#dice il saggio
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#frase del giorno#aforisma del giorno#dice il saggio#rumi#pensiero del giorno blog#conoscenza#perle di saggezza#frasi sagge#discernimento
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Dice il saggio:
Non è l'Ucraina a diventare europea, è l'Europa che diventa Ucraina!
@CCignale
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Quelle femmine golose
che si succhiano un ghiacciolo
- dice un saggio che sa tutto -
sono donne con carenze
e lo succhiano pian piano,
pare succhino una verga,
e succhiandolo ben sanno
che all'istante si dissolve
nell'inganno del piacere
il ghiacciolo fuggitivo
come in mente si dissolve
quell'immaginario pene.
Carlos Drummond de Andrade
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Si dice che il Maestro indica la porta, ma l’allievo può aprirla e attraversare la soglia solo quando è pronto. Quando questo accade allora non esisterà nessun maestro e nessun allievo perché l’osservazione, che è imparare, e l’applicazione, che è fare quel che abbiamo imparato, saranno la stessa cosa. Insegnamento e apprendimento non saranno separati in colui che è… saggio Franco Piccirilli *********************** It is said that the Master indicates the door, but the student can open it and cross the threshold only when he is ready. When this happens then there will be no master and no student because observation, which is learning, and application, which is doing what we have learned, will be the same thing. Teaching and learning will not be separated in the one who is… wise Franco Piccirilli
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LA FAVOLA DEL MARE (da una lettura del filosofo Cacciari sula necessità della poesia).
Un ragazzo con un lento andare cercava sulla riva del grande mare il senso di quella distesa infinita che sollievo dava alla sua vita un senso si giusto, ma ben pesato quando incontrò uno scienziato che gli spiegò con fare dotto cosa era il mar da sopra a sotto. “Il mare è realtà non fantasia è una riserva di energia, il sole crea le nuvole bianche loro corrono via mai stanche, vanno nel mondo acqua a donare con essa la vita fan germogliare. L’acqua scende intensa o avara diventa ora rivolo, fiumara dona ricchezza gioia, dona vita al mare torna mai stanca, sfinita! Il mare quindi è energia infinita una pila che mai è esaurita” Il ragazzo ascoltava stupito ma quanto detto dall’erudito era giusto preciso, ma parziale, era il noto, il vero il reale. Continuò allora per la sua via finché non trovò un gran dottore della filosofia conoscitore “Il mare esiste, come scienza dice, della vita e origine e fattrice alla terra, opposto lo penso e dell’aria, molto più denso ma con l’uomo non ha affinità è acqua che va di qua e di là, necessario per la sua utilità però non ha nessuna santità, è un oggetto non fondamentale solo acqua, dei pesci e del sale se ci chiediamo la sua necessità capiamo che quindi non ne ha: della natura e uno strumento come la roccia o come il vento.” Il ragazzo alla fine si allontanò con pochi si e mille non so. Mentre deluso sulla sabbia andava vide un uomo che felice nuotava Gli chiese “Scusa nuotatore Tu che vi trovi gusto e sapore dimmi del mare il significato perché questo liquido manto a guardarlo porta all’incanto quale senso può mai avere guardarlo e provar piacere?” “il mare per quanto sia vecchio Dell’anima di ognuno e lo specchio lei lo guarda e vede dubbi, paure sente le ansie quelle più dure e quelle che sono meno vere quelle false e quelle più sincere e nel guardarle ne vede il confine pesa quelle pure e quelle meschine e capisce infine dove volgere la prua in quale direzione è la sorte sua. Questo lo capisci nell’esser poeta non nello scrivere versi di seta ma nel dare voce a quel che vede l’anima tua, nel capir quanto crede nel dar forma in modo sincero a quel che è il tuo pensiero. Per questo il gran mare è perfetto perché cambia muta e l’effetto di questo instancabile mutare è un tuo continuo poetare. Pensa alle albe quando si accende e presto di blu tutto risplende pensa alle tempeste, alla sua rabbia che non potrai mai metter in gabbia pensa al tramonto, il diventar quieto e della luna esser l’amante lieto Muta come l’animo nostro ora è pace ora diventa mostro.” Quando l’uomo ebbe finito Il ragazzo lo guardò stupito “Chi sei che ben hai definito quanto scienziato ed erudito non ha saputo voluto sviscerare e per parte loro raccontare” “Non sono un saggio o un profeta come ogni uomo sono poeta quanto non vedon scienza e filosofia lo trova e lo dice la poesia”
THE TALE OF THE SEA (from a speech by the philosopher Cacciari on the need for poetry). A boy with a slow walk, was looking on the shore of the great sea, the meaning of that infinite expanse, what relief it gave to his life, a correct but well-considered meaning, when he met a scientist, who explained to him with a learned manner, what it was the sea from above to below. “The sea is reality not fantasy, it is a reserve of energy, the sun creates white clouds, they run away never tired, they go into the world of water to donate and with it they make life sprout. The water descends intensely or sparingly, now it becomes a trickle, the river gives richness, joy, it gives life to the sea, it never returns tired, exhausted! The sea therefore is infinite energy a battery that is never exhausted" The boy listened in amazement but what the scientist said was precise, but partial, it was what was known, what was true, what was real. He then continued on his way, until he found a great doctor, a connoisseur of philosophy “The sea exists, as science says, of life origin and mother, to the earth, opposite, I think of the air much denser, but it has no affinity with man, it is water that goes here and there, necessary for its usefulness but it has no sanctity, it is a non-fundamental object only water, some fish and some salt if we ask ourselves its necessity we understand that it therefore has none: for the nature is an instrument like the rock or like the wind.” The boy finally walked away with a few "yeses" and a thousand of " I don't know". While disappointed on the sand he saw a man who was swimming happily, he asked him "Sorry swimmer. You who find taste and flavor in it, tell me the meaning of the sea, because this liquid blanket, looking at it, leads to enchantment, what meaning can it possibly have, looking at it and feel pleasure?” “the sea no matter how old it is, of everyone's soul it is the mirror, she looks at it and sees doubts, fears, feels the anxieties, the hardest ones, and those that are less true, the false ones and the most sincere ones, and in looking at them he sees the boundaries, weighs the pure ones and the petty ones and finally understands where to turn his bow and in what direction his fate lies. You understand this in being a poet, not in writing silken verses, but in giving voice to what your soul sees, in understanding what it believes, in sincerely giving shape to what your thoughts are. This is why the great sea is perfect, because it changes and the effect of this tireless change is your continuous poetry. Think of the dawns when it lights up, and soon everything shines blue, think of the storms, of its anger, which you will never be able to put in a cage, think of the sunset, the becoming quiet and of the moon being the happy lover Mute like our soul , now it's peace, now it becomes a monster.” When the man finished, the boy looked at him in amazement. “Who you are that you have well defined, as a scientist and scholar, he was unable to dissect, and for their part to tell” “I am not a sage or a prophet, like every man I am a poet, what science and philosophy do not see, poetry finds and says”
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Jean Cocteau La rivincita del giocoliere
Peggy Guggenheim Collection
Kenneth E.Silver, saggio di Blake Oetting
Marsilio Arte, Venezia 2024 , 176 pagine, 20,5x26,8cm, ISBN 978124631676
euro 40,00
email if you want to buy [email protected]
«L’opera di Cocteau ci lascia una sensazione perdurante di felicità, non perché escluda la sofferenza, ma perché in essa nulla è rifiutato, rimpianto o crea rancore. La felicità è un segno di saggezza, più affidabile di quanto si creda, e forse lui ne ha più di altri…» Wystan Hugh Auden, poeta
Brillante, sorprendente e poliedrico. È Jean Cocteau (1889-1963), artista francese che ha lasciato un segno come disegnatore, regista, scenografo, muralista, designer di gioielli e di abiti. La poesia, tratto fondante del suo inconfondibile stile, è caratterizzata da atmosfere mitologiche e circensi e da una scrittura spiazzante che accompagnerà sempre la sua infinità di creazioni nei campi più disparati. In occasione della prima retrospettiva in Italia dedicata all’artista, allestita alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, esce per Marsilio Arte il libro Jean Cocteau. La rivincita del giocoliere di Kenneth E. Silver, con un saggio di Blake Oetting (Orfeo, due e più volte: i riverberi queer di Jean Cocteau). Lo spazio espositivo è anche un omaggio all’amicizia che legò l’artista a Peggy Guggenheim. Fu lui, infatti, a incoraggiare la giovane collezionista ad aprire nel 1938 la galleria londinese Guggenheim Jeune. Guggenheim ricambiò il sostegno ospitando più opere di Cocteau, all’epoca amico e consulente artistico di Marcel Duchamp. Da quel momento l’artista iniziò a frequentare la casa della mecenate newyorchese a Venezia, a Palazzo Vernier dei Leoni, innamorandosi della città. Guggenheim ribadì più volte che la parola era un mezzo di espressione che Cocteau utilizzava con virtuosismo da acrobata. La rivincita del giocoliere è un richiamo alla sua abilità di riuscire ad attraversare gli ambiti più disparati con uno sguardo trasversale, capace di cogliere e mettere in relazione l’estetica e la storia. Nel suo primo libro, La spaccata, lo stesso Cocteau si dice affascinato dagli artisti delle giostre e del circo, tanto che più avanti, a carriera avviata, inserirà due acrobati e un prestigiatore cinese nel libretto del balletto Parade, e il mago Merlino in I cavalieri della tavola rotonda. Fonte inesauribile di creatività e visioni, il genio di Cocteau si manifesta nei romanzi, tra cui Il libro bianco, in film come Il sangue di un poeta, con Lee Miller nei panni di una statura greca che prende vita, e nella Macchina infernale, rivisitazione dell’Edipo Re, solo per citare alcuni dei suoi capolavori. Cocteau stesso si racconta definendosi «una menzogna che dice sempre la verità»: nella sua opera si serve regolarmente del mito per presentare una storia e allo stesso tempo «riempirla di codici, costringendo il pubblico ad andare alla ricerca di ciò che è nascosto, come giocasse a nascondino».
05/05/24
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Se, riesci a mantenere la calma, quando tutti attorno a te la stanno perdendo;
Se sai avere fiducia in te stesso, quando tutti dubitano di te tenendo però nel giusto conto quei loro dubbi;
Se sai aspettare, senza stancarti d'aspettare o se calunniato, non rispondi con calunnie, o se odiato tu non dai spazio all'odio senza tuttavia sembrare troppo buono, nè parlare troppo da saggio;
Se sai sognare senza lasciare che i sogni siano poi i tuoi padroni;
Se riesci a pensare senza fare dei pensieri il tuo scopo, il tuo fine;
Se sai incontrarti con il successo e la sconfitta e trattare questi due impostori proprio allo stesso identico modo;
Se riesci a sopportare di sentire la verità che tu hai detto, distorta da imbroglioni che ne fanno una trappola per ingenui;
Se sai guardare con serenità alle cose e a quegli affetti distrutti e riuscire a ricostruirli tutti, con i tuoi strumenti ormai logori;
Se sai mettere insieme, tutte quelle tue vittorie e rischiarle poi in un solo colpo a testa e croce, perderle e ricominciare daccapo senza lasciarti sfuggire neanche una parola su quello che hai perso;
Se sai costringere il tuo cuore, i tuoi nervi, i tuoi polsi a sorreggerti anche dopo tanto tempo che non te li senti più e, cosi resistere, quando in te non c'è più nulla tranne la volontà che dice loro: "Resistete!";
Se sai parlare con i disonesti, senza per questo perdere la tua onestà oppure passeggiare con i Re senza perdere il comportamento normale;
Se non possono ferirti nè i nemici e nè gli amici troppo premurosi;
Se per te contano tutti gli uomini, ma nessuno troppo;
Se, riesci a riempire l'inesorabile minuto, dando valore ad ogni istante che passa, tua è la Terra e tutto ciò che vi è in essa e quel che più conta, tu sarai un Uomo!
lan ✍️
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Se riesci a tenere la testa a posto quando tutti intorno a te
L'hanno persa e danno la colpa a te,
Se puoi avere fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te,
Ma prendi in considerazione anche i loro dubbi.
Se sai aspettare senza stancarti dell'attesa,
O essendo calunniato, non ricambiare con calunnie,
O essendo odiato, non dare spazio all'odio,
Senza tuttavia sembrare troppo buono, né parlare troppo da saggio;
Se puoi sognare, senza fare dei sogni i tuoi padroni;
Se puoi pensare, senza fare dei pensieri il tuo scopo,
Se sai incontrarti con il Trionfo e la Rovina
E trattare questi due impostori allo stesso modo.
Se riesci a sopportare di sentire la verità che hai detto
Distorta da furfanti per ingannare gli sciocchi,
O guardare le cose per le quali hai dato la vita, distrutte,
E piegarti a ricostruirle con strumenti logori.
Se puoi fare un solo mucchio di tutte le tue fortune
E rischiarlo in un unico lancio a testa e croce,
E perdere, e ricominciare dal principio
e non dire mai una parola sulla tua perdita.
Se sai costringere il tuo cuore, tendini e nervi
A servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tenere duro quando in te non c'è più nulla
Tranne la Volontà che dice loro: "Tenete duro!"
Se riesci a parlare alle folle e conservare la tua virtù,
O passeggiare con i Re, senza perdere il contatto con il popolo,
Se non possono ferirti né i nemici né gli amici affettuosi,
Se per te ogni persona conta, ma nessuno troppo.
Se riesci a riempire ogni inesorabile minuto
Dando valore ad ognuno dei sessanta secondi,
Tua è la Terra e tutto ciò che è in essa,
E — quel che più conta — sarai un Uomo, figlio mio!
(Rudyard Kipling)
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Dice il saggio: se spari su un leader FILORIUSSO, non sei un attentatore assassino, ma un poeta non violento. E' solo un'espressione artistica, insomma.
Il primo ministro della Slovacchia, Robert Fico, è stato colpito ieri da diversi colpi di arma da fuoco e gravemente ferito dopo un evento politico, in un tentativo di assassinio che ha sconvolto il piccolo Paese. I medici hanno lottato per salvargli la vita diverse ore dopo che il 59enne leader filorusso è stato colpito, ma il suo vice primo ministro ha detto di credere che Fico sopravviverà.
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“Mentre l’uomo comune cerca di biasimare gli altri e biasimare il fato, il nobile cerca il difetto dentro se stesso.” - I Ching
#frase del giorno#i ching#frasi sagge#biasimare#non giudicare#non giudizio#perle di saggezza#osserva te stesso#conosci te stesso#pensiero del giorno blog#antica saggezza#assumersi responsabilità#riconoscere i propri difetti#riflessioni profonde#dice il saggio
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Nel frattempo...
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Dice il saggio:
"chi pulisce l' ingresso, attende ospiti"...
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Il saggio non dice tutto quello che pensa, ma pensa a tutto quello che dice…
Aristotele
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"Questa mattina mi sono svegliata e come prima cosa ho aperto l’app della banca per controllare che fosse arrivato un bonifico che sto aspettando. Era troppo presto, se anche arrivasse oggi, alle cinque e mezza non l’avrei trovato. Infatti non c’era. Ho pensato a come è cambiato il mio rapporto con il denaro. A come è cominciato, nella famiglia in cui sono cresciuta: come una ferita. E non sapendo cosa fare per prendermene cura, per moltissimo tempo ho pensato che i soldi non contassero poi un granché per me, e ho agito di conseguenza. È un riassunto molto stringato di quel che è stato ma, scrivendo il saggio che ho appena pubblicato, ho scoperto che molte donne in Italia hanno avuto o hanno tuttora un rapporto con il denaro non molto diverso da quello che ho avuto io. Chi insegna alle donne a gestire i soldi? Nel libro ho messo molte interviste, pezzi della mia storia, dati italiani e non solo: chi insegna alle donne che il lavoro di cura ha un valore e non è vero che siamo nate per farlo e, quindi, che in famiglia è naturale che tocchi a noi? Nel libro, c’è una domanda chiave che ho fatto a tutte le donne che ho incontrato, e anche a me stessa: cosa dice di te il tuo conto corrente? E provando a rispondere a quella domanda, le donne mi hanno raccontato delle loro relazioni con madri, nonne, figlie, datori di lavoro. Mi hanno raccontato di aborti, separazioni, adozioni, rimpianti. Di amori violenti. Di cosa parliamo, allora, quando parliamo di soldi? Di persona, a loro io non ho raccontato quasi nulla di me, ma nel libro ho scritto di quando, da bambina e da adolescente, ho assistito più volte a litigi dei miei genitori in cui mio padre rinfacciava a mia madre di averle comperato ‘anche le mutande ’da quando stavano insieme. Ho visto mio padre negare a mia madre il permesso di lavorare, in particolare quando avrebbe potuto candidarsi a un posto di maestra d’asilo. A quel tempo, avevo già sedici anni e non vedevo l’ora di andarmene da lì e di essere indipendente. Chi insegna alle donne che i soldi sono importanti?"
Il #Risveglio speciale di Natascha Lusenti oggi ospite a #Radio2SocialClub dalle 10.30 su #RaiRadio2 e sul canale tv 202
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Del perché e come si lotta nella mia cultura: con partecipazione, no pacifintismo, ma con profondo distacco.
la storia, e la morale che ne deriva, è narrata nel Bhagavadgītā ("Canto del Divino" o "Canto dell'Adorabile"), testo sacro all'interno del grande poema epico Mahabharata, il più antico set culturale tramandato esistente, narrante la fine dell'Era precedente l'attuale età oscura materialista del Kali Yuga, iniziata secondo la tradizione nel 3102 AC (con la morte fisica del dio Krisna, affascinante parallelo ma non divaghiamo).
Il virtuoso Arjuna della casta ksatriya, i guerrieri - uno dei fratelli Pandava, prototipo dell'eroe - sta per partecipare alla grande battaglia di Kukuksetra che durerà 18 giorni, nella quale si troverà a dover combattere membri della sua stessa famiglia, mentori e amici facenti tuttavia parte della fazione dei Kaurava, usurpatori del trono (metafora delle difficoltà morali e fisiche che ogni essere e fazione si trova ad affrontare). Di fronte a questa prospettiva Arjuna si lascia prendere dallo sconforto e medita di rifiutarsi di combattere.
Il suo auriga principe Kṛṣṇa, in realtà avatār (incarnazione) del divino supremo Viṣṇu, ne dissipa i dubbi e lo sconforto dicendogli di rispettare i suoi doveri di kṣatriya, quindi di combattere, senza farsi coinvolgere emotivamente dalle sue stesse azioni (karma), intendendole come un dovere. «Figlio di Kunti, alzati, deciso a combattere! Rimanendo equanime nella felicità e nel dolore, nel guadagno e nella perdita, nella vittoria e nella sconfitta, affronta la battaglia della vita. Così non commetterai peccato.» (Bhagavadgītā, II, 37-38)
La morale è che a ogni essere umano è richiesto di fare lo stesso: anche se si astiene dal compiere le azioni, come sta per fare Arjuna rifiutandosi di combattere, i guṇa (che procedono da Krishna e determinano la storia) agiranno lo stesso, incatenando ognuno al proprio karma. Per cui compiere il proprio dovere significa essere presente e al contempo spettatore equanime, rifiutandosi di accordare un valore assoluto alla propria condizione. Così l'uomo trasforma i propri atti in sacrifici, cioè dinamismi transpersonali che contribuiscono a mantenere l'ordine cosmico. Ordine che non deriva da una azione che prevalga sulle altre ma dalla somma (vettoriale) di tutte, di tutti. Non ci si sottrae dalla lotta.
Persino il principe della non violenza Ghandi commentò: «Shri Krishna è il Signore che abita nel cuore di ognuno. Egli comprende il momentaneo offuscamento della mente di Arjuna. E perciò gli dice “Tu sei un guerriero, non imparerai la non violenza parlando ora come un saggio. Essendo già incamminato su questa via, devi portare a termine il tuo compito”».
elab. via https://www.meditazionezen.it/bhagavad-gita/
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Cavaglieri
a cura di Vittorio Sgarbi
Allemandi & C., Torino 2007, 206 pagine, In-4° , brossura, ISBN 9788842214915
Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo
euro 35,00
email if you want to buy [email protected]
Catalogo della mostra su Mario Cavaglieri allestita a Palazzo Roverella a Rovigo dal 10 febbraio al 1 luglio 2007
Le 155 opere presenti in mostra sono riprodotte con grande cura editoriale. Per ogni opera riprodotta, come si conviene ad un catalogo ben fatto, è pubblicata una scheda didascalica esauriente e la relativa bibliografia essenziale. Ma il volume è soprattutto dotato di saggi introduttivi di grande spessore critico a firma dello stesso curatore Vittorio Sgarbi, dove il titolo allettante di Il senso di una pittura dei sensi, predispone ad una lettura partecipata e scevra di preconcetti, e dove l'opera di Cavaglieri è scandagliata con angolazione tutta rivolta agli anni brillanti del pittore, ma senza trascurare gli sviluppi dell'interno percorso artistico. Quei sensi a cui Vittorio Sgarbi fa riferimento, vengono percepiti pienamente nel corso della visita alla mostra, tra angoli discreti che formano virtuali salottini borghesi e sulle cui pareti campeggiano i quadri carichi di colore del pittore rodigino. Altri contributi, oltre a quello di Vittorio Sgarbi "aprono" il catalogo. Il saggio di Alessia Vedova intitolato Un descrittore del suo tempo: le opere giovanili, il periodo intimista e gli anni brillanti, costituisce un acclarante excursus sull'opera di Cavaglieri, mentre il saggio di Viviane Vareilles Un pittore veneto, innamorato della Francia, a Parigi, ci dice degli anni francesi. Ma per noi desta anche curiosità il fatto che la musa ispiratrice di Mario Cavaglieri fu la ferrarese Giulia Catellini, come ben documenta Stefano Fugazza nel suo contributo dal titolo Gli anni piacentini. Legata al pittore per la vita, dopo essere rimasta vedova nel 1920 di un aristocratico piacentino, Giulietta figura come soggetto in moltissime tele esposte in mostra, conferendo sempre alle opere in cui è ritratta un alone di innegabile sensualità, e dove sembra di leggere l'afflato grande tra pittore e modella, uniti nell'arte come nella vita.
06/03/24
#Cavaglieri#Mario Cavaglieri#art exibition catalogue#Palazzo Roverella Rovigo 2007#155 opere#art books#Vittorio Sgarbi#fashionbooksmilano
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Il saggio dice:
Se spezzate un lapis, avrete due lapis. che, fuor di Toscana, vuol dire: Se spezzate una matita, avrete due matite.
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