#dove mangiare maputo mozambico
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lillyslifestyle · 6 years ago
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Continua il nostro viaggio in auto alla scoperta della costa mozambicana. Partiti dalla capitale Maputo ci dirigiamo verso nord per la nostra prima tappa costiera, Xai Xai e le sue spiagge selvagge e deserte.
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La strada nazionale è ottima e di facile percorrenza con una qualsiasi auto, non c’è bisogno di un 4×4 o fuoristrada. Si paga appena un pedaggio (in uscita) ed equivale a meno di 0,20 centesimi di euro. Avete anche diversi distributori di benzina lungo la strada.
  Arriviamo a Xai Xai dopo circa 230km, circa 4 ore di viaggio da Maputo, a causa dei numerosi limiti di velocità a 60km/h in tutti i piccoli centri abitati e vi assicuro che sono tantissimi. Bisogna guidare con molta attenzione sopratutto per la quantità di bambini che giocano per strada, camminano pericolosamente lungo i margini stradali e molti, in divisa scolastica, vanno o escono dalle varie scuole disseminate lungo la strada.
Passato il centro abitato di Xai Xai, prendiamo la direzione Praia de Xai Xai. In realtà l’indicazione non l’avevamo vista ma chiediamo un’informazione ad una giovane donna alla fermata dell’autobus che poi accompagniamo a casa della sorella, visto che era di strada ed era carica di buste.
Dalla città di Xai Xai alla spiaggia la strada diventa poco agibile per tutte le tipologie di auto (calcolate che dista circa 12km di dunette di sabbia compatta) anche se molto scenica. Consiglio quindi, se avete un alloggio lungo la praia di Xai Xai di noleggiare almeno un suv, come abbiamo fatto noi. Chiedete al referente del vostro alloggio che tipologia di auto noleggiare per arrivare.
  Noi eravamo diretti presso lo Xai Xai Eco Estate. Un magnifico complesso localizzato su una scogliera vista oceano indiano con 18 ville private, alcune delle quali con piscina, come la nostra, e una vista mozzafiato.
XAI XAI
Xai-Xai è il capoluogo della provincia di Gaza ed è situata nella valle del fiume Limpopo. Quello che rende questa destinazione affascinante è sicuramente la sua posizione geografica. Da un lato bagnata dall’oceano Indiano e dall’altra dai fiumi Limpopo e Ponela.
Come Maputo, Xai-Xai cresce molto nel 1900 essendo il secondo porto d’importanza strategica dopo la città Maputo, considerata sua sorella marittima. Non bisogna dimenticare anche la leggendaria Gaza Railway Line che collega il Sudafrica.
Quando arrivarono i portoghesi a Xai-Xai la chiamarono João Belo, ministro delle colonie nel 1920. Purtroppo in quel periodo la città era conosciuta per la terribile tratta degli schiavi. Molti locali furono trasferiti con la forza a Egoli per lavorare nelle miniere d’oro.
Ricorderete la famosa canzone di Hugh Masekela “Stimela”, una canzone dedicata ai lavoratori delle miniere di Johannesburg.
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Xai-Xai diventa città appena nel 1961 quando il ministro Adriano Moreira è in visita in occasione della costruzione del porto fluviale. Bisogna però attendere l’indipendenza nazionale (1974) per passar ad esser chiama Xai-Xai come la conosciamo noi oggi.
Una piccola curiosità per concludere questa presentazione, sapevate che Xai-Xai à stata la prima città mozambicana ad eleggere una donna come Presidente? Era il 2004.
LA NOSTRA VILLA
Come sempre, noi tendiamo di fuggire dai luoghi turistici ed affollati. Ed è per questo che abbiamo scelto questa parte della lunga linea di sabbia di Xai-Xai, quella più lontana dai bar e gli hotel sulla spiaggia.
Arrivati all’Eco Estate e concluse le pratiche del check-in, cominciamo a salire con l’auto la stretta ed impervia salita fino alla nostra villa, l’ultima (numero 23) in cima con la vista più bella del complesso.
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Immersa in una vegetazione lussureggiante sui cui alberi saltellano allegre delle scimmiette, che intravediamo solo in rare occasioni, ma che sentiamo saltellare sul tetto della casa durante la notte, la villa ha un’incredibile terrazza panoramica con piscina a picco sull’immenso blu dell’oceano Indiano.
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Ogni villa, ne sono 18 nel complesso, ha capienza per sei o più persone. Possiede 3 stanze da letto e tre bagni. La nostra possedeva due stanze matrimoniali con bagno privato, un bagno comune ed una stanza con letti a castello.
Appena lasciati i bagagli nella casa, l’alloggio è tipologia selfcatering (vi cucinate voi) e visto che non avevamo ancora fatto la spesa, decidiamo vista l’ora, di andare a pranzo nel famoso ristorante Café Pescador a pochi minuti di auto di distanza. Avevo letto su numerosi blog e guide che è uno dei migliori in zona e quindi ci catapultiamo senza indugiare.
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Foto: Café Pescador
Concluso il pranzo, decidiamo di fare due passi in spiaggia per digerire e sgranchirci le gambe per le lunghe ore di viaggio in auto. Appena ci infiliamo in un sentiero, abbastanza stretto a causa della folta vegetazione, ecco che il paradiso comprare dinanzi a noi. L’oceano Indiano e una lunghissima spiaggia dorata solo per noi. Non ci son parole per descrivere l’emozione provata.
  Dopo una lunga passeggiata tra le varie spiagge, arriviamo alla Praia dos Caranguejos (spiaggia dei granchi), capiamo subito perché si chiama così. Ci sediamo su una delle soffici dune di sabbia per ammirare le decine di granchi che escono dalle loro tane per poi, al minimo nostro movimento per fotografarli, si rinascondevano.
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Decidiamo di lasciarli tranquilli ed andiamo a cercare del carbone per organizzare una bella baciata di pesce a casa per cena. Ci informano che c’è un signore lungo la strada che vende il carbone. Lo raggiungiamo ed acquistiamo il quantitativo per un paio di cucinate, anche se poi ne useremo solo una dose.
Dopo il carbone ci mancava l’elemento principale, il pesce. Ci avevano detto che verso le 15 numerosi pescatori tornavano dalla pesca e che avremmo potuto comprare il necessario da loro. Noi abbiamo praticamente fatto gli stalker delle barche che vedevamo andar e venire lungo la strada dei vari resort e ne abbiamo seguita una.
Arrivati nel parcheggio di uno dei resort vicini, abbiamo chiesto se potevamo comprare un pesce da loro. Non ci sono problemi, ma bisogna aspettare il lungo processo di pulizia, peso e vendita al resort (quasi un’oretta di attesa, son lentissimi).
Finalmente è giunto il nostro turno e ne è valsa la pena, abbiamo speso una cifra ridicola per 1kg di pesce che poi abbiamo grigliato sul barbecue vista oceano della nostra villa. Come vedete a noi piace sentirci a casa quando viaggiamo, anche quando siamo dall’altra parte dell’Equatore.
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Una volta completati gli acquisti per la nostra cenetta romantica, ci rilassiamo in terrazza. Finalmente vedo le mie prime balene saltellare. Si, proprio dalla terrazza di casa. Son letteralmente saltata io dal lettino, incredula dello spettacolo che si stava presentando davanti i miei occhi.
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Credo che un altro momento che ricorderò di questi due giorni a Xai-Xai è un semplice gesto di grande generosità dei mozambicani. Ora vi spiego meglio.
Arrivata la guardia notturna della nostra villa, decido di preparagli un caffè caldo visto che la sera le temperature scendono molto. Lui incredulo accetta e dopo circa una ventina di minuti bussa alla porta della nostra villa e mi dona un’enorme e dolcissima papaia. Si è meritato così una bella seconda tazza di caffè fumante e un sorriso di cuore.
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Purtroppo restiamo appena due giorni in questo paradiso ma credo che abbiamo approfittato bene del tempo a nostra disposizione. L’indomani, Xai-Xai ci saluta con una magnifica alba, un rosso sole che si innalza dall’oceano proprio di fronte la nostra villa. Non è spettacolare?
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Prima di salutarvi voglio lasciarvi qui di seguito alcune informazioni utili per un vostro viaggio a Xai-Xai.
DOVE MANGIARE
CAFÉ Pescador
Il Café Pescador è un bar ristorante aperto nel 2013. Come vi ho accennato prima, arriviamo per pranzo. Viste le temperature, optiamo per un tavolo sulla terrazza sui tavolacci di legni, in netto contrasto con l’eleganza tra il rustico e il minimalismo dell’interno. Peccato appena non abbia una vista sull’oceano.
Dopo aver consultato rapidamente il menù, scegliamo senza esitare il mix di mare, di cui vi avevo già parlato nell’articolo dedicato a come organizzare un viaggio in Mozambico. Basta guardare la foto in basso per capire che non abbiamo sbagliato nella scelta.
Era tutto freschissimo e ben preparato. I prezzi sono abbastanza accessibili per essere un ristorante di un resort. Lo consiglio sicuramente.
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comprate pesce dai pescatori
Consiglio vivamente di comprare pesce ai pescatori se avete una cucina o un barbecue a disposizione nel vostro alloggio. Direi che è un’ottima alternativa ai ristoranti, non credere?
DOVE DORMIRE
Non posso che consigliarvi il Xai Xai Eco-Estate per un’indimenticabile vacanza nella località Xai-Xai. Per contattare il complesso vi consiglio di cliccare qui.
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[Prossimamente]
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COSA MANGIARE IN MOZAMBICO
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Xai Xai, le spiagge deserte del Mozambico Continua il nostro viaggio in auto alla scoperta della costa mozambicana. Partiti dalla capitale Maputo ci dirigiamo verso nord per la nostra prima tappa costiera, …
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aneddoticamagazinestuff · 7 years ago
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I bambini rifiutati dalla società che vivono tra i rifiuti delle discariche
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I bambini rifiutati dalla società che vivono tra i rifiuti delle discariche
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Di loro nessuno parla. Eppure sono tanti, tantissimi. Sono i morti sulle discariche ai confini di tante città del mondo. Solo poche settimane fa, 18 persone (ma questi sono solo quelli accertati: si teme possano essere molti di più) hanno perso la vita schiacciate da una frana di rifiuti nella più grossa discarica di Maputo, dopo le piogge torrenziali che erano cadute sulla capitale del Mozambico. I rifiuti hanno travolto e sepolto sette baracche del quartiere di Hulene, a circa dieci chilometri dal centro della città. Una morte orribile: tonnellate di spazzatura fradicia e fetida hanno travolto le baracche di fortuna costruite al limite della discarica schiacciando e soffocando gli abitanti. Le autorità del comune di Maputo si sono giustificate dicendo che avevano cercato di convincere quelle persone a lasciare Hulene e trasferirsi a Chiango, un’area scarsamente popolata nella periferia nord della città.  Qualche anno fa, durante la campagna elettorale del 2013, il sindaco di Maputo, David Simango, aveva promesso di chiudere la discarica di Hulene, ma poi aveva continuato a scaricarci rifiuti con 1.600 tonnellate di rifiuti al giorno. Le persone che vivono nell’area in cui sorge la discarica quasi sempre presentano gravi problemi di salute (respiratori, legati al puzzo nauseabondo, e diarrea). A volte la spazzatura veniva bruciata all’aperto in modo incontrollato, producendo diossine cancerogene. Eppure, ogni giorno, un esercito di uomini, donne e bambini continuano a setacciare quello che altri buttano in cerca di qualcosa da utilizzare o da poter rivendere o scambiare. Come ha denunciato Raffaele Masto su Buongiorno Africa: “La discarica è uno sterminato paesaggio di colline e vallate di spazzatura e dà lavoro a centinaia di persone che ogni giorno immersi nei rifiuti raccolgono tutto ciò che può essere riciclato, ferro, carta ma soprattutto plastica. È un lavoro che fa guadagnare pochissimo, ma per molti è sempre meglio di niente”. Chi lavora sulle discariche di rifiuti spesso è costretto a viverci: “Non si può permettere il costo dei trasporti e così si costruisce una baracca nella discarica. Così si formano città nella spazzatura, misere baracche, poco più che ripari per dormire e riprendere a raccogliere rifiuti all’alba”, continua Masto.
Quello che è avvenuto a Maputo non è un caso isolato. Circa un anno fa, 46 persone sono morte sepolte dai rifiuti franati dalla discarica alla periferia di Addisa Abeba, sulla quale vivevano decine e decine di famiglie. Anche lì il numero dei morti potrebbe molto maggiore di quelli ufficiali: sono molti i dispersi, come ha riferito il portavoce della città, Dagmawit Moges, che ha anche confermato che molte vittime erano donne e bambini che si trovavano nelle abitazioni di fortuna costruite sulla discarica Koshe. Un paio d’anni fa, lo stesso è avvenuto in Brasile. E poi a Payatas, nella discarica di rifiuti alla periferia di Manila che è crollata seppellendo la bidonville di Quezon City.  
Nel mondo sono milioni e milioni le famiglie che vivono in condizioni simili. Uomini, donne e bambini che vivono in un inferno e per i quali spesso la morte è solo la fine dell’incubo. “Incidenti” che non dovrebbero sorprendere: in tutti i continenti il numero di quelli che vivono in case di fortuna è in aumento. Fuggite dalla campagna in cerca di una nuova vita nelle grandi città vedono le propria speranze svanire e, allora, l’unico modo per sopravvivere è cercare tra i rifiuti delle discariche che sorgono vicine alle metropoli. È così che in tutto il mondo sono nate vere e proprie “città intorno alle città”, in cui migliaia e migliaia di famiglie si accalcano e vivono al di fuori della società e delle regole “civili”: qui non esistono strade, niente acquedotti, fognature, linee elettriche, pronto soccorsi. La situazione per i bambini è ancora peggiore: per loro il futuro è segnato dalla nascita. Quelli che sopravvivono (l’indice di mortalità infantile è elevatissimo in uno degli ambienti tra i più malsani del pianeta) non hanno scuole o spazi per giocare e crescere. 
Nella baraccopoli Attè Coubè di Boribana ad Abidjan sono decine di migliaia i bambini che vivono in mezzo al marciume dei rifiuti in decomposizione respirando veleni di ogni tipo che causano ogni genere di malattie. Di quelli loro che prendono queste malattie (così come delle loro morti) nessuno parla. E quelli che restano schiacciati sotto i crolli tutt’altro che infrequenti spesso attirano l’attenzione solo dei media locali e per un periodo brevissimo. Poi tutto viene dimenticato. 
Lo stesso a Rocinha, in Brasile, dove vivono 69mila persone. E poi in Venezuela a Petare dove 370mila persone cercano di sopravvivere nella periferia della capitale Caracas. O in India, a Dharavi alle porte di Mumbai (il cuore finanziario del subcontinente indiano): qui la baraccopoli copre un’area di circa 1,7 chilometri quadrati e nelle baracche, lontani dall’attenzione dei media vivono quasi un milione di persone.
Di baraccopoli come queste ce ne sono dovunque: le più grandi si trovano in Egitto, a Manshiet (dove vivono 1,5 milioni gli abitanti); in Pakistan a Orangi Town, uno slum che ha le dimensioni di una metropoli di 1,8 milioni di persone: in Kenia a Kibera, dove cercano di sopravvivere 2 milioni e mezzo di abitanti, il 60% degli abitanti della capitale keniota. Anche Margaret vive in Kenia: con la sua famiglia è accampata sulla discarica di Mwakirunge alle porte di Mombasa. Ogni giorno scava tra la spazzatura, incurante dei vetri rotti e dei rifiuti tossici cercando plastica o metalli da vendere per sopravvivere. Margaret ha solo dieci anni ma pare che a nessuno importi cosa fa o dove vive. In un posto non molto diverso da quello visitato da Sarah Alexander della British TV che ha detto: “E’ come l’inferno in Terra”.
Un inferno in cui ogni giorno vivono milioni di bambini. Nelle baracche che li ospitano non hanno corrente elettrica e praticamente non esiste acqua potabile, niente ospedali né ambulatori in cui recarsi in caso di malattie (peraltro frequenti visto l’ambiente insano). Lo stesso nella discarica di Dandora, considerata la pattumiera più grande di tutta l’Africa orientale e definita da molte organizzazioni il luogo più inquinato del pianeta. Qui uomini donne e bambini nascono, vivono e muoiono circondate dalle montagne di rifiuti riversati tutti i rifiuti della capitale Nairobi: 2000 tonnellate di spazzatura maleodorante e pericolosa per la salute che vanno ad accumularsi senza possibilità di essere smaltiti (dato che la discarica è stata dichiarata al limite della sua capienza già nei primi anni 2000). In Messico a Neza-Chalco-Itza, 4 milioni di persone vivono accampate alla periferia del Distretto Federale di Città del Messico. 
A Makoko, in Nigeria, 110mila tra uomini, donne e migliaia di bambini vivono in quella che è chiamata la Venezia nera o Venezia d’Africa: una baraccopoli alla periferia di Lagos dove vivono uomini, donne e bambini provenienti soprattutto da Togo e dal Benin. Makoko non è l’unica baraccopoli ad essersi data un nome di fantasia a volte sarcastico. Lo stesso è avvenuto ad Haiti nella Cité Soleil: qui sono 241mila quelli che cercano di sopravvivere a pochi chilometri dalla capitale Port-au-Prince. In Sud Africa sorge Khayelitsha che in xhosa significa “Casa Nuova”: una “casa” in cui vivono 1,2 milioni di persone, molte dai tempi dell’apartheid, quando alle persone di colore che giungevano a Città del Capo non era permesso di abitare negli stessi quartieri popolati dai bianchi. Anche Korogocho una distesa interminabile di baracche di lamiera a pochi chilometri dalla capitale è un nome speciale: in dialetto kikuyu significa “caos, confusione”.
Nel mondo sono milioni i bambini che vivono (ammesso che questo possa essere chiamato “vivere”) in questo modo. Anche molti di quelli che sono sopravvissuti a una guerra che non hanno visto iniziare, spesso è costretto a farlo. Come in Siria, nella Ghouta orientale, a pochi chilometri da Damasco, che l’inviato delle NU per la Siria ha definito “l’epicentro della sofferenza”. Qui bambini senza cure mediche, malnutriti e senza un futuro cercano di sopravvivere rovistando nella spazzatura per trovare qualcosa da mangiare. “La situazione umanitaria nella Ghouta orientale ha raggiunto un punto critico. Come è accaduto spesso in Siria negli ultimi 6 anni, la gente comune è di nuovo intrappolata in una situazione in cui la vita diventa lentamente impossibile e dove gli alimenti e gli aiuti sono gravemente limitati”, ha detto Robert Mardini, il direttore per il Medio Oriente del Comitato internazionale della Croce rossa. La guerra e l’assedio ha causato una grave carenza di risorse e un aumento vertiginoso dei prezzi dei beni di prima necessità: il prezzo di una porzione minima di pane costa 85 volte di più che a Damasco; una bombola di gas a Ghouta Est si vende oggi a 300 dollari. Prezzi impossibile per molti di quelli che ancora vivono nella città.
E allora, i bambini cercano tra i rifiuti. Consapevoli di rischiare ogni giorno di morire, non per le pallottole dei cecchini o per le bombe “intelligenti” che colpiscono bersagli sbagliati, ma per l’aria che respirano, l’acqua che bevono e il resti di cibo che mangiano. O, a volte, sepolti dalla frana dei rifiuti su cui stavano scavando.
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lillyslifestyle · 6 years ago
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Chi sta organizzando un viaggio per visitare il Mozambico dovrà inevitabilmente passare per Maputo, la capitale. Durante le mie ricerche online, per la preparazione al viaggio, in quasi tutti gli articoli letti si diceva che “non vale la pena visitare la capitale”. Non posso che non approvare questa affermazione. Volete saperne di più? Continuate a leggere.
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Come vi dicevo non concordo sui commenti negativi rivolti a questa città. Credo sia abbastanza ovvio sostenere che non è una città monumentale, non è mica una città europea, ma questo non significa che non sia interessante visitarla. Basta avere l’animo curioso ed uscire un po’ dai classici percorsi.
Forse siamo stati avvantaggiati dalla lingua ma vi assicuro che Maputo è una città da vivere più che visitare. Detto questo credo sia d’obbligo da parte mia stilare una lista di luoghi d’interesse da visitare se arriverete a Maputo non solo per un transito aereo.
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COSA VISITARE
I luoghi d’interesse non sono molto distanti tra di loro. Qui di seguito potete visionare un possibile itinerario, quello che abbiamo seguito noi, per la visita della città.
Se non siete buoni camminatori potete avvalervi di taxi (questo il contatto di uno di fiducia, Signor Salvador +258 844751660) oppure di Tuk Tuk (questo il contatto del nostro autista, Ivan +258 845929283). Io però consiglio di camminare per poter ammirare e curiosare tra una meta e l’altra.
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MERCATO MUNICIPALE
Non potevo non cominciare la lista dei luoghi imperdibili di Maputo se non con il mercato. Si legge sulla facciata che è stato inaugurato nel 1901 (ma questa data rappresenta in realtà l’inizio della costruzione e non di apertura) e all’epoca si chiamava Mercado Vasco da Gama de Lourenço Marques. Resta comunque il più antico della capitale.
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I mercati per me sono fonti inesauribili di informazioni su un popolo. Il cibo racconta molto, basta saperlo ascoltare.
Siamo andati al mercato con un mio amico angolano che vive a Maputo da diversi anni. Abbiamo allegramente chiacchierato con le venditrici ed ovviamente fatto scorta di frutta secca per gli aperitivi e souvenir di viaggio, preferisco quelli appetitosi.
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Non perdete quest’occasione di scoprire il cibo locale, i venditori saranno lieti di farvi assaggiare di tutto. I prezzi sono bassissimi ma dovete saper contrattare visto che non sono esposti.
Quando uscirete non dimenticate di assaggiare le badja, frittelle di fagioli che friggono in pentole per strada. Sono deliziosi, ne avrei mangiate a quintali ed ovviamente accompagnate dai golosissimi caju.
DOVE: Avenida 25 de Setembro.
STAZIONE FERROVIARIA
La primitiva stazione era una costruzione in legno e zinco che fu inaugurata l’8 luglio del 1895. La stazione collegava Lourenço Marques (antico nome di Maputo) e Transvaal.
L’attuale stazione invece fu costruita tra il 1904 e 1910. L’inaugurazione fu celebrata il 19 marzo del 1910 ed oggi collega lo Swaziland (linea Goba), il Sudafrica (linea Ressano Garcia) e lo Zimbabué (linea Limpopo).
A differenza di quello che si dice in giro, Gustave Eiffel non c’entra nulla con questa stazione, la magnifica cupola che la sovrasta non è di sua opera (fonte ufficiale). Esistono documenti che comprovano la sua fabbricazione in Sudafrica e non in Inghilterra a causa della Prima Guerra Mondiale. Questo però non vuol dire che non valga la pena una visita anche se rapida.
Per conoscere meglio la storia di questa stazione vi consiglio, quando sarete lì, una visita al piccolo ma ricco museo dedicato alle ferrovie. Un museo giovanissimo inaugurato appena l’11 giugno del 2015.
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Eletta la 3ª stazione di bella del mondo dal Times, è sicuramente una perla architettonica nel caos dell’edilizia della capitale mozambicana.
DOVE: Praça dos Trabalhadores.
CASA DI FERRO
Una delle strutture più insolite che troverete a Maputo, la casa di ferro è un prefabbricato commissionato al Belgio dallo studio di Gustav Eiffel che doveva essere la casa del governatore mozambicano in Sudafrica.
La prima ubicazione della casa fu Avenida 5 de Outubro (attuale Josina) nel 1892. A causa del materiale usato e delle alte temperature, come potete immaginare, non fu mai utilizzata come dimora prevista. Fu poi smantellata nel 1972 e rimontata come edificio storico nei pressi del giardino botanico.
Nel 1974 è trasformata trasforma in museo dei servizi geografici e nel 2014 è ulteriormente restaurata ed oggi è la sede della Direzione Nazionale del Patrimonio Culturale. Visitabile gratuitamente con aria condizionata, non temete.
DOVE: Avenida Samora Machel.
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FIERA ARTIGIANATO, Fiori e GASTRONOMIA
La FEIMA, Feira de Artesanato, Flores e Gastronomia, è stata una delle nostre prime tappe. Arrivati alle 6:30 del mattino (con quasi 11 ore di volo senza dormire sulle spalle) dopo un check-in e una doccia rapida in hotel ci catapultiamo in strada. Per sgranchirci le gambe decidiamo di andare alla fiera a piedi dal nostro alloggio.
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Lo spazio, inaugurato nel 2010, è molto gradevole, un polmone verde e colorato nella grigia e caotica Maputo. Subito una spruzzata di colori con le magnifiche capuane ed i dipinti su stoffa che ondeggiano con la brezza marina.
  Dopo aver curiosato tra le varie bancarelle, così ci siam fatti anche un’idea dei prezzi che ci saranno utili per futuri acquisti, lo stomaco comincia a reclamare. Decidiamo di restare a pranzo in questo gradevole giardino e mangiamo da Mamma Mia.
Vi assicuro che non avevo letto il nome ma mi son fondata per i piatti tipicamente mozambicani che proponevano nel menù esposto. Lo sapete che mangio solo locale quando posso, tranne se si mangia solo carne che non fa parte della mia alimentazione.
DOVE: Avenida Martires da Machava.
NUCLEO DI ARTE
Il Núcleo de Arte è un’organizzazione culturale che ha lo scopo di promuovere e valorizzare le arti plastiche in Mozambico. Operativo sin dal 1921 è istallato in un’antica casa coloniale. Uno degli artisti più famosi che frequentava lo spazio era lo scultore Chissano, niente male non credete?
Oltre la galleria, che merita una visita, vi consiglio di uscire e circondare l’edificio per curiosare nel garage/giardino trasformato in uno spazio atelier comunitario per gli artisti locali.
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La domenica pomeriggio organizzano solitamente concerti di musica dal vivo nel patio. Noi ovviamente non ce lo siamo fatti scappare ed era anche la nostra ultima notte mozambicana.
DOVE: Rua de Argélia, 194.
  FONDAZIONE FERNANDO LEITE COUTO
L’ho scoperta per caso camminando, visto che era a due passi dalla nostra guesthouse. Siamo entrati per un aperitivo riposante dopo chilometri di marcia a piedi per la città.
Purtroppo non è molto pubblicizzata ed è per questo che non l’avevo trovata durante le mie ricerche online di preparazione al viaggio. Il bello dei viaggi comunque è anche questo, lasciarsi sorprendere dal luogo che visitiamo.
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La Fundação Fernando Leite Couto fu fondata dal mio scrittore mozambicano preferito Mia Couto, ovvero António Emílio Leite Couto, familiare di Fernando Leite Couto poeta, giornalista ed editore che contribuì notevolmente alla diffusione della letteratura mozambicana.
 Gostaria Que a minha vida fosse como uma casa: Janelas abertas aos sonhos Portas abertas aos outros.” FLC
Fernando Leite Couto si spense il 10 gennaio del 2013 presso Maputo, la famiglia decide di proseguire la sua opera di promozione di giovani talenti letterari e non solo ed è per questo che crea la fondazione.
Siamo stati veramente fortunati perché durante i nostri giorni a Maputo hanno inaugurato un’interessantissima mostra di maschere africane, create con rifiuti, dell’artista Mudungaze Dinguiraye. Quella sera ho anche avuto la piacevolissima sorpresa di incontrare Mia Couto.
DOVE: Avenida Kim Il Sung, 961.
MAFALALA
Premetto che di questo quartiere ve ne parlerò in maniera più approfondita con un articolo esclusivo, in quanto il progetto è troppo importante per riassumerlo in poche righe.
Mafalala è un centro di cultura e storia del Mozambico, fu in questo quartiere popolare che nacquero grandi nomi come alcuni presidenti Samora Machel e Joaquim Chissano, il calciatore Eusebio, musicisti ed altri artisti del calibro di Wazimbo e Tabasile. Per non parlare della rivoluzione per l’indipendenza nata proprio tra le quattro pareti di una casa di Mafalala.
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Durante il nostro tour guidato da Ivan (in italiano), presidente dell’IVERCA l’associazione che si sta battendo per cambiare le condizioni sociali di questo quartiere, abbiamo visitato una Maputo completamente diversa. Una passeggiata fuori dalle rotte turistiche per inoltrarci, anche se per poche ore, nella realtà quotidiana dei mozambicani.
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Con Ivan abbiamo scoperto molto del fermento culturale e politico del periodo pre e post indipendenza a seguito della rivoluzione dei garofani in Portogallo nel 1974.
Abbiamo visitato una scuola comunitaria nella quale l’associazione ha creato una biblioteca, corsi per imparare l’uso del computer ed ha anche istituito delle borse di studio per le bambine con la speranza di allontanarle dal mondo della prostituzione.
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Per concludere il tour, dopo una breve sosta alla sede centrale dell’associazione e un sopralluogo al futuro museo dedicato a Mafalala, quasi pronto, abbiamo assistito a sorpresa ad uno spettacolo di danza tradizionale Tufo.
Presto pubblicherò il video ma intanto vi lascio un piccolo frammento video e una foto con la Mama, cuore del gruppo femminile di danza di Mafalala.
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MERCATO DEL PESCE
Per mancanza di tempo non siamo riusciti a farci un salto ma non mancherà quando torneremo a Maputo in un futuro prossimo. Situato sulla panoramica Avenida da Marginal a pochi passi dal Clube Marítimo è ideale per una pausa pranzo.
Potrete comprare pesce e crostacei freschi e poi farveli cucinare nelle baracche al lato che vi grilleranno tutto per pochi euro, potrete poi stesso da loro comprare contorni e bibite per un pranzo di mare freschissimo.
DOVE: Avenida Marginal.
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Foto: jorgecoelhoferreira.com
DOVE E COSA MANGIARE
Dite la verità, con una lista così ricca intanto vi è venuta una gran fame? Eccoci arrivati al momento goloso dell’articolo, dove e cosa mangiare a Maputo.
PIATTI IMPERDIBILI
Sui piatti e le prelibatezze mozambicane dedicherò un articolo esclusivo, con tanto di ricette, ma intanto voglio consigliarvi alcuni piatti che abbiamo provato proprio nella capitale e che lungo la costa non abbiamo più trovato.
La MATAPA DI CARANGUEJO una salsa di foglie di mandioca con cocco e anacardi nella quale si cucina il granchio. Primo piatto mozambicano che ho provato ed amato al primo boccone. La MUCAPATA un piatto di riso, fagioli soroco e coco, la TIMBAWENE una fagiolata di gamberi con pomodori, Non vi so dire quale sia stato il più buono, sono tutti da provare.
I RISTORANTI
MAMMA MIA Uno dei ristoranti che troverete nel cuore centrale della FEIMA la fiera dell’artigianato, fiori e gastronomia di Maputo. È un ristorante dal nome e proprietario italiano ma oltre ai piatti italiani (non posso consigliarveli perché non li ho provati) propone un menù 100% locale.
FUNDAÇÃO FERNANDO LEITE COUTO Un ristorante dai sapori mozambicani fusi con i piatti portoghesi, è ideale per una cena speciale e romantica. Noi ci siam tornati più volte per l’aperitivo. Ha una lista interessante di vini sudafricani.
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NÚCLEO DE ARTE Non è un ristorante ma la domenica quando organizzano i concerti di musica dal vivo preparano un barbecue con ottimi ed economicissimi panini di carne alla brace. Io ho optato per dei rissois di camarão (panatine di gamberi) molto piccanti.
STREET FOOD Per strada troverete numerosi venditori di cibo. Vale sempre la legge dell’ “attenti allo stomaco debole”. L’igiene è sul limite. Io ho provato i Badja le polpettine di fagioli fritte fuori al mercato municipale. Ho notato molti venditori di chamuças (quei triangolini indiani farciti di carne, pesce o verdure molto speziati), rissois, uova sode e frutta secca che potranno esservi utili per dei pranzi fugaci mentre visitate la città.
DOVE DORMIRE
Sicuramente consiglio la Guesthouse Orquidea Spa & Restaurant. No, non è stato uno dei miei sponsor di viaggio ma quando trovo delle realtà locali che, pur presentandosi in forma modesta, riescono ad essere eccellenti ed offrire un servizio di ottima qualità non posso che consigliarle.
DOVE: Rua Kibiriti Diwane, 229. Se volete approfittare del 10% di sconto che offro ai miei lettori, prenotate cliccando qui.
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Siamo giunti alla conclusione di questo lungo articolo. Spero che tutte le informazioni vi siano utili, sono comunque a vostra disposizione nel caso vogliate chiarimenti o ulteriori informazioni. Potrete scrivermi nei commenti in basso.
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MAPUTO, come visitare la capitale del Mozambico Chi sta organizzando un viaggio per visitare il Mozambico dovrà inevitabilmente passare per Maputo, la capitale…
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lillyslifestyle · 6 years ago
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State organizzando un viaggio in Mozambico ma non trovate molte informazioni in rete in lingua italiana? Lo so ci sono passata anch’io ed è per questo motivo che ho deciso di riassumere qui di seguito tutte le informazioni utili per la preparazione al viaggio che ho trovato online in portoghese e in inglese che ho poi tradotto per voi.
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“a lua anda devagar, mas atravessa o mundo” proverbio africano.
un po’ di storia
Il Mozambico è un Paese con una ricca ed antica storia, si pensi che vi sono ritrovamenti di resti di ominidi risalenti a circa 2000 anni fa. Erano i Bantu e provenivano dal nord. Noi conosciamo questo Paese come un ex colonia portoghese sin dalla sua scoperta per opera di Vasco de Gama nel 1498 quando arrivò sulla Ilha de Moçambique.
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Capendo subito l’importanza della sua localizzazione congeniale, il navigatore portoghese decise di trasformarlo in un grande ponte marittimo per i traffici portoghesi verso il continente indiano.
Senza starvi a fare la lezioncina di storia, tanto queste informazioni le potete reperire facilmente online, voglio solo citarvi un’ultima data il 1975 anno della rivoluzione in Portogallo e della liberazione del Mozambico. Una libertà che portò però alla guerra civile fino al 1992.
CURIOSItà – il nome
Sapete perché il Paese si chiama Moçambique (Mozambico)?
Il nome è legato al primo governatore del Paese, un arabo musulmano di nome “Mussa ibn Bique”, ben prima della colonizzazione portoghese. Quando Vasco da Gama arriva per la prima volta esistevano già i commerci con il mondo arabo e la maggior parte della popolazione era già stata convertita all’Islam.
Ma torniamo al nome, la prima volta che i portoghesi chiamarono questa terra utilizzarono il nome “Terras de Mussa ibn Bique” (la terra del governatore Mussa ibn Bique). Col passar del tempo il nome si semplifica per facilitarne la pronuncia e così si arriva al nome Moçambique.
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MINI GUIDA MOZAMBICO
Prima di cominciare, voglio informarvi che sono a vostra disposizione in caso di dubbi. Per qualsiasi informazione potete scrivermi nei commenti in basso. Cosa troverete in questa mini guida che ho stilato per voi?
fuso orario, documenti di viaggio, cambio denaro, noleggio auto e pedaggio, un possibile itinerario, dove dormire e mangiare e moltissimo altro ancora.
alba – tramonto e fuso orario
L’orario è lo stesso che in Italia. L’alba in Mozambico però arriva prima verso le 4:30 e alle 5 è già pieno giorno. Il tramonto solitamente è verso le 16:30 – 17. Potrete comunque consultare online i vari orari nel corso dell’anno. Io ho utilizzato questo sito, cliccate qui.
Guardate il video di questa magnifica alba che ho filmato dal terrazzo della nostra casa in Xai Xai.
VolO e Documenti
Per poter visitare il Mozambico è necessario richiedere un visto di entrata che sarà apposto sul vostro passaporto. Il visto può essere singolo o multiplo (quest’ultimo, molto più caro, ma necessario se volete come noi fare un salto in Sudafrica per visitare il parco Kruger e ritornare in Mozambico). Per informazioni ufficiali sul visto cliccare qui.
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In caso di necessità in loco questo è l’indirizzo dell’Ambasciata d’Italia a Maputo: Av. Kenneth Kaunda, 387. Centralino: +258 21.492227, 21.492229, 21.491605; Cell.: +258.843022270, 84.3034595; Emergenze: telefono cellulare del funzionario di turno: dall’estero +258.823039940, +258.846223067; dall’interno 82.3039940. E-mail: [email protected] Sito web: www.ambmaputo.esteri.it
Dall’Italia non ci sono voli diretti, da una prima ricerca ho notato che i voli più economici prevedono uno scalo a Lisbona. Bene, così magari ci si può vedere. Calcolate che il volo Lisbona – Maputo, quello che abbiamo preso noi, dura 10 ore e mezza all’andata e 11 ore al ritorno. Esistono due voli giornalieri quello della mattina e quello della sera (che abbiamo preferito).
aeroporto e trasporti
Arrivati all’aeroporto internazionale di Maputo sappiate che l’unico mezzo di trasporto che vi consentirà di arrivare in centro, o al vostro hotel, è il taxi (sono bicolore giallo e nero). Chiedete sempre le tariffe ufficiali, loro hanno la tabella dei prezzi emesse dal governo. Calcolate che per andare in centro vi chiederanno circa 900 meticais (circa 12€).
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In città avete diversi mezzi di trasporto. Il più economico è sicuramente la Chapa (pulmini super pieni di persone che salgo e scendono senza fermata), avete degli autobus urbani ma vi assicuro che capire dove si trovano le fermate e quali sono i percorsi è quasi impossibile, non ci sono indicazioni, ed avete infine i famosi tuk tuk (ape calessino) molto economici e pratici per evitare il traffico. Se volete il contatto di un autista fidato contattate Ivan (cell.: +258 845929283)
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Quando sarete a Maputo se volete il contatto di un autista fidato vi consiglio di chiamare il Signor Salvador (cell.: +258 844751660).
DENARO – CAMBIO
Quando abbiamo visitato il Mozambico (ottobre 2018) il cambio era 1€ = 70 Meticais. Potete cambiare il denaro in aeroporto senza commissioni ma appena in contanti oppure prelevare agli ATM che troverete in aeroporto agli arrivi (controllate le commissioni applicate dalla vostra banca, non sempre è conveniente).
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fotografare in mozambico
Regola comune di buonsenso, prima di fotografare le persone chiedere loro il permesso. In Mozambico sono molto cortesi e simpatici quasi tutti si lasceranno immortalare in una foto. I bambini saranno loro stessi a chiedervelo.
IMPORTANTE: in Mozambico è severamente vietato fotografare palazzi governativi. Rischio multa ed interrogatorio della polizia.
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sicurezza
Le mete del nostro itinerario sono sicure. Consiglio sempre di verificare la situazione del Paese sul sito della Farnesina prima di prenotare i voli. Non abbiamo mai assistito a situazioni critiche o di pericolo. Vale sempre comunque il buon senso.
A Maputo vedrete che quasi ogni portone dei palazzo ha una guardia notturna. Ci siamo sempre sentiti sicuri. A detta dei locali da evitare la strada Avenida Friedrich Engels, solitamente rubano i cellulari e poi scappano nel bosco dove la polizia non si avventura. Noi non lo sapevamo ma ci è andata bene.
prese di corrente
Preoccupati per le prese di correnti che avevo trovato online avevamo comprato un adattatore ma alla fine, ovunque, abbiamo trovato anche l’entrata per le spine europee (badate bene che come in Portogallo non c’è il terzo piolino della “terra”, quindi le spine devono avere solo due pioli). Molto spesso abbiamo trovato le prese anche con l’entrata USB.
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Noleggio auto, come guidare, autovelox e pedaggio
Noi abbiamo deciso di noleggiare un auto da un’agenzia fidata che utilizziamo anche qui in Portogallo. Prima di prenotare vi consiglio di studiare bene l’itinerario del vostro viaggio.
IMPORTANTE: Se uscirete con la vostra auto dal Mozambico fatevi fare una lettera di autorizzazione di attraversamento frontiera dall’autonoleggio o potrete avere problemi con la polizia di frontiera. Noi l’abbiamo chiesta in anticipo via email e l’abbiamo trovata insieme ai documenti dell’auto quando siamo andati a ritirarla. Controllate che ci sia l’estintore e il giubbotto catarifrangente (obbligatori per il Sudafrica).
Nella tratta percorsa da noi, Maputo – Tofo, l’autostrada EN1 è ottima e percorribile con una qualsiasi auto. Non c’è bisogno di un 4×4 o un fuoristrada, Lo consiglio invece se pensate di inoltrarvi in strade non principali, o nel caso il vostro hotel ve lo consigli. Noi abbiamo preso appena un Suv 4×4 con cambio automatico e ci siamo trovati benissimo.
Ricordate che qui si guida al contrario. Ci si abitua subito alla guida a sinistra, basta superare la vostra prima rotonda (al contrario) e il gioco è fatto. Consiglio il cambio automatico perché è abbastanza curioso cambiare le marce con l’altra mano.
NOTA: consiglio di non guidare di notte, moltissime sono le persone che camminano, sopratutto bambini, in mezzo alla strada e vi assicuro che non si vedono anche perché vestono scuro e non c’è illuminazione fuori la capitale.
Alcuni problemi ve li possono dare ache animali di “grande taglia” che attraversano all’improvviso la strada. Sorriderete quando vedrete i segnali di “pericolo attraversamento ippopotami” (solitamente in Sudafrica).
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Attenti alla velocità, ci sono molti posti di blocco con autovelox e sono zero tolleranti. Li individuerete da lontano perché piazzano i coni stradali al centro strada. I limiti di velocità sono sempre 120 in autostrada e in prossimità di città vedrete scalare a 100, poi 80 fino ad arrivare a 60. Anche se non segnalato vi ricordo che in prossimità di scuole il limite si abbassa a 30. Noi per controlli siamo stati fermati un paio di volte, non temete, siate gentili e finirete anche per farvi due risate con gli agenti, come abbiamo fatto noi. Simpaticissimi.
I pedaggi accettano appena i contanti, sono economicissimi e potete pagare sia con la moneta locale che con quella del Sudafrica. Così come  la benzina. Sono numerose le pompe di benzina lungo la EN1 e ben indicate sul nostro stradario (della World Mapping Project) che vi consiglio vivamente se scegliete l’opzione self drive in Mozambico. Utile anche la guida in inglese (scritta da Philip Briggs per la Bradt) che abbiamo comprato anche perché fornita di ottime mappe stradali delle stradine all’interno delle cittadine visitate.
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Itinerario
Credo che dopo queste prime informazioni pratiche su quello che dovete sapere prima di partire sia d’obbligo consigliarvi un itinerario in strada da fare in due settimane con tanto di salto oltre frontiera per visitare il famoso parco Kruger in Sudafrica.
MAPUTO – XAI XAI – TOFO – INHAMBANE – BILENE – MAPUTO
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Noi siamo partiti da Maputo, la capitale, ci siamo poi diretti a Xai Xai, proseguito poi verso Tofo e Inhambane. Al rientro verso Maputo ci siamo fermati a Bilene. Da Maputo abbiamo attraversato la frontiera e trascorso due giorni in Sudafrica per visitare il parco Kruger con un safari privato organizzato con guida (che consiglio vivamente ma di questo ve ne parlerò in seguito con un articolo dedicato).
ATTENTI: Quando passerete la frontiera ci saranno individui “accreditati” con tanto di identificazione al collo che vi diranno che sbrigheranno loro le pratiche a PAGAMENTO (illegale). Noi purtroppo ci siamo fatti abbindolare a causa delle credenziali ufficiali (allucinante). Ci hanno fatto pagare ed abbiamo saltato la lunga fila per il timbro e il documento per uscire dal Paese (magra consolazione).
Questo processo è GRATUITO e lo dovete fare all’interno della struttura dove leggerete “dogana”. IMPORTANTE: ricordate che dopo questo processo dovete passare al lato nella porta IMMIGRAZIONE per farvi mettere sul passaporto anche il timbro di entrata per il Sudafrica. Processo inverso dovrete farlo per rientrare in Mozambico.
(Presto i miei articoli sulle tappe e il video del viaggio)
Dove dormire
Per ora vi indicherò in forma sintetica i miei consigli su alloggi e ristoranti ma a breve vi scriverò dettagliatamente tutte le informazioni relative le varie tappe effettuate durante il nostro viaggio in Mozambico.
MAPUTO
In capitale vi consiglio un’ottima guesthouse, l’Orquidea Guesthouse Spa & Restaurant economica, ben localizzata e pulitissima. Se volete prenotare vi consiglio di cliccare qui per ricevere 10% di sconto sulla prenotazione.
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xai xai
Sicuramente consiglio le magnifiche ville a picco sull’oceano Indiano dello Xai Xai Eco Estate. La nostra con tanto di piscina privata in terrazza. Per accedere a questo resort è consigliabile almeno un auto 4×4, preferibilmente un fuoristrada se non siete pratici. Se volete prenotare ed approfittare del 10% di sconto cliccare qui.
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tofo
A Tofo, regno dello squalo balena, vi consiglio di pernottare nelle romantiche cabine sulla spiaggia della Liquid Dive Adventure. Ora capisco perché nel nome c’è il “family” (vedere logo), pernottando da loro ci si sente parte di una grande famiglia. Non necessita di 4×4 o fuoristrada. Se volete prenotare ed approfittare del 10% di sconto cliccare qui.
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bilene
Per godervi uno dei tramonti più incredibili sulle acque multicolore del lago non potete che prenotare al Serenity dove incontrerete delle ville di charme a due passi dalla spiaggia. Accessibile appena in 4×4 (meglio fuoristrada a causa dei 14km di dune di sabbia per arrivare). Se volete prenotare ed approfittare del 10% di sconto cliccare qui.
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Vi ricordo che i miei lettori possono approfittare di interessanti sconti per la prenotazione di alloggi sia con Airbnb (30€ per la prima prenotazione che Booking (10% di sconto). 
Dove mangiare
MAPUTO
A Maputo siamo diventati clienti fissi di Mamma Mia presso la FEIMA, la fiera dell’artigianato e gastronomia. Anche se il nome e il proprietario sono italiani, è stato l’unico ristorante dove ho trovato dei piatti tipici del Mozambico senza “fusion” vari.
Sulla loro piacevolissima terrazza vista giardino e i colori della fiera abbiamo provato: matapa com caranguejo, maculata, timbawene e il famoso pollo alla brace con piripiri (peperoncino). Non temete sto per preparavi un articolo dedicato alla culinaria mozambicana con tanto di ricette.
XAI XAI
Imperdibile almeno un pranzo al Cafe Pescador. Consiglio vivamente il loro misto di mare. Vi si presenteranno 2 aragoste,  su un letto di scampi, calamari alla brace, pesce grigliato e frutti di mare per meno di 40€.
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TOFO
Consiglio di mangiare nelle varie baracche. Noi abbiamo frequentato quasi esclusivamente il Mojo’s e il Sombras Bar. Per l’aperitivo consiglio invece il Gujus Sunset Bar con musica africana e (pare) il miglior tramonto di Tofo. Per i vegetariani e gli amanti della cucina salutare consiglio il ristorante Happi della Liquid Dive Adventure.
BILENE
Sicuramente consiglio di pranzare al Babalaria Beach bar per il loro ottimo “caril de caranguejo” (granchio). Non aspettatevi i soliti sorrisi e cordialità ma il cibo è veramente buono e la vista sulla spiaggia anche.
dove Acquistare souvenir
Durante il nostro viaggio ho sempre cercato mercati e affini per acquistare dei ricordini. Sinceramente a differenza di alcuni commenti scritti da altri blogger, sono riuscita a trovare i migliori prezzi solo presso la FEIMA. Bisogna contrattare molto e forse siamo stati facilitati dalla lingua ma i prezzi iniziali erano molto più bassi dei mercati di Tofo e delle altre tappe che avevo letto online.
Cosa abbiamo comprato? Noi amiamo molto portarci a casa un pezzetto di sapore del luogo. Molti “souvenir” li abbiamo comprati al mercato centrale di Maputo come i caju tostati e sbucciati davanti a noi, i canhu per fare un succo che non ho apprezzato particolarmente, e molto altro ancora.
Per le capulane ho trovato ottimi prezzi presso la boutique a Tofo, era una sarta che vendava anche capuane oltre che a lavorarle per confezionare vestiti, divani, cuscini ed altro ancora. Scopro solo dopo che a Maputo c’è un luogo conosciuto solo dai locali dove si vendono a prezzi straciatissimi, la “casa das capualanas” si trova nella strada Filipe Samuel Magaia.
Al Núcleo de Arte, che consiglio vivamente anche per una visita veloce, potrete comprare per pochi euro dei quadretti di artisti locali che potranno colorare le vostre case e farvi risognare questo magnifico Paese una volta a casa.
libri di viaggio consigliati
Se, come me, vi piace sempre esser accompagnati da un romanzo ambientato nel luogo visitato o di un autore locale vi consiglio i libri di Mia Couto, scrittore mozambicano che ho avuto la fortuna di incontrare a Maputo durante l’inaugurazione di un’esposizione d’arte.
Io in valigia ho portato “Un fiume chiamato tempo, una casa chiamata terra”. Lo consiglio vivamente.
la mia africa
Se amate l’Africa come me potrà interessarvi anche il mio viaggio verso un’altra ex colonia portoghese, forse la meno conosciuta, São Tomé e Príncipe. Per leggere basta cliccare sulla foto sottostante.
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ALTRI MIEI VIAGGI NEL MONDO
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Come organizzare un viaggio in Mozambico, la mia guida utile State organizzando un viaggio in Mozambico ma non trovate molte informazioni in rete in lingua italiana? Lo so ci sono passata anch'io ed è per questo motivo che ho deciso di riassumere qui di seguito tutte le…
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lillyslifestyle · 6 years ago
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Suppongo che moltissimi di voi abbiano una lista di “cose da fare almeno una volta nella vita“. Uno dei punti nella mia era fare un safari fotografico privato nel Parco Kruger in Sudafrica. Ora posso spuntare la pallina dopo le cinque ore trascorse nel Kruger durante le quali siamo riusciti a vedere tutti i BIG 5 e molto di più. Curiosi? Continuate a leggere.
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Tutto comincia una mattina dopo esserci svegliati alle 4:30, colazione in scatola preparata dal nostro hotel Hamilton’s Lodge la sera prima, ed incontro con la nostra guida pochi minuti prima delle 5:30 per cominciare il nostro safari privato che sarebbe durato ben 10 ore.
Si, avete letto bene la durata. Abbiamo optato per il full day (intera giornata), la differenza di prezzo era poca e poi noi avevamo un obbiettivo preciso: vedete tutti i BIG 5.
Quando si parlava di safari, di savane, di animali selvaggi e di Sudafrica a me veniva sempre in mente la canzoncina del film il re leone “Hakuna Matata”. Questa musica mi ha perseguitata per tutto il safari sopratutto quando avvistiamo sia Timon che Pumbaa.
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i BIG 5, quali sono?
Torniamo ai nostri BIG 5. Non sapete quali sono? Allora: il leone (noi abbiamo visto un paio di leonesse con un cucciolo), il leopardo (visto ciondoloni su un albero da lontano), il bufalo (visti a mandrie, pare sia il più facile da avvistare), l’elefante (anche questi visti in abbondanza con relativi cuccioli ed infine, il rinoceronte (visti 5 o 6 durante la giornata).
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Credo sia rarissimo riuscire a vederli tutti se si organizza un safari in autonomia (self-drive safari). Perché? Durante il nostro safari la guida era sempre in contatto radio con le altre guide e i ranger del parco. Inoltre, se pensate che il parco è grande 380 Km di lunghezza per 60 Km di larghezza, potete capire perché secondo me è meglio affidarsi ad un safari accompagnati.
Vi ricordo inoltre che come in Mozambico in Sudafrica si guida al contrario altro fattore da valutare se decidiate l’opzione self-drive. Importante ricordare che è severamente proibito uscire dai veicoli all’interno del parco, si rischiano: multe salatissime, la scorta (sarete cacciati) fuori dal parco e “la vita” ovvio!
A questo punto, credo sia di dovere da parte mia darvi prima qualche informazione utile per l’organizzazione del viaggio e del safari stesso.
INFORMAZIONI DI VIAGGIO
DOCUMENTI – auto – denaro
Per raggiungere il Parco Kruger dal Mozambico o dal Sudafrica dovrete avere un passaporto e un visto. Consiglio di verificare i documenti ed eventuali prezzi sui siti ufficiali delle rispettive ambasciate.
All’interno del parco sarà difficile prelevare denaro, esistono appena un paio di bancomat all’interno dove si trovano hotel, ristoranti e negozi di souvenir. Noi abbiamo prelevato lì perché quando volevamo pagare con la moneta mozambicana storcevano il naso. Accettano invece Euro e Dollari Americani (attenti però comunque al cambio, di furbetti ce ne sono abbastanza).
MALARIA – SanitÀ
Comincio con informarvi che nel Parco Kruger c’è il rischio malaria quindi è consigliabile fare la profilassi. Consultate il vostro medico per farvi consigliare. Inoltre, sarebbe meglio fare un’assicurazione di viaggio o almeno sanitaria, i prezzi lì non scherzano. Portate con voi anche alcuni medicinali di base.
COME VESTIRSI (NON È UN CONSIGLIO DI MODA MA DI BENESSERE)
No, non è un consiglio da fashion blogger ma di benessere e praticità. Anche se andrete nel periodo caldo, la mattina fa sempre molto freddo. Consiglio quindi un maglioncino e una sciarpa che potrete togliere man mano che il sole comincia a riscaldare l’aria.
Io opterei per dei pantaloni lunghi e scarpe chiuse per evitare di esser attaccati dalle zanzare. Ricordate che i fuoristrada sono aperti. Non dimenticate il repellente e un cappello.
DOVE ENTRARE – I GATE
I gate, ovvero le porte di accesso, del parco Kruger sono 9 in totale e tutte localizzate in Sudafrica. Noi abbiamo pianificato il nostro safari al Kruger includendolo nel nostro viaggio in Mozambico.
Forse non sapete che esiste un gate di entrata che dista pochissimi chilometri dalla capitale mozambicana. Il gate in questione è il Malalene a 120 km da Maputo (contro i 420 km da Johannesburg e i 1840 km da Città del Capo). Leggete qui per capire come ottenere i documenti di entrata e uscita dei due Paesi in auto alla frontiera Ressano Garcia.
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Potrete anche optare per l’arrivo in aereo direttamente fuori dal parco. Esistono tre piccoli aeroporti: Nelspruit, Hoedspruit e Skukuza. Tutti collegati con voli giornalieri a Joanesburgo, Città do Capo e Durban.
DOVE DORMIRE DENTRO O FUORI
I gate hanno orari di apertura e chiusura e se non pernottate all’interno le multe per chi esce dopo l’orario di chiusura sono salatissime. Noi abbiamo optato per un alloggio esterno, a 500 metri dal gate Malelane, l’Hamilton’s Lodge, tanto durante la notte, se non prenotate un safari notturno resterete chiusi in hotel visto che gli animali sono liberi nel parco.
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Credo di avervi detto tutto e siamo quindi arrivati al nucleo di questo articolo, la nostra esperienza di viaggio.
IL NOSTRO SAFARI (FOTOGRAFICO)
Come avete notato sottolineo spesso che si tratta di un safari fotografico, sarei incapace di partecipare ad un safari di caccia oltre ad esser contraria in ogni particella del mio corpo. Odio la caccia così come chi la pratica.
Abbiamo decido di dormire due notti in Sudafrica, la prima per riposarci dalla lunga strada in auto da Maputo fino al gate Malelane. I chilometri sono pochi, appena 120, ma i limiti di velocità sono esasperanti così come i controlli alla frontiera. Evitate le ore di colazione e pranzo dove il personale, già scarso di suo, si dà latitante.
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Arrivati all’Hamilton’s Lodge, un hotel di lusso che ci ricorda subito la storia del famoso Sir Hamilton il primo guardiano del parco, o per meglio dire, l’inventore del parco stesso. Ma di questo vi parlerò più tardi.
Prendiamo possesso della stanza, una meravigliosa e spaziosissima suite, ci rinfreschiamo un po’ ed andiamo a prendere un aperitivo in piscina prima di prepararci per la cena.
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Ci accomodiamo sulla terrazza, vista la piacevole temperatura serale che ha portato ristoro al caldo della mattina. Restiamo piacevolmente colpiti dalla mancanza di zanzare che mi rallegra non poco visto che solitamente mi divorano viva.
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Brindiamo alla nostra nuova avventura che ci attendeva dopo poche ore con un bianco locale. Per la cena scelgo l’unico piatto di pesce del menù, ovviamente di fiume. Lo chef io lo stellerei per la bontà e la presentazione delle pietanze.
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Decidiamo di trasgredire anche con un dolce finale per concludere la lunga giornata. Non possiamo goderci le stelle perché domani la sveglia suonerà al massimo alle 4:30 quindi ci ritiriamo nella nostra stanza per riposare.
Il sogno sta per realizzarsi….
Alle 5:20, puntualissimo, arriva la nostra guida. Saliamo sul fuoristrada che ho visto e sognato durante anni su internet. Si accende il motore e siamo ufficialmente pronti per cominciare la nostra avventura.
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Vi ricordo che è proibito all’interno del parco: introdurre bibite alcoliche, droghe, uscire dai veicoli, dar da mangiare agli animali, avvicinarsi troppo agli animali, prelevare pietre e altri elementi dal parco. 
Arriviamo dopo pochissimi minuti al gate, preventivate che più tardi andrete più fila troverete e tempo perderete. Alle 6 apre lo sportello per registrare chi entra nel parco. La nostra guida fa tutto e dopo nemmeno 2 minuti è già di ritorno in auto. Si entra!
La natura insolita per noi ci rapisce e ci fa entrare in un stato contemplativo. Dopo meno di 30 minuti siamo baciati dalla fortuna, ecco un leopardo ciondoloni su un albero. Abbastanza lontano ma è anche uno dei Big 5 più difficile da avvistare. Peccato non aver avuto l’attrezzatura fotografica adatta.
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Purtroppo le nostre 10 ore di safari sono state quasi completamente trascorse sotto la pioggia costante. Per fortuna la nostra guida ci fornisce degli impermeabili e delle coperte per il freddo. Vi assicuro che non scherza. Tra il vento dell’auto aperta e la pioggia, tremavamo.
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Il safari prevedeva anche due soste: la prima per la colazione, che noi avevamo già fatto in stanza, e la seconda per il pranzo incluso nel nostro pacchetto in forma di buffet all you can eat. Avendo un’oretta a disposizione, ci riscaldiamo un po’ tra la sala ristorante e il negozio dei souvenir.
Il safari continua così come le trasmissioni radio tra le guide. È simpatico ritrovare altri fuoristrada con gli stessi visitatori durante i percorsi, ci si sorride a vicenda come un ritrovo ad un bar di quartiere. Tutti a caccia di emozioni, questa sì che l’accetto.
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Devo dire che siam tornati alla fine in hotel infreddoliti, zuppi e con poca sensibilità degli arti ma felici come bambini in un negozio di giocattoli. Perché? Perché oltre ai Big 5 abbiamo visto numerose gazzelle, sciacalli, avvoltoi, iene con tanto di cuccioli, facoceri e suricati (quelli di hakuna matta per intenderci) ed anche animali che solitamente escono solo di notte.
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La nostra guida era forse più emozionata di noi, ripeteva sempre che eravamo “fortunatissimi” e lui stesso fotografata con il cellulare. Per maggiori informazioni sul parco e sui safari vi consiglio di accedere al sito web ufficiale http://www.krugerpark.co.za.
GALLERIA FOTOGRAFICA
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DOVE DORMIRE e MANGIARE
La prima cosa che mi ha fatto scegliere ed innamorare subito dell’Hamilton’s Lodge è la sua storia. Come vi anticipavo prima, sapevate che James Stevenson-Hamilton fu il primo guardiano del Kruger National Park?
Dopo la prima guerra mondiale, a cui ha partecipato, nel 1920 torna a Malelane per salvare la riserva. Fu aiutato dall‘istituzione della linea ferroviaria Selati, originariamente costruita per trasportare l’oro. Nel 1922, con l’oro che comincia a scarseggiare, fu istituito il Round in Nine Tour. Così nasce il primo safari della storia del Parco Kruger.
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Foto: Paul Kruger e James Stevenson Hamilton
Bisogna però aspettare il 1927 per l’apertura ufficiale al pubblico del parco con un numero limitato di visitatori e una tassa di 1£. Nel 1935 erano circa 26.000 le persone che attraversavano il gate, oggi il numero è di circa un milione all’anno. Per leggere la storia completa del parco, cliccare qui.
Dopo aver letto una storia così non vi vien voglia anche a voi di pernottare lì?
IL NOSTRO SOGGIORNO ALL’HAMILTON’S
L’Hamilton’s Lodge è un lodge di 4 stelle a 500 metri dal gate Malelane del Parco Kruger. Sono 11 le suite, io le chiamerei più villette monolocale, che affacciano sul giardino discreto e la piscina. In questo stesso giardino c’è la bianca casetta che ospita le colazioni degli ospiti così da non esser disturbati da visitatori esterni.
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La nostra esperienza all’Hamilton’s Lodge è stata buona, le stanze pulitissime e molto silenziose hanno vista sulla piscina. La stanza è molto spaziosa, dagli arredi di classe e super accessoriata con tv via cavo, frigorifero, aria condizionata e prese di corrente varie anche per prese USB.
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Il bagno enorme aveva di tutto per l’igiene persone e sul letto abbiamo anche trovato un gentile omaggio, utilissimo, un repellente per le zanzare ma vi devo dire inesistenti sia dentro la stanza che fuori in piscina e sulla terrazza del ristorante.
Il personale, meno simpatico dei mozambicani, è stato abbastanza professionale. Il wifi non funzionava e dopo varie richieste ho desistito.
Il ristorante lo consiglio vivamente, anche gli ospiti dei vicini hotel mangiavano al nostro ristorante. Qualcosa vorrà pur dire. Poca scelta per chi non mangia carne ma era da aspettarselo vista la distanza dalla costa.
Impressionante la cantina dei vini. Sapevamo che il Sudafrica fosse famoso per i suoi vini ma non ci aspettavamo questa eccellenza e con prezzi bassi rispetto la qualità. Unica pecca i tappi che si svitano ma l’importante è il sapore, giusto?
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Prima di lasciarvi voglio informarvi che il presente articolo è stato sponsorizzato in parte (appena l’hotel che ci ha ospitato), pare che ora sia obbligatorio dirvelo quindi ora che ve l’ho detto posso con animo lieve pensare al prossimo articolo da scrivervi, dove andremo insieme? A Bruxelles. A presto!
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lillyslifestyle · 6 years ago
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Siamo giunti al racconto della nostra seconda tappa costiera alla scoperta del Mozambico, la perla dell’Africa come molti la definiscono. Oggi voglio parlarvi di Tofo, delle sue spiagge e del nostro indimenticabile incontro con lo squalo balena. Siete comodamente seduti?
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Facilmente raggiungibile da Maputo in auto (qualsiasi), circa 500km, Tofo fa parte della provincia di Inhambane. Lungo il litorale che passa da Quissico fino ad arrivare alla provincia di Sofala è una lunga lingua di sabbia fina, palme da cocco e un mare azzurrissimo. Non per nulla è su questo litorale che è stata aperta la Scuola Superiore di Hotelleria e Turismo.
Forse in Italia non è una meta molto conosciuta ma in Portogallo ad esempio è rimasta nella memoria comune grazie ad una telenovela che si chiamava «A Jóia de África».
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Durante il colonialismo questa piccola baia era frequentatissima dai coloni che vivevano a Inhambane, il capoluogo. Oggi, Tofo non ha perso la sua fama sopratutto per la vicinanza da Maputo (calcolate che lì le distanze sono diverse e per i mozambicani farsi 1000km di auto per un fine settimana è normale).
A differenza di Xai-Xai, le spiagge di Tofo sono molto ambite dai locali e dai sudafricani. Numerose sono le scuole di immersione, safari oceanici e attività varie proposte anche in periodi di bassa stagione.
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Noi siamo stati fortunati perché abbiamo scelto la seconda settimana di ottobre, proprio pochi giorni dopo la riapertura delle scuole e quindi di bagnanti sulle spiagge, solitamente affollatine, li potevamo contare sulle dita.
Vale sempre la nostra strategia, quella di trovare un alloggio lontano dagli hotel e dai bar notturni anche se non troppo per approfittare degli aperitivi. Durante le mie ricerche online mi sono subito innamorata delle cabine sulla spiaggia della Liquid Dive Adventures.
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Arriviamo verso ora di pranzo e dopo la registrazione e la presa di possesso del nostro alloggio da sogno, decidiamo di mangiare al ristorante interno l’Happi, un ristorante vegetariano da far invidia a molti chef stellati.
Alla Liquid il rispetto del corpo e della natura è la legge suprema e non lo si nota appena dal ricco menù vegetariano ma anche dal rispetto che hanno per la fauna e la flora marina. Fanno anche parte del PADI Green Star centre. Non sapete cosa sono?
I PADI Five Star Dive Center sono centri sub all’avanguardia che incoraggiano la responsabilità ambientale e forniscono una gamma completa di programmi educativi PADI. Questi centri promuovono attivamente i benefici della subacquea ricreativa dello snorkeling, dei viaggi subacquei e della protezione ambientale. Maggiori informazioni.
  Rifocillati andiamo alla scoperta della famosa spiaggia dal mare molto più calmo di quello di Xai-Xai. Dopo pochi minuti a piedi arriviamo dove c’è la più alta concentrazione di hotel e quindi incontriamo un gruppo di bagnanti, venditori di acqua di cocco ed altra merce e numerosi bambini in acqua che giocavano e noi li seguiamo subito.
Purtroppo verso le 16:30 comincia a far frescolino e decidiamo di tornare al nostro alloggio per una doccia rapida ed un cambio d’abito in vista di un aperitivo in spiaggia prima di cena. È l’orario giusto per incontrare i pescatori che tornano a casa dopo una proficua pesca.
Per il nostro primo aperitivo non potevamo che approfittare della vista della Liquid, un tavolo direttamente sulla spiaggia per sorseggiare un vino bianco sudafricano e la mia amata mandioca fritta.
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L’indomani sveglia presto per la colazione, dopo una bella nuotata nell’oceano, che diventa il nostro rituale mattutino e pomeridiano, decidiamo di andare ad Inhambane, il capoluogo della regione. Strada facendo facciamo una sosta al supermercato, al benzinaio e ad un negozio di sartoria locale dove vendono anche la mia amata capulana a prezzi accessibili. Non sono meravigliose? Ovviamente, non ho resistito e ne ho comprata una che adesso fa da copriletto in stanza.
INHAMBANE dove arrivò vasco da gama
Alloggiando a Tofo non potevano non organizzare una visita a Inhambane. Anche se è il nucleo urbano coloniale meglio conservato del Mozambico non è una città da visitare aspettandosi chiese, palazzi o luoghi d’interesse ma è una cittadina interessante per capire come queste zone lontane dalla capitale si sono evolute nel tempo. Questo però non toglie nulla al fascino della città se si pensa anche che fu qui che, secondo alcuni documenti storici. Vasco da Gama arrivò il 10 gennaio del 1498.
Lasciamo l’auto non distante dal molto dove partono i traghetti e le piccole barche stracolme di persone, Quello che notiamo subito sono i rosa fenicotteri che cercano cibo sul bagnasciuga.
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Un acquazzone ci sorprende mentre curiosiamo sul molo e parlottiamo con i pescatori che stanno abbassando la vela della loro dhow, la barca di legno tradizionale.
I goccioloni d’acqua si fanno più intensi ed abbiamo appena il tempo di entrare al volo nel bar ristorante del molo, proprio di fronte la biglietteria, prima della tempesta. Il bar ha un bel terrazzo coperto sulla laguna e noi ci accomodiamo per goderci la pioggia. Bisogna attendere e quindi chiediamo qualche stuzzichino per farci compagnia. Direi che la vista non era niente male.
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Intanto la pioggia cessa e noi possiamo continuare a curiosare senza meta tra le stradine ed i negozi della cittadina. Ad un certo punto sentiamo un gruppo di persone che cantano allegramente nella piazzetta vicino il molo
Curiosi come siamo ci avviciniamo e scopriamo essere un matrimonio. Abituati in Europa a lasciar spazio alla privacy di momenti familiari così intimi ci stupiamo quando la madrina della sposa ci invita a fotografarli e a star con loro in questo momento di gioia. Se fossimo rimasti ancora un po’ son sicura che ci avrebbero invitato alla festa, ma siam pur sempre europei, salutiamo, rinnoviamo gli auguri e ci allontaniamo discretamente.
Prima di lasciare Inhambane approfittiamo per prelevare altri contanti, esistono vari bancomat in città ed anche benzinai nel caso ne abbiate bisogno. Ritorniamo all’auto e torniamo tranquillamente a Tofo.
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COSA FARE A TOFO
Oramai avete capito che non siamo tipi da perder tempo stesi in spiaggia e quindi le nostre giornate a Tofo sono sempre state pienissime. Cosa abbiamo fatto?
OCEAN SAFARI
Una delle attività imperdibili a Tofo, anche se non farete immersioni, è un Ocean Safari. Il nome mi fa sempre un po’ sorridere perché penso ai safari (fotografici ovviamente) in gip nella savana, qui invece si fanno su un gommone a tutta velocità.
Prenotiamo un safari oceanico alla Liquid Dive Adventures. Appuntamento alle 10:30: rapido cambio d’abito, breve spiegazione sulla sicurezza e il rispetto della fauna marina e poi dritti in spiaggia.
Non aspettatevi il classico giro in barca da turista apatico ma una vera e propria avventura. Dovrete esser voi ad aiutare a portare l’imbarcazione nell’acqua, vi sederete sui laterali (non ci sono le sediole) e vi reggerete con corde e fasce per i piedi così da non esser catapultati fuori in mare.
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Il viaggio comincia tra spruzzi d’acqua ed onde ma siamo tranquilli visto che il nostro capitano naviga da quando aveva 12 anni ed ora i 30 li ha superati. È un mago a destreggiarsi tra le onde. Avvistiamo le nostre prime balene che riposano in superficie, c’era anche il cucciolo.
Il momento più emozionante? Vedere lo squalo balena che passa sotto la nostra imbarcazione. Si notavano perfettamente le sue macchie scure. È il momento di tuffarci e nuotare un po’ con lui senza disturbarlo e assolutamente senza toccarlo.
CURIOSARE NEL MERCATO
Tutti i giorni a Tofo esiste un piccolo mercato dove potrete trovare di tutti, dalla frutta al pesce, dalla capulana ai souvenir vari. I prezzi li ho trovati più cari di Maputo ma è stato bello trascorrere un’oretta a parlare con i venditori che sono sempre disponibili e pronti per una bella chiacchierata anche se non comprerete nulla.
Il mercato si trova a due passi dalla spiaggia e a pochi minuti a piedi da qualsiasi alloggio abbiate sulla Praia do Tofo.
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Prima di lasciarvi a sognare di organizzare anche voi questo viaggio, che vi consiglio vivamente, voglio scrivervi alcune informazione utili su un possibile pernottamento sulla spiaggia di Tofo.
DOVE DORMIRE
Non è da tutti poter dormire cullati dal suono dell’oceano. Svegliarsi la mattina, aprire le tende e trovarsi l’oceano Indiano che ci da il buongiorno e nemmeno è da tutti poter far colazione praticamente in spiaggia mentre osserviamo balene e delfini giocare tra le acque. Tutto questo e di più è possibile presso la Liquid Dive Family. 
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Il progetto della Liquid è nato dopo un viaggio per il mondo di una coppia di finlandesi simpaticissimi che arrivano alla Praia do Tofo. Si innamorano subito del luogo dopo aver visto le balene e decidono di trasferirsi ed aprire la Liquid Dive Adventures. Era il 2014.
La Liquid, oltre ad essere un paradiso per rilassarsi è il luogo ideale per chi, come noi, non ama vegetare sulla spiaggia ma ha sempre bisogno di fare attività. La Liquid è anche 5* PADI Dive Centre e quindi ideale per gli amanti delle immersioni o per chi volesse imparare, esistono corsi per prendere il brevetto.
Non dimentichiamoci che non è possibile in tutte le spiagge del mondo poter aver la fortuna di incontrare i “Big Stuff”: le megattere, le mante, gli squali balena, gli squali martello, le tartarughe ed i delfini. Cosa volete di più?
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DOVE MANGIARE A TOFO
Per chi mi legge già da un po’ sa benissimo che quando viaggio amo mangiare solo ed esclusivamente cibi e piatti locali, se la mia dieta in assenza di carne lo permette. Qui in Mozambico è il paradiso per il mio stomaco e le mie papille gustative per la quantità di verdure, frutta, frutti di mare, pesce e crostacei a prezzi economicissimi.
Detto questo, ecco la lista dei ristoranti dove abbiamo mangiato a Tofo.
HAPPI RESTAURANT presso la Liquid Dive Adventures. Ideale per chi, come me, non mangia carne e vuole fare una pausa dalle deliziose aragoste e crostacei che si possono gustare a pochi passi dalla spiaggia.
Praticamente sulla spiaggia dove servono la colazione, pranzi vegetariani appetitosi e gli aperitivi è un’idea che nasce da Kalle ed Emma. Il ristorante propone menù vegetariani utilizzando prodotti freschi locali. Maggiori informazioni. [Le foto in basso sono di proprietà del ristorante Happi].
A Tofo esistono numerosi ristoranti capanne dove si mangia benissimo e si spende pochissimo. Noi durante i nostri quattro giorni a Tofo abbiamo mangiato quasi sempre al Sombras Bar e al Branko’s. Unici ristoranti che non proponevano pizza, fushion e affini ma cucina locale.
SOMBRAS BAR credo sia dove abbiamo mangiato più spesso. Ottima l’aragosta ed il misto di mare. Il servizio è semplice, un po’ lento ma chi ha fretta in vacanza? La cuoca è sempre molto attenta anche al servizio in sala. Lo consiglio vivamente, sopratutto per le aragoste e il misto di mare. È stato simpatico anche vedere la partita di calcio Mozambico- Namibia con i locali. Purtroppo però perse (1-2) all’ultimo minuto di recupero.
BRANKO’S altro ristorante capanna che consiglio per l’offerta di cucina locale. Simpatico mangiare a tavola cucinando il cibo direttamente su una pietra rovente che arriva dalla cucina. Consiglio il curry di gamberi e le vongole giganti.
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APERITIVI A TOFO
Per l’aperitivo troviamo un bar con musica in terrazza appena l’ultimo giorno, solitamente approfittavamo dell’Happi vista oceano. Entriamo al GUJUS SUNSET BAR che ci avevano consigliato per avere una vista al tramonto molto romantica sulle palme.
Scopriamo poi esser anche un ristorante indiano ma noi abbiamo approfittato del terrazzo appena per l’aperitivo anche perché a differenza dei ristoranti vicino la spiaggia qui saremmo stati divorati dalle zanzare.
Abbiamo anche provato il DATHONGA ma dopo aver chiesto tre ordinazioni ed ogni volta ci veniva detto che non ne avevano (nemmeno un bicchiere di vino qualsiasi e la birra locale, mica abbiamo chiesto uno spritz), ce ne siamo andati. Consiglio però di visitare la loro galleria d’arte africana, molto interessante.
Il mio resoconto della seconda tappa di questo viaggio sulla costa mozambicana di conclude qui. Presto vi racconterò della terza tappa, Bilene e il suo lago. Restate sintonizzati.
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[Prossimamente]
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