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#da quando ti ho incontrato
io-rimango · 11 months
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“Non so se oggi sarei la donna che sono, non fosse stato per te, anche se magari tu pensi di non aver fatto niente. Del resto, spesso le persone non fanno niente per cambiarci, �� sufficiente che ci siano. lo ho reagito a te. Tu mi hai influenzata. Mi hai aiutata. Sei stato l'amico più strano, l'orecchio più gentile. Durante una di quelle lunghe notti fredde e buie al tavolo in giardino, una volta mi hai detto una cosa che ti imbarazzava dire, e probabilmente eri troppo ubriaco per ricordare di averla detta: che quando ti sentivi chiuso fuori, al freddo e al gelo, io ogni volta ti facevo entrare. Allora ti avevo risposto di getto, senza coglierne appieno il significato, che eri stato tu a darmi le chiavi. Credo tu abbia fatto lo stesso per me.”
Cecilia Ahern, Da quando ti ho incontrato
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ciclossigenasi · 14 days
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stamattina l'alba mi ha salutato con questo rosino molto bello che da non amante del rosa apprezzo molto anche se alla fine penso di far finta che non mi piaccia il rosa per sembrare più tosta e dura ma una alla quale piace Kirby, può mai essere tosta e dura?
la bilancia segnava quasi meno tre e sarei contenta se non fosse che sto male ed ho lo stomaco chiuso e stamattina ho messo la mia canottiera preferita nonostante l'aria fresca che attendevo con nostalgia
per pranzo ho incontrato al volo un amico, papà di due bimbi, che mi ha aperto il secchio dell'immondizia per poter buttare via i tovaglioli usati per la pizza e ci sono rimasta, perché è un po' come quando ti aprono la porta o lo sportello della macchina. Un piccolo gesto che dice però abbastanza. poi mi sono concessa del gelato al pistacchio con la panna perché così mi andava
ora mi si chiudono gli occhi per la stanchezza
#.
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nitroglycerin-a · 1 month
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Mio padre urlando come un matto alle 5 di mattina perché essendo un bambino capriccioso non ha potuto sopportare la crema addosso la notte per cui si è ricoperto d’alcol strofinato malamente con un cencio da mia mamma ed ha sbraitato quanto cazzo siamo pazze maledetto il giorno in cui siamo nate maledetto se stesso perché tutti i suoi problemi sono cominciati quando ci ha incontrato ci ha augurato almeno 10 tumori a testa poi a se stesso ed ha sbattuto la porta per andare a lavorare ed ora sto malissimo perché l’ho disturbato perché l’ho dovuto far stare così, perché è colpa mia e solo mia tutto questo, mi chiedo quale sentimento ci si avvicini di più e posso dire quello di deludere la persona con cui ho una relazione, it’s funny cause tutti i miei problemi sentimentali vengono dal fatto che mio padre ha letteralmente 15 anni e non è in grado di soddisfare 1 bisogno degli altri che sia uno e qualsiasi cosa non sia la perfezione è veleno è un tentativo nostro di attentare alla sua vita, perché gli vogliamo male lo vogliamo segretamente far vacillare e crollare, è così che ci vede lui, due complottiste alle sue spalle pazienti e crudeli che come scopo hanno quello di rovinargli l’esistenza, anche se letteralmente è(???) la vita(?!!) nessuno viene prima di lui nella piramide dell’importanza ed il suo benessere è sempre in cima, intanto io sono qui che prego per te perché la tua giornata sia bella e tranquilla e felice che il tuo panino non si scaldi sotto il sole e che ti sia fonte di energia che non sudi troppo che ti passi una giornata tranquilla di lavoro tranquillo perché ti amo papà ti amo tantissimo anche quando tu non mi ami ed è questa la mia condanna generale, di amare troppo a chi questo amore non serve non ne ha bisogno, di amare chi non ha gli strumenti per prenderlo e farci qualcosa, di potersi curare con esso, di amare sempre chi ama e sceglie prima se stesso ogni dannata volta sperando che il risultato prima o poi sarà diverso
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@esthergravityfalls made me think of this, so have the Loumand fight adapted into Italian by me
L: "Cosa? Cosa?"
A: "È giorno!"
L: "E allora? Me la passavo-"
A: "Con un ragazzo. Te la spassavi con un ragazzo. Ero a casa a girarmi i pollici sul divano."
L: "Ti ho chiesto di unirti a noi."
A: "La notte è passata, la stanza è un casino e ora sono qui, a pulire con straccio e stupidità."
L: "La stanza si è sporcata, e allora? La pulisco."
A: "No, la pulisco io. Tu fai i casini e io li pulisco. Segnamolo sul calendario, allineiamolo con Orsa Maggiore, il triannuale "vaffanculo, ora trovami" di Louis, con scuse a seguire."
L: "Scusa!"
A: "Ti rifugi nelle braccia di delinquenti e malcapitati e ragazzini distrutti, va bene."
L: "Ah, il va bene che non sembra bene."
A: "Ma rivelare la nostra natura a un reporter che hai incontrato in un bar 10 ore fa... E se avesse pubblicato?"
L: "Mi stavo divertendo, stavo per chiudere la faccenda quando..."
A: "Saresti svenuto sul pavimento di fianco a lui, Louis. Stordito dalle droghe che gli hai dato."
L: "Oh, che noia! Sei noioso. Scolorito, insipido. Settimane noiose, mesi noiosi, un noioso del cazzo!"
A: "Ecco le droghe, dalle zanne giù per la gola fino al cuore, le dita tremanti, i piedi..."
L: "Soffocamento dal cuscino più morbido e beige. Le 10 ore che ho passato con quel ragazzo sono state più interessanti, più affascinanti, di decenni con te! Oh eccolo! Lo sguardo mezzo vacuo, mezzo apocalittico. Ma cosa significa oggi, eh? Mi vuole leccare le scarpe o tagliarmi le mani? Stasera c'è il gremlin o la crocerossina?"
A: "Okay. Okay, forse. Ma sono noioso come il blaterare registrato sulle cassette magnetiche del tuo affascinante ragazzo? Oh, oh, è così difficile essere me!"
L: "Mi giravo i pollici sul divano?"
A: "È così difficile uccidere gli umani,sento i loro sentimenti mentre li prosciugo! Tutti quelli che conosco mi fanno dei torti!"
L: "OK, OK, svegliamo il ragazzo e proviamo con te. Sono il vampiro Armand e il mio papà vampiro mi ha addestrato ad essere una puttanella!"
A: "Mio fratello, si è gettato dal tetto! Mia sorella mi ha sepolto vivo!"
L: "Ma i vampiri che hanno ucciso mio papà mi hanno fatto pretendere di non avere il cazzo per 240 anni."
A: "Mia figlia era mia sorella, era il mio soprammobile. Non mi guardava gentilmente. Lestat, Lestat, Lestat, Lestat"
L: "Ho parlato male di lui tutto il tempo! E allora?"
A: "IL NOME! Il nome, muto nella nostra casa da 23 anni, detto di nuovo e di nuovo finché non mi pulsava in testa come un martello."
L: "I nostri problemi non riguardano lui!"
A: "E tu usavi il suo nome solo come copertura, ma poi si tornava sempre a lui!"
L: "L'ho amata!"
A: "Ma lei non amava te! Non come lui, non come me."
L: "Lo so. Lo so! Grazie, grazie per averlo detto."
A few observations
- boy, do they say a lot in 2 minutes
- some things have been changed, such as picking lint off the sofa and idk what Armand meant by "wallowing fingers" at a certain point
- rewatching this scene never gets old
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crisalide-imperfetta · 4 months
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”Con te sarò nuovo. Ti dico queste parole nel periodo migliore della mia vita, nel periodo in cui sto bene, in cui ho capito tante cose. Nel periodo in cui mi sono finalmente ricongiunto con la mia gioia. In questo periodo la mia vita è piena, ho tante cose intorno a me che mi piacciono, che mi affascinano. Sto molto bene da solo, e la mia vita senza di te è meravigliosa. Lo so che detto così suona male, ma non fraintendermi, intendo dire che ti chiedo di stare con me non perché senza di te io sia infelice: sarei egoista, bisognoso e interessato alla mia sola felicità, e così tu saresti la mia salvezza. Io ti chiedo di stare con me perché la mia vita in questo momento è veramente meravigliosa, ma con te lo sarebbe ancora di più. Se senza di te vivessi una vita squallida, vuota, misera non avrebbe alcun valore rinunciarci per te. Che valore avresti se tu fossi l'alternativa al nulla, al vuoto, alla tristezza? Più una persona sta bene da sola, e più acquista valore la persona con cui decide di stare. Spero tu possa capire quello che cerco di dirti. Io sto bene da solo ma quando ti ho incontrato è come se in ogni parola che dico nella mia vita ci fosse una lettera del tuo nome, perché alla fine di ogni discorso compari sempre tu…”
Tratto da E’ una vita che ti aspetto
p.s.: scusate per questa sdolcineria, ma trovo che sia bellissima
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ninoelesirene · 4 months
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Tanti anni fa ho incontrato una rapa. Parlava come parlano le rape, era buffa e pragmatica, ché le rape sono ancorate alla terra e non si perdono mai in chiacchiere filosofiche. Mi faceva ridere ed era gentile e mi ci sono molto affezionato.
Come ogni rapa, aveva un lungo ciuffo giocoso e ti faceva immaginare un sottosuolo morbido e felice. Ma era una rapa. Era una radice, silenziosa e spiccia. Ben presto me ne accorsi. All’inizio ne soffrivo molto perché avrei voluto che non mi respingesse, che la gioia del suo ciuffo non fosse per me un inganno, ma la promessa della profondità. La perdonai, e in fondo non c’era nulla da perdonare: la rapa era semplicemente una rapa. Faceva la rapa. Non poteva non essere una rapa.
Passarono gli anni, imparai ad amare la sua forma semplice, il suo gusto dolciastro e mai dolce del tutto. Distante quanto basta, dimenticai che era una rapa. Come succede quando non guardi da vicino, riempii di fantasia lo spazio che ci separava. Era la mia rapa, una rapa immaginaria, che mi voleva bene, anche se a modo suo.
Un giorno la rapa mi respinse ancora. Senza una ragione precisa. Non stavo provando a sradicarla, non scavavo, non le giravo intorno ormai da molto tempo. Mi fu chiaro che quello spazio che io avevo riempito di fantasia, anche lei lo aveva riempito di qualcosa. Forse le mie antiche richieste, la mia pretesa che il suo ciuffo rappresentasse più di un entusiasta saluto alla vita e significasse altro, l’avevano segnata. Era fragile, e in quel passato lontano si era sentita inadeguata. Forse sulla sua pellicina c’era una cicatrice.
Mi dispiacque molto, di averla messa a disagio e della solitudine che provavo. Finalmente capii che non potevo tirare e tirare ancora finché non avesse cavato un po’ di succo, nella speranza che il suo rosso di superficie le corrispondesse e mi corrispondesse nel profondo.
Finalmente capii che volevo dolcezza piena, perché il dolciastro non mi bastava. Avevo tutta la forza per seguire radici profonde e intricate, capaci di nutrire tronchi robusti e fronde che risuonano al vento. Avevo bisogno di radici desiderose di essere trovate, come le mie.
Finalmente capii che le rape non mi piacciono.
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rememberandfightoff · 14 days
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Caro Fulvio, è quasi un anno che le nostre strade si sono divise e che hai lasciato la mia vita. Me ne vergogno ma è come se fossi stato un sogno, quando ti penso è come se tu non fossi mai esistito, come se non valessi nulla e questo a volte mi fa paura. Sei stato al centro del mio mondo per un anno e mezzo e sei stato spazzato via cosí velocemente che a volte mi sono chiesta se ti amassi veramente. Ma non sento il bisogno di scriverti di noi o cose simili, anzi volevo raccontarti di me di quella che ora è la mia vita. Penso di non essere mai stata cosí incasinata, mi sento persa continuamente e con la sensazione che sono sulla strada giusta. Quest'anno ho trovato lavoro, ho scoperto quanto valgo, di cosa sono capace e anche i miei limiti. Ho passato tanto tempo da sola, ho scoperto nuovi lati di me stessa e sono cresciuta tanto. A stenti riusciresti a riconoscermi se ci incontrassimo per caso, ma so che non accadrà mai. Non so quanto peso avrò dato nella tua vita, ma di certo tu nella mia ce l'hai avuto eccome. Certo mi hai lasciato delle ferite che mi hanno segnato per sempre, ma ho incontrato qualcuno che mi sta facendo vedere che sono solo delle mere illusioni. Ed è di questa persona che vorrei tanto parlarti. Il mio rapporto con lui è un totale disastro, non ci capisco mai nulla ma ho qualcosa con lui che tu hai sempre voluto con me. Abbiamo la nostra complicità, i nostri segreti, leggerezza e la nostra lunaticità. Mi fa stare bene, ed è stato il primo dopo tanto tempo a farmi provare qualcosa. Ilaria è del pensiero che lui è quello di cui avevo bisogno, perchè non abbiamo una vera storia e in effetti a volte sono talmente confusa su quello che provo e voglio che sono soddisfatta della mia situazione attuale. Ed è questo periodo della mia vita a renderlo fondamentale, perchè lui sta attraversando la mia vita ora. Sto costruendo le basi di quello che sarà il mio futuro, sono al primo capitolo della mia nuova vita e lui è qui con me a farmi ridere e a farmi impazzire. Lui sta diventando piú importante di quanto lo sia stato tu. Lui e tutte le altre persone di cui ti racconterò piú avanti se avrò ancora voglia di scriverti.
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madonnaaaddolorata · 10 months
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voi ripensate mai alle persone del passato che vi hanno fatto “male”, passate brevemente per non lasciare nulla, scopate scadentissime e forse neanche quelle, insomma quelle persone che ora su whatsapp sono “contatto bloccato”.
oggi per purissimo caso ho sbirciato chi c’era nel gruppo telegram di una mia amica sex worker di internet ™️ che supporto in quanto lo sono stata anche io tempo addietro.
e mi becco nella lista di chi la segue (è una cosa che faccio spesso perché ci trovo sempre personaggi che, per l’appunto, si sono messi in contatto con la mia persona in qualche modo) questo coglione che avevo incontrato anni fa, che da Parma mi aveva dato la punta a Bologna. si è fatto pagare tutti i drink da me, che tra l’altro mi ero appena licenziata all’epoca, per poi ad un certo punto lasciarmi bell e buon a Bologna da sola in un locale. Ora probabilmente magari per lui ero un cesso, onesto ci sta di non piacere dai capita ma almeno dimmelo cazzo che ti faccio cagare almeno evito di sprecare tempo, ma addirittura il giorno dopo quando gli ho chiesto “sei tornato sano e salvo dato che non hai neanche salutato e sei andato via” mi ha eliminata da fb ma continuava a scrivermi in privato. a che pro, mi sono chiesta?
che cazzo di fallimento umano gli uomini etero, lì a farsi le seghe su internet (perché hanno tutti un sesso problematico e problemi con le dimensioni, che si risolvono appunto con status al vetriolo su fb riguardo musica - cinema - attualità o guardoni di ragazze online, ragazze facilmente incontrabili a concerti o comunque note online) ma non abili nel comunicare.
che travaso di bile ricordare sto schifo.
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pietrarossa · 18 days
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Vorrei poter raccontare di quello che è successo quest'estate. Di come ho incontrato l'amore, quello genuino e sano, per la vita, ma soprattutto per me stessa. Ho anche incontrato qualcuno che mi ha permesso di sentire tutto il bene che ho ancora da offrire. E che mi ha insegnato a lasciare andare, anche per quanto sia difficile farlo. Non posso più vivere nel passato, pensando perpetuamente a "l'ultima volta in cui sono stata felice". Vorrei poter dire che ho trovato la vera felicità, ma mentirei. Posso dire però di aver trovato il coraggio di rischiare, almeno per darmi la possibilità di vivere e non sopravvivere. Sto lasciando la mia città, sto lasciando l'Europa per un grande viaggio che spero mi dia le risposte che cerco, o anche solo dei momenti per dubitare della mia tristezza cronica. È tutto più leggero quando smetti di pensare alle persone che ti hanno ferito e deluso, quando capisci che quello che è accaduto - o non accaduto - era per un obbiettivo più grande. Lo spazio che senti dentro di te non è un vuoto, ma una grandezza pronta ad accogliere più di quello che hai conosciuto finora. La musica non ha smesso di suonare, anche quando sei rimasto nella tua solitudine più profonda. Ed è in quest'ultima che impari a conoscere davvero te stesso e il mondo.
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smokingago · 4 months
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A 21 anni la mia prima vera storia è finita
perché la ragazza con cui stavo allora mi ha tradito.
Non una volta. Più volte.
Con persone diverse.
Anche persone che conoscevo
e con cui a volte mi portava fuori a cena…
a 23 anni la mia seconda storia è finita
perché ho trovato la mia ragazza a letto
con il suo migliore amico.
Trovata. letteralmente.
Ho aperto la porta della stanza e lì ho
beccati proprio intanto che…
Lo stesso anno papà si è ammalato di cancro.
Se n’è andato via tre anni dopo.
E mamma ha iniziato a vivere da sola
perché io sono figlio unico
e stavo studiando fuori casa.
È successo che per diversi anni
mi sono sentito perso.
Ho odiato la mia sensibilità e le scelte della vita.
Ma sapete che cosa è successo poi?
E’ successo che qualche anno
dopo a una festa ho incontrato
una ragazza vestita di nero che rideva
in un modo
che non avevo mai visto.
E ci siamo baciati.
E la settimana seguente siamo andati
ai mercatini di Natale.
E poi a mangiare la pizza.
E una mattina le ho mandato
una brioche a lavoro per darle il buongiorno.
E adesso, quasi dieci anni dopo.
È ancora qui.
È successo che durante un’estate
con il cuore rotto
al lago ho conosciuto persone nuove.
E abbiamo fatto dei tuffi,
e poi siamo andati a ballare,
e poi a vedere un concerto.
E adesso sono fra gli amici migliori
che posso desiderare.
Quelli che saranno vicino a me tutta la vita.
E' successo anche che un giorno
sono arrivate delle rose a mamma.
E che mamma ha dovuto combattere
il senso di colpa
verso papà, che non aveva mai smesso
di amare ma che non c'era più.
E alla fine si è buttata.
Si è data un’opportunità.
E è successo che adesso mamma è felice,
ha un compagno che amo
e che qualche volta mi dà una pacca
sulla spalla e mi chiama “figliolo”.
E io gli voglio bene come a poche altre persone.
Quello che voglio dirvi è questo.
E’ che a volte succedono delle cose
che ci rompono.
Perdiamo amori, lasciamo andare la fiducia,
smarriamo per strada amici e un po’
anche noi stessi,
vediamo soffrire le persone che amiamo
e ci sentiamo impotenti.
E pensiamo che non saremo mai più felici.
Ma non è vero.
Arriva sempre un amore nuovo.
E arrivano sempre persone nuove
che saranno i tuoi nuovi amici
e scoprirai che se quelli di prima li hai persi
c’era una ragione. Anche se non la vedevi.
Quando qualcosa ti rompe il cuore
Pensi sempre che non riuscirai ad uscirne.
Ma non è così.
Anche il sole del giorno più brutto
prima o poi deve tramontare.
La vita a volte ti mette davanti a cose
che ti rompono
il cuore anche se non te le cerchi da sola.
E allora non rendere la tua vita impossibile tenendoti stretto
qualcuno che non può amarti.
Starai bene anche senza di lui.
Vedrai.
Riccardo Bertoldi
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ilfascinodelvago · 1 year
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Ho incontrato un sacco di persone meravigliose. Non è vero che il mondo è brutto; dipende da quale mondo ti fai. Quando avevo vent’anni ci chiedevamo se saremmo morti democristiani. Non importa se non avrò più molto tempo: l’importante per me ora è non morire fascista.
Michela Murgia
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Una parte di me ti amerà sempre,
anche se lascerà spazio ad altri incontri, anche se abbiamo dovuto salvarci in qualche modo.
Ti cercherò fra sogni, rime e case,
pagine strappate, che sanno leggere meglio di me.
Forse un giorno la vita ci riporterà vicini ma se non dovesse essere,
voglio dirti che mi ritengo fortunato, perché io, grazie a te, ho provato quello che ogni uomo e ogni donna vorrebbe
e che molti si ostinano a negare perché non lo hanno mai incontrato.
Nessuno ci ha promesso eternità, nessuno ha stabilito cosa voglia dire restare vivi oltre le logiche e lo spazio e il tempo.
Sono io. E un po' sono e un po' sarò.
Una parte di te custodirà il ricordo di tutte le mie follie.
I miei respiri ti correranno incontro quando ti sentirai sola e ti mancherà l’aria,
e avrai voglia di scrivermi di notte per chiedermi "Come stai?".
Prima di noi, e dopo di noi, c’è stato altro
e qualcos’altro ancora ci sarà.
Noi che sappiamo cosa voglia dire avere il mare "forza 9" nel cuore.
Ma io ti proteggerò per sempre,
anche da lontano,
perché sapere di essere stati amati profondamente ci protegge per sempre.
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Massimo Bisotti
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ilsalvagocce · 1 year
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Stamattina ho incontrato per caso il mio prof di filosofia del liceo. 
Si ricordava - Ballarini, Francesca!, dall'altra parte del piazzale mi evoca, con le sue bustine di dolcetti in mano - della nostra classe "estrosa" (dixit), la tesina su Chagall, su Raffaella Carrà, su 2001 Odissea nello spazio, col videoregistratore che entrava nell'aula dell'esame. Ridevo, che avessimo piazzato una bandiera eccentrica senza volerlo, il primo anno delle tesine ispirate per la maturità. 
Soffrivamo i suoi compiti in classe, eppure lui, adorabile, ce li riproponeva a crocette da 100 domande, così imparavamo, sì, ma a memoria. Erano inferno, non uscivamo di casa per studiare, solo filosofia tralasciando il resto, materia feroce da assemblea di classe, ridotto a esercizio matematico e nient'afflato, come potevi spiegarglielo?, lui convinto, continuava a credere nelle mille crocette. 
Che strana commistione tutt'ora, quest'uomo scapecciato, tenero, interessato e preparato sui suoi ex alunni, ci enumera senza passi falsi, vorrei abbracciarlo e assieme spiattellare che Lo sa? non ricordo un fico di Kant. 
Mi chiede cosa faccio anzi lo sa bene, ci cerca in internet, le vedo le cose che fai, e ora e ora su cosa lavori? mi mostra i pacchetti, meringhe e spaccasassi per i parenti di Milano, passa di palo in frasca, il pensiero corre come un tomo di filosofi vocianti, mi parla dei prèsidi passati, del liceo ora, degli extra corsi a scuola — tu facevi teatro vero? Ah, le crocette sisi, le faccio ancora, vi preparano per il futuro.
E poi mi ricordo di tua mamma, dice —  guarda un po' lontano, ma ci fa sempre, son io che guardo lontano, mentre lui guarda lontano, 
La ricordo bene, si faceva sentire, era una presenza vivida, fa cenno da solo di sì con la testa, approva, critica, autocritica chi lo sa 
(di sicuro ricorda le noie, penso io, il dibattito, il fuoco appassionato di mamma, quanto poteva aver portato la nostra ragione in classe)
La ricordo bene
(così la capacità di dire, di cercare il giusto, difficile spiegarne la teoria, tutta pratica, un po' di maieutica, più rivoluzionaria) 
Guarda lontano — è lì la sua pratica, il ricordo di lei nel mondo, qualsiasi
Scuote i capelli — e in me intanto risale il fuoco del se sa, se non lo sa, 
Beh quando ti capita me la saluti?
mamma rappresentante dei genitori, dalle elementari al liceo, croce e delizia, ispirazione e desperazione, figurati per quegli anni di crocette
Mamma non c'è più, dall'anno scorso, sorrido mentre lo dico perché provo a non farmi rompere la voce 
che invece si spacca come un fico maturo, 
sbrodola, ma mi riprendo, ci metto una fetta di pane:
Ma sono felice che se la ricordi così!
Certo, lui guarda in basso, guarda su, preme le labbra per me, sorride
fulgida filosofia senza crocette.
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io-rimango · 5 months
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"Ma volevo chiederti una cosa, tu ti sei mai innamorato?"
"Scusa?"
"Ti ho chiesto se ti sei mai innamorato"
"Non me l'avevano mai chiesto durante un'intervista.
"Oh ma non devo stamparla per forza."
"Che cosa?"
"La storia scritta sulla tua faccia."
"Davvero? È così evidente? Io ho una teoria. Secondo me una relazione è un po' come un razzo. Uno cerca di mandarlo nello spazio, serve il carburante per uscire dell'atmosfera terrestre e continuare ad andare, incurante di quello che ti arriva addosso, nella direzione di lancio."
"Tutto sta nella prima esplosione."
"Non è tanto 'abbiamo quello che ci serve per tutta la vita?' Quanto piuttosto la spinta iniziale. Quando è finita ho fatto quello che fanno tanti quando devono allontanarsi da ciò che amano, mi sono buttato nel lavoro. Paradossalmente l'unico rimedio alle pene d'amore è stato... l'amore. Nei libri. nei film. nelle ricerche, ho ricominciato a vedere altre persone. E stato un lento recupero, ma ho ricominciato ad avere fiducia nella gente. Le statistiche che leggevo contraddicevano il risentimento che nutrivo verso i romantici. In realtà, di solito la gente non manda tutto a puttane e questo mi ha dato speranza […] Quando l'ho incontrata di nuovo, in quel momento, mi sono accorto di non essere stato pienamente vivo negli ultimi due anni. Ho incontrato persone fantastiche, brillanti, simpatiche, affettuose, ma nessuna era lei. In quella strada, per un istante fugace, sono tornato ad essere vivo ma non l'ho cercata."
"Fidati non troverai mai pace se non ci provi, non puoi continuare così per tutta la vita. Credimi, il non sapere distruggerà te e, potenzialmente, ogni altra donna che incontrerai. Se lei ha davvero voltato pagina, almeno potrai farlo anche tu e conoscere altre persone."
"Aspetta, come fai ad esserne così sicura?"
"A volte capisci che il vero amore, nella forma assoluta, ha molti scopi nella vita. Non si tratta solo di mettere al mondo dei bambini, di romanticismo, di anime gemelle o di compagni di vita. L'amore provato in passato, quello che non è mai finito, quello non sperimentato, quello perduto, pare facile e infantile a coloro con cui scegli di mettere su famiglia. In realtà, è la forma più pura e concentrata di amore."
(Modern Love)
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pietrarossa · 1 year
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Non mi aspettavo finisse così presto. Sapevo da un po' che questa storia non sarebbe potuta andare avanti per molto, ma una parte di me non era ancora pronta ad accettare di non poter più avere tutto questo. È difficile immaginare che non avremo più quei nostri piccoli momenti di tenerezza e felicità. Quando ti ho incontrato per la prima volta non mi sarei mai immaginata che potessi darmi così tanto. Ero un piccolo cuore rotto e indifeso e tu ti sei preso cura di me con i gesti più semplici e dolci. Non mi sono mai fidata di nessuno, eppure con te è stato così semplice aprirmi. Darti parte del mio mondo per prendermi in po' del tuo è una di quelle cose di cui non mi pentirò mai, anche se adesso fa male il pensiero di non poterlo più fare. Ma ti porto con me, in ogni mia canzone, in ogni mio viaggio, in ogni opera d'arte che mi fermerò a guardare. Mi dispiace che sia finita soprattutto perché avevo trovato in te una persona con cui parlare di tutto, anche delle cose più assurde. Mi hai insegnato molto e so di averti insegnato qualcosa anche io. Eravamo destinati ad incontrarci, ma non ad essere. Non ho nessun rancore e non ho nessun rimpianto. Sono uscita dai miei schemi grazie a te. Ho imparato a vedere il lato positivo delle cose, anche quando tutto sembra buio. Abbiamo riso tanto e abbiamo pianto tanto. Abbiamo condiviso qualcosa di straordinariamente bello e mi sento fortunata per questo. Mi rincuora sapere che per quel tempo che abbiamo avuto insieme siamo stati noi stessi e abbiamo fatto del nostro meglio per capirci e volerci bene. Le nostre strade si sono intrecciate per poco tempo, ma questo tempo ha un valore unico e che non può essere sostituito. Mi hai insegnato che sono in grado di amare qualcuno e che posso ricevere altrettanto amore e questa è una lezione che non potrò mai dimenticare.
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allecram-me · 5 months
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Andare a Berlino
Voi non capite, lo dico agli amici, mia madre, anche alla psicologa, adesso che ci sono tornata - ed è servito a convincerla a concedermi almeno un mese di appuntamenti. A volte la frase è tanto banale da riuscire ad arrivare al punto, un punto d’interruzione stanca, che ci dovrebbe vedere ricominciare. Voi continuamente mi sopravvalutate, pensate che quello che mi riesce è ciò che posso fare, ma vi sbagliate! Tutto quello che io faccio, anche esistere, è una deroga, sudore e lacrime, il prezzo di questa presunta naturalezza nel successo è la desolazione del mio paesaggio interiore, la depressione che non volete vedere. Però loro non lo vedono davvero, mentre la mia depressione e la violenza della mia direttrice morale mi portano a dimenticarlo, e allora anche io non capisco, non capisco che loro non mi proteggono perché proprio non lo sanno, mi pensano normale e mi fanno discorsi normali, in cui potrei essere chiunque, potrei fare quasi tutto. Non ci capiamo perché parliamo di due persone diverse.
L’altro ieri ho incontrato la professoressa tedesca, finalmente. Volevo discutere con lei del se fosse una buona idea andare lì in visiting, e lei mi ha risposto solo sul come e quando, e ondeggiava per esprimere la contentezza di avermi lì. Questa donna mi ha spezzato il cuore soltanto chiedendomi tu, tu cosa vuoi fare?, e mi è sembrato che nessuno me lo avesse chiesto mai questo. Non ce l’ho avuta una risposta per lei, ma mi è anche sembrato che mi potesse aiutare. Non vediamo cosa puoi fare per noi affinché ti conceda questa preziosa opportunità, ma come posso aiutarti ad avvicinarti ai tuoi obiettivi? Questo di sicuro non me lo avevano chiesto mai.
Quindi adesso cambio casa qui, spendo un quarto di tutto quello che possiedo per l’ennesima sistemazione, il trasloco e quello che ne consegue, ma nel frattempo vado a Berlino, da sola, a lavorare su quello che voglio, come se fossi una persona normale. Come se fossi semplicemente quella che gli altri vedono senza pagarne il prezzo. Come se avessi dei desideri di carriera, o di vita, o quel che è. Sarebbe proprio bello se avessero ragione. Nella confusione generale, poi, le catene che mi è stato comodo mettermi addosso già tirano un sacco ed il mio cane da guardia si lamenta e morde - non le conviene per niente, e sono troppo indipendente, sono sempre stata troppo ferma sulle suole delle scarpe, e allora attacca, ma gioca da sola. Anche questa, immagino, è una conseguenza di apparire quell’altra me. Sembro una capace di combattere, il ché è assolutamente indesiderabile, ma per essere stata messa in questa arena deve anche assolutamente esserci qualcosa di desiderabile in quella me.
Non ho ancora capito se a una di noi due piaccia davvero la libertà, ma so per certo che ne abbiamo bisogno.
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