#discariche plastica
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pier-carlo-universe · 5 months ago
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Che fine fa la plastica che non viene riciclata? Impatti ambientali e soluzioni future
Scopri il destino della plastica non riciclata e le gravi conseguenze per l'ambiente, insieme alle alternative per un futuro più sostenibile
Scopri il destino della plastica non riciclata e le gravi conseguenze per l’ambiente, insieme alle alternative per un futuro più sostenibile. La plastica è uno dei materiali più diffusi e versatili della nostra epoca. Tuttavia, solo una piccola percentuale della plastica prodotta globalmente viene effettivamente riciclata. La restante parte, che non finisce nei sistemi di riciclo, ha un destino…
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abr · 8 months ago
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Cari popoli minori tipo serbi portoghesi e contadiname vario, dobbiamo consumarvi qualche migliaio di ettari quadrati di suolo for the Greater Good Ambientale.
In questo caso specifico poi, le operazioni saranno in sotterraneo mica a cielo aperto, di che si lagnano? Solo perché la Rio Tinto, società a capitale cinese, è autore seriale di disastri sanitari ambientali in giro per il mondo? Prevenuti!
Certo, il vostro ambiente verrà riempito di montagne di discariche di residui vari percolanti (ma li rivestiremo tutti: con la plastica!) e l'acqua verrà tutta usata ma poi tutta restituita eh, solo con un filino di acido solforico residuo.
E' il barbatrucco degli ambientalisti, estendere la devastazione dalle loro città morbose alla campagna aperta. Poi oltre al danno la beffa: vi verranno a dire che il problema sono le vostre mucche scoreggione e la carne "davvero sana e vegana" ahahah la sintetizzano nei loro lab. Wuhan style. Cosa mai potrà andare storto?
#ue
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siciliatv · 7 days ago
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La provincia di Agrigento, con i suoi templi, il mare e un ricco patrimonio culturale, si prepara a essere sotto i riflettori come Capitale Italiana della Cultura 2025. Tuttavia, la gestione dei rifiuti resta una sfida significativa per il territorio. Nonostante alcuni comuni abbiano raggiunto percentuali di raccolta differenziata superiori al 65%, come evidenziato da Legambiente, molte aree della provincia arrancano, con una media complessiva che fatica a crescere. Perché la differenziata non decolla uniformemente? Un Quadro Disomogeneo  La provincia di Agrigento è molto vasta, comprende 43 comuni, un mix di borghi rurali, centri costieri e aree urbane. Secondo il Catasto Nazionale Rifiuti di ISPRA, la produzione di rifiuti urbani nella provincia si aggira intorno alle 130.000 tonnellate annue. Tuttavia, i dati sulla raccolta differenziata mostrano un divario significativo tra i comuni. Nel 2019, Agrigento città ha raggiunto il 65,6%, posizionandosi come primo capoluogo siciliano per percentuale di differenziata, secondo un report della Regione Siciliana. Comuni più piccoli come Calamonaci (89%) e Villafranca Sicula (83,5%) hanno registrato risultati eccellenti, mentre altri, come Ravanusa, Favara e Canicattì, non hanno superato la soglia minima del 65%. La SRR Ato 11 Agrigento Provincia Ovest (La Società per la Regolamentazione del servizio di gestione Rifiuti Agrigento Provincia Ovest,) , che gestisce 17 comuni della zona occidentale della provincia, sottolinea come “la lungimiranza e la determinazione di amministratori e sindaci” abbiano permesso di raggiungere “importanti percentuali di raccolta differenziata senza dover subire disagi ed emergenze ambientali”. Tuttavia, la chiusura dell’impianto di compostaggio di Ravanusa nel 2023 ha complicato la gestione dell’umido, costringendo molti comuni a trasferire i rifiuti organici a Catania o in Calabria, con costi elevati (circa 400 euro a tonnellata, secondo stime locali). I Comuni Virtuosi: Ribera e Canicattì  Alcuni comuni della provincia si distinguono per i risultati raggiunti. Ribera, ad esempio, è stata premiata come “Comune Riciclone” da Legambiente, grazie a percentuali di differenziata vicine al 90%. Il successo è attribuito a un sistema porta a porta capillare e a una forte sensibilizzazione dei cittadini, come evidenziato durante il 2° EcoForum provinciale sui Rifiuti e l’Economia Circolare a Sciacca. Anche Canicattì ha fatto progressi, introducendo cassonetti intelligenti con codice utente, un progetto finanziato dal PNRR che ha ridotto gli abbandoni, secondo quanto riportato da SEA Servizi Ecologici Ambientali, che gestisce il servizio in città. Le Zone in Difficoltà: Sciacca e Licata  Non tutti i comuni, però, brillano. Sciacca, nonostante i progetti della SRR Ato 11 per un impianto di compostaggio in contrada Perriera, fatica a superare il 50% di differenziata, secondo dati storici. Licata, invece, presenta problemi strutturali: le periferie rurali sono spesso escluse dal porta a porta, e le discariche abusive lungo la SS 115 sono un’emergenza costante, come denunciato da Legambiente in vari rapporti. I vigili urbani di Agrigento, in collaborazione con le ditte di raccolta, stanno utilizzando sistemi di videosorveglianza per identificare chi non rispetta il calendario di conferimento, ma il problema persiste in molte aree della provincia. Diversi fattori spiegano il divario. In primo luogo, la carenza di infrastrutture: la provincia dispone di un solo impianto di selezione a Siculiana, insufficiente per smaltire carta, plastica e vetro, mentre l’umido deve essere trasferito altrove. Durante il 2° EcoForum di Legambiente, i sindaci della provincia hanno lamentato i tempi lunghi della Regione per autorizzare nuovi impianti e la mancanza di regolamentazione dei costi di trasferimento in discarica. In secondo luogo, i comportamenti dei cittadini: l’abbandono dei rifiuti resta un problema, come dimostrato dalle segnalazioni di cittadini ed associazioni ambientali su cumuli di spazzatura in aree come piazza Ravanusella. Iniziative come quella del gruppo scout di Agrigento, che nel 2024 ha organizzato eventi di sensibilizzazione, mostrano un impegno locale, ma serve uno sforzo più ampio. Infine, la governance: i fondi PNRR destinati alla provincia (circa 30 milioni) sono bloccati da ritardi burocratici, e il progetto regionale per un termovalorizzatore, annunciato nel 2025, è ancora in fase preliminare. Nel frattempo, il Comune di Agrigento ha approvato per il 2025 un aumento di 40.000 euro per il servizio di smaltimento, con possibili ripercussioni sulle bollette. Campagne di sensibilizzazione nelle scuole, potrebbero aiutare a costruire una nuova cultura del riciclo. La strada è ancora lunga: servono investimenti in impianti, una regia regionale più efficace e una maggiore partecipazione dei cittadini. La Valle dei Templi merita di essere ammirata per la sua bellezza, non offuscata dai rifiuti. Il 2025 sarà un banco di prova decisivo per dimostrare che Agrigento può essere un modello di sostenibilità oltre che di cultura. Read the full article
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greenmax-it · 1 month ago
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Dal 14 gennaio 2022, l'Italia ha ufficialmente introdotto un divieto di plastica, vietando la vendita di prodotti plastici single - use, inclusi alcuni contenitori alimentari e bevande in polistirolo espanso speciali. 
Questo divieto mira a promuovere il passaggio verso un'economia circolare in Italia, riducendo notevolmente il consumo di prodotti plastici single - use. Questa iniziativa ha non solo un profondo impatto sull'ecologia in Italia, ma ha anche creato nuove opportunità di sviluppo per l'industria del recupero e del riciclo dei rifiuti di schiuma plastica.
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Dal punto di vista dell'importanza ambientale, i rifiuti di schiuma plastica hanno un impatto negativo notevole sull'ambiente. Ogni anno, si producono quantità enormi di plastica espansa in tutto il mondo, e la maggior parte viene gettata via dopo l'uso, finendo in discariche o nell'oceano. Il principale componente della plastica espansa è il polistirolo, che è estremamente resistente alla decomposizione e può richiedere centinaia di anni per decomporsi. Questo non solo occupa una quantità considerevole di spazio terreno, ma anche causa gravi danni all'ambiente naturale.
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rpallavicini · 2 months ago
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'na truffa?
View this post on Instagram A post shared by MTRXISREAL™ (@mtrxisreal) Il sistema di riciclaggio è una truffa totale, con una grande percentuale di rifiuti ‘riciclabili’ che finiscono in inceneritori o discariche con il resto dei rifiuti. Mentre materiali come l’alluminio e il vetro sono altamente riciclabili e spesso riutilizzati, la maggior parte della plastica (in particolare i tipi 3-7) non…
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enkeynetwork · 6 months ago
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pettirosso1959 · 8 months ago
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Da un amico di FB, copio e incollo:
ODIO LA RACCOLTA DIFFERENZIATA
Capisco i buoni motivi che stanno alla base della raccolta differenziata. Ma comunque la odio.
La odio per come è stata realizzata, trasformando case, balconi e cortili in discariche, costringendo le persone a portarsi in tasca piccoli rifiuti e cacche di cani, istigando i più incivili a liberarsi dell'immondizia in luoghi che dovrebbero rimanere incontaminati.
La odio perché non funziona, perché è progettata male e gestita peggio, perché, al di là delle buone intenzioni, ha peggiorato la nostra vita e le nostre città, invece di migliorarle.
Ma odio la raccolta differenziata anche per un altro motivo, più inconscio e oscuro.
Detesto l'ossessione maniacale di classificare e dividere ossessivamente ogni minuscolo rifiuto che produco, con l'incubo di avere messo nel bidone giusto o sbagliato l'adesivo, la gruccia di plastica con il gancio di metallo, il barattolo di vetro con un dito di maionese, il bicchiere rotto, i mozziconi di candela o le cialde del caffè.
Detesto sentirmi una formichina nell'immenso alveare umano che ogni sera svolge il suo compitino, schiavi di un terrificante dovere morale e sociale e additati come un criminale se si sbaglia a gettare lo Scottex usato.
Detesto dover dedicare il mio tempo, la cosa più preziosa che ho, per queste denigranti incombenze.
Rivendico il sacrosanto diritto, anarchico e incivile, di riempire un bel sacchetto di plastica - quella spessa e dura di una volta - con tutta l'immondizia del giorno, alla rinfusa - e di buttarla nel primo bidone che trovo, a caso, o, meglio ancora, nel giardino dei vicini.
Lo rivendico, ma non lo faccio.
E così continuo a odiare la raccolta differenziata ma ad essa mi piego con codarda viltà.
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Per favore, condividi questo post se anche tu provi quello che provo io. Renato De Rosa.
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newsnoshonline · 11 months ago
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La plastica biodegradabile è davvero una cosa? Plastica biodegradabile: realtà o illusione? La plastica biodegradabile sembra promettere una soluzione ecologica al problema dei rifiuti plastici. Tuttavia, la realtà è più complessa di quanto possa sembrare a prima vista. La svolta ecologica che non si materializza Non tutti i prodotti biodegradabili sono effettivamente in grado di degradarsi nell’ambiente come ci si potrebbe aspettare. Molta plastica biodegradabile richiede condizioni specifiche per decomposizione, come ad esempio il compost industriale. Il problema sorge quando questi materiali biodegradabili vengono smaltiti in discariche, fiumi o oceani, anziché nei luoghi adatti alla loro corretta decomposizione. Ciò può causare danni ambientali, incluso il rilascio di
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giardinoweb · 11 months ago
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Un pianeta più sano, un futuro migliore
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In un mondo alle prese con l'inquinamento, il consumo eccessivo di risorse e il cambiamento climatico, il riciclaggio assume un ruolo fondamentale per la tutela dell'ambiente e la costruzione di un futuro più sostenibile. Ma in che modo il riciclaggio contribuisce al benessere del nostro pianeta? Ecco alcuni dei suoi benefici più importanti: Riduzione dell'inquinamento e della produzione di rifiuti: - Riciclando materiali come carta, plastica, vetro e metallo, si diminuisce la quantità di rifiuti che finiscono nelle discariche e negli inceneritori, riducendo così l'inquinamento del suolo, dell'acqua e dell'aria. - La produzione di nuovi prodotti da materiali riciclati richiede meno energia e risorse rispetto all'utilizzo di materie prime, contribuendo a diminuire l'inquinamento atmosferico e le emissioni di gas serra. Conservazione delle risorse naturali: - Il riciclaggio di materiali come carta, legno e metalli preziosi aiuta a preservare le risorse naturali del pianeta, evitando di dover estrarne di nuove. - Ad esempio, il riciclaggio della carta evita l'abbattimento di alberi, mentre il riciclaggio dell'alluminio risparmia grandi quantità di minerale bauxite necessario per la sua produzione. Creazione di posti di lavoro: - L'industria del riciclaggio è in forte crescita e crea numerosi posti di lavoro in vari settori, dalla raccolta e selezione dei materiali al riprocessamento e alla produzione di nuovi prodotti riciclati. - Investire nel riciclaggio non solo fa bene all'ambiente, ma contribuisce anche a stimolare l'economia e a creare nuove opportunità di lavoro. Sviluppo di un'economia circolare: - Il riciclaggio è un elemento chiave per la realizzazione di un'economia circolare, un modello economico in cui i rifiuti vengono visti come una risorsa preziosa da reimpiegare nei processi produttivi. - Incentivando il riciclaggio, si riduce la dipendenza dalle materie prime finite e si promuove uno sviluppo più sostenibile nel lungo periodo. Esempi di successo: - Numerose aziende e comunità in tutto il mondo hanno ottenuto risultati eccellenti grazie al riciclaggio. - Ad esempio, alcune città hanno raggiunto tassi di riciclaggio superiori al 90%, dimostrando che è possibile raggiungere obiettivi ambiziosi in materia di gestione dei rifiuti. In conclusione, il riciclaggio è una pratica indispensabile per la tutela dell'ambiente e la costruzione di un futuro più sostenibile. Riciclare non è solo un dovere, ma anche un'opportunità per creare un mondo migliore per noi e per le generazioni future. Cosa puoi fare tu per riciclare di più? - Informati sui materiali riciclabili nella tua zona e su come separarli correttamente. - Utilizza i contenitori dedicati alla raccolta differenziata e assicurati di non gettare rifiuti non riciclabili nei contenitori sbagliati. - Acquista prodotti realizzati con materiali riciclati per sostenere la filiera del riciclo. - Promuovi il riciclaggio tra i tuoi amici, familiari e colleghi. Insieme possiamo fare la differenza! Andrea per Giardinoweb Read the full article
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leparoledelmondo · 1 year ago
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Deposito cauzionale
Il consumo e la produzione globale di plastica sono raddoppiati in vent'anni, da 220 milioni di tonnellate nel 2000 a 430 milioni nel 2021, con la prospettiva di un ulteriore raddoppio da qui al 2040, in base ai dati dell'Onu. 
In totale, dal 1950 a oggi, sono stati prodotti oltre nove miliardi di tonnellate di plastica, di cui meno del 10% è stato riciclato e il resto si è accumulato nelle discariche e nell'ambiente. Questa valanga di materia indistruttibile inquina gli ecosistemi marini e terrestri, entrando nella catena alimentare e arrivando sulle nostre tavole, tanto che diversi studi scientifici hanno trovato microparticelle di pet, polietilene e polistirolo nel sangue e nei polmoni di volontari, dall'Europa all'Australia. 
L'Italia è la seconda consumatrice di plastica a livello europeo dopo la Germania: nel 2020 abbiamo consumato quasi sei milioni di tonnellate di plastica, pari a 98 chili per persona. Uno dei problemi principali è quello dell’utilizzo della plastica monouso. Per limitare questo fenomeno si potrebbe creare un sistema di riutilizzo che preveda un imballaggio che possa essere restituito più volte fino a raggiungere il "punto di pareggio" della sua sostenibilità», tipo "deposito cauzionale”, già in funzione in 13 Paesi europei.
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pier-carlo-universe · 2 months ago
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Quanti rifiuti produciamo ogni giorno? L’impatto ambientale e le soluzioni per un futuro sostenibile
Dalla produzione allo smaltimento: numeri, problemi e strategie per ridurre i rifiuti nel mondo
Dalla produzione allo smaltimento: numeri, problemi e strategie per ridurre i rifiuti nel mondo Introduzione Ogni giorno, nel mondo, vengono prodotti oltre 3,5 milioni di tonnellate di rifiuti solidi urbani, un dato impressionante che continua a crescere con l’aumento della popolazione e dei consumi. La gestione dei rifiuti è una delle sfide ambientali più urgenti: molti materiali non vengono…
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umbriajournal · 2 years ago
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Papa Francesco è in Portogallo per la Giornata Mondiale della Gioventù. Si tratta del suo 42esimo viaggio internazionale from Umbria Journal TV on Vimeo.
Papa Francesco è in Portogallo per la Giornata Mondiale della Gioventù. Si tratta del suo 42esimo viaggio internazionale. Dopo la partenza alle 8 dall’aeroporto di Roma Fiumicino, il Pontefice è atterrato a Lisbona alle 10 locali (le 11 in Italia). Intorno alle 13.15 ha tenuto il suo primo discorso, l'unico in italiano, davanti alle autorità del Paese.
"Sono felice di essere a Lisbona, città dell'incontro che abbraccia vari popoli e culture e che diventa in questi giorni ancora più universale. Diventa, in un certo senso, la capitale del mondo", ha detto. Poi ha chiesto all'Europa: "Verso dove navighi? Mancano rotte coraggiose di pace". E sull’ambiente: “Stiamo trasformando grandi riserve di vita in discariche di plastica”. Il Santo Padre rientrerà a Roma nella tarda serata di domenica 6 agosto. All’inizio del suo primo discorso in Portogallo, Bergoglio ha definito Lisbona “la capitale del mondo”, ma anche “la capitale del futuro, perché i giovani sono il futuro".
"Ciò ben si adatta al suo carattere multietnico e multiculturale - penso al quartiere Mouraria, dove vivono in armonia persone provenienti da più di sessanta Paesi - e rivela il tratto cosmopolita del Portogallo, che affonda le radici nel desiderio di aprirsi al mondo e di esplorarlo, navigando verso orizzonti nuovi e più vasti", ha sottolineato il Pontefice. Lisbona, città dell'oceano, richiama "all'importanza dell'insieme, a pensare i confini come zone di contatto, non come frontiere che separano", ma il mondo è diviso e si sperimenta l'inefficacia nel rispondere alle grandi sfide, ha detto ancora il Papa.
"Sappiamo che oggi le grandi questioni sono globali, eppure spesso sperimentiamo l'inefficacia nel rispondervi proprio perché davanti a problemi comuni il mondo è diviso, o per lo meno non abbastanza coeso, incapace di affrontare unito ciò che mette in crisi tutti", ha affermato il Pontefice. "Sembra che le ingiustizie planetarie, le guerre, le crisi climatiche e migratorie corrano più veloci della capacità, e spesso della volontà, di fronteggiare insieme tali sfide. Lisbona può suggerire un cambio di passo", ha poi aggiunto.
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eleonoramilner · 2 years ago
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Padiglione degli Stati Uniti d’America alla 18. Mostra Internazionale di Architettura - La Biennale di Venezia @labiennale-blog Everlasting Plastics, progettata da SPACES, organizzazione d'arte alternativa con sede a Cleveland, Ohio.
"I polimeri petrolchimici che chiamiamo plastica, sviluppati negli Stati Uniti all’inizio del Novecento, sono stati accolti come materiali rivoluzionari, capaci di ridurre le barriere socioeconomiche nel garantire l’accesso a beni prima disponibili solo alle classi agiate. Oggi, la plastica è prodotta a ritmi esponenziali e allarmanti, nonostante la crescente consapevolezza del suo impatto tossico. Everlasting Plastics nasce in risposta all’urgenza del momento e riunisce opere appositamente commissionate a Xavi L. Aguirre, Simon Anton, Ang Li, Norman Teague, Lauren Yeager le cui pratiche creative si concentrano sull’analisi e il recupero dei rifiuti plastici. Analizzando il modo in cui questo materiale permea la vita contemporanea, la mostra rimodula gli atteggiamenti e gli approcci alla gestione della sovrabbondanza di rifiuti plastici nelle acque, nelle discariche e nelle strade. Everlasting Plastics riconosce la dipendenza globale da questo materiale e propone un attento ripensamento del modo in cui conviviamo con la plastica e delle possibilità di quest’ultima di diventare agente di cambiamento."
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greenmax-it · 1 month ago
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Il 28 gennaio 2025, l’Associazione dell’Industria delle Plastiche ha annunciato la costituzione dell’Alleanza per il Riciclo del Polistirene, che ha intenzione di raggiungere lo status di “riciclabile ampiamente” per il polistirene. Attualmente, circa il 32% della popolazione degli Stati Uniti effettua il riciclo dello Styrofoam e si prevede che entro il 2030, il riciclo di vari prodotti in schiuma raggiungerà lo stato previsto.
Mentre il mondo affronta la sfida dei rifiuti di plastica, specialmente la schiuma di polistirene, soluzioni innovative come i densificatori di schiuma stanno diventando dei fattori determinanti nell’industria del riciclo dello Styrofoam. L’PSRA ha intenzione di stabilire un fondo di investimento e di educazione per il riciclo per espandere il riciclo del polistirene espanso in Nord America attraverso modi innovativi.
Il problema dello Styrofoam (EPS)
Lo Styrofoam, o Polistirene Espanso (EPS), è un materiale leggero e versatile ampiamente usato nell’imballaggio, nell’isolamento e nel servizio alimentare. Tuttavia, l’EPS non è biodegradabile e impiega centinaia di anni per degradarsi nelle discariche. La sua voluminosità lo rende difficile da trasportare e i costi logistici sono alti. La sua smaltimento improprio spesso porta a una seria inquinamento ambientale.
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iotnoitutti · 2 years ago
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abr · 3 years ago
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Alessandro Gassmann twitta: "Perché chiamarlo termovalorizzatore, quando il nome giusto è inceneritore? Perché bruciare qualcosa che potrebbe essere riciclato, senza danneggiare l’aria che respiriamo e rimesso sul mercato con profitto? Perché? #ClimateActionNow 🌳🌳🌳" Replying to @GassmanGassmann: Nel termovalorizzatore ci finisce solo l’indifferenziata che altrimenti finirebbe in discarica. La carta, plastica, vetro, alluminio, e organico deve essere, per legge, riciclata, favorendo così l’economia circolare. Già mandiamo i rifiuti a termovalorizzatori in altre regioni (e nazioni, PAGANDO). Segue altro commento: "Perché le persone ignoranti (nel senso che ignorano) su un argomento che non conoscono aprono bocca e le danno fiato? Ma un amico esperto da interpellare non ce l’hanno?"
Il signor G., tipico woke de’noantri, (ignorante che ignora, campa alimentandosi di pre-giudizi pre-digeriti e corretti) si cerca e ottiene la sua razione quotidiana di palta in faccia, via https://twitter.com/corinna_marzi/status/1517112907473072128
Inoltre al provinciale woke non far sapere che: 
(a) “termovalorizzatore” è classico nome ipocrita scelto da amministratori sinistri per mascherare la realtà necessaria degli inceneritori di indifferenziata al posto delle luride discariche, invece di spiegarlo ai più scemi come Gassmann, e poi non son capaci; 
(b) a Copenhagen esiste uno di questi inceneritori: non solo produce teleriscaldamento sostituendo il gas russo ma come se non bastasse, sopra c’è un parco per adulti e bambini con pista da sci, pensa te come sarà l’aria che si respira lì. 
Sci in città come a Dubai, a gratis: maledetti capitalishti gaudenti indifferenti ai probblemi dei povery (perlopiù generati da ricchi woke)  
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