#farina di ceci
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Ceci: piccoli giganti della nutrizione!
Hai mai assaggiato l’hummus? O magari hai provato i falafel? Entrambi questi deliziosi piatti hanno un ingrediente segreto in comune: i ceci! Ma cosa rende questi legumi così speciali? Scopriamolo insieme! Perché i ceci fanno bene? I ceci sono dei veri e propri scrigni di nutrienti. Sono ricchi di: Proteine: Perfette per far crescere i muscoli e darti l’energia necessaria per affrontare la…
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Le cotolette di spinaci sono un piatto molto amato dai bambini. Prepariamo insieme delle irresistibili spinacine vegane e senza glutine.
#cotolette di spinaci#spinaci#ceci#farina di ceci#spinacine#ricetta vegana#isabella vendrame#veggie channel#genuino gluten free#senza glutine
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Papadum di riso: lo snack croccante della cucina indiana
Che cos’è il papadum? I papadum, chiamati anche “papad” o “poppadum” o “pappadam” in alcune regioni dell’India, sono delle sfoglie sottili e croccanti, preparate con vari tipi di farine di legumi e cereali. I più comuni sono quelli fatti di farina di urad, lenticchie, ceci o riso, ma si fanno anche con farina di piselli. I poppadom di riso, in particolare, si caratterizzano per una consistenza…
#Antipasti#Appetizer#Cucina indiana#Cucina orientale#Gluten free#Senza glutine#Spezie#Street food#Stuzzichini#Vegan
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Polpette di radicchio
Nel video ho usato le dosi che ti metto qui sotto, ma consiglio il raddoppio per fare un pasto che riempia. Altrimenti ti serve qualcosa per accompagnare. Per me queste sono dosi o per un contorno o per una persona: 400 grammi di radicchio, ho usato quello lungo; 100 grammi di feta; 1 uovo; 40 grammi di farina di ceci; 30 grammi di pangrattato; 10 grammi di olio totali in friggitrice ad…
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💣 Barilla Fusilli di Lenticchie Rosse - Pasta Legumi Senza Glutine Ricca di Fibre 🤑 a soli 1,73€ ➡️ https://www.scontomio.com/coupon/barilla-fusilli-di-lenticchie-rosse-pasta-legumi-senza-glutine-ricca-di-fibre/?feed_id=279919&_unique_id=67003ff86f62a&utm_source=Tumblr&utm_medium=social&utm_campaign=Poster&utm_term=Barilla%20Fusilli%20di%20Lenticchie%20Rosse%20-%20Pasta%20Legumi%20Senza%20Glutine%20Ricca%20di%20Fibre La Pasta Legumi Fusilli di Lenticchie Rosse di Barilla è un'opzione gustosa e salutare per chi cerca una dieta senza glutine. Realizzata con farina di ceci, questa pasta è ricca di proteine e fibre, perfetta da abbinare a pesce, verdure e condimenti leggeri. Con un tempo di cottura di soli 7-9 minuti, è un'ottima scelta per un pasto veloce e nutriente. Provala e scopri tutto il sapore delizioso delle lenticchie rosse! #coupon #barilla #pastaenoodles #offerteamazon #senzaglutine #scontomio
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Come primo le lagane, le antenate delle nostre lasagne, costituite da strati di pasta di farina e acqua tirata molto sottile a mattarello e cotta al forno (simili al pan carasau sardo) poi farcita a strati con verdure e legumi (porri e ceci) e ripassata in forno (a proposito di primi bisogna tener presente che i romani non usano la pasta secca nè la pasta all’uovo bollite in acqua, il primo più diffuso resta la zuppa, puls). Curiosità: in alcune regioni del sud italia il matterello si chiama ancora oggi laganaturo e si cucinano ancora lagane e ciceri (ceci).
Lagane con porri e ceci
… inde domum me
ad porris et ciceri refero laganique catinum.
(… quindi me ne torno a casa,
al mio piatto di porri, di ceci e di lagane).
[Orazio, Satire, 1, 6, 114]
Ingredienti
farina e acqua (o Pan Carasau)
ceci
porri
pecorino
rosmarino, alloro
aglio
pepe nero
olio extra vergine di oliva
Preparazione
Mescolare e lavorare acqua e farina per ottenere un impasto asciutto e omogeneo, lasciare riposare per una buona mezz'ora poi stendere la pasta sottile col mattarello, tagliare delle strisce di lasagne e cuocerle in forno o su un piastra. In alternativa usare del pan carasau.
Lasciare a bagno i ceci per circa 12 ore e, dopo averli scolati e sciacquati, metterli a lessare a fuoco basso coperti d’acqua per un paio d’ore con uno spicchio di aglio, una foglia di alloro e un rametto di rosmarino, salando solo a fine cottura. Nel frattempo tagliare a rondelle sottili il porro e farlo stufare in un tegame capiente per circa mezz’ora con olio, bagnandolo con poca acqua se necessario per mantenerlo sempre morbido. Una volta cotti i ceci, scolarli, schiacciarne la metà e aggiungerli tutti al porro, mescolando per insaporire bene. Aggiustare di sale e pepe, insaporire con un trito finissimo di rosmarino. Preparare una lasagna facendo tanti strati di sfoglie di pane intervallate dalla salsa di porri e ceci con una leggera spolverata di pecorino. Infornare per 15 min a 180°.
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Farinata di ceci
Farinata di ceci Una ricetta semplicissima che ti svolta sempre un sacco di cene. Conosciuta anche come cecina o torta di ceci. Tipica dello street food ligure e toscano. L’ingrediente principale è la farina di ceci. La farinata di ceci è rigorosamente molto sottile. Senza glutine, senza lattosio, senza uova, senza lievito. Perfetta per tutti. Acqua, farina di ceci, olio extravergine di oliva,…
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Deliziosi piatti indiani senza glutine per stuzzicare le tue papille gustative
La richiesta di piatti indiani senza glutine è cresciuta notevolmente negli ultimi anni, una volta che molte persone hanno acquisito conoscenze sulle intolleranze al glutine e sulla celiachia. Fortunatamente, la cucina indiana ha un ampio elenco di alternative senza glutine che stuzzicheranno le tue papille gustative.
Travolti da spezie saporite, colori vivaci e gusto abbondante, i pasti indiani senza farina non solo soddisfano il desiderio della pancia, ma forniscono anche nutrienti elevati. In questo blog, il nostro obiettivo sarà quello di accompagnarvi in un gustoso tour dei piatti indiani senza glutine di Saaz Restobar. Ciò metterà un fuoco di sapori nella tua bocca e ti aprirà gli occhi sulle spezie di questa cucina.
Chana Masala
Il chana masala è un piatto popolare dell'India settentrionale preparato con ceci bolliti con spezie, pomodori, cipolle ed erbe aromatiche. È intrinsecamente privo di glutine e contiene tonnellate di proteine e fibre, il che gli conferisce un po' di peso e benefici nutrizionali. Servilo con riso basmati al vapore o naan senza glutine per un pasto abbondante.
Palak Paneer Il Palak paneer è un piatto dalla consistenza calda e dall'odore gradevole a base di spinaci cotti con spezie indiane e paneer a dadini (ricotta indiana). Questo piatto vegetariano è uno dei preferiti sia dai vegetariani che dai mangiatori di carne. Abbinalo a roti o riso senza glutine e diventa una ricca crema spalmabile.
Dal Tadka Dal tadka è un curry di lenticchie che appaga l'anima con tadka masala stagionato composto da cumino, semi di senape e peperoncini rossi. Il pasto senza glutine che è anche gustoso è oltre che nutriente e contiene buone quantità di proteine, vitamine e minerali. Accompagnalo con riso al vapore o focaccia senza glutine a tua scelta per un piatto abbondante.
Baigan Bharta La bharta di melanzane affumicate e piccanti è un piatto preparato arrostendo melanzane con pomodori, cipolle e alcune spezie. I fagioli neri senza glutine daranno al tuo piatto un sapore pieno e si abbineranno bene con riso integrale/quinoa. È un posto assolutamente unico per coloro che apprezzano il gusto autentico di un diverso tipo di cucina indiana.
Avvolgendo I piatti indiani senza glutine ci regalano una ricca cultura alimentare in cui sono disponibili diversi piatti gustosi e salutari per soddisfare diverse preferenze e diete. Che tu preferisca il curry delicato, medio o piccante, puoi assaggiare un piatto che farà cantare il tuo palato. Attraverso l'induzione dei gusti e delle spezie culinari indiani, puoi esplorare una varietà di piatti senza glutine che portano più gioia alle tue papille gustative e una vita più sana.
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Ricette: Polpette di zucca e ceci
Ottime polpettine vegan che non faranno dispiacere ai carnivori.
Ingredienti:
300 g di zucca pulita
250 g di ceci cotti
40 g di farina tipo 1
10 foglie di salvia
2 foglie di alloro
pan grattato
sale e pepe q.b.
olio evo q.b.
Preparazione:
Mondate e, se usate una zucca dalla buccia dura, eliminate la buccia della zucca. Tagliatela a cubetti e cuocete in microonde (io ho usato 600W per 8 minuti). In una padella con olio, fate soffriggere alcuni secondi salvia e alloro, poi aggiungete zucca, sale e pepe. Mescolate bene e saltate a fiamma vivace. Rimuovete le foglie di alloro e frullate nel tritatutto fino ad ottenere un composto un po’ granuloso. Frullate anche i ceci precedentemente lessati e conditi con sale, pepe e olio. In una ciotola aggiungete la farina mescolando bene, se necessario regolate di sale e pepe . Formate le polpette e passatele nel pan grattato prima di disporle su una teglia coperta di carta da forno. Cuocete in forno statico a 200°C per 20 minuti, poi, se necessario accendete il grill fino a doratura. Ottime ance accompagnate da maionese vegan (seguirà ricetta).
Postato da La Tana del Gigante
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Pasta con farina di castagne, ceci e funghi
Nuovo post pubblicato su https://wdonna.it/pasta-con-farina-di-castagne-ceci-e-funghi/117059?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=117059
Pasta con farina di castagne, ceci e funghi
Ecco una ricetta deliziosa per preparare la pasta con farina di castagne, ceci e funghi. Questo piatto offre un mix di sapori autunnali e una consistenza ricca grazie alla farina di castagne e ai funghi.
Ingredienti:
250g di pasta (preferibilmente una varietà che si abbina bene con i sapori robusti, come pappardelle o tagliatelle)
1 tazza di farina di castagne
1 tazza di ceci cotti
200g di funghi misti (porcini, champignon, shiitake, ecc.)
2 spicchi d’aglio, tritati finemente
1 cipolla, tritata
1 tazza di brodo vegetale
1/2 tazza di vino bianco secco
Olio d’oliva extra vergine
Sale e pepe nero q.b.
Prezzemolo fresco tritato per guarnire
Istruzioni:
Preparazione della pasta:
In una ciotola, mescolare la farina di castagne con un pizzico di sale.
Aggiungere acqua poco alla volta, mescolando continuamente, fino a ottenere un impasto omogeneo. Impastare bene fino a quando diventa elastico.
Stendere la pasta su una superficie infarinata e tagliarla nella forma desiderata.
Preparazione del condimento:
In una padella capiente, scaldare un po’ di olio d’oliva e aggiungere la cipolla e l’aglio tritati. Far soffriggere fino a quando diventano dorati.
Aggiungere i funghi lavati e tagliati a fette. Cuocere fino a quando i funghi rilasciano i loro succhi e diventano morbidi.
Cottura della pasta:
Portare a ebollizione una pentola di acqua salata. Cuocere la pasta secondo le istruzioni sulla confezione. La pasta fresca di castagne generalmente richiede meno tempo di cottura rispetto alla pasta tradizionale.
Preparazione della salsa:
Aggiungere i ceci cotti e sciacquati nella padella con i funghi.
Versare il vino bianco e far evaporare l’alcol.
Aggiungere il brodo vegetale e cuocere a fuoco medio fino a quando la salsa si addensa leggermente. Regolare di sale e pepe secondo il proprio gusto.
Completamento del piatto:
Scolare la pasta e aggiungerla direttamente alla padella con la salsa. Mescolare bene per far amalgamare i sapori.
Servire la pasta con farina di castagne, ceci e funghi su piatti individuali. Guarnire con prezzemolo fresco tritato e un filo di olio d’oliva.
Proprietà Benefiche
Questa ricetta offre diverse proprietà benefiche grazie agli ingredienti utilizzati. Ecco alcune delle proprietà positive per la salute:
Farina di castagne:
Ricca di fibre, vitamine (in particolare vitamina E e vitamine del gruppo B), e minerali (come potassio e magnesio). Apporta energia sostenuta grazie alla presenza di carboidrati complessi. Contribuisce a mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue. Ceci:
Alti contenuti di proteine vegetali, che sono importanti per la salute muscolare. Ricchi di fibre alimentari, che promuovono la sazietà e supportano la salute digestiva. Forniscono importanti micronutrienti come ferro, zinco e vitamine del gruppo B. Funghi:
Fonte di antiossidanti, che aiutano a combattere lo stress ossidativo nel corpo. Contengono vitamina D (se esposti alla luce solare), importante per la salute delle ossa. Apportano minerali come selenio, rame e potassio. Aglio:
Conosciuto per le sue proprietà antibatteriche e antivirali. Può aiutare a regolare la pressione sanguigna e migliorare la salute cardiovascolare. Agisce come antiossidante. Olio d’oliva extra vergine:
Fonte di grassi monoinsaturi, che sono benefici per la salute del cuore. Contiene antiossidanti che possono aiutare a ridurre l’infiammazione nel corpo. Può contribuire al controllo del colesterolo. Pasta fresca di castagne:
Apporta un sapore unico e offre la varietà di farine, contribuendo a una dieta più diversificata. Può essere una buona fonte di carboidrati complessi, fornendo energia a lunga durata. In generale, questa ricetta fornisce una combinazione equilibrata di proteine, carboidrati, fibre, vitamine e minerali, rendendola un’opzione nutriente e gustosa. Tuttavia, le proprietà benefiche dipendono anche dalle dimensioni delle porzioni e dal contesto complessivo della dieta complessiva.
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Gli alieni invaderanno la terra quando il cervello rettile avrà subito la frattura del cranio, la scienza lo sa già,, basta una caduta indietro per non sentire sapori e odori e confondere la farina di ceci con farina di blatte. È così c'è l'area 51 del cervello poco esplorata servono cavie
#literature#love#art#nature#spiritual development#books & libraries#light academia#feelings#yoga#reading
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Cotolette di ceci senza farina né uova, fatte così sono buonissime. 160 Kcal! Vuoi assaggiare delle cotolette leggere e senza carne? Le cotolette di ceci che troverai qui di seguito sono fatte senza farina e senza uova e sono decisamente gustose. Una cotoletta contiene solo 160 calorie ed è ricca di proteine e sali minerali. Anche i bambini adoreranno questa versione e cominceranno ad amare questo tipo di legume. La preparazione sarà molto semplice e veloce. Provale: il loro gusti […]
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Carbonara vegana
Per 2 persone: 200 grammi di pasta; 160 gr di seitan; 30 gr di olio totali (15 nel soffritto + 15 nell’olio) 180 gr di bevanda di soia non zuccherata; 5 grammi di paprika dolce oppure di curcuma; 5 grammi do sale namak; 10 grammi di farina di ceci; 10 grammi di lievito alimentare; sale e pepe In una ciotola metti la bevanda di soia, la farina di ceci, la paprika, il sale namak, il…
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Farinata con erba cipollina
Ingredienti Farina di ceci 135 g Acqua tiepida 380 ml Erba cipollina 80 g Sale a piacere Pepe a piacere Olio extravergine d’oliva a piacere Preparazione In una ciotola capiente mescolare la farina di ceci setacciata, il sale, il pepe e l’acqua tiepida. È molto importante eliminare tutti i grumi e per questo consiglio di usare […] http://dlvr.it/Sph4b5
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Record 5e5 al villaggio velico: 85 kg di farina di ceci, 800 schiacciatine 91 kg di pane francese
Record 5e5 al villaggio velico: 85 kg di farina di ceci, 800 schiacciatine 91 kg di pane francese
Livorno 24 aprile 2023 – Record 5e5 al villaggio velico: 85 kg di farina di ceci, 800 schiacciatine 91 kg di pane francese Successo da tutto esaurito del primo giorno del 5e5 al Villagio della Vela Successo al di là delle aspettative per il primo giorno del 5e5 al Villaggio del Trofeo Velico Internazionale alla Terrazza Mascagni di Livorno. Dalle 11 alle 21 di domenica l’Associazione tortai…
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La cucina Longobarda in Emilia
Oggi faremo insieme un viaggio nel tempo per conoscere le abitudini gastronomiche dei Longobardi e per scoprire come hanno influenzato la nostra cucina. Vi assicuro che resterete sorpresi nel venire a conoscenza di come le loro usanze siano ancora fortemente radicate nel nostro territorio emiliano.
Ma prima di tutto chi sono i Longobardi?
I Longobardi sono una popolazione germanica, semi nomade e guerriera, che proviene dalla Scania (attuale Scandinavia) e che si sposta prima verso la Pannonia (attuale Austria e Ungheria) e poi in Italia. Nel 568, guidati dal re Alboino, i Longobardi partono dalla Slovenia, attraversano le Alpi Giulie e si spostano verso la Pianura Padana e l'attuale Lombardia (che ne prende appunto il nome). Il regno longobardo dura circa due secoli espandendosi anche verso l'Italia meridionale. Le attuali Romagna, Lazio, Puglia e Calabria restano sotto il dominio Bizantino (cultura latino-cristiana) e da questo momento il territorio italiano rimane diviso in varie forme fino alla fine del Risorgimento. Quella dei Longobardi è l'ultima delle invasioni barbariche dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente (476) e la dominazione longobarda dura fino al 774 quando Carlo Magno, re dei Franchi, ne conquista le terre.
L’importazione delle tradizioni longobarde e la fusione con le preesistenti abitudini
Insieme ai Longobardi arrivano anche i loro usi e costumi, come appunto le abitudini alimentari, che col tempo si fondono a quelle esistenti. Quella romana è una dieta mediterranea quasi vegetariana a base di olio, vino e grano, mentre i longobardi consumano soprattutto carne, burro e grassi animali e birra. Il loro arrivo segna perciò anche una rivoluzione gastronomica che introduce nuovi cibi e nuovi modi di preparazione.
La carenza delle fonti e l’archeologia sperimentale
Rispetto all'epoca romana non abbiamo documenti scritti dettagliati che descrivono la cucina longobarda, né ricettari e quindi dobbiamo affidarci a ricostruzioni fatte nel tempo tramite reperti archeologici, studio delle ossa, dipinti, documenti economici o medici da cui si possono dedurre le abitudini alimentari del periodo, ma anche analizzando le attuali tradizioni locali che hanno sempre origini molto antiche. Infatti la cucina moderna pone le sue fondamenta anche nella cucina dell’alto medioevo e tante nostre ricette e tradizioni gastronomiche hanno avuto origine grazie ai Longobardi.
Ma prima di illustrare nel dettaglio come realizzare alcune “ricette longobarde” vediamo una panoramica della relativa cucina.
Gli ingredienti
L'alimentazione è diversificata a seconda della classe sociale di appartenenza e ovviamente solo i nobili possono permettersi certi alimenti mentre i poveri si devono accontentare di ciò che cresce dalla terra.
Tra le verdure: cipolle, porri, aglio, rape, cavoli, carote (viola), rafano, finocchi, cardi, asparagi. Tra i cereali: segale, avena, miglio, poi orzo e farro, in misura minore grano che richiede troppa cura ed è molto sensibile al maltempo. Il riso non viene usato, è ancora molto raro. Tra i legumi: piselli, fave, ceci, lenticchie e i fagioli dall'occhio, gli unici conosciuti (perché originari di Asia e Africa). Tutti i legumi vengono consumati interi o ridotti in farina (da cui le farinate, oggi tipiche in molte zone d’Italia). Ovviamente mancano tutti gli ingredienti che arriveranno solo dopo la scoperta dell'America, ossia fagioli, mais (e quindi anche la polenta), patate, pomodori, peperoni, peperoncini, zucche, zucchine, cacao, arachidi, girasole (e quindi i relativi olii). Molto diffuse sono le erbe selvatiche (borragine, piantaggine, tarassaco, cicoria, malva), le erbe aromatiche (rosmarino, salvia, alloro, timo, maggiorana) e le spezie, anche orientali (pepe, cannella, chiodi di garofano, noce moscata) molto usate sia per conservare gli alimenti, ma anche per arricchirli e a volte per confondere i sapori di vivande non perfettamente conservate.
Da questi ingredienti basilari, diffusi anche in epoca romana, arriviamo quindi all’alimento principe della dieta altomedievale, che segna una grande differenza rispetto al passato: la diffusione della carne. Con le dovute differenze a seconda delle classi sociali, la carne, che prima veniva consumata poco, diventa onnipresente sulla tavola longobarda. I romani allevavano e mangiavano soprattutto ovini e caprini che forniscono anche pelli, lana e latte (poi trasformato in formaggi, soprattutto ricotta, ma anche formaggi stagionati). I Longobardi invece preferiscono il maiale, che è l'unico animale ad essere allevato solo per la carne ed è considerato il metro di ricchezza di una famiglia. I suini vengono lasciati pascolare nei boschi e nei prati incolti, in condizione di semilibertà, sotto la sorveglianza del porcarius. I boschi vengono misurati in base al numero di suini che possono essere sfamati (con ghiande o altro) e non in base all'estensione. Le bestie sono molto diverse da quelle allevate oggi: molto più magre, con un peso variabile dai 30 agli 80 kg, con zampe lunghe e sottili, muso appuntito, orecchie corte e dritte, pelle di colore scuro. Si accoppiano con i cinghiali generando razze miste. La macellazione avviene alla fine dell’autunno, tra novembre e dicembre, e produce una derrata che deve servire per l’intera annata. Dapprima l’animale viene stordito, poi ucciso con un colpo dritto al cuore inferto con un coltello appuntito o uno stilo, oppure con un colpo di coltello alla gola. L’animale viene quindi dissanguato, scuoiato e macellato appendendolo a testa in giù con un sistema di corde che legano le zampe posteriori (lo stesso metodo che veniva usato fino a pochi anni fa nelle nostre famiglie contadine). Questa operazione viene eseguita dal magister porcarius, una professione molto nobile. Per finire, la carne viene sezionata e conservata sotto sale, insaccata o affumicata. Inutile sottolineare come questa tradizione si sia radicata profondamente nel nostro territorio, patria di salumi e insaccati. Il sale diventa perciò indispensabile ma è un bene molto prezioso, raro e costoso perché soggetto a molti dazi. Proviene soprattutto dalle zone costiere e lagunari che sono ancora sotto il dominio bizantino, quindi con i Longobardi vengono maggiormente sfruttati i pozzi di acque salse sull’appennino parmense (zona di Salsomaggiore). Qui si estrae un sale più ricco di iodio, bromo e zolfo (elementi che controllano la proliferazione batterica) di quello marino quindi un sale ideale per la conservazione della carne perché ne serve meno. Da qui si spiega perché il prosciutto di Parma è tipicamente dolce rispetto agli altri prosciutti. I Longobardi amano anche la cacciagione (cinghiali, lepri, conigli, cervi). Con la caduta dell'impero romano, i grandi campi coltivati vengono abbandonati cosa che determina anche un calo drastico dei commerci e l’aumento di terreni incolti, quindi di boschi e paludi che diventano un serbatoio di animali selvatici e selvaggina. I Longobardi si cibano anche di pollame, volatili e relative uova (galline, polli, anatre, oche, cigni, pavoni, pernici, tortore). I bovini vengono allevati solo per il lavoro nei campi e il trasporto, quindi si macellano solo in età avanzata e la carne deve essere bollita a lungo per renderla più morbida. Vale la pena ricordare che i Longobardi introducono nei nostri territori razze di bestiame depredate dalla Pannonia, in particolare bovini dal mantello rosso uniforme, da cui ha origine la Vacca Rossa Reggiana. Con i capi portati dai Longobardi inizia una conversione zootecnica che porta i bovini a sostituire gli ovini dando così origine anche a una rivoluzione casearia che porterà poi alla produzione del Parmigiano Reggiano. I cavalli sono ritenuti sacri quindi non vengono macellati né utilizzati per i lavori agricoli. A farla da padrona è quindi la carne di maiale, ormai l'unica certezza per non cadere in una vita di stenti e miseria. L'Emilia-Romagna è forse l'esempio migliore per capire come sono nate certe abitudini alimentari che caratterizzano ancora oggi la nostra tavola: basti pensare che qui ancora oggi regna incontrastato il maiale, mentre in Romagna, terra di bizantini, il castrato.
Molto frequente anche il pesce per via dei numerosi giorni di magro previsti dal calendario liturgico: pesce azzurro al sud e pesce di fiume al nord. Nei monasteri sono presenti anche allevamenti di pesce d'acqua dolce. Il pesce non è molto apprezzato e viene considerato un alimento povero. Viene consumato fresco o conservato sotto sale, essiccato o affumicato. Vengono considerati acquatici tutti gli animali che vivono nell’acqua quindi anche i cigni e i castori!
Come condimenti, con la diffusione della carne di maiale, si diffondo anche lo strutto e il lardo, e il burro salato. Proprio perchè il sale è una merce molto pregiata, la sapidità ai piatti viene data dai grassi e dal garum, salsa a base di pesce fermentato diffusissima nel mondo romano e simile all'attuale colatura di alici. L'olio di oliva, insito nella tradizione greco romana, resta usato insieme all’olio di noci e oli di semi, ad esempio di lino.
L'unico dolcificante in uso è il miele, come in epoca romana.
La frutta è soprattutto spontanea e si raccolgono mele, mele cotogne, pere, susine, fichi, nespole. Si mangia cruda ma anche cotta, sotto forma di confettura o essiccata. Ovviamente sia la frutta che la verdura sono molto diverse da quella di oggi, soprattutto molto più piccole e imperfette.
Molto diffusa è anche la frutta secca (mandorle, di cui si usa molto il latte come addensante, nocciole, noci). Menzione a parte merita la castagna, da cui viene ricavata anche la farina, molto usata e apprezzata soprattutto in tempi di carestia tanto che il castagno viene chiamato albero del pane.
Il pane
Il pane bianco (farina di frumento con lievito) è riservato ai nobili e ai monaci. Il pane comune è molto diverso da quello di oggi perchè si usano farine non raffinate di segale, avena, miglio e non si usa lievito, il prodotto finale è quindi un pane scuro, dalla forma di gallette o di focacce, che viene cotto sotto le braci o su apposite lastre di terracotta sopra il fuoco. Il pane nero diventa duro rapidamente, ma può essere conservato per lunghi periodi di tempo. Per renderlo di nuovo commestibile deve essere inzuppato in acqua, vino, brodo o nella zuppa. Col medesimo impasto si preparano anche le pinsae, ossia focacce imbottite che costituiscono la versione altomedievale delle odierne pizze e calzoni. I Longobardi diffondono anche l’usanza di preparare una pasta di pane con farina e strutto, tirarla, tagliarla in modo irregolare e poi friggerla nello strutto per accompagnarla coi salumi: ebbene sì, il gnocco fritto!
Le bevande
L’abitudine di bere vino, molto diffusa in epoca romana, resta anche durante tutto il medioevo. Il vino è presente sulle tavole di tutti i ceti sociali, ciò che cambia è la sua qualità. Può essere bianco o rosso, bevuto freddo o caldo, spesso è arricchito da miele, spezie o rose. La coltivazione della vite viene quindi portata avanti in modo molto scrupoloso. Frequenti anche bevande fermentate come il sidro (dalle mele) o l’idromele (dal miele). Non si beve latte, che è considerato un alimento per bambini e anche perchè è difficile da conservare (viene quindi usato per fare i formaggi). Si beve anche poca acqua, perché impura e poco salutare, infatti è quasi sempre non potabile, così si preferisce quella piovana oppure acqua bollita insaporita da piccoli frutti acidi come more, mirtilli e lamponi. La grande novità portata dalle popolazioni germaniche è la birra a base di orzo, spelta o avena (il luppolo non è conosciuto) quindi molto più dolce della nostra.
La conservazione del cibo
Le derrate alimentari vengono conservate in anfore di terracotta, botti in legno, otri in pelle, ceste di vimini, silos interrati. Non potendo contare sempre sulla presenza di ghiaccio e neve si ricorre all’affumicatura, salatura o essiccatura, soprattutto per la carne e il pesce. Sempre per conservare meglio gli alimenti si usano aceto, miele e spezie. Frutta e verdura vengono conservate anche cotte sotto forma di marmellata o in sott’aceto o in salamoia.
Pietanze e metodi di cottura
La base dell'alimentazione della popolazione più povera sono le zuppe (pulmenta) di verdure, cereali, legumi e/o pane raffermo e le polente di cereali (puls). Per cuocere la carne si preferisce il bollito, il brasato, gli spezzatini in umido per sfruttare al massimo la carne che è sempre molto condita con spezie e vino. In generale i Longobardi amano la commistione di sapori e soprattutto l’agrodolce. Molte pietanze sono condite con l’ossimello, una salsa liquida fatta mescolando due parti di miele e una parte di aceto. Ai Longobardi si deve quindi anche la mostarda, che combina agro, dolce e piccante (dato dalla senape). Esistono anche piatti dolci (secunda mensa) a conclusione del pasto più importante della giornata, costituiti soprattutto da crema di ricotta, miele, marmellate di frutta arricchite con spezie e frutta secca. Molto diffuse anche focacce dolci ripiene di queste marmellate e i budini di mosto. Dobbiamo quindi annoverare la nostra spongata, così come il savor e il sugo d’uva, un budino di mosto fatto allo stesso modo dai romani prima e dai longobardi poi. Anche la colomba ha origine longobarde: una leggenda narra che, durante l’assedio di Pavia una ragazza offrì al temibile re longobardo Alboino un dolce da lei preparato a forma di colomba, simbolo di pace. Il re, notoriamente feroce, estasiato dalla bontà di questa preparazione, graziò la giovane donna e la città.
La tavola
Il cibo viene consumato durante il giorno in tre pasti, come oggi e come nell'antica Roma, ma si prende l'abitudine di mangiare seduti a tavola su panche e sgabelli e non più sdraiati su divani. La tavola è semplice, spesso si tratta di un asse di legno appoggiata al momento su dei cavalletti e poi appesa al muro così da non creare ingombro. Nei banchetti le tavole vengono disposte a ferro di cavallo così che tutti i commensali possano guardarsi. Le posate si usano solo per servirsi e per tagliare il cibo che quindi viene servito in portate già porzionate davanti ai commensali, che si servono da soli riempiendo dei piatti commestibili fatti di pane. Si mangia con le mani (indice, medio e pollice) e si usano dei bicchieri in comune, da qui nasce l’abitudine di pulirsi la bocca prima di bere. Tra una portata e l’altra ci si sciacqua le mani, quindi a tavola sono presenti delle scodelle d’acqua e dei tovaglioli di lino. Vengono usate le tovaglie e nei giorni di festa tappeti e arazzi, anche per scaldare l’ambiente. Il vasellame è di terracotta, legno e ceramica e in contesti nobiliari anche di metallo e vetro. Il coltello è personale e si porta appeso alla propria cintura. Il tegame più tipico per la cottura degli alimenti è l’olla, un vaso grezzo, panciuto, con o senza manico e provvisto di coperchio. Ne esiste un tipo che funge anche da fornetto, dotato di sfiati che viene riposto sotto le braci. I Longobardi portano anche una nuova concezione di cucina (intesa come ambiente fisico dove si cucina). Per i romani era un ambiente a sé, separato dalla casa, il piano di cottura era in muratura e costruito nell’angolo della cucina ed era sempre presente un forno. Coi Longobardi la cucina viene accorpata al resto della casa e il focolare viene acceso per terra (il pavimento è spesso semplice terra battuta). Le braci vengono accese in un'area delimitata da mattoni o ciottoli in corrispondenza di aperture sul tetto in modo da migliorarne il tiraggio.
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