#eleganza stilistica.
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"Iridescenze" di Tommaso Cevese: un viaggio poetico attraverso luce e ombra
La nuova antologia di Tommaso Cevese esplora le sfumature dell’esistenza umana con eleganza e profondità
La nuova antologia di Tommaso Cevese esplora le sfumature dell’esistenza umana con eleganza e profondità La poesia di Tommaso Cevese trova nuova vita nella raccolta “Iridescenze”, pubblicata da Guido Miano Editore nella prestigiosa collana “Analisi Poetica Sovranazionale del Terzo Millennio”. Con prefazioni di Enzo Concardi, Floriano Romboli e Gabriella Veschi, l’antologia si presenta come…
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SENSI DELL'ARTE - di Gianpiero Menniti
ARTE STORIA DELLO STILE
Roberto Longhi, piemontese di Alba, classe 1890, è stato uno dei più pregevoli critici d'arte italiani.
Per alcuni, il maggiore.
Non faccio classifiche.
Ricordo solamente il suo concetto del fare artistico:
«[...] l'arte non è imitazione della realtà, ma interpretazione individuale di essa [...] Mentre il poeta trasfigura per via di linguaggio l'essenza psicologica della realtà, il pittore ne trasfigura l'essenza visiva: il sentire per l'artista figurativo non è altro che il vedere e il suo stile, cioè l'arte sua, si costruisce tutto quanto sugli elementi lirici della sua visione.»
Così affermava nella sua "Breve ma veridica storia della pittura italiana", effetto di un compendio proposto da Longhi, tra il 1913 e il 1914, per i maturandi dei licei romani "Tasso" e "Visconti".
Era un giovane laureato.
Ma tenne quell'impostazione per tutta la vita: l'arte nasce dall'arte.
Ed è dunque storia dello stile, o meglio degli stili.
Difficile tenere quel modello concettuale entro solidi margini nella creatività caotica dell'arte contemporanea.
A maggior ragione per chi come me sostiene che l'atto lirico non sia individuale e originale libertà ma il riflesso di una cultura che fa traccia nel tempo facendo del corpo dell'artista il suo strumento espressivo.
Eppure, quando osservo i cosiddetti "illustratori", tra XIX e XX secolo (tra i quali è annoverato Toulouse-Lautrec) che per me sono artisti senza alcuna limitazione, mi sento additato dalle parole di Longhi come in un invalicabile atto d'accusa.
René Gruau, al secolo Renato Zavagli Ricciardelli delle Caminate, riminese dalla nascita avvenuta nel 1909, è tra quelli che più di altri mi mettono in crisi.
Ma che, paradossalmente, concorre a salvare la mia tesi.
Infatti, mentre la sorprendente sintesi stilistica dell'artista italiano attraversa il '900 in un raffinato allungarsi e diffondersi di figure dalla strepitosa e diafana eleganza, corroborando la sentenza longhiana sulla traccia lirica come epicentro dell'arte, quelle apparizioni affascinanti altro non sono che l'espressione dell'estetica del secolo, punto di convergenza delle necessarie concatenazioni causali capaci di rendere riconoscibile il gusto per modelli rappresentativi inequivocabili: rammentano la stampa quotidiana e periodica, la pubblicità, il cinema, la moda di quegli anni ruggenti e tragici, disseminati di straripante follia ed estro creativo.
L'arte emerge dalla vita concreta delle società e dalla grafia delle loro visioni culturali.
Nondimeno, sono un tuffo nel passato recente, con una proiezione nel presente e nel futuro: la linea di Longhi mai spezzata nel suo farsi storico.
Dal fondo, emerge l'essere umano, illuso della libertà e immemore del destino di finitezza assegnata ai confini invalicabili di tempo e di spazio.
Che costui disegna nel colore di un'agognata dimenticanza.
- Le immagini sono un'antologia di espressioni figurative di René Gruau sparse lungo tutto il XX secolo.
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Maniglie Porte Esterne e Interne: Un Dettaglio di Stile e Funzionalità
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Le maniglie delle porte, spesso trascurate ma fondamentali, giocano un ruolo cruciale nell’estetica e nella funzionalità di un ambiente. Esse non solo aggiungono uno stile distintivo ma contribuiscono anche alla comodità e all’usabilità degli spazi. In questo articolo, esploreremo le diverse opzioni disponibili sul mercato, concentrandoci sulle maniglie delle porte esterne e interne, con particolare attenzione alle rinomate Maniglie Olivari.
Maniglie Porte Esterne: Un Benvenuto con Stile
Le maniglie delle porte esterne sono la prima impressione che un visitatore ha della tua casa. Esse non solo devono resistere alle intemperie e all’usura quotidiana, ma devono anche aggiungere un tocco di eleganza al design complessivo dell’edificio. Le Maniglie Olivari per porte esterne sono una scelta eccellente per coloro che cercano la combinazione perfetta tra robustezza e raffinatezza.
I materiali utilizzati per le maniglie esterne sono di vitale importanza. Acciaio inossidabile, ottone e leghe resistenti alla corrosione sono spesso preferiti per garantire una lunga durata e una manutenzione ridotta.Le Maniglie Olivari per porte esterne offrono una vasta gamma di stili, dai design classici a quelli moderni, permettendo di personalizzare l’aspetto della tua casa secondo il tuo gusto personale.
Maniglie Porte Esterne e Interne: Un Dettaglio di Stile e FunzionalitàOltre alle maniglie, i serramenti Finestral sono un elemento chiave quando si tratta di porte e finestre. La scelta dei serramenti giusti è cruciale per garantire la sicurezza e l’efficienza energetica della tua casa. Scegliere serramenti di qualità come quelli offerti da Finestralpuò migliorare non solo l’aspetto estetico, ma anche la sicurezza e l’isolamento termico del tuo ambiente.
Maniglie Porte Interne Olivari: Dove la Bellezza Incontra la Funzionalità
Le maniglie delle porte interne svolgono un ruolo importante nell’ambiente domestico, influenzando il flusso e l’armonia degli spazi interni. Le Maniglie Olivari per porte interne sono celebri per la loro qualità artigianale e il design accattivante. Realizzate con cura e attenzione ai dettagli, queste maniglie aggiungono un tocco di classe e raffinatezza ad ogni stanza.
Un aspetto particolarmente interessante delle Maniglie Olivari per porte interne è la loro versatilità. Con una vasta gamma di finiture e stili tra cui scegliere, è possibile abbinare le maniglie all’arredamento esistente o utilizzarle come elemento distintivo che cattura lo sguardo. Dalle finiture cromate alle tonalità più calde dell’ottone, le opzioni sono praticamente illimitate.
Il Prezzo delle Maniglie Olivari: Un Investimento nell’Eleganza e nella Qualità
La qualità ha un prezzo, si suol dire, e lo stesso si applica alle Maniglie Olivari. Tuttavia, è importante considerare questi acquisti come investimenti a lungo termine. Le maniglie Olivari non sono solo oggetti di design ma testimoniano anche la maestria artigianale italiana. La durata e la resistenza di queste maniglie ne giustificano ampiamente il prezzo.
Al confronto con altre opzioni sul mercato, le Maniglie Olivari offrono un rapporto qualità-prezzo eccezionale. La precisione della lavorazione, la scelta dei materiali e il design senza tempo contribuiscono a giustificare il costo leggermente superiore. Considerale non solo come maniglie, ma come un elemento di design che valorizzerà il tuo spazio abitativo.
Maniglie Olivari per Finestre: Coerenza nell’Eleganza
Per ottenere una coerenza stilistica in tutta la casa, è importante considerare anche le maniglie per le finestre. Le Maniglie Olivari per finestre sono progettate per coordinarsi armoniosamente con le maniglie delle porte, creando un’estetica coesa in tutta la casa. Questo tocco di uniformità contribuisce a dare un senso di continuità e stile.
Le maniglie per finestre devono essere altrettanto resistenti e funzionali quanto quelle per le porte. Le Maniglie Olivari per finestre sono realizzate con gli stessi standard elevati delle loro controparti per porte, garantendo una lunga durata e prestazioni affidabili nel tempo.
Oltre alle maniglie e ai serramenti, un altro elemento fondamentale per il tuo ambiente è la scelta del pavimento. Con opzioni come Iperceramica, è possibile abbinare stile e funzionalità. Materiali di qualità garantiscono resistenza all’usura quotidiana, facilità di pulizia e un aspetto accattivante che si integra perfettamente con il design generale della casa.
Conclusioni
Le maniglie delle porte e delle finestre, insieme ai serramenti Finestral e materiali come Iperceramica, sono elementi fondamentali per definire lo stile e la funzionalità di un ambiente. Le Maniglie Olivari, con la loro reputazione di eccellenza e bellezza senza tempo, rappresentano una scelta ideale per chi cerca il meglio per la propria casa. Sebbene il prezzo possa essere leggermente superiore rispetto ad alcune opzioni, l’investimento in Maniglie Olivari si ripaga con la durata nel tempo e l’eleganza senza tempo che aggiungono a ogni spazio in cui sono installate. Considera le maniglie non solo come elementi pratici, ma come dettagli che trasformano la tua casa in un’opera d’arte.
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La Polo: Un Pilastro dell’Abbigliamento Sportivo e del Casual Elegante
Le Origini della Maglia Polo
Le radici della maglia polo affondano nella cultura sportiva dell’India coloniale, dove gli ufficiali inglesi scoprirono e adottarono il gioco del polo. Questo sport, già praticato in Persia, Tibet e Cina, fu introdotto in India dai conquistatori musulmani nel XIII secolo. Gli ufficiali britannici, affascinati da questa attività, iniziarono a praticarla con passione, fondando nel 1859 il primo Polo Club, seguito da quello di Calcutta nei primi anni Sessanta dell’Ottocento. Durante le partite, indossavano maglie leggere, perfette per le esigenze del gioco e ideali per le condizioni climatiche indiane.
Il diffondersi delle attività sportive tra nobiltà e borghesia europea alla fine del XIX secolo stimolò la creazione di capi di abbigliamento sportivo adeguati. La maglia polo si inserì perfettamente in questo contesto, diventando un capo essenziale non solo per il polo, ma anche per altre discipline che richiedevano un abbigliamento pratico e comodo. La sua leggerezza e la capacità di assorbire il sudore la resero particolarmente adatta a sport come il tennis e il golf.
L’Introduzione della Polo nel Tennis
Il tennis, uno sport che all’inizio del XX secolo veniva giocato con abiti molto formali, subì una rivoluzione stilistica grazie al tennista francese René Lacoste. Nel 1926, Lacoste disegnò una nuova maglietta, chiamata “jersey petit piqué”, ispirata proprio alla maglia utilizzata dai giocatori di polo. Questo capo, con il suo colletto e i suoi bottoni, era un’innovazione rispetto agli abiti ingombranti e scomodi indossati fino ad allora sui campi da tennis.
Lacoste introdusse una maglia che non solo migliorava la libertà di movimento, ma che si affermò rapidamente come standard per l’abbigliamento sportivo. L’idea di Lacoste di applicare un piccolo coccodrillo sulla maglietta – un simbolo che oggi è sinonimo di eleganza sportiva – rese la polo ancora più riconoscibile e desiderabile. Con la fondazione dell’azienda Chemise Lacoste nel 1933, la maglia polo divenne un fenomeno globale, conquistando sia il mondo dello sport che quello della moda.
L’Evoluzione della Polo: Dallo Sport all’Uso Informale
Il termine “polo” originariamente significava “palla” (dal tibetano “pula”), ma presto venne associato all’indumento indossato dai giocatori di questo sport. A fine Ottocento, i giocatori di polo cominciarono a preferire maglie con colletto e bottoni, per evitare che i colletti si sollevassero durante il gioco. Questa innovazione stilistica fu notata da John Brooks, che la introdusse nella produzione delle camicie “button-down”, ancora oggi un classico nell’abbigliamento sportivo e casual.
Negli anni Cinquanta, il termine polo si estese a tutte le magliette utilizzate nel tennis, consolidandosi come un capo di riferimento. Nel 1972, Ralph Lauren lanciò la sua linea di moda chiamata “Polo”, consacrando definitivamente la maglia polo come un’icona di stile, sia sui campi da gioco che nelle occasioni informali.
L’azienda argentina La Martina, fondata nel 1985, ha contribuito ulteriormente alla diffusione della maglia polo, producendo non solo selle e stivali, ma anche magliette per le squadre di polo. Le maglie Replica, fedeli riproduzioni delle maglie indossate dai giocatori, sono oggi molto popolari per il loro design accattivante e i dettagli curati, inclusi loghi e numeri ricamati.
La Polo Oggi: Un Capo Versatile e di Tendenza
Oggi, la maglia polo è un elemento chiave dell’abbigliamento sportivo e casual in tutto il mondo. Grazie alla sua capacità di combinare stile e praticità, la polo è ampiamente utilizzata in contesti dove non è richiesto un abbigliamento formale, ma dove un look completamente casual potrebbe risultare inappropriato. La versatilità della polo, disponibile in versioni a manica corta o lunga, la rende una scelta ideale per chi cerca un compromesso tra eleganza e comfort.
La polo continua a essere un capo fondamentale nell’abbigliamento sportivo, apprezzata non solo per la sua storia e tradizione, ma anche per la sua capacità di adattarsi alle esigenze moderne. Che sia indossata sul campo da golf, durante una partita di tennis, o semplicemente per un’uscita informale, la maglia polo rimane una scelta di stile senza tempo, capace di attraversare decenni senza mai passare di moda.
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giorgiamariasara - Il nuovo singolo “Autotune”
Il brano dell’eclettica cantautrice sugli stores digitali e dal 3 maggio nelle radio
“Autotune” è il nuovo singolo dell’eclettica artista giorgiamariasara, sui principali stores digitali e dal 3 maggio nelle radio italiane in promozione nazionale. Produzione artistica ben strutturata e curata nei minimi dettagli, firmata da Marco “Mandama” Dorizzi, vestita da arrangiamenti sì di tendenza, ma senza mai perdere di vista una ricerca evolutiva degna di nota, che dona al progetto una prorompente originalità e firma stilistica. L’interpretazione vocale di giorgiamariasara fa tutto il resto: mix letale tra sottile ironia, erotismo ed eleganza e il cocktail è servito. Con o senza ghiaccio non ha alcuna importanza, dipende dalla stagione… sarà comunque destinato ad entrare in testa!
Il brano disegna la fotografia di un’epoca in cui anche l’anticonformismo segue il copione (spesso caricaturale) di uno specifico personaggio. Tutto è già codificato e pare che non sia possibile essere senza apparire, mentre è assolutamente plausibile il contrario. “Autotune” parla di rassegnazione, parla di rinunciare alle proprie peculiarità per uniformarsi, per trovare rifugio in una costruzione di sé che diventa ossessione, palliativo ma anche, in qualche modo, palliativo.
Ascolta il brano
“Voglio l’autotune, una marcia in più, un naso all’insù, un profilo cool.” giorgiamariasara
Instagram: https://www.instagram.com/giorgiamariasara/YouTube:https://www.youtube.com/@giorgiamariasara
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Cultura, consegnati a Roma i “Premi Nazionali per la Traduzione” 2023
Cultura, consegnati a Roma i “Premi Nazionali per la Traduzione” 2023 Sono stati consegnati il 16 aprile, a Roma, al Ministero della Cultura, i “Premi Nazionali per la Traduzione”, edizione 2023. I riconoscimenti, istituiti nel 1988, sono destinati a traduttori ed editori italiani e stranieri che abbiano contribuito, con le loro opere, ad elevare la quantità e la qualità degli scambi reciproci fra la cultura italiana e le altre culture. La commissione, presieduta dalla professoressa Tiziana Lippiello e composta da Maria Cristina Assumma, Michele Bernardini, Daria Galateria, Emma Giammattei, Camilla Miglio, Franca Poppi e Barbara Ronchetti, con il supporto della Direttrice generale Biblioteche e diritto d’autore del MiC, Paola Passarelli, ha conferito 8 premi, 4 maggiori e 4 speciali. Alla premiazione era presente il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. “Il lavoro del traduttore è un vero e proprio impegno creativo, una maestria artigiana che supera per sublimarlo il mero esercizio linguistico. Si tratta di alte professionalità artistiche, letterati capaci di trasmettere non solo i pensieri ma anche le emozioni degli autori tradotti. Per citare Josè Saramago: mentre lo scrittore rende la letteratura nazionale, il traduttore la rende universale”, ha detto la Direttrice Passarelli. I premi maggiori sono andati a: Francesco Zambon (Italia): vanta un altissimo profilo di filologo romanzo e di traduttore letterario. Sue le traduzioni di alcuni tra i più importanti trattati cristiani del XII secolo tra cui il “De Contemplando Deo”, il “De natura et dignitate amoris” di Guglielmo di Saint Thierry e il “De diligendo Deo” di Bernardo di Clairvaux. Le tre opere presentate sono collegate dalla straordinaria perizia del traduttore, un filologo che tiene a restituire al lettore “il sapore massimo di ogni parola”; Carlos Ortega Mayor (Spagna): ha presentato tre proposte di altissimo interesse per l’originalità dei testi e per la qualità della traduzione, traducendo in spagnolo “La Bella Estate” di Cesare Pavese, “Riccardino” di Andrea Camilleri, pubblicato postumo, “Dopo il Divorzio” di Grazia Deledda; Casa Editrice Edicola (Italia): casa editrice indipendente, specializzata nella pubblicazione di opere di autori cileni contemporanei tra i più apprezzati e premiati, quali Andrés Montero, Maria José Ferrada e Nona Fernández. Pregevole la collana “Al tiro”, che raccoglie racconti e romanzi brevi degli autori cileni di maggior talento; Casa Editrice Colibrì (Bulgaria): casa editrice fondata nel 1990, con sede a Sofia, offre variegate proposte letterarie, dai classici moderni italiani quali Italo Calvino, Elena Ferrante, Dino Buzzati e Umberto Eco tradotti in bulgaro, a traduzioni di classici senza tempo, grazie alla collana che raccoglie i “Classici del mondo” come Dante Alighieri. Degna di essere ricordata infine, la collana “Amarcord”, che ospita le memorie di illustri protagonisti del cinema, tra i quali, Marcello Mastroianni, Franco Zeffirelli, Claudia Cardinale, Federico Fellini; I premi speciali sono andati a: Anna Isabella Squarzina: professore associato di lingua e traduzione francese è dotata di una sensibilità non comune. Traduttrice di un testo raro di Jean Starobinski, intitolato “Poetiche della nostalgia”, riproduce, al di là delle fedeltà ermeneutica, il ritmo “malinconico” della scrittura del grande critico. Di massimo rilievo inoltre, è la sua prima traduzione mondiale dei “Settantacinque Fogli” di Marcel Proust, curatissima in ogni dettaglio e caratterizzata da una eccezionale eleganza stilistica; Annelisa Alleva: da anni apprezzata nel panorama italiano e internazionale come poeta, saggista e traduttrice, ha tradotto con grande abilità autori di spicco della tradizione russa come Lev N. Tolstoj ed Aleksandr Puškin. Le sue traduzioni puškiniane costituiscono l’approdo di un importante lavoro durato decenni. “Scrittrice che traduce”, come lei stessa preferisce definirsi, Alleva intreccia competenze diverse. Ha pubblicato varie raccolte di versi, tra cui “La casa rotta”, insignita del premio “Sandro Penna” nel 2010. Fulvio Bertuccelli: studioso caratterizzato da un’intensa attività come traduttore, soprattutto rivolta alla letteratura turca contemporanea. Si segnala la capacità di resa in italiano di opere turche abbastanza rare, mai tradotte in lingue europee con un valore aggiunto importante: l’attenzione per i problemi sociali della Turchia odierna. Tra le opere da lui tradotte in italiano, “Yusuf di Kuyucak” di Sabahattin Ali e “Zamir” di Hakan Gűnday, autori molto apprezzati dal pubblico turco, tradotti in italiano con una resa estremamente convincente. Guia Minerva Boni: traduttrice con un ricco curriculum di traduzioni e di interventi sulla traduttologia, traduce dal portoghese, dal francese e dall’inglese. Ha tradotto “La divina irrealtà delle cose. Aforismi e dintorni” di Fernando Pessoa, “La donna che scrisse la Bibbia” del brasiliano Moacyr Scliar, “Peregrinazione” del portoghese Fernão Mendes Pinto. Particolarmente lodevole quanto presentato sia per la complessità del testo tradotto che per il suo valore storico-culturale.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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I volatili sono delle #grottesche, non un rifacimento pseudo-naturalistico di una specie, perché questa è praticamente impossibile da determinare persino cercando di identificare la codificazione stilistica delle forme adottate, le quali appaiono caotiche e contraddittorie.
Il collo lungo e ansato ricorda quello di un #pavone o di un #cigno, ma la coda non è certamente quella del primo né il becco è sufficientemente esaltato da suggerire il secondo. Delle figure sono dipinte anche le zampe (terminanti in blu) che non hanno certo la postura di due animali solitamente riprodotti con sontuosità ed eleganza.
Piuttosto è la #decorazione centrale a suggerire altro, per esempio che l’origine del disegno possa provenire da una #pitturamurale, un #affresco o anche altra tecnica figurativa come il #mosaico o persino la #scultura, che qualche maestro #ceramista del recente passato di #Deruta prese a modello per la costruzione di una nuova immagine del #Raffaellesco. Oppure il pittore lo creò montando e disponendo gli elementi che erano parte delle sue conoscenze assodate.
Il settore della #maiolicatradizionale è fondato una serie di modelli e di conoscenze diffuse tra tutti gli artisti di un luogo, quindi è naturale trovare il caso in cui questo genere di Raffaellesco sia dipinto da più di una #bottega. Io l’ho visto esattamente identico in un altro #piatto, ritratto in una foto quando veniva consegnato come dono per una particolare celebrazione locale. Quindi chi volesse questo pezzo si metterebbe in casa un prodotto di punta della €maiolica #umbra.
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Il Vaso Di Pandora - Il nuovo singolo “Medea”
Il brano che segna il ritorno nella discografia nazionale della band bolognese sugli stores digitali e dal 5 gennaio nelle radio
“Medea” è il nuovo e attesissimo singolo della rock band italiana de Il Vaso Di Pandora, sui principali stores digitali e dal 5 gennaio sulle radio italiane in promozione nazionale. Arrangiamenti curati nei minimi dettagli che evidenziano la grande maturità artistica raggiunta dalla band che evolve in firma stilistica ormai riconoscibile già dal primo ascolto. Melodie che scorrono su di un alternative rock in cui la voce di Antonella Farace regna sovrana, incontrastata e colma di pathos in una interpretazione dal forte impatto emotivo. Sonorità dal forte richiamo anni 90, ma proiettate nel presente discografico italiano: eleganza e stile grazie anche alle firme di Francesco Scaglioni alla batteria, Mario Guizzardi al basso e Gabriele Andrisani alle chitarre. “Medea” è un ritratto di quest’epoca, che qualche anno fa sarebbe apparso distopico, una madre terra che si ribella alle brutture dell’uomo ed inizia un gioco sadico con i propri figli che forse, a differenza della progenie di Medea, non sono del tutto innocenti.
“Siamo Re e Regine i cui troni sono letti di ospedale e le parate avvengono con camion militari nel silenzio della notte. In questo tempo e in questo spazio la campanella suona ancora, ma i bambini non vanno a scuola. Ecco il nostro ego ingrassato e mai sazio, ecco il nostro punto debole. La terra lo sa bene. Iper connessi e sempre più distanti non siamo più capaci di provare empatia e lei, come una bambola voodoo, per ogni spillo ricevuto infligge a noi la stessa ferita. Ci lascia l’impressione di scegliere, ma solo tra due mali perché il resto ce lo siamo già giocato.” Il Vaso Di Pandora
Ascolta il brano
Storia della band
La band de Il Vaso Di Pandora nasce nel 2009 dall’intuito della cantante Antonella Farace e del batterista Francesco Scaglioni. Dopo vari cambi di line up il quartetto si completa con Mario Guizzardi al basso e Gabriele Andrisani alla chitarra. L’innegabile matrice del quartetto basato a Bologna è quella del rock, specialmente quello più contemporaneo sviluppatosi negli anni zero, da cui Il Vaso Di Pandora mutua quel particolare gusto per edificare muri sonori con i quali colpire il proprio pubblico in modo diretto, potente, come uno schiaffo. Dopo “Psicosi Di Una Donna Curiosa” del 2012, “Massacri per Diletto”, uscito nel marzo 2015 e “L’Astronaufrago”, pubblicato nell’aprile 2019, la band è pronta al suo gran ritorno sulla scena musicale italiana con il nuovo singolo “Medea”.
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Milano: Giorgio Armani sfilata Autunno-Inverno 2023/2024, eleganza discreta e coerenza stilistica
Milano: Giorgio Armani sfilata Autunno-Inverno 2023/2024, eleganza discreta e coerenza stilistica. La settimana della moda di Milano si è conclusa con la sfilata Autunno-Inverno 2023/2024 di Giorgio Armani, che ha mantenuto l'attenzione del pubblico fino alla fine grazie alla sua eleganza discreta e alla coerenza stilistica. Il designer ha scelto di sfilare nell'ultimo giorno della MFW per dare spazio anche ai "piccoli" stilisti emergenti che scelgono Milano come vetrina per farsi conoscere. La sfilata di Giorgio Armani è stata intitolata "Cipria", e ha avuto luogo nel piccolo teatro di via Borgonuovo 21, allestito come un palazzo di marmo. Il focus del designer è stato il maquillage, con una linea che si ispira alla polvere da trucco, leggera e delicata come la collezione stessa. Le modelle hanno sfilato look dall'estetica raffinata, con tonalità talco e terrose stampe ton sur ton. Gli abiti erano fluidi, seguendo il movimento del corpo in uno stile boudoir ricercato. Le texture erano setose e luminose, ma mai volgari, con tocchi di bronzo e blush a contrasto. Gli accessori, dalle nuove borse La Prima ai mocassini a punta, erano anch'essi in linea con l'eleganza discreta della collezione. La sfilata di Giorgio Armani ha attirato ospiti illustri come Ornella Vanoni, Cristiana Capotondi, Francesca Fagnani e Isabelle Huppert, una fan di lunga data dello stilista. Alla fine della sfilata, una modella è apparsa sola sul palcoscenico, intenta ad imbellettarsi con un gesto delicato, che ha messo in evidenza la filosofia di Armani: la bellezza discreta, che non ha bisogno di artifici per emergere.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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