#fino di portofino
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Portofino : ep197
I feel kissing on my neck and ear lobe to gently wake me up.
Cheyenne: Baby, wake up. I think we died at sea. The boat must have sank last night.
I’m really groggy trying to wake up, but I’m not buying her story. Me: I don’t feel dead honey, come back to bed.
Cheyenne: Look out the porthole, we died and went to heaven.
Me: Shy, we’re living in sin. If we died in a shipwreck, we’d wake up in hell.
Cheyenne: There’s no way that there is any place on earth that is actually this beautiful. I’m pretty sure we’re in heaven.
Me: That’s just Portofino honey.
…
Tucked into a tiny spit of land about 10 kilometers south of Genoa along the northernmost coast of the Ligurian sea, Portofino is one of the most scenic ports in the known universe. The actual port covers land equivalent to a few football fields (or over here, football pitches) and nearly every square meter is occupied with a yacht. Three sides of the port feature high walls, like an amphitheater, and the northern wall has a picturesque waterfront with buildings in Mediterranean hues of yellow, burnt orange and gold.
Our sailing yacht is huge, so we’re anchored just outside of the harbor in about 30 feet of warm crystal blue water.
I throw on shorts and a t-shirt and tell Cheyenne to put on her bikini under her exercise gear as I dart out the door.
“I’ll be right back”
I return a minute later and get some running shoes on, gather up Cheyenne and head for the deck. By the time we emerge from our suite, Filet has pulled together a tiny breakfast picnic for us and put it into a shopping bag. I tuck breakfast into a rucksack, then we hop in the dinghy and the captain whisks us off to shore.
Cheyenne: What are we doing?
Me: We’re going to hike up to the lighthouse before everyone else wakes up.
Cheyenne: This is breathtaking. I honestly didn’t know that places this beautiful actually existed in real life. I thought it was just in screensavers and photoshop.
Me: Remember Henrik’s Ferrari? The one called the California? When they discontinued it, do you know what they replaced it with?
Cheyenne: No. What?
Me: A model called a Portofino.
Cheyenne: Gawd … can you imagine driving Henrik’s Ferrari around here?
Me: Somebody at Ferrari obviously did.
Cheyenne: Wow. Apropos!
…
The land on the little peninsula above Portofino is ultra-premium A+++ real estate, but somehow it hasn’t been overdeveloped with mega-mansions. There is a rustic trail that ascends to a ridgeline. Each cobbled stair step is two steps deep, but only about one half step up. So it creates an odd cadence. Step forward, step up, step forward, step up. So you’re always stepping up with the same foot. We pass terraced gardens of grapes and olives, and an ancient castle called Castello Brown before reaching the lighthouse.
The Faro di Portofino is a bright white lighthouse that sits proudly on the rocks at the end of the peninsula. From their terrace bar, there are nearly 360 degrees of sweeping ocean views. It’s beauty that defies description. There’s a cocktail bar that opens for tourists at 10am, but we’re here well before they open, so we commandeer a table and enjoy our breakfast picnic of yogurt parfait, fresh fruit, and orange juice.
Me: You know what baby?
Cheyenne: What?
Me: You may have been right.
Cheyenne: Told ya’ …
We died and went to heaven.
#novel#first person narrative#portofino#ferrari#italy#mediterranean#ligurian sea#fino di portofino#love#sailing
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🔻 Il Forte Diamante è uno dei forti più famosi e caratteristici dell’antica cinta muraria difensiva di Genova e domina l’intera Val Polcevera e la Val Bisagno dai suoi 667 metri di altitudine. La vicinanza al centro cittadino rese il Forte di Diamante a partire dal 1758, anno in cui venne eretto, il primo baluardo difensivo contro gli attacchi provenienti dal Nord. Il forte sorge nel cuore di un territorio ideale per scoprire percorsi di trekking e ammirare paesaggi mozzafiato fino al mare; anzi fino a Portofino. Questo baluardo difensivo è testimonianza dell’epoca d’oro della Repubblica Marinara di Genova e del dominio degli Asburgo. Durante l’assedio austriaco del 1747 fu costruita una piccola ridotta palizzata a forma di stella per sorvegliare meglio le valli e proteggerle da eventuali incursione austriache. ……
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“ Mia cara Francesca, le tue lettere arrivano, per lo più, alla sera. Verso le nove. Una mano entra nel buco, dicono "posta", poi le aprono e me le danno. Così le tue parole sono le ultime che ricevo: e me le porto in sogno. [...] Ho lavato i piatti (una ciotola di plastica, un piatto di plastica, delle posate idem) e le pulizie le farò nel pomeriggio, nell'interminabile viaggio che va dalle 15 al mattino dopo. Oggi è giorno di doccia (qui ci si lava un giorno sì e uno no) e aspetto il mio turno. Poi mi vestirò, e andrò all'aria. Girerò in tondo fino alle 11. In questa giostra assurda s'incontra ogni genere di uomini: falsari, spacciatori, zingari, bancarottieri; è un mondo tutto suo, credimi. E pieno di assurde favole, di storie incredibili; è impressionante il numero di giovani, di ragazzi, quasi. Da fuori, non si ha la sensazione di quello che accade qui, e di come enormi siano oggi i problemi della giustizia. Mi chiedi se desidero un libro. Sì. Di Dostoevskij "Memorie da una casa morta": attenzione, non "Memorie dal sottosuolo", che è un altro suo libro. Dico quello (alcuni lo traducono "M dalla casa dei morti") che parla della sua prigionia a Semipalatinsk, in Siberia. Lo lessi anni fa, e siccome è pieno di pensieri sulla pena, la prigione, e altro, vorrei rileggerlo. Davvero. Va bene? E io che posso restituirti? Senti, sbaglio o con Renata sei in freddo? Non so, mi è parso di capire che, in quel suo tirarsi indietro ti desse della pena. Guarda: succede, e alle volte è meglio che un amico dica francamente il suo pensiero piuttosto che vederlo accettare per forza. E il resto del lavoro? E la vita? E Milano? Io sono disgustato all'idea che esistano "giornalisti" del tipo attualmente in circolazione: criminali della penna, analfabeti della vita, irresponsabili, folli. Adesso è di moda chiamare questo "il carcere dei vip": perché non vengono, per sette giorni, a questo Portofino delle manette? Credimi: il nostro non è un Paese. Ho gioito al ritrovamento delle reliquie del tuo S. Francesco: non avevo dubbi, credi, che il finale fosse quello. E troveranno il resto. Vuoi scommettere? Mi chiedi dei sogni? Beh, sono molto teneri, dolcissimi. Mi pare di essere accanto a te, e di perdermi nei tuoi occhi. È delizioso. Anche se è la sbiadita, pallida immagine del vero. Ma ti sogno spesso. Ti ho detto: ora sono sereno, niente può più toccarmi. Mi metterò a studiare storia, che e la mia passione. Storia italiana. Poi, mi interessa enormemente la "comune coscienza del peccato", che è cosa ancora più debole, da noi, del "comune senso del pudore". Parlo con delinquenti veri, Cicciotta: e mi interessa la loro psicologia, la loro relatività, il loro codice, che è, in molti casi, anche se patologico, regolato da leggi ferree. Sì, ho vissuto molte vite: so e conosco cose che nessun viaggiatore vede e vedrà mai, avrò da riempire sere e sere d'inverno. Non andrò mai più allo zoo: l'idea di una gabbia mi darà, per sempre, un fremito di disgusto. Tu dici che sono forte: io non lo so, Cicciotta. Sento che mi sentirei indegno di vivere, se fossi diverso. Non si può concedere loro niente: sono dei bari, capisci? Questo Paese ha sempre piegato la schiena, baciando la mano di chi lo pugnalava. E non ci sarebbero tiranni, se non ci fossero schiavi. Il vero patrono d'Italia (e non capisco perché non lo facciano) dovrebbe essere Don Abbondio. San Francesco poteva nascere benissimo in qualunque altra parte del mondo. Solo Don Abbondio è irresistibilmente, disgustosamente italiano. A me spiace parlar male del mio Paese: ma deve cambiare. È l'"odi et amo" di Catullo (traduzione di Ceronetti): e se vuoi un ritratto, che condivido, dell'Italia, leggi, sempre di Ceronetti "Viaggio in Italia" (Einaudi). È una barca cariata, un guscio vuoto, pieno di vermi, che galleggia su un mare inquinato. E per le anime, è peggio. Ti abbraccio, Cicciotta. Tanto tanto Enzo [Bergamo, domenica 9 Ottobre '83] “
Enzo Tortora, Lettere a Francesca, Pacini Editore, 2016¹; pp. 82-84.
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Senza titoli di coda
Ho immaginato a lungo un film che si chiudesse con un taglio netto, dal fotogramma precedente al nero in una frazione di secondo. In un battito di ciglia, anzi. Magari, se girato in prima persona, con il protagonista che muore, esattamente nell'ultima scena. E un lungo tempo di schermata nera. Senza titoli di coda. Virtualmente infinita. Alla fin fine - ammesso che qualcosa del genere non esista già - la storia passerebbe in secondo piano. Proprio oggi riflettevo su cosa mi piace scrivere. Ecco, non sempre quello che scrivo è quello che mi piace scrivere. Quasi mai quello che scrivo è quello che mi piacerebbe leggere. Sono autoreferenziale, didascalico, pomposo a tratti e vergognoso nel frammezzo. Il mio stile narrativo preferito è impersonale, come un dipinto anonimo, una fotografia, un video muto, senza alcun intervento di personaggi o persone specifici. Quello che accade nella vita non è funzione di chi si trova da un lato o dall'altro. Tutto è frutto del caso. Per parafrasare Salemme: è solo un caso che cadano alcune regole e non altre. Per non parlare delle cose che più mi piacciono e che vorrei mi appartenessero di più. Stimo tantissimo gli artisti, di qualunque tipo, che realizzano un'opera pur di mettere in mostra un pensiero buffo, ironico, semplice. Invito chiunque legga queste quattro righe ad ascoltare la canzone 'A borzanova di Aldolà Chivalà. A seguire, Portofino. Nessuno spoiler sulla seconda, immagino: ma che bello è scrivere una canzone per dire soltanto "ti porto fino a Portofino". Io impazzisco per i giochi di parole, ma impazzisco ancor di più per chi arzigogola con il fine ultimo - magari il solo fine - di poter dare la giusta illuminazione, di poter dare il giusto peso a una cosa apparentemente sciocca, superflua, insulsa.
E così, io guarderei anche un film di tre ore senza trama se finisse con venti minuti di buio, senza titoli di coda - purché sia una cosa del tutto originale e non frutto di una piratata sbagliata. Non deve esserci sempre, per forza, un senso compiuto.
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Continua l'allerta meteo a Genova e in tutta la Liguria
Centro-Levante della Liguria in allerta arancione per temporali, allerta che nel Levante diventa rossa dalle ore 12. Nel Ponente è gialla. Nel corso della mattinata Arpal effettuerà gli aggiornamenti dei modelli per valutare eventuali modifiche. Nella notte diversi interventi dei vigili del fuoco di Genova per alberi e rami finiti sulla strada nelle zone di Neirone, Ognio e Serra Riccò. A Borzoli è esondato il rio Fegino, nella stessa zona un camion è rimasto bloccato in un tombino. Via Borzoli è stata chiusa al traffico. Forti piogge nella notte nella zona dalla Val Polcevera. Registrato anche l'innalzamento del livello del Cantarena e del Chiaravagna. Diversi i problemi registrati nella notte ma anche di mattina, soprattutto nel quartiere di Sampierdarena, di Rivarolo e Certosa. Sempre nella notte sono state evacuate due famiglie a Rivarolo, nel ponente genovese: le cause non sono legate al maltempo ma a problemi strutturali dell’edificio. In questo momento piogge diffuse e abbondanti sul savonese e ponente genovese, sia sulla costa che sull’entroterra. Allerta rossa L'allerta rossa scatta alle 12 per i bacini grandi della zona C che comprende il Levante ligure da Portofino al confine con la Toscana. Gli osservati speciali sono i fiumi Magra e Vara. Aggiornamento ore 9 Le precipitazioni sono causate da un temporale forte, organizzato e stazionario che, sorto nella notte sul levante genovese, si è prima spostato verso il ponente, colpendo la Val Polcevera e il savonese, per poi tornare in queste ultime ore sul genovese di ponente e sulla valle Stura, con intensità massime orarie molto forti e conseguente crescita del livello dei torrenti Stura a Campo Ligure e Orba a Tiglieto. A Campo ligure sono caduti 82,4 mm di pioggia in un’ora, a Pontedecimo 66, a Rossiglione 57, con raffiche di vento (scirocco) che sfiorano i 100 km orari.Ancora per alcune ore permangono condizioni favorevoli alla formazione di temporali forti, organizzati e stazionari sul centro della regione. Con l’avvicinarsi del fronte le piogge si faranno più diffuse su tutto il territorio regionale, a partire da ponente. Saranno più intense sul centro-levante, dove potranno verificarsi ancora temporali forti. Aggiornamento ore 8 Il temporale forte, organizzato e stazionario è da circa un'ora sul territorio che va da Arenzano al confine con il Piemonte: sull'ora Campo Ligure è a 90.6 mm, Prai a 77.6mm, Genova Fiorino a 73.4 (tutti i dati sono in aumento). Di conseguenza, l'idrometro sullo Stura ha superato il primo livello di guardia ed è in ulteriore aumento; prossimo alla prima soglia anche l'Orba a Tiglieto. Il dato che emerge nell'ultimo mese è che nel Levante della Liguria in alcune località si sono cumulati fino a 400 mm Aggiornamento ore 5 La parte più intensa e strutturata delle precipitazioni ha iniziato a interessare la città di Genova e il suo immediato entroterra poco prima delle tre: la ricostruzione delle piogge offerta dal radar con immagini ogni 5 minuti mostra con colori sempre più caldi dall'azzurro al rosso i rovesci più intensi, poco fa in corrispondenza della Valpolcevera. Appare in lento spostamento verso ponente, con i rovesci più intensi adesso nella parte di ponente della città. Dai dati misurati, nell'ultima ora si evidenzia come il pluviometro di Monte Gazzo abbia raggiunto i 43.4 mm (in aumento), ossia 43.4 litri d'acqua per metro quadrato di terreno in 60 minuti. Valori intensi o molto intensi sui brevi periodi sempre al Santuario di Monte Gazzo (11.2mm/5 minuti, 27.6mm/15 minuti, 39mm/30 minuti) e a Bolzaneto (26.4mm/30 minuti). Il contrasto fra masse d'aria con temperature differenti, calda e umida da sud-est (poco fa raffica a 81 km/h su Fontana Fresca, sopra Sori) più fredda e secca da nord-ovest, ha favorito l'aumento dell'instabilità, dovuto proprio ad un'intensificazione dei flussi umidi, sottolineata dalle numerose fulminazioni. Dettaglio allerta meteo in Liguria Ponente (zona A: dal confine fino a Spotorno): allerta gialla fino alle 18 di martedì 8 ottobre;- Centro (zona B: da Noli a Camogli): allerta arancione fino alle 21 di martedì 8 ottobre;- Levante (zona C: da Portofino fino a Luni e Sarzana): allerta arancione fino alle 23,59 di martedì 8 ottobre. Dalle 12 alle 23,59 di martedì 8 ottobre allerta rossa sui bacini grandi di Levante.- Versanti padani di Ponente (zona D: entroterra Savonese, Val Bormida e Valle Stura): allerta arancione fino alle 14,59 di martedì 8 ottobre. Dalle 15 alle 21 allerta gialla;- Versanti padani di Levante (zona E: valli Scrivia, Trebbia e d'Aveto): allerta arancione fino alle 15 di martedì 8 ottobre. Dalle 15 alle 21 allerta gialla. Read the full article
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Biki
Biki è stata una importante imprenditrice della moda che ha contribuito a lanciare il made in Italy nel mondo.
Ha vestito attrici e teste coronate e, soprattutto, ha forgiato lo stile di Maria Callas che si affidava completamente al suo gusto.
Nata a Milano il 1 giugno 1906 come Elvira Leonardi, portava il nome della nonna, sposata in seconde nozze con il compositore Giacomo Puccini che era solito chiamarla affettuosamente col soprannome Bicchi, birichina, più tardi trasformato in Biki, su suggerimento di Gabriele D’Annunzio. Cresciuta in un ambiente colto e raffinato, tra musica, teatro e arte, aveva sviluppato, sin da piccola, un gusto naturale per l’eleganza.
Aveva imparato a fare la maglia e cucire grazie alla nonna Elvira, durante la Grande Guerra. Dopo gli studi al liceo Manzoni, frequentando il mondo dell’arte e della cultura, aveva viaggiato spesso in Europa per seguire le tournée di Arturo Toscanini, padre della sua cara amica Wally, in Francia, allora patria della moda mondiale, aveva avuto modo di apprezzare lo stile dei couturiers e trarne ispirazione.
Nel 1934, la sua prima esperienza imprenditoriale è stata Domina, casa di biancheria intima che proponeva camicie da notte che somigliavano ad abiti da sera, scollate, trasparenti e sensuali che destarono scandalo e, insieme, ammirazione.
Dopo il successo del nuovo modo di vestire la notte, decise di mettersi in proprio e creare capi di alta sartoria, abiti da gran sera e tailleurs. In breve era diventata la sarta delle maggiori personalità del mondo della cultura, dello spettacolo e della finanza.
Nel settembre 1936 ha sposato Robert Bouyeure, antiquario francese, con il quale ebbe una forte intesa anche in campo lavorativo. L’anno seguente nacque la loro figlia Roberta, che ha seguito le orme della madre e lavorato con lei fino alla fine.
Dopo la crisi provocata dalla guerra, per risollevarsi, ebbe l’intuizione di mettere la sua arte al servizio delle mutate esigenze sociali e, in un clima profondamente cambiato, pur restando fedele al suo stile, lanciare la prima linea di prêt-à-porter.
Per prima, per sostenere i costi, ha utilizzato fibre sintetiche e artificiali e costruito alleanze con fabbriche di tessuti.
Il suo stile si caratterizzava per gli accostamenti audaci di colori e di tessuti, come il blu marino e il verde mela, il viola e il blu, il giallo e l’arancio, e l’unione di pelle e chiffon, tela e jersey di seta, feltro e raso.
Dalla metà dei Cinquanta alla metà dei Sessanta ha consolidato uno stile italiano che non imitava più la haute couture francese.
È stato il suo decennio d’oro. Grazie al contributo del couturier francese Alain Reynaud, marito di sua figlia, la sua maison ha conosciuto uno sviluppo internazionale. La trasgressione lasciava il posto alla linearità e impeccabilità dello stile.
In quegli anni ha aperto negozi in varie località italiane e svizzere, come Saint Moritz, Portofino e Roma e poi ancora in Francia, negli Stati Uniti e ancora in Giappone, dove ebbe grande popolarità.
È stata questa l’epoca della cliente più nota, Maria Callas, conosciuta nel 1951, di cui ha inventato il look e che, da testimonial d’eccellenza, con le sue tournée in giro per il mondo aveva rafforzato la fama della sartoria. Il loro è stato un sodalizio iconico di amicizia e stile.
È di Biki anche l’abito nero indossato da Jeanne Moreau nel film La notte di Michelangelo Antonioni, del 1961.
Questa signora appartenente a una classe sociale che non aveva bisogno di lavorare, si è impegnata fino all’ultimo giorno della sua vita. Non amava farsi chiamare stilista ma semplicemente sarta. Insignita del titolo di Commendatore prima e di Grande ufficiale dell’ordine al merito della Repubblica italiana, poi, è stata, per diversi anni, nel consiglio d’amministrazione del Corriere della Sera.
Aveva ereditato dalla madre, che si era risposata con Mario Crespi, uno dei maggiori proprietari, una grossa fetta di azioni dell’impero editoriale.
Ha tenuto rubriche di moda su varie riviste e alla radio.
Dopo gli anni sessanta, che hanno visto il fiorire della rivoluzione anche negli abiti, in contro tendenza, ha lanciato una moda molto sobria, destabilizzando coi suoi abiti da sera confezionati in tweed.
Ha abbandonato le passerelle solo negli anni Ottanta, per dedicarsi al nascente mercato asiatico e alla sua Biki-Japan.
Con la sua morte, avvenuta il 24 febbraio 1999, la maison è stata chiusa.
La documentazione relativa alla sua vita e attività creativa, è depositata presso le Civiche Raccolte Storiche del Comune di Milano.
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Genova: il meteo non ha frenato gli arrivi, Liguria attrattiva anche con i suoi centri storici
Genova: il meteo non ha frenato gli arrivi, Liguria attrattiva anche con i suoi centri storici. Primi giorni di vacanza, trascorsi tra mare, verde e città d'arte. Se le Cinque Terre si confermano meta prediletta dei turisti, con le strutture occupate per circa il 90% delle disponibilità in particolare a Vernazza e Corniglia (dove, ad oggi, si registra il 5% di camere libere) e il Ponente segue a poca distanza con l'85% delle disponibilità esaurite, è Genova a registrare dati record: oltre il 94% delle strutture ricettive del capoluogo ligure risulta sold-out. Per quanto riguarda le altre località liguri, affluenza significativa di turisti italiani e stranieri a Sestri Levante, Camogli, Portofino, Ventimiglia, Alassio e Finale Ligure. "Quest'anno - commenta il presidente della Regione Liguria - l'incertezza meteorologica favorisce le decisioni last minute. Tuttavia, ciò non ha affatto scoraggiato i turisti, principalmente italiani, che considerano la Liguria una destinazione ideale per le proprie vacanze, che siano di due giorni o di una settimana. Genova, poi, merita una particolare menzione poiché continua ad attrarre visitatori grazie alla sua vivace offerta di attività e eventi culturali, confermando il successo delle politiche turistiche di una regione in costante espansione a prescindere dal meteo". "Malgrado un meteo incerto la Liguria continua a essere una meta molto richiesta merito sia delle politiche promozionali messe in atto dalla Regione sia anche per una maggiore facilità a raggiungere le nostre località - aggiunge l'assessore al Turismo e ai Trasporti -. Ricordo che da un paio di settimane sono attivi i 'Treni del Mare' che garantiscono nuovi collegamenti in più per la Liguria con la Lombardia e il Piemonte. Per quel che riguarda la Lombardia sono ventuno i collegamenti aggiuntivi: grazie alla collaborazione fra Trenitalia, Trenord, Regione Liguria e Regione Lombardia. Per quel che riguarda il Piemonte sono 18 i collegamenti 'Ponente Line' programmati da Trenitalia con la Regione Piemonte tra Torino, Savona, Albenga e Imperia che si sommano ai 18 collegamenti giornalieri tra il capoluogo piemontese e Savona (di cui 6 proseguono fino a Ventimiglia con fermate nelle località della riviera di Ponente) e ai due treni in più per il 24 giugno tra Torino e Imperia".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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BABYLON ed il Sangallo sexy chic
BABYLON presenta una short selection di capi in pizzo Sangallo, tra le più tradizionali ed amate tendenze moda dell’estate, che il brand rivisita in chiave tipicamente sexy chic.
Una short collection di pochi pezzi, ma molto ben calibrati tra scelte giorno e sera. Dagli abitini corti per una passeggiata a Capri o per un pranzo in riviera, a quelli lunghi per un cocktail al tramonto o una cena in riva al mare, fino ai completini short dalla versatilità totale, perfetti per una cena in barca o per un drink in piazzetta a Portofino.
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31 lug 2023 11:19
ITALIA VIVA? NO, ITALIA TWIGA – LO SCORSO WEEKEND, I VERTICI DEL PARTITO RENZIANO, DA MARIA ELENA BOSCHI A FRANCESCO BONIFAZI FINO A LUCIANO NOBILI (SEMPRE IN PRIMA FILA QUANDO SI TRATTA DE MAGNA’) SI SONO RITROVATI A CENA CON DANIELA SANTANCHÈ NEL LUSSUOSO LOCALE DI MARINA DI PIETRASANTA, DEL QUALE LA MINISTRA HA DOVUTO CEDERE LE QUOTE AL COMPAGNO DIMITRI KUNZ – MENÙ A BASE DI SUSHI, SCHIACCIATINE E BOLLICINE. E POI TUTTI A BALLARE – ALLA TAVOLATA PRESENTI ANCHE ANDREA RUGGIERI, DIRETTORE DE “IL RIFORMISTA” RENZIANO, E L'EX MARITO DELLA “PITONESSA”, CANIO MAZZARO, INDAGATO PER BANCAROTTA FRAUDOLENTA… -
Estratto dell'articolo di Claudio Bozza per www.corriere.it
Sushi e bollicine, per una sera Italia viva si trasforma in «Italia Twiga». Lo scorso weekend, i vertici del partito renziano si sono ritrovati a cena con la ministra Daniela Santanchè, ex comproprietaria (assieme a Flavio Briatore) del lussuoso locale di Marina di Pietrasanta e del quale nei mesi scorsi era stata costretta a cedere le quote al compagno Dimitri Kunz d’Asburgo Lorena, per dribblare almeno formalmente le accuse di conflitto d’interesse [...]
Alla tavolata con «la Dani» (o «Santa»), così la chiamano gli amici, c’erano l’ex ministra Maria Elena Boschi, il deputato Francesco Bonifazi, il consigliere regionale del Lazio Luciano Nobili (sempre scudiero di Iv), oltre all’ex parlamentare di Forza Italia Andrea Ruggieri, oggi direttore responsabile de Il Riformista, quotidiano guidato politicamente da Matteo Renzi e dal piglio garantista, che ha difeso a più riprese Santanchè nella bufera giudiziaria che sta affrontando per il collasso finanziario di numerose sue aziende.
E proprio Ruggieri, molto amico della ministra, venerdì sera sarebbe stato il «collante» per unire il tavolo a cui erano seduti Boschi e Bonifazi, organizzato dall’avvocato tributarista Roberto Simoni, con quello a cui erano attovagliati Santanchè e alcuni amici e imprenditori, assieme al suo ex marito Canio Mazzaro, anche lui finito nel mirino dei pm con l’accusa di bancarotta fraudolenta.
Alla serata, seppur al lavoro tra i tavoli, c’era anche Dimitri Kunz, che ha costruito la sua fortuna proprio nella ristorazione, grazie al boom de «La Giostra», storico locale nel cuore di Firenze.
Kunz, pure lui indagato nella bufera finanziaria di Visibilia, alla fine dello scorso anno aveva acquistato per circa un milione e mezzo di euro la partecipazione dell’11,025% di cui la compagna-ministra era titolare nella società proprietaria del Twiga.
[…] La tavolata era stata allestita per consentire agli ospiti di godersi in prima fila a fine cena lo spettacolo di Alessandro Ristori, noto performer musicale della Versilia, accompagnato dai The Portofinos. Menu della festa? Schiacciatine, sushi, sashimi, vino bianco e bollicine di alta qualità.
L’onorevole Bonifazi, ex tesoriere del Pd e co-titolare dello studio legale Bl di cui è socio anche il fratello di Boschi (Emanuele), è un habitué del Twiga, dove, almeno all’ultima serata, non era presente il frontman Flavio Briatore. […]
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Portofino-forte-torino(?) ci ritorna? Lo vendono prima?
Chissà quanto stanno a Portofino, io punto sui tre giorni.
Se rientra lunedì, faranno fino a venerdì, poi di nuovo Forte e domenica salgono (???) Oppure si fanno fino a domenica.
Se rientra invece giovedì, la storia cambia 😅
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A Portofino via al divieto di sosta per scattare selfie: si rischia fino a 275 euro di multa
DIRETTA TV 23 Aprile 2023 Divieto di sosta per selfie a Portofino: secondo una ordinanza comunale, d’ora in poi chi vorrà fermarsi per scattarsi una fotografia nella piazzetta o sulle banchine della celeberrima località ligure rischierà multe dai 68 ai 275 euro. Vietato anche girare scalzi, a torso nudo o in costume da bagno. 8 CONDIVISIONI Pugno di ferro del comune di Portofino contro i…
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Gran Fondo di Alassio 2023
La decima edizione della Granfondo di Alassio, tra le più note corse internazionali di ciclismo su strada per amatori, si terrà domenica 12 marzo con partenza dal famoso Muretto di Alassio e arrivo al Santuario di Madonna della Guardia. I due percorsi della Granfondo Internazionale Alassio saranno di 65 km e 106 km, avranno inizio da Corso Dante Alighieri e termineranno in cima al Santuario della Madonna della Guardia, con un arrivo in salita a picco sul mare, da cui sarà possibile scendere fino a tornare al quartier generale di gara, dove si svolgeranno le premiazioni. Alassio venne fondata nel X secolo, quando nei pressi della chiesetta di Sant'Anna ai Monti sorse il primo nucleo e oggi, sulla collina presso la borgata Madonna delle Grazie, si può ancora vedere uno dei più antichi stemmi della città. Il feudo era dei monaci Benedettini provenienti dall'isola Gallinara e poi passò sotto il controllo di Albenga che lo amministrò fino al XVI secolo. Ceduto alla Repubblica di Genova, Alassio partecipò nel 1528 alla guerra contro la Francia e ottenne da Genova ampie autonomie specie nel settore economico. Nel 1540 divenne sede della locale podesteria e degli scambi commerciali con la Francia, Spagna, Portogallo, Sicilia, Sardegna e Paesi Bassi, infatti fu particolarmente attiva la raccolta e il commercio del corallo rosso. Alassio partecipò alla battaglia di Lepanto del 1571 con un'intera flotta navale e nel 1625 entrò in possesso dei Savoia, ma fu riconquistata dalla repubblica genovese. Nel 1797 Napoleone Bonaparte occupò il comune durante la campagna d'Italia e inglobò il territorio nella nuova Repubblica Ligure annessa al Primo Impero francese. La città nel 1815 entrò a far parte del Regno di Sardegna e dal 1861 del Regno d'Italia, poi divenne un importante centro turistica, con Portofino e Sanremo. Simbolo della sua storia è Muretto di Alassio, che si trova in corso Dante Alighieri di fronte allo storico Caffè Roma, ideato dal proprietario del locale Mario Berrino in collaborazione con Ernest Hemingway. Berrino aveva l’abitudine di raccogliere gli autografi degli esponenti del jet-set in vacanza ad Alassio, e vedere il muretto davanti al suo locale così spoglio e poco curato gli fece venire in mente un’idea, mentre Hemingway lo aiutò a riportare le firme raccolte sul suo libro degli autografi su piastrelle in ceramica colorata, ciascuna utilizzata come decorazione. L’attività di decorazione del muretto durò a lungo, e oggi ci sono circa mille firme sulle sue piastrelle, che rendono il Muretto di Alassio un grandioso monumento a cielo aperto. Tra le firme ci sono cantanti come Adriano Celentano, Antonello Venditti, Claudio Villa, Fabrizio De André, Domenico Modugno e Louis Armstrong, attori e registi del calibro di Carlo Verdone, Dario Fo e Woody Allen, del mondo dello sport come Adriano Panatta, Alberto Tomba, Christian Panucci e Fausto Coppi e dei grandi poeti e scrittori che nel tempo sono passati da Alassio come il poeta francese Jacques Prévert e l’italiano Salvatore Quasimodo. Il Muretto di Alassio si è anche arricchito anche di altri elementi, come la statua in ferro dei due innamorati che simboleggia l’amore. Read the full article
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Escursione nel Parco Regionale di Portofino, partenza da Camogli prima tappa : San Rocco...fino a Santa Margherita Ligure, 9,6 km (presso Parco naturale regionale di Portofino) https://www.instagram.com/p/CoTxVh0qOTs/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Portofino dal castello Liguria Italian Riviera da Hotel Lucciola
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“ Lei non sapeva parlare italiano, e lo capiva poco. Noi facevamo confusioni in francese, ma quando il nostro amico anfitrione e interprete le presentò un redattore dell'«Unità», la ragazza fece un gesto di nobile sconforto. Come giornalista americana aveva ordine di non parlare nel modo più assoluto con comunisti. La piazzetta di Portofino era piena di macchine, di gente scamiciata, di barche in secco e tavolini di caffè. Ragazzi vendevano carissime collane fatte di nocciole infilate. Tra il nostro storico e la giornalista era cominciata una discussione accanita sulla libertà, a base di «mon dieu» e «m'en fout». Lo storico finì per abbandonare il problema e propose un bagno. Ma siccome per vedere un poco d'acqua bisognava prendere una barca e fare chilometri di remo fino al largo, la proposta cadde subito. La giornalista americana era entusiasta di trovarsi in mezzo ad intellettuali italiani e come io, per sbollirla un po', cercai di spiegarle che il popolo italiano si divide in scrittori e analfabeti, subito tirò fuori un biglietto da visita e felice ed orgogliosa me ne fece omaggio. A colazione tutti bevvero e mangiarono moltissimo, anche la donna bionda, che da ormai nove mesi era in Italia e perciò pescava i gamberetti con le dita nel piatto e beveva dai bicchieri altrui dicendo «sorry» e ridendo moltissimo. Il motivo dell'incontro e della visita era andato completamente perso e nessuno di noi conosceva ormai le ragioni che l'avevano portata a Portofino. Al caffè successe qualcosa di ibrido, ma solo pochi lo capimmo bene. Poi si andò nel giardino del castello dove la giornalista abitava. C'erano sentieri con meravigliose ortensie viola ed azzurre. Dall'alto si vedeva la stradetta del paese con gente che andava su e giù facendo il chilo, le camicie di fuori e le macchine fotografiche a tracolla. Il cielo era scuro e il mare senza richiami. Passeggiammo a lungo tra le ortensie, chiedendo invano alla donna spiegazioni su McCarthy. Lei rideva e si diceva felice e ubriaca. Poi ci lasciò. E dopo un poco notammo anche l'assenza del nostro anfitrione. Tutti gli amici rimasero sdegnati e delusi quando, partiti alla sua ricerca, lo sorpresero tra i cespugli di ortensie con la cravatta in disordine e il sorriso falso. La giornalista americana si imbellettò subito, ricomponendosi, per accompagnarci fino alla piazzetta gremita di macchine, dove poliziotti venuti da Genova, con la paletta bianca e rossa infilata nel gambale, smistavano il traffico, con bruschi gesti e grida. “
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Brano tratto dal racconto Tre incontri pubblicato il 28 luglio 1953 sul settimanale Il Mondo, quindi raccolto in:
Giovanni Arpino, Storie dell'Italia minore, Mondadori (collana Oscar Originals), 1990; pp. 38-39.
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