#dissolvenze
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from dissolvenze, self released, 1995.
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Dissolvenze & Riflessi
I.S.A.
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Do not remove the captions pls.
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Un sogno lungo un giorno, con la splendida colonna sonora di Tom Waits e Crystal Gale, fu il primo film ad essere montato con una centralina video anziché in pellicola con la moviola e la truka. Questo permise a Coppola di sperimentare in tempo reale tutte le sovrapposizioni e le dissolvenze incrociate delle inquadrature, senza dover aspettare giorni prima di verificare il risultato e correggere.
La storia sarà pure stata un pretesto per la sperimentazione, ma questo film resta una perla preziosa nella pur eccelsa produzione coppoliana.
@clacclo
One From The Heart (1982) Francis Ford Coppola
Rip Teri Garr
#quando il cinema era la settima arte#one from the heart#un sogno lungo un giorno#francis ford coppola#tom waits#crystal gale
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In dissolvenza
Metafore di vita
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dissolvenze
Fotografare l'anima, ecco cosa vorrei.
Inventare un obiettivo che la osservi nel profondo.
Avere il privilegio di percepire il cambiamento costante di luce, sfumature, ombre.
Nel bianco e nero dell'anima lo spazio è immenso, come la sensibilità che la abita Bisogna entrare senza fretta e senza scorciatoie.
A piccoli passi, restare in equilibrio su quel silenzio sgretolato che non sempre protegge.
Vorrei fotografare l'istante, il battito di cuore, la percezione intima e profonda, l'inesprimibile incanto dei sentimenti,
mentre accadono e ancora respirano.
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Tick tock
Tick tock tick tock
E avanti così in una sequenza infinita, sempre uguale, imperturbabile
Questo è quanto ci dicono tutti sin da bambini e ci viene confermato dalla ragione
Semplice sicurezza di un incedere lineare
Troppo semplice
Perché poi si scopre che i tick hanno così spesso diverse velocità e che i tock seguono in modo irregolare, che non viviamo allo stesso modo tutti i tick e che mentre certi tock volano via indifferenti altri li ricorderemo per sempre
Che tra un tick e un tock capitano interferenze che, come capita ad un segnale radio o televisivo, ci spostano su un altro canale, ora per un attimo ora per sempre
E lì sentiamo e vediamo immagini e suoni diversi da quelli che ci circondano
Sono pescati dal passato, ripresi dal futuro
Lì, dove non esiste tempo e spazio, tutto è possibile è tutto sembra assurdo, c'è ogni cosa e non c'è niente
E ci si può entrare e uscire subito, o entrare e non uscire mai
E ora un tick viene saltato e un tock non ha fine
Realtà parallela, irreale paradosso
Tick tock tick tock
-- thepainlove
#vita#amore#amore finito#realtà#finzione#tempo#pensieri#flusso di coscienza#prigione#labirinti della mente#sofferenza#lacrime#vortici#come foglie in autunno#parole al vento#senza te#ombre#apatia#ferite nell'anima#dissolvenze#bianco e nero#freddo#frammenti di me#thepainlove
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perché sto stronzo guarda in macchina fkdhaskjfdhskjdfas
#ci sono così tanti sguardi in macchina in questi episodi e dissolvenze in flashbacks#S8 è SUPER TRASH FDKSJHADFJS#rido anche se il momento è drammatico#il rumore del fiume è così fastidioso fdksjahdfks#MA COME CAZZO SI FA#TRASHNATURAL#soprannaturale#godd howard watches supernatural
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Pink Floyd: i magnifici 50 anni del lato oscuro della luna.
Nella storia della musica ci sono i grandi album e poi c’è The Dark Side Of The Moon, che è molto più di un disco: un’opera d’arte che contiene tutte le arti. Un viaggio nel lato oscuro della mente umana che è suono, poesia, avanguardia elettronica e genialità grafica. Non c’è nulla di ordinario nel capolavoro dei Pink Floyd, nemmeno la sua genesi, considerato che la band lo eseguì dal vivo per intero nel 1972, in Inghilterra e Giappone, prima ancora che uscisse nei negozi (nel marzo 1973) e mentre buona parte dei brani stava assumendo la forma definitiva tra le mura degli Abbey Road Studios, a Londra, nelle pause tra uno show e l’altro. È musica “classica” The Dark Side Of The Moon, e non solo perché ha venduto quarantasette milioni di copie nel mondo e ha trascorso, lungo le decadi, 962 settimane nella classifica americana e conquistato quattordici dischi di platino in Inghilterra. In Italia, nel 2021 è stato di gran lunga il vinile best seller, surclassando i giovani virgulti del rap, i Beatles, i Queen, i Rolling Stones e gli Abba.
Non c’è competizione possibile con il disco cult dei Pink Floyd perché i dieci brani che lo compongono sono altro rispetto alle classificazioni musicali standard. The Dark Side Of The Moon è in sé un genere musicale, un volo pindarico in un suono senza tempo né spazio. Ne è la prova il fatto che nessuna delle dieci canzoni che lo compongono è mai diventata veramente un singolo di successo. Perché “il lato oscuro” è un disco che si ascolta tutto dall’inizio alla fine, come un’opera classica che non si può interrompere per chattare con lo smartphone. Inizia con il suono di un vero battito cardiaco e conduce in un viaggio attraverso la vita e le sue contraddizioni, fino al gran finale dove razionalità e follia si incontrano e si scontrano in Brain Damage ed Eclipse. Una chiusura ad effetto che è senza dubbio anche richiamo alla drammatica parabola umana dell’amico e compagno di band, Syd Barrett, costretto ad abbandonare il gruppo dopo due dischi per gravi problemi psicologici acuiti dall’abuso di sostanze lisergiche.
Ne avevano incisi sette di album i Pink Floyd prima di iniziare a registrare The Dark Side. Nel passaggio da gruppo visionario e psichedelico a band adulta pronta a incidere il suo capolavoro, fu decisivo l’ingaggio di Alan Parsons, tecnico del suono e musicista raffinatissimo. L’incontro dei quattro con Parsons è il passaggio chiave. Chiusi in studio di registrazione i fabolous five spingono la musica nel nuovo millennio con ventotto anni di anticipo.
Non c’è album venuto dopo o inciso negli ultimi tempi che non debba qualcosa alle tecniche di registrazione del “lato oscuro”. Le dissolvenze tra una canzone e l’altra, l’uso dei loop, all’interno di un brano, ovvero suoni registrati e ripetuti all’infinito, l’accelerazione elettronica di una parte lenta di pianoforte, l’uso creativo dei nastri di registrazione che venivano tagliati e poi incollati per creare un tutt’uno di effetti sonori cambiano per sempre le tecniche utilizzate in sala d’incisione. Ma non è tutto qui: nel mezzo della loro personale missione “lunare” i Pink Floyd optano per un’altra scelta rivoluzionaria, ovvero fare del loro nuovo disco una fantastica scatola magica di suoni, un mix indissolubile tra musica, voci e rumori di fondo catturati nella vita reale.
E allora ecco che nelle canzoni entra il crepitio delle monete agitate in una ciotola, il suono potente e ripetitivo di un registratore di cassa, una sinfonia di ticchettii vari registrati in un negozio di sveglie ed orologi, il fruscio delle banconote e poi le voci di gente comune di tecnici e impiegati degli Abbey Road Studios invitati davanti ad un microfono a rispondere liberamente a domande elaborate da Roger Waters (bassista, voce e principale compositore della band) sui temi della follia e della violenza in tutte le loro accezioni. Tra i tanti si presentarono anche Paul McCartney con la compagna Linda, ma le loro parti alla fine non vennero utilizzate nel missaggio finale. A chiudere il cerchio la copertina più iconica di sempre probabilmente ispirata ad un esperimento del matematico, fisico e filosofo Isaac Newton alla fine del milleseicento. Un fascio bianco di luce che attraversa un prisma e si scompone in sei fasci di luce che rappresentano i colori presenti in natura. Un concept puramente grafico, asettico, lineare, senza presenza umana, che ha stregato il pubblico e i critici. E che nessuno della band ha voluto mai spiegare nel suo reale significato perché è un luogo dell’inconscio come il monolite nero e lucido a forma di parallelepipedo che troneggia in 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick. È l’arte che diventa mistero e capacità di stupire senza usare parole, solo la musica. Un approccio che i Pink Floyd fecero loro anche un anno prima di incidere il loro disco più importante scegliendo di esibirsi, nell’era dei giganteschi bagni di folla come Woodstock, Altamont o l’isola di Wight, da soli, al tramonto, nel cuore dell’Anfiteatro romano di Pompei. Il suono del silenzio.
Gianni Poglio
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per quanto tempo ancora dovrò fingermi una persona seria prima di poter fare delle slide da loser quale sono? con i memini e le grafichette brutte e. perché no. le dissolvenze e gli effetti sonori
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Il mattino
traccia il giorno
.definisce
figure con nomi
sotto sottili .dita
in attesa
il mattino
.cresce a mezzodì
.lague
il peso delle spalle
magre
il mattino
.lascia spazio
alla sera
smista i santi
.li conta
E’ un mattino che cede
.passi
silenziose tracce
di polvere antica
.dissolvenze
di terra che .spostano
il cielo
.lo cerca nell’ultima stella
a calar della notte
Il mattino
lascia tracce di sogni.
mM
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Elvis film streaming ita completo gratis
Elvis Guardare - https://elvis-ita.blogspot.com/
Un film biografico sulla vita e l'opera del "re del rock and roll" Elvis Presley. Il progetto racconterà la collaborazione a lungo termine di Elvis con il manager colonnello Tom Parker e la sua relazione con sua moglie Priscilla.
Immagino che il regista Baz Luhrmann non sia un grande fan di Coco Chanel. Il designer ha notoriamente suggerito di guardarsi allo specchio e di rimuovere un accessorio. Luhrmann è tutto incentrato sull'aggiunta di cose: più colore, più musica, set più elaborati, più show girls (spesso letteralmente)! I suoi film sono pacchiani? Coco lo penserebbe sicuramente.
Come avrai capito, non sono il più grande fan di Luhrmann. Anche il suo film più amato, Moulin Rouge, non è stato il mio bicchiere di assenzio. (Ho trovato l'inserimento di tutte le canzoni pop irritante e fan-service e ho pensato che Nicole Kidman, un'attrice che normalmente amo, fosse un po' troppo freddamente elegante per interpretare una bomba.) E il suo ultimo, Elvis, ha tutti i tratti distintivi di un film di Luhrmann. Praticamente ogni scena - e non esagero qui - è un montaggio, che spesso sovrappone Elvis sul palco a una scena della sua giovinezza, in cui è stato trafitto dalla musica gospel nera in una tenda revivalista, con uno sguardo a un nightclub blues non correlato e una conferenza stampa in cui un cupo politico condanna la dissolutezza sconvolgente di Elvis. Ognuna di queste scene è girata con un filtro diverso, ovviamente. E spesso si ripetono. (Nel caso ti sei perso il giovane Elvis che raggiunge il nirvana in quella tenda del risveglio, non temere, tornerà più volte.) Ci sono dissolvenze spettacolari, da una ruota panoramica a un disco che gira, per esempio. C'è molta musica meravigliosa e appropriata al periodo—blues, rock e gospel—ma c'è anche l'hip-hop, perché, beh, Luhrmann.
Eppure, nonostante questo, quasi sorprendentemente, Elvis mi piaceva. Parte del mio apprezzamento ha semplicemente a che fare con la performance all-in di Austin Butler. Elvis è, ovviamente, un ruolo da sogno per un giovane attore, ma è anche una trappola. Ci sono così tanti imitatori di Elvis là fuori, come fai a sfondare il mimetismo, a distinguerti dalle masse che fanno piegare le labbra? Butler lo ha fatto seguendo il metodo completo e mostrando alcune costolette di canto piuttosto impressionanti (e oscillanti) lungo la strada. Chiaramente il giovane attore ha accettato la visione vorticosa, sudata e massimalista di Baz e il suo impegno per la parte è sorprendente. Ha la voce (più voci, in realtà: la voce di Elvis è diventata più roca e profonda con l'età), l'aspetto, le mosse e persino il sorriso subdolo e lampeggiante di Elvis. Non pensavo che l'attore snello e carino sarebbe stato in grado di realizzare "Fat Elvis", per così dire, ma con molto aiuto dal trucco e dal guardaroba (e secchi di sudore artificiale, a quanto pare), ha sorprendentemente successo .
Tom Hanks, tra tutte le persone, ha meno successo nei panni del colonnello Tom Parker, l'olandese truffatore / imprenditore simile a Svengali che ha gestito Elvis e ha sfruttato il cantante di Memphis fino alla sua morte. Hanks non ha quasi mai dato una brutta performance, e anche se questa non è affatto male (il signore sa che Hanks oscilla per le recinzioni), non è nemmeno esattamente buona. Non aiuta il fatto che il suo Parker sia sepolto sotto chili di trucco e protesi o che l'accento olandese di Hanks, che potrebbe essere accurato per quanto ne so, suona strano dalle sue labbra. Ma il vero problema è Luhrmann. Vede Parker come un cattivo così inequivocabile - un razzista, un bugiardo, un volgare quasi ripugnante - che Hanks non è in grado di portare gran parte della sua umanità brevettata nella parte. Voglio dire, forse dovremmo credere che, nonostante gli abbia mentito, rubato da lui, somministrato droghe e intrappolato in una gabbia dorata di Las Vegas, Parker amava davvero Elvis come un figlio. Ma è più suggerito che abbia usato il ragazzo per il proprio tornaconto.
Luhrmann descrive la vita di Elvis come una tragedia, come potresti non farlo? È morto per un attacco cardiaco correlato alla droga all'età di 42 anni. Ma vede Parker come il motore di questa tragedia e immagina questa storia come un viaggio nel mondo criminale dissoluto di Parker. Elvis, d'altra parte, è visto come un ingenuo simile a Orfeo. Un ragazzo di campagna dal carattere dolce che amava il rock 'n roll, sua madre e sua moglie Priscilla e che è stato inconsapevolmente trascinato nell'inferno di Parker.
Elvis è troppo lungo, troppo melodrammatico, anche tutto. Ma spesso è anche estremamente divertente: le scene delle esibizioni, per quanto impegnate, sono incredibili prodezze di mimetismo. C'è il giovane Elvis che spinge il suo bacino in un abito rosa, facendo provare alle ragazze adolescenti tra il pubblico cose che non hanno mai provato. C'è Elvis più vecchio, con costolette di montone, con una giacca di pelle borchiata e un mantello. C'è Vegas Elvis che esegue un arrangiamento aggiornato del suo primo successo, "That's All Right", che si aggira per il palco, abbaiando riff ai musicisti, aggiungendo fiati e cantanti di supporto e un assolo di batteria. È roba avvincente.
Quando esci dal teatro, sei un po' esausto. Sai bene di aver visto l'agiografia di Elvis - e la demonizzazione di Parker - non la realtà. Ma non si può mai dire che non hai ottenuto il valore dei tuoi soldi. A volte di più è di più.
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"Distraenze" e dissolvenze.
Ovvero da soli in due.
Buona estate. Mistenda.
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