamente a grande livello.
Ora la mia mente andava, seguiva le orme delle cose che pensava, una canzoncina ardita mi premeva le ossa del costato e il desiderio di etnere le tue tenere dita... libero ... libero ...vorrei tra giaculatorie di versi spirare....
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VI Comandamento, l'ipocrisia della diocesi di Milano
VI Comandamento, l’ipocrisia della diocesi di Milano
La curia milanese ritira (apparentemente) il documento “aperturista” di don Aramini, ma non i suoi contenuti. Il solo “malinteso” è consistito nello svelare le carte e il (loro) vero problema sono i “pelagiani” difensori della dottrina. Al divorziato risposato si chiede tutto, tranne il pentimento. (more…)
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Molti per seguire il sistema del mondo hanno dimenticato di usare ed applicare l'amore su tutte le cose della #vita e questo si ritorce contro loro stessi, come un lancio di boomerang. Il sistema del mondo ha programmato volutamente questa trappola con inganni, sotterfugi e bugie per sviare ed allontanare la fede della gente nel #Signore #Gesù e nell'#Iddio #Padre. Ma i risultati non sono positivi, anzi vanno di male in peggio... tu però, non seguire il sistema se non vuoi cadere nella trappola, nel tranello e nel trabocchetto, segui l'amore. Dio è amore. 🔥 Galati 5:16-22 Le opere della carne e il frutto dello Spirito 16 Or io dico: Camminate secondo lo #Spirito e non adempirete i desideri della #carne, 17 la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito, e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; e queste cose sono opposte l'una all'altra, cosicché voi non fate quel che vorreste. 18 Ma se siete condotti dallo Spirito, voi non siete sotto la #legge. 19 Ora le opere della carne sono manifeste e sono: #adulterio, #fornicazione, #impurità, #dissolutezza, 20 #idolatria, #magia, #inimicizie, #contese, #gelosie, #ire, risse, divisioni, sette, 21 invidie, omicidi, ubriachezze, ghiottonerie e cose simili a queste, circa le quali vi prevengo, come vi ho già detto prima, che coloro che fanno tali cose non erediteranno il #regno di #Dio. 22 Ma il frutto dello Spirito è: #amore, #gioia, #pace, #pazienza, #gentilezza, #bontà, #fede, #mansuetudine, #autocontrollo. metti un like 👍 RHOMANIFE Reggae and Love Rhomanife Pino Gianni please subscribe YouTube channel 💖💛💚 ''GOD IS LOVE'': https://www.youtube.com/watch?v=-Pn8QSdTJM4&list=PL-Mw9jerqZJEa-2yeDU5xCrbwMfkfcO_d&index=9 #COSTARIPAGNOLA I pastori della costa - Parco Subito (presso Costa Ripagnola(Cozze)) https://www.instagram.com/p/CAzx_BSAKyq/?igshid=lny80y3lzhqv
#vita#signore#gesù#iddio#padre#spirito#carne#legge#adulterio#fornicazione#impurità#dissolutezza#idolatria#magia#inimicizie#contese#gelosie#ire#regno#dio#amore#gioia#pace#pazienza#gentilezza#bontà#fede#mansuetudine#autocontrollo#costaripagnola
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Opere della carne: le sètte!
Opere della carne: le sètte! Cari nel Signore, bisogna prendere atto che la Scrittura avverte i santi del Signore contro le opere della carne, tra le quali vi è anche quella che si possono creare o entrare a far parte delle sètte. L’Apostolo Paolo scrive queste parole ai santi della Galazia: «Or le opere della carne sono manifeste, e sono: fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria,…
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ALLA CHIESA DI TIATIRI
Tiatiri ( il nome significa : Colei che offre sacrifici e incenso).
La condizione spirituale di Tiatiri è pure la condizione spirituale più diffusa 2:18 E all’angelo della chiesa di Tiatiri scrivi: Queste cose dice il Figliuol di Dio, che ha gli occhi come fiamma di fuoco, e i cui piedi son come terso rame: 2:19 Io conosco le tue opere e il tuo amore e la tua fede e il tuo ministerio e la tua costanza, e che le tue opere ultime sono più abbondanti delle prime.
Si tratta di una chiesa che compie molte opere buone, una chiesa che crede molto nelle opere e costantemente ne compie di maggiori .
2:20 Ma ho questo contro a te: che tu tolleri quella donna Jezabel, che si dice profetessa e insegna e seduce i miei servitori perché commettano fornicazione e mangino cose sacrificate agl’idoli.
Questa chiesa ha una dottrina, in cui una donna che viene paragonata a Jezabel (usurpatrice del trono di Davide, traviatrice d'Israele) si pone nel ruolo di profeta (si annuncia e si presenta come inviata di Dio), travia il popolo che crede al suo insegnamento e lo invita alla fornicazione spirituale, cioè a seguirla, nelle sue molteplici forme e lo induce a rivolgersi ad idoli diversi per i quali si realizzano speciali cibi in speciali giorni dell'anno.
Forse conoscete questa condizione spirituale...
Se oltre a conoscerla la praticate, allora siete nella condizione spirituale della chiesa di Tiatiri , e dovete correggere il vostro credere, ed emendare le vostre azioni.
2:21 E io le ho dato tempo per ravvedersi, ed ella non vuol ravvedersi della sua fornicazione.
Da parecchi secoli questa condizione si protrae, si trascina, le persone vanno avanti contaminandosi sempre di più, e non c'è mai un ritorno a Dio, alla Verità delle Scritture , né esiste la volontà di un ritorno .
Vogliamo dunque vedere come andrà a finire?
2:22 Ecco, io getto lei sopra un letto di dolore, e quelli che commettono adulterio con lei in una gran tribolazione, se non si ravvedono delle opere d’essa.
Il risultato della condizione spirituale di Tiatiri è dunque questo: sarà lasciata indietro , non sarà rapita, resterà sulla Terra ad affrontare la Grande Tribolazione.
Terrificante, si, ma c'è un SE , nel testo.
SE non si ravvedono delle opere d'essa .
SE non volete essere lasciati ad affrontare la più persecutoria delle persecuzioni e tutto il resto dei guai, sappiate che Dio non li ha intesi per voi e che potete correggere la vostra condizione abbandonando le insane dottrine che avete praticato fino ad oggi e convertendovi veramente a Dio.
Non vi sarà grazia, nella Grande Tribolazione , L'epoca della salvezza per grazia divina ( l’Espiazione di Gesù Cristo) si chiude con il Rapimento :
2:23 E metterò a morte i suoi figliuoli; e tutte le chiese conosceranno che io son colui che investigo le reni ed i cuori; e darò a ciascun di voi secondo le opere vostre.
C'è però in questa chiesa un residuo che non concorda con le dottrine ufficiali : costoro pur restando nella chiesa storica, non ne seguono i falsi precetti , e saranno salvati .
2:24 Ma agli altri di voi in Tiatiri che non professate questa dottrina e non avete conosciuto le profondità di Satana (come le chiaman loro), io dico: Io non v’impongo altro peso. 2:25 Soltanto, quel che avete tenetelo fermamente finché io venga.
meditaci!
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Le tue guance, la mia bocca. I tuoi seni, la mia mano.
Vieni, vieni / questo è l'antro sacro dei leoni dove il melo è in fiore. Noi siamo una cicatrice del corpo e una ferita dell'anima. Tutto in Noi è separazione: una spina nel fianco - un marchio di solitudine che portiamo in giro per tutta la vita, sillaba dopo sillaba.
Le labbra amanti s'incontreranno - nella carne e nel sangue, nella follia e nel sogno, nella cenere e nel canto. Un solo abisso, una sola vita. Seppelliti in cielo con la faccia rivolta sul fondo.
L'ultimo chiodo è conficcato - nell'ombra della mano in ombra, con violenta fornicazione.
( ... Senza aver ricordato, capito sino in fondo, siamo come portati via da una festa... La vita è quel posto dove non si può vivere... )
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Quesito Caro Padre Angelo, spero Lei stia vivendo con serenità l'inizio di questo mese dedicato a Maria. Le scrivo per chiederLe qualche chiarimento in merito al grado di peccaminosità di un'azione in rapporto alla distinzione tra atto direttamente contrario alla carità e atto contrario alla carità nell'ordine dei mezzi. Dopo aver analizzato la peccaminosità attribuita dalla Morale in alcuni tipi di peccati, mi è parso di cogliere che un peccato possa essere grave solo se contrario alla carità in modo diretto e non nell'ordine dei mezzi. Infatti, prendendo ad esempio il caso della bugia, la quale a prescindere dai suoi effetti è sempre contraria al proprio fine (e quindi, a quanto ho capito, contraria alla carità nell'ordine dei mezzi), ho letto che essa viene considerata peccato mortale soltanto quando arreca un grave danno al prossimo, opponendosi così in modo diretto alla carità. Viene invece considerata soltanto veniale quando, pur rimanendo contraria al proprio fine, è solamente giocosa od officiosa e non dannosa. Guardando altri esempi di peccato grave contro la carità nell'ordine dei mezzi, come quelli gravi di gola o quelli di lussuria, oltre all'alienazione dal fine naturale dell'atto, si riscontra anche una diretta violazione della carità (verso se stessi nella gola e verso gli altri nella lussuria). La mia domanda è dunque questa: è corretto affermare che un peccato può essere mortale soltanto quando in modo diretto, e non nell'ordine dei mezzi, si oppone alla carità? La ringrazio per la disponibilità ed auguro a Lei e ai Suoi confratelli un gioioso festeggiamento per l'incombente ricorrenza della Madonna del S. Rosario. Matteo Risposta del sacerdote Caro Matteo, 1. sapendo che hai solo 18 anni mi compiaccio grandemente della tua attitudine per le questioni teologiche, che non sono semplicemente accademiche, ma vanno a toccare il fondo della nostra vita. Una domanda fondamentale che tutti dovrebbero porsi è questa: che cosa è peccato mortale, che cosa non lo è? Perché il peccato mortale è ciò che fa morire la vita di comunione intima con Dio, la vita di grazia. Come suo esito finale, ha la morte eterna e cioè l’inferno. Chiunque nel dover fare un viaggio si preoccupa di conoscere in maniera dettagliata la strada che deve percorrere per non finire da un'altra parte. 2. Sarebbe sufficiente fidarsi di quello che dice Dio per sapere che cosa è peccato grave e che cosa non lo è. Ora Dio ha detto attraverso la Sacra Scrittura che alcuni peccati impediscono di entrare nel Regno di Dio. Questo equivale a dire che si tratta di peccati mortali. Ecco, a titolo di esempio, due liste di peccati che escludono dal Regno di Dio: “O non sapete che gli ingiusti non erediteranno il Regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci erediteranno il suo Regno” (1 Cor 6,9-10). “Del resto le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatrie, stregoneria, inimicizie, discordie, gelosie, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come ho già detto, che chi le compie non erediterà il Regno di Dio” (Gal 5,19-21). 3. Ma poiché Dio ha dato all'uomo l'intelligenza, è giusto ed è anche doveroso domandarsi quale sia il motivo per cui certi peccati escludono dal Regno di Dio. Ed è ciò che tu fai con la domanda che hai espresso. Un grande maestro che ci aiuta a risolvere questo problema è San Tommaso d’Aquino. 4. Ecco che cosa dice: “Si dice mortale quel peccato che toglie la vita spirituale prodotta dalla carità, virtù in forza della quale Dio abita in noi: perciò è mortale per il suo genere quel peccato che per se stesso, cioè per la sua natura, è incompatibile con la carità” (Somma teologica, II-II, 35, 3). Ancora: “Essendo il peccato un’infermità dell’anima, un peccato si dice mortale per analogia con le m
alattie, le quali si dicono mortali quando producono danni irreparabili con la distruzione di un principio vitale. Ora il principio della vita spirituale è l’ordine al fine ultimo: ordine questo che una volta distrutto non può essere riparato da un principio intrinseco, ma solo dalla virtù divina… Invece i disordini relativi ai mezzi, salvo l'ordine al fine ultimo, sono riparabili. E si dicono veniali” (Somma teologica, I-II, 88, 1). 5. Quanto hai detto dunque è in linea con il pensiero di San Tommaso. Tuttavia la semplice affermazione “peccato grave è solo ciò che va direttamente contro la carità” potrebbe essere motivo di confusione e di errore. Perché si può andare contro la carità non solo direttamente, ma anche indirettamente. Infatti poiché la carità è in se stessa l'amicizia soprannaturale con Dio, e poiché gli amici hanno fra di loro un medesimo volere e disvolere, quando si compie qualcosa che è contrario alla volontà dell’amico, alterando o profanando ciò che egli ha compiuto con mirabile sapienza e amore, l'amicizia di fatto si incrina e si spezza. Pertanto si può peccare gravemente anche andando indirettamente contro la carità. 6. Ma tornando alla distinzione fatta da San Tommaso e da te ripresa, la domanda che adesso si impone è la seguente: qual è il fine e quali sono i mezzi? Guardando al decalogo possiamo dire che i primi tre precetti del decalogo riguardano direttamente Dio, che è il fine. Per cui i peccati contro questi precetti sono sempre mortali. 7. Invece i restanti sette precetti del decalogo riguardano i mezzi. Ora alcuni mezzi sono di per sé stessi cattivi, come ad esempio uccidere, commettere atti impuri, dire falsa testimonianza, rubare… Allora questi mezzi non potranno mai diventare buoni con la scusa che il fine è buono. Vi può essere soggettivamente peccato veniale a motivo dell'imperfezione dell’atto. Dice San Tommaso: “Si deve però notare per tutti i peccati che sono mortali nel loro genere che essi non sono mortali se non quando raggiungono la loro perfezione”. (II-II, 35, 3). Per intenderci: non c'è peccato mortale se c'è soltanto il moto iniziale, ma poi subito ci si corregge. Vi può essere peccato veniale anche a motivo della parvità di materia che vi può essere in questi precetti, fatta eccezione per il quinto per il sesto, nei quali c’è sempre materia grave. 8. Altri mezzi invece sono di per se stessi buoni, come gli affetti familiari, il provvedere alle proprie necessità con il cibo, con i vestiti, attendendo al proprio onore, al proprio buon nome… Allora c'è peccato veniale quando ad esempio si mangia troppo o troppo poco, quando c'è eccessivo attaccamento al vestito oppure quando non si tiene il contegno dovuto rispetto al luogo sacro, alle persone, quando c'è disordinato attaccamento al proprio onore o al proprio buon nome. Ecco, questo è l'ambito proprio del peccato veniale. Ci si porta su mezzi buoni. Ma ci può essere qualche disordine nel loro uso. 9. Dire semplicemente che il peccato mortale è quello commesso direttamente contro la carità potrebbe dare origine ad una confusione fatta già da alcuni teologi gesuiti alla fine del 1600 quando dissero che peccato mortale è solo quello che hai fatto direttamente contro Dio. Che se viene fatto su materia grave, ma non viene direttamente commesso contro Dio, pur essendo grave non sarebbe mortale. Quest'opinione fu condannata da Alessandro VIII il 24 agosto 1690 e fu giudicata “scandalosa, temeraria, piarum aurium offensiva et erronea” (scandalosa, temeraria, offensiva dei buoni sentimenti ed erronea). I due gesuiti ritrattarono i loro errori. 10. Questo errore è stato nuovamente condannato da Giovanni Paolo II dal momento che a partire degli anni 60 del secolo scorso alcuni riproposero questo errore sotto altra terminologia. Ci sarebbe peccato mortale solo quando si rimuove l'opzione fondamentale verso il bene, mentre ci sarebbe un peccato grave, ma non mortale quando pur peccando in materia grave non si rimuove l'opzione fond
amentale. Allora le fornicazioni, gli adulteri, i furti, che non vengono mai fatti direttamente contro Dio, anzi non ci si pensa neanche, non sarebbero mortali ma solo gravi. Il che porta a dire che, se non sono mortali, sono ancora nel genere dei veniali, sebbene in maniera più forte o più grave. 11. Ecco che cosa disse Giovanni Paolo II nell'esortazione post sinodale Reconciliatio et poenitentia: “Durante l’assemblea sinodale è stata proposta da alcuni padri una distinzione tripartita fra i peccati, che sarebbero da classificare come veniali, gravi, e mortali. La tripartizione potrebbe mettere in luce il fatto che fra i peccati gravi esiste una gradazione. Ma resta sempre vero che la distinzione essenziale e decisiva è fra peccato che distrugge la carità e peccato che non uccide la vita soprannaturale: fra la vita e la morte non si dà via di mezzo… Perciò, il peccato grave si identifica praticamente, nella dottrina e nell’azione pastorale della Chiesa, col peccato mortale” (RP 17). 12. Per cui io aggiusterei la tua affermazione dicendo che c’è peccato grave quando si agisce direttamente o indirettamente contro la carità, compiendo ciò che oggettivamente è contrario alla volontà di Dio. In questo modo evitiamo in partenza possibili equivoci. Ti ringrazio anche per gli auguri in occasione della festa della Madonna del Santo Rosario, proclamata dal domenicano San Pio V, Regina delle vittorie. È la patrona del nostro Ordine. Con l’augurio che anche tu possa riportare una vittoria dietro l’altra con l’arma stupenda e particolarmente potente del Santo Rosario, ti benedico e ti ricordo nella preghiera. Padre Angelo
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