#di casa interiores
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Casa Porto, Portugal
Francois Leite's Home & Gallery,
Styling by Marion Di Rodi,
Photography by Lucile Casanova
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Lo stile Country inglese
Vivere in una casa di campagna
Caroline Seebohm, Christophe Simon Sykes
Arnoldo Mondadori Editore, 1988, 280 pagine, 23,5x25,5cm, ill.a colori, ISBN 9788804305217
euro 40,00
email if you want to buy [email protected]
Il fascino degli interni inglesi consiste nell’eleganza dei mobili massicci abbinati all’intimità dei tessuti a motivi colorati. Se volete creare a casa vostra una piccola isola romantica dal sapore rurale, siete nel posto giusto. Scoprite cosa è importante nell’arredamento in stile inglese e quali sono gli elementi decorativi che non devono mai mancare.
07/04/24
#Stile Country inglese#english interiors#country houses#casa di campagna#designbooksmilano#fashionbooksmilano
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Tornare a Casa: Il Significato Profondo del Viaggio secondo George Bernard Shaw
Esplorare il mondo per trovare sé stessi e la forza del ritorno alle origini.
Le parole di George Bernard Shaw ci insegnano che la ricerca della felicità e della verità è un viaggio che, paradossalmente, ci riporta sempre a casa. Esplorare il mondo per trovare sé stessi e la forza del ritorno alle origini. George Bernard Shaw, celebre drammaturgo e pensatore, sintetizzò in una frase il senso profondo della ricerca umana: «Un uomo percorre tutte le strade del mondo per…
#Alessandria today#avventura#Cambiamento#Casa#citazioni famose#consapevolezza#Crescita Personale#Cultura#Drammaturgia#Equilibrio#Esperienze di vita#esplorazione#felicità#Filosofia#frase celebre#George Bernard Shaw#Globalizzazione#Google News#identità#introspezione#italianewsmedia.com#Metafora del Viaggio#pensiero filosofico#Pier Carlo Lava#Psicologia#Radici#radici familiari#Ricerca interiore#Riflessione#Ritorno alle origini
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Negozio di Mobili: Consigli utili per aprire il tuo showroom
Aprire un negozio di mobili di successo richiede una pianificazione attenta e una strategia mirata. È fondamentale definire un concetto chiaro e scegliere il pubblico giusto. La ricerca di mercato e l’analisi delle tendenze sono cruciali per distinguersi dalla concorrenza. La scelta della location è chiave. Cerca un posto strategico con spazi ampi. Questo aiuterà a iniziare bene. La struttura e…
#Apertura showroom mobili#Arredamento di interni#Arredare casa#Consigli per negozio di mobili#Design di interni#Interior design#Showroom mobili#Tendenze arredamento#Vendita mobili
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"Fuori luogo" è quel luogo dove ti senti a casa, ma ancora non hai potuto ospitare nessuno.
Anna
> T.me > Il tuo Scopo
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Io, in certi momenti, mi rendo proprio conto di essere un animale sociale, di avere la necessità di confrontarmi, di parlare, di vedere persone. Sto bene da sola, ho arredato bene la mia casa interiore ed è un posto comodissimo, un posto che mi piace abitare. Ma questo non significa che aprire la porta ed andare fuori, uscire da me, non mi piaccia. Mi piace addirittura molto, a volte.
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LA LETTERA DEL TRADIMENTO
Mi è difficile scrivere questo post, a dirla tutta non so neanche perché rendo pubblico questo mio sentimento, cosi grave e profondo che sto provando.
Forse una sorta di liberazione personale, di qualcosa che ho dentro e che fa tanto male. Un qualcosa che farà sicuramente sorridere con perfidia alcune persone che mi sono consanguinee. Se mi leggeranno, dai loro profili blindati e privatissimi.
Oggi sono passato da mia madre, semplicemente per scrivere la lista della spesa da farle domani. Quella settimanale del sabato a cui lei ci tiene tanto ancora. Oltre a sistemarle le medicine nei porta pillole.
Il taccuino su cui scrivevo, per poi strappare il foglio e mettermelo in tasca, è finito. Cerco nello scrittoio e trovo un quadernetto di quelli tascabili. Si la lista della spesa l'ho scritta, ma tra quello che mi sono messo in tasca con un cura, c'era anche una paginetta scritta. Tempo fa.
"Settembre 2015", così inizia la paginetta. La calligrafia è quella di mia madre, non ci si può sbagliare. Il tratto della penna più fluido e deciso, non tremante e pieno di pause come quando scrive oggi.
Sono passati nove anni da quella confessione scritta su quella paginetta. Uno sfogo che mia madre ha scritto, nello sconforto e nell'incredulità più totale. Un dolore, il suo, che penso sia riuscito a sconfiggere la sua resistenza mentale un anno fa. Facendola precipitare in un declino cerebrale senza ritorno.
Ho letto poche righe per capire il contenuto, l'ho messo in tasca e poi con calma me lo sono letto a casa. Il tradimento.
L'essere traditi porta a una condizione interiore di crollo delle tue certezze, un punto fermo e d'appoggio che viene a mancare. All'improvviso. La certezza dell'incertezza, comprendere che chiunque faccia parte della tua vita può farti volutamente del male.
Questo sentimento diventa devastante quando a tradirti, a pugnalarti alle spalle, è un figlio. Un essere umano che hai voluto, accudito e protetto. Ma che al momento di diventare un uomo ti violenta il cuore, depreda di tutto materialmente e sentimentalmente. Lasciandoti solo e completamente privo di ogni certezza, con la consapevolezza di quanto spietato possa diventare un essere umano.
Le sue parole lette tutte d'un fiato con il cuore in gola mi hanno lasciato una devastazione interiore, alzando lo sguardo dal foglio ho guardato i miei figli. Ho provato a immaginare se uno di loro, in futuro, si comportasse come mio fratello ha fatto con mia madre. E ancor prima con me.
Chi conosce la mia famiglia sa. Alcuni nonostante sentenze e giudizi definitivi ha scelto di seguirlo, di appoggiarlo, altri di trovare soddisfazione personale per quanto successo. Attestati di solidarietà, di conforto mai pervenuti. Un senso di pietà per le loro anime aride lo provo comunque, anche se da anni ho cercato di alzare muri a protezione. Per non sentire, per non vedere.
Faccio del mio meglio per far ricredere mia madre sul fatto che un figlio sa anche essere parte e sostegno, della vita di un genitore, fino alla fine. Lo farò anche quando la sua ragione, oramai compromessa, non ricorderà più neanche chi sarò io.
Oggi era felice che gli facessi la spesa, oggi aveva tanta voglia di dettarmi la lista della spesa, contenta di essersi ricordata tutto. Senza dovermi dire "c'era ancora qualcosa ma non me lo ricordo".
Se devi dimenticare qualcosa, madre, dimentica il dolore che ti ha provocato. Dimentica lui e continua serena con me.
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il pensiero di andare a lavoro la mattina mi angoscia, il pensiero di tornare a casa dopo il lavoro mi angoscia, il pensiero di uscire e fare sempre le stesse cose mi angoscia, io non so più che devo fare per provare un minimo di felicità interiore
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Maria Francesca Basile: Una psicologa scrittrice al servizio del benessere e della consapevolezza
Un viaggio tra psicologia, scrittura e consapevolezza ambientale
Un viaggio tra psicologia, scrittura e consapevolezza ambientale Maria Francesca Basile, psicologa clinica e scrittrice, vive e lavora nella sua amata città natale, Cagliari. Con una solida formazione accademica e una specializzazione in psicologia biopsicosociale, Maria Francesca ha intrapreso un percorso che unisce la passione per il benessere psicologico, la scrittura e l’interesse per la…
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Non si ha sempre voglia di dire tutto, di sfogare tutto, di affermare tutto.
Non si ha sempre voglia di essere una casa luminosa dalle finestre aperte la cucina pulita e il tappetino all'ingresso che dice "Welcome".
A volte è necessario farsi casa in collina, grotta, castello con ponte levatoio alzato e fossato, vecchia casa polverosa e scura con le serrande chiude e trappole a ogni ingresso.
Bisogna chiudersi al mondo ogni tanto per potersi trovare in qualche stanza in cui ci si era abbandonati, rinunciando a qualsiasi forma di ospitalità emotiva per garantirsi la necessaria pace interiore...
- Rosen
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C'è poco da fare, la mia pace la troverò lontano da qui. Stare bene solo quando si è lontani da casa è la cosa più brutta che ci possa essere. Significa non avere un posto sicuro in cui tornare, non avere radici. Non sono triste perché mi dovrò allontanare. Sono triste perché mi voglio allontanare. Perché sento la mancanza di una cosa che non c'è, di una famiglia che si è sgretolata, di una fiducia che non ho più da anni ormai. Tutti hanno un motivo per restare ma io sento solo di averne centinaia per andarmene. Probabilmente c'è molta gente che si sente come me e so quanto può essere alienante questo senso di solitudine e ricerca di pace interiore. Vorrei che tutto fosse più facile ma non lo è mai e nemmeno lo sarà.
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“A me puoi dirlo, a me puoi dire di cosa hai paura”
è questo che dovremmo dire a noi stessi nel silenzio della casa interiore e aspettare fremendo la risposta.
— Chandra Livia Candiani
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Qual è la vostra casa dei sogni?
Se dovete immaginarvi la casa perfetta, che riesca a soddisfare qualche desiderio profondo che avete nel cuore, che immagine vi compare nella mente?
Grazie @hope-now-and-live per avermi coinvolto in questo gioco che tocca un argomento a me così caro! 🥰
Fin da bambina, infatti, amo osservare le case, respirare le atmosfere che mi trasmettono, prendere spunto dalle soluzioni architettoniche, delineando nella mia mente le abitazioni che meglio rappresentano la mia personalità. Pur non essendo un architetto, la casa in quanto edificio è sempre stata importante per me, giacché personifica una sorta di nido, di rifugio, di luogo sacro e intimo in cui tornare sempre. 🏡
Come potete osservare, vive in me una perenne dicotomia, un eterno conflitto tra un cottage britannico o una villa rustica immersa nella campagna toscana, e una casa vista mare, ancora meglio se in costiera amalfitana...
Se fossi costretta a scegliere, credo vincerebbe la seconda opzione. Il mare rappresenta le mie origini. Non importa se attualmente viva lontano da esso; chi è nato a due passi dal mare, se lo porta dentro, per sempre, ovunque vada. Non so ancora dove metterò radici, però spero, un giorno, di potermi affacciare dalla finestra e lasciarmi travolgere da quel profumo unico, dal fragore delle onde, dai colori penetranti, dal suo potere curativo che placa ogni tormento. 🌊
L'ideale comunque sarebbe abitare una casa di campagna vicina al mare, così avrei il pacchetto completo. Tanto con i sogni tutto è possibile, no? 😜
P.S. Se volete curiosare ulteriormente, sul mio profilo Pinterest potete dare un'occhiata alle bacheche dedicate a questo tema, in costante aggiornamento:
houses, interior design e dream at sea ✨
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ATTENZIONE ALLA TROPPA ACCOGLIENZA!
Se siamo su un certo tipo di percorso interiore e se ci occupiamo di relazione d’aiuto l'atteggiamento che subito cerchiamo di praticare, la prima cosa che cerchiamo di fare è quella di accogliere l'altro.
Se penso all'atteggiamento che deve avere qualcuno che sta dentro alla dimensione della relazione d'aiuto può essere solo questo. Cioè c'è un'accoglienza dell'altro così come è, c'è un'accettazione dell'altro così com'è.
Troppo spesso però ci fermiamo quì anche quando l’altro ‘ci ferisce’ o ci manca di rispetto.
Cioè quando molto spesso l’altro mette in modo dei meccanismi da cui emerge che l’altro non ha alcuna consapevolezza sugli altri e sul mondo intorno.In cui prende in considerazione solo se stesso e le sue esigenze.
Quando l’altro non sa minimamente che cosa vuol dire ‘entrare in relazione’, cioè che hai messo i piedi dentro alla casa di qualcun altro.
Non si rende neanche conto che potrebbe aver provocato un dolore. Cioè quando l’altro riesce a vedere e a pensare solo a sé!
Ecco perchè a volte tu dopo l’accoglienza senti a un certo punto rabbia, e inizi a chiederti: perché devo avere sempre a che fare con persone che fanno così?
Prima di tutto proprio per imparare come averci a che fare!
Per poter osservare e fare attenzione a quando idealizzi gli altri e gli fai ‘passare’ tutto, cioè quando ti fai prendere come se fossi un pesce, all’amo.
L'idealizzazione infatti ti fa perdere di vista completamente che ci sono anche altri aspetti delle persone che non puoi ignorare.
Quando l’altro si occupa solo di se, non si rende conto che si rivolge ad altri, che sta facendo una serie di cose in cui è in relazione con altri e che nel suo stare in relazione con altri mette i piedi dentro la loro vita, che se è all’interno di una relazione di qualsiasi tipo lascia delle orme, non è un fantasma dentro la vita degli altri.
Non puoi vedere solo te, altrimenti sei chiaramente un tipico ‘narciso’.
E poi i più ‘spiritualisti’ riescono magari a farla passare pure come consapevolezza di sé, ma in realtà è un’ottava molto bassa della consapevolezza di sè.
Sii attento a queste situazioni, sia nella tua vita personale che professionale, in cui siamo eccessivamente disponibili, accoglienti e aperti almeno finchè non ci pestano eccessivamente i piedi e allora ci decidiamo a dire di no e chiarire i nostri confini.
Qualche volta - senza rabbia, ma con il giusto modo di dire - è fondamentale mostrare all'altro che certi atteggiamenti diventano faticosissimi da reggere. E se lo sono per un terapeuta, figuriamoci dentro la vita di tutti i giorni.
Ripeto: attenzione nel rimanere fregati dal fatto che noi pensiamo sempre alla dimensione di accoglienza!L’accoglienza non vuol dire che io devo accettare tutto.
Sì, ti accolgo come persona, non ti giudico.
Ma ho bisogno anche di dirti, proprio in relazione al fatto che creiamo, siamo in una relazione, che alcune cose hanno degli effetti.
Poi capiterà sicuramente che qualcuno non vorrà sentirsi dire alcune cose.
Pazienza se non le vuole sentire vuol dire che o non è il tempo o non ha le risorse per ‘lavorarle’.
Ma intanto tu allenati a dirle e a prendere in considerazione cosa senti in te, e cosa è ‘tollerabile’ e cosa no per te in una relazione.
Accettare l’altro non vuol dire subirlo!
Impara ad alzare un po' l'asticella di quello che è tollerabile o meno per te senza avere paura di perdere l’altro.
Con Amore,
Dafna Moscati
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Capítulo 5: O Reino dos Machos
A fraternidade de Lee e Jeongin, conhecida como "Os Imperadores de Atenas", era um verdadeiro templo para os homens mais arrogantes e egocêntricos da faculdade. O local, embora imponente do lado de fora com sua fachada em estilo neoclássico, escondia um interior que mais parecia uma mistura de zona de guerra com república abandonada.
O cheiro de cerveja velha, suor e fast food estragado tomava conta do ar. Garrafas vazias e caixas de pizza estavam espalhadas pelo chão, junto com roupas jogadas aleatoriamente. O sofá da sala principal, que outrora fora de couro, agora estava coberto de manchas suspeitas e buracos causados por cigarros. Uma televisão enorme dominava o ambiente, exibindo partidas de esportes ou videogames, enquanto alguns membros da fraternidade gritavam e apostavam entre si.
Aqui, ninguém falava de sentimentos. Mostrar vulnerabilidade era considerado fraqueza, e qualquer um que tentasse quebrar esse código não demorava a ser ridicularizado. "Sentimentos são coisa de mulherzinha," era a regra de ouro, dita e repetida com orgulho. A limpeza? Um mito. Qualquer tentativa de arrumar a casa era imediatamente delegada aos novatos, que mais pareciam empregados não pagos.
Naquela noite, a sala estava lotada. Changbin, o líder da fraternidade, estava sentado em sua "cadeira de poder" – uma poltrona velha, mas ainda assim símbolo de autoridade. Jeongin e Lee estavam ao seu lado, espalhados de maneira desleixada em um sofá rasgado. Seungmin, como de costume, estava mais afastado, tentando parecer útil, mas sem chamar muita aten��ão.
"Então, seus vermes," começou Changbin, batendo palmas para atrair a atenção dos novatos que estavam enfileirados no centro da sala. "Querem mesmo fazer parte dos Imperadores de Atenas?"
"Sim, senhor!" responderam em uníssono, apesar do nervosismo evidente.
"Ótimo," continuou Changbin, sorrindo com superioridade. "Então, aqui vai o próximo desafio. Vocês vão invadir a fraternidade feminina 'As Divas da Vitória' e roubar... uma peça de roupa íntima. E não é qualquer peça, é algo que prove que vocês estiveram no quarto delas."
Os novatos trocaram olhares assustados, mas antes que pudessem se manifestar, Lee se levantou e acrescentou, com um sorriso malicioso: "E vocês vão fazer isso vestidos de garotas. Quero perucas, maquiagem, salto alto. Se forem pegos, problema de vocês. Se conseguirem, talvez vocês tenham o direito de respirar o mesmo ar que a gente."
A sala explodiu em risadas, enquanto os novatos tentavam entender se era uma piada ou um desafio real.
"Isso é sério?" perguntou um deles, hesitante.
Jeongin cruzou os braços e o encarou. "Você acha que estamos brincando? Aqui não tem moleza. Se não aguenta o tranco, a porta é logo ali."
Antes que o grupo pudesse sair, Changbin ergueu a mão. "Ah, e mais uma coisa. Vocês têm até o amanhecer para voltar com as peças. Se não voltarem, estarão fora da corrida."
Os novatos saíram às pressas, já tramando como iam cumprir o desafio sem serem expulsos ou presos.
Assim que a sala ficou mais tranquila, Jeongin pegou uma garrafa de cerveja e jogou as pernas no encosto do sofá. "Cara, eu queria ver a cara daquelas garotas quando descobrirem que roubaram as roupas delas."
Lee riu. "Elas devem achar que estão protegidas naquele palácio delas. Mas mal sabem que a gente é capaz de tudo."
Enquanto isso, Changbin se inclinou para trás, aproveitando o momento. "Esses novatos precisam aprender que, aqui, o poder é nosso. E se eles não aguentarem, melhor pra gente. Mais espaço e menos idiotas para limpar."
Seungmin, tentando se mostrar útil, comentou: "Falando em limpeza, o que a gente vai fazer com a bagunça? A casa está quase insuportável."
Jeongin gargalhou, apontando para Seungmin. "Você ouviu isso, Lee? O Seungmin quer limpar!"
Lee entrou na brincadeira. "Deixa eu adivinhar, Seungmin. Você quer pegar uma vassoura e passar pano por aí? Vai querer um avental também?"
Seungmin corou, mas tentou disfarçar. "Não foi isso que eu quis dizer. Só acho que devíamos colocar os novatos pra fazer isso."
Changbin, ainda rindo, concordou. "Boa ideia, Seungmin. Vamos deixar a fraternidade brilhando... com escovas de dente."
Os três começaram a rir alto, e Lee completou: "Mas é claro que não vamos fiscalizar nada. Isso é só pra assustar eles. Ninguém aqui tem tempo pra ser babá de escravo."
A fraternidade Imperadores de Atenas continuava fiel à sua reputação: um lugar onde a arrogância reinava, a diversão vinha sempre às custas de outros, e o caos era a única lei.
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