#e non mi annoia mai
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Ha risposto sì alla domanda della Venier senza dire esplicitamente sì perché legalmente non può, così la vedo io.
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Ecco, Cattelan ha detto oggi che se lo chiamassero lui direbbe di sì. Aspettiamo e vediamo I guess 😅
#E non ne sono affatto entusiasta#Anzi abbastanza il contrario#Nulla di personale obvi chi c'ha mai mangiato as they say#Ma come presentatore mi annoia terribilmente#E si me lo ricordo che dicevo la stessa cosa di Amadeus#Ma stavolta non credo di sbagliarmi#Purtroppo#Sanremo#Sanremo 2025#Sanremo75
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85/95/96/97/98
85. Ultima volta che sei andata al cinema che film hai visto?
Prima della mia ansia andavo al cinema 2/3 volte al mese. Guardavo di tutto. Ad oggi è più di un anno che non ci vado. L'ultimo è stato il 5 maggio 2023, Guardiani della galassia 3.
95. Canzone preferita?
Domandone da 1 milione di euro anche questo, ne ho tantissime. Andrò su un vecchio classico che non mi annoia mai: Bohemian rhapsody dei Queen
96. Consiglia 4 canzoni
Le consiglio più varie possibili, che io ascolto un po' di tutto. Direi:
Tetris - Pinguini tattici nucleari
Shadow of the day - linkin park
Take me to church - hozier
Monster - skillet
97. Consiglia 4 film:
Perfetti sconosciuti (commedia/drammatico)
Shutter island (thriller/mystery)
Klaus (commedia/animazione)
The Greatest Showman (musical)
Ho lasciato fuori le grandi saghe e i supereroi sennò me ne servivano 500 di punti 🤣
98. Consiglia 4 serie TV
Le regole del delitto perfetto (dramma/giallo)
Black mirror (fantascienza/thriller)
Scrubs (commedia)
BoJack horseman (animazione per adulti/drammatico)
Grazie per queste domande, mi hai fatto pensare un botto 🤣
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Spesso vengo percepita come “pesante” solo perché cerco in mille modi di far capire alle persone come mi sento, cerco di far capire di provarci mille volte soprattutto quando mi trovo un muro davanti, a volte mi chiedo perché? Perché vi annoia sentire come mi sento? Perché sono io la cattiva anche quando ci tengo e lo dimostro. Perché sono io la sbagliata in ogni occasione.
Ciò che sento sembra essere solo un peso che sembra un macigno non capisco quando questo sia diventato un problema,
Io cerco di parlare risolvere ed è vero perdo la pazienza ma quanto è difficile tenere a qualcuno dargli il potere di ferirti ogni volta ma essere comunque lì sempre, perché posso essere sbagliata nelle parole e negli atteggiamenti ma qualcuno che ci tenga quanto ci tenga io? Difficile perché anche quando mi trovo muri, quando vengo ferita sono sempre con te a cercare di comprendere, cercare una soluzione. Eppure sono sempre io a sentirmi sbagliata, e forse la
Soluzione giusta nascondere dentro di me ciò che provo prendermi tutto quel bene e farlo vivere zitto dentro me senza più esternarlo, sento troppo e faccio troppo rumore, sono fastidiosa, oggi questo mi è chiaro più che mai.
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Ciao yomo, ti volevo chiedere che programmi usi per scrivere e in generale quali pratiche hai per mettere giù quello che vuoi scrivere, a me piacerebbe molto potermi dedicare ma mi sento bloccato, aiutami per favore :(
Vediamo se posso esserti utile, cioè, almeno lo spero. Posso solo parlare della mia esperienza, di uno che è diventato scrittore perché non hai mai smesso di scrivere. Il mio unico talento è la perseveranza. Ma se mi leggi quassù da un po' di tempo probabilmente lo sai già e dato che mi chiami yomo credo sia così.
Una cosa è scrivere d'impulso, un'altra è farlo diventare un mestiere. Io ho semplicemente voluto far accadere questa esperienza e sono stato privilegiato dalla nazione in cui vivo che mi ha permesso di farlo. Ok muoio di fame, la disoccupazione che prendo a malapena copre la casa, qualche risparmio mi sta aiutando con la spesa ma tutto questo discorso serve per dire: ci vuole tempo.
Mi avevano appena licenziato, non proprio licenziato, ok, mi avevano spinto a licenziarmi ed era stato un lavoro piuttosto stressante in una start-up il cui unico obbiettivo era il successo di un prodotto quantomeno discutibile. Questa orribile esperienza mi ha formato in una direzione: svegliarmi e diventare operativo. Loro lo pretendevano come devozione verso il brand. Che schifo quanto mi sento sporco a ripensarci. Ma questa routine di svegliarsi, accendere il computer, mettersi subito a lavorare, non alzarsi dalla sedia fino a che qualcosa di buono nasceva, l'ho trasferita nel libro.
Mi alzavo seguendo i ritmi dell'ufficio e uscivo di casa ma, invece di recarmi in un edificio con luci a neon e colleghi frustrati, andavo in un bar. L'atteggiamento era il medesimo, copiavo lo stile di vita di qualche settimana prima e lo convertivo in una nuova missione.
Ci vuole regolarità e solo tuoi puoi essere in grado di dartela. Ci sono giornate dove nemmeno un'idea decente uscirà dalla tua testa e altre giornate dove scriverai dieci pagine e ti sentirai un treno. Si tratta di bilanciare i momenti pieni con quelli vuoti e non mollare mai. Non lo dico come un manager del cavolo che vuole spingerti a essere stacanovista, deve essere anche la storia a parlarti, devi capire pure tu se scrivere fa per te. Non c'è nulla di sbagliato nel mollare e di prenderla in maniera più leggera e discontinua. Ci vorrà solo più tempo.
Trova la tua voce e falla diventare la voce della storia. Lascia che siano i personaggi a trovare te e falli vivere nella tua testa a tempo pieno. Una volta che entri nel loop e sei circondato dal luogo che stai creando e i personaggi si stanno delineando, non uscirne. Sarà come vivere due esistenze. Una reale, che si deve ricordare di mangiare di bere e di lavarsi, e una mentale che vive nella tua immaginazione e può andare dove vuole.
Spesso, la maggior parte del lavoro, consiste nel guardare nel vuoto e immaginare cosa succederà. Lo scrivere è la parte finale e può capitare anche dopo settimane che stai pensando a una scena. Scrivere è una goccia di condensa che scivola giù dal vetro. Tu sei il vapore. Il calore. L'umidità. Tieni sempre alta la temperatura e credici, anche quando non ti sembra sufficiente. Rileggi, cancella, butta via, non affezionarti a niente perché più sentimenti leghi a una parte della storia più sarà difficile disfarsene e fidati, dovrai buttare via un sacco di idee.
Sii crudele, sii reale, specialmente con i personaggi che inventi. Sii assurdo, sii sbagliato, io immagino situazioni estreme e passo il tempo a cercare di risolverle insieme ai personaggi e mi sento nella merda fino al collo come loro. Una merda che io ho creato. A me gli eroi non piacciono, mi piacciono i sofferenti, quelli che nonostante tutto il dolore vanno avanti. Gli invincibili mi annoiano. La perfezione mi annoia. Crea un vaso che ti piace poi spaccalo e riattacca i cocci usando una colla dorata.
Apriti. Scrivere vuol dire passare un sacco di tempo da soli. Io non capisco come lo si possa fare per più di tre/quattro ore al giorno. Io vado in apnea da realtà. Per questo scrivo nei bar, così sento di essere ancora sul pianeta terra altrimenti sprofondo nei pensieri. Apriti e condividi quello che stai scrivendo con qualcuno di cui ti fidi. Io sono stato davvero fortunato. Su tumblr ho conosciuto persone che mi hanno aiutato a credere in me stesso e che hanno letto la storia che stavo scrivendo. Senza Alessio e S.A.C. non sarei riuscito a sentire dove stavo andando. Devo tantissimo a loro.
Non ti preoccupare di eventuali errori o altro. Tu scrivi. Butta fuori tutto e poi prenditene cura in un secondo momento. Io ho usato Pages il programma di scrittura del Mac, ma Word va benissimo. Tanto alla fine devi mandare un file word. Quindi è indifferente su cosa scrivi, trova un programma che converte i file in word ecco. Prendi appunti ovunque. Ho note vocali nel telefono dove mi raccontavo colpi di scena. Ho appunti nelle agende scritti a penna rossa per ricordarmi di usarli. Ho post-it attaccati in giro per il bagno. Ogni tanto al telefono dico "ah poi voglio scrivere questo me lo puoi ricordare" e spero poi l'altra persona si ricordi perché la mia memoria ogni tanto perde colpi.
Tante cose non sarai tu a farle. Ci sono gli editor che si nutrono dei tuoi errori e non vedono l'ora di trovare un'incongruenza o un congiuntivo sbagliato per fartelo notare. Sono piccole gioie nella vita delle persone, queste sono le loro. Ricordo quando mi è arrivato il file corretto per la prima volta: 963 errori da controllare. Ora tu pensa, era già la quarta stesura, il testo era già cambiato un sacco di volte e ancora, nonostante tutto, c'erano mille errori. Tieni duro, prendi una pausa, prenditi una settimana in montagna o dormi per tre giorni di fila e poi affronta il tutto. Non metterti mai fretta. Anche se ci sono scadenze, tipo pagare l'affitto.
Scrivere è un'ossessione, una bellissima e dolorosa ossessione. In pochi ti crederanno se decidi di intraprenderla come carriera. "Tanto non fai niente, cioè, stai lì davanti al computer e basta, vai tu a occuparti di questa cosa". Io in questo sono scarso, vado sotto subito se qualcuno mi critica e mi dice che non sto lavorando, perché scrivere mi rende felice e viviamo in una società dove se facciamo quello che ci rende felici dobbiamo sentirci sporchi. Tu cerca di essere migliore di me e ostenta sicurezza.
Poi arriva l'autocritica. Cerca di essere onesto con te stesso. Perché stai scrivendo? Per chi? Cosa vuoi dire con la tua storia? Non devi buttare giù una pagina al giorno, non tutti siamo industrie produttive alla Stephen King. Anche una frase, se scritta bene, può risolvere un'intera settimana di lavoro.
Attento a non scrivere per compiacerti. È una cosa che noti quando leggi, se l'autore scrive per creare piacere nelle proprie zone intime. Mi vengono in mente un sacco di nomi di autori che senti che si stanno leccando da soli, parola dopo parola. Ecco, cerca di non leccarti troppo da solo. Pensa che devi procurare piacere anche a qualcun altro. Non so se ti è mai capitato di fare l'amore, più o meno è così. Un po' a te e un po' all'altro. Bilancia. Poi trattieniti, non dare tutto, fallo a piccoli passi, fai venire fame, desiderio di andare avanti e non mollare la storia, capitolo dopo capitolo, mini-orgasmo dopo mini-orgasmo.
Scrivi tutti i giorni. Visita la storia che stai scrivendo ogni volta che puoi. Lascia sempre un orecchio rivolto verso i dialoghi che avvengono quando non sei lì. Come un genitore che lascia accesa la babycam mentre il figlio dorme e finge di non prestare attenzione quando in realtà non vede l'ora che la sua piccola creatura faccia un minimo movimento per fiondarsi e prendersi cura di essa.
Confrontati. Sappi difendere le tue idee fino alla fine. Sostieni le tue decisioni, anche quelle che ti sembrano più inutili. La casa editrice avrà sempre da ridire, non temere. Tu trova il modo di mediare ma rimani coerente con te stesso e con la storia.
Divertiti. Incazzati. Non dormirci la notte. Ah questa un'altra cosa, trova il tuo ritmo. Sei diurno o notturno? Questo lo puoi sapere solo tu. Io scrivo bene solo al mattino molto presto e per le 11/12 sono già esausto. Ma ci sono anche i vampiri che si attivano alle due di notte eh. Chi sono io per giudicare quelle strane creature.
Boh penso di aver scritto abbastanza e ora rileggendomi anche io mi sono leccato parecchio da solo mentre scrivevo. Spero di essere stato in grado di comunicarti un po' il fervore che si impossessa di me quando scrivo. Non è così sempre. Dei giorni sto attaccato a Zelda e neanche la masturbazione mi tira su. Ma quando butta bene mi spremo fino al midollo.
Sii gentile con te stesso. Le buone idee arrivano solo se ti tratti bene. Viziati. Crea un terreno fertile e qualcosa fiorirà e se ci vogliono anni non preoccuparti, tu continua a innaffiare.
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Sarò strana non dico il contrario, non so come mai ma le persone mi annoiano. Mi annoia il fatto che ci sia chi preferisca l’apparenza all’essere e poi ci domandiamo come mai il mondo sia popolato da persone false e senza sentimenti. Mi annoiano le persone che non danno peso né alle parole né alle emozioni. Mi annoiano perché un giorno per loro sei tutto mentre il giorno dopo non sei più niente . Mi annoiano perché non capisco con quale meccanismo riescano a dimenticarsi di te nonostante tu ci abbia vissuto momenti importanti. Mi annoiano perché usano solo mezze misure quando per me in amore e in amicizia o è tutto altrimenti niente. Mi annoiano perché vogliono piacere a tutti tranne che a loro stessi. Mi annoiano perché passano così tanto tempo ad essere spettatori della vita degli altri dimenticandosi di essere protagonisti della loro. Mi annoiano perché preferiscono condividere in rete ogni momento piuttosto che viverlo realmente. Mi annoiano perché si preoccupano di cose futili, senza senso piuttosto che per quelle che contano davvero. Mi annoiano perché rinuncerebbero a loro stessi pur di seguire il gregge.
#frasi#ti amo#amore#amore a distanza#citazioni#frasi tumblr#frasi d'amore#voglio te#cose molto tumblr#mi annoio
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alla fine la settimana scorsa mi sono messa a studiare programmazione e ora sto imparando python. non dico che faccio solo questo durante il mio tempo libero, ma quasi. se mi fermo a pensare a questa cosa divento pazza perché nella mia famiglia da parte di padre tutti si occupano di informatica (i miei zii, fratelli di mio padre, e i miei fratelli) e io mi sono sempre reputata la pecora nera della famiglia che studia una materia umanistica all'università. e invece adesso eccomi qui a pensare che la programmazione sia la cosa più assurda e divertente che mi sia mai capitata sotto mano, un gioco continuo che non mi annoia. la verità è che ci sono così tante cose che si potrebbero imparare nell'universo
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Lacrime silenziose
Dolore di una voragine nel cuore
Urla interiori disperate
Parole e frasi che fanno scoppiare la testa
Ho paura
Tremo
Mi giro e rigiro come ingabbiata
Piango
Non vedo via di fuga
Non vedo una vera salvezza
Mi sto mettendo in trappola da sola
Con le ferite di fantasmi passati
Ma ancora presenti
In vesti diverse
Ho paura
Di dare ancora fiducia
Di permettere a qualcuno di toccarmi di nuovo il cuore ora e in futuro
Ma allo stesso tempo è ciò di cui ho un disperato bisogno: affetto
Sentirlo davvero sulla pelle, sul cuore
Non mi accontento più di immaginarlo
Eppure
Eppure ho paura
Una paura folle di permettere a qualcuno di amarmi
Di darmi ciò di cui ho più bisogno
Perché resta una paura terribile
Quella di poi perdere tutto
Di venire ancora una volta abbandonata
Di essere quel giocattolo che ormai annoia
Di essere riposta con una semplice frase "non sei abbastanza" o "non sei quella giusta per me" o "non sei la ragazza che cercavo"
Ho paura
Ho paura di non guarire mai veramente le ferite sul cuore
Di stare solo ad accumularle e a volte bruciano ancora come se non fosse passato neanche un giorno
Forse non sono destinata all'amore
Forse il mio ruolo è solo quella di donatrice di affetto
Riceverlo con la stessa intensità probabilmente non è nel mio destino
Forse per me il "lieto fine" non è previsto
Resterò sempre un'anima tormentata incatenata al dolore, incatenata alle illusioni e alle delusioni della vita
Spaventata da fare qualsiasi passo
Spaventata da qualsiasi conseguenza
Spaventata da ogni cosa, dalla vita stessa.
#pensieri per la testa#persa tra i miei pensieri#sfogo personale#tristezza#dolore#paura#amore#cuore a pezzi#cuore spezzato#cuore fragile#la vita mi spaventa#ho paura#andare avanti#incatenata al passato#tormentata#pensieri#pensavo#pensieri notturni#lacrime#piangere#pianto#piangere in silenzio#bisogno di affetto#bisogno di abbracci#bisogno di coccole#bisogno di amore#solitudine#cuore#vita#frasi vita
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“ Il poeta John Donne disse che nessuno dorme sul carro che lo porta al patibolo; è altrettanto vero che in tempo di guerra ci sono meno occasioni di sbadigliare (immagino che sia per questo che durante i conflitti bellici diminuiscono notevolmente i suicidi, spesso motivati da una noia ostinata). Ma via via che le società sono divenute sempre più individualiste e i loro membri sempre più egoisti, impegnati a godere di piaceri e di ricchezze sempre più a portata di mano, la guerra ha perduto molto del suo fascino tradizionale. Qualche ritardatario si entusiasma ancora alla notizia di guerre lontane e all'idea della guerra in generale, ma quando la bomba gli cade vicino o gli arruolano il figlio, allora perde tutto il patriottico entusiasmo. La gente non vuole problemi: non è che la pace le piaccia del tutto (c'è sempre un motivo per brontolare e poi, quando le cose vanno bene, ci si annoia), però vuole essere lasciata in pace. Solo nei paesi sottosviluppati, poveri, poco informati, collettivisti per religione o ideologia politica, malati di tribalismo assassino o suicida, si continua a conservare un certo spirito bellico. In quelli più sviluppati, da quando la classe operaia ha realizzato certe conquiste, già da tempo non si parla più di rivoluzioni e di guerre civili. A parte i trafficanti d'armi, i grandi finanzieri di settori industriali molto specializzati e i militari per vocazione (o quelli che senza esserlo, hanno la vocazione militare, che sono i peggiori), il bellicismo non ha più quell'approvazione popolare che prima non gli era mai mancata. Soltanto il nazionalismo estremo, la forma di collettivizzazione mentale più compatibile con l'individualismo moderno (i nazionalisti sono individualisti pudichi, individualisti di gruppo), continua a pompare adrenalina nelle vene di certi dementi ancora capaci di uccidere o di morire con entusiasmo. Ma se la guerra non piace alla maggioranza degli uomini, mi dirai, perché continuiamo a spendere tanti soldi in eserciti, caccia, carri armati e testate nucleari? Non è forse giunto il momento di proibire la guerra, cioè di renderla impossibile, di impedirla? Hai perfettamente ragione, figlio mio. Infatti si tratterebbe proprio di questo, di impedirla: basta lamentarsi e protestare soltanto. “
Fernando Savater, Politica per un figlio, traduzione di Francesca Saltarelli, Laterza, 1993¹; pp. 104-105. (Corsivi dell’autore)
[Edizione originale: Política para Amador, Editorial Ariel, S.A., Barcellona, 1992]
#letture#leggere#citazioni#guerra#saggistica#John Donne#Fernando Savater#società#umanità#politica#individualismo#Politica per un figlio#patriottismo#scritti saggistici#pacifismo#Francesca Saltarelli#antimilitarismo#utilitarismo#ideologismo#intellettuali europei#filosofi#nazionalismo#bellicismo#libri#filosofia contemporanea#società umane#educazione#saggi#filosofia morale#anni '90
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Io credo fermamente nell’amore ed è questo che a volte anzi molte volte mi frega, perché sono un’eterna romantica e si sa gli eterni romantici sono così increduli che l’amore vero esiste e probabilmente esiste davvero in certi versi, no? Ho provato tante volte a scrivere perché è l’unica cosa che mi riesce bene, perché a parole non so spiegare cioè che ho dentro. E dentro ho tante cose che non riuscirò mai a dire, probabilmente un giorno magari molto lontano riuscirò a scrivere davvero ciò che mi tormenta. Ma non sono qui per questo adesso, so che magari potrebbe annoiarti il mio essere così “logorroica” lo capisco, lo comprendo annoia anche a me moltissime volte. Ma vedi, l’amore che sento per te penso non sia paragonabile a quello che provato prima di te, questo amore per te mi fa male e mi fa bene allo stesso tempo, ma io come te capisci che non possiamo più stare male. Ci sono troppe cose in mezzo, la tua ex soprattutto che in un modo o nell’altro si intromette nella tua vita cosa che tu in primis non dovevi renderlo possibile, ho perdonato quello che hai fatto ho accetto le tue scuse, ma io francamente non me ne faccio nulla. So, che odi quando riprendo il discorso però a volte anzi molte volte mi fermo a pensare e mi dico “ma io davvero mi merito tutto ciò?” E mi rispondo con un “no, non lo merito però per qualche ragione ci finisco sempre in queste situazioni che mi fanno stare davvero male” il mio cuore è stanco, stanco di litigare, di discutere, di piangere e di amare. Ti amo, ti amo davvero e non ti amo perché tu mi debba completare no, ti amo perché in un certo senso completi i miei gesti quando non siamo ognuno per cazzi nostri. Quello che è successo ieri, mi ha fatto molto male.. ho subito pensato che non te ne fregasse niente di me, ed ho pensato tanto ed ho pianto tanto perché non voglio questo per me stessa io voglio solo essere felice. Perché me lo merito e perché te lo meriti anche tu dopo tutte le sofferenze che abbiamo avuto, domani noi possiamo anche vederci possiamo anche parlarne ma la mia decisone rimane quella. So, so quello che ho detto ma magari questo tempo lontane potrebbe farci capire davvero quello che vogliamo, non voglio essere una seconda scelta per te perché mi ci sono sentita un po’ di volte e non te l’ho mai detto, ma sono stanca di fingere che vada tutto bene anche quando non è così. Ti chiedo di rispettare la mia decisione, ti chiedo di rimanere in buoni rapporti e so che ho detto che non ha senso ma non ha senso nemmeno fare finta di niente giusto? Come se questi tre mesi non fossero mai esistiti, io so quanto ti amo e quanto tu ami me proprio per questo ti chiedo del tempo ti chiedo di stare un po’ lontane e capire quello che si vuole davvero. Io per adesso voglio tempo, perché sono delusa e arrabbiata, per quanto posso volerti e posso amarti non riesco a stare così adesso. Amare per due persone come noi è difficile e complicato dopo tutto quello che abbiamo passato, e tu lo sai e il lo so cosa significa amare più di se stessi. Ma voglio che tu capisca, l’importanza che ha ogni azione che fai con quella persona, ogni parola, ogni gesto compiuto, voglio che tu capisca tutto. Perché so, che tu sei intelligente ma a volte non ci capiamo per niente e invece di andarci incontro ci scontriamo facendoci solo del male ed io non voglio questo per noi. Mille parole non bastano, non bastano nemmeno mille lettere per dirti ciò che sento ma spero che tu capirai queste mie parole. E alla fine mi ritrovo sempre così, la mia testa che mi dice di andarmene e il mio cuore che mi dice di riprovare ancora. Ma posso farlo per sempre? Dimmi, se il mio povero cuore può ancora sopportare tutto ciò. Quanto costa essere felici in questo mondo che per noi non sarà mai facile trovare un po’ di pace, quanto costa amare quando l’amore ti fa così male, quanto costa fingere di stare bene quando dentro sei tormentata. Ecco, la parola giusta è “tormentata” più specificamente “un’anima tormentata” come la canzone di blanco, dove mi ci ritrovo tantissimo anzi dove ritrovo me e te. Tormentate, ecco come siamo noi due
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Pensavo alle fate e alla descrizione che ne dà il mio amato sir J.M. Barrie: l' autore di Peter Pan, scozzese di Kirriemuir. Sir Barrie dice che una fata, dato che è molto piccola, non può essere contemporaneamente sia buona, sia cattiva. In lei due sentimenti così forti non ci stanno. Io di certo una fata non sono. Però mi riconosco nelle fairý women in questo senso. In me due sentimenti forti o due modi di essere contrastanti proprio non ci stanno. Per lo più sono fatta d' Amore e trovo letizia nell'amare, anche se spesso vengo fraintesa perchè l' energia è così forte, sprizza da tutti i pori che è come un fiume in piena. Qualcuno si spaventa, o interpreta male. L' amore che dono non è mai vincolante. Se assisto una persona lo faccio con tutta me stessa, se curo un animale vale lo stesso discorso. Se amo un libro lo leggo in una notte, se mi piace un luogo non voglio più lasciarlo. Mi piace un cibo? Lo degusto con ogni fibra del mio essere. Ho una amica? Per lei ci son sempre, come una sorella,vi sono, talvolta purtroppo per me, momenti in cui altri sentimenti entrano in me: la delusione, che mi gratta dentro e mi svuota completamente, la tristezza, che mi consuma, la paura, che mi terrorizza, il dolore, che mi ammutolisce, la curiosità che vivifica, la noia che annoia. Quando ricevo una delusione soffro così intensamente da non sopportarmi nemmeno io, è accaduto nei giorni scorsi, quando sono stata mal compresa e interpretata. Il mio cambiamento avviene in un soffio di vento.
Quello che spero è di non diventare mai cattiva. Sarei la prima a temermi.
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Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/sul-conflitto-israelo-palestinese/?feed_id=1093&_unique_id=654e18cb126e3 %TITLE% Un tempo questo blog si chiamava "Staipa's Blog - PoesiPolemiPolitica", lo premetto per chi mi conoscesse o seguisse da poco, e invito anche a leggere la pagina Questo è un blog politico apartitico (https://short.staipa.it/politico), per chi avesse qualche dubbio. Il tema è già divisivo per partito preso, lo era ben prima di questo conflitto, ben prima della risoluzione Onu del 1948 (https://short.staipa.it/tkey9) e dell'olocausto della Seconda Guerra Mondiale, non sono uno storico, non sono un geopolitico e non ho nessuna intenzione di fare un riassunto tecnico di quanto accaduto, per questo posso rimandare a un video di GeoPop in cui il tutto viene spiegato in maniera chiara e senza troppe prese di posizione (https://youtu.be/hBImPpGnYKE) https://www.youtube.com/watch?v=hBImPpGnYKE Geopolitix: La questione Isreaelo-Palestinese raccontata bene Un mio obiettivo di vita è sempre quello di cercare non schierarmi a priori, e negli ultimi anni ho diminuito di molto il mio desiderio di discutere di determinati argomenti. Non perché non sia importante anzi, se posso scendo in piazza a manifestare ben più di quanto facessi un tempo, ma perché oramai internet e i social sono un guazzabuglio di litigi e di persone che sentono di poter dire qualunque cosa sempre e costantemente dalla parte della ragione e questo mi annoia terribilmente. Non c'è voglia di riflettere ma solo di attaccare e così il mio modo riflessivo e provocatorio di scrivere finisce per alimentare discussioni noiose e poco proficue. Lo stesso vale per voi ovviamente, se siete già annoiati di leggere questo articolo o se pensate già di sapere dove andrà a parare fatevi un favore: smettete pure di leggerlo. Ho comunque l'impressione che in determinati casi scrivere resti utile, se non altro lo è per me. In ogni modo il discorso è annidato, arrotolato e parte degli argomenti che tratto abitualmente in articoli come Quando siamo estremamente divisivi è probabile siamo vittime di Fake News (https://short.staipa.it/gsin5). Ma c'è una ragione più importante: sta morendo un sacco di gente e degli stronzi ci lucrano per ricevere consensi. Il riassunto lo farò a modo mio in ogni caso, due nazioni si odiano per motivi religiosi, politici, etnici, territoriali (tanto per cambiare) e non importa a nessuno chi dei due abbia ragione perché probabilmente nessuno ha mai una ragione completa. Il meccanismo è sempre lo stesso e può agire su ognuno di noi quando si semplifica troppo qualcosa di complesso, quando si cerca una ragione e un colpevole fuori e non ci si guarda dentro. Ne ho parlato anche in Perché odi gli immigrati. O gli omosessuali. O le donne. O i tossici. O… (https://short.staipa.it/ja0z9). Succede ovunque, in grande come in questo caso o nel piccolo dei continui stupidi scontri di "opinione" sui social. In questo caso, nello specifico si promette alla più debole delle due nazioni un'autonomia e non si fa nulla per portarla avanti perché gli interessi economici e culturali sono legati all'altra. La più debole decide di farsi sentire per smuovere la situazione, lo fa nel peggiore dei modi, con un atto terroristico assolutamente inaccettabile e vile, sì. Ma davvero così incomprensibile? La risposta dall'altra è uno schieramento di potenza mostruoso e l'inizio di un genocidio di massa in cui sono coinvolti indistintamente adulti, uomini, donne e bambini, azioni altrettanto terroristiche, inaccettabili e vili. (Guterres, a Gaza numero bimbi morti supera qualunque guerra https://short.staipa.it/l5poi). Non credo che nessuno sano di mente riterrebbe nessuno dei due atti come non terroristico, non inaccettabile e non vile. Non importano quali siano le motivazioni e quanto queste possano essere comprensibili. Le azioni che ne conseguono non sono accettabili. Non è questione di tifoseria, eppure tutti si stanno schierando. Indipendentemente
dall'azione fatta dall'una o dall'altra parte si stanno schierando o perché una religione è meno peggio dell'altra, o perché con una nazione ci sono interessi economici e con l'altra meno, o perché una delle due nazioni è più filoccidentale e l'altra più filorientale. Gi stati stessi si stanno schierando decidendo per i loro cittadini, ma si stanno schierando con o contro altri governi, non pensando ai i loro cittadini, non alle persone. Quelle che stanno venendo ammazzate, trucidate, uccise e che non hanno scelto questa guerra. Si sa, siamo in una società in cui Il bullismo viene spacciato come valore (https://short.staipa.it/sdktc), in cui la gestione passiva del bullo è oramai interiorizzata (https://short.staipa.it/4bdv2): o ci si schiera con il più forte o si resta a guardare, rendendo il bullo più potente, dandogli un tifo e un pubblico, dando valore alle sue atrocità. Per questo è importante parlare, urlare, manifestare una visione quando questa non è allineata con chi prende le decisioni, ma c'è modo e modo di manifestare e c'è una forma di coerenza che non è quella di chi fino a pochi mesi fa dava del pacifinto ai pacifisti e ora predica una pace. UNA pace, non LA pace. In entrambi i casi difendendo il più forte ovviamente, sia quando si trattava di dare del pacifinto sia quando ora si dichiara pacifista. Ci vuole uno sguardo più ampio e privo di assoluzioni, quelle le dà la religione: sia le assoluzioni che le scuse per combattersi. Vanno guardate le persone, gli assassini, le vittime, le popolazioni soverchiate e le nazioni potenti. Non è con l'eccesso di legittima difesa, con io tengo in casa un fucile e se qualcuno entra lo ammazzo che si risolvono le cose. Chi entra è colpevole, -se non sono stato io in precedenza a spingere verso quella situazione- ma questo non assolve le mie colpe quando colgo l'occasione per sfogare i miei istinti ammazzando. Se Hamas fosse la mafia, non sarebbe comunque distruggendo la Sicilia, abbattendo tutti i suoi ospedali, bombardando ogni casa che si sospetta contenere un mafioso, ammazzando tutti i siciliani che si combatterebbe la mafia. Contro questo voglio protestare, e su questo ogni cittadino dovrebbe riflettere: quanto è giusto che la propria casa, la propria famiglia, la propria vita vengano distrutte da una bomba quando non si è fatto personalmente nulla per provocare quella reazione? Questa domanda dovrebbe essere indipendente dalla religione, dall'appartenenza etnica, dalla posizione politica, altrimenti stiamo disumanizzando una fetta di umanità al pari di chi considerava altre etnie come esseri inferiori e accettando lo stesso genere di barbarie che ci orripila quando pensiamo allo schiavismo, al 1945 o al Massacro di Srebrenica. Stiamo guardando il bullo che invece di offendere, o rubare la merendina ammazza migliaia di persone innocenti perché pochi del loro gruppo hanno fatto qualcosa di deprecabile e ingiustificabile, ma pur sempre non quelli che stanno subendo ora il massacro. In fondo, nonostante i secoli, il progresso e la storia restiamo pur sempre gli stessi umani. “Restiamo umani”? Ma anche no. (https://short.staipa.it/uadcm)
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Il muro del piantala.
Uno poi si dimentica che esistono i colori, nelle giornate sempre uguali, dominate dal grigio. I miei occhi non aiutano ma li imbottisco di farmaci così da farli stare calmi. Ho visto il sole ed è stato come incontrare un vecchio amico che se ne era andato via in erasmus. Tornare in Italia è questo. Le feste comandate e ignorare il telefono e le persone che vogliono festeggiare insieme a te. Ho fatto piangere mia madre per quello che sono diventato: un muro. Ma io non riesco a cambiare oramai. Dieci anni di solitudine e non mi viene da raccontare come sto, lo tengo per me, lo scrivo nel diario e poi lo dimentico. L'ho gettato fuori, non mi appartiene più. Tutto quello che scrivo è un rito di espulsione. È difficile starmi vicino, l'unica cosa che sembra non aver paura di me è la mia malattia cronica ecco, lei proprio non si annoia mai e anzi cerca sempre di saltarmi addosso in ogni momento, che birbante!
Ho parlato con mio nonno. Era intento a raccontarmi l'ennesima storia che conosco a memoria e io a fingermi sorpreso nelle pause dove era necessario dargli maggiore attenzione. Ha detto che in 3 anni ne farà 90. Gli ho detto che è un bel traguardo, complimenti. Poi ha aggiunto che già che sarà lì, se Dio vuole, magari si impegna per altri 10 così arriva a 100. Che 100 è un bel numero per andarsene. Ha indicato il ritratto di suo nonno e ha detto, lui se ne andò a 103, io mi accontento di 100. Io manco so se ho voglia di arrivare alla prossima estate ma ammiro la sua perseveranza. Mi ha fatto promettere di esserci al suo funerale. Gli ho detto che non solo ci sarò ma che suonerò anche qualche canzone deve solo dirmi quale e ora stiamo facendo una lista di canzoni che dovrò imparare, ho solo 13 anni accidenti meglio iniziare subito.
C'è una storia che ho iniziato a scrivere 12 anni fa, ricordo il luogo. Ero seduto alla scrivania del museo dove lavoravo. Pensavo fosse finita e invece l'ho riaperta e i personaggi mi hanno detto che volevano capire qualcosa di più della loro esistenza così mi sono messo a dialogare con loro e a seguirli, per vedere come mai erano stati creati. Scrivere, creare, è quello che più fa sentire noi umani vicini a Dio. Credo, non lo so, anche perché pure Dio è stato creato per una storia quindi è come quando dici è nato prima l'uovo o la gallina? Fatto sta che ora io vivo in quel villaggio, ho in testa le voci di tutti i suoi abitanti e non riesco a smettere di stare la dentro. Ho paura sia il sintomo definitivo. Quello che conferma che ho perso la testa e non ho più nessun legame con la realtà. Forse è per questo che faccio difficoltà ad accettare i sentimenti degli esseri umani che mi circondano.
Sto andando in giro a leggere le mie storie. C'è un amico, un musicista jazz che mi accompagna. Le luci sono spente, solo quelle necessarie ai miei occhi per essere in grado di capire la traccia del racconto. Ho fatto piangere una sala intera e non mi sento in colpa. Bravo Matteo non solo fai piangere tua madre eh no, anche una sala. Però che ci posso fare, mi sono rotto delle mezze misure. Se esco dalla tana io entro a gamba tesa ovunque adesso, perché lo sforzo già l'ho fatto che diamine. Vorrei portare questo spettacolo in giro l'anno prossimo quindi se state leggendo questa frase ora e vivete in una città e conoscete un posto dove posso portare le mie favole della buia notte beh, scrivetemi in privato.
Ho contato le volte in cui mi sono innamorato quest'anno. Quando diavolo la smetterò? Spero presto perché è fastidioso. Odio internet. Odio essere consapevole del fatto che ovunque c'è qualcuno di cui mi vorrei innamorare. Alle elementari avevo 4 compagne di classe che ritenevo bellissime. Alle superiori un'intera scuola dominata da esseri femminili che dovevo conquistare. Poi arrivò l'internet e scoprii che anche in provincia di Milano c'era qualcuno che dovevo conoscere e all'epoca c'era il 56k quindi mica era facile scambiarsi foto. Poi arrivò la Sardegna, la provincia di Firenze, l'Australia. Ma ora, ora non vedo più persone, mi sembra tutto diventato merce. Vedo i volti di ragazze e ragazzi bellissimi e ne studio i tratti e riconosco i lineamenti e sì, è chiaro, sono studiati in laboratorio apposta per piacermi. Penso alle generazioni attuali che si dividono tra domanda e offerta. La domanda sono quelli come me, che restano affamati o curiosi e poi c'è l'offerta, che sono questi essere stupendi resi raggianti dai filtri con lentiggini e i corpi sinuosi nelle angolature studiate su misura per essere tutti uguali, dei meme di se stessi, infinite riproduzioni di umani con cui non voglio interagire. Tutto è diventato una vetrina. Dietro c'è una di quelle macchinette che distribuiscono bevande. Le lattine siete voi esseri bellissimi. Digita il codice. Inserisci le monete. La lattina cadrà in pochi secondi. Ma è un sorso solo e non sa di niente. La dottoressa mi ha vietato di bere bevande gassate quindi lascio perdere più che volentieri.
Mi spiace aver perso un paio di persone quest'anno. Una è il mio migliore amico, non so cosa è andato storto. Quasi non ricordo. Ah sì, ha deciso che era più interessante scoparsi la mia ex e a me non interessava stare lì a suggerirgli cosa fare per migliorare le prestazioni. Che cosa orribile che ho appena scritto. Me ne pento. Non la cancello perché un'altra cosa che vorrei provare ad essere l'anno prossimo è: un pelo più cattivo. Mi spiace anche aver perso la mia ex, che era un bel ricordo alla fine. Mi spiace aver perso una persona che mi stava piacendo più del necessario e non se lo meritava, era troppo vicina ai filtri e agli standard che la società impone. Spero sia felice. Spero sia così felice da rendersi conto di aver fatto bene a mandarmi via fino al momento in cui come un fulmine tornerà il ricordo di me e deciderà di scrivermi in amicizia, per sapere come sto. Allora io sarò finalmente cattivo e con tutta la rabbia che ho in corpo aspetterò ben 4 minuti prima di risponderle e di chiederle di rivederci. Solo perché aveva le lentiggini. Che odio. Solo perché le lentiggini mi ricordano ancora un'altra persona e ancora prima di quella persona era qualcosa che avevo letto in un libro o avevo immaginato e che ora i computer e gli algoritmi hanno imparato e mi propinano in mille influencer al giorno da ogni parte del mondo tutte con lo stesso pattern di lentiggini. E io sono un uomo oramai prossimo alla quarantina che guarda queste proposte come un ubriaco davanti a un distributore automatico. Annoiato. Senza spiccioli.
Ho un programma per i prossimi Natali. Insegnare a mio nipote la poesia di Pacciani e fargliela recitare durante il pranzo davanti alla famiglia. Senza avvisare mia madre. Aspettare che finisca la sua esibizione, vedere le lacrime di commozione negli occhi di chi ha ascoltato e poi rivelare l'autore. Mio nipote è così carino che pure le parole del mostro di Firenze diventano adorabili. Poi magari cambio e ci metto frasi di altri serial killer o psicopatici o politici.
Ho preso una pausa dallo scrivere annotazioni di vita perché tutto stava diventando simile a una puntata lunghissima del podcast e io odio ripetermi anche se sono anni che in pratica gli argomenti sono sempre gli stessi. Amo essere la dimostrazione che il tempo passa e qualcuno può decidere di non imparare niente. Nemmeno da i suoi errori.
Sto bene. Non mi manca niente. Forse vorrei solo conoscere te, ma solo per capire che è giusto fermarsi alla superficie e non rischiare di andare in profondità. Metti che poi uno davvero poi trova un luogo che non riesce a smettere di esplorare? Io voglio restare quassù a guardare le foto dove sei venuta bene. A galleggiare. A mettere i cuoricini ogni tanto giusto per ricordarti che esisto. Che poi lo so solo io di esistere, tu mica te ne accorgi. Ma nel mio piccolo sento di essere speciale. Mentre tu aspetti solo che io inserisca le monetine e la spirale si azioni e ti faccia fare il salto nel vuoto. Lo ripeto spesso quando guardo video di modelle incredibili da chissà dove. Sei fortunata cara mia, a non avermi incontrato. Altrimenti adesso saresti persa di me e mi vorresti e non riusciresti a fare questi sorrisi davanti alla fotocamera. Eh no. Mica verresti così bene. Nessuno si abbonerebbe al tuo canale. Vedi che lo faccio per te, a non farmi avanti? Io mica voglio avere il tuo futuro economico sulla coscienza.
Tutti piangono quando dico la verità. Avevo più amici quando raccontavo palle. Avevo più amori quando dicevo fandonie. Ora ho solo questa finta pace momentanea, il mio gatto, la mia malattia cronica che non vede l'ora di risvegliarsi e chilometri di pensieri verso umani generati da computer.
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Hai voglia stanotte? 🤪
No amo grazie lo stesso. Sarebbe stato divertente sapere chi sei e intavolare una conversazione, se sono anni che mi segui questo ti rende un fan o un sociopatico, non lo sapremo mai e la cosa mi annoia
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Come mai poco attiva?
Per tanti motivi, questo posto non è più quello di anni fa e spesso mi annoia, è come se mi fosse passata la voglia di scrivere qua sopra da qualche mese a questa parte. In più usavo tumblr per sfogarmi non sentendomi pienamente libera di farlo con qualcuno, ma io ora il mio qualcuno con cui parlare di qualsiasi cosa ce l'ho, quindi non sento più il bisogno di scrivere qui le mie cose. Per ora tengo il blog giusto perché comunque ha fatto parte della mia vita per anni, ma magari più avanti lo cancellerò anche.
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Ci sono delle frasi in cui la mia mente inciampa più volte, come quando sono in libreria e l'occhio cade casualmente su quello stesso libro, di cui non conosco la trama, ma che prendo sempre in mano per accarezzarne la copertina o per sfogliarne le parole così, senza intento.
È da un po' di giorni che i miei pensieri si passano tra le dita questa frase "il miglior modo per nascondersi è mettersi in bella mostra".
Non che io sia una spia o che abbia recentemente letto riviste di spionaggio, nè saprei dire da dove l'abbia sentita, ma questa frase mi è rimasta impressa.
"il miglior modo per nascondersi è mettersi in bella mostra".
La rigiro tra le mani.
Non lo so, magari per gli oggetti vale ma per le persone... siamo sicuri?
Accarezzo leggera ogni lettera.
Come fanno le persone a nascondersi in bella vista? Omologandosi magari: diluirsi con il resto e non far sollevar domanda alcuna.
La stringo.
Rendendosi ridicola? Magari il riso a lungo andare annoia e azzera ogni futuro interesse. Così che la profondità rimanga inesplorata.
La ripeto piano.
Come celarsi agli occhi di coloro che ti cercano, senza mai scappare davvero?
L'apparire è più importante dell'essere. Una maschera. Forse. Sei lì davanti a tutti ma sai che la tua vera essenza è inviolata. Magari oggi più di ieri, visto che l'attenzione spesso di ferma in superficie e si disperde velocemente.
Restare al centro, sotto i riflettori. Fingersi altro e rimanere inaccessibili.
La ripeto ancora. Che frase del cazzo.
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Questo periodo è diventato più ambiguo che mai. Avere di nuovo mamma in casa fa davvero strano e non poco mi aspettavo che avendola qui avrei potuto togliermi un po' di pensieri di dosso e invece no sono solo aumentati ormai l'abitudine di crescere senza lei si fa sentire e non lo sto notando solo io....non so proprio se essere contento o no della sua permanenza qui. Non è l'unica persona ad essere tornata a quanto pare questo mese di luglio fa ricomparire gli scheletri nell'armadio tutti insieme che tanto per cambiare la mia vita ho diventa estenuante o quasi mi annoia ma per il momento almeno qui niente di rilevante. Continuo a pensare sempre più spesso agli errori che ho commesso e sento sempre più la mancanza di una persona che ormai è diventata un fantasma quasi che echeggia nei miei ricordi. Il ciclo degli eventi che mi circondano mi stanno portando ad essere sempre più introverso e con sempre meno voglia di cercare qualcosa di nuovo ormai vige il motto "non mi aspetto nulla ma sono già deluso" anche se ancora mi deve morire la speranza di un qualcosa di inaspettato che come un fulmine a ciel sereno crei uno squarcio in questo grigio che mi attanaglia. L'essere statico ormai non fa più parte di me e quasi come se guardandomi allo specchio scorgo qualcuno di nuovo un estraneo mi rendo sempre più conto di come sia diventato completamente libero da ogni inibizione e da come mi senta sempre meglio con me stesso ma mi manca una cosa fondamentale: qualcuno che abbia voglia di esserci e restare con cui condividere tutto ciò che ho voglia di donare
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