#dolce a sorpresa
Explore tagged Tumblr posts
Text
Festa di San Martino alla Cascina del Sole: Un viaggio tra sapori e tradizioni
Il 10 novembre 2024, Cascina del Sole apre le sue porte per una giornata dedicata al vino novello e alle delizie autunnali.
Il 10 novembre 2024, Cascina del Sole apre le sue porte per una giornata dedicata al vino novello e alle delizie autunnali. La Cascina del Sole, situata in via Bricco San Giovanni, 1 bis, a Isola D’Asti (AT), invita tutti gli amanti della tradizione e del buon cibo a partecipare alla Festa di San Martino il 10 novembre 2024. Un evento imperdibile che celebra il momento magico in cui “il mosto…
#agriturismo Asti#Attività per Bambini#cantina del vino#Cascina del Sole#degustazione autunnale#degustazione vini#dolce a sorpresa#enoturismo Piemonte#eventi autunnali#eventi enogastronomici#eventi in cascina#evento famiglia#Festa del vino#Festa di San Martino#friciule calde#friciule e lardo#gastronomia piemontese#Isola D’Asti#Lardo#polenta con spezzatino#polenta grigliata#pranzo di San Martino#pranzo in cascina#pranzo tipico piemontese#prenotazione evento#prenotazione pranzo#raccolta grappoli#raccolta uva bambini#San Martino 2024#sapori locali
0 notes
Text
MESSAGGIO PER TUTTI GLI UOMINI... ☺️👇
L'orgasmo di una donna inizia prima di andare a letto e spogliarsi...
Inizia quando la fai sentire importante, quando con un semplice dolce le fai sapere che ti sei ricordata di lei, quando la comprendi, quando la sostieni, quando le scrivi qualcosa di carino, quando le fai il solletico...
Quando la abbracci per guardare un film insieme, quando le accarezzi la testa mentre dorme, quando è malata e ti prendi cura di lei, quando la motivi a crescere, quando non hai occhi per nessun'altra, quando la guardi come un'opera d'arte mentre è distratta...
Quando le rubi un bacio a sorpresa, quando le sussurri all'orecchio e fai rizzare la pelle, quando le dici che ti piace, quando le dai il buongiorno, quando scherzi con lei, quando ti ecciti nel vederla, quando la coinvolgi nelle tue cose.
Un uomo che fa questo, può star sicuro che quella donna toccherà il cielo tra le sue braccia...
Non ci sono donne frigide, ci sono uomini che non sanno come amarle.
(Web)
77 notes
·
View notes
Text
Lettere e Latino
Anna frequentava l'ultimo anno del liceo classico. Era stata eletta Reginetta d'Istituto per la sua bellezza prorompente. Alta 1,75 per 55 kg di peso; forme distribuite da uno scultore, grazia assoluta nelle movenze e nel porsi con gli altri. Nessun problema con compagne, compagni o altri al mondo. Ma il prof. Sasso, suo insegnante di Lettere e Latino, le stava sulle palle da sempre: inflessibile, distante e asettico. Incorruttibile. Al punto di dare agli allievi del 'lei' durante ogni possibile forma di contatto, interrogazione od occasionale che fosse. Quell'anno fu per lei particolarmente duro, non solo per gli esami di stato, ma soprattutto perché proprio poco prima degli esami perse il padre. Tra tutti, il più comprensivo e cruciale inaspettatamente per lei fu proprio lui: il prof. Sasso.
Che la prese da parte in più occasioni. Cercò di indirizzarla verso un percorso psicologico di recupero e autoanalisi, al fine di re-instradarla su un binario di minima, ritrovata serenità. Il prof. Sasso: cinquantenne, un pizzico di stempiatura e di grigio sulla testa. Bassino: 1,65 di vitalità e con regolare pancetta dell'appagamento, malgrado il molto sport ancora praticato con assiduità. Scapolo riservatissimo: pochi ed esclusivi hobby. Le parlò tra una lezione e l'altra spesso di cose alte e belle. Le consigliò alcuni testi buddisti, tra cui riteneva il più essenziale "The Buddha in daily life" di R. Causton. Non gliene parlò per farle cambiare religione, ma perché sono quelli che ti sussurrano direttamente all'anima. E poi tu metabolizzi. Qualcosa di bello e buono ti resta comunque dentro.
Le indicò poi altri testi fondamentali: “Il Palpito dell'Uno” e “Nel nome dell'Uno” di Angelo Bona. Da confrontare in un secondo tempo con “Molte vite, un'anima sola” e “Molte vite, molti maestri” di Brian Weiss. E altro ancora, di questi e altri autori. Le aveva dato l'incarico, a tempo perso, di fare un parallelo tra l'approccio europeo all'argomento trasmigrazione delle anime, alto e filosofico, rispetto a quello decisamente più terapeutico e concreto, pragmatico del collega americano. Sapeva che poi degli autori suggeriti sicuramente la giovane avrebbe acquistato anche altri titoli. E che così avrebbe allargato molto i suoi orizzonti.
Avrebbe imparato a guardarsi dall'alto. Invitandola a leggere, le parlò a lungo dei percorsi delle anime e le garantì che avrebbe ritrovato il suo papà, prima o poi. Lei bevve letteralmente le parole del prof. Sasso e vi si aggrappò con tutta sé stessa. Iniziò le letture e divorò i libri: era tutto come lui le aveva detto ed era ansiosa di parlargli ogni giorno. Le anime sono assetate di reminiscenza e captano al volo le oasi di pace lungo il percorso terreno, quando le trovano. Sentiva ora per il prof. Sasso un sentimento misto tra attrazione e gratitudine ed era perciò molto sorpresa. Doveva vederlo, toccarlo, parlargli, sorridergli. Voleva affascinarlo. Si recò quindi un pomeriggio a casa sua.
Lui fu molto lieto della visita e gli occhi gli sorrisero, nel vederla. Era oggettivamente un esemplare di donna spettacolare, seppur molto giovane. La fece accomodare in salotto e andò in cucina a prendere qualcosa da bere; quando tornò la trovò come una fiera selvaggia: bellissima e nuda, accovacciata sul divano. Col sesso in bella evidenza! Rimase interdetto e bloccato: “signorina Anna, ma cosa fa… si rivesta immediatamente…” però non mostrava troppa convinzione. Era stupito ma ipnotizzato ed estasiato.
Non poteva credere a un regalo così bello proprio per lui. Non l'avrebbe mai confessato, ma quella ragazza era stata spesso oggetto delle sue fantasie, durante i suoi privatissimi momenti di felicità solitaria. L'aveva desiderata intensamente. Fu lei a sbloccare l'impasse e gli diede del tu: “ma che dici, Sasso: sei matto? Ti sto offrendo la cosa più bella e dolce che ho, qualcosa per cui tutti i ragazzi dell'Istituto farebbero la fila e tu mi dici di rivestirmi? Ti dico io cosa farai: ora ti inginocchierai subito, me la mangerai finché vorrò e poi forse ti regalerò qualcos'altro che gradirai moltissimo…”
Il prof. Sasso come un automa si inginocchiò e non poté fare a meno di obbedire, da studente modello, alla neo-professoressa. Promossa sul campo per meriti erotici. Ella godette dell'uomo e del suo scrupoloso leccarle la passera, ma forse ebbe maggior piacere per il potere che finalmente aveva su di lui. Comunque, dopo una mezz'ora si alzò e lo trascinò in camera da letto. Si fece montare come lei preferiva: a pecorina. Lo fece godere, godere e godere: voleva sinceramente ricambiarlo delle cure avute per la sua anima. Lo rese esausto ma felice. Lo accolse anche nel suo stupendo culo e lui una volta entrato lì dentro, in quel piccolo antro delle delizie, pensò sinceramente di aver così toccato il paradiso. Anche perché mentre la inculava teneva le mani a coppa su quei piccoli seni morbidi e perfetti.
La sorreggeva delicatamente. Subito a seguire, mentre la baciava e scopava in modo più tradizionale, di quelle mammelle acerbe ne avrebbe assaggiato il dolce sapore e annusato l'odore meraviglioso, cose che gli si sarebbero conficcate nell'anima per la vita. Il giorno dopo tutto tornò uguale a prima. Anna finalmente, grazie al prof. Sasso aveva ritrovato un po' di pace e speranza nel domani. L'uomo di converso aveva capito, dopo averlo soltanto studiato e quasi al tramonto del proprio percorso esistenziale, cosa vuol dire veramente innamorarsi. Provava la sensazione frizzante di sentire il cuore che impazzisce dalla voglia di dirle continuamente che lei era la cosa più bella mai capitatagli. E tramite messaggi ringraziava la sua giovane insegnante.
Era lacerato dentro, dalle esigenze del suo cuore, dalla sua brama di possederla nuovamente e dalla paura che qualcosa potesse incrinare la sua rispettabile, integerrima facciata di serio professore mostrata pubblicamente. Quindi, le chiedeva ogni volta di non contattarlo più: non sta bene, la differenza d'età, il decoro, la reputazione, l'etica. Lei se lo rigirava con sapienti capriole di parole e infine concludeva invariabilmente con: "a che ora ci vediamo stasera per… l'ultima volta? Me la vorrai concedere, no?"
E il gioco del "rimorso che fa a tira-la-corda col desiderio" ricominciava uguale il giorno dopo. Ma era il secondo a vincere. Sempre. E la storia andò avanti. Non avrebbero più smesso, fino a che lei non si trasferì in un'altra città per l'università. Però anche Anna sentiva dentro il profondo bisogno del Prof. Sasso e quando tornava a casa, la prima persona che andava a trovare era sempre lui.
Quei due si amavano veramente. Scherzavano di continuo, come sedicenni. Due anime probabilmente legate da secoli, peregrinano nello spazio e nel tempo. Cercandosi inconsciamente. E perciò quando si ritrovano nella contemporaneità di un periodo non si lasciano più. A dispetto di convenzioni, età anagrafica e ostacoli vari che si frappongano sul cammino dell'amore.
RDA
30 notes
·
View notes
Text
Nel pieno della preparazione (delirio!) dei dolci per la domenica (il giorno più atteso in pasticceria) avviene una conversazione curiosa e divertente tra me ed il secondo pasticciere. Quest'ultimo, infatti, stava decorando con della frutta un dolce — nello specifico una torta bignè metà crema pasticcera e metà ricotta, a mio parere pure brutta, molto rustica, odio il bignè rigato non posso farci niente — alché un pezzo di frutta cade come un uccello morto, io me ne sono accorta e gliel'ho fatto notare aggiungendo tanto per ridere "si è suicidato". Amico pasticciere mi guarda con una faccia strana, un lampo attraversa i suoi occhi e mi dice "tu pensi al suicidio?". Io, sorpresa, lo scruto con occhio sospettoso per capire se mi prende per il culo o è serio e gli chiedo più volte perché me lo sta chiedendo; non ricavo nessuna informazione che potrebbe farmi capire quali sono le sue intenzioni, mi dice soltanto di rispondere sinceramente. Io me ne esco con una alzata di spalle e con un generico "normale". Lui continua dicendomi "ah quindi ci pensi" ed io con nonchalance aggiungo "come si pensano le altre cose". Alla fine mi dice che me lo ha chiesto perché una sua amica si era suicidata e che quando cadeva qualcosa, come nel caso del pezzo di frutta del dolce, diceva sempre "si è suicidato".
Un delizioso contrasto tra contesto, argomento e situazione (confusione totale per la preparazione dei dolci).
24 notes
·
View notes
Text
L'orgasmo di una donna inizia prima di andare a letto e spogliarsi...
Inizia quando la fai sentire importante, quando con un semplice dolce le fai sapere che ti sei ricordata di lei, quando la comprendi, quando la sostieni, quando le scrivi qualcosa di carino, quando le fai il solletico...
Quando la abbracci per guardare un film insieme, quando le accarezzi la testa mentre dorme, quando è malata e ti prendi cura di lei, quando la motivi a crescere, quando non hai occhi per nessun'altra, quando la guardi come un'opera d'arte mentre è distratta...
Quando le rubi un bacio a sorpresa, quando le sussurri all'orecchio e fai rizzare la pelle, quando le dici che ti piace, quando le dai il buongiorno, quando scherzi con lei, quando ti ecciti nel vederla, quando la coinvolgi nelle tue cose.
Un uomo che fa questo, può star sicuro che quella donna toccherà il cielo tra le sue braccia...
Non ci sono donne frigide, ci sono uomini che non sanno come amarle.
Web🌸
21 notes
·
View notes
Text
dolce fanciulla di primavera "vado a far sistemare la vecchia bici da corsa di m, gli faccio una sorpresa"
biciclettaro "270 euri"
🫠🫠🫠 cosa non si fa per un po' di caz
42 notes
·
View notes
Text
“Assolutamente divino.”- One Shot
- Professor! Donna Beneviento x Fem! Reader.
- Warnings: Blood, Smut.
-hope you enjoy folks, I wrote this one shot set for the story I recently posted! (Mainly because I wanted to write smut, it’s my little treat. Hope you enjoy, lmk if you would want me to continue this into maybe a few parts)
You sit under the outdoor pavilion on campus, rewriting notes from your Art History class. Occasionally you’d grind your teeth against the end of your pen as you looked over your past scribblings. Trying to make out if an ‘e’ was a fucked up ‘a’ or trying to understand and random note you added into the corner to elaborate.
Bzzrt.
The rectangle attached to your ass buzzes as you reach in your back pocket. A text.
Donna : Almost done closing the class for the day. Meet me in the lecture hall. Look forward to seeing you diletta <3
You immediately smile when you see her message, closing your notebook before the ink on the paper could dry. That was the least of your cares now. Shoving your books in your bag, you sling it over one shoulder, walking back inside the campus, towards the north hall.
With great haste, your fingers curl around the doorknob to her classroom, the room dark. In the corner by the board Donna stood over her desk, putting her cardigan on.
Placing her reading glasses off her face to hang around her pale neck, she turned you with an eager grin.
“There you are, la mia dolce sorpresa succulenta.” She spoke, her voice a bit strained from speaking for the day. Taking a sip from a stainless steel cup, she licks a red substance from her lips.
You and Donna had known one another for a few months. She had originally approached you, noting you were an international student and that if you needed anything, she was happy to help. It wasn’t until you had unknowingly befriended her niece, that she had began to look after you. You and her niece Angie was about the same age, partying together at the local bar. You looked after Angie, did what you could to keep your chaotic gremlin of a friend in line. Needless to say, Donna eventually had to pick you both up after an exam day, as you both were drunk as skunks.
Ever since then, she doted on you, giving her number, even locking eyes with you during her lectures.
You grew quite fond of the older woman yourself. How your heart rate would quicken when she looks at you. After class she would pull you aside most days to ask how school was treating you, and to stay out of trouble.
It just snowballed before you could comprehend it.
One day after her class you stayed behind to keep her company while she worked on lesson plans. Donna had asked you if you needed a ride home.
You didn't. The bus would be there any minute. But the thought of sitting next to the older woman had your cheeks aflame, you quickly accepted.
On the drive home, you could feel the tension between you two. A few times her hand brushed against yours and it took everything in your power not to jump in her lap.
You knew it was questionable. She was a professor, but she was so kind. So beautiful. You couldn’t explain how, but she enchanted you.
From that day, she asked you to come by her classroom a bit more often. Asking if you had any questions regarding her classes, which you did.
But you also enjoyed the closeness of her, the feeling of her scarlet eyes watching you.
Donna sets her cup down on the desk, opening her arms for you. Without hesitation you fall into her embrace, nuzzling against her. She smelled like old books, a faint smell of wine and honeysuckle.
Her hands felt so cold, against your warm back, her fingers running along your spine.
Your body pressed flush against hers, your breath hot against her neck. She was taller than you, enough for her chin to rest on your head.
She pulled away for a moment, motioning you to sit down as she walked over to the entrance of the classroom, locking the door and covering the window.
The room goes dark, all that could be heard is the sound of her heels and the breath that escaped your lips.
She walks back over to where you were seated, the only source of light coming from the hallway outside.
Your eyes try to adjust to the darkness.
Donna's hands cup your cheeks as she leans forward.
“I’ve missed you, preda. Do you still want to come over for dinner tonight?” She grins, tilting your chin up to look at her. Even in the dark, you could make out her face.
She had her hair usually pulled in a bun. But after you entered, she freed her raven locks, letting it fall over her shoulders. She looked tired. But still as gorgeous as ever.
You nod, a grin on your face.
Dinner. That sounded nice. You had planned to head to her manor after her final class , but you two had made a habit of making out profusely after.
You didn't mind though.
She had kissed you a few times, in this very room. Your heart pounding as she held you close.
This was the first time you'd actually go over to her house though.
“Y/N? Are you paying attention?” She smirked, her finger tapping on your nose.
You blink, a blush on your face.
She laughed, her head leaning back.
Gods, she was so cute when she laughed. Her teeth were alabaster, the canines just a bit longer than average.
Now that you think of it, they were fairly sharp looking.
She leans down, pecking your lips, her thumb swiping across your cheek.
She kisses your lips once more.
Your head spins, the sound of crickets chirping outside filling the silence.
Your hands tangle into her black locks, moaning into the kiss, Donna's lips were soft, gentle. You could taste the something coppery on her lips, maybe whatever she was drinking earlier.
Your body is leaned back into the chair, pulling her down with you, your tongue slipping into her mouth.
The older woman grunts, her hips grinding into yours.
She breaks the kiss, her breath heavy, her hands gripping the arms of the chair.
She stands, reaching for your hand.
You stand up, the back of your knees hitting the edge of the desk,
Donna's eyes were illuminated in the dark. her hand gently pushed your chest, causing you to sit back on the desk.
Donna was always so gentle, so sweet.
But something was different. You couldn’t place it.
Your heart was beating rapidly, your breathing shaky.
She pulls her cardigan off, setting it to the side on her chair. Approaching you as you sit on her desk, your lips meet again, this time more heated. Your hands roam her sides, her hands grabbing your wrists, pinning them down onto the desk. She kisses along your jaw, nipping at your ear, causing a shiver to run through your body.
“Not your turn yet, teroso. Patience. Let me have my fun, si ?”
Your heart pounds against your chest, your legs spread as the older woman presses her body against yours.
Her tongue slides up your neck. A wave of pleasure runs down your body.
You whine, wanting to touch her, to explore her body. But she proceeds to tease you, her teeth grazing the soft skin of your neck.
“You trust me, bambina?” She purrs against your neck, the sensation making you squirm even more.
You nod, biting your lip as her hands trail down your stomach. Her nails teasingly scrape against the fabric of your skirt.
Suddenly her nails dig into your thighs, your head snapping back with a silent cry. Donna's mouth hungrily sucked and bit at the skin of your neck, leaving marks, but never breaking skin. Her cold hands met the warmth of your inner thighs, fingers dancing along the fabric of your panties.
Your heart beat was audible now, your body growing hotter. You had never gone this far with her before.
“What if someone sees us?” I ask her, my hips bucking into her hand to feel some friction.
As she pulls from your neck, Donna's red eyes meet yours, a grin on her lips.
She licks her lips, her canines glistening. You heard a faint growl come from the back of her throat.
“I locked the door, no one is going to see us, mia cara. Just focus on me, focus on how I make you feel, okay?”
You nod, swallowing hard.
With that, Donna's teeth sink into the soft flesh of your neck.
A gasp escapes you, the pain of her bite, the pleasure of her fingers rubbing your clothed clit.
Her mouth sucks at the punctures, her fingers moving faster, your underwear wet from her actions. The pain in your neck stung. Before you could focus on it too much, her cold, slender digits pressed against the fabric. You were already soaked.
You could feel her tongue running along your neck, her fingers pulling at your panties, sliding them to the side.
You whimper, her fingers tracing your slit, her teeth scraping your collarbone.
“You’re are delicious little treat, aren’t you?” She growled, her finger pressing into your folds.
Your head leaned back, your eyes shutting as she continued to pleasure you.
She was slow, almost painfully so.
You were squirming under her touch, wanting more, needing more. It’s almost like she enjoyed seeing you in this state.
Her mouth left a trail of wet kisses and love bites along your neck, slipping a finger inside with ease.
“Ah-mmph!” You cry out, before her other hand covers you mouth. A second finger teased your cunt before sliding in, your walls tightening around her digits.
Her tongue lapped at the blood that dribbled from your neck.
Donna's head moved, her teeth dragging along your jaw.
She leaned in closer, her lips brushing against your ear.
Your eyes were screwed shut, the feeling of her fingers curling, her thumb playing with your clit.
Her breath was hot, her hips grinding against the edge of the desk.
Your hands grip the sides of the desk, knuckles white.
A low groan comes from her lips, her movements becoming faster. She pumped her fingers erratically, a third digit now entering your eager cunt.
Your back arches off the desk, your hips rocking into her palm.
A string of moans come from your lips, muffled by her hand.
A sudden heavy sensation builds up in your abdomen, a feeling like a coil tightening.
Your legs trembled. Donnas hand that once covered your lips moved to intertwine in your hair. You could feel her breath on your lips as her fingers sped up.
Her pace was merciless, her thumb flicking and pressing into your clit.
A guttural groan escapes your lips, the feeling of euphoria washing over you.
Your mouth hangs open, Donna's lips crash against yours.
A muffled whine comes from the back of your throat as you cum on her fingers.
Your head fell back, the older woman kissing and licking at the wound she inflicted.
Your chest heaved, your breathing heavy as her fingers slowed.
Donna pulled her fingers out from your folds, her lips now against your cheek.
“Assolutamente divino.” She said, before popping her fingers in her mouth, savoring the taste of you.
Once she had cleaned up, her body hovered over yours.
You could feel the cold radiating off her skin, her arms trapping you against her.
You could hear your own heartbeat, the sound of it ringing in your ears.
“It’s getting late, diletta. Let’s head home.” She cooed into your ear, before stepping away from the desk.
She helped you stand, helping you collect your things.
After the two of you had collected yourselves, you both left the classroom, Donna locking the door behind her. As you walked to her car to head to her house, she gently guided you, a hand on the small of your back.
#donna beneviento#donna re8#re8 donna#resident evil village#donna beneviento art#angie beneviento#resident evil 8#resident evil smut#resident lover#donna beneviento x oc#donna beneviento x mc#donna beneviento x female reader#donna beneviento smut#donna beneviento x reader#vampire donna#professor donna
34 notes
·
View notes
Text
Che poi, che poi il vero atto romantico è quello che non ti aspetti, improvvisato, fatto quasi a tradimento che lei dice “ma tu hai veramente fatto?” e tu “perché non potevo farlo?” E ti godi l’effetto sorpresa perché quel che conta è l’effetto non il cosa si fa (si anche quello… certo che fa la differenza se ti presenti con due biglietti per Parigi o con un mazzo di fiori) ma la questione è che tutti danno tutto per scontato, non c’è più il gusto dell’improvvisazione, di cogliere quel guizzo, quel sorriso compiaciuto ma trattenuto per non darti soddisfazione. Tante volte le cose vanno storte perché si fa perché si deve fare, perché lo fanno gli altri, perché in fondo “ma si, ci togliamo il pensiero” e tutto si sgonfia come la pasta scresciuta, un dolce venuto male, i biscotti bruciati… insomma non c’è amore e non c’è voglia di tener viva quella fiamma anche con gesti inaspettati. Ecco, io potendo, farei così e, se mi ricapitasse, così farei senza starci a pensare due volte.
Sorprendetela. Sorprendetevi.
10 notes
·
View notes
Text
Sfornare sogni d'amore
A volte mi immagino sfornare una pagnotta, tondeggiante, come un fertile ventre, con al centro il segno della croce che ci ha uniti. Mentre l'avvolgo, ancora rovente, in un panno morbido, le tue braccia mi cingono i fianchi e le tue labbra a sorpresa fanno visita alle scogliere del mio collo. Mi sussurri che i bambini stanno bene, giocano sul prato; in dono mi porti una conchiglia e un cesto di funghi appena raccolti, carré di vitello, erbe aromatiche e mazzi di lavanda. Nei tuoi occhi ritrovo ancora quella solida e gioiosa pacatezza, in grado di sedare i miei tormenti e farmi sentire protetta, al sicuro, serena. Più tardi gli ospiti sarebbero arrivati, e noi ci guardiamo come una volta, accaldati, arruffati, profumati di terra e mare, con dolce passione e profonda gratitudine. A volte mi immagino una vita così, con te, che esisti nell'anima ancor prima di averti trovato, alle pendici di un monte, per volontà del fato.
10 notes
·
View notes
Text
lista breve di scoperte o realizzazioni all'alba dei 28 anni:
quando parla un uomo nelle mie vicinanze o parla con me la mia faccia assume diverse sfumature di schifo e disgusto, il sunto è che non so parlare con gli uomini (non è una sorpresa, era così pure anni fa)
ho messo il mio dolce ditino su dei rimasugli di quella che molto probabilmente era coca e ho scoperto che ha la stessa texture dello zucchero a velo (cosa che pensavo che fosse...su un davanzale...nel bagno di un locale...ai posteri il verdetto)
9 notes
·
View notes
Note
raccontaci l’appuntamento
cercherò di non romanticizzare troppo la storia (anche se è davvero difficile). il 17 luglio corro per prendere il solito bus che stavo perdendo, salgo negli ultimi posti, ovviamente abbastanza pieno. sale il controllore e si liberano dei posti, mi siedo e avevo accanto una ragazza e di fronte un ragazzo. ad un certo punto arriva un signore molto particolare, con un vestito nero, degli occhiali scuri e un anello fighissimo e io lo scrutavo. arriva e si mette a parlare con il ragazzo, non sentivo niente ma dal linguaggio del corpo sembrava si conoscessero, infatti ero sorpresa. ad un certo punto il signore chiede al ragazzo 'il bus si ferma a zona X?' e il ragazzo dice che era la prima volta che lo prendeva. continuo ad ascoltare la musica assorta nella mia ansia quotidiana e ad un certo punto il ragazzo mi gira il suo telefono con le note. io panico perché ero tipo 'ommioddio mi sta dicendo di stare attenta al tizio oppure mi sta dicendo qualcosa di divertente sul tizio'. in realtà c'era scritto - ti va di darmi il tuo numero per un caffé? -. gli tremava la mano ed era tutto imbarazzato e io ero sconvolta e confusa ma era molto carino e quindi 'why not'. mi scrive subito, gli rispondo a tratti e passa del tempo per vari drammi, cose, non so, non mi sentivo pronta. sennonché una decina di giorni fa si chiudono varie situazioni + ero con la mia collega che cercava persone da seguire con il profilo del lab (con il suo telefono) e mentre cercava un prof dice 'well questo non è sicuramente lui, però che BONO' mi giro a guardare ed era lui. rega io ero sconvolta ahah, cioè boh mi sembrava che tutto il mondo mi dicesse 'escici'. quindi gli ho risposto dopo un po', scusandomi ecc e gli ho detto che da lì a poco sarei andata in sicilia ma che al rientro ci sarei stata e così è stato. ieri ci siamo visti e boh, è stata una di quelle serate che passi e ti sembra di conoscere una persona da sempre. abbiamo ascoltato musica, siamo finiti in un chioschetto con 50-70enni che ballavano qualsiasi tipo di musica lol. La cameriera che ci ha provato con me e io pensavo solo -che bello essere viva- dopo anni di pugnalate varie è stato come prendere una boccata d'aria.
e quindi niente, è stato tutto bello, romantico, dolce e pieno di chimica. non so in realtà dove mi porterà questa cosa, ma mi importa poco. La cosa bella è che mi sono permessa di essere felice, anche solo per una sera. e lui è proprio bello e mi fa ridere tanto (musicista, compositore e insegna canto) e mi sembra un po' uscito da un libro ma va bene così. Ho solo voglia di cose leggere e lui è molto leggero e bello
17 notes
·
View notes
Text
Dal mio diario..... Che avevo già postato, nel mio vecchio blog.
Gentilmente chiedo di non fare nessun reblog, grazie.
A casa di Chiara, una fra le mie più care amiche di sempre, c'è un baule magico in cui amorevolmente lei vi custodisce alcuni tra i ricordi tangibili che in qualche modo mi riguardano: regali, lettere, biglietti di giornate felici trascorse insieme ciondolando per mostre, musei e concerti, un pacchetto di sigarette con una fatina incisa sopra, un amuleto serbo e un maglioncino nero con maniche a sbuffo che le avevo prestato per un incontro importante e che indossare le donava un'espressione talmente dolce sul viso, che ho desiderato fosse esclusivamente suo per sempre, con l'illusione così di poterla sapere eternamente lieta.
Quel baule odora di rose e di violette in modo tanto prepotente da percepirne la fragranza a distanza di qualche metro.
Sorpresa, frugando con le mani fra le nostre memorie, ho esclamato: "Accidenti, che profumo!"
Chiara, sorridendomi con un accenno di imbarazzo negli occhi mi ha sussurrato: "Sei tu. Quel baule è impregnato di te, c'è la tua essenza ed è il profumo più dolce del mondo, quello della mia migliore amica."
È stato un momento di tenerezza infinita e lo voglio depositare qui, in modo da non scordarlo, mai.
ASSOLUTAMENTE....... NO..... REBLOG
GRAZIE.
45 notes
·
View notes
Text
Ecco, finalmente sei mia
Sei docile e remissiva, sempre pronta all'obbedienza. Devota e desiderosa di sacrificarti per il mio piacere. Spoglia dei tuoi vestiti sei bellissima. Quando poi metti a nudo anche la tua anima per me, solo per me, sei ancora più attraente. La perfetta schiava. Insospettabile per tutto il resto del mondo. Sei una madre tenera ma decisa. Una donna intelligente e combattiva. La persona professionalmente più cazzuta che io conosca. E malgrado due gravidanze avute in giovane età, hai un corpo da urlo. Solo guardarti mi scombussola le sinapsi. Sul lavoro e nei rapporti con gli altri non ti fai mettere i piedi in testa da nessuno. Hai dovuto tirare fuori gli artigli e sviluppare gli anticorpi adatti, dopo che tuo marito se n’è scappato in sudamerica un anno fa. Vigliacco: questo è fare veramente male a una donna. Codardo, lui non è stato alla tua altezza.
Per amare un fenomeno del cuore come te sarebbe bastato solo… esserci; il resto sarebbe venuto di conseguenza. Bisogna sempre fidarsi della vita. Che non sbaglia mai. Bastardo al quadrato: ne dovrà rendere conto a quei due angeli dei tuoi figli piccoli quando diventeranno uomini. Perché quel vero campione t'ha lasciata sola con quei due cuccioli da nutrire: di cibo, di puro amore e di tutto ciò che serve a crescerli. Dopo poco hai inoltrato opportuna richiesta di separazione per colpa. Arriverà presto. E personalmente non vedo l'ora. Io ero solo il tuo vicino cortese, quello che ti guardava con ammirazione e rispetto. Non visto, t’ho sempre guardato attentamente le gambe e il culo, però. E il tuo seno m’ha sempre fatto sognare. Comunque, t’ho aiutata come ho potuto, anche con le pratiche per la richiesta di separazione da quel verme.
Perché quando qualcuno ha bisogno, tu lo aiuti. Punto. Tu poi sei veramente speciale, per me. Ma l’avrei capito solo dopo. E ti ho anche sopportata, in questi mesi: infatti hai il tuo bel caratterino, i tuoi gusti e le tue sacrosante esigenze. Infatti è proprio nel corso di uno dei nostri frequenti e aspri confronti che ho incidentalmente scoperto il tuo meraviglioso e insolito mondo emotivo nascosto. Avevamo avuto una discussione, non ricordo nemmeno più per quale motivo; i tuoi due figli erano uno all’asilo e l’altro a scuola e sia tu che io avevamo la mattinata libera dal lavoro. Verso le dieci sei venuta a casa mia per qualcosa… aspetta… ah, si: era a riguardo del posto macchina, perché mi allargo sempre un po’ troppo, mettendoci anche la moto. Cosa che ti impedisce di aprire completamente la porta del tuo ripostiglio.
Qualcosa non mi quadrava: eri truccatissima e vestita per non fare prigionieri. Uno spettacolo e un miracolo di seduzione. Non t’avrebbe resistito un santo. Eri arrabbiata in modo esagerato, per una stupidaggine del genere. C’era un certo qual fuoco, in te. D’un tratto infatti hai alzato la voce e a sorpresa m’hai dato un bel pugno sul petto; stavi per darmi anche uno schiaffo e io t’ho bloccato il braccio, mentre con l’altra mano t’ho preso i capelli alla nuca, ma solo per farti sollevare il mento e guardarti fissa negli occhi. Volevo solo farti capire che dovevi calmarti: eccheccazzo! Tu m’hai guardato negli occhi per un secondo. Hai iniziato a piangere e poi ti sei messa in ginocchio davanti a me, ti sei afflosciata come una marionetta e a capo basso mi hai sussurrato: “adesso comandami” con la voce più dolce, tenera e adorabile del mondo.
Io non capivo: ero interdetto e stupito! Ho chiesto subito scusa della mia rudezza imperdonabile e t'ho pregata di alzarti. Sono sempre stato gentile, con una donna. Ma ho dovuto capire presto che con te tutto sarebbe stato molto diverso. E nuovissimo, per me che non ero culturalmente preparato, a gestire una gemma d'amore puro e decisamente particolare come te nella mia vita. Tu restando in ginocchio hai continuato, con voce flautata: “Non capisci. Non devi scusarti. Da adesso, anzi: dal mio passato, eterno e per sempre tu sei il mio padrone e devi ordinami di servirti. Per favore, onora la mia supplica. Ne ho bisogno per continuare a vivere. Adesso hai capito, o mio signore?” Quindi sconvolto ho sollevato il tuo mento. Ho guardato i tuoi occhi: due diamanti purissimi di passione.
T'ho aiutata ad alzarti, t’ho baciata per la prima volta ma ero molto sorpreso, perché mi sono reso conto che in qualche modo già conoscevo le tue labbra, quel tuo sapore. Ho avuto un dejà vu e t’ho stretta forte a me. Ho provato una sensazione come di “casa.” Quel fuoco era quindi un incendio d’amore che doveva assolutamente sfogare. E tu avevi scelto me. Da tempo, benedetta donna! E io stupido a non capirlo. Da quel primo momento, almeno una volta a settimana vediamo di far capitare la mezza giornata libera insieme. Preferibilmente di mattina, coi tuoi figli a scuola e all’asilo. So che posso fare della tua mente e del tuo corpo ciò che voglio. E quindi ti lego al guinzaglio, ti faccio camminare a quattro zampe, ti umilio nella tua dignità di donna. È questo che vuoi veramente, da me.
Me lo confessi ogni volta che facciamo l'amore. E ogni volta vuoi che spinga il gioco un po’ più a fondo. A volte non resisti e nel cuore della notte, mentre i tuoi figli dormono, vieni a casa mia per una mezz’ora o vengo io da te; stesso pianerottolo. Mi chiedi anche in quei rapidi incontri di darti piacere facendoti soffrire. Non manco mai di onorarti. Vuoi da me quel tipo di amore speciale. Che può essere molto coinvolgente. Sei un cucciolo smarrito. Vuoi essere dominata, comandata e quindi desideri provare tutte le durezze che posso infliggerti; null’altro ti soddisfa. Man mano, nella nostra sacra intimità sessuale, ho imparato ogni giorno di più a comandarti, a essere severo, per il tuo piacere. Sto evolvendomi assieme a te. Quando siamo da soli e sbagli a eseguire i piccoli compiti che ti ordino di svolgere - e lo fai apposta - ti infilo un plug o due e spesso ti lego anche, finché non chiederai scusa.
Anche se, quando vedo le tue lacrime, mi viene solo una gran voglia di coccolarti e basta. Capisco però che proprio quando piangi è quello il momento in cui sublimi il tuo amore per me e godi. Sei fatta così e non potrei adorarti di più. Ma comunque ti curo come un fiore. Non deve mancarti nulla. Deve essere solo un gioco bellissimo, quello tra noi due. Molto realistico, però tu sei la mia rosa preziosa. T’ho anche preso un anello, pegno d’amore. Lo indossi di continuo, non lo togli neppure sotto la doccia. Mi hai confessato che è nella tua natura molto peculiare e rara desiderare il padrone che ti tenga sulla diritta via, che adori essere punita e per questo dopo l’amore mi ringrazi sempre. Vuoi soffrire per me, piccola grande donna: servirmi, darmi piacere. Posso anche strizzarti i capezzoli: e più li stringo, più sei felice.
Mi dai il potere totale sul tuo corpo. Ti adoro. Vorrei sposarti, ma temo che nella routine matrimoniale perderei la mia meravigliosa schiava, quella che quando si manifesta è uno spettacolo di piacere e lussuria per entrambi. Tu magari a questa cosa del matrimonio pensaci, mentre adesso ti schiaffeggio e faccio diventare le tue stupende natiche di un caldo e bellissimo rosso carminio. Ecco: fra un po’ ti ordinerò di prendermi in bocca e farmi godere come sai. Obbedirai ossequiosa e mansueta. Intanto io giocherò coi tuoi seni. Li accarezzerò, manipolerò dolcemente. Ormai mi hai abituato e mi piace da impazzire, torturarti i capezzoli. Tu gongoli quando lo faccio. Ti senti lusingata e felice, se ti faccio capire in questo modo che adoro il tuo corpo. Quando starò per venire, ti chiederò di strizzarmi gentilmente i testicoli.
Eseguirai alla lettera. E ti disseterò abbondantemente. Finito, aspetterai che ti permetta di togliere il mio uccello dalla bocca. Quindi, t’è già noto, dovrai predisporti sul letto a pancia sotto. Muta e scrupolosa, avrai anche cosparso il tuo ano di vaselina. Già sai cosa ti aspetta e metterai da sola la gag ball in bocca. Io te la chiuderò dietro al collo. E te lo bacerò con trasporto, ringraziando segretamente Dio. Rito religioso, questo. Aspetterai, gambe ben allargate e braccia aperte. Le tue viscere mi riconosceranno anche stasera. Accoglierai la mia crema di maschio. Bravissima, la mia schiava. Poi però sai anche che stasera vorrò vederti bella come una dea e che ti porterò a cena fuori, rigorosamente coi tuoi figli. Che adoro. Almeno quanto adoro avere te, solo te, sotto di me. Sono entrambi miei privilegi. Tra noi due, il vero schiavo d’amore sono io.
RDA
19 notes
·
View notes
Text
TRINITY BLOOD
RAGE AGAINST THE MOONS
(Storia: Sunao Yoshida // Illustrazioni: Thores Shibamoto)
Vol. 1 - From the Empire
WITCH HUNT - Capitolo 3
Traduzione italiana di jadarnr dai volumi inglesi editi da Tokyopop.
Sentitevi liberi di condividere, ma fatelo per piacere mantenendo i credits e il link al post originale 🙏
Grazie a @trinitybloodbr per il suo prezioso contributo alla revisione sul testo originale giapponese ✨
“Qui è dove i nostri cammini si separano, Eris.” Annunciò Abel.
Era già passato il tramonto, ma la Stazione Centrale brulicava ancora di viaggiatori in arrivo o in partenza dalla città.
“Sorella Louise ti accompagnerà per il resto del viaggio. Per piacere, comportati bene.”
“Molto piacere di conoscerti, Eris.” Disse gentilmente Sorella Louise.
Eris si limitò a fissare la mano della giovane suora sorridente, tesa verso di lei. Poi si voltò verso Abel lanciandogli un’occhiata contrariata. Ma il prete non stava guardando verso di lei, sembrava perso nei suoi pensieri.
“Ma tu… non vieni?” Gli chiese.
“Purtroppo ho ancora del lavoro da fare... e devo farlo da sol—ahi!”
Eris iniziò a guardarsi intorno, ignorando il prete che saltellava tenendosi lo stinco che lei aveva appena preso a calci. “C’è per caso un bagno qui vicino?”
“Ci saranno le toilette a bordo del treno.” Rispose Abel.
“Ma non riesco a farla quando il treno si muove!” Piagnucolò la ragazzina.
Il prete guardò il viso imbronciato di Eris e si dichiarò sconfitto.
“Sei sempre la solita. Sorella Louise, a che ora è il treno? Alle otto e dieci? Binario 5? Bene, allora Eris andiamo. Ho visto che ci sono dei bagni laggiù.”
“In che senso andiamo? Dove pensi di andare tu?”
“Andremo insieme così non ti caccerai nei guai. Sorella Louise, potrebbe aspettarci al binario? Grazie.” Annunciò Abel, afferrando la ragazzina ancora riluttante per un braccio e trascinandola con sé attraverso la lobby affollata. Shuttle mandati dagli hotel a raccogliere i turisti in arrivo, ragazzini che pulivano le scarpe per pochi centesimi e venditori di ogni tipo continuavano ad intralciarli. Abel e Eris si fermarono davanti ad un chiosco che vendeva ninnoli per bambini. Abel scelse un portachiavi che aveva attirato la sua attenzione e lo acquistò, nonostante le sue poche liquidità.
“Ecco a te.” Disse.
“E’ per me?” Chiese Eris sorpresa.
Era un piccolo gatto nero di peluche. Abel attaccò il portachiavi allo zaino della ragazzina. “Un regalo di addio. Ti piacciono i gatti, vero?” Chiese.
“Mi piacciono un sacco! Grazie mille!” Esclamò, genuinamente felice.
“Prego.” Le sorrise il prete.
Abel riprese a camminare, con la sua solita aria goffa. Aveva sul viso un’espressione più dolce del solito, e guardava la folla che si agitava intorno a lui con occhi che esprimevano amore per tutto il mondo.
“Hai mai avuto gatti?” Chiese, cercando di avviare una conversazione.
“Un tempo ne avevo tanti, quando i miei veri genitori erano ancora vivi.”
Il sorriso del prete scomparve per un momento.
Eris si rese conto di quello che aveva appena detto e cercò di sdrammatizzare. “Non è niente. E’ successo molto tempo fa.” Lo rassicurò.
“Mamma e papà… si sono suicidati.” Continuò mentre schivava una signora paffuta che vendeva succhi di frutta.
“Un suicidio?” Chiese Abel sorpreso.
“E’ stato un doppio suicidio, ma suppongo si possa dire che sono stata io ad ucciderli.”
Abel era definitivamente confuso. Non ha appena detto che si era trattato di un suicidio? Non chiese nulla di ciò che gli stava passando per la mente, ma continuò semplicemente a camminare a fianco della ragazzina.
“Mi dispiace.” Mormorò.
“Ti ho detto che non è niente. Non ti preoccupare.” Rispose lei, rivolgendogli un sorriso smagliante, scostandosi una ciocca di capelli dorati. “Non sono il tipo da scoraggiarmi per così poco.”
“Allora sei una persona molto forte.”
“Se non fossi stata così, non sarei potuta sopravvivere. Sarei stata una facile preda per chiunque. Ma suppongo che chi vive una vita tranquilla all’interno di una chiesa non possa capirlo.”
“Mi spiace.” Era tutto quello che il prete riusciva a dire.
“Il mondo è pieno di nemici. Se mostri debolezza verrai ucciso.” Concluse Eris come parlando tra sé e sè, con sguardo duro.
Abel la guardò con aria triste. Qualunque parola di conforto le avesse rivolto, l’avrebbe respinta. “Eris, tu non sei sola. Ci sono io dalla tua parte.” Le disse dolcemente.
“Che intendi dire?” Chiese lei, sorpresa da quelle parole.
“Non devi farti nemico il mondo, e non sei sola. Non finché ci sarò io al tuo fianco.”
Eris alzò gli occhi verso il prete alto e goffo che camminava accanto a lei con uno sguardo di disprezzo. Poi un sorriso ironico le si formò sulle labbra.
“Stai per caso provandoci con me?”
“Uh? C—cosa?” Balbettò Abel impallidendo. “No. Uh, no. Io.. ehm… sono… ehm… un prete. Non mi è permesso provarci con nessuno. Non ci sto provando con nessuno.” Continuò a balbettare guardandosi intorno imbarazzato.
“Uff, che palle.” Ribatté Eris, mettendogli il broncio con il sorriso malizioso di un gatto che gioca col topo. Poi allungò delicatamente un dito e lo andò a posare sulla fronte di Abel.
“Per un po’ sono stata felice, Padre, quindi…”
“Quindi?” Ripetè lui curioso.
“Mi spiace davvero.” Disse Eris con il suo solito tono malizioso.
Il mondo del prete piombò improvvisamente nell’oscurità.
“Ugh.” Grugnì Abel.
Dove sono? Si chiese, trovandosi di fronte ad una porta di acciaio alla fine di un lungo corridoio. Fino ad un momento prima era…
Cercò di schiarirsi la voce e parlare, ma non uscì alcun suono decifrabile. Non ricordava nulla. Ma quella porta di acciaio aveva qualcosa di familiare… qualcosa di spiacevole. Ma anche quei ricordi sembravano essere scomparsi dalla sua memoria.
Dalle finestre del corridoio si vedeva un paesaggio blu. Siccome il cielo era pieno di stelle, ipotizzò che fosse notte. Ma il pavimento sotto di lui emetteva una luce abbagliante.
Sentì il suo cuore aumentare i battiti.
Sotto i suoi piedi si estendeva un’enorme sfera blu. Un bellissimo pianeta con sfumature di marrone e verde contro un meraviglioso blu cobalto. Bianche scie di nuvole lo ricoprivano in alcuni punti, muovendosi lentamente.
Guardò verso la porta di acciaio e fece un profondo respiro. C’era qualcosa dentro di lui che scalpitava per uscire. Una presenza scura ed incredibilmente sinistra aveva iniziato a muoversi, rompendo il sigillo che teneva chiusi i suoi ricordi del passato.
Abel appoggiò delicatamente la mano sulla porta, che brillava debolmente. La porta si aprì silenziosamente e la luce fu sostituita da un’infinita oscurità.
“Ciao, Abel. Sei in ritardo.” La figura di un uomo alto si voltò verso di lui.
Nell’oscurità, Abel non riusciva a distinguerne il viso, ma lo riconobbe lo stesso. Sapeva che sotto i capelli biondi si nascondeva un volto di una bellezza di porcellana e con un sorriso gentile. Ma cos’era quell’odore soffocante di sangue? E cosa teneva in mano l’uomo?
“Dovresti essere contento. L’elemento negativo è stato eliminato.” Porse ad Abel qualcosa perché lo vedesse. L’odore di putrefazione si fece più intenso. “Ora non rimane più nessuno ad ostacolare il nostro piano. Il traditore non è più in vita.”
Quando la luce illuminò cosa teneva in mano l’uomo, Abel scoprì che si trattava della testa di una dea dai capelli rossi e la pelle scura—
In quel momento, dalla gola di Abel scaturì un urlo silenzioso…
“E’ successo qualcosa, Padre?”
“”Eh?”
Abel sbatté gli occhi, trovandosi davanti un grassottello impiegato della stazione che lo stava guardando con aria preoccupata. “C’è qualche problema? Non si sente bene?”
“Sentirmi bene?” Ripetè Abel. Aveva la fronte imperlata di sudore. Era confuso ed aveva la nausea.
Intorno a lui c’era lo stesso trambusto di poco prima: un flusso intenso di persone che andavano e venivano. Ma alcuni di loro si erano fermati a guardarlo, chiedendosi cosa stesse succedendo.
“E’ molto pallido.” Insistette l’impiegato. “Vuole che la accompagni al punto di primo soccorso?”
“Ah, no. Sto bene. Mi scusi.”
Scosse violentemente la testa, come per liberarsi da ragnatele invisibili. Ricordava Eris che lo toccava sulla fronte, e poi era diventato tutto nero.
Dov’era Eris?
“Eris?!” Gridò.
Abel si guardò intorno in preda al panico, scandagliando freneticamente la stazione in cerca della ragazzina, ma di Eris non c’era traccia.
#abel nightroad#trinity blood#sunao yoshida#rage against the moons#trinity blood novels#traduzione italiana#eriswasmayer#thores shibamoto#witch hunt
4 notes
·
View notes
Text
Vorrei tornare bambino,
Disegnare cuori sui vetri appannati
Per sorridere al freddo dell'inverno,
Andare a scuola con gli occhi assonnati
Vedere la giovinezza dei miei genitori in eterno.
Vorrei tornare bambino,
Per sentire sempre nuovi sapori
Rivedere la meraviglia del meravigliarmi,
Nutrirmi di ogni gesto e particolari
Vivere di sogni senza mai svegliarmi.
Vorrei tornare bambino,
Perche' ogni nascondiglio era una sorpresa
Il silenzio magico di un mistero,
Il rifugio di una dolce attesa
La favola di un piccolo guerriero.
Vorrei tornare bambino,
Per riassaporare le domeniche di una volta
Le orecchiette fatte in casa della nonna,
Il profumo della mentuccia appena colta
Il soffice canto di una ninna nanna.
Vorrei tornare bambino,
Perdermi nel mama o non mama di margherite
Nel tuffo dei sassi piatti nello stagno,
Punzecchiarmi con spine di rose appena fiorite
Ammirare la curiosita' di un piccolo ragno.
Vorrei tornare bambino
Per proteggere le piccole cose fino in fondo
Perche' e' con i sogni di ogni singolo bambino
Che si puo' fare grande il mondo.
Marco Vannoli
scelto da https://www.tumblr.com/maripersempre-21
4 notes
·
View notes
Text
Ho pensato "perché non preparare una cheesecake a sorpresa a mio moroso, mentre lui è a lavoro?". Così approfittando del fatto che sarei comunque dovuta andare a fare al spesa, ho aggiunto alla lista anche gli ingredienti per il dolce. Vado da Aldi e non riesco a trovare la colla di pesce, così vado alla Lidl che è lì attaccata, chiedo ad una commessa e lei mi risponde "domanda difficile, prova a chiedere a qualcun altro". Ma a qualcun altro chi se sei tu quella che lavora in sto supermercato? Vabbè, decido di tentare con l'MD e finalmente la trovo.
Fatto sta che ho sprecato quasi due ore a fare sto giri, poi mi sono trascinata per il paese con tre borsoni pieni di roba e ora sono talmente stanca che mi è passata la voglia di preparare la cheesecake
8 notes
·
View notes