#fine di un rapporto
Explore tagged Tumblr posts
Text
Ieri ho trovato il coraggio di lasciarti andare per sempre
Ieri ti ho detto addio
Ieri è iniziata la mia rinascita tra il dolore infinito che sento dentro il vuoto di te che già non sei più parte della mia vita, delle mie giornate, della mia quotidianità
Ci siamo lasciati dandoci per l'ultima volta tutto il bene che ci siamo sempre promessi fin dal primo giorno e ora posso dire fino all'ultimo istante
Ci siamo lasciati senza odio alcuno, augurandoci il meglio l'uno per l'altro. Tu lo hai detto a chiare lettere augurandomi la felicità che merito e lì ho iniziato a temere di aver perso per sempre l'unica persona che davvero mi conosce profondamente ma era troppo difficile continuare, stava diventando un'amicizia distruttiva perché io non riesco a reprimere le mie emozioni, non riesco a smettere di immaginarti al mio fianco ogni momento e tu invece sì eri capace di tenere ben distinta la realtà dalla chat, da una vicinanza solo virtuale e questo sentivo che ci stava allontanando ogni giorno di più e sapevo che entro la fine di quest'anno tutto sarebbe finito, avrei voluto resistere ancora, stringere i denti ancora un poco il tempo per poter vivere insieme ancora un paio di tappe e traguardi importanti come la tua laurea, come la pubblicazione dei nostri libri, come la mia patente e l'inizio dei nostri lavori e invece ieri sera ci siamo salutati per l'ultima volta tra le lacrime più sincere
Ieri sera ho letto per l'ultima volta il tuo nome in chat proprio mentre stavo per sedermi sugli spalti di quel concerto che tu sai aspettavo da tanto tempo, quello della mia cantante preferita che ha scritto ogni canzone come la playlist della mia vita oltre che della sua, ho letto velocemente le tue ultime frasi che sono incise sul mio cuore, ti ho detto per l'ultima volta ciao, ho chiuso per sempre quella chat, ho chiuso per sempre ogni contatto con te, mi sono seduta tremavo ancora subito dopo si sono spente le luci ed è iniziato il concerto, ogni frase era una pugnalata ma nonostante ciò mi costringevo a cantare a buttare attraverso quelle parole tutto il dolore interiore, a urlarle quelle frasi e poi proprio tra le prime canzoni inaspettatamente c'è stata "frasi a metà" e lì ho sentito come se la Pausini sapesse che dovevo sentire una conferma di aver fatto la cosa giusta al momento giusto e lo ha fatto me l'ha confermato con quella frase "non c'era posto migliore" e forse è davvero così non c'era posto migliore perché questo mi ricorda quanto non poteva funzionare tra noi, tu in un posto così non ci avresti mai messo piede mentre io mi sento viva in quella confusione, se la Pausini ha fatto la playlist della mia vita non c'era davvero posto migliore per iniziare a rinascere a riprendere in mano la mia vita lasciandoti andare per sempre. Dopo un'ora buona ha cantato "come se non fosse stato mai amore" lì ho pianto e ho cantato con la voce spezzata e ho pianto ancora, sentivo di starti dicendo ancora una volta addio ancora più forte "ieri ho capito che è da oggi che comincio senza te", "ma adesso è troppo presto", "e vorrei fuggire via, e vorrei nascondermi ma resto ancora così senza parlare senza dirti non te ne andare".
È la fine di un capitolo intenso davvero ma se voglio tornare a vivere devo andare avanti da sola senza te e lo faccio per me, volto pagina ora torno a vivere per me
#pensieri per la testa#persa tra i miei pensieri#addio#pensieri#laura pausini#concerto#amicizia#fine di un rapporto#fine di un amicizia#fine di un amore#vivere#vita#frasi vita#ti ho lasciato andare#ti auguro il meglio#buona vita#dolore#ricomincio da me#sono la mia priorità#canzone#canzoni#testo canzone#emozioni#emozionante#lacrime#tristezza#vuoto#paura#fotografia#foto
23 notes
·
View notes
Text
E sì, mi manca ancora. Per quanto incomprensibile possa essere, sento ancora la sua mancanza. La sento soprattutto in questo tipo di situazione, quando esco, quando mi siedo in un ristorante con qualcuno, quando viene un po’ di sole dopo che ha piovuto, quando la gente intorno parla del più e del meno, quando la normalità incalza. E’ soprattutto in quei momenti che mi domando cosa ci faccio lì. Perché rimango. Perché non me ne vado. E perché quello che mangio non sa di niente. E perché delle cose che mi dicono gli amici, cose per le quali dovrei provare un qualche interesse, non m’importi assolutamente nulla. E risponda per pura cortesia, sperando che se la bevano e pensando che se pure non se la bevono fa lo stesso. E perché quando mi sembra di cominciare a rilassarmi, finalmente, vengo subito assalito dal solito stormo di piccoli ricordi felici che vuole portarmi via da dove sto. E perché mi sembra di aver lasciato la vita da qualche parte. Ma dove? Fanculo, va’.
#pag71#Diego De Silva#Sono contrario alle emozioni#diego de silva#scrittori italiani#narrativa italiana#citazione#citazioni#citazioni libri#citazione libro#mancanza#fine di un rapporto#libri#narrativa
1 note
·
View note
Text
sono gli ultimi giorni di lezione in università e stavo pensando al fatto che fra un anno saranno gli ultimi giorni per davvero cioè le mie ultime lezioni in università, gli ultimi momenti che vivrò lì per poi uscire dal "sistema scolastico" dopo anni
sinceramente sono già in ansia e ho paura del futuro perché so che uscire da questo sistema, dover creare in un certo senso una nuova routine basata sul mio futuro lavoro, saper di non avere più delle scansioni (tipo le lezioni che iniziano a ottobre, le vacanze natalizie, la sessione,...) ecco tutto questo credo non sarà facile, ovviamente lo dovrò fare ma mi spaventa
#pensavo che avrei affrontato la magistrale in solitudine e invece ho trovato delle persone simpatiche e con una ho abbastanza legato ma ho-#-paura che perderemo il rapporto dopo la fine del percorso per la distanza gli impegni ecc#l'università sta passando così in fretta che nemmeno me ne sono accorta#ed è un peccato che non abbia potuto vivere la triennale infatti ci tenevo a frequentare questo primo anno di magistrale proprio per -#- vivere al 100% la vita universitaria dato che l'anno prossimo avrò anche il tirocinio e facendo da pendolare non so quanto riuscirò a -#- frequentare 😔#se siete o siete statə in questa situazione e avete consigli vi prego ditemeli (se vi va obv)
4 notes
·
View notes
Text
Questo rewatch della prima stagione mi sta facendo ricordare quanto mi stiano sul cazzo l'interpretazione più comune di certe cose e l'atteggiamento di una marea fan >_>
#side eye#mytext#animanga#salty#+ allucinante come la maggior parte del fandom generalmente faccia passare reimob come l'origine di tutti i mali#quando i motivi per i quali questi personaggi interagiscono in primo luogo sono ALLA MEGLIO discutibili#''va bene che Coso1 avvicini Coso2 perché comunque è un adulto responsabile e gli vuole bene e alla fine è andato tutto bene#ma non osate farvi piacere la ship!!!'' <- riferito a un tizio che abbindola e mente costantemente a un ragazzino per avvicinarlo a sé#con il fine di sfruttarlo e che si impegna a farlo rimanere sotto la sua influenza#ora lungi da me dettar giudizio ma permetti che ci rimanga un attimo a vedere la gente stupirsi/indignarsi#''ma sì. tutto normale qui. sono una found family :))). ehhh però se a qualcuno piace la ship c'è un problema'' >_> bah#io capisco che a prescindere possa essere uno squick ecc vista la differenza di età e appunto l'Età dei personaggi#ma le basi del loro rapporto inizialmente sono quelle eh >_>#A/W. once i'm done with the whole rewatch i'll do the equivalent of firing shots to keep the rent down ie reblog lots of fanart of them <3#like i Prefer intense & pursuer M x guilt ridden & cringefail R but I Get where the more evil dynamic enjoyers are coming from#and we're all hated anyway so aisjxiciv#mob psycho 100
1 note
·
View note
Text
trovo sia surreale come una minima incomprensione possa essere la causa della fine di un rapporto.
non si è più disposti a scendere a compromessi, a rimanere e a fare sacrifici per avere una persona nella propria vita. alla prima occasione si fugge e basta.
pretendete di essere amati, ma voi sapete amare?
53 notes
·
View notes
Text
Nell’ultimo anno ho mandato affanculo qualche persona. Prima di tutto due dietologi da cui ero andata per perdere qualche chilo. Purtroppo tre anni fa ho dovuto iniziare a prendere un farmaco che è anche anabolizzante,così nel giro di 15 giorni ho messo cinque chili pur seguendo una dieta ipocalorica e bilanciata. Questi due medici non solo non sono riusciti a farmi perdere peso,ma con le loro diete sbagliate hanno peggiorato le mie patologie. Ora sto andando da una nutrizionista giovane,seria e onesta e finalmente,anche se molto lentamente,comincio a perdere peso e le mie condizioni di salute sono migliorate. Poi,lo scorso novembre,ho mandato affanculo la mia parrucchiera,da cui andavo da circa 17 anni e con cui avevo un rapporto amichevole. Nell’ultimo anno era molto scorbutica perché voleva che facessi il colore e il taglio che piacevano a lei e non approvava le mie scelte.Alla fine mi sono fatta convincere a tagliare i capelli come diceva lei,ma me li ha tagliati troppo corti e stavo malissimo. Ho fatto mesi a disagio quando uscivo di casa. Ora vado da un altro parrucchiere che ha tinte ottime,é molto bravo e tratta le clienti come regine.
Quindi,visto che mandare affanculo quelle persone,mi ha migliorato notevolmente la vita,sto già pensando a chi può essere il prossimo da mandare affanculo 🤣🤣
64 notes
·
View notes
Text
A prescindere dalla relazione sentimentale, io ho anche perso un amico. Ci supportavamo a vicenda, ci incoraggiavamo perché avevamo più o meno percorsi paralleli: università, attività artistiche, obbiettivi simili.
Abbiamo percorso un tratto di vita insieme e al momento non ho ancora trovato nessuno con cui io abbia stretto un legame così speciale.
Oggi mi sento sola. Quando prendo un bel voto ad un esame o mi capita una bella occasione io non posso più raccontarglielo. Io non sono più lì per lui ad incoraggiarlo o semplicemente ascoltarlo quando mi racconta quali sono i suoi programmi della giornata.
Non ho perso solo un ragazzo ma anche un migliore amico.
Ecco perché per me è davvero difficile superare la fine di una storia. Mi lego tanto a qualcuno soprattutto quando si crea un rapporto così profondo.
Mi sento così sola adesso.
Ecco, sto di nuovo piangendo.
26 notes
·
View notes
Text
comunque è folle che io nemmeno due settimane fa ho iniziato questo percorso alimentare per migliorare il mio rapporto (pessimo) col cibo e il fatto che stia mangiando tante cose nuove e diverse, che onestamente pensavo mi avrebbero fatto schifo e invece, incredibilmente, mi stanno piacendo (e sto superando anche il mio problema con le consistenze), mi sta facendo riflettere tantissimo sulla mia vita e sul fatto che magari in tutti questi anni ho evitato di fare cose che pensavo non mi interessassero ma che magari se le facessi potrebbero piacermi, questa cosa mi devasta, io pensavo che il 2024 fosse stato un anno inutile, ma mi sto rendendo conto che invece dalla fine della mia precedente relazione, passando per il lavoro, la maggiore consapevolezza di me, ora questo, sto cazzo di anno altro che inutile, questo è l’anno in cui sto aprendo totalmente la mia mente porca puttana
20 notes
·
View notes
Text
La scorsa settimana è uscito il rapporto della commissione di esperti voluta dal governo Meloni per valutare il Reddito Di Cittadinanza, guidata da Natale Forlani, diretta emanazione della ministra del lavoro, una delle più accanite oppositrici della riforma. Che ovviamente conferma quello che associazioni, studiosi ripetono da mesi. E che ora dice anche lo stesso governo, che per ferocia sociale e odio per i poveri, ha cancellato la misura. E smentisce tutte le balle raccontate in questi anni. La prima: divanisti, fannulloni, alimentata anche da pezzi di sinistra. Per il rapporto i cosiddetti occupabili sono solo il 2,3%. Il 30% già lavorava e aveva il sussidio per integrare stipendi troppo bassi, il restante è a elevata difficoltà di inserimento o reinserimento. Cioè, in sostanza inoccupabili. E’ la menzogna architrave usata per cancellarlo, ed è assai grave, visto che la misura ha tolto dalla povertà assoluta ogni anno quasi mezzo milione di famiglie, oltre un milione di persone, dato che coincide con quello di istat e altri studi. Insomma, per ragioni ideologiche si è cancellata la più efficace misura contro la povertà del dopoguerra, che ha contribuito a ridurre dello 0,8% l’indice delle disuguaglianze e dell’1,8% il rischio di povertà. Il report conferma che semmai, il problema del sussidio era un altro: ha raggiunto solo il 38% di chi ne avrebbe avuto bisogno. Perché i paletti su reddito e patrimonio erano troppo stretti, penalizzando anziani, famiglie numerose, stranieri, lavoratori poveri. Dalla relazione mancano i dati sull’efficacia delle misure di inserimento al lavoro. L’Inapp stimava nel 27% i percettori che avevano trovato occupazione: dato altissimo, tasso triplo che tra i disoccupati totali. La relazione “dimentica” invece di dire se e come stiano funzionando le misure sostitutive introdotte dal governo. Non è difficile dedurlo, visto che i paletti sono ancora più stretti. Infatti Istat nell’ultimo rapporto sulla povertà, indicava una risalita con la fine del sussidio, la cui cancellazione resta una delle pagine più vergognose e crudeli della politica italiana. Ultima questione: i "furbetti del reddito". Anche sulle presunte truffe è stata montata una narrazione di disinformazione. Puntualmente smentita. le decine di migliaia di denunciati per false dichiarazioni sono stati quasi tutti assolti perché i tribunali, se non in rarissimi casi, non hanno riconosciuto l’intenzione di ingannare lo stato. Rileva la GdF, su oltre 50000 denunce in 4 anni, le condanne si contano su una mano. i giudici non hanno ritenuto dolose le richieste di persone in stato di necessità. Da Nord a Sud, una caccia alle streghe fomentata dalla politica costata milioni di euro. Per dare una proporzione: secondo la GdF le frodi (o presunte tali) sono state circa lo 0,01% dei fondi erogati, lo 0,008 delle frodi complessive allo stato al netto dell'evasione fiscale. Detto con gentilezza: se avete creduto anche solo per un minuto che il RDC fosse destinato ai “divanisti”, ai “fannulloni”, nonostante ogni dato e studio dicesse il contrario, e se per questo avete contribuito a quella campagna di falsi e odio, beh, concludete voi. Massimo Alberti, X
23 notes
·
View notes
Text
(episodi biblici: Giuda si unisce carnalmente con Tamar, sua nuora)
Genesi 38, 6; da una storia vera. Giuda, figlio di Giacobbe, figlio di Isacco, figlio di Abramo, dà in sposa la bella Tamar a suo figlio Er, ma Er si rende odioso agli occhi del Signore e il Signore lo fa morire. A questo punto, per la legge del levirato (tutto attaccato), Giuda consegna Tamar al secondogenito Onan, affinché egli abbia un figlio legittimo con lei, che verrà considerato a tutti gli effetti figlio di Er, in sua assenza.
Allora Giuda disse a Onan: "Va' con la moglie di tuo fratello, compi verso di lei il dovere di cognato e assicura così una posterità a tuo fratello".
Ma Onan, sapendo che la prole non sarebbe stata considerata come sua, disperde per terra il seme alla fine di ogni rapporto.
Ma Onan sapeva che la prole non sarebbe stata considerata come sua; ogni volta che si univa alla moglie del fratello, disperdeva il seme per terra, per non dare un discendente al fratello.
Ciò che egli fa è male per il Signore e il Signore lo fa morire (sentenza immediata di morte per non aver proceduto a inseminare la cognata). Giuda a questo punto si fa due conti: avanti così e non mi resteranno più figli, meglio far ritornare Tamar dal padre, a Tinma, giusto per precauzione. Passa il tempo e, dopo un grave lutto in famiglia, Giuda si reca a Timna per far tosare le pecore. Tamar viene avvertita: "Guarda che sta arrivando tuo suocero". A questo punto Tamar, visto che il figlio superstite di Giuda, seppur cresciuto e nel pieno delle sue capacità riproduttive, non le era stato concesso per inseminarla e garantirle così il giusto diritto di darle una prole, s'inventa uno stratagemma:
Allora Tamar si tolse gli abiti vedovili, si coprì con il velo e se lo avvolse intorno, poi si pose a sedere all'ingresso di Enàim, che è sulla strada per Timna.
Giuda vede la graziosa ragazza e la scambia per una prostituta:
Quando Giuda la vide, la prese per una prostituta, perché essa si era coperta la faccia. Egli si diresse su quella strada verso di lei e disse: "Lascia che io venga con te!". Non sapeva infatti che era sua nuora. "Lascia che io venga con te!". Tamar risponde: "va bene, ma in cambio che cosa mi dai?". "Un capretto," dice Giuda. "Va bene," dice Tamar, "ma lasciami almeno una caparra". "Va bene," dice Giuda, "cosa vuoi?". "Il tuo sigillo, il tuo cordone e il bastone che hai in mano" dice Tamar. Detto fatto: Giuda le consegna carta d'identità e codice fiscale e si unisce carnalmente alla nuora completamente ignaro della sua identità. Quando Giuda va per consegnarle il capretto, della bella prostituta si sono perse le trecce, per cui domanda in giro: "Avete per caso visto una prostituta?". "Quale prostituta?" Gli rispondono indignati gli abitanti del luogo, "Qui da noi non ci sono prostitute!". Giuda torna quindi a casa un po' perplesso, e senza documenti. Passano tre mesi e qualcuno viene a dire a Giuda che sua nuora si è prostituita ed è rimasta incinta. Indignato, Giuda tuona: "Sia tratta fuori dalla città e bruciata!". Allora Tamar, mentre viene condotta al rogo, dice:
"Io sono incinta dell'uomo a cui appartengono questi oggetti". E aggiunse: "Per favore, verifica di chi siano questo sigillo, questi cordoni e questo bastone".
Giuda li vede ed esclama: porco Giuda! Ma è giusto così, giusto così: non le ho dato il mio ultimo figlio e lei si è servita di me.
Tamar diede alla luce due gemelli: Zerach e Peres, antenati di Gesù, discendente di truffaldina - ma giusta, secondo legge - copula.
[L'incontro di Tamar e Giuda, Tintoretto]
18 notes
·
View notes
Text
A lock of the hair of Lucrezia Borgia in the Ambrosian Library in Milan, Italy
«Pinacoteca Ambrosiana, Milano.
In una piccola teca è conservato un tesoro.
Un garbuglio di sottili fili gialli che formano un intreccio ad anello verso l’estremità. Niente di che all'apparenza, forse solo una reliquia; e invece se vai a fondo scopri che dietro c'è un mondo. Una storia d'amore bellissima quanto proibita, tra un dotto umanista e una ragazza tormentata. Per viverla bisogna spostarci un po' più ad est, e tornare indietro nel tempo, tanti e tanti anni fa.
Ferrara 1502. Quel giorno, alla corte ducale, erano attesi giovani poeti e letterati.
Per il ragazzo era un'occasione d'oro. Poteva finalmente mettersi in mostra e farsi notare dalla duchessa. Se tutto fosse andato come sperava, avrebbe avuto anche l'occasione di entrare nella sua cerchia ristretta di letterati. Lei amava gli artisti, e ovviamente far parte del suo "circolo" era garanzia di fama e ricchezza. Così giunse il suo momento. Il ragazzo entrò in sala e la vide. Conosceva la duchessa solo per sentito dire, e che fosse molto bella lo sapeva già, gliel'avevano ripetuto un milione di volte. Quello che lo sbalordì e lo lasciò senza parole fu che fosse così bella. Il poeta ci mise un po' di tempo a presentarsi, letteralmente folgorato dal bagliore della giovane duchessa. I suoi capelli biondi splendevano, illuminati dai raggi del sole che filtravano dalle grandi vetrate del palazzo. Già quei capelli, come si può dimenticarli? Non ci riuscì, e continuò a pensare a lei anche le ore successive all'incontro. Anche i giorni dopo. Anche le settimane dopo.
La duchessa era il suo pensiero fisso. Si invaghì così tanto da giungere a cambiare la struttura della sua prima opera che stava per uscire in quel periodo. La modificò sulla base di quel suo nuovo invaghimento. Un uomo che apriva il suo cuore verso l'amore più sincero e appassionato. E quando l'opera, chiamata "Gli Asolani", uscì, il poeta ne regalò subito una copia alla duchessa, che rimase positivamente colpita. Cominciarono a frequentarsi sempre più spesso, i due innamorati clandestini, e intrapresero una relazione platonica ma appassionata.
Poi però arrivò la peste e il poeta fu costretto a scappare dalla città. Lei rimase. Non poteva la duchessa abbandonare il suo popolo decimato. E tanto platonicamente quanto si erano frequentati di persona, così iniziarono un rapporto epistolare a distanza fatto di bellissime lettere d'amore. Lui però aveva ancora quel pensiero fisso: i capelli di lei, e glielo scrisse. Alla fine lei non mancò di compiere un gesto fortemente simbolico: si tagliò una ciocca dei suoi amati capelli e la inviò insieme a una lettera. Quando lui la ricevette, la tenne stretta a se, e la volle conservare per sempre all'interno di uno scrigno, che ormai era il più prezioso di tutti i tesori che possedeva. Quello che conteneva le lettere d'amore della duchessa.
I due non si rividero mai più ma continuarono a scriversi ancora per sedici anni. Poi lei morì giovanissima e lui divenne Cardinale. Uomo di chiesa e personaggio di spicco dell'Umanesimo italiano, famoso ancora oggi con il nome di Pietro Bembo.
Come quella ciocca di capelli sia giunta a Milano, non lo sa nessuno. Ma forse un motivo c'è.
Se la guardi all’interno della piccola teca, noti che è ancora perfettamente conservata, liscia e fresca come se fosse stata appena recisa.
Ecco, pare che in alcune notti, se osservi bene attraverso le finestre della Pinacoteca Ambrosiana, scorgi un bagliore. Una luce intensa che proviene dalla stanza dove è conservata la bionda treccia. Dicono che sia proprio la duchessa, che arriva e legge le lettere del suo amato Pietro Bembo, non prima di aver pettinato la propria ciocca di capelli.
Poi se ne va, svanisce in un educato silenzio, ma felice perché si è sentita amata. Lei, la discussa e tormentata duchessa di Ferrara, Lucrezia Borgia»
Roberto Colombo
96 notes
·
View notes
Text
Se ci sono delle speranze per l'Europa stanno, come al solito, negli Stati Uniti. (...) la crisi europea è figlia e diretta conseguenza della crisi che stanno attraversando gli USA dai tempi di Obama e delle scellerate politiche inaugurate dal suo Dipartimento di Stato. Per noi quella crisi ha voluto dire Libia e guerra sotto casa. Per altri ha voluto dire molto peggio.
Meglio sarebbe stato se prima si fosse dovuto votare in USA e poi in Europa. Purtroppo(...) le scadenze sono invertite. Il rischio è la riedizione del rapporto Trump-UE tra il 2016 e il 2020, dove l’Europa è stato il luogo in cui la parte perdente delle elezioni USA del 2016 si è arroccata per fare opposizione a Trump e rilanciare, usando una figura spenta come Biden per tornare al potere. La speranza d’Europa è tutta lì. Temo un altro 2020 prima di allora.
Se (Draghi) gode ancora di un immutato prestigio dopo il “Volete la pace o i condizionatori accesi”, il “Chi non si vaccina muore e fa morire”, e dopo avere ideato le sanzioni che avrebbero dovuto piegare l’economia russa, è solo perché la “buona stampa” e i suoi disinteressati commentatori continuano a costruire la figura del Cromwell europeo. Non abbiamo avuto la pace; la Russia, oltre ad aver già vinto in Ucraina, non è mai stata meglio in termini economici, e noi siamo diventati un Continente senza energia, senza materie prime, e presto senza industria per scelte sbagliate di politica industriale fatte in Germania e a Bruxelles. Ha probabilmente gestito la storia dei contratti segreti di fornitura dei vaccini per tutta Europa, firmati non si sa bene da chi nell’interesse di chi. E guardi che questa non è questione di vaccini (ma) di contratti. (...)
Negli USA stanno facendo molto per fare luce sui vaccini.
È vero. E in Italia non se ne dà notizia. Ma guardi che, alla fine, dipenderà tutto dalla vittoria o meno di Trump in USA.
E poi?
Poi, se Trump vincerà, si aprirà il Vaso di Pandora. E la gente in Italia inizierà a leggere sui giornali quello che sa già per esperienza personale.
Che cosa intende dire?
Intendo dire che la gente impazzisce tutta assieme, ma si rinsavisce uno per uno. Se questo succederà, per molti, anche dalle nostre parti, sarà solo questione di tempo.
In caso contrario?
In caso contrario, le società europee entreranno nella “condizione di guerra” di cui parlava Bismarck, che, se non altro, aveva il pregio dell’onestà. Non sarà un’economia di guerra temporanea come si sussurra oggi con sussiego. Sarà una società diversa.
Alessandro Mangia, ordinario di diritto costituzionale nell’Università Cattolica di Milano, via https://www.ilsussidiario.net/news/scenario-ue-la-sorte-di-draghi-e-nostra-si-decide-negli-usa-a-novembre/2692362/
39 notes
·
View notes
Text
La mitezza consiste "nel lasciar essere l'altro quello che è". È il contrario della protervia e della prepotenza. Il mite non entra nel rapporto con gli altri con il proposito di gareggiare, di confliggere, e alla fine di vincere. Ma la mitezza non è remissività: mentre il remissivo rinuncia alla lotta per debolezza, per paura, per rassegnazione, il mite invece rifiuta la distruttiva gara della vita per un profondo distacco dai beni che accendono la cupidigia dei più, per mancanza di quella vanagloria che spinge gli uomini nella guerra di tutti contro tutti. Il mite non serba rancore, non è vendicativo, non ha astio verso chicchessia. Attraversa il fuoco senza bruciarsi, le tempeste dei sentimenti senza alterarsi, mantenendo la propria misura, la propria compostezza, la propria disponibilità. Ecco quel "potere su di sé" di cui abbiamo già sentito.
Il mite può essere configurato come l'anticipatore di un mondo migliore. Egli non pretende alcuna reciprocità: la mitezza è una disposizione verso gli altri che non ha bisogno di essere corrisposta per rivelarsi in tutta la sua portata. Amo le persone miti, perché sono quelle che rendono più abitabile questa “aiuola”, tanto da farmi pensare che la città ideale non sia quella fantastica e descritta sin nei più minuti particolari dagli utopisti, dove regna una giustizia tanto rigida e severa da diventare insopportabile, ma quella in cui la gentilezza dei costumi sia diventata una pratica universale.
- Norberto Bobbio
10 notes
·
View notes
Text
So tutte fighe su tinder, per esperienza personale sono uscito con 8 di esse, per curiosità, non avevo intenzione né di portarle a letto né di istaurare un rapporto di amicizia.
Lasciami stare il fatto che si ritoccano talmente bene le foto che da modelle che sembravano, poi erano tutt’altro ma poco importa del loro aspetto, volevo testare la loro mentalità.
E che vi devo dire?
Parlano tutto in codice “red flag”, “amo” e altri incomprensibili.
Per formulare un discorso occorreva partire dalle basi come a scuola.
Tanto che alla fine ho pensato che quello disperato non fossi solamente io.
#frasi#le migliori frasi#frasi italiane#frasi tumblr#pensieri#citazioni#tumblr italia#riflessioni#domande
23 notes
·
View notes
Text
L’idea che il sionismo sia un colonialismo di insediamento non è nuova. Gli studiosi palestinesi che negli anni ’60 lavoravano a Beirut nel Centro di Ricerca dell’OLP avevano già capito che quello che stavano affrontando in Palestina non era un progetto coloniale classico. Non inquadravano Israele solo come una colonia britannica o americana, ma lo consideravano un fenomeno che esisteva in altre parti del mondo, definito come colonialismo di insediamento. È interessante che per 20-30 anni la nozione di sionismo come colonialismo di insediamento sia scomparsa dal discorso politico e accademico. È tornata quando gli studiosi di altre parti del mondo, in particolare Sudafrica, Australia e Nord America, hanno concordato che il sionismo è un fenomeno simile al movimento degli europei che hanno creato gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia, la Nuova Zelanda e il Sudafrica. Questa idea ci aiuta a comprendere molto meglio la natura del progetto sionista in Palestina dalla fine del XIX secolo ad oggi, e ci dà un’idea di cosa aspettarci in futuro.
Credo che questa particolare idea degli anni ’90, che collegava in modo così chiaro le azioni dei coloni europei, soprattutto in luoghi come il Nord America e l’Australia, con le azioni dei coloni che arrivarono in Palestina alla fine del XIX secolo, abbia chiarito bene le intenzioni dei coloni ebrei che colonizzarono la Palestina e la natura della resistenza locale palestinese a quella colonizzazione. I coloni seguirono la logica più importante adottata dai movimenti coloniali di insediamento, ossia che per creare una comunità coloniale di successo al di fuori dell’Europa è necessario eliminare gli indigeni del Paese in cui ci si è stabiliti. Ciò significa che la resistenza indigena a questa logica è stata una lotta contro l’eliminazione e non solo di liberazione. Questo è importante quando si pensa all’operazione di Hamas e di altre operazioni di resistenza palestinese fin dal 1948.
Gli stessi coloni, come nel caso di molti europei che arrivarono in Nord America, America Centrale o Australia, erano rifugiati e vittime di persecuzioni. Alcuni di loro erano meno sfortunati e cercavano semplicemente una vita e delle opportunità migliori. Ma la maggior parte di loro erano emarginati in Europa e cercavano di creare un’Europa in un altro luogo, una nuova Europa, invece dell’Europa che non li voleva. Nella maggior parte dei casi, hanno scelto un luogo in cui viveva già qualcun altro, i nativi. Quindi il nucleo più importante tra loro era quello dei leader e ideologi che fornivano giustificazioni religiose e culturali per la colonizzazione della terra di qualcun altro. A questo si può aggiungere la necessità di affidarsi a un Impero per iniziare la colonizzazione e mantenerla, anche se all’epoca i coloni si ribellarono all’Impero che li aveva aiutati e chiesero e ottennero l’indipendenza, che in molti casi ottennero e poi rinnovarono l’alleanza con l’Impero. Il rapporto anglo-sionista che si è trasformato in un’alleanza anglo-israeliana è un esempio.
L’idea che si possa eliminare con la forza il popolo della terra che si vuole, è probabilmente più comprensibile – non giustificata – sullo sfondo dei secoli XVI, XVII e XVIII, perché andava di pari passo con la piena approvazione dell’imperialismo e del colonialismo. Era alimentato dalla comune disumanizzazione degli altri popoli non occidentali e non europei. Se si disumanizzano le persone, è più facile eliminarle. L’aspetto unico del sionismo come movimento coloniale di insediamento è che è apparso sulla scena internazionale in un momento in cui le persone di tutto il mondo avevano iniziato a ripensare il diritto di eliminare gli indigeni, di eliminare i nativi e quindi possiamo capire lo sforzo e l’energia investiti dai sionisti e successivamente dallo Stato di Israele nel cercare di coprire il vero obiettivo di un movimento coloniale di insediamento come il sionismo, che era l’eliminazione dei nativi.
Ma oggi a Gaza stanno eliminando la popolazione nativa davanti ai nostri occhi, quindi come mai hanno quasi rinunciato a 75 anni di tentativi di nascondere le loro politiche di eliminazione? Per capirlo, dobbiamo apprezzare la trasformazione della natura del sionismo in Palestina nel corso degli anni. (segue nel link)
molto interessante
35 notes
·
View notes
Text
Quando si smette di amare, in genere non si ha la pazienza di aspettare che finisca bene, si cerca la strada più breve, la rottura, la sofferenza. Invece ci vuole lo stesso impegno e la stessa intensità dell'inizio, bisogna superare gli egoismi, vivere questo momento con la stessa passione, far sentire alla persona lasciata tutto il bene che c'è stato: ci vuole amore per chiudere una storia. Aspettare un po' per non buttare via tutto ma recuperare quanto è possibile, ricreando un altro rapporto, un 'dopoamore', fatto di conoscenza e di complicità, qualcosa che può essere molto più forte dell'amicizia. Io sono così. Quando una storia è stata importante e finisce, io la pazienza la trovo, soprattutto se in quel momento sono più forte. Anche se ho tutti i motivi per dire 'cazzo, basta!', non butto via il bene che c' è stato, non alimento false speranze, ma cerco di creare le basi per un altro rapporto. Magari, se mi comportassi da stronzo, aiuterei l'altra ad odiarmi, si libererebbe prima. Ma io preferisco l'indifferenza all'odio. Se uno ti odia può farti male. Metti che ti odia uno come Hitler. E' meglio se gli sei indifferente, no? Io non voglio essere odiato e, potendo scegliere, preferisco soffrire meno, lasciare piuttosto che essere lasciato, avere il senso di colpa per l'altra che sta male piuttosto che stare male io. Certe volte, quando ne sei fuori, pensi 'com'era bello quando soffrivo', ma è una fesseria. Con la sofferenza ci guadagnano solo i cantautori che ci scrivono sopra i successi. Bisogna avere il coraggio della fine, piano piano, con dolcezza, senza fare male. Io ho vissuto la vita stando molto a guardare, non sapendo che fare, per timidezza, per i problemi fisici che ho avuto. Credo di avere acquistato un bagaglio maggiore, di avere rispetto, quasi un animo al femminile, dove pensavo che niente mi era dovuto, dove tutto andava creato, formato, senza arroganze, senza presunzioni, senza quei famosi fumogeni che nascondono la verità.
Massimo Troisi
35 notes
·
View notes