#crimine economico
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Truffa un’anziana e le ruba 5.000 euro ma la vittima le si oppone, interviene un vicino, quindi i Carabinieri che arrestano la ladra mente tenta la fuga. Valenza
Valenza – Una chiamata dalla Centrale Operativa di Alessandria sulla radio della pattuglia della locale Stazione: è in corso una truffa a un’anziana.
Valenza – Una chiamata dalla Centrale Operativa di Alessandria sulla radio della pattuglia della locale Stazione: è in corso una truffa a un’anziana. Mancano pochi minuti alle sette di sera, i Carabinieri arrivano rapidamente, notano la vittima insieme a due persone nel cortile del condominio. C’è concitazione, un uomo tiene chiuso il cancello che dà sull’esterno mentre una donna tenta invano di…
#Alessandria today#allerta sicurezza#Arresto Carabinieri#arresto Valenza#Carabinieri Alessandria#Criminalità#crimine economico#Crimine Organizzato#cronaca Alessandria#Cronaca locale#Cronaca nera#denunce per truffa#difesa anziani#difesa dei più deboli#emergenza truffe#furto a un&039;anziana#Google News#Indagini in corso#italianewsmedia.com#ladra arrestata#lotta alla criminalità#notizie cronaca.#Pier Carlo Lava#polizia giudiziaria#Prevenzione reati#Prevenzione truffe#protezione dei cittadini#raggiri e inganni#raggiro anziani#reati contro gli anziani
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CHE BELLA L'ITALIA PRIMA DEL 68
L'Italia era nell'occidente l'enfant prodige. Era un paese ottimista, dove si lavorava e col lavoro era arrivato il miracolo economico. Si esportava e le aziende andavano a gonfie vele. Non c'era terrorismo e pochissima criminalita'. La lira poneva le basi dell'oscar delle monete. La posta veniva recapitata tre volte al giorno, gli ospedali funzionavano, nelle scuole si studiava non tanto quanto in passato ma ancora abbastanza. Il cinema distraeva e produceva tantissimi film l'anno, i teatri erano pieni, si costruivano case e strade...il futuro non era un problema.
Poi e' venuto il trionfo di chi giudicava Einaudi un vieto reazionario, Scelba un aguzzino, il profitto un crimine, il lavoro una schiavitu', il terrorismo una sacrosanta protesta, il terrorismo palestinese a cui si apri' la porta e di li all'islam, l'assenteismo un diritto: ed e' venuta l'Italia della paura, degli ospedali indecenti, delle universita' con il 27 politico, della cassa integrazione, della produzione calante, dell'inflazione, cattivo cinema, dei sequestri, degli attentati. La scomparsa del merito, dell'autorita', dell'educazione e del decoro. Il 68 e' stato l'inizio di un incubo mai finito che ha imprigionato la cultura nell'ideologia, ha eliminato il dissenso, Al momento esso e' rappresentato dal birignao buonista, multiculturalista. Perche' questo e' il bello, anzi il brutto, il pensiero reducista non si evolve. Cambia, si trasforma. Come i figli di papa' annoiati che fecero il 68 con gli eskimo e oggi sono in giacca e cravatta. Perche' i reazionari di allora non erano gli operai a cui e' stata tolta la scena ma erano di estrazione borghese, attratti dal culto della violenza per la violenza. Volevano cancellare l'eccellenza ovunque la trovassero. Ecco i risultati della chirurgia intellettuale della sinistra: un popolo di analfabeti, e di analfabeti di ritorno dove le pagelle sono state sostituite dalla tessera di partito. Generazioni di ignoranti, eterni bambini, incapaci di farsi educare e di educare. Un'infanzia eterna. Ma quando finisce il 68?
( articoli di Indro Montanelli, Mario Cervi e Roberto Gervaso)
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La vecchiaia non è solo un destino biologico, ma anche storico-culturale. Quando il tempo era ciclico e ogni anno il ritmo delle stagioni ripeteva se stesso, chi aveva visto di più sapeva di più. Per questo “conoscere è ricordare”, come annota Platone nel Menone, e il vecchio, nell’accumulo del suo ricordo, era ricco di conoscenza. Oggi con la concezione progressiva del tempo, non più ciclico nella sua ripetizione, ma freccia scagliata in un futuro senza meta, la vecchiaia non è più deposito di sapere, ma ritardo, inadeguatezza, ansia per le novità che non si riescono più a controllare nella loro successione rapida e assillante.
Se smascheriamo il mito della giovinezza e curiamo le idee malate che la nostra cultura ha diffuso sulla vecchiaia potremmo scorgere in essa due virtù: quella del “carattere” e quella dell’”amore”. La prima ce la segnala Hillman ne La forza del carattere: “Invecchiando io rivelo il mio carattere, non la mia morte”, dove per carattere devo pensare a ciò che ha plasmato la mia faccia, che si chiama “faccia” perché la “faccio” proprio io, con le abitudini contratte nella vita, le amicizie che ho frequentato, la peculiarità che mi sono dato, le ambizioni che ho inseguito, gli amori che ho incontrato e che ho sognato, i figli che ho generato.
La faccia del vecchio è un bene per il gruppo, e perciò Hillman può scrivere che, per il bene dell’umanità, “bisognerebbe proibire la chirurgia cosmetica e considerare il lifting un crimine contro l’umanità” perché, oltre a privare il gruppo della faccia del vecchio, finisce per dar corda a quel mito della giovinezza che visualizza la vecchiaia come anticamera della morte. A sostegno del mito della giovinezza ci sono due idee malate che regolano la cultura occidentale, rendendo l’età avanzata più spaventosa di quello che è: il primato del fattore biologico e del fattore economico che, gettando sullo sfondo tutti gli altri valori, connettono la vecchiaia all’inutilità, e l’inutilità all’attesa della morte. Eppure non è da poco il danno che si produce quando le facce che invecchiano hanno scarsa visibilità, quando esposte alla pubblica vista sono soltanto facce depilate, truccate e rese telegeniche per garantire un prodotto, sia esso mercantile e politico, perché anche la politica oggi vuole la sua telegenìa. La faccia del vecchio è un atto di verità, mentre la maschera dietro cui si nasconde un volto trattato con la chirurgia è una falsificazione che lascia trasparire l’insicurezza di chi non ha il coraggio di esporsi con la propria faccia. E poi l’amore che, come ci ricorda Manlio Sgalambro nel Trattato dell’età, non cerca ripari, non si rifugia nella “giovinezza interiore” che è un luogo notoriamente malfamato, ma si rivolge alla “sacra carne del vecchio” che contrappone a quella del giovane, mera res extensa buona per la riproduzione. “L’eros scaturisce da ciò che sei, amico, non dalle fattezze del tuo corpo, scaturisce dalla tua età che, non avendo più scopi, può capire finalmente cos’è l’amore fine a se stesso”. Una sessualità totale succede alla sessualità genitale. Qui si annida il segreto dell’età, dove lo spirito della vita guizza dentro come una folgore, lasciando muta la giovinezza, incapace di capire. Forse il carattere e l’amore hanno bisogno di quegli anni in più che la lunga durata della vita oggi ci concede per vedere quello che le generazioni che ci hanno preceduto, fatte alcune eccezioni, non hanno potuto vedere, e precisamente quello che uno è al di là di quello che fa, al di là di quello che tenta di apparire, al di là di quei contatti d’amore che la giovinezza brucia, senza conoscere.
Umberto Galimberti, tratto da “la Repubblica” - 29 febbraio 2008
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Attenzione alla truffa sulle criptovalute della celebrità di Internet, il signor Li
http://trn-news.it/portale/index.php/mondo/item/16433-scavare-in-profonditanellemotivazionidietro-la-truffa-della-criptovaluta-emessa-dalla-celebrita-di-x-il-signor-li-non-e-il-tuo-insegnante?fbclid=IwY2xjawHkdDpleHRuA2FlbQIxMAABHVh-tITYX6eTTcE927EL4SWp9RUOxYnKOui0wea-6gK7P3cULdkuRJmUsg_aem__kUdT4U4SKZZUaLOH9_Cnw#google_vignette
Il primo aspetto nè prendere in prestito la valuta $Li per controllare la situazione della comunità e il controllo de ifondi dei dissidenti in Cina e allestero. Le monete $Li acquistate da dissidenti in patria e allestero fluiscono nella fondazione creata da "Il signor Li non è i ltuo insegnante". Se l account "Il signor Li non è il tuo insegnante" è gestito dal governo cinese, allora la fondazione creata è molto probabilmentegestita dal governocinese, il chef aciliterà ll polizia cinese controllare la struttura, imembri, la fonte o il funzionamento dei loro fondi organizzativi. Se le monete $Li diventano unimportante pilastro economico di queste comunità, Puoi anche autorizzare "Il Maestro Li non è il tuo insegnante" a tagliare il sostegno finanziario in qualsiasi momento.
Il secondo aspetto è il pericolo nascosto che la poliziacinese raccoglia informazioni sugli investitori. Gli investitori acquistano principalmente attraverso la piattaforma di scambio OKX, ma questa piattaforma ha un background cinese. I metodi di pagamento di questo scambio forniscono carte bancarie e canali di pagamento "Alipay" e "WeChat" comune mente usati in Cina e registrano un account suquesto scambio. Al momento dell apertura, è necessario anche associare il numero di cellulare, l indirizzo e-mail, caricare la cartadidentità, il riconoscimento facciale, ecc. etutte le informazioni personali devono essere caricate su questa piattaforma. È possibile che una piattaforma con background finanziatodalla Cina consenta alla polizia cinese di comprendere queste informazioni?
In terzo luogo, l acquisto di monete $Li aiuta la polizia cinese a fornire prove di condanna ai dissidenti in patria e allestero. Nella legge cinese, esiste un crimine chiamato "finanziamento di attività criminali che mettono in pericolo la sicurezza nazionale", che si riferisce alla fornitura di sostegno finanziario o in natura a istituzioni (individui) allinterno e allesterno della Cina per aiutarli a tradire il paese, in citare all asecessione e sovvertire il regime statale e altri atti. Una volta chequalcuno in Cina acquista monete $Li e viene catturato dalla polizia cinese, ci saranno prove rilevanti per accusarlo.
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La eugenesia del capitalismo (CONSUMISMO)
Por cosas de la vida tengo que dejar mi casa... una construccion daño los cimientos de mi casa... y la reparacion esta mas alla de las posibilidades Era un sector pobre cuando se construyo... hace 100 años era parte del cementerio :v Paso a ser talleres y hace unos 40 años se volvio domiciliaria Lo mejor era la ubicacion... cerca a todo, muchas vias de acceso y relativamente seguro... Tonces... me dispuse a ver con el precio de venta donde trasladarme... por el daño estructural... solo se mide el terreno... y eso implico perder 2/3 del precio Y empece a buscar terrenos similares... comicamente... sale mas barato comprar un terreno y edificar Sin pereza tome planos, pregunte proyectos.. ninguno me convencio... incluso.. sale mejor una prefabricada pues uno les plantea las modificaciones Como soy vejete soltero... no me interesa tener pndejadas familiares... lo mas sostenible, lo mas comodo, lo mas economico Andaba viendo piezas modulares... y por algoritmo empiezan a salirme las jaulas de Corea del Sur... y luego esto
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Desde niño me adapte a vivir con limitaciones... pero las habitaciones ATAUD... es evidente tiene una alegoria cierta Si no tienes para vivir... la sociedad te prefiere muerto...
Yo considero el capitalismo es salvaje... la ley del mas inteligente... no del mas fuerte Es el modelo socioeconomico que mas me convence... En el comunismo... ni siquiera puedes montar un negocio sin ser EXTORSIONADO por el gobierno... cual banda criminal que no te ayuda en nada... pero te roba porque estas laburando En eso de planear mi nuevo hogar llevo 6 meses... Hasta que note algo curioso... inconcientemente planeaba para quedarme solo... ni siquiera planee donde tener mi perro... garaje si, taller si, cuarto de videojuegos si... Pero por alguna razon extra��a... ni cuarto de invitados, ni un cuarto vacio para extender, ni siquiera un cuarto para mascotas Y recorde la disputa con una ptiabortista hace 15 dias... que le mencionaba se patrocinaba el aborto como medio de esterilizacion y eugenesia social a los pobres... RAZON EVIDENTE Mientras uno ve que el dinero alcanza menos... y hasta delincuentes tienen derecho a comida... pero una persona del comun... NO ¿Notan a donde voy? Inconcientemente algunos pagan miles de millones de dolares en una estrategia de convencer a la mayoria... en que no se reproduzcan... que se adapten a "viviendas ataud" que solo salgan a laburar y a dormir... cual robots Y me acuerda tanto al corto animado de ANIMATRIX
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La Metamorfosi di un uomo comune: Breaking Bad e il viaggio dell’anti-eroe.
La nascita della storia e la figura di Vince Gilligan
“Breaking Bad” è una delle serie televisive più acclamate degli ultimi anni, frutto della mente creativa di Vince Gilligan. Nel corso degli anni ha vinto fino a 16 Emmy Awards sia per quanto riguarda gli attori che per coloro che stavano dietro alla macchina da presa.
Infatti l’ideatore di questo show è diventato sinonimo di genialità e di complessità narrativa. Prima di questa serie, Vince Gilligan era già noto per il suo lavoro in “The X-Files” (un altro pilastro della narrazione seriale), dove aveva affinato le sue capacità di narrazione e costruzione di personaggi complessi.
L’idea di “Breaking Bad” è nata dal desiderio di raccontare la trasformazione radicale di un uomo comune in un criminale senza scrupoli. Gilligan voleva esplorare la metamorfosi di un individuo che da bravo cittadino si trasforma in un anti-eroe, ponendo la domanda: “Cosa succede quando una persona fondamentalmente buona decide di diventare cattiva?”
Il viaggio dell’anti-eroe interpretato da Bryan Cranston
Il protagonista di “Breaking Bad”, Walter White, è magnificamente interpretato da Bryan Cranston.
All’inizio della serie, Walter è un mite insegnante di chimica delle superiori che, dopo una diagnosi di cancro ai polmoni, decide di intraprendere la produzione di metanfetamine per garantire un futuro economico alla sua famiglia. La performance di Cranston è stata lodata per la sua capacità di passare da un uomo ordinario e sottomesso a un astuto e spietato signore della droga, mostrando ogni sfumatura del suo personaggio in modo convincente e avvincente.
I coprotagonisti
Accanto a Bryan Cranston, troviamo una serie di coprotagonisti che hanno dato vita a personaggi indimenticabili. Aaron Paul, nel ruolo di Jesse Pinkman, un ex studente di Walter e suo partner nel crimine, offre una rappresentazione toccante di un giovane che lotta con i suoi demoni personali.
Anna Gunn interpreta Skyler White, la moglie di Walter, la cui evoluzione da moglie ignara a figura sempre più consapevole e combattiva è centrale per la trama.
Altri personaggi notevoli includono Hank Schrader (Dean Norris), il cognato di Walter e agente della DEA, e Saul Goodman (Bob Odenkirk), l’avvocato senza scrupoli che fornisce assistenza legale al duo.
Gli antagonisti
“Breaking Bad” è noto anche per i suoi memorabili antagonisti, che aggiungono tensione e complessità alla serie. Anche se la distinzione tra buoni e cattivi, in questa serie televisiva è effettivamente restrittiva, questi sono alcuni dei personaggi che ostacolano il percorso del protagonista, Walter White.
Gustavo “Gus” Fring, interpretato da Giancarlo Esposito, è uno dei villain più raffinati e pericolosi, con la sua facciata da rispettabile imprenditore che nasconde un freddo e calcolatore signore della droga.
Altri antagonisti degni di nota includono Tuco Salamanca (Raymond Cruz), un violento spacciatore di droga, e i gemelli Salamanca, Leonel e Marco, che portano un livello di minaccia quasi implacabile alla storia.
La particolarità dello storytelling organizzato dagli autori
Il successo di “Breaking Bad” risiede anche nel suo storytelling unico e meticolosamente organizzato.
Gli autori, guidati da Vince Gilligan, hanno saputo creare una narrazione che si evolve lentamente, con attenzione ai dettagli e alla coerenza interna. La serie è nota per i suoi colpi di scena sorprendenti e per la capacità di tenere il pubblico costantemente sulle spine.
Ogni episodio è studiato per contribuire allo sviluppo dei personaggi e all’intensificazione della trama, rendendo la visione un’esperienza avvincente e coinvolgente.
La teoria dei colori
Una delle caratteristiche più intriganti di “Breaking Bad” è l‘uso simbolico dei colori. Gilligan e il suo team hanno utilizzato una tavolozza di colori specifica per rappresentare lo stato emotivo e l’evoluzione dei personaggi.
Ad esempio, Walter White indossa spesso colori che riflettono il suo passaggio da innocente a colpevole, con tonalità che vanno dal beige al nero. Skyler, d’altra parte, è spesso vista in abiti blu, simbolo di lealtà e calma, ma che gradualmente cambiano man mano che la sua consapevolezza e coinvolgimento nelle attività di Walter aumentano.
La risposta dei fan
La risposta dei fan a “Breaking Bad” è stata straordinaria.
La serie ha accumulato una base di fan devoti e ha generato un vasto seguito sui social media e nei forum online. Le discussioni e le teorie dei fan hanno contribuito a mantenere vivo l’interesse per la serie anche dopo la sua conclusione. “Breaking Bad” ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura popolare. Il suo successo ha portato anche alla creazione di uno spin-off, “Better Call Saul”, che esplora ulteriormente l’universo creato da Gilligan.
“Breaking Bad” non è solo una serie televisiva, ma un fenomeno culturale che ha ridefinito il concetto di anti-eroe e ha alzato l’asticella per la narrazione televisiva.
Questa serie televisiva ha un profondo significato per me dato che è stato l’oggetto della mia tesi di magistrale. In particolare il rapporto tra la sua temporalità e quella della storyline di Better Call Saul.
Se anche voi avete apprezzato questa serie, fatemi sapere che ne pensate. Per altri post visitate la pagina degli articoli, e mi raccomando restate nei paraggi se volete leggere anche del più colorato degli avvocati del mondo della seriatlià.
La vostra EasyTears!
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Milena Gabanelli
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Milena Gabanelli, giornalista, autrice e conduttrice televisiva, è una delle voci più autorevoli e scomode del mondo dell’informazione.
Graffiante, libera e intraprendente, ha condotto inchieste e reportage che hanno fatto la storia, andando fino in fondo alla ricerca per la verità.
È stata inviata di guerra e l’unica italiana a mettere piede e soggiornare per un mese per un reportage sull’isola di Pitcairn, dove vivono le persone che discendono dagli ammutinati del Bounty.
Lavorando da sola, con una videocamera portatile, ha introdotto in Italia, nei primi anni Novanta, il videogiornalismo, metodo che ha insegnato nelle scuole e che ha ispirato diversi programmi televisivi.
Nata a Nibbiano, in provincia di Piacenza, il 9 giugno 1954, a vissuto a Desio, in Brianza, prima di trasferirsi a Bologna, dove si è laureata al DAMS con una tesi in Storia del Cinema.
Ha iniziato a collaborare con la Rai nel 1982, realizzando programmi di attualità. Nello stesso anno ha partecipato al Festival del Cinema di Venezia con il documentario A Jean Eustache sul regista francese Jean Eustache.
Nel 1989 ha lavorato per Speciale Mixer, trasmissione di Giovanni Minoli, che l’ha portata a documentare, in giro per il mondo, temi come la crescita economica della Cina, a esplorare Vietnam, Cambogia, a realizzare reportage sui venditori di reni in India, sulle persone deformi a causa dei test atomici in Kazakistan e sulla yakuza giapponese.
Come inviata, ha lavorato in paesi come l’ex Jugoslavia, Birmania, Sudafrica, Mozambico, Somalia, Cecenia e altri ancora.
Nel 1994 ha condotto Effetto Video 8 Professione Reporter un programma sperimentale che ha proposto servizi di videogiornalismo realizzati in giro per il mondo. Un nuovo modo di fare inchiesta, in cui la persona inviata era, per la prima volta, regista e autrice del servizio, senza la mediazione di terze persone, che consentiva di entrare e muoversi con più agilità in determinati ambienti, creando un contatto diverso con le persone intervistate e abbattendo notevolmente i costi di produzione.
Nel 1997 ha ideato e condotto Report, diventato in pochi anni, il miglior programma di giornalismo investigativo che ha affrontato temi di carattere economico, legati alla salute, alla giustizia, alle inefficienze dei servizi pubblici, crimine organizzato, ecomafie, servizi segreti e molte altre ancora. Per le sue inchieste scottanti che hanno pestato i piedi a poteri forti, è stata portata in giudizio numerose volte.
Nell’aprile 2013 il Movimento 5 Stelle l’aveva proposta come loro candidata alla Presidenza della Repubblica Italiana.
Dopo vent’anni di messa in onda, nel 2017 si è dimessa dalla RAI lasciando la conduzione del programma a Sigfrido Ranucci e da allora collabora con Il Corriere della sera, dove ha una sua rubrica dal titolo Dataroom ed è editorialista di Sette. Partecipa anche a trasmissioni di approfondimento di La7.
Ha scritto diversi libri e ricevuto numerosi riconoscimenti per il suo impegno e il coraggio di svelare vicende nascoste.
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Uno storico COMUNISTA, che dice il suo punto di vista. Uno storico FASCISTA potrebbe dire esattamente il contrario. Io non sono uno storico ma sono una antifascista e un anticomunista e quello che dice il prof. Barbero è fattualmente sbagliato.
Il comunismo è una ideologia errata a livello economico, antropologico e storico (lo stesso Barbero mi ha insegnato che le teorie storiche di Marx erano campate in aria). Certo i comunisti che non sono andati al potere non hanno ammazzato nessuno, non potevano farlo. Ma chi ci è andato ha sempre commesso crimini contro l'umanità perchè ha provato ad applicare una teoria sbagliata che non ha mai funzionato e non funzionerà mai. E commettere crimini contro l'umanità non è un accidente ma una naturale conseguenza dell'applicazione del comunismo. Poi ci sono anche alcune cose del comunismo come l'abolizione della proprietà privata che sono un crimine contro l'umanità per tutti tranne che per i comunisti, dire quindi dire che il comunismo a livello teorico non vuole commettere crimini non è sostenibile, altrimenti potrebbero farlo anche i nazifascisti con le cose loro.
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La celebrazione dei 250 anni di attività della Guardia di Finanza, il più antico corpo di pubblica sicurezza, è stata commemorata con un calendario speciale per il 2024. Quest'edizione è stata arricchita dalle illustrazioni di Milo Manara e dai testi redatti dal giornalista e saggista Paolo Mieli. L'origine della Guardia di Finanza risale al 1774, quando nel Regno di Sardegna fu istituita la Legione Truppe Leggere, precursore del corpo, con il compito di presidiare i confini. Inizialmente nata come polizia doganale, nel corso del tempo si è evoluta per diventare una forza di polizia moderna, impegnata nella tutela del bilancio nazionale ed europeo e nella difesa delle libertà economiche dei cittadini, con l'obiettivo di promuovere i principi di legalità e giustizia. Il comandante generale Andrea De Gennaro, nell'introduzione del calendario, afferma: "Siamo partiti dal 1774, anno fondamentale in cui venne istituita la Legione Truppe Leggere, antesignana del Corpo, con compiti di presidio dei confini". La Guardia di Finanza, originariamente focalizzata sulla polizia doganale, ha adattato la propria missione nel corso degli anni, diventando un pilastro nella lotta all'evasione fiscale, alle frodi fiscali e ai crimini economico-finanziari. Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, sottolinea l'importanza di tale impegno: "La lotta all'evasione fiscale e alle frodi fiscali, il contrasto all'illecita distrazione di finanziamenti pubblici nazionali e comunitari e ad ogni genere di crimine economico-finanziario sono determinanti per sostenere un percorso di crescita stabile, sostenibile e duraturo della nostra economia". La cerimonia di celebrazione ha visto la partecipazione della Banda del Corpo della Guardia di Finanza, accompagnata da un'esibizione musicale di Andrea Bocelli, contribuendo a rendere l'evento ancor più memorabile.
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Jurisprudencia plenaria. Criminal y Correccional, Penal económico, trabajo y criminal
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Criminal y Correccional
Robo. Uso de arma descargada apta para disparar: Encuadra en el concepto de “arma” del art. 166, inc 2º, del cód. penal el uso de un arma descargada apta para disparar (CNCrim. y CORREC., en pleno, diciembre 10-976. —Scioscia, Carlos A.). ED, 71-475.
Sentencia. Juicio correccional: Las reglas establecidas en el art. 495 del cód de proced. crim. no regulan las formas de la sentencia correccional (CNCrim. y Correc., en pleno, marzo 14-977. —Sofovich, Gerardo A.). ED, 73-129.
Concurso de delitos. Unificación de penas. Aplicación de oficio de la regla primera del art. 58 del cód. penal: La regla primera del art. 58 del cód penal no solo puede sino que debe ser aplicada de oficio por el órgano jurisdiccional que esté en condiciones de hacerlo, en la etapa en que el proceso se encuentre (CNCrim. y CORREC., en pleno, noviembre 22-977. —Delgado, Omar A.). ED, 75-628.
Penal Economico
Libramiento de cheque sin fondos. Competencia: Es competente para conocer en los procesos por libramiento de cheques sin provisión de fondos, en cualquiera de las hipótesis del art. 302 del cód. penal, el juez en cuya jurisdicción se encuentra el banco girado (CNPenal Económico, en pleno, agosto 5-976. — Ortega, Susana N.). ED, 70-361.
Trabajo
Trabajo. Gente del mar. Antigüedad. Indemnización por despido: La antigüedad para calcular la indemnización por despido a que es acreedor el personal embarcado comprendido en el convenio colectivo de trabajo 370/71 debe computarse tomando en consideración los años de servicios anteriores a la vigencia de dicho convenio (CNTtrab., en pleno [Nº 210], marzo 15-977. —López, Gregorio M. C. Panave, S. R. L.). Ed, 72-306.
Criminal
Condena condicional. Inhabilitación; aplicación como pena conjunta de otra susceptible de ese modo de ejecución: Es procedente el beneficio de la condena de ejecución condicional para la pena de inhabilitación cuando se aplica como pena conjunta con otra respecto de la cual la ley ha dispuesto aquel A. y otro). ED, 71-485.
Originally published at on http://blogsguera.com/ January 03, 2023.
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Una cosa si sa, ed e' che l'intero CDA di OpenAI e' formato da cultisti, di due diversi e opposti culti di (mi si passi il termine non medico) sociopatici.
Alcuni temono l'IA perche' ci uccidera' tutti.
Altri vogliono l'IA totale al piu' presto perche' salvera' il mondo.
Per questo c'e' stato tutto quel dramma: i due culti stavano lottando per il controllo della societa'.
Entrambi i gruppi sono formati da completi rincoglioniti, la cui unica qualita' e' essere ricchi e/o amici di altri ricchi, con la competenza tecnologica del bidello di Report. La maggior parte di quella gente fino a 9 mesi fa era con i bitcoin e gli NFT fino agli occhi perche' erano il Futuro dell'Umanita' (Effective Altruists e' uno dei due gruppi, e Sam Bankman Fried, il megatruffatore di FTX, e' uno di loro).
Il 100% della roba che leggete oggi sull'IA, ANCHE in pubblicazioni tecnologicamente un pelo piu' avanzate, e' MARKETING (vedo fuffa simile di continuo su ArsTechnica). Marketing puro. Vi vogliono vendere l'ultima stronzata tecnologica per automatizzare il crimine (attualmente l'unico *vero* uso sul campo dei generatori linguistici e' lo spam).
OpenAI, Google, Meta, tutti gli altri, NON dispongono di "Intelligenze Artificiali" nel senso di "intelligenza" che potete immaginare (Artificial General Intelligence), quello che sarebbero i "cervelli positronici" di Asimov o il computer dell'Enterprise, o che so.
Quello che esistono ora sono programmi che in base a modelli statistici producono dati. NON SANNO COSA SONO QUEI DATI.
Per questo ChatGPT e tutti i suoi parenti rispondono con sicumera con frasi in inglese grammaticalmente corretto, sostenendo con gran certezza cose ASSOLUTAMENTE FALSE.
ChatGPT e' una forma avanzata (e costosissima, e inefficiente) dell'autocompletamento del vostro telefono. Non molto di piu'.
(quando parlo di culti, btw, sono serissimo: i seguaci dell'Effective Altruism mostrano tutti i segni necessari)
L'intelligenza artificiale, al momento, secondo i ricercatori seri del campo (che non lavorano per OpenAI) e' piu' distante dall'essere realizzata della Fusione a Freddo (e la Fusione Fredda e' "forse tra 20 anni" da almeno 30 anni).
Voi direte: ma a chi giova spingere sul pericolo dell'IA che distruggera' il mondo? La risposta e' duplice: uno degli scopi del cercare di convincere il pubblico (e la politica) e' puramente economico. Gli Effective Altruists sono stramiliardari che sostengono "non tassateci, cosi' diventeremo ancora piu' stramiliardari, ed essendo noi il meglio dell'umanita', con i soldi in piu' potremo salvare il mondo, che NOI sappiamo come fare". Ma nel frattempo "non tassateci", you know.
L'altra meta' della risposta e'... la maggior parte di questa gente NON ragiona in maniera razionale. Sono cultisti di un culto millenarista che invece di temere il ritorno di Gesu' e l'Armageddon temono l'arrivo dell'Anticristo Computerizzato.
Ciao Papero!
Se ti va… cosa ne pensi della vicenda di Altman, Open AI e di questa nuova intelligenza Q* che potrebbe “minacciare l’umanità” (by corriere della sera)?
Ci può stare uno spiegone alla Papero Learning sulla storia di Q* che fa il “salto della matematica” e del “velo ignoranza”?
Due punti prima di iniziare.
Primo, perdonami per il lungo ritardo, ma ero via e non ho avuto il tempo materiale per sedermi un attimo e rispondere a questo ask, che non è affatto banale.
Secondo, e sono davvero dispiaciuto di questa cosa, purtroppo ad oggi non c'è una sorgente di informazione italiana decente sulla AI, a partire da quelle munnezze di Repubblica e Corriere della Sera, che altro non fanno che rincorrere click sull'argomento. Se pensi che pure la trasmissione Report, che ad avercene di robe simili, si lascia andare a stronzate da Novella 2000 quando si tratta di tecnologia, del resto, perché dotarsi della consulenza di un matematico e rendere la trasmissione noiosa quando puoi tenere le persone che non ci capiscono un cazzo incollate alla sedia con scenari apocalittici? (tanto per fare un esempio, vi basta sentire le vaccate che ha detto la Gabanelli sulla gestione delle scorie nucleari ... ). Alla gente piace così, e questi sono i tempi moderni, che vuoi farci.
Ma torniamo al punto, e il punto è che non si sa nulla, quindi io non posso darti alcuna risposta certa. La stessa OpenAI non ha fatto trapelare nemmeno un aiutino, e allora non capisco come facciano tutti questi scienziati della carta stampata a parlare di nuova intelligenza che ci ucciderà tutti.
Qualcuno ha provato ad ipotizzare che possa basarsi su una tecnica di learning chiamata Q-learning: https://en.wikipedia.org/wiki/Q-learning
che, per semplificarla all'osso, sarebbe una roba basata sulle catene di Markov,
Spieghino: una catena di Markov, per farla davvero scema, è una sequenza di stati dove ogni transizione ha la sua probabilità. Pensa, ad esempio, alle previsioni del tempo: se tu hai una perturbazione in un punto del pianeta Terra, questa si sposterà in una direzione con una determinata probabilità, e in un'altra direzione con un'altra probabilità, e, data la prima direzione, per esempio, ne prenderà una terza con una probabilità, e altre con altre probabilità, e così via. Quindi avrai una sorta di "grafo", dove ogni percorso accadrà, in teoria, con una combinazione di valori di probabilità.
usate per fare reinforcement learning
Spieghino: il reinforcement learning è, per farla scema, quel processo di apprendimento tale per cui tu fai una cazzata e poi capisci se è stata una cosa intelligente o meno. Pensa ad un neonato in una stanza con diversi oggetti, lui interagirà con ogni aspetto della sua realtà circostante e, ad ogni interazione che provochi una reazione, lui apprenderà cosa è utile fare e cosa no, e questo migliorerà la sua conoscenza della realtà.
per, in pratica, creare un automa che riesca ad eseguire compiti specifici imparando dai propri errori e migliorando le sue performance.
Ora, ammettiamo che tutta questa congettura sia concreta, stiamo parlando di cose che sappiamo già, quindi, o stiamo parlando di una roba completamente nuova che non c'entra nulla con quello che ho scritto sopra, o OpenAI ha portato questi due concetti oltre una barriera che prima era impossibile da superare (processando molti ma molti più stati nello stesso arco di tempo??), oppure ci stanno prendendo per il culo solo per spostare soldi nel mercato dell'AI.
Appena uscirà qualcosa di più tangibile e concreto, ne parlerò :)
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Ufficiale:
"Lockdown per tutelare la salute dei cittadini".
Ufficioso:
"Lockdown per velocizzare il cambiamento del sistema economico per come lo conosciamo".
Del resto i 9 miliardi dei 207 del Pnrr che saranno investiti nella sanità, parlano da soli.
#UE #Criminals
@superdrumm
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Milano indaga
Si è appena conclusa l’iniziativa Milano in giallo e noi vogliamo tracciare una sintetica panoramica degli autori più noti. “Milano come Chicago“: titolava così il 29 novembre 1976 la prima pagina de «La Notte», storico giornale milanese poi chiuso negli anni Novanta. Ecco spiegata la moltiplicazione di libri (e film) gialli e, di conseguenza, di ispettori, detective, commissari che hanno popolato e tuttora investigano nella nostra città.
In realtà la ‘predisposizione’ di Milano ad essere terreno fertile per indagini criminali risale più indietro nel tempo, a quello che è considerato il padre di questo genere letterario, Augusto de Angelis: noto antifascista e giallista in un’epoca in cui il Minculpop aveva disposto il sequestro “di tutti i romanzi gialli in qualunque tempo stampati e ovunque esistenti in vendita”, innamorato di una donna ebrea, incarcerato e poi picchiato da un fascista: morì in seguito alle ferite riportate a soli 56 anni. Il suo eroe, il commissario De Vincenzi, egregiamente interpretato da Paolo Stoppa in una serie di sceneggiati Rai, opera prevalentemente nella nostra città.
Forse anche l’atmosfera, soprattutto invernale, fatta di nebbia e cieli plumbei, ha favorito lo sviluppo di questo tipo di letteratura: un misterioso delitto nella caligine notturna di Palestro apre le pagine di Motivo d’allarme di Eric Ambler, ambientato durante gli anni del ventennio.
Al dopoguerra si ispira Dario Crapanzano: “Mario Arrigoni, capocomissario di Porta Venezia (che è come dire arcimilanese, meneghino al quadrato), si muove in una Milano impegnata a ricostruire ma non ancora toccata dalla febbre dal boom, dove insieme a fabbriche e uffici riaprono anche i teatri, come il Piccolo di Strehler; dove le auto sono poche e ci si sposta in tramvai, tutt’al più in Vespa; dove brunch e happy hour non sono stati ancora inventati e al massimo nelle fumose osterie si può mangiare un panino, anzi, un ‘sanguis’, traslitterazione milanese della parola sandwich”.
Dal dopoguerra la città si è ingrandita a dismisura, la periferia “ha fagocitato cascine, campi coltivati e borghi storici, e si è ritrovata, senza rendersene conto, una metropoli” (così scrive Michele Turazzi nell’utile volumetto Milano di carta). Sono gli anni del boom economico “di una società approdata al consumismo senza aver davvero capito di essere uscita dalla povertà”, e l’equazione ricchezza = criminalità dà i suoi risultati nella cronaca nera come nelle pagine dei romanzi gialli. Dalla vecchia ligera locale “malavita estrosa e un po’ scalcagnata” che quasi mai uccideva (quella cantata da Jannacci e Gaber, per intenderci) si passa alla delinquenza efferata con cui si trova a combattere l’investigatore Duca Lamberti (protagonista anche di alcuni film) creato dalla veloce penna di Giorgio Scerbanenco. Sono gli anni della famigerata ‘banda Cavallero’ (che ha ispirato il film di Lizzani Banditi a Milano, con Gian Maria Volonté), di Francis Turatello e di Vallanzasca.
La mala degli anni ’60-70 è descritta da Paolo Roversi in Milano criminale, prequel di Solo il tempo di morire, ambientato tra il 1972 e il 1984, ancora prima della cosiddetta ‘Milano da bere’.
Al 1978 risale il l’esordio di Renato Olivieri. Ecco come Andrea Camilleri (nella prefazione di Il romanzo poliziesco di Yves Reuter) descrive il suo eroe: “Il commissario Giulio Ambrosio, innamorato stendhalianamente della sua Milano, è un uomo colto, dalle abitudini borghesi, sostanzialmente malinconico”. Ricordiamo anche il bellissimo film I giorni del commissario Ambrosio con Ugo Tognazzi.
“Ma l’eredità maggiore di Scerbanenco si ritrova in tutti quei commissari, vicequestori e detective improvvisati che hanno invaso gli scaffali delle librerie nell’ultimo mezzo secolo, rendendo Milano la città d’elezione per le indagini letterarie nel nostro Paese. Questi investigatori agiscono ovunque, in qualsiasi quartiere di una città che, dal punto di vista del crimine, non conosce pace”.
È la Milano degli anni Ottanta quella di Piero Colaprico, il giornalista che ha coniato il termine ‘tangentopoli’ (la sua esperienza in tema di criminalità milanese gli ha dettato il saggio di recente pubblicazione Manager calibro 9), nonché padre, insieme a Pietro Valpreda, del maresciallo Binda “un investigatore che si inserisce perfettamente nella tradizione del giallo. Classico per la meticolosità dei suoi ragionamenti, moderno per la sua abilità nel districarsi nei vari strati sociali di una Milano colma di divergenze, Binda risulta un personaggio con il quale non si può non simpatizzare. Padre e marito modello, imperturbabile, ma con un profondo lato malinconico, quasi dark, che bilancia una certa dose di sana ironia. Un anziano ex carabiniere che vive una seconda giovinezza proprio grazie all’attività di investigatore privato”.
Si tratta di un vero proliferare (cui si può offrire solo un rapido cenno), che non sembra attenuarsi, forse perché la narrativa è più vera e accattivante se agganciata al territorio, e la Milano buia, nebbiosa, tentacolare, sovrappopolata ben si presta ad un immaginario di tipo poliziesco.
I più recenti: Il mistero di Chinatown di Mario Mazzanti, la prima indagine dell’anatomopatologo Tommy Davis e dell’amico Gualtiero Abisso; La disciplina di Penelope di Gianrico Carofiglio: “La protagonista, brillante magistrato dei tempi che furono, è impegnata in un’investigazione tra le vie di Milano, avvolta nei ricordi e in un intrico da svelare”; a proposito di nebbia, è appena uscito Una giornata di nebbia a Milano di Enrico Vanzina: “È una giornata di nebbia a Milano, una di quelle che sembravano non esistere più, come se fosse uscita da un romanzo di un altro tempo, da una ballata di giorni lontani. Luca Restelli sta andando al giornale per cui lavora, per le pagine di cultura, quelle che non considera nessuno. Non ha ancora quarant’anni, ma anche i suoi gusti sono ‘passati’, come la nebbia di quella mattina: vive di riferimenti letterari e cinematografici, tra insicurezze e un po’ di superbo disprezzo per il mondo indolente e arrivista che lo circonda. All’improvviso arriva una notizia, un omicidio in Corso Vercelli, un uomo è stato ucciso con un colpo di pistola, è stata arrestata una donna. Restelli si propone, la cronaca nera gli è sempre piaciuta. Dopo aver raccontato la città eterna, Vanzina racconta l’altra capitale italiana. Il risultato è un giallo straordinario, elegante, irriverente, geniale e inaspettato”; Nella luce di un’alba più fredda di Hans Tuzzi: nuove indagini per il commissario Norberto Melis; Un colpo al cuore di Piergiorgio Pulixi, ambientato tra la Sardegna e Milano è la storia di “un serial killer che ha deciso di riparare i torti del sistema giudiziario”; e poi le indagini del commissario Caronte di Alessandro Reali.
Ambientato sempre a Milano (ma questa volta in estate!) l’ultimo bestseller di Alessandro Robecchi, Flora, di cui abbiamo già parlato: “Storia di un Pigmalione ai tempi della televisione che cerca di convertire la sua pupilla e le masse al culto della poesia, tramite il toccante esempio del surrealista Robert Desnos. Storia di un rapimento sui generis in cui il lettore è dalla parte dei malviventi, e ben presto lo sarà anche la vittima. Scritto in piena pandemia, ne riporta qualche velata eco”.
Addirittura una magliaia è stata promossa all’invidiabile ruolo di investigatrice: si tratta di Delia, la protagonista dei gialli di Mauro Biagini.
Come dice Turazzi, “la lista è quasi inesauribile”. Per la fortuna di noi appassionati lettori, ci viene da aggiungere...
#milanoingiallo#augusto de angelis#paolo stoppa#Gian Maria Volonté#carlo lizzani#dario crapanzano#scerbanenco#michele turazzi#piero colaprico#pietro valpreda#mario mazzanti#Gianrico Carofiglio#enrico vanzina#hans tuzzi#piergiorgio pulixi#alessandro robecchi#mauro biagini
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Quei sacchi che fecero strage tra i cernitori Un piccolo distretto operoso, puntellato di piccole e medie imprese a conduzione quasi familiare, con una forte etica del lavoro, quasi auto-sacrificale. Di recente balzato agli onori delle cronache per la morte di un’operaia del tessile. È questo lo sfondo per una piccola storia d’amianto e morti operaie, tra i lavoratori più umili del tessile, i cernitori che ancora negli anni Ottanta stracciavano a mano i panni da trasformare in lana rigenerata. È una storia vecchia, ma purtroppo attuale, perché parla di amianto. Con l’amianto si muore anche quarant’anni dopo che l’assassino ha abbandonato la scena del crimine e le storie d’amianto si leggono come cold case. Ma cominciamo dalla fine. Un giorno caldo di fine luglio, nel 1985, in una serie di aziende del distretto pratese si presentano i funzionari dell’Usl n° 9 per un’ispezione. I risultati sono sorprendenti, per un’industria in cui non si lavorava amianto: «Nel corso dell’indagine fu scoperta la presenza in cernita di un rilevante numero di sacchi di polipropilene tessuto che sulla superficie esterna recavano la dicitura Asbestos con l’indicazione del paese di provenienza (Canada, Usa, Urss, Australia, Sudafrica) e le avvertenze in lingua inglese circa la pericolosità del loro contenuto. Questi sacchi avev ano contenuto precedentemente amianto importato da fabbriche italiane di cemento-asbesto (zona di Reggio Emilia) e, dopo essere stati svuotati, erano ceduti alla cernita. Gli involucri venivano utilizzati nell’azienda tessile per l’imballaggio degli stracci e perciò aperti su due lati con un’apposita taglierina elettrica». Pare che i sacchi, secondo quanto riportato dall’epidemiologa americana Margaret Quinn, fossero addirittura 1500. Venivano usati per fasciare gli stracci dopo la prima cernita. Erano rotti di lato e poi pressati e legati attorno ai mucchi di stracci, dopo una pressatura meccanica. Nella zona di lavorazione viene identificata della polvere di asbesto. Se i cernitori tradizionalmente sono uomini (perché serve forza di polso per lo strappo manuale delle fodere), a usare la taglierina sui sacchi sporchi di amianto sono invece donne, che riferiscono, intervistate dai periti dell’Usl, «fenomeni irritativi cutanei e delle prime vie respiratorie insorgenti in correlazione all’esposizione alle polveri provenienti da quei sacchi; i sintomi erano così importanti da richiedere la rotazione del personale». Un bel lavoro, che soffiava amianto in faccia a quelle donne costrette a usare le presse per chiudere e imballare mucchi di stracci dentro ai sacchi dei cementifici. Le presse a loro volta mettevano in movimento nell’ambiente le fibre. I sacchi imballati poi venivano inviati alla cernita seconda, esponendo alle fibre altri lavoratori. I campioni sequestrati dall’Usl, inviati nei laboratori, confermarono la presenza di amianto, nella forma perlopiù del crisotilo, e poi di crocidolite e amosite. Fibre del minerale killer furono trovate anche sugli abiti degli operai, che ovviamente se le portavano a casa. I primi ad ammalarsi sono quelli che stanno più in basso, come sempre. I paria: i cernitori alla base dell’industria tessile pratese. Quanti morti registra il distretto pratese del tessile per mesoteliomi pleurici? La risposta ce la dà l’Ispo, l’Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica di Firenze. Nel periodo 1988-2012 i registri segnalano 172 casi di mesoteliomi. Eppure rimane una domanda. Come arrivarono quei 1500 sacchi di amianto a Prato? L’inchiesta condotta da alcuni medici del lavoro dice che arrivarono da Reggio Emilia e presumibilmente dalle ditte di cemento-amianto della zona. Solo che qui la storia diventa ancora più paradossale. Perché non erano le aziende a portare i sacchi sporchi di amianto a Prato. I sacchi che contengono materiali di vario genere non hanno un grande valore economico. Certo, i sacchi in fibra naturale andavano nei sacchifici e venivano reintegrati nel mercato. Ma questi sacchi sporchi di asbesto servono a poco e vengono accumulati e messi da parte in un magazzino emiliano, fino a quando non li vede qualcuno. Chi? Come in ogni storia che si rispetti, arriva ad un certo punto l’uomo in nero. Che è quello che sposta i sacchi sporchi di amianto da Reggio Emilia a Prato. Un cattivo? No, l’uomo in nero è uno buono, un sant’uomo. Ci sono, al mondo, i buoni. Quelli che fanno le cose in buona fede. Magari c’è di mezzo anche un piccolo interesse economico, ma credo che quell’uomo in nero ignorasse la pericolosità dell’amianto perché si occupava nella vita di faccende per nulla materiali. E siccome di cose materiali non ne capisce nulla, fa involontariamente un disastro. Perché quei sacchi dovevano dormire in un magazzino come un drago malefico e invece il buono, inavvertitamente, con la sua ingenuità risveglia il drago. Chi è quest’uomo in nero? Il nome non lo sappiamo. O almeno non me l’hanno detto. Conosciamo solo il suo mestiere e la prima che me ne parla è l’epidemiologa americana che sulla vicenda ha scritto tanti anni fa e che ho intervistato via mail. E quando mi arriva quella riga benedetta devo leggerla due volte perché penso di aver interpretato male l’inglese: «The story included a priest who somehow helped to get the bags from the cement factory to the cernite». Insomma, l’uomo in nero, colui che in buona fede ha portato l’amianto da Reggio Emilia a Prato era un buon pastore. Un prete. Un prete di Reggio Emilia che nulla sapeva di amianto o di industria. Che ormai sarà morto anche lui. Che si è mosso in buona fede per riciclare quei sacchi pieni di amianto, perché lì non stavano a fare niente quei sacchi, facevano solo polvere. E la polvere arrivò a Prato per imballare la lana delle pecorelle, che un giorno sarebbe stata rigenerata. E i poveri cenciaioli furono sacrificati per il processo della resurrezione della lana e dell’accumulazione del profitto. Pulvis es et in pulverem reverteris. Alberto Prunetti PRATO
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Cyber crime: l’Italia è il quarto paese più colpito dai ransomware subito dopo Regno Unito, Francia e Germania.
I dati arrivano dalla scoietà di sicurezza informatica FireEye che segna una crescita dei ransomwareche colpisce tutta l’area Emea. L’area Emea comprende Europa, Africa e Medio Oriente, e i ransomware rappresentano la tipologia di attacco cyber maggiormente in aumento, con un +422% tra febbraio 2020 e maggio 2021.
Quali sono i settori più colpiti? dal cyber crime in Italia? Il settore manifatturiero è al primo posto, seguito da servizi legali e professionali, logistica e industria ingegneristica.
“I gruppi che operano attraverso attacchi ransomware continueranno a crescere fino a quando non inizieremo ad affrontare il problema a livello politico.Rallentare queste attività criminali richiederà un livello di coinvolgimento che non abbiamo mai visto prima. Il cybercrime è una sfida globale e abbiamo necessità di segnalare e operare contro i paesi che offrono protezione ai cyber criminali o che accettano, con passività, le loro azioni, finché non colpiranno chi li ospita o li protegge”.
Nel frattempo Swascan ha pubblicato l’Energy Cyber Risk Indicator (Giugno 2021): gli indicatori sono stati determinati con il servizio di Domain Threat Intelligence (DTI).
Sottolineando il fatto che il settore energetico è una delle infrastrutture critiche del nostro Paese, sostenendone le attività e lo sviluppo economico, evidenzia come la transizione verso una rete energetica digitalizzata o 4.0, esponga il settore a nuovi rischi e alle attvità malevole dei “criminal hacker”.
Leggi_ Cyber crime e aziende comparto energia in Italia a rischio: il rapporto Swascan
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C’è una sua frase, abusata in questi giorni e resa quasi un epitaffio della sua vita, che così riassume il suo comunismo: “il comunismo ha sbagliato ma non è sbagliato”. In quella frase c’è tutta la presunzione ideologica a dispetto dei fatti, o come un tempo si diceva, delle “dure repliche della realtà”; la convinzione di un’essenza pura, quasi metafisica, del comunismo che rimane illibata nonostante i fallimenti molteplici della storia. L’idea comunista è sacra e inviolata, i fatti ne hanno solo sporcato le rappresentazioni temporali; ogni crimine compiuto dai regimi comunismi situava quei regimi fra i traditori del comunismo. Ma quando un’idea fallisce ovunque e genera ovunque repressione, stermini, totalitarismo e fallimento economico-sociale, il difetto non è nelle “trascurabili” applicazioni storiche ma nell’idea stessa e nella pretesa di correggere l’umanità, raddrizzare il mondo, generare una società perfetta sacrificando l’umanità imperfetta e reale. Da qui la riduzione del comunismo a Immacolata Concezione, a prescindere dai suoi frutti storici e politici; e la pretesa dei suoi sacerdoti di essere il sale della terra, e di dover giudicare il mondo e gli altri e insegnare loro la retta via.
Rossana Rossanda, che già nelle sue generalità era un agitarsi di bandiere rosse, merita il rispetto che si deve a una combattente delle sue idee, coerente nonostante le incoerenze dei suoi passaggi, messaggera di una rivoluzione che non vide mai la luce. In compenso fece vedere agli altri l’inferno.
Marcello Veneziani
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