#enzo della vecchia
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The forsaken first son 🐍
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FRIED EGG 💙😡❌🫣❤️
#Solid State#Solid State Webtoon#Webtoon#AAAAAAAAAAAAOHMYGOD WHAT#Ok uhhhh good job you made a cover story Egg wasn’t sure if the rest of the chapter would be Enzo torturing you for stepping out of line#UH LADY DO YOU KNOW WHO YOU’RE TALKING TO IT’S MS. MALIK’S RIGHT HAND#HAHAHAHAHA THE HAND LANGUAGE AND THE TRANSLATION NOTE 😂#ALTHOUGH ICO GET AWAY FROM HERE SAVE YOURSELF#“Ridicolo!” ITALIAN I really wonder what Prakash was doing in Italy to find Enzo there#He also said “Grazie” in the first ep so that’s what made me lean towards that but this confirms it#I’m surprised Prakash didn’t have more Concordians on his team but idk I wonder where the others are from#LADY I DON’T KNOW IF YOU WANNA USE THAT#THIS GUY HAS A HABIT OF CREATING THE WORST THINGS IMAGINABLE— DON’T WALK AWAY DUDE WHAT YOU SUCK#GOD THAT PANEL OF HER ON THE GROUND *SHUDDERS* HEEBIE JEEBIES DIDN’T EXPECT IT#I WAS GONNA PUT IT IN HERE BUT. NO#LOOK AT HOW SCARED HE ISSSSSS#Enzo’s full name! Vincenzo Della Vecchia.. very pretty#Della Vecchia means “of the old one” sorta so there’s that#Ooooh Egg taking opportunities#Eughghuueuegehuehegehe I don’t like that how many tanks were there too many and they all escaped oh nooooo#ICO GET OUT OF HERE IT’S SO NOT SAFE#ENZO LIKE LOOK AT WHAT ASHA’S DOING DO YOU WANT UR BOSS TO BE DOING SHADY THINGS LIKE THIS NUH UH#AAAAAAAAAAAAAA CYBORG DON’T KILL ENZO PLZ NO WE CAN’T HAVE THAT OH NO HE DOESN’T HAVE HIS KNIFE AAAAAAAAA SO CREEPY#NO NO NO PLZ DON’T KILL EGG EITHER I’M BEGGING YOU PLZ GO PERISH I DON’T LIKE YOUR VIOLENT TENDENCIES HOW DID CYBORGS EVEN GET LIKE THIS#THE WAY THIS EP RAMPED UP WAS SO GOOD AND THE ART WAS AMAZING (NEW ARTIST TOO) AND IT’S MAYBE MY FAVE OF THIS CHAPTER BUT PLZ NOTHING#BAD HAPPEN TO THE CHARACTERS PLZ THEY CAN’T DIE TO CREEPY CYBORGS END OF CHAPTER NEXT WEEK MIDSEASON WEEK AFTER HELP AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
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Questo weekend ho fatto una delle cose che mi ero ripromessa di fare più spesso, anzi due: passare del tempo con le mie amiche di persona e dedicare di nuovo attenzione all'antropologia, che dopo la tesi ho messo un po' troppo in disparte.
Con la mia vecchia compagna di studi siamo andate a seguire degli incontri a Pistoia, organizzati proprio sul tema dell'antropologia dell'alimentazione, sulla cultura e sulle retoriche del cibo, sulle pratiche e i miti più o meno recenti che gravitano intorno alla cucina e alla produzione di ciò che mettiamo a tavola. Bellissimo *_*
Purtroppo siamo riuscite a stare solo una giornata su tre, e abbiamo perso uno degli interventi che avremmo voluto seguire di più, ma non si può avere tutto (e proprio la "temperanza" era uno dei concetti cardine di uno degli interventi che abbiamo ascoltato, quindi abbiamo cercato di contenere la delusione u_u)
Questi sono i miei appunti sparpagliati rimuginati tra ieri e oggi, in attesa di rimettere ordine nei miei pensieri:
* Sullo Sprecometro di Andrea Segrè gli astronauti della stazione spaziale sarebbero sempre ai primi posti di tutte le classifiche, ma quanto è difficile essere parsimoniosi senza un team alle spalle
* Chissà se Stefania De Pascale ha visto "For all Mankind" e quanta fantascienza c'è stata nell'infanzia di chi lavora in questo campo - chissà che ne penserebbero Fabio Dei (ricordando sua lezione dal Festival di antropologia di Bologna) e Dario Bressanini
* Se la tavola serve al dialogo e dialogare a tavola e sulla tavola serve a tutti noi, seguire il filo dei discorsi di Marino Niola e Enzo Bianchi è un viaggio nel linguaggio più suggestivo tra metafore e allegorie, una serie di immagini potentissime
* La concretezza dei numeri sulla produzione di carne di Stefano Liberti è agghiacciante anche dopo aver scritto una tesi su questi argomenti ed è tra i migliori esempi della complessità dei mondi culturali di cui parlava Adriana Destro nel mio primo libro di antropologia
* Chissà se la dimensione relazionale delle scelte alimentari collettive di cui ha parlato Adriano Favole ci porterà verso un equilibrio sostenibile prima o poi - sarebbe meglio prima che poi... - tra i paradossi dell'abbondanza e i limiti della memoria storica e la costruzione di nuove abitudini a tavola (quando ha parlato della neo-tipicità della carne in scatola in polinesia e al paragone con l'importazione della pizza in Italia non ho potuto fare a meno di pensare ad Alberto Grandi)
* Alla ricerca delle foto di Marco Aime, abbiamo visitato alcuni locali tra i vicoli e le piazzette di Pistoia, incrociando insegne di "corsi di recupero per vegani" e mostre fotografiche dedicate alla "fame chimica": sulla sola retorica sul cibo ci sarebbero ore di dialoghi da fare
* Grande emozione incontrare al volo Massimo Montanari e ringraziarlo per aver dato il via alla passione per questi argomenti 20 anni fa, ancora più bello farlo insieme alla mia amica considerato che la nostra amicizia è nata proprio tra i banchi di quel corso
* Quanti libri vorrei leggereeeee
* Per fortuna ci sono i video su youtube per recuperare gli incontri persi
Comunque non potevo non prendere appunti, ovviamente u_u
Questa invece sono io che aspetto il treno per rientrare con 50 minuti di ritardo, ma niente può guastare questo weekend cominciato con gli gnocchi fatti in casa dalla mia amica u_u
E comunque ne ho approfittato per cominciare un libro che sembra proprio bellissimo *_*
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Rock In The Casbah compie 25 anni!
Tra gli ospiti Stef Burns, già chitarrista di Vasco
Servizio di Francesco Basso
Mercoledì 31-7
DIETRO L’ANGOLO - FILODIRETTO - OLI - ROCKINTHECASBAH FAMILY (Feat. RAFFAELE ARIETA, ENZO CIOFFI, LARRY CAMARDA, EMANUELE BASTIANI, FABIO ROSSI, LUIGI
ARIETA, MAX REBAUDO, LUCA SICCARDI, ANANDO BRICCHI,
ALEX TM. Special Guest:
SUDARIO BRANDO) - SWIFFER AND THE ROOTS OF FUNK
Giovedì 1-8
CINALSKY - AMADO - JOLIE - NICHOLAS GROOWERS - NOMOREMARIO
Venerdì 2-8
IL TEATRO DI PAN - URAGANO - SPACE T ROCK BAND - BERMUDAS
Sabato 3-8
GRAZIANO ROMANI -STEF BURNS (feat. THE MULLERS - MANUEL BONI) - THE JERRYCANS
L’associazione FARE MUSICA presenta la 25 edizione di ROCK IN THE CASBAH
Rock in The Casbah raggiunge l’invidiabile età di 25 anni. Una sorta di nozze d’argento con l’imprescindibile luogo dal quale nasce. Senza l’azione visionaria delle terrazze di San Costanzo pensate come “stage naturale” non sarebbe nato nulla in quell’estate del 2000. E, forse, nemmeno senza quelle parole impresse nel tempo da Italo Calvino: “S’aggrappava la vecchia Casbah come un osso dissotterrato”. Forse quei ragazzi, i Ratamacue, non sapevano nemmeno di aver percorso una mulattiera buona per una Città invisibile assolutamente Calviniana, una Creuza in puro stile
De Andrè, o semplicemente un luogo del cuore appena bonificato dopo le bombe del 20 ottobre 1944: esplose il deposito armi tedesco e portò via una parte della vecchia città, il baluardo di cultura del Teatro Principe Amedeo, la scuola Avviamento, la Bocciofila, l’oratorio di Santa Brigida: ridisegnò il centro cittadino. Ecco perché non è possibile scindere questo binomio: Rock in The
Casbah è il suo luogo e le terrazze di SanCo (come i ragazzi nati qui la chiamano affettuosamente) restituiscono sempre quelle massicce dosi di magia che le notti d’agosto han prodotto in questi 25
anni.
L’aria di festa pervade ogni serata, a cominciare dall’enorme quantità di artisti che saranno presenti e dalla varietà di generi musicali presentati, continuando con la necessità di presentare
tanta musica nata e prodotta nel Ponente ligure, esattamente come nelle prime edizioni. L’altalena tra nuove proposte e “Big” (come succede qualche mulattiera più in basso ogni febbraio
festivaliero) è l’altra cifra stilistica delle 4 serate collocate a cavallo dei mesi più ricchi di calore, come recitava una vecchia canzone sanremasca dedicata al luogo, “Belu mei San Custansu tütú
bruixau da-u-su”.
MERCOLEDI 31 LUGLIO: Un’altalena continua tra ricordo e scoperta
L’onore di aprire la 25 edizione è affidata alla freschezza ed all’impegno di DIETRO L’ANGOLO.
Giovani Rapper (e non trapper) legati allo scandire delle rime proprio della Old School ma inseriti nel presente, nel reale, con arguzia ed intelligenza. Segue FILODIRETTO, veri e propri Enfants du Pays, già protagonisti di importanti stage e autori di brani originali Rock/pop che spaziano dalla critica sociale alla riflessione sui sentimenti comuni. OLI (Giorgia Oliva), nuova emozionante voce
di gran classe, è l’artista che apre il lungo spettacolo della ROCK IN THE CASBAH FAMILY. Ci saranno i Ratamacue 25 anni dopo, insieme ai Berben Band, a Fabio Rossi, Luigi Arieta, Luca
Siccardi e Alex, il talentoso trombettista che ha deciso di fermarsi a Sanremo dopo aver girato un po’ il mondo. Vecchie e nuove canzoni, unite insieme come fosse il resoconto di questi anni. E non
finisce qui perché ci sarà una strana presenza sul palco, una vera rockstar: SUDARIO BRANDO.
Lui disegnerà ciò che il palco produrrà, un vero e proprio fumetto che nasce dall’emozione stessa,
uno spettacolo nello spettacolo creato da uno dei più interessanti artisti italiani. A chiudere. ancora
gioventù con SWIFFER AND THE ROOTS OF FUNK. Il sassofonista Angelo Arieta, talento
assoluto nato e cresciuto nella Dirty Old Town della Pigna, accompagnato dagli esponenti di quello
che ormai si può definire il Funk sanremese.
GIOVEDI’ 1 AGOSTO: la tecnica Vs la potenza
CINALSKY è probabilmente il più interessante vocalist cittadino, mai banale ed in possesso di una tecnica assolutamente personale: così comincia la seconda serata. Segue il progetto ventimigliese
di AMADO, dove Diego Pani mette in pratica la sua passione musicale modernissima, quasi una risposta ponentina alle hit radiofoniche dell’indie italiano. Dietro lo pseudonimo di JOLIE si
nasconde la “fotografa della luce” Giulia Russello, già autrice di tantissimi scatti fotografici ufficiali in edizioni passate, ora protagonista dell’altra sua arte, quella musicale, una piccola Alanis
Morrissette nostrana autrice di brani originali. Ed ancora una proposta “Black Music” a scaldare le
vecchie pietre di SanCo: NICHOLAS GROOWERS, Un po’ di Soul, un po’ di reggae, un goccio di hip hop, tutto lo scibile “Black” insomma, preludio alla potenza alternative rock dei ventimigliesi
NOMOREMARIO, splendida realtà ora anche padrona della propria etichetta musicale (Haji e Man on the Hills gli altri artisti rappresentati), potenza legata ad emozione pura.
VENERDI’ 2 AGOSTO: la folgorazione
Aprono le canzoni di tutti i giorni raccontate con un pizzico di ironia de IL TEATRO DI PAN dietro il quale si nascondono importanti esponenti della scena cittadina (tra gli altri Steve Foglia e Christian
Gullone). Poi la scossa degli URAGANO, autodefiniti Weird music Lo-Fi, una scossa sicuro con uno dei generi meno definibili del mondo Rock. Assolutamente definibile invece SPACE-T ROCK
BAND, occasione assolutamente unica di godere della grande interpretazione chitarristica di uno dei più grandi musicisti e produttori Ponentini degli ultimi 40 anni: DARIO MOLLO, accompagnato da altri eccellenti interpreti (tra gli altri ANDREA BIANCHERI) per una esibizione originale con forti
sapori Heavy Metal dell’epoca d’oro degli anni 70. Chiude la serata la grande reunion in salsa Rockabilly dei BERMUDAS, per finire a ballare i ritmi americani anni 50, anche qui occasione unica di godere di un gruppo non più stabilmente attivo vista la lontananza dei musicisti.
SABATO 3 AGOSTO: il gran finale
Davvero un gran finale con un opening Act di grande livello come GRAZIANO ROMANI,cantautore emiliano appena uscito con il primo live della sua lunghissima carriera trentennale iniziata con i Rocking Chairs nel 1981. La sua voce scalda e vibra nel cuore e, qui a Rock in The Casbah, non è una novità assoluta, avendo già aperto la rassegna qualche anno fa: rock, blues, country come fosse un Dylan emiliano.
Preludio all’esplosione di note di STEF BURNS qui accompagnato dal chitarrista savonese MANUEL BONI e dai MULLERS. Uniti nel progetto “BEST OF GUITAR”. L’idea nacque 25 anni fa con lo spettacolo LA NOTTE DELLE CHITARRE, ideato dal batterista Max Fiorilli Muller: l’intenzione era quella di riunire i migliori chitarristi italiani. Dopo anni di esperienza nasce il nuovo show, Best of Guitar appunto, con grandi chitarristi che partecipano a turno. E la star della serata è il grande STEF BURNS uno dei più importanti esponenti internazionali, già membro delle band di Vasco Rossi, di Alice Cooper, di Huey Lewis and the News, Solista e frontman della Stef Burns
Band prima e della Stef Burns League poi. Ora con il batterista degli Evanescence Will Hunt e con il bassista e cantante Todd Kerns è attivo con il gruppo HEROES AND MONSTER.
Una serata importante, adatta per festeggiare i 25 anni con i presupposti con i quali la rassegna è nata e si è consolidata nelle estati sanremesi. Una storia di chitarre e voci, bassi e batterie che ha
attraversato una generazione intera, una rassegna che ha unito le star ai giovani virgulti nostrani, come se non ci fosse la barriera ma solamente lo stesso stage strano ed inusuale come quello
della terrazza bombardata di San Costanzo bonificata negli anni 90 del secolo scorso.
Il finale, come già provato nella scorsa edizione, non vedrà le musiche dei dj a far ballare ma un gruppo vero e proprio. I Francesi THE JERRYCANS, esplosivi ragazzi della vicina Costa Azzurra
ispirazione Soul Funk con tanto “Pino Daniele”nel cuore.
Direzione Artistica LARRY CAMARDA
Per tutte le serate si consolida la collaborazione con SIMONE CARIDI e SIMONE SARCHI, una vera e propria regia per creare un palco unico di musica ed immagini. WIR IUM e SLAVO, non solo
dj, ma veri e propri conduttori della colonna sonora tra uno show e l’altro. La voce che accompagna è sempre quella di SIMONE PARISI
Direzione Palco FEDERICO MOTTA. Scenotecnico PAOLONE CARIDI
Organizzazione Associazione FARE MUSICA in collaborazione con il Comune di Sanremo - Assessorato al Turismo e Manifestazioni. (GIANCARLO FORTE, ENZO CIOFFI, LARRY
CAMARDA, SIMONE PARISI)
INIZIO SPETTACOLI ORE 21.45
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Lecce: partiti i lavori della pista ciclabile tra la città ed Ecotekne
Lecce: partiti i lavori della pista ciclabile tra la città ed Ecotekne. Sono cominciati i lavori di realizzazione del percorso ciclabile che collegherà la città e il polo universitario di Ecotekne, che corrispondono al secondo lotto della "Rete ciclabile universitaria", finanziata dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il collegamento ciclabile tra Ecotekne e la città impegnerà 3,91 chilometri di percorso e sarà realizzato attrezzando quelle che attualmente sono strade scarsamente utilizzate dalle automobili o precluse al traffico veicolare eccetto frontisti, dunque già a prevalente utilizzo da parte di ciclisti e podisti. Qui sarà installata segnaletica orizzontale e verticale dedicata ai ciclisti e illuminazione stradale, per garantire indicazioni chiare e sicurezza stradale. La scelta di questo percorso, che si svolge lungo un itinerario pregevole dal punto di vista paesaggistico, è dettata anche dall'impossibilità di realizzare percorsi ciclabili protetti su tratti di strada di proprietà Anas – come la rotatoria per l'ingresso in Tangenziale Ovest – dove vi è un intenso traffico automobilistico. Il collegamento ciclabile tra la città ed Ecotekne partirà dalla strada comunale "Tufi" – dove è presente un ingresso carrabile del complesso universitario – per poi attraversare la SP6 Lecce Monteroni e attraverso via Enzo Ferrari congiungersi a via Vecchia Copertino all'altezza della chiesa della Madonna del Pisello. Imboccata la strada ciclabile di via Vecchia Copertino i cittadini in bicicletta sottopasseranno il viadotto della Tangenziale Ovest, fino all'altezza del Parco Archeologico di Rudiae, dove il percorso si congiunge con l'esistente percorso ciclabile che arriva a via San Pietro in Lama. Anche quest'ultimo tratto di via Vecchia Copertino, che congiunge il Parco Archeologico di Rudiae con via San Pietro in Lama, della lunghezza di 1,2 chilometri, sarà interessato da lavori. Qui sarà installato un impianto dedicato di pubblica illuminazione per garantire la visibilità del percorso ai ciclisti urbani. Il secondo lotto progettuale della Rete ciclabile universitaria prevede anche due interventi nel centro urbano. I l primo, della lunghezza di 510 metri, connetterà il Tribunale civile e il terminal del Foro Boario con il complesso degli Olivetani e il Parco di Belloluogo. Sul primo tratto di viale Porta d'Europa sarà realizzata una pista ciclabile bidirezionale in sede propria che si connetterà all'attraversamento pedonale rialzato già presente e, dall'altro lato della strada continuerà su via Indino, via Vespasiano Genuino e l'incrocio con via Carluccio. Qui la pista si diramerà da un lato verso l'ingresso del Cimitero e dall'altro si collegherà con il terminale della esistente pista ciclabile di via San Nicola. Infine, in via Brenta è prevista la realizzazione della connessione tra l'esistente pista ciclabile bidirezionale su marciapiede in via Po e la pista ciclabile bidirezionale in sede propria di via Adriatica-San Nicola in fase di realizzazione con un altro progetto. «A ottobre del 2021 insieme al Rettore Pollice e ad altri docenti di Unisalento, che ringrazio, percorremmo la strada che oggi sarà attrezzata individuandola come ottimo collegamento tra Ecotekne, la città e la pista ciclabile che da Monteroni raggiunge il campus. Oggi quell'intuizione comincia a diventare realtà grazie alla collaborazione e al gioco di squadra – dichiara l'assessore alla Mobilità sostenibile Marco De Matteis – Saranno lavori di messa in sicurezza, di posa della segnaletica e di illuminazione di strade che attraversano la campagna e il paesaggio tra la città ed Ecotekne, gradevoli da percorrere oltre che adatti ad assicurare una congiunzione ciclabile veloce per chi studia o lavora in Università».... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Appuntamento a Roma sabato 14 ottobre 2023 con la ItalianAttori e i Giornalisti Rai. Sabato 14 ottobre alle ore 10.30, al campo SSD Polisportiva Bettini, la Nazionale Italiana Jazzisti ONLUS celebrerà “Dieci anni di calcio, musica e solidarietà” in un triangolare con la ItalianAttori e la Nazionale Giornalisti RAI. In questa prima decade di attività le iniziative promosse dalla Nazionale Italiana Jazzisti hanno consentito di raccogliere più di centomila euro, devoluti interamente ad associazioni sparse in tutto il territorio italiano. Sono state molte le squadre di calcio affrontate: dalla Nazionale Cantanti alla Nazionale Sacerdoti, dalle vecchie glorie del calcio alla Nazionale Terremotati e poi la Nazionale Avvocati, quella degli Psicologi, quella dei Veterinari, i Giornalisti di RAI Sport e molte altre formazioni. «Tra le tante soddisfazioni», racconta Costantino Ladisa (Presidente della Nazionale Jazzisti), «quella che più ci rimane nel cuore è avere contribuito alla ricostruzione della Casa della Musica di Amatrice, che permette alla città, gravemente colpita dal terremoto del 2016, di avere ancora uno spazio inclusivo e vivace per coltivare le attività musicali». La Nazionale Italiana Jazzisti scenderà in campo con artisti del calibro di Max Paiella e Attilio di Giovanni (direttamente dal “Ruggito del Coniglio”), Jacopo Ferrazza, Nicola Angelucci, Paolo Grillo (alias Giovanni all’Heavy), Costantino Ladisa, Luca Rizzo, Gianni Taglialatela, Fabrizio Salvatore e molti altri nomi importanti del panorama jazzistico italiano, mentre la ItalianAttori affronterà le squadre con Daniele Pecci, Enzo De Caro, Paolo Sassanelli, Jonis Bascir, Antonio Serrano, Pietro Masotti, Andrea Rivera, Paolo Romano, Alessio Chiodini e tanti ancora. La Nazionale giornalisti RAI non sarà da meno e schiererà fra gli altri: Americo Mancini (Radio RAI Uno), Fabrizio Tumbarello (RAI Sport), Maurizio Severino (RAI Parlamento) e Mario Sileoni (TG2). Con l’occasione verranno presentate le nuove divise della Nazionale Italiana Jazzisti realizzate grazie al contributo e alla collaborazione con NET INSURANCE e GIVOVA. La Nazionale Italiana Jazzisti Onlus nasce nel 2013 grazie a due operatori del settore che incontrandosi rivelano il loro sogno comune: una nazionale del jazz italiano: «Togliamoci gli strumenti e mettiamoci gli scarpini». Detto fatto, il sogno pian piano diventa realtà. Nel luglio 2013, proprio nel giorno dell'inaugurazione dell’Umbria Jazz Festival, una bozza di quella che attualmente è una realtà viva, entusiasta e felice scende in campo nel mitico stadio Curi di Perugia, e incontra la Nazionale Italiana Cantanti. Da quel giorno molte partite sono state giocate e altrettanti concerti sono stati organizzati. L’Associazione della ItalianAttori si costituisce nel 2006. La squadra nasce da una scissione della vecchia Nazionale e porta con sé alcuni fra i nomi più influenti del cinema e della televisione italiana, fra i quali Enzo Decaro, Luca Zingaretti, Pietro Sermonti, Cesare Bocci, Paolo Conticini, Paolo Calabresi, Marco Risi, Matteo Garrone, Daniele Pecci; e ancora Jonis Bascir, Antonio Serrano, Marco Vivio e Edoardo Leo. Fra il 2007 e il 2010 sono stati devoluti in beneficenza centinaia di migliaia di euro. Nel 2013 ha ricevuto l’Encomio da Roma Capitale e da You Man Right per l’ammirevole sostegno alle iniziative educative e culturali a favore dei Diritti Umani ONU e anche della Solidarietà Sociale. Presidente dell'Associazione Daniele Pecci, Direttore Generale Antonio Serrano, allenatore Federico Tessicini. L’Associazione Calcio e Solidarietà Giornalisti Rai nasce nel giugno 1996 da un’idea di Carlo Picone (1944-2003), compianto giornalista del TG2. Da allora ha giocato più di centottanta partite e raccolto oltre quattro milioni di euro per beneficenza, con eventi che si sono svolti sia in Italia sia all’estero, toccando i più importanti stadi di serie A e B. L’ACS Giornalisti Rai è testimonial Unicef, l’organizzazione delle Nazioni Unite a cui viene devoluto il 15% del ricavato di ogni partita.
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NOVARA JAZZ 2023 DIARY: BLUEGRASS, SALIS, INSULAE SONGS, TERRE BALLERINE E CHURCH OF SOUND (parte II)
(segue) La domenica di Novara Jazz si apre con un duo immarcescibile del jazz italiano ovvero Antonello Salis e Sandro Satta, a Villa Caccia di Romagnano Sesia. Sono subito fuochi d’artificio, già dall’inizio quando Antonello Salis percuote una vecchia scatola di biscotti all’interno della cassa armonica del suo pianoforte e Sandro Satta imbraccia un’arma (dal fascino) letale come il suo sax. E qui abbiamo tutto ricerca e melodia, sperimentazione ed elegia…Loro, come tutti i grandi, sanno amalgamare in unico pezzo l’Oriente e l’Occidente, l’alpha e l’omega del jazz. Sei pezzi in rapida sequenza, da brani originali a Coltrane senza soste, dove il principio e la fine si confondono in una meraviglia che non ha confini, in un jazz completo e senza fronzoli, suonato da Salis prima al piano e poi alla fisarmonica, con un richiestissimo bis che, come il famoso bacio, ti fulmina sul ring. Il tempo di un cambio strumenti ed ecco che nel suggestivo Museo Storico Etnografico di Villa Caccia, sempre a Romagnano Sesia, è la volta di un duo composto da Salvatore Maltana e Marcello Peghin con il progetto “Insulæ Songs”, se così si può dire, “commissionato” da Paolo Fresu e che va alla ricerca degli elementi musicali comuni dei paesi del Mediterraneo. Infatti è sorprendente ascoltare sonorità molto simili che appartengono a paesi diversi, dal Portogallo (anche se geograficamente non appartenente all’area mediterranea) alla Grecia, passando per la Sardegna; ed è così che con “Safesta”una suite composta sulle sonorità tradizionali dell’isola, che inizia con una Ave Maria e si conclude con una danza, che si chiude anche il secondo concerto della giornata. La “Novara Jazz caravan” si trasferisce quindi a Maggiora, nella Villa Antonelli, per “Terre Ballerine” di Anaïs Drago, un progetto seguito da Enrico Bettinello che si occupa delle produzioni di NJ. Con Anaïs Drago ai violini, ci sono Federico Calcagno ai clarinetti e Max Trabucco alla batteria. Particolarmente ispirata la giovane violinista, crea una atmosfera molto particolare con composizioni ispirate ad opere d’arte (Klee e Boccioni), in bilico tra un jazz pervaso di ricerca e molti ammiccamenti alla classica. “Terre Ballerine” fa riferimento alla particolare conformazione del suolo di una zona intorno a Montalto Dora, dove esistono delle torbiere “elastiche”, ma anche metaforicamente alla instabilità, come tipicità dell’atto creativo. La serata di domenica è dedicata al progetto “Church of Sound”, modellato sul format londinese della St.James the Great Church, che prevede un concerto in un luogo sacro (per altro, Novara Jazz porta da anni concerti in luoghi sacri, anche prima dell’esperimento di East London). Il concerto di quest’anno dell’arpista ucraina Alina Bzhezhinska con il suo quartetto londinese, decimato da uno sciopero delle compagnie aeree che ha impedito l’arrivo di Toni Kofy, sostituito da Filippo Orefice al sax e di Joel Prime, il cui posto alla batteria e alle percussioni è stato preso da Enzo Zirillo, sostituti assolutamente all’altezza della situazione. Sulla scia delle composizioni di Alice McLeod (conosciuta come Alice Coltrane) e di un’altro mostro sacro dell’arpa jazz, ovvero Dorothy Ashby, Alina Bzhezhinska ci mette proprio poco a trasformare la grande navata della Basilica di San Gaudenzio in una enorme cassa armonica, percorsa da un jazz caldo ben amalgamato con uno spiccato accento ritmico, pur non privandosi di momenti lirici di grande impatto, come nel pezzo dedicato alle sofferenze del popolo ucraino, ma mantenendo l’omaggio nei binari della sobrietà e senza la minima ombra di retorica commemorativa. Grande stile dell’arpista e magnifico amalgama dell’arpa in ritmi che qualche volte, assumono addirittura la tipicità del sound del jazz latino. Primo weekend del ventennale di Novara Jazz, da incorniciare.
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Rui Costa dà una lezione a Enzo Fernandez, la delusione è enorme: “Non piangerò per lui”
DIRETTA TV 2 Febbraio 2023 Il presidente del Benfica Rui Costa ha spiegato come è andata in porto la trattativa per la cessione di Enzo Fernandez al Chelsea, senza nascondere la delusione. 1 CONDIVISIONI Il presidente del Benfica, e vecchia conoscenza del calcio italiano, Rui Costa non ha certo usato giri di parole per parlare della cessione del gioiellino Enzo Fernandez al Chelsea. Un colpo…
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“ La dogana era un edificio giallo, cinto da cancelli. Sulla facciata lo stendardo bianco a gigli d’oro. Imprecazioni, urla, strazio di lamenti: truppa in giamberga blu e giberne bianche teneva a bada, oltre i ferri, la folla che premeva per entrare. «Mannaggia. Mannaggia» l’espressione più frequente. «Fa’ ampresso! Fa’ ampresso!» gridarono stralunati, grondanti sudore, i soldati, cercando d’aprir strada al postiglione, che spingeva con frustate cieche. Scesero, frastornati, si strinsero tra loro. Tio Antonio andò a parlamentare con uno di quei militari, il quale ostentava esagerato rispetto: faceva inchini, accennava con la testa. Titìo cavò la borsa. «Monsignore occellenza monsù» recitò il soldato, raddoppiando riverenze, poi sparve. Di lì a un istante titìo venne assalito da cavalli, vetture e sudici cocchieri in farsetto, nappe rosse ai cappelli. Si dibatté fra gli energumeni. Riemerse, aiutato da uno di loro, mentre gli altri sputavano in terra e minacciavano, con brutti gesti delle mani. Il vetturino districò una vecchia carrozza da città, verde, con rozzi fregi dorati agli sportelli. Sudato, ansante, tio Antonio urlò: «Facciamo presto, per carità! Cosa sapevo che in questa città indemoniata oggi è la festa della Piedigrotta!». Si pigiarono. Titìo per lasciar spazio s’avventurò in serpa, accanto al cocchiere. Questi era un vecchio magrissimo, occhi caldi. Gli mancavano quasi tutti i denti, ma sorrideva sempre. «Jammo, Zizi’» gridò al cavallo, con voce sottile. Appariva prudentissimo, per la ripida discesa non fece che dare martinicca. Senza esserne richiesto, offriva continuamente spiegazioni, in tono misto d’orgoglio, cortesia, furbizia. «Llà ’ncoppa. A mano destra» disse, indicando al sommo d’una collina fitta d’alberi un solitario palazzone bianco, con poche finestre illuminate. «Capo de Monte. La reggia nuova de Tata nostro.» Sentì titìo domandare: «Tata? Che? Tata?». «Tata è... lo pate. Il padre. In una famiglia lo pate comanda e provvede pe’ li figli. Dio comanda e provvede per tutte ll’uommene. Lo re comanda e provvede per tutta la gente de chisto casalone. È comme a Dio e comme a lo pate.» «Ah.» «Però, monzù» proseguì il vecchio, con amico rimprovero. «Non era la jornata per scendere a Napole!» La vettura tremò per esplosione di fracasso infernale. Il cocchiere si trasformò, prese a vibrare sferzate a destra e a sinistra, con cattiveria, e a lanciare insulti. Eran giunti al termine della discesa e lì davvero cominciava Napoli. “
Enzo Striano, Il resto di niente, Mondadori (collana Oscar Classici Moderni n° 199), 2011¹¹; pp. 20-21.
[1ª Edizione originale: Loffredo edizioni, Napoli, 1986]
#Enzo Striano#Il resto di niente#letture#leggere#Piedigrotta#Eleonora de Fonseca Pimentel#Napoli#Campania#narrativa#Repubblica Partenopea#romanzo storico#illuminismo#libri#Storia delle donne#Settecento#XVIII secolo#emancipazione#citazioni letterarie#anni '80#letteratura italiana#Rivoluzione#scrittori napoletani#Italia meridionale#Storia d'Italia#plebe#letteratura italiana del '900#religiosità popolare#monarchia#intellettuali meridionali#letteratura partenopea
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FERRARI GT 330 2+2 I serie
ANNO : CHILOMETRI : POTENZA : CILINDRATA : ALIMENTAZIONE : CAMBIO : CILINDRI : ESTERNI/INTERNI : Maranello, 11 gennaio 1964. E la data dell’annuale conferenza stampa di Ferrari. Quasi sicuramente la maggior parte dei circa duecento giornalisti ammessi al sempre atteso appuntamento alla corte del Commendatore è lì per scoprire la nuova Formula 1 con motore 12 cilindri contrapposti, 1,5 litri di cilindrata a iniezione elettronica Lucas. Ma Enzo Ferrari ha altre cose più importanti da mostrare e il momento clou della conferenza è quello della presentazione del nuovo modello stradale. Si chiama “330 GT 2 +2” e adotta il 4 litri tipo 209. La granturismo 330 si affianca alle altre vetture in produzione in quel momento: la “250 GT 2 +2”, la “250 GT Berlinetta” e la “250 Le Mans” (la produzione della 250 GT 2+2 verrà perô interrotta dopo pochi mesi). Sempre durante la conferenza, Ferrari svela che è in fase di sviluppo un altro modello stradale di grossa cilindrata, prodotto in pochissimi esemplari (la “500 Superfast” che verrà presentata al Salone di Ginevra dello stesso anno). La 330 GT presentata ai giornalisti è di colore bianco ed è un esemplare di pre-serie; ma al momento della conferenza la nuova GT e già in produzione. Del resto, perché perdere altro tempo? Tutti gli esperimenti di “portare su strada” il motore 4 litri sono già stati fatti in precedenza, a cominciare dall’inverno 1959, quando é nata la “400 Superamerica” speciale realizzata appositamente per Giovanni Agnelli (telaio n. 1517 SA) e apparsa in pubblico a! Salone di Torino di quello stesso anno. Il 4 litri e poi passato sulla 250 GT 2+2 dando vita alla “330 America”. Questa vettura, identica al coupé 2 + 2, ha una vita estremamente breve e viene prodotta in una cinquantina di esemplari. Alcuni di essi si distinguono esternamente per la presenza della scritta America ml cofano posteriore. La 330 GT 2+2, più che il colpo d’artista, é dunque il risultato di una costante evoluzione, ma al momento della sua presentazione risulta comunque una Ferrari nuova. A cominciare proprio dal motore. In effetti il 4 litri tipo 209 della 330 GT oltre alla cilindrata ha ben poco in comune con quello della 400 Superamerica (tipo 163). Quando infatti, alla fine degli anni Cinquanta, Ferrari si era deciso ad avviare il progetto 4 litri, si erano presentate due possibilità: lavorare sulla base del motore a blocco lungo di Aurelio Lampredi o sviluppare ulteriormente il più compatto e leggero gruppo nato nel 1946 da Gioachino Colombo. Il glorioso propulsore di Colombo viene preferito, anche perché su di esso si erano già spese molte e molte ore di ricerca e il 12 cilindri a V di 60° non aveva più segreti per il reparto progettazione. Il lavoro inizia nel 1959. Vengono aumentate le dimensioni del blocco motore che è così in grado di ospitare un albero con raggio di manovella più lungo. La corsa sale a 71 mm e viene abbinata a un alesaggio di 77 mm (il massimo ottenibile ml motore di Colombo). La cilindrata risulta così di 3967,4 cm3. Nasce in questo modo il tipo 163. Un buon motore complessivamente, ma si può fare di meglio. Il 4 litri prima generazione infatti, se non denuncia particolari anomalie nell’uso stradale, quando viene impiegato in condizioni pin severe durante le competizioni manifesta una certa tendenza a surriscaldarsi. Ci Si deve lavorare ancora sopra. Si ricorre allora a un blocco più lungo che permette di portare la di- Stanza fra gli assi dei cilindri da 90 a 94 mm. In questo modo il liquido refrigerante circola meglio e i problemi di surriscaldamento Spariscono. Per il resto tutto rimane uguale e soltanto un occhio superesperto e in grado di riconoscere questa evoluzione (denominata ufficialmente tipo 209) dal tipo 163, da cui si differenzia esternamente per la presenza di una nuova pompa dell’acqua, comandata ora da una cinghia che ha richiesto l’adozione di un nuovo carter anteriore, e per la presenza di un alternatore di 40 Ah che ha rimpiazzato la vecchia dinamo. Per la 330 GT, la Ferrari dichiara una potenza di 300 CV a 6600 giri/ mm. Il rapporto di compressione è di 8,8:1 e l’alimentazione è assicurata da 3 carburatori invertiti doppio corpo Weber 40 DFI. Gli organi di trasmissione, sostanzialmente identici a quelli della 250, sono stati abbondantemente rinforzati per reggere all’aumento di potenza. Il cambio a quattro rapporti con overdriveLaycock sulla quarta è stato modificato: l’overdrive si disinserisce automaticamente passando a un rapporto inferiore. Il telaio mantiene la tradizionale architettura di tubi a sezione ovale saldati elettricamente con quattro attacchi per il motore. Il passo perô è pii lungo di 50 mm rispetto a quello della 250 GT 2+2 e a quello dell’ultima versione della 400 Superamerica. La sospensione anteriore è a ruote indipendenti con trapezi, molle elicoidali e barra stabilizzatrice, quella posteriore ad assale rigido con balestre semiellittiche, bracci longitudinali e molle elicoidali. Gli ammortizzatori sono Koni regolabili. I freni, a disco sulle quattro ruote, sono Dunlop, con una più efficace protezione contro la pioggia. Il circuito anteriore e quello posteriore sono indipendenti, ciascuno con il proprio servofreno a depressione. Stilisticamente, la 330 GT 2+2 è una Ferrari di rottura che ha perduto buona parte del carattere felino e aggressivo tipico delle Ferrari di Pininfarina per vestirsi di panni più sobri, più borghesi, che non mancano di stupire lo stesso Sergio Scaglietti, che, dopo aver visto il disegno della 330, dice: «Siamo tutti terrorizzati ogni volta che Pininfarina ci presenta un nuovo disegno, perché ogni volta abbiamo l’impressione che il pubblico non potrà mai apprezzarlo. Pro getti ben più arditi e innovativi una volta realizzati si sono rivelati già vecchi. E invece è sempre la stessa storia: Pin infarina ha la straordinaria capacità di capire e interpretare i gusti del pubblico. Così accadrà anche per la 330: fra qualche mese se ne avrà la conferma.» L’ottimismo di Scaglietti non trova perô conforto nel giudizio dei più “caldi” appassionati ferraristi che sembrano non gradire molto l’adozione dei quattro fan anteriori (giudicata come una troppo facile concessione al gusto estetico del momento) e la coda di forma tondeggiante. La 330 viene rivelata al grande pubblico per la prima volta in occasione del Salone internazionale dell’automobile di Ginevra, svoltosi dal 12 al 22 marzo 1964. In quell’occasione la Pininfarina diffonde un comunicato stampa che descrive in dettaglio la nuova GT di Maranello. «(...) Il profilo di questa vettura è stato particolarmente studiato, sia nella linea generale che nei dettagli, avvalendosi del risultati delle prove aerodinamiche eseguite nella galleria del vento del Politecnico di Torino. La parte anteriore, pur conservando la classica maschera Ferrari è di nuovo disegno, filante e aerodinamico. Tutta la superficie del cofano, sino al raccordo con la calandra, presenta la linea deportante tipica delle vetture Ferrari-Pininfarina. «I gruppi ottici anteriori — Si legge nel comunicato — sono composti da due coppie di fari a diametro diverso; quelli di maggior diametro funzionano da anabbaglianti e tutti e quattro insieme come proiettori di profondità. Essi sono incassati all’estremità del parafanghi e, racchiusi in un ‘unica cornice cromata, presentano un motivo stilistico originale. In particolare, tale sistemazione consente una visibilità notturna eccezionale, che risponde pienamente alle esigenze imposte dalle altissime prestazioni della vettura.» «La fiancata, leggera e filante — aggiunge ancora la Pininfarina — presenta un caratteristico motivo a diedro che mette in risalto la linea di cintura e ne sottolinea il profilo. Le maniglie della porta sono incassate ne/la carrozzeria al fine di evitare ogni sporgenza pericolosa. Il padiglione, sottile e slanciato, e a luminosità quasi totale, si raccorda morbidamente con la parte posteriore. La coda presenta, a sua volta, un diedro leggermente più pronunciato ne/la parte posteriore, che facilita la manovra di apertura del baule. Quest’ultimo, di dimensioni notevoli, offre un ampio spazio per la sistemazione del bagagli. I gruppi ottici posteriori di disegno orizzontale, sono alloggiati all’estremità della coda, completamente incassati ne/la carrozzeria e convenientemente protetti dai paraurti avvolgenti (...).» Il comunicato prosegue poi con la descrizione degli interni. «La plancia portastrumenti rivestita in pelle e imbottita con gommapiuma ne/la parte superiore e inferiore, offre una razionale disposizione degli apparecchi, del cassetto ripostiglio e dei vari comandi. Gli strumenti di bordo, di disegno nuovo e originale, sono perfettamente visibili al pilota e ogni riflesso fastidioso per la guida è stato evitato, Notevole l’impianto di aerazione interna che permette di convogliare e di distribuire nell’interno della vettura aria calda e fredda a portata regolabile, per mezzo di due prese d’aria sistemate anteriormente. Un’ulteriore presa d’aria al/a base del parabrezza consente di immettere aria fresca nell’abitacolo attraverso due bocchette interne a portata e direzione regolabili.» «Le portiere — continua la descrizione — presentano, all’interno, 11 congegno di apertura completamente incassato e un appoggiabraccia con maniglia d’appiglio incorporata, imbottita e di nuovo disegno. Esse sono altresì dotate di una spia luminosa che si accende al/’atto della loro apertura. La parte interna del padiglione è stata realizzata con un rivestimento imbottito — di elegante disegno a coste longitudinali — che consente un ottimo isolamento, sia termico che acustico e sottrae pochissimo spazio all’abitabilità interna. Esso è stato realizzato senza l’impiego di centine metalliche di sostegno, eliminando così questa fonte di pericolo in caso d’urto.» «Come indica la denominazione “Coupé 2 + 2” — conclude la Pininfarina — la vettura è dotata di due sedili anteriori, molto comodi e avvolgenti, con schienali regolabili. Posteriormente sono sistemati altri due posti con al centro un appoggiabraccia provvisto di posacenere.» Le reazioni della stampa specializzata all’apparire della nuova granturismo Ferrari sono quasi tutte concordi: sul motore niente da dire, ma quella carrozzeria è così poco Ferrari... L’autorevole Gregor Grant del settimanale inglese Autosport, dopo aver provato la 330 messagli a disposizione da Ronnie Hoare, il famoso importatore e distributore delle vetture di Maranello nel Regno Unito, scrive che nonostante ogni centimetro della carrozzeria riveli 11 genio di Battista Pininfarina si sarebbe aspettato un po’ più di originalità nella realizzazione della parte anteriore e della coda che risulta un po’ rozza Read the full article
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Il sessismo di Filippo Facci contro Selvaggia Lucarelli di ENZO BOLDI È sicuramente da censurare il post Twitter pubblicato da Filippo Facci contro Selvaggia Lucarelli. Il giornalista ha attaccato la sua collega – perché, anche se a lui non sta bene, chiunque iscritto all’Odg è un giornalista – per un articolo pubblicato su Il Fatto Quotidiano in cui si critica aspramente l’assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera. Un qualcosa che proprio non è andata giù al 52enne di Monza che ha replicato con i classici toni e cliché sessisti. Facci insulta Selvaggia Lucarelli, tirando in ballo concetti profondissimi: «portasfiga» e «Le tette da vecchia matrona». «Cambiatemi lavoro, datemi la pensione anticipata, qualsiasi cosa pur di non correre il rischio che un demente possa pensare che questa gossipara che porta male a tutto e tutti, nota per le sue tette da vecchia matrona, possa essere accomunata allo stesso mestiere che faccio io», ha scritto Filippo Facci sul suo profilo Twitter allegando lo screenshoot dell’incipit dell’articolo di Salvaggia Lucarelli sul Fatto Quotidiano. Se Filippo Facci insulta Selvaggia Lucarelli, Selvaggia Lucarelli denuncia Filippo Facci. E non solo. La giornalista di TPI e de Il Fatto Quotidiano ha annunciato un’azione civile contro il suo ‘collega’, ma anche contro chi ha ‘cuoricinato’ quel post sessista e ha commentato con lo stesso sprezzo.
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Voglio accompagnar la mamma a passeggiar su di una carrozzella come allor quando con papà s’andava giù in città ed io non ero che un ragazzo ancor! Al ritmo della carrozzella, clicchetì – clicchetì – clicchetà. la vecchia strada par più bella, clicchetì – clicchetì – clicchetà! Ritornano i ricordi di tutto ciò che fu, I sogni della gioventù… Che importa se più tardi a casa arriverò? La dolce infanzia rivivrò! Al ritmo della carrozzella clicchetì – clicchetì – clicchetà, la vita sembra assai più bella, clicchetì – clicchetì – clicchetà (Enzo Luigi Poletti) #sanremo52 #festivaldisanremo #sanremo https://www.instagram.com/p/B4zLDPwIBzf/?igshid=1wikd146231pv
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PINOCCHIOCCHIO’: AL VIA LE RIPRESE CON ENZO SALVI E MAX CAVALLARI NEI RUOLI DEL GATTO E LA VOLPE
PINOCCHIOCCHIO’: AL VIA LE RIPRESE CON ENZO SALVI E MAX CAVALLARI NEI RUOLI DEL GATTO E LA VOLPE
Al via le riprese di Pinocchiocchiò, la nuova serie comica by MAX ADV PRODUCTION di Massimiliano Triassi che vede come interpreti del mitico duo “Il Gatto e La Volpe” Max Cavallari ed Enzo Salvi , due big della Italian Comedy. Location prescelta per il set della prima fase di lavorazione, l’antico e suggestivo borgo medioevale di Caserta Vecchia. Il progetto scritto da Salvatore Turco, Marco…
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A Pistoia la discesa della Befana in piazza del Duomo compie 30 anni
A Pistoia la discesa della Befana in piazza del Duomo compie 30 anni La Festa della Befana a Pistoia compie 30 anni. Un bel traguardo per la vecchietta amata da grandi e piccini che ogni anno in piazza del Duomo regala emozioni, sorrisi e gioia. Dopo la ripresa lo scorso anno di uno degli eventi più attesi in città (nel 2021 e 2022 fu sospesa a causa della pandemia), sabato 6 gennaio torna questa giornata speciale per bambini, genitori e nonni che chiuderà le festività natalizie. Una manifestazione ancora viva e piena di magica allegria per chi è bambino e per chi lo vuole restare, in nome di una tradizione che, come la Befana, è vecchia ma non invecchia mai. Il programma inizierà il 6 gennaio a partire dalle ore 16.15 in piazza del Duomo con l'animazione di Lorenzo Branchetti di Rai Yoyo che ogni giorno conduce il programma per bambini La posta di Yoyo. In attesa della discesa della vecchietta, musica italiana con L'orKestraccia Light formata da Elio Capecchi (voce e chitarra), Enzo Panichi (batteria), Leo Ricotti (chitarra), Andrea Marianelli (contrabbasso) e Jacopo Ciani (violino). Dal mattino è prevista l'iniziativa Girogioco a cura dei Rioni cittadini. In piazza del Duomo saranno allestiti dei banchi dove i bambini potranno portare un giocattolo in buone condizioni e sceglierne un altro. Prima della discesa della Befana dal campanile della cattedrale di San Zeno, è previsto il saluto delle autorità cittadine tra le quali il sindaco Alessandro Tomasi e il comandante provinciale dei Vigili del Fuoco di Pistoia Fabrizio Priori. Dopodiché inizierà lo spettacolo: la Befana partirà dalla Torre di Catilina per raggiungere il campanile e da qui, da un'altezza di circa 30 metri, scenderà aiutata, come di consueto, dal Comando provinciale dei Vigili del Fuoco e dall'Associazione nazionale Vigili del Fuoco di Pistoia. «Sono 30 anni che a Pistoia si svolge la Festa della Befana e a distanza di così tanto tempo questa manifestazione è sempre una grande attrazione per i pistoiesi, ma anche per i turisti presenti in questo periodo – sottolinea l'assessore al turismo e alle tradizioni Alessandro Sabella -. Con la ripartenza lo scorso anno, dopo lo stop nel 2021 e 2022 a causa della pandemia, anche questa edizione della Festa della Befana, che fa parte della nostra tradizione, chiuderà le festività natalizie con un'atmosfera piena di incanto e stupore per tutti coloro che saranno presenti in piazza del Duomo». Percorsi consigliati, punti di accesso e vie di uscita da piazza del Duomo. Saranno in vigore alcuni accorgimenti e informazioni su percorsi consigliati, punti di accesso e vie di uscita dalla piazza per garantire una maggiore sicurezza e un sereno e più ordinato svolgimento della manifestazione. L'ingresso in piazza del Duomo sarà consentito esclusivamente da via XXVII Aprile (nei pressi della Torre di Catilina) e via Roma, così da permettere un'uscita agevolata in caso di necessità. A partire dalle ore 15 sarà possibile entrare in piazza gratuitamente, fino al limite previsto dalle disposizioni sulla sicurezza. L'ingresso consigliato per persone disabili e carrozzine è da Ripa del Sale dove sono presenti volontari per aiutare a raggiungere l'area a loro riservata davanti alle logge del Palazzo comunale. Per tutta la durata della manifestazione saranno presenti in centro storico numerosi volontari di Croce Rossa Italiana, Croce Verde, Misericordia, Associazione nazionale Polizia di Stato, Associazione nazionale Carabinieri, Associazione nazionale Alpini sezione di Pistoia, Vab, Ente Tutela Ambientale e Associazione Amici della Valdinievole per la gestione dei flussi, dare indicazioni sulle vie di accesso in piazza Duomo e i percorsi di uscita. L'evento è organizzato dall'Associazione nazionale Vigili del Fuoco del corpo nazionale – sezione di Pistoia con la compartecipazione e il contributo economico del Comune di Pistoia e la collaborazione del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco. La discesa della Befana sarà trasmessa in diretta su Tvl a partire dalle ore 17.10 circa.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Andrea Pazienza: fumetti e ritrovamenti per l'immortale artista "ribelle"
I fumetti di Andrea Pazienza sono l'emblema di una mente a dir poco "ribelle" e "brillante". Le sue creazioni sono ancora vivissime ed a riprova di ciò arriva il "ritrovamento" di un murales nella sua casa di famiglia in ristrutturazione. Andrea Pazienza: fumetti e murales ritrovati La scritta "Paz '72", il professor Sandro Visca protagonista dei disegni, le scritte in dialetto sanseverese del padre Enrico. Non ci sono dubbi, il murales ritrovato nella vecchia casa di famiglia della famiglia del fumettista è una grande testimonianza lasciata da un sedicenne Andrea. In realtà, il murales era già "spuntato" dalle pareti della casa nel "lontano" 2003 ma prima di qualche giorno fa non era mai stato mostrato a nessuno. Un grande mistero che è stato poi svelato quasi dopo 20 anni con un video sui social che mostra l'immensa opera artistica di Andrea Pazienza con protagonista la caricatura del professore al liceo di Andrea, Sandro Visca, che diventerà poi uno dei suoi più cari amici. La vita di Paz Solo 32 anni di vita ma capaci di rendere Andrea Pazienza uni dei più importanti fumettisti italiani. Nato a San Benedetto del Tronto nel 1956, Andrea disegna sin da piccolissimo: «Il mio primo disegnino riconoscibile l’ho fatto a 18 mesi, era un orso, questo testimonia quanto era forte in me il bisogno di disegnare»Andrea Pazienza, Il segno di una resa invincibile, Corto Maltese, novembre 1983 Non conclude gli studi al DAMS di Bologna nonostante due esami mancanti ma la città emiliana diventa fondamentale per lui per il legame con il Movimento del '77 durante il periodo della contestazione bolognese. Questo periodo farà da sfondo alle prime pubblicazione di Paz sulla rivista Alter nel 1977. Irriverente e provocatorio, da allora in poi ha segnato profondamente la storia del fumetto e dell’illustrazione italiana: dai personaggi di Zanardi, Penthotal, Pompeo alle riviste di cui fu tra i fondatori come «Il Male» (che ha letteralmente rivoluzionato quello che il modo di fare satira in Italia) e Frigidaire. Non solo fumetti Andrea Pazienza oltre ad essere uno dei più grandi fumettisti italiani, possiamo ammirare le sue creazioni anche tramite copertine di dischi oppure manifesti cinematografici. Pazienza firma i manifesti di film come "Città delle donne di Fellini" nel 1980 e "Lontano da dove" regia di Stefania Casini e Francesca Marciano, nel 1983. Non mancano sue illustrazione per dei videoclip come quello di Milano e Vincenzo di Alberto Fortis e Michelle dei Beatles per il programma di Rai 1 Mister Fantasy. Per quanto riguarda le copertine di dischi: - Robinson di Roberto Vecchioni - S.o.S brothers di Enzo Avitabile - Passpartù della Premiata Forneria Marconi Non mancano suoi lavori anche per il mondo del teatro, realizzando scenografie e ideando locandine, come nel caso dello spettacolo di teatro-danza Dai Colli (coreografia di Giorgio Rossi) della compagnia Sosta Palmizi. Fonte della foto Read the full article
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