#cura da mente
Explore tagged Tumblr posts
souamorinfinito · 10 months ago
Text
Tumblr media
O ego tem construído para ti uma casa depauperada que não te abriga, porque não
pode construir de outra forma. Não tentes fazer com que essa casa empobrecida fique de pé. A sua fraqueza é a tua força. Só Deus poderia fazer uma casa digna das Suas criações, que escolheram deixá-la vazia por desapropriarem a si mesmos. Apesar disso, a Sua casa ficará de pé para sempre e está pronta para ti quando escolheres entrar. Disso tu podes estar totalmente certo. Deus é tão incapaz de criar o perecível quanto o ego de fazer o eterno.
Um Curso em Milagres.
4 notes · View notes
blogpopular · 2 months ago
Text
Mudras para Rejuvenescimento e Vitalidade: Descubra os Segredos dos Gestos de Mãos Energizantes
O uso de mudras, gestos específicos com as mãos, é uma prática antiga que se originou no contexto do yoga e do Ayurveda, e tem sido cada vez mais reconhecida pelos seus efeitos no rejuvenescimento e na vitalidade do corpo e da mente. Neste artigo, vamos explorar os mudras para rejuvenescimento e vitalidade, explicando como esses gestos podem ajudar a restaurar a energia, equilibrar as emoções e…
0 notes
energiavivaterapiaquantica · 3 months ago
Text
youtube
1 note · View note
markowisks · 4 months ago
Text
As cicatrizes no corpo de alguma forma vão melhorar, mas as da mente nem sempre tem cura.
111 notes · View notes
ideeperscrittori · 6 months ago
Text
HO UN LINFOMA E FARÒ DEL MIO PEGGIO
Fra un mese compio 51 anni e pochi giorni fa ho scoperto di avere un Linfoma Non Hodgkin. È una patologia abbastanza aggressiva ma è stata presa in tempo. Ed è ben curabile, perché la scienza sta facendo passi da gigante nella cura dei linfomi.
Vivo a pochi passi di distanza da un ospedale all'avanguardia che mi ha preso in carico. Sotto molti aspetti, sono davvero fortunato e privilegiato rispetto a molte persone.
Quale sarà il mio atteggiamento di fronte alla malattia? Mi conosco bene e posso prevederlo, perché c'è una parola che lo definisce con precisione. È una parola significativa, addirittura emblematica, che riguarda il mio tasso di maschitudine alfa. Come potete intuire, non mi riferisco a "guerriero", quindi le metafore belliche possiamo tranquillamente metterle da parte.
La parola misteriosa è "mammoletta". Sì, sarò una mammoletta. Questo vuol dire che non vi darò lezioni filosofiche. Non diventerò un maestro di vita pronto a snocciolare grandi verità come "quello che non ci uccide ci rende più forti", "le sofferenze fanno parte dell'esistenza", "l'importante è apprezzare le piccole cose".
Sarò una mammoletta perché lo sono sempre stato, per esempio quando ho scoperto di avere una massa all'inguine. Era un rigonfiamento, duro come un sasso, grande come una pallina oblunga. La mia reazione? Due settimane senza far nulla. Mi sono detto: "Magari passa. Vuoi vedere che fra qualche giorno non ci sarà più? Non ho voglia di affrontare visite ed esami per un falso allarme. Odio gli ospedali".
Questo mio atteggiamento nasce anche da un'idea completamente sbagliata e irrazionale: la paura che gli esami possano creare malattie dal nulla. In pratica una zona oscura del mio cervello ragiona (si fa per dire) più o meno così: sei perfettamente sano, fai l'esame e ti trovano qualcosa. Lo so, non c'è niente di logico in questa convinzione, ma la mia mente non è mai stata fatta di pura logica.
Per quasi due settimane ho cercato di non pensarci anche perché ero in preda all'imbarazzo. Tra tutti i posti, proprio all'inguine doveva capitarmi? Ma la massa non ha dato cenni di sparizione e alla fine mi sono attivato.
Ho riscritto cinquanta volte il messaggio su WhatsApp prima di inviarlo alla mia dottoressa per fissare una visita, perché ogni volta il testo mi sembrava una molestia sessuale: "Buona sera, dottoressa, ho questa massa dura all'inguine e vorrei chiederle un appuntamento per mostrargliela". "Buona sera, dottoressa, ho un rigonfiamento...". Dopo un numero incalcolabile di tentativi, ho trovato le parole giuste e ho scritto un messaggio asettico, inequivocabilmente sanitario, con un perfetto stile burocratico ospedaliero.
Sono stato una mammoletta nei tre mesi e mezzo necessari per giungere alla diagnosi.
Sono stato una mammoletta nel giorno della TAC con mezzo di contrasto. Quella mattina sono giunto all'ospedale in autobus, dopo una notte insonne. Alla fermata ho controllato la cartella che conteneva i documenti. C'erano referti di ecografie, pareri medici e soprattutto l'impegnativa da presentare per svolgere l'esame. Ho controllato perché sono una persona molto precisa, di quelle che tornano indietro mille volte per verificare di aver chiuso il gas. "Non manca nulla", mi sono detto. Ho rimesso i documenti nella borsa. Ho raccolto le forze, mi sono alzato dalla panchina e ho raggiunto l'accettazione dell'ospedale. Senza la borsa. Vi lascio immaginare questa sequenza di eventi: imprecazione, insulti molto pesanti rivolti contro me stesso, corsa a perdifiato verso la fermata. La borsa era ancora lì. Nessuno me l'aveva fregata.
Per fortuna scelgo solo borse brutte.
Sono stato una mammoletta in occasione della PET, che ha rispettato un copione simile a quello della TAC. Venivo da una notte insonne e non ero in grado di comprendere istruzioni elementari, perché la mia intelligenza svanisce quando affronto esami medici. Mi chiedevano di porgere il braccio sinistro e porgevo il destro. Mi chiedevano il nome e recitavo il codice fiscale.
Sono stato una mammoletta quando mi hanno comunicato il risultato della biopsia. Per un considerevole lasso di tempo non ci ho capito nulla. La mia coscienza era come una trasmittente che passava una musica di pianoforte triste sentita mille volte in TV: quella che certi telegiornali usano per le notizie strappalacrime.
Ora guardo al futuro e la mia ambizione non ha limiti: raggiungerò nuove vette nel campo del mammolettismo. So di essere fortunato per molti motivi: l'ematologo, un tipo simpatico, mi ha rassicurato. Le terapie esistono e sono molto efficaci.
Ma mi lamenterò tantissimo, perché non voglio correre il rischio di essere considerato una persona ammirevole da qualcuno. Non lo ero, non lo sono e non lo sarò mai. Rivendico il diritto di essere fragile e fifone. Lasciatemi libero di essere una mammoletta. Per citare un motto di Anarchik, il mio piano è questo: farò del mio peggio.
[L'Ideota]
130 notes · View notes
scritti-di-aliantis · 1 month ago
Text
Tumblr media
(Foto: 75alice)
Questo è il buongiorno che amo ricevere, da te. Sei meravigliosa, ricercata. Una donna raffinata. Adoro leccarti le calze e sfilartele, lo sai. Almeno quanto amo sborrartici sopra. So anche che stamattina a letto, prima di docciarti, di sicuro ti sei toccata e hai goduto come una porca.
Tumblr media
Poi, al solito, ti sei ricomposta. Ti sei data un contegno, ti sei vestita con cura. Ma so per certo che ti è rimasta addosso una certa, insopprimibile voglia di me, di noi. Perché quando hai l'onda del desiderio addosso, non ti batte nessuno a vocali osceni. E me ne hai mandati ben tre al calor bianco, poco fa! Ti adoro.
Tumblr media
So che vorresti solo mostrarti nuda, seno di fronte a un muro, quale messaggio chiaro che dica alla mia mente: "sono tua, mi ti offro e non posso scappare." Me l'hai confessato diverse volte. Però, tornando alla realtà, adesso mi mandi anche un bellissimo e più composto buongiorno caffelatte. Che amo. Perché mi conferma che mi vuoi.
Aliantis
Tumblr media
62 notes · View notes
angelap3 · 4 months ago
Text
Tumblr media
👵 Scritto da una 90enne!! ❤️ 🤙
41 lezioni che la vita mi ha insegnato 💖
Dovremmo leggerle almeno una volta a settimana! Assicurati di leggere fino alla fine! Scritto da Regina Brett, 90 anni, del Plain Dealer di Cleveland, Ohio.
Per celebrare l'invecchiamento, una volta ho scritto le 41 lezioni che la vita mi ha insegnato. È la colonna più richiesta che abbia mai scritto. Il mio contachilometri è arrivato a 90 ad agosto, quindi ecco di nuovo la colonna:
1. La vita non è giusta, ma è comunque bella.
2. Quando sei in dubbio, fai semplicemente il prossimo piccolo passo.
3. La vita è troppo breve – goditela.
4. Il tuo lavoro non si prenderà cura di te quando sarai malato. I tuoi amici e la tua famiglia lo faranno.
5. Paga le tue carte di credito ogni mese.
6. Non devi vincere ogni discussione. Rimani fedele a te stesso.
7. Piangi con qualcuno. È più curativo che piangere da soli.
8. Risparmia per la pensione a partire dal tuo primo stipendio.
9. Quando si tratta di cioccolato, resistere è inutile.
10. Fai pace con il tuo passato, così non rovinerà il presente.
11. È OK lasciare che i tuoi figli ti vedano piangere.
12. Non confrontare la tua vita con quella degli altri. Non hai idea di quale sia il loro viaggio.
13. Se una relazione deve essere segreta, non dovresti esserci dentro.
14. Fai un respiro profondo. Calma la mente.
15. Liberati di tutto ciò che non è utile. Il disordine ti appesantisce in molti modi.
16. Ciò che non ti uccide davvero ti rende più forte.
17. Non è mai troppo tardi per essere felici. Ma dipende tutto da te e da nessun altro.
18. Quando si tratta di inseguire ciò che ami nella vita, non accettare un no come risposta.
19. Accendi le candele, usa le lenzuola belle, indossa la lingerie elegante. Non riservarlo per un'occasione speciale. Oggi è speciale.
20. Preparati in modo eccessivo, poi lascia scorrere le cose.
21. Sii eccentrico adesso. Non aspettare la vecchiaia per indossare il viola. 💖
22. L'organo se*suale più importante è il cervello.
23. Nessuno è responsabile della tua felicità tranne te.
24. Inquadra ogni cosiddetto disastro con queste parole: "Tra cinque anni, avrà importanza?"
25. Scegli sempre la vita.
26. Perdona, ma non dimenticare.
27. Quello che gli altri pensano di te non sono affari tuoi.
28. Il tempo guarisce quasi tutto. Dai tempo al tempo.
29. Per quanto buona o cattiva sia una situazione, cambierà.
30. Non prenderti troppo sul serio. Nessun altro lo fa.
31. Credi nei miracoli.
32. Non fare il revisore della vita. Presentati e sfruttala al massimo ora.
33. Invecchiare è meglio dell'alternativa: morire giovani.
34. I tuoi figli hanno solo un'infanzia.
35. Tutto ciò che conta davvero alla fine è che tu abbia amato.
36. Esci ogni giorno. I miracoli ti aspettano ovunque. (Adoro questa)
37. Se tutti buttassimo i nostri problemi in una pila e vedessimo quelli degli altri, riprenderemmo i nostri.
38. L'invidia è una perdita di tempo. Accetta ciò che hai già, non ciò di cui hai bisogno.
39. Il meglio deve ancora venire...
40. Non importa come ti senti, alzati, vestiti e presentati.
41. La vita non è legata con un fiocco, ma è comunque un dono.
67 notes · View notes
minhasnuances · 10 months ago
Text
Aprender a me amar foi um dos meus maiores desafios e por mais que, às vezes, quero fugir de dentro da minha mente, na maioria das tormentas, é comigo que encontro o maior acolhimento, porque só eu sei o que sinto e preciso naquele momento e entender e conseguir fazer isso por mim, está sendo libertador. Ter pessoas ao meu lado é, sim, essencial, mas me ter, sem dúvidas, é a maior dádiva. Eu encarei e encaro inúmeros medos, mesmo com medo e o processo não é linear, muito menos feliz, dói muito ainda, mas sinto que é uma dor necessária para a cura e evolução.
@cartasparaseufuturo
164 notes · View notes
cartasparaviolet · 7 months ago
Text
Não sou problema, sou poema mal compreendido. As letras que escrevo são maus presságios aos desavisados. Sugiro. Expanda a mente para compreender o que eu digo. Sofro em silêncio para não incomodar os já aflitos. Andei em círculos, brincando de ciranda cirandinha. Ao retornar dos momentos de diversão na infância, a realidade caía sobre meus frágeis ombros e eu a temia. As fantasias são um lugar seguro para as almas em choque. A vida choca aqueles sensíveis de coração. Deparamo-nos a cada esquina com a falta de compaixão. Perdão, não tenho estrutura para isso. Sou apenas um poema mal compreendido. A sociedade segue seu ritmo frenético e doentio. Eu sigo na contramão do sistema, um ser arisco. As montanhas russas do cotidiano afetam-me mais do que deveria. Sigo como um fantasma nesse inferno aberto de seres vendados e mutilados. Vejo a contragosto o desgosto no olhar daqueles que eu amo. Sinto muito por não pertencer a nada deste velho mundo. Transito e perambulo como moribundo de mim, uma alma afim, quiçá, poderá me salvar. Oriunda do cosmo, sinto falta de meu lar nas estrelas, lá meu poema encantava e as dúvidas eram certezas de que o Amor é a cura para todos os males da existência. Não sou problema, sou poema mal compreendido, sinto pena, pois existo transcendendo as expectativas do reino das ruínas das prisões atuais. Coreografando a dança de um adeus ao velho eu. O problema, no fundo, nunca fui eu. Sou apenas um poema que ninguém reconheceu.
@cartasparaviolet
94 notes · View notes
smokingago · 9 months ago
Text
Tumblr media
“Un giorno forse arriverà la notte delle notti dove magari non fai l’amore ma dormi solo insieme, a fumare previsioni di pace, con la testa sul suo seno, sereno. A capire che toccare una mente è assai più complicato che toccare un corpo, perché un corpo puoi stringerlo in un letto ma una mente no. Una mente va dove vuole. Quando resta, una mente, vuole darti tutto, vuole darsi davvero. Oltre presenze e assenze, oltre distanze e vicinanze, oltre quello che puoi dire o non dire, fare o non fare. È ubiquamente tua. Sa sorriderti più delle labbra, quando si accorge che non vuoi possederla ma prendertene cura. Ed è questo il miracolo profondo, il senso denso di un vero incontro. Questo l’apice di ogni corrispondenza d’anima. Questo il senso di appartenenza. Partire per restare. Viaggiare senza spostarsi ma andare dappertutto. Mantenersi sempre un po’ selvatici ma farsi attraversare oltre i limiti dei propri confini. E lasciarsi finalmente contaminare gli occhi da radici felici.”
Massimo Bisotti
109 notes · View notes
projetovelhopoema · 5 months ago
Text
Pisei nos cacos das minhas dores, me feri e percebi que as dores não eram externas e sim internas. A frustração invade meu ser. Revivo o meu caos, me corto e me vejo sangrar, sem ao menos sentir uma dor. Percebo que minha dor é interna e que talvez não exista cura para isso, talvez exista, talvez a solução esteja lá em minhas profundezas. E o que falta? Coragem? Me questiono. Sinto uma mistura de sentimentos que embaralham minha mente, que sempre causam um colapso, ainda que tente, não consigo fugir. Me questiono novamente, qual o sentido de reviver o que dói? Ao invés de simplesmente deixar ir e deixar cicatrizar? Assim como o dente-de-leão quando voa em direção ao vento. Insisto em dizer que sentimentos são complicados, a dor é algo que tende a nos massacrar dia após dia. Talvez exista um motivo, talvez não exista. Enfim, eu sou uma confusão, uma bagunça que tento arrumar e somente eu sou capaz de manter tudo em seu devido lugar.
— Carolina Alves em Relicário dos poetas.
73 notes · View notes
souamorinfinito · 1 year ago
Text
Tumblr media
Não há necessidade de ajuda para entrares no Céu, pois nunca o deixaste. Mas há necessidade de ajuda além de ti mesmo, pois estás cercado de falsas crenças sobre a tua Identidade, que apenas Deus estabeleceu na realidade.
Um Curso em Milagres
0 notes
sonhosblog · 27 days ago
Text
Cartas para você...
O luto é uma experiência multifacetada, e muitas vezes, não se trata apenas do que foi perdido, mas também do que nunca teve a chance de se tornar realidade. É um sentir profundo por tudo aquilo que sonhei e planejei, um lamento por um futuro que, ao invés de se desdobrar diante de nós, agora se apresenta como um vago horizonte, envolto em névoa e incerteza.
Quando olho para as páginas em branco que uma vez imaginei preenchidas com nossos planos, sinto uma dor aguda. Cada sonho que construímos juntos, as viagens que desenhamos em nossas conversas, os passeios que prometemos explorar, e a vida que idealizamos em nossa casa, agora ecoa como um sussurro distante. É como se eu estivesse de luto não apenas pelo amor que partiu, mas também por tudo o que não vivemos. As risadas que não foram compartilhadas em um destino exótico, as noites em que não nos perdemos em conversas até o amanhecer, e os momentos simples que nunca tiveram a chance de se concretizar.
Sinto-me presa em um espaço entre o que foi e o que poderia ter sido. Cada canto da minha mente ressoa com visões de um futuro colorido que agora se tornaram sombras. Sonhos de uma família que não crescerá, de jantares em família que não acontecerão e de memórias que não serão criadas. É um luto silencioso, quase invisível para os outros, mas que pesa em meu coração de maneira insuportável.
A casa, que uma vez pareceu promissora, agora está cheia de ecos de expectativas não cumpridas. O sofá, onde planejei noites de filmes juntos, agora parece um espaço vazio; a mesa de jantar, que sonhei encher de risadas e pratos deliciosos, é apenas um lugar onde a solidão se senta à mesa. Cada objeto, cada detalhe, me lembra do que não vivemos e do que não será.
E, no entanto, em meio a essa dor, há uma parte de mim que entende que o luto pelo que não vivemos é também uma forma de honrar o que sonhei. É um lembrete de que o amor, mesmo em sua forma efêmera, deixou uma marca indelével em minha vida. Cada plano não realizado, cada sonho desfeito, é uma prova de que um dia eu amei com intensidade. E, embora a tristeza me acompanhe, sei que essa experiência, por mais dolorosa que seja, faz parte da minha jornada.
Assim, aprendo a navegar nesse mar de emoções, a aceitar que o luto pelo que não foi vivido é uma parte essencial do processo de cura. É um passo necessário para abrir-me a novas possibilidades, mesmo que, por ora, eu ainda esteja envolta na neblina da perda. Afinal, cada sonho que não se concretizou também carrega em si a esperança de que um dia, em um novo capítulo, eu possa sonhar novamente, desta vez, com a certeza de que há espaço para novos começos.
RH 🐰
(Texto autoral).
25 notes · View notes
ilpianistasultetto · 11 months ago
Text
Questi giorni non si parla d'altro che di blocchi stradali degli agricoltori, bloccano strade perche' i guadagni sono ridotti al lumicino viste alcune normative europee, aumenti di carburante, di mangimi e anche la fine di esenzione IRPEF. Sono imbufaliti perche' i loro prodotti gli vengono pagati pochissimo e rivenduti a tantissimo. Eh, gli agricoltori.. Mi riviene in mente mia Zia Maria, sposata con quello che poi divenne mio zio Mario. Furono gli unici della parentela fino al terzo grado a rimanere su quelle colline ascolane a fare gli agricoltori. Trent'anni di agricoltura campando con i loro pochi prodotti, con qualche contributo annuale dello Stato, zero tasse e contributi previdenziali figurativi ovvero, non si pagavano contributi ma risultavano come pagati ai fini pensionistici, questo prevedevano ( e prevedono ancora) certe leggi proprio a tutela di chi rimaneva o entrava nel mondo dell'agricoltura. Poi, e' arrivato il momento della pensione ( a 60anni). Sui 900 euro lui e 900 lei. Poi e' arrivato il momento dell'invalidita' civile per mio zio Mario e dopo qualche anno anche per mia zia Maria, 400 euro cadauno. Perche' racconto tutto questo? Semplice! Due persone che per una vita intera non hanno mai versato una lira di tasse ma che hanno usufruito di sanita' per loro, scuole per i figli, di pensioni e da qualche anno di casa di cura. Insomma, sembra brutto quantificare ma direi una cifra importante. Sapete, di agricoltori come i miei zii ce ne sono migliaia di migliaia nel nostro Paese e tutti nelle loro stesse condizioni. Sono quelli che adesso bloccano le strade per lanciare il loro grido di dolore, pronti a marciare su Roma. Manifestano contro chi, nel bene e nel male li sostiene da 70anni e non un fiato contro chi gli impone i prezzi, contro i grossisti e la grande distribuzione, quelli che gli tengono il cappio intorno al collo. Gente che applaude e vota convintamente chi stravede per il libero mercato ma..non per loro, non per loro. Loro vogliono le massime tutele possibili, il libero mercato va bene per tutti gli altri. Inutile dire che sto dalla parte degli agricoltori ma solo di quelli consapevoli, non dei furbetti o degli sciocchi, quelli che protestano sbagliando bersaglio. Non si puo' battere le mani a chi racconta le bellezze del capitalismo e poi lagnarsi quando si viene chiamati a pagare il conto. Non ci si puo' spellare le mani a favore di chi butta miliardi e miliardi di euro per sostenere le guerre dei potenti prepotenti e poi, un domani, lagnarsi perche' si e' invasi dal grano ucraino. Non si puo' votare chi promette "mai patrimoniali' per i grandi capitali e poi lagnarsi che mancano gli aiuti all'agricoltura. Quella parte, per me, puo' andare tranquillamente a fanculo e mi resta difficile dare loro solidarieta'.
@ilpianistasultetto
108 notes · View notes
risposte-e-reblog-randagi · 2 months ago
Note
Lui mi ha lasciato e io impazzisco: hai la cura?
Innanzitutto, mi dispiace...
...ma la cura la ho, per banale che sembri, ed è il tempo: credimi, ci sarà un giorno, non so quando, in cui improvvisamente realizzerai che lui non è stato il tuo primo pensiero...e poi ci sarà un giorno in cui ti accorgerai che, da qualche giorno, lui non è nemmeno più un pensiero...e poi un giorno in cui nemmeno ti accorgerai di nulla che lo riguarda, in cui ti verrà in mente e con un sorriso ti dirai ''ma tu pensa'' e magari ti ricorderai le cose belle, oppure quelle che d'ora in poi non vorrai più sopportare, o un aneddoto buffo...
...capiterà così, davvero, come è capitato a milioni di altri noi, come magari è già capitato anche a te...tornerai a quel luogo da cui sei venuta, quello stato in cui eri prima di conoscerlo, ovvero quel mondo in cui lui non c'era e tu stavi bene.
Tempo.
Tempo, pazienza e coscienza nella sofferenza.
22 notes · View notes
quebraram · 9 months ago
Text
Aquela foi a pior sexta feira da minha vida, aquela manhã, aquele dia e todos os outros que vieram em seguida... Não há um dia em que eu deixe de lembrar daquela sensação, daquela dor, daquela tristeza. Eu ouvi o meu coração rachando e gritando dentro do meu peito e eu não podia fazer nada além de chorar e me perguntar o porquê. E eu ainda procuro as respostas, os motivos e principalmente, uma forma de fazer parar de doer, mas como é que se cura das feridas, como é que estanca a dor, se quem faz tudo melhorar não está mais aqui? Se não liga para como eu estou e como eu me sinto? Se ignora minha existência? Talvez a dor seja a única forma de me lembrar que estou vivo, mesmo tendo morrido por dentro. Mas talvez eu não quisesse mais me lembrar, só deixar de sentir dor e não sentir mais nada para sempre, eu só queria desligar de verdade a minha mente e o meu coração. Eu não aguento mais.
— O meu nome é solidão, D. Quebraram.
54 notes · View notes