#feste di primavera
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Carnevale 2025: Casale Monferrato si prepara alla grande festa. Aperte le iscrizioni per la sfilata del 1° marzo
Un appuntamento imperdibile. Il Carnevale di Casale Monferrato, uno degli eventi più attesi della città, torna con la sua tradizionale sfilata per le vie del centro storico
Un appuntamento imperdibile. Il Carnevale di Casale Monferrato, uno degli eventi più attesi della città, torna con la sua tradizionale sfilata per le vie del centro storico. Sabato 1° marzo 2025, i festeggiamenti prenderanno il via con il ritrovo in Piazza Castello, davanti al Teatro Municipale, alle ore 14:00, e la partenza della parata alle ore 15:00. La manifestazione promette una giornata di…
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Ancora cadrà la pioggia
sui tuoi dolci selciati,
una pioggia leggera
come un alito o un passo.
Ancora la brezza e l'alba
fioriranno leggere
come sotto il tuo passo,
quando tu rientrerai.
Tra fiori e davanzali
i gatti lo sapranno.
Ci saranno altri giorni,
ci saranno altre voci.
Sorriderai da sola.
I gatti lo sapranno.
Udrai parole antiche,
parole stanche e vane
come i costumi smessi
delle feste di ieri.
Farai gesti anche tu.
Risponderai parole −
viso di primavera,
farai gesti anche tu.
I gatti lo sapranno,
viso di primavera;
e la pioggia leggera,
l'alba color giacinto,
che dilaniano il cuore
di chi piú non ti spera,
sono il triste sorriso
che sorridi da sola.
Ci saranno altri giorni,
altre voci e risvegli.
Soffriremo nell'alba,
viso di primavera.
Cesare Pavese, 10 aprile 1950
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Fiabe classiche
Rosabianca e Rosarossa o Biancaneve e Rossella.
C'era una volta una povera vedova madre di due belle bambine che aveva chiamato Rosabianca e Rosarossa come i due roseti che crescevano intorno alla loro casetta.
Le due sorelle si amavano moltissimo anche se di carattere erano molto diverse ,Biancaneve era più mite e Rosarossa era più vivace ma nonostante questo amavano passare del tempo insieme e non si separavano mai.
Alle due ragazze piaceva passare molto tempo nel bosco tra i fiori le farfalle e gli animali che non facevano loro nel male anzi al loro passaggio si ammansivano e facevano loro le feste .
Capitava spesso che a volte si trattenessero così tanto che si addormentavano nel bosco
Una mattina le due fanciulle si svegliarono sull'orlo di un precipizio e davanti a sé scorsero una figura eterea di donna con una veste luccicante (in alcune versioni e'un bambino )
La mamma disse loro che sicuramente era un angelo che le aveva protette.
Arrivò l'inverno ma nella casetta di Rosabianca a e Rosarossa benché umile era pulitissima e accogliente e non mancava niente,legna cibo ,ma soprattutto tanto amore.
La sera si mettevano davanti al camino e la mamma leggeva loro un bel libro e a farle compagnia avevano anche un capretto e un uccellino.
Una sera venne a bussare alla porta un grosso orso,all'inizio ci fu un vero spavento il capretto cominciò a belare ,l'uccellino si nascose e le due ragazze si camuffarono dietro la veste della madre.
Ma l'orso disse loro che voleva solo scaldarsi perché fuori faceva tanto freddo e poi se ne sarebbe andato .
La madre lo fece entrare e lo fece accomodare davanti al camino e Rosarossa e Rosabianca gli tolsero la neve dal pelo;poi cominciarono a giocare con lui e così passò la notte
Così tutte le sere l'orso si presentava si scaldava e giocava con loro poi diceva loro una frase "per favore non vi maritate mai".
Arrivò di nuovo la primavera e l'orso disse alle due sorelle che non sarebbe più venuto la sera a trovarle poiché doveva proteggere i suoi averi dai nani che con la primavera uscivano da sottoterra e rubavano tutto quello che trovavano.
Una sera le sorelle erano nel bosco a fare legna quando scorsero un nano a cui era rimasta impigliata la barba dentro un tronco.
Così Rosarossa dopo tanto tirare decise di tagliare la barba del nano con un paio di forbici per liberarlo.
Il nano invece di ringraziare prese un sacco di gemme preziose che stava sotto l'albero e se ne andò imprecando senza ringraziare
Un pò di tempo dopo le ragazze si recarono a pescare quando videro il solito nano che urlava poiché un pesce lo trascinava perché era rimasto impigliato alla lenza
Così le due sorelle tagliarono un altro pezzo di barba al nano per liberarlo ma lui ancora ingrato se ne andò brontolando senza aver preso prima un grosso sacco pieno di perle.
Un pò di tempo dopo incontrarono di nuovo il nano che era stato catturato da un aquila e lo liberarono dai suoi artigli e il nano come al solito invece di ringraziare se ne andò lamentandosi della giacca lacerata ,poi si caricò sulle spalle un sacco di monete d'oro e se ne andò.
Sulla strada del ritorno Rosabianca e Rosarossa videro il nano spargere tutti i suoi averi sul prato,quando fu attaccato da un grosso orso.
Il nano pregava l'orso di risparmiarlo e di mangiare le due ragazze al posto suo .
Ma l'orso non lo ascoltò e gli dette una grossa zampata.
Le due sorelle stavano per fuggire terrorizzate quando l'orso le chiamò e fu così che riconobbero la voce dell'amico,che improvvisamente si tramutò in un bel giovane vestito d'oro.
Il ragazzo spiegò loro che era il figlio del re ma che il nano che aveva appena sconfitto gli aveva fatto un incantesimo per rubargli tutti i suoi averi costringendolo a vagare nei boschi sotto forma di orso.
Cosi Rosabianca dopo un pò sposò il principe e Rosarossa il fratello ,la madre andò a vivere a palazzo con loro e vissero felici ancora per molti anno
Fratelli Grimm
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Padronanza e Linguaggio
La campagna di trasformazione dei miei pomodori e pomodorini quest'anno, complice la variabile meteorologica (inverno mite, primavera anticipata) è partita esattamente 40 giorni prima del 2023. Lo scrivo perchè mi ha un po' impedito di dedicarmi appieno al blog, soprattutto riguardo le mie ultime letture.
Vorrei segnalarvi, en passant, due libri tra le ultime letture: uno, magnifico, è la ristampa con nuova traduzione di un romanzo, Qui Il Sentiero Si Perde di Peskè Marty, che Adelphi ha pubblicato di recente: il nome dell'autore è uno pseudonimo di una coppia di scrittori francesi, Antoinette Peské e il marito Pierre Marie André Marty. Scritto negli anni '50, ambientato tra la Mongolia e la Siberia, il romanzo racconta le avventure leggendarie dello zar Alessandro I, vincitore di Napoleone, che nel 1825 avrebbe messo in scena la sua morte. Una diceria, quella della fuga dello zar e delle sue successive metamorfosi, che aveva intrigato anche Tolstoj, il quale vi dedicò un racconto (Memorie Postume dello Starets Fëdor Kuzmìč).
L'altra segnalazione è un piccolo saggio scritto da uno dei massimi esperti di Storia Della Musica Classica, Giorgio Pestelli, che ne Il Genio di Beethoven (Donzelli) percorre, attraverso l'analisi non solo tecnica ma anche emozionale, delle nove leggendarie sinfonie del maestro, un ritratto unico e profondo del grande compositore.
Ma approfitto per parlarvi anche dell'ultima, stranissima ma indimenticabile lettura che è questo libro:
Adam Thirlwell fa parte dell'ultima generazione di scrittori britannici, e per due volte è stato inserito nella Lista dei Migliori Autori Emergenti dalla prestigiosa rivista Granta, le cui segnalazioni negli anni mi hanno sempre fatto conoscere autori niente male (Tibor Fisher o Scarlett Thomas, i primi nomi che mi vengono in mente). In Il Futuro Futuro (Feltrinelli) Thirlwell immagina un mondo distopico, dove succedono in maniera non lineare avvenimenti storici che somigliano moltissimo a quelli avvenuti negli anni appena precedenti la Rivoluzione Francese. Qui Celine, Marta e Julia sono tre giovanissime ragazze che, in maniera misteriosa, sono vittima di anonimi pamphlet dove vengono descritte con pruriginosa minuzia di particolari le abitudini sessuali delle nostre giovani protagoniste. Celine, Marta e Julia si confrontano quindi con un problema: come si gestisce il rapporto tra linguaggio, arte e potere? e tra potere e genere? Per controbattere, hanno un'idea geniale: organizzano delle feste, a cui piano piano partecipano intellettuali, scrittori, impresari teatrali, miliardari, persino una potentissima Antoniette (che sappiamo a chi si riferisca). Diventano il momento più importante delle sere cittadine. I libri anonimi scompaiono, le ragazze si faranno nuovi nemici ma soprattutto rimangono in Celine e le sue amiche dubbi profondi sui massimi sistemi, in primis sul grande e a tratti inestricabile problema del linguaggio:
Si poteva immaginare un mondo senza linguaggio, o che il linguaggio diventasse una cosa intima e diversa. Era come se nelle conversazioni vere arrivasse sempre il momento in cui emergeva una voce che non era quella di nessuna delle persone che stavano parlando, ma era la voce della conversazione stessa, e quando accadeva era come se si accendesse una piccola lampada, inondando di luce calda un angolino. Altri se lo immaginavano come un dio che si manifestava o parlava attraverso un'altra persona, ma Celine la vedeva diversamente. Era la voce della conversazione, pensava lei, che apparteneva a tutti e a nessuno […] (p. 67-8)
Celine, Marta e Julia hanno anche un problema con il potere dei maschi: sebbene vivano una sessualità libera, sono spesso vittime del potere che è legato ai maschi. Un potere legato ai soldi e al sesso, che Celine tenta spesso di scardinare:
-Come è che uno crede di sapere qualcosa di qualcun altro? disse Celine
-Una volta ci andavo a letto, disse Lorenzo.
-E questo che cazzo vuol dire? fece Celine. - Vuol forse dire che Julia ti conosce, solo perchè sa quanto ti piaceva leccarle il buco del culo?
Lorenzo rimase ancora in silenzio, un silenzio stavolta più greve. Visto? disse Celine. - Tutti odiano sentir parlare di sè. Panico Puro (208).
Celine avrà una figlia, Saratoga, viaggerà, verrà costretta dalla Rivoluzione a scappare via in America. Lì farà degli incontri particolari. Ritornerà, nel modo più strambo, a ricongiungersi con la figlia, cercando di capire cosa sia il futuro:
Ogni volta che si incontravano, gli scrittori non facevano che discutere ossessivamente del futuro, chi avrebbe avuto ancora un pubblico di lettori o come sarebbe stato il futuro - ma non si rendevano conto di quanto fosse limitato il loro modo di pensarlo, il futuro. II vero futuro, diceva Saratoga, non era ciò che sarebbe accaduto di lì a un mese o a un anno, ma il futuro futuro: alieno e incomunicabile. Ma loro non lo vedevano, perché non erano capaci di scatenare il pensiero (150).
Un libro che attraverso una trama fantasiosa, una scrittura asciutta ma implacabile, una serie di eventi di natura fantasiosa ma forse con salti troppo giganti, con pochissimi particolari sui personaggi che non siano le loro conversazioni o i loro pensieri, spazia dal saggio filosofico al fantasy, dalla semiotica al pulp, senza dimenticare i numerosi incontri delle nostre protagoniste non solo con alcuni grandi della Storia, ma persino extraterrestri (non vi anticipo nulla). Un libro strano, pazzo ma che scalda il cuore, non solo per la sua originalità, ma anche per i temi che affronta, tra cui l'amicizia, i rapporti di potere, la comunicazione. Che stuzzica ed estremizza:
Era uno dei problemi di vivere fra la gente - si pensava di sapere un sacco di cose sui propri amici, ma quasi sempre ci voleva una catastrofe perchè le persone si parlassero a cuore aperto. La natura umana era terribile (100-101).
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Per me, con dicembre, finisce la stagione più bella ed inizia la stagione più bella.
(S)Fortunatamente scandisco ancora il tempo con i miei ritmi lavorativi.
Dicembre fra ponti e festività di fine anno trascorre sempre molto velocemente. Sarà (anche) per il nostro stato d'animo in vista delle feste...
Dicembre inizia anche l'inverno, dando termine alla stagione per me più bella, quella dei colori, dei profumi, delle fuoco nel camino, dei sigari, del vino nuovo e delle castagne.
Dicembre (a metà) porta anche un poca di luce in più alle giornate.
Le temperature scendono, ma il clima diventa più secco, e l'aria profumata. Di quel profumo di primavera subito in arrivo, di cambio di anno, di nuovo che viene, di colorati germogli sotto al ghiaccio, di piedi nudi nell'acqua fredda, di risvegli.
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Gennaio
Gennaio:il mese più freddo dell’anno:Il mondo muta,la gente parte portando con sé il calore delle feste,delle tavolate in famiglie e delle quattro chiacchiere tra amici al bar.
Le emozioni oscillano come un pendolo tra la nostalgia dei ricordi lasciati sul fondo di un bicchiere e la irragionevole voglia del nuovo:la svolta, il cambiamento.
Io avevo bisogno di cambiare, avevo bisogno di un espediente che potesse schiarire il torbido dei mesi precedenti;sentivo origliare in me una piccola vocina “Vai Greta,è il momento, stravolgi i tuoi piani, datti una nuova possibilità!”,già,una nuova semplice e banale possibilità.
Ci siamo conosciuti casualmente:apparentemente non avevamo nulla in comune e mai avrei potuto immaginare che la tua sensibilità potesse essere così complementare alla mia.
I nostri incontri erano la prova scientifica che il tempo potesse fermarsi, mentre le nostre anime divagavano insieme nello spazio.
Parlavamo,parlavamo tanto, non c’era mai un minuto tacito.
Vivevo la primavera in pieno inverno:lì dove c’era terreno arido, vedevo un albero sbocciare mentre il nostro respiro si condensava sui finestrini della macchina.
La notte bramavo di sognarti per vederti ancora e ancora e ancora;non ne avevo mai abbastanza.
Non riesco a spiegarmi cosa fosse, non era amore, non era attrazione, non era un semplice piacere; eri l’origine di un flusso vitale etereo, colorato,creativo.
Iniziai a scrivere.
Parole su parole, strabordavo di versi, di rime e di te.
L’inchiostro diventò il sigillo del nostro rapporto, l’unico vettore direzionale di un qualcosa che ebbe fine prima che il sole potesse scaldarci.
Sapevo che saresti andato via, come Gennaio,Febbraio e tutti i mesi dell’anno,senza alcun preavviso,senza preparami al cambio di stagione.
Semplicemente una mattina mi svegliai e tu non c’eri più, avevi varcato il confine e con te sfiorirono le rose,le farfalle si trasformarono in bruchi e il Maestrale prese il sopravvento.
Rimasi sola con l’amaro in bocca a pungermi con le spine avanzate solo per sentirti ancora un po’.
Quante primavere saremo potuti essere io e te, invece, ci siamo dileguati nell’agonia e la paura dell’inverno.
Ti ho riposto gelosamente nel cassetto dei sogni ineluttabili e furtivamente,quando nessuno mi guarda,ci sbircio dentro così da udire il suono delle nostre risate, il calore dei nostri baci e il brusio dei nostri battiti.
Gennaio è un mese perfetto per ricominciare.
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Ancora cadrà la pioggia
sui tuoi dolci selciati,
una pioggia leggera
come un alito o un passo.
Ancora la brezza e l’alba
fioriranno leggere
come sotto il tuo passo,
quando tu rientrerai.
Tra fiori e davanzali
i gatti lo sapranno.
Ci saranno altri giorni,
ci saranno altre voci.
Sorriderai da sola.
I gatti lo sapranno.
Udrai parole antiche,
parole stanche e vane
come i costumi smessi
delle feste di ieri.
Farai gesti anche tu.
Risponderai parole −
viso di primavera,
farai gesti anche tu.
I gatti lo sapranno,
viso di primavera;
e la pioggia leggera,
l’alba color giacinto,
che dilaniano il cuore
di chi piú non ti spera,
sono il triste sorriso
che sorridi da sola.
Ci saranno altri giorni,
altre voci e risvegli.
Soffriremo nell’alba,
viso di primavera.
Cesare Pavese

poesia scelta da https://www.tumblr.com/pervincadelleforre
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Pasquetta al "Forte Acqui", appuntamento il 21 aprile, ecco il programma. Quartiere Cristo. Alessandria
Anche quest’anno torna l’appuntamento con PASQUETTA AL FORTE ACQUI, promossa dall’Associazione Attività e Commercio Quartiere Cristo, Associazione Alessandria Sud, Città di Alessandria e diverse associazioni del Territorio tra cui il Centro Incontro Cristo e L’associazione Terra di Pan. Lunedi 21 aprile dalle ore 9,00 alle ore 19,00 con ingresso da Via Casalcermelli .( per chi abita al Quartiere…
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L‘allevatore sardo ha dovuto passare oltre trent'anni della sua vita in prigione. Ricordiamocelo quando sentiremo in futuro i proclami giustizialisti sulla infallibilità di chi è chiamato a giudicare
Proviamo a immaginare anche solo alcune delle cose che uno come Beniamino Zuncheddu, carcerato per più di trent’anni, non può ricordare. Quanti tramonti fuori da quella prigione, quanti bocconi di formaggio masticati sotto il silenzio di un castagno, quante corone di luna sulle montagne nere, quante feste delle cicale nei pascoli gialli, quanti sguardi del cane pastore, quanti momenti fioriti dei ciliegi, quante ombre delle nuvole bianche sui prati della primavera, quanto vento sulle colline di ginestre, quanti respiri freddi in salita sulle mulattiere d’inverno. Tutte cose rubate per sempre. Tutte cose che un vecchio, imprigionato quando era giovane, non può ricordare perché una sentenza emessa in nome del popolo italiano gliele ha rubate.
D’accordo, il funzionario di polizia che avrebbe lavorato contro la legge per farlo condannare. D’accordo, il testimone che, qualche settimana dopo, si diceva certo di riconoscere in lui l’assassino che invece, giusto qualche settimana prima, diceva di non poter riconoscere in nessun modo perché aveva il volto coperto da una calza. D’accordo, l’accusa pubblica che aveva torto nel reclamarne la condanna e pervicacemente si metteva di traverso sulla via della revisione del processo.
D’accordo tutto. Ma, ricordando che sarebbe stata vissuta da un innocente quella vita rubata, non dimentichiamo questo: che è stato un giudice a condannare Beniamino Zuncheddu all’ergastolo. Non dimentichiamo che è in forza della sentenza di un giudice che Beniamino Zuncheddu è rimasto in carcere per più di trent’anni. Non dimentichiamo che è un giudice quello che ha dato ragione all’accusa che aveva torto e ha dato torto alla difesa che aveva ragione. Non dimentichiamo che è stato un giudice a rubargli la vita. Non dimentichiamo che è stata la giustizia di un giudice a fare ingiustizia.
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I gatti lo sapranno
Ancora cadrà la pioggia
sui tuoi dolci selciati,
una pioggia leggera
come un alito o un passo.
Ancora la brezza e l’alba
fioriranno leggere
come sotto il tuo passo,
quando tu rientrerai.
Tra fiori e davanzali
i gatti lo sapranno.
Ci saranno altri giorni,
ci saranno altre voci.
Sorriderai da sola.
I gatti lo sapranno.
Udrai parole antiche,
parole stanche e vane
come i costumi smessi
delle feste di ieri.
Farai gesti anche tu.
Risponderai parole −
viso di primavera,
farai gesti anche tu.
I gatti lo sapranno,
viso di primavera;
e la pioggia leggera,
l’alba color giacinto,
che dilaniano il cuore
di chi piú non ti spera,
sono il triste sorriso
che sorridi da sola.
Ci saranno altri giorni,
altre voci e risvegli.
Soffriremo nell’alba,
viso di primavera.
-Cesare Pavese
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*OGGI È PRIMAVERA !*
Oggi, *giovedì 20 marzo*, precisamente alle 10:01 (ora italiana), si è verificato l' *EQUINOZIO di primavera*.
Meglio sarebbe dire "di marzo" dato che per l'emisfero meridionale, questo giorno coincide, invece, con l'inizio dell'autunno.
Nel giorno di oggi i raggi del Sole colpiscono perpendicolarmente (a 90°) l'asse terrestre: il nostro astro a mezzodì si troverà "a picco" (zenit) sull' Equatore e la durata del dì sarà all'incirca uguale a quella della notte. La parola "equinozio" (da _equi-nox_) sta ad indicare, appunto, l’equivalenza (teorica) tra le 12 ore di luce e le 12 ore di buio che si hanno in questo giorno.
*Perchè il 20 e NON il 21 marzo?*
Nell’immaginario (dai ricordi scolastici) la primavera inizia il 21 marzo ma, da un po' di tempo (dal 2007), non è più così. Scherzi del calendario gregoriano in uso che tenta di conciliare la durata esatta del giorno (moto di rotazione della Terra su se stessa) con quella dell’anno (moto di rivoluzione intorno al Sole). Ci dovremo rassegnare perchè tornerà ad essere il *21 marzo* tra 77 anni, (nel 2102). Nel frattempo avremo degli equinozi anticipati al 19 marzo (per S. Giuseppe!) come, ad esempio, nel 2044.
*CURIOSITÀ*
Alla medesima ora di oggi scoccherà il nuovo anno per il calendario persiano che ha la caratteristica di iniziare con il verificarsi di un fenomeno naturale, l'Equinozio appunto.
Il capodanno è chiamato Nowruz (persiano: نوروز) e deriva dall'unione di due antiche parole persiane: _nava_ (nuovo) e _rezanh_ (giorno), anche nel moderno persiano ha mantenuto lo stesso significato _no_ (nuovo) e _rouz_ (giorno).
Oggi, in Iran e in molti paesi del Medio Oriente, si entra nell'anno 1404
*L' EQUINOZIO IN GIAPPONE* 🇯🇵
In Giappone ‘Higan’ è una settimana di festa osservata dalle scuole buddiste durante gli equinozi (settembre e marzo). Higan significa "l’altra sponda" e si riferisce agli spiriti dei morti che raggiungono il Nirvana. È un momento per ricordare i morti visitando, pulendo e decorando le loro tombe. Entrambi gli equinozi sono feste nazionali fin dal periodo Meiji (1868-1912).
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Equinozio di primavera 2025. Oggi il giorno e la notte si equivalgono Oggi, 20 marzo 2025, il Sole si allinea perfettamente con l’Equatore terrestre, segnando l’equinozio di primavera nell’emisfero boreale. È il momento in cui il giorno e la notte hanno quasi la stessa durata in tutto il mondo, un evento astronomico che segna l’inizio ufficiale della primavera. A partire da oggi, le giornate inizieranno ad allungarsi progressivamente nell’emisfero settentrionale, portando con sé temperature più miti e il risveglio della natura. Nell’emisfero australe, invece, il fenomeno segna l’inizio dell’autunno, con giornate sempre più corte. L’equinozio di primavera ha da sempre un forte valore simbolico e culturale. Molte civiltà antiche lo consideravano un momento sacro legato alla rinascita e alla fertilità. Ancora oggi, in diverse parti del mondo si celebrano rituali e festività per accogliere la nuova stagione. Dal punto di vista astronomico, l’equinozio si verifica perché l’asse terrestre non è perpendicolare al piano dell’orbita, ma inclinato di circa 23,5 gradi. Questo porta alla variazione delle stagioni e a due equinozi all’anno: quello di primavera a marzo e quello d’autunno a settembre. Da domani, il Sole continuerà la sua ascesa verso il Tropico del Cancro, culminando con il solstizio d’estate a giugno, quando le giornate saranno più lunghe dell’anno. Miti e riti dell’equinozio di primavera: il ciclo eterno della rinascita L’equinozio di primavera ha sempre avuto un ruolo centrale nelle culture di tutto il mondo. Il perfetto equilibrio tra luce e oscurità è stato interpretato come un simbolo di rinnovamento, fertilità e trasformazione. Da millenni, popoli e civiltà hanno celebrato questo momento con rituali, feste e credenze che ancora oggi lasciano tracce nelle tradizioni contemporanee. Dalle civiltà antiche ai giorni nostri: l’equinozio tra mito e simbolismo L’idea della rinascita legata all’equinozio affonda le radici nei racconti mitologici di molte culture. Gli Egizi, per esempio, vedevano in questo fenomeno il ritorno della dea Iside, legata alla fertilità e alla resurrezione di Osiride. I Greci associavano l’evento al mito di Persefone, la figlia di Demetra che, con l’arrivo della primavera, tornava dall’oltretomba per riportare la vita sulla terra. Nell’antica Mesopotamia, la festa di Akitu segnava il capodanno e la vittoria del dio Marduk sul caos primordiale, un atto che simboleggiava il rinnovamento del mondo. Allo stesso modo, i Celti celebravano Ostara, la dea della primavera, con rituali di semina e accensione di fuochi sacri per propiziare la crescita dei raccolti. Anche nelle culture precolombiane, il passaggio della primavera era un momento sacro. I Maya costruirono le piramidi di Chichén Itzá in modo che, durante l’equinozio, il sole creasse l’illusione di un serpente che scende lungo i gradini della piramide di Kukulkan. Questo evento rappresentava la discesa della divinità per portare fertilità alla terra. Il legame con la Pasqua e le festività moderne L’equinozio ha influenzato anche le festività religiose più recenti. Il cristianesimo ha ereditato simboli legati alla rinascita e alla fertilità, come l’uovo di Pasqua, che affonda le radici nei culti pagani della primavera. Non a caso, la data della Pasqua viene stabilita in base all’equinozio: si celebra la domenica successiva alla prima luna piena di primavera. Nelle culture orientali, la festività di Nowruz, il capodanno persiano, è una celebrazione dell’equinozio che risale a oltre 3000 anni fa. Ancora oggi, in Iran e in molte regioni dell’Asia Centrale, il passaggio alla nuova stagione viene accolto con banchetti, danze e riti di purificazione. In Giappone, lo Shunbun no Hi è il giorno in cui si onorano gli antenati e si visitano le tombe di famiglia, unendo il tema della rinascita a quello del rispetto per la continuità tra le generazioni. I riti della primavera: purificazione, fertilità e armonia Se molte celebrazioni moderne hanno perso il carattere mistico originario, i riti primaverili continuano a sopravvivere sotto diverse forme. Uno degli elementi più ricorrenti è l’acqua, simbolo di purificazione e rinnovamento. In molte culture antiche, come quella romana, si praticavano abluzioni rituali per eliminare le impurità accumulate durante l’inverno. Questa tradizione sopravvive nelle pulizie di primavera e nelle abluzioni religiose di varie fedi. Il fuoco è un altro elemento centrale. I falò accesi nelle campagne europee in epoca medievale per salutare la primavera erano eredi delle cerimonie celtiche e germaniche in onore della fertilità. Oggi, rituali simili si ritrovano nelle celebrazioni del Beltane celtico o nel festival di Holi in India, dove il fuoco e i colori simboleggiano la vittoria della luce sulle tenebre. Il concetto di semina si lega alla fertilità, sia in senso agricolo che simbolico. In epoca romana, i sacrifici a Cerere servivano a garantire un raccolto abbondante, mentre oggi molte culture mantengono usanze come la semina collettiva o la decorazione di uova come augurio di prosperità. Infine, il tema dell’equilibrio cosmico emerge in pratiche spirituali e filosofiche. Nell’induismo e nel taoismo, il momento dell’equinozio è considerato ideale per meditare e cercare armonia interiore, poiché rappresenta il perfetto bilanciamento tra yin e yang, luce e ombra. L’equinozio tra scienza e spiritualità: un ponte tra passato e futuro Se oggi l’equinozio è un fenomeno scientificamente spiegabile, il suo fascino simbolico resta intatto. Il fatto che il giorno e la notte siano perfettamente bilanciati continua a essere un potente promemoria del costante mutamento della vita e della ciclicità del tempo. Che si tratti di rituali arcaici o di semplici abitudini contemporanee, il passaggio alla primavera è un momento di rinascita, un’opportunità per rinnovare energie, sogni e speranze. In un mondo sempre più frenetico, forse il vero rito dell’equinozio è proprio quello di fermarsi un attimo, osservare il cielo e riconnettersi con il ritmo naturale della terra. Miti e riti dell’equinozio di primavera: il ciclo eterno della rinascita L’equinozio di primavera ha sempre avuto un ruolo centrale nelle culture di tutto il mondo. Il perfetto equilibrio tra luce e oscurità è stato interpretato come un simbolo di rinnovamento, fertilità e trasformazione. Da millenni, popoli e civiltà hanno celebrato questo momento con rituali, feste e credenze che ancora oggi lasciano tracce nelle tradizioni contemporanee. Dalle civiltà antiche ai giorni nostri: l’equinozio tra mito e simbolismo L’idea della rinascita legata all’equinozio affonda le radici nei racconti mitologici di molte culture. Gli Egizi, per esempio, vedevano in questo fenomeno il ritorno della dea Iside, legata alla fertilità e alla resurrezione di Osiride. I Greci associavano l’evento al mito di Persefone, la figlia di Demetra che, con l’arrivo della primavera, tornava dall’oltretomba per riportare la vita sulla terra. Nell’antica Mesopotamia, la festa di Akitu segnava il capodanno e la vittoria del dio Marduk sul caos primordiale, un atto che simboleggiava il rinnovamento del mondo. Allo stesso modo, i Celti celebravano Ostara, la dea della primavera, con rituali di semina e accensione di fuochi sacri per propiziare la crescita dei raccolti. Anche nelle culture precolombiane, il passaggio della primavera era un momento sacro. I Maya costruirono le piramidi di Chichén Itzá in modo che, durante l’equinozio, il sole creasse l’illusione di un serpente che scende lungo i gradini della piramide di Kukulkan. Questo evento rappresentava la discesa della divinità per portare fertilità alla terra. Il legame con la Pasqua e le festività moderne L’equinozio ha influenzato anche le festività religiose più recenti. Il cristianesimo ha ereditato simboli legati alla rinascita e alla fertilità, come l’uovo di Pasqua, che affonda le radici nei culti pagani della primavera. Non a caso, la data della Pasqua viene stabilita in base all’equinozio: si celebra la domenica successiva alla prima luna piena di primavera. Nelle culture orientali, la festività di Nowruz, il capodanno persiano, è una celebrazione dell’equinozio che risale a oltre 3000 anni fa. Ancora oggi, in Iran e in molte regioni dell’Asia Centrale, il passaggio alla nuova stagione viene accolto con banchetti, danze e riti di purificazione. In Giappone, lo Shunbun no Hi è il giorno in cui si onorano gli antenati e si visitano le tombe di famiglia, unendo il tema della rinascita a quello del rispetto per la continuità tra le generazioni. I riti della primavera: purificazione, fertilità e armonia Se molte celebrazioni moderne hanno perso il carattere mistico originario, i riti primaverili continuano a sopravvivere sotto diverse forme. Uno degli elementi più ricorrenti è l’acqua, simbolo di purificazione e rinnovamento. In molte culture antiche, come quella romana, si praticavano abluzioni rituali per eliminare le impurità accumulate durante l’inverno. Questa tradizione sopravvive nelle pulizie di primavera e nelle abluzioni religiose di varie fedi. Il fuoco è un altro elemento centrale. I falò accesi nelle campagne europee in epoca medievale per salutare la primavera erano eredi delle cerimonie celtiche e germaniche in onore della fertilità. Oggi, rituali simili si ritrovano nelle celebrazioni del Beltane celtico o nel festival di Holi in India, dove il fuoco e i colori simboleggiano la vittoria della luce sulle tenebre. Il concetto di semina si lega alla fertilità, sia in senso agricolo che simbolico. In epoca romana, i sacrifici a Cerere servivano a garantire un raccolto abbondante, mentre oggi molte culture mantengono usanze come la semina collettiva o la decorazione di uova come augurio di prosperità. Infine, il tema dell’equilibrio cosmico emerge in pratiche spirituali e filosofiche. Nell’induismo e nel taoismo, il momento dell’equinozio è considerato ideale per meditare e cercare armonia interiore, poiché rappresenta il perfetto bilanciamento tra yin e yang, luce e ombra. L’equinozio tra scienza e spiritualità: un ponte tra passato e futuro Se oggi l’equinozio è un fenomeno scientificamente spiegabile, il suo fascino simbolico resta intatto. Il fatto che il giorno e la notte siano perfettamente bilanciati continua a essere un potente promemoria del costante mutamento della vita e della ciclicità del tempo. Che si tratti di rituali arcaici o di semplici abitudini contemporanee, il passaggio alla primavera è un momento di rinascita, un’opportunità per rinnovare energie, sogni e speranze. In un mondo sempre più frenetico, forse il vero rito dell’equinozio è proprio quello di fermarsi un attimo, osservare il cielo e riconnettersi con il ritmo naturale della terra. Equinozio di primavera 2025: oggi il giorno e la notte si equivalgono Read the full article
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Pensieri e riflessioni sul Natale


Riflessioni, pensieri e provocazioni sul Natale Pensieri e riflessioni sul Natale, idee originali, meditazioni, divagazioni, critiche e speculazioni sul Natale e la natività a cura di aforismicelebri.com La celebrazione della nascita di Cristo, non fissata dalla tradizione a una data precisa, si afferma nella chiesa solo tardivamente, e in connessione, più che in contrapposizione, con feste pagane. Cristo, Sole di Giustizia, viene identificato con le antiche divinità solari. La tenebra è fugata, il sole rinasce nel buio della più lunga notte invernale. Sergio Quinzio Alcuni suggerimenti per un regalo di Natale. Al tuo nemico, perdono. Al tuo avversario, tolleranza. A un amico, il tuo cuore. A un cliente, il servizio. A tutti, la carità. A ogni bambino, un buon esempio. A te stesso, rispetto. Oren Arnold Per Natale, una sperduta tribù del Congo ha ricevuto dall'O.N.U. dei generi commestibili in dono, ma gli indigeni hanno protestato, perché avrebbero voluto anche qualche nuora. E magari pure due o tre nipoti di quelli teneri! Bilbo Baggins Caro, caro Natale, che hai il potere di ricondurci alle illusioni della fanciullezza, che ricordi al vecchio i piaceri della sua gioventù, che riconduci da mille miglia lontano il viaggiatore e il navigante al suo focolare, fra le pareti tranquille della sua casa! Charles Dickens Da sempre la festa è sacra e liberatoria; grazie alla religione talvolta l'uomo può riposare, infatti se non si credesse in qualcuno forse dovremmo lavorare tutti i giorni. Io osservo con gioia tutte le feste, in questo senso sono profondamente religioso. Il Natale ovviamente è quella che preferisco, la Pasqua è già meno importante, e lo dimostra il fatto che anche i giorni di riposo per questa occasione sono inferiori (con grande rammarico degli studenti). In pratica diciamo pure che la vita e la nascita di Gesù valgono almeno il doppio della sua morte. Del resto come diceva Levi Della Vida, se Natale è la festa della nascita, Pasqua è quella della rinascita. La promessa e la speranza affiorate tra lo squallore della bruma invernale si compiono luminose nel rigoglio del verde e dei fiori di cui si veste la primavera nascente. E questo dimostra che le nostre società non credono troppo alla rinascita, e dunque celebrano questa ricorrenza con la metà dei giorni di festa dedicati alla nascita. Carl William Brown Natale può essere uno di quei momenti in cui vi sembrerà di dover affrontare tutti i vostri problemi in una volta sola. Se avete una famiglia numerosa sarete in trappola sotto lo stesso tetto insieme a una notevole quantità di parenti, che potrebbe includere un certo numero di bambini sovraeccitati. È probabile che in un mese spenderete tanto quanto, di norma, spendereste in tre; di sicuro mangerete troppo, farete molta aria e forse vi verrà pure la diarrea, o magari il contrario, e alla fine pagherete anche pegno per aver bevuto troppo. Se siete sposati o fate coppia fissa, uno di voi senza dubbio litigherà con i suoceri e per questo potrete litigare tra voi. Se siete fidanzati, probabilmente sarete costretti a rispondere a varie domande personali su questa relazione. Se siete single, infine, vorranno sapere perché e questo potrà farvi desiderare di non esserlo e lasciarvi in preda a una terribile solitudine. Se non avete una famiglia numerosa, o se passate il Natale da soli con il vostro cane, potrete certamente sentirvi soli o sentire la mancanza dei vostri famigliari. Tutto considerato, l'esperienza del Natale può condurre alla perdita della fede e al desiderio di chiudersi in un armadio, al buio, da soli. Ella Berthoud e Susan Elderkin E ricomincia l'impietosa manfrina dei regali di Natale. La samba dei pensierini. E io son felice come un fringuello con una zampa rotta. Mettiamoci d'accordo. Prima di tutto sull'etimologia della parola pensierino. Dicesi pensierino un piccolo pensiero, una minuscola attività psichica che richiede un minimo sforzo. Ricapitolando: ti faccio un "pensierino" significa quindi: penserò a te ma poco. Per cui, se per Natale abbiamo deciso di farci le coccole solo con pensierini, fastidiosa imbecille che non sei altro, non mi piombare in casa la notte di Natale, vestita da cassata siciliana, porgendomi una spilla d'oro da un chilo, una cisterna di champagne millesime o una liseuse di Prada da 750 euro. Donatrice incontinente. Perché io, qui spiaggiata come una balena tra le pecorelle del presepe, per te ho comprato solo 4 mandaranci e una manciata di bagigie. E mi viene da augurarti non un mondo di bene ma una vagonata di contumelie. Luciana Littizzetto

Pensieri, riflessioni e idee sul Natale Noi desideriamo poter accogliere Gesù a Natale, non in quella gelida mangiatoia che è a volte il nostro cuore, ma in un cuore pieno d'amore e di umiltà, in un cuore così puro, così immacolato, così caldo di amore l'uno per l'altro... Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano; ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare un altro; ogni volta che volgi la schiena ai principi per dare spazio alle persone; ogni volta che speri con quelli che soffrono; ogni volta che conosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza. Natale ogni volta che permetti al Signore di amare gli altri attraverso te. Madre Teresa di Calcutta Finito di fare il presepe: ho messo: 5 case distrutte dai terremoti, 4 case alluvionate, 4 container dove far vivere la gente sfollata, 25 banche, 82 chiese; il bue e l'asinello non me li posso permettere vista la tassa sugli animali domestici. Ho messo la grotta, ma senza Gesù, considerato che Giuseppe e Maria con il loro lavoro non arrivano a fine mese e l'ici sulla grotta è una spesa in più e i loro genitori con la riduzione della pensione non possono più aiutarli. Ho messo 1500 re magi rigorosamente in auto blu. Mi sembra finito! Simona Renaudo Collegati con la festa del Natale sono gli usi chiaramente derivati dai Saturnali romani, che appunto si celebravano nella seconda metà di dicembre. Alla scelta del 25 dicembre contribuì anche il simbolismo naturale: festeggiare, cioè, nei giorni in cui la luce comincia a ricrescere, dopo il solstizio d’inverno il ‘natale’ di Cristo, sole di giustizia e verità che dissipa le tenebre del mondo. Carl William Brown Costruire il presepio ogni anno e non sapere quali controversie portarono all'arianesimo o cosa fu il concilio sull'iconofilia; fare la comunione col pane e col vino e ignorare l'esistenza del dogma dell'infallibilità papale; assistere alla messa di Natale e non sapere nulla del recupero da parte della Chiesa di questa data pagana del solstizio d'inverno in cui si festeggiava il sol invictus; assistere ai battesimi, ai matrimoni, ai funerali familiari davanti all'altare e non aver mai sentito parlare dei vangeli apocrifi; farsi vedere sotto un crocefisso e trascurare il fatto che la pena per l'accusa mossa contro Gesù era la lapidazione e non la crocefissione; e tanti altri vicoli ciechi culturali, dovuti alla feticizzazione dei riti e delle pratiche: sono tutti aspetti problematici per una ipotetica pratica illuminata della propria religione. Michel Onfray Si avvicina il Natale e per chi ha uno stipendio, magari pure cospicuo, anche la famosa tredicesima, che lo raddoppia. Per chi invece non ha un lavoro e per di più è povero, vale lo stesso principio, anzi visto che il clima è quello di una fetente solidarietà, il tutto viene anche triplicato, (3 x 0 = 0). Nel frattempo nascono nuovi partiti che inneggiano all'uguaglianza e alla libertà, ed io da povero intellettuale, parco, mite, modesto e pacifista, non posso fare altro che sperare che si riaprano i forni crematori! Altro che giornate della memoria, voglio vederli dal vivo, con il fumo che esce dal camino, altro che ricordarli! Carl William Brown La prima volta in cui un essere umano scopre che la vita è fatta di bugie. Tutti se la ricordano, la notizia bomba. La triste rivelazione. "Babbo Natale non esiste, fesso." Ahhh. Che dolore atroce. Che corazón espinado. Ma come non esiste? E i regali chi li porta? "Tuo padre, imbecille." Ahhh... seconda coltellata. Scompiglio di sentimenti. A me è successo in terza elementare per bocca di mio cugino. "Babbo Natale non esiste perché è troppo grasso per passare dal camino." Cogito ergo sum. E poi ha aggiunto: "Solo che dobbiamo crederci lo stesso perché siamo bambini ed è obbligatorio". Mammamia, come ti odio. E allora chi è Babbo Natale? "Tuo padre." Impossibile mio padre sta in negozio tutto il giorno, altro che andare in giro per il mondo a consegnare doni. E poi sono entrata in garage e non abbiamo nessuna slitta. Luciana Littizzetto Il Natale è una festa commerciale, come tutta la nostra vita. Per questo si comincia a battere la grancassa un mese prima. È una sovraeccitazione drogata, pilotata, penosa, fastidiosa e inutile perché c'è poco da eccitare in una società estenuata, sfibrata, che vive in perenne stato di overdose. La felicità è un attimo che non può essere dilatato. E Natale non è più Natale perché adesso è Natale tutto l'anno. Massimo Fini

Pensieri e riflession i sul Natale Innumerevoli sono quei cuori cui reca il Natale una breve stagione di gaudio e di felicità. Quante e quante famiglie, sparse e disseminate di qua e di là dalle lotte assidue della vita, si riuniscono in quel giorno, s'incontrano di nuovo in quella cara compagnia, in quella vicendevole affettuosità, che è sorgente di tanta purissima gioia e che così poco s'accorda con le cure e i dolori del mondo, che la credenza religiosa delle più civili nazioni e le rozze tradizioni dei popoli più selvaggi l'annoverano fra le prime delizie di una vita futura, preparata per gli eletti! Quante vecchie memorie, quante simpatie sopite non desta il Natale! Charles Dickens Il prezzo dei regali a Natale e' inaudito. Ricordo un Natale di tanti anni fa, quando mio figlio era piccolo. Gli ho comprato un carro armato giocattolo. Costava piu' di cento dollari, una bella cifra per l'epoca. Lui ignoro' il carro armato, e gioco' con la scatola della confezione. L'anno dopo imparai la lezione: lui si becco' una scatola di cartone, ed io una bottiglia di whisky da cento dollari. Johnny Carson Fatti come la nascita da una vergine e la resurrezione dalla morte costituiscono ovvi archetipi universali, condivisi dalle mitologie di molte culture. Ad esempio, la scelta del 25 dicembre come giorno della nascita di Gesù è mutuata dalla festa del Sol Invictus, “Sole Invitto”, il Dio Sole (El Gabal) che l’imperatore Eliogabalo importò nel 218 a Roma dalla Siria. L’imperatore Aureliano ne instaurò il culto nel 270 e ne consacrò il tempio il 25 dicembre 274, durante la festa del Natale del Sole: il giorno, cioè, del solstizio d’inverno secondo il calendario giuliano, quando il Sole tocca il punto più basso del suo percorso, si ferma (da cui il nome solstitium, “fermata del Sole”) e ricomincia la sua salita, in un succedersi di eventi che si può metaforicamente descrivere come la sua “morte, resurrezione e ascesa in cielo”. Piergiorgio Odifreddi Io ho sempre ritenuto il giorno di Natale ... come un bel giorno, un giorno in cui ci si vuol bene, si fa la carità, si perdona e ci si diverte: il solo giorno del calendario, in cui uomini e donne per mutuo accordo pare che aprano il cuore e pensino alla povera gente come a compagni di viaggio verso la tomba e non già come a un'altra razza di creature avviata per altri sentieri. Charles Dickens In occasione del programma Telefood pensato dalla Fao per raccogliere fondi contro la fame nel mondo, alcuni ricchi testimonials, gente abituata a ville, pranzi reali, aerei personali, yacht e feste principesche ha invitato il gentile e misero pubblico di telespettatori a donare fondi per il nobile fine, adducendo che loro a causa di questa tragica realtà non dormono più neanche di notte. Sia lodata la stupidità. In genere queste raccolte fondi vanno molto di moda anche verso Natale, dove tutti sono più buoni ed i terremotati del bel paese sono al freddo e al gelo. Amen Carl William Brown Per non parlare dei fatidici cestini di Natale. Chi ti vuole bene davvero non ti regala un cestino. Il cestino te lo regala chi ti vuole vedere morto. Perché è un'arma letale. Tanto vale mettere una pistola dentro un paniere. Se io ti regalo un cotechino da mezzo metro, una putrella di torrone, un barattolo di crema di peperoni, un vaso di mostarda e uno di pepe di caienna, lo so che per bene che ti vada ti vengono delle emorroidi che non ti siedi più fino alla Befana. Lo faccio apposta. Altro che buona fine e buon principio... Speriamo almeno che il Natale ci porti qualcosa di bello. Per adesso da me sono spuntate le cornamuse. C'ho le pive sotto casa. A stantuffarmi a nastro di quanto sia bianco questo Natale, di quanto il cuore esulti e ci siano jingle bells dappertutto. Io quando scendo agli zampognari un'offerta gliela faccio. Due euro. Perché si spostino. Vadano un po' più in là, a suonare sotto un'altra finestra. Luciana Littizzetto Se fossi un filosofo, scriverei una filosofia dei giocattoli per dimostrare che nella vita nient'altro bisogna prendere sul serio, e che il giorno di Natale in compagnia dei bambini è una delle poche occasioni in cui le persone diventano davvero vive. Robert Lynd Una mela per la vita, un'arancia per la ricerca, una stella di natale per la solidarietà, un uovo di pasqua per sconfiggere la leucemia, un concerto contro il cancro, una sottoscrizione per la sclerosi e una sfilata per sconfiggere l'Aids, ma per carità non dimenticatevi, almeno un penny per Guy Fawkes (rivoluzionario inglese, un cattolico pacifista che stava per far saltare in aria il parlamento). Carl William Brown

Riflessioni e critiche sul Natale L'umanità è pur essa una grande, immensa famiglia... Di ciò è conferma quel che suscita il Natale nei cuori. Il Divino Fanciullo sorride a tutti; i cari occhi rifulgono in grazia e splendore. Le durezze vengono addolcite, le ansie placate, i dolori leniti. Alla tempesta succede la calma... È la prima, è la grande benedizione del Natale, questa: ciascun uomo si purifica, vede più chiaro innanzi a sé, si dispone a servire più compiutamente alle sue responsabilità... Il Natale è la gioia delle nostre case, ed esso la suscita anche là dove si piange; dove esistono preoccupazioni e tristezze. Basta quella visione per dare balsamo ai cuori più tormentati e suscitare tenerezza, sollievo, ogni slancio di bontà e generosità. Giuseppe Angelo Roncalli Costruire il presepio ogni anno e non sapere quali controversie portarono all'arianesimo o cosa fu il concilio sull'iconofilia; fare la comunione col pane e col vino e ignorare l'esistenza del dogma dell'infallibilità papale; assistere alla messa di Natale e non sapere nulla del recupero da parte della Chiesa di questa data pagana del solstizio d'inverno in cui si festeggiava il sol invictus; assistere ai battesimi, ai matrimoni, ai funerali familiari davanti all'altare e non aver mai sentito parlare dei vangeli apocrifi; farsi vedere sotto un crocefisso e trascurare il fatto che la pena per l'accusa mossa contro Gesù era la lapidazione e non la crocefissione; e tanti altri vicoli ciechi culturali, dovuti alla feticizzazione dei riti e delle pratiche: sono tutti aspetti problematici per una ipotetica pratica illuminata della propria religione. Michel Onfray Avvicinandosi il 25 dicembre, decine di migliaia di teneri abeti vengono strappati dai boschi della Penisola per allestire il tradizionale albero di Natale. Ogni anno lo scempio si ripete, tra la generale indifferenza. Soppresso l'Ente protezione animali, figuriamoci se qualcuno ha voglia di proteggere gli alberi. Diciamo la verità: la sola pianta che interessi all'italiano medio è la pianta stabile. Indro Montanelli La smorfia napoletana naturalmente associa il numero 25 al Natale. Il numero 25 evoca numerosi avvenimenti in molte tradizioni e culture e sono tutti molto carichi di significati. Per esempio Isacco, figlio di Abramo, arrivò dopo venticinque anni di attesa del padre. Nella Bibbia si dice che Gesù fece in tutto 25 miracoli. Per i Musulmani invece, Maometto sposò la ricca vedova Khadjia Khuwaylid a 25 anni. Statisticamente è molto probabile che all’avvicinarsi del Natale ci sia un’impennata di giocate al lotto con il numero 25 come capogioco o comunque come numero in generale. Ricordati però che il numero 25 può essere giocato anche se per qualche recondito motivo ti ritrovi semplicemente a pensare al Natale. Il numero 25 ha la sua validità di gioco anche quando si sognano cene con numerose persone o se si dovessero sognare dei doni. Spesso però sognare il Natale ha un certo “retrogusto” malinconico, soprattutto se il sogno lo facciamo dopo una certa età. Questo perchè è innegabile che il gusto del Natale, il senso e l’aspettativa per tale festa, cali con l’aumentare dell’età e questo permea quindi il sogno della malinconia per quelle sensazioni che non torneranno più. Vista da un’altra prospettiva invece sognare il Natale può anche significare il bisogno di unirsi insieme alla famiglia, un ritorno al focolare domestico, alla spiritualità ed all’affetto dei propri cari. Vi è poi un altro modo di vedere il Natale, ossia sotto il punto di vista del consumismo e non da ultimo, le reali origini pagane del Natale. Il numero 25, assodato che vada giocato sicuramente qualche volta in più vicino alle feste Natalizie o quando sogniamo il Natale, possiamo utilizzarlo nelle nostre giocate anche quando sogniamo di bere o annodare una corda, vedere dei cavalli, o sognare un allevamento. Possiamo porre in gioco il numero 25 anche se dovessimo sognare un razzo, uno scheletro, una stella, un lupo o dei nemici. La smorfia napoletana https://www.youtube.com/watch?v=n-EbtEkRcF0 Se amate il Natale, le feste e la letteratura potete anche leggere i seguenti articoli: Aforismi e citazioni sul Natale Aforismi divertenti sul Natale Ridere del Santo Natale Mercatini di Natale in Italia Mercatini di Natale in Germania Barzellette sul Natale La favola del pupazzo di neve Aforismi di C.W. Read the full article
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Natale e Capodanno '25 @ The Beach + CAVA Egypt… emozioni, show e piatti d'eccellenza sul Mar Rosso by Manuel Dallori

Manuel Dallori, imprenditore italiano (per la precisone Toscano, è di Viareggio), attivo da sempre tra moda, ristorazione ed intrattenimento, per l'autunno inverno sta preparando a Sharm El Sheikh, tante sorprese per i suoi ospiti. Dallori è anche Corporate Entertainment Director di Domina e sul Mar Rosso sono nati tanti suoi format, primo tra tutti The Beach, concept di beach club con intrattenimento che prende vita in spazi aperti dal mattino alla notte.
La prima bella novità per chi vuol rilassarsi e divertirsi al caldo, a 4 ore dall'Italia, per le feste di fine anno (e pure prima e dopo), è CAVA (nella foto composizione), evoluzione della classica trattoria italiana e nasce nella primavera '24 in spazi in cui design, servizio, piatti e stile sono curati in ogni singolo dettaglio. Dove? In quattro location: a Tulum, in Messico; a Marina di Scarlino (Grosseto) e in Sicilia, a Santa Flavia (Palermo)... e pure a Sharm. Offre, all'estero e in Italia, sapori italiani in piatti realizzati sempre con ingredienti freschi. Aperto a Sharm a pranzo e a cena, soddisfa il palato... e non solo. E che succede tra The Beach Luxury Club Egypt e CAVA Egypt a Sharm, dopo il successo della notte Halloween, a Natale '24 e Capodanno '25?
Andiamo con ordine. Gli appuntamenti sono tanti e prendono vita in date strategiche, perché chi è in viaggio merita di poter far festa, ad esempio, anche la notte di Natale. I festeggiamenti infatti iniziano già martedì 24 dicembre al The Beach, con un dinner show che diventa un beach party tutto da vivere. Chi invece desidera cenare in un ambiente romantico, può farlo con menu alla carta al nuovo CAVA. Doppia proposte al The Beach per Natale, mercoledì 25 dicembre. Brunch dalle 13 e cena alla carta con pianobar durante la giornata, seguito da uno scatenato beach party con live dj set alla sera.
Ed eccoci a Capodanno 2025: dalle 21 del 31/12/24 live music e dinner show animato da artisti e performer internazionali alla The Beach Arena. Sul palco, insieme a tanti vip amici di The Beach la cui presenza tra gli altri come special guest Umberto Smaila, un artista capace di far cantare e ballare chiunque. Si può scegliere di vivere questa magica notte, tutta da ballare fino all'alba, in diversi palchi, al centro della scena oppure in altre zone della The Beach Arena.
Chi desidera poi vivere il Capodanno in una situazione intima e tranquilla, può scegliere CAVA, dove si festeggia il 2025 con i piatti della tradizione italiana con piano bar dal vivo.
COS'E THE BEACH LUXURY CLUB
Creato e gestito dall'imprenditore viareggino Manuel Dallori, The Beach Luxury Club è un concept di beach club con intrattenimento che prende vita in spazi aperti dal mattino alla notte. Propone cucina raffinata, presentata in un contesto unico, con piatti di ispirazione mediterranea e fusion, dinner show internazionali e party che finiscono solo alle ore piccole. Prende vita tutto l'anno a Sharm El Sheikh presso e dalla primavera all'autunno a Santa Flavia (Palermo). In Toscana si fanno notare due nuove aperture nell'estate '24: Greg on the Beach a Forte dei Marmi e The Beach @ Marina di Scarlino (Grosseto). www.thebeachluxury.com/
COS'E' CAVA
CAVA è una nuova catena di locali dedicati alla cucina italiana ed al piacere di gustarla in locali ad alto tasso di stile, in Italia e nel mondo. Nasce da chi ha portato al successo The Beach Luxury Club, format che fin dal 2018 propone cucina fusion d'ispirazione mediterranea, da godere con dinner show internazionali e party. CAVA è un'evoluzione della classica trattoria italiana e nasce nella primavera '24 in spazi in cui design, servizio, piatti e stile sono curati in ogni singolo dettaglio. Dove? In quattro location: a Sharm, in Egitto; a Tulum, in Messico; a Marina di Scarlino (Grosseto) e in Sicilia, a Santa Flavia (Palermo). https://www.instagram.com/cavarestaurants_/
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I gatti lo sapranno
Ancora cadrà la pioggia
sui tuoi dolci selciati,
una pioggia leggera
come un alito o un passo.
Ancora la brezza e l’alba
fioriranno leggere
come sotto il tuo passo,
quando tu rientrerai.
Tra fiori e davanzali
i gatti lo sapranno.
Ci saranno altri giorni,
ci saranno altre voci.
Sorriderai da sola.
I gatti lo sapranno.
Udrai parole antiche,
parole stanche e vane
come i costumi smessi
delle feste di ieri.
Farai gesti anche tu.
Risponderai parole −
viso di primavera,
farai gesti anche tu.
I gatti lo sapranno,
viso di primavera;
e la pioggia leggera,
l’alba color giacinto,
che dilaniano il cuore
di chi piú non ti spera,
sono il triste sorriso
che sorridi da sola.
Ci saranno altri giorni,
altre voci e risvegli.
Soffriremo nell’alba,
viso di primavera.
Cesare Pavese

scelto in tumblr da https://www.tumblr.com/pervincadelleforre
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