#crescita economica Eurozona
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La BCE Riduce Ancora i Tassi: Cosa Significa per Mutui e Crescita Economica
Nuovo taglio del costo del denaro: impatti positivi sui mutui e previsioni di crescita economica riviste al ribasso.
Nuovo taglio del costo del denaro: impatti positivi sui mutui e previsioni di crescita economica riviste al ribasso. La Banca Centrale Europea (BCE) ha annunciato un ulteriore taglio dei tassi di interesse, il quarto da quando ha iniziato la politica di riduzione lo scorso giugno. Questa mossa, che riduce il costo del denaro di 25 punti base, mira a stimolare l’economia dell’Eurozona, ma…
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Salari in caduta libera e ignoranza in crescita: Una riflessione sul futuro dell'Italia
Perché SOLO l’ Italia NON cresce? Io credo di saperlo, ma lo chiedo agli “esperti” che dicono “fuori dall’ Euro e dall’ Unione Europea”… Cosa bisogna fare per portare gli italiani a ragionare con la testa invece che con la pancia? La matematica NON è un’opinione! Un Paese non si amministra sui social bar… 𝐔𝐧 𝐆𝐨𝐯𝐞𝐫𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐢𝐧𝐜𝐚𝐩𝐚𝐜𝐢 𝐞 𝐢𝐧𝐜𝐨𝐦𝐩𝐞𝐭𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐞̀ 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐥’𝐞𝐦𝐛𝐥𝐞𝐦𝐚 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐞𝐭𝐚̀ 𝐜𝐡𝐞 𝐡𝐚 𝐥𝐢𝐭𝐢𝐠𝐚𝐭𝐨…
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Visco: "Quadro congiunturale Eurozona insoddisfacente"
“Si desume crescita economica pressoche’ nulla in mesi estivi”source
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Italia a rischio recessione economica con la zona Euro
3 motivi per cui l'arrivo di una recessione in Italia è ormai certo. Tra inflazione, tassi d’interesse sempre più altri e politiche fiscali restrittive gli stati dell’Eurozona rischiano seriamente di finire in recessione entro pochi mesi. La scorsa settimana si è chiusa con una brusca frenata per l’economia tedesca: il PIL è diminuito su base trimestrale dello 0,4% battendo al ribasso la previsione degli analisti che temevano un calo dello 0,2%. Questa settimana si chiude invece con un report dettagliato dell’agenzia di rating Fitch, secondo cui non solo la Germania ma anche l’Italia entro la fine del 2023 andranno in recessione. Negli ultimi mesi l’economia del nostro Paese e dell’intera Eurozona si è dimostrata molto più resiliente di quanto non ci si aspettasse, superando l’inverno senza particolari contraccolpi grazie al combinato disposto di un calo inaspettato dei prezzi dell’energia e di una spesa pubblica post-pandemia ancora piuttosto sostenuta. E così il 2022 è stato archiviato con una crescita del 3,7%, la disoccupazione è diminuita sensibilmente e nei primi mesi dell’anno la Borsa Italiana si è pure dimostrata la migliore d’Europa. Ma a quanto pare questo trend si sta invertendo.
Perché una recessione in Italia nel 2023 è ormai certa Quelli citati sono solo i primi segnali di una recessione che sicuramente colpirà l’Italia e l’Europa, per almeno tre motivi. 1) L’inflazione Il primo riguarda l’inflazione: in Italia, seppur in calo, l’inflazione rimane ancora sopra il 9% con l’inflazione di fondo (cioè l’inflazione al netto dei beni energetici ed alimentari) che invece continua a salire ed è ormai al 6,4%. In altri Paesi europei invece, la situazione è addirittura peggiore. In Francia e Spagna l’inflazione a febbraio è aumentata rispetto a gennaio, in Germania è rimasta stabile. Ciò vuol dire che anche il 2023 sarà caratterizzato da un’alta inflazione che ha già iniziato a far frenare i consumi delle famiglie. Infatti, l’ultimo dato disponibile, quello di dicembre, sulle vendite al dettaglio nell’Eurozona ci riporta un calo annuale del 2,8%: un dato che, ad esclusione delle chiusure per i lockdown, possiamo riscontrare solo nelle gravissime recessioni del 2008 e del 2011. 2) I tassi di interesse BCE Ad accelerare la dinamica appena descritta vi sono le scelte della Banca Centrale Europea, che, proprio per combattere un’inflazione più resistente del previsto, secondo molti analisti, alzerà i tassi d’interesse oltre il 4%. Questo vuol dire mutui, finanziamenti e prestiti sempre più cari per famiglie ed imprese. Ed anche qui, un dato su tutti rende evidente come nei prossimi mesi assisteremo ad un’ulteriore contrazione dei consumi e degli investimenti: i debiti delle famiglie europee valgono in media più del 100% del reddito disponibile.
Debiti delle famiglie in relazione al reddito disponibile I debiti delle famiglie europee superano in media il loro reddito disponibile 3) La politica fiscale Infine, la politica fiscale dei governi, complice il rientro in pompa magna del patto di stabilità e crescita per il prossimo anno, ha dismesso la sua caratteristica espansiva degli anni della pandemia a favore di politiche sempre più restrittive. E così anche in Italia nel 2023 il ricorso al deficit è stato timido, misurando gli adeguamenti degli stipendi nella PA, rivedendo al ribasso le rivalutazioni delle pensioni e lasciando aumentare le accise su diesel e benzina. Ci mancava solo la ciliegina sulla torta del blocco della cessione dei crediti d’imposta e, di fatto, del superbonus, che avevano fatto registrare al settore delle costruzioni degli aumenti record in termini di valore aggiunto sul Pil: +20,7% nel 2021 e +10,2% nel 2022. Ora anche questo settore subirà il contraccolpo. Quindi senza prendere in considerazione i rischi di una nuova fiammata dei prezzi energetici dato da una guerra in Ucraina che non sembra aver fine, le prospettive economiche non sembrano per nulla promettenti. Chissà se l’Eurozona potrà permettersi l’ennesima recessione senza subire un contraccolpo politico o se i vari governi prenderanno contezza di dove spira il vento. Read the full article
#bce#BorsaItaliana#eurozona#guerraucraina#italia#pandemia#politicaeconomica#politicafiscale#recessione#spesapubblica#Superbonus
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Eurozona, Ue taglia le previsioni di crescita economica per il 2023
I 19 Paesi che utilizzano l'Euro entreranno in recessione il prossimo inverno, al rialzo la previsione di crescita sul PIL dell'Italia
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ENRICO STAI SERENO LETTA SI PRESENTA ALLA TASSEMBLEA E COSA PROPONE ?
LETTA : FRASI FATTE, LE SUPERCAZZORE PREMATURATE CON SCAPPELLAMENTO A SINISTRA COME L'ANTANI UGO DISSE
Problemi "importanti per il paese" trattati da Letta :
1) Progressisti nei valori
2) Riformisti nel metodo
3) Radicali nei comportamenti personali
4) Non vi serve un nuovo segretario. Serve un nuovo PD"
5) La vita fuori da qui - nel partito - è molto bella"
4) Giovani: "saranno al centro della mia azione".
5) tre sfide globali: a) cambiamento climatico b) pandemia,
c) protezione dati personali
6) Se noi dobbiamo per forza andare al governo, noi diventiamo il partito del potere.
7) E se diventiamo il partito del potere, noi moriamo
8 ) Il governo di Draghi è il nostro governo, è la lega che deve spiegare perché lo sostiene"
9) Altri Temi toccati: a) Donne b) Sì ius soli c) Sud d) PA moderna
e) lotta alle mafie (la pace nel mondo) f) Lotta ai paradisi fiscali europei g) Progressività dell'imposta h) terzo settore i) reti di prossimità l) sindacati.
10) Rilancio dialogo sociale.
11) Partito della prossimità" non ZTL.
I 9 problemi fondamentali del popolo italiano, che lo risolleverebbero agli antichi splendori, NON TRATTATI DA LETTA MAI TRATTATI DA LETTA :
1) RIFORMARE COMPLETAMENTE IL SISTEMA FISCALE
a) Ridurre la partenza Irpef dal 23% al 5% e riadeguare le altre aliquote, no tax-area fino a 10k
b) (Ridurre il contributo Inps dal 33% al 20%) Dopo la Riforma Inps
c) Ridurre Iri Ires e tasse imprese complessive dal 64,8% complessivo al 25%
d) Ridurre l’Iva dal 22% al 5%
e) Rimettere in tasca ai cittadini i 400 MLD di tasse in eccesso (con coperture) : 400 MLD il taglio fiscale - 168 MLD l’extra gettito - 192 MLD risparmio tasse sulla spesa pubblica - 40 MLD deficit = 0 Pareggio di bilancio
f) Instaurare un Reddito di Disoccupazione 500 Eu mese permanente
g) Instaurare una Pensione di Base fiscale a 1.000 Eu per tutti
(a compensazione dell’assistenza e del ricalcolo pensionistico al contributivo)
2) RIFORMARE L’INPS
a) Separare l’assistenza dalla previdenza contributiva e cederla al fisco (-64 MLD)
b) Ricalcolare tutte le pensioni retributive al contributivo (-70 MLD)
c) Ridurre il contributo Inps dal 33% al 20%
d) Instaurare una Pensione di Base Fiscale 1.000 Eu mese per tutti
e) Portare l’età pensionabile da 67 a 62/60 anni (rimettere 3 milioni di lavoratori anziani over 60 in pensione lasciando il loro lavoro ai giovani)
3) RIFORMARE LA SCUOLA
a) Portare l’obbligo scolare da 14/16 a 18 anni (più 2,5 milioni di studenti tolti dalla disoccupazione)
b) Instaurare scuole professionali di 3 anni anche nella tecnologia
c) Riformare, riadeguare i programmi, educazione civica
4) RIFORMARE ESERCITO E PROTEZIONE CIVILE
a) Ripristinare il servizio di Leva di difesa 500mila giovani
b) Instaurare il servizio di Leva civile insieme a quello di difesa
5) STATALIZZARE SERVIZI E AZIENDE STRATEGICHE
a) Statalizzare tutti i servizi pubblici (150 MLD di utili)
b) Statalizzare tutte le aziende strategiche (50 MLD di utili)
c) Statalizzare tutte le Banche e le Assicurazioni
d) Statalizzare il 3° settore oggi business solidarietà (50 MLD di utili)
e) Statalizzare parzialmente o totalmente le aziende a forte automazione
6) DOPO 5 ANNI CREARE UNA MONETA PUBBLICA DI PROPRIETA’ POPOLARE
a) Inserire un Biglietto di Stato a corso legale senza uscire da Eurozona, parallelo ad euro
b) La Moneta solo interna, solo elettronica, esente da ritorsioni valutarie e speculative, senza violare i trattati internazionali, senza cambi internazionali, un solo cambio interno Lira/Euro.
c) Utilizzare l’Euro per import/export, acq. materie prime e vendita del Made in Italy all'estero
7) ABOLIRE LE TASSE A FONDO PERDUTO PER LEGGE E PER COSTITUZIONE E PASSARE ALLA (Fiscalità a Scambio)
a) Si paga solo il contributo Inps 20% gettito 350 MLD ad occupazione piena
b) Si incassano 150 MLD dagli utili dei servizi pubblici di Stato
c) Si incassano 50 MLD dagli utili delle aziende strategiche
d) Si incassano 50 MLD dal 3° settore
e) Si paga una spesa pubblica di 600 MLD anno circa, esentasse senza sprechi
f) Creazione monetaria del tesoro per il denaro necessario quando manca, per compensare o favorire la crescita economica
g) Prestiti e mutui con Moneta di Stato senza interessi a tasso 0%, su rete di Banche Pubbliche
😎 AUTOMAZIONE
a) Dopo aver raggiunto l’occupazione quasi piena, che come abbiamo visto è ancora possibile, a contrasto dell’automazione industriale, la robotizzazione, l’intelligenza artificiale, che inevitabilemtne porterà via molti posti di lavoro, anche se ne andrà a creare molti altri, sarebbe utile statalizzare parzialmente o totalmente le grandi produzioni ad alta automazione, dove gli utili che incamererà lo stato andranno ridistribuiti ai cittadini in base al reddito, sotto forma di un Reddito da utili di Stato.
b) In questa nuova economia, le macchine lavorano e producono, gli umani guadagnano, incassano gli utili e comprano i prodotti delle macchine, chiudendo così il ciclo economico.
c) Invece, piuttosto che lasciare tutti i grandi gruppi industriali in mano ai privati, dando il “Reddito Universale della gleba”, dove pochi signori avranno tonnellate di denaro, mentre una grande massa di popolazione, sarà mantenuta con un reddito da elemosina, solo per la giusta sopravvivenza, e dato che i cittadini vengono pagati, a lavorare gratis per le multinazionali e lo stato, oltre che dover sottostare a tutte le altre imposizioni, vaccini, tamponi, mascherine, microchip, app, lockdown, eliminazione del contante e chi piu’ ne ha ne metta
9) CORRUZIONE
a) Abbiamo una corruzione dilagante, che parte dalla politica e coinvolge la magistratura, le forze dell'ordine, l'avvocatura, i commercialisti, la sanità, le grandi imprese, le multinazionali, i grandi gruppi industriali associati, che commettono reati su reati, protetti e mascosti dall'informazione, da cosche, logge, ordini e mafie, i cani da guardia del potere e si sa che cane non mangia cane.
b) Il 100% degli appalti pubblici del Nord Italia viene “deciso” da un unico Studio di Commercialisti del Nord Ovest, il 100% degli appalti pubblici del centro sud, dalle mafie dai colletti bianchi. Comprendiamo che se sulla spesa pubblica ci sono 370 MLD di euro anno, tasse comprese, di sprechi, ruberie, regalie, tangenti, corruzione, assistenzialismo, bisogna aumentare le tasse, e se aumenti le tasse, imprese e cittadini vanno in sofferenza, non consumano, non producono, e di conseguenza crolla l’economia e il gettito fiscale.
E possibile porre rimedio a tutto cio’ ?
Fare tutto ciò che è giusto
Marco Cristofoli Moneta Pubblica
Secondo voi, vi fareste governare da un Partito Politico che propone non si sa bene cosa propone !? Per quanto tempo ancora siete disposti a farvi prendere per il c da questi soggetti, i camerieri dei loro padroni, l'1% dei piu' ricchi del pianeta ?
Marco Cristofoli Moneta Pubblica
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L’Italia non tiene il passo con l’Europa. A livello di zona euro, la crescita economica è prevista dell’1,2% sia nel 2020 che nel 2021. Quanto all’Italia, la previsione è di una crescita quest’anno dello 0,3% e dello 0,6% nel 2021 (in calo rispetto le precedenti stime). #italia #italy #europe #europa #eurozona #europe #economia #economy #crescita #stima #economiaefinanza #milanofinanza #investing #piazzaaffari #governo #governoitaliano https://www.instagram.com/p/B8idVqdqe7l/?igshid=hg1d5ap01wp4
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L’Italia Senza Euro: Come Sarebbe Oggi l’Economia con la Lira?. Un’analisi sull’impatto dell’euro sull’economia italiana e il potenziale scenario alternativo. Di Alessandria today
L’Italia e l’Euro: Una Scelta Decisiva per l’Economia Nazionale
L’Italia e l’Euro: Una Scelta Decisiva per l’Economia Nazionale Quando l’Italia adottò l’euro nel 2002, il cambio dalla lira alla moneta unica europea fu una scelta che molti economisti e politici considerarono fondamentale per rafforzare l’integrazione con l’Eurozona e per promuovere la stabilità economica. A distanza di oltre vent’anni, l’economia italiana ha affrontato diverse crisi, come la…
#Alessandria today#Banca d’Italia#Cambiamenti Economici#Competitività#crescita del PIL#Crescita economica#crescita industriale#crisi del debito#Crisi economica#Debito pubblico#Deficit#economia dell’Eurozona#economia e inflazione#economia e lavoro#economia italiana#economia nazionale#effetti della globalizzazione#effetti della lira#euro e disoccupazione#eurozona e Italia#export italiano#Google News#impatto dell’euro#Inflazione#Italia fuori dall’euro#italianewsmedia.com#lira italiana#moneta unica#Pier Carlo Lava#politica monetaria
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Conferenza stampa di Mario Draghi, acqua sull'euro bollente
Buongiorno ai lettori di Investing.com,
Tassi d’interesse invariati in Eurozona come da aspettative (tasso d’interesse ufficiale = 0%; tassi applicati al deposito di liquidità presso la BCE (deposit rate) = -0,40%; tassi applicati ai prestiti della BCE al sistema bancario =+0,25%); tale livello verrà mantenuto ancora per lungo tempo dopo la conclusione del programma di acquisto su larga scala di titoli di Stato (QE) previsto a fine 2017 che potrebbe essere ulteriormente protratto nel caso il tasso d’inflazione non fosse prossimo all’obiettivo del 2% su base annua.
La ripresa economica in Eurozona sta acquisendo sempre maggior vigore grazie alle favorevoli condizioni creditizie che il programma di Quantitative Easing sta garantendo sia al finanziamento di imprese sia dei consumatori sebbene l’inflazione (HICPI +1,5% a Marzo anno su anno), pur in ripresa nell’ultimo anno, sia guidata da fattori temporanei (rialzo del prezzo del petrolio) più che da una forza reale guidata da un solido incremento dei consumi.
Gli eventi che incidono sulla crescita economica sono considerati molto più bilanciati (lieve cambio di linguaggio rispetto al passato dove si ritenevano tilted to the downside ossia volti a danneggiare la crescita stessa) risultano legati maggiormente al tasso di crescita dell’inflazione (giudicato insoddisfacente) ed alle politiche economiche-commerciali globali (ovvio il riferimento ai provvedimenti estemporanei di Donald Trump).
Il mantenimento di una politica monetaria accomodante è ritenuto di vitale importanza per sostenere la ripresa economica ed, all’unanimità, il comitato direttivo ha deliberato di mantenere l’attuale entità di acquisti di titoli di stato su base mensile sul livello di 60 miliardi di euro; allo stato attuale il Comitato non è sufficientemente ottimista sia sulla sostenibilità della ripresa economica sia sulla graduale crescita dell’inflazione, da ritenere opportuno di modificare la politica monetaria con una logica restrittiva (tightening) a dispetto delle continue critiche del ministro delle finanze tedesco (Schauble)
REAZIONE DEI MERCATI
– Euro in lieve ritracciamento sul USD e sulla GBP (-0,17% e -0,60% rispettivamente a 1,0884 e 0,845)
– Prezzo del petrolio in notevole calo con il Brent ed il WTI in calo di circa il 2% rispettivamente a 51,3$ e 48,60$ al barile)
– Rendimenti obbligazionari dei titoli di Stato dell’Eurozona in lieve ritracciamento dai valori massimi di stamattina; decennale italiano al 2,30%% e decennale tedesco al +0,343%).
– Mercati azionari europei in territorio negativo accentuando le perdite di inizio mattinata (FTSE MIB -0,72%; DAX -0,20%) mentre ci si attende un’apertura delle contrattazioni sulla borsa americana lievemente positiva.
Conferenza stampa di Mario Draghi, acqua sull'euro bollente Conferenza stampa di Mario Draghi, acqua sull'euro bollente http://it.investing.com/rss/market_overview.rss $inline_image
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Eurozona, i dati dei PMI segnalano una accelerazione della crescita economica
Eurozona, i dati dei PMI segnalano una accelerazione della crescita economica
(Teleborsa) – Resta briosa la crescita economica dell’Eurozona. Lo confermano gli ultimi dati sui PMI, il consueto sondaggio mensile sule aspettative dei direttori acquisto delle aziende elaborato da Markit. I dati preliminari di aprile indicano che il PMI manifatturiero è volato a 56,8 punti dai 56,2 del mese precedente, risultando anche superiore alle stime degli analisti di 56 punti, mentre il…
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COSA DEVE FARE UN GOVERNO PER RISOLVERE TUTTI I PROBLEMI DEL NOSTRO CARO PAESE E RIPORTARLO ALLO SPLENDORE ?
1) RIFORMARE L’INPS
a) Separare l’assistenza dalla previdenza contributiva (-64 MLD)
b) Ricalcolare tutte le pensioni retributive al contributivo (-70 MLD)
c) Ridurre il contributo Inps dal 33% al 20%
d) Instaurare una Pensione di Base Fiscale 1.000 Eu mese per tutti
e) Portare l’età pensionabile da 67 a 62/60 anni (3 milioni di pensionati in più che lasciano il loro lavoro ai giovani)
2) RIFORMARE LA SCUOLA
a) Portare l’obbligo scolare da 14/16 a 18 anni (più 2,5 milioni di studenti tolti dalla disoccupazione)
b) Instaurare scuole professionali di 3 anni anche nella tecnologia
c) Riformare, riadeguare i programmi, educazione civica
3) RIFORMARE ESERCITO E PROTEZIONE CIVILE
a) Ripristinare il servizio di Leva di difesa 500mila giovani
b) Instaurare il servizio di Leva civile insieme a quello di difesa
4) RIFORMARE COMPLETAMENTE IL SISTEMA FISCALE
a) Far partire l’Irpef dal 15% e riadeguare le altre aliquote, no tax-area a 10k
b) (Ridurre il contributo Inps dal 33% al 20%) Riforma Inps
c) Ridurre Iri Ires e tasse imprese dal 64,8% complessivo al 32%
d) Ridurre l’Iva dal 22% al 10%
e) Rimettere in tasca ai cittadini i 400 MLD di tasse in eccesso (con coperture) : 400 MLD il taglio - 168 MLD il nuovo gettito - 192 MLD risparmio tasse sulla spesa pubblica - 40 MLD deficit = 0
f) Instaurare un Reddito di Disoccupazione 500 Eu mese permanente
g) Instaurare una Pensione di Base fiscale a 1.000 Eu per tutti
(a compensazione dell’assistenza e del ricalcolo pensionistico)
5) STATALIZZARE SERVIZI E AZIENDE STRATEGICHE
a) Statalizzare tutti i servizi pubblici (150 MLD di utili)
b) Statalizzare tutte le aziende strategiche (50 MLD di utili)
c) Statalizzare tutte le Banche e le Assicurazioni
d) Statalizzare il 3° settore oggi business solidarietà (50 MLD di utili)
e) Statalizzare parzialmente o totalmente le aziende a forte automazione
6) DOPO 5 ANNI UNA MONETA PUBBLICA DI PROPRIETA’ POPOLARE
a) Inserire un Biglietto di Stato a corso legale senza uscire da Eurozona, solo interno, solo elettronico
b) Escludere dai cambi la Moneta Pubblica solo interna e dagli attacchi e speculazioni internazionali, la moneta pubblica solo elettronica non conteplata dai trattati internazionali
c) Utilizzare l’Euro per import/export acq. materie prime e vendita del Made in Italy all'estero
7) ABOLIRE LE TASSE A FONDO PERDUTO PER LEGGE E PER COSTITUZIONE E PASSARE ALLA (Fiscalità a Scambio)
a) Si paga solo il contributo Inps 20% gettito 350 MLD ad occupazione piena
b) Si incassano 150 MLD dagli utili dei servizi pubblici di Stato
c) Si incassano 50 MLD dagli utili delle aziende strategiche
d) Si incassano 50 MLD dal 3° settore
e) Si paga una spesa pubblica di 600 MLD anno esentasse senza sprechi
f) Creazione monetaria del tesoro per il denaro necessario quando manca, compensare o favorire la crescita economica
g) Prestiti e mutui con Moneta di Stato senza interessi a tasso 0%, su rete di Banche Pubbliche
Moneta Pubblica – Marco Cristofoli
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Non esiste ancora={
IO VI CHIEDO QUALE POLITICO VI DICE CHI : 1) Chi rimette in pensione 3 milioni di lavoratori over 60 e separa l'assistenza (64 MLD) dalla previdenza contributiva dell'inps e la rimette alla fiscalità generale ? 2) Chi ricalcola il 100% delle pensioni retributive (+70 MLD di erogazione), che non hanno versato quei contributi, al contributivo ? 3) Chi instaura una Pensione di Base Fiscale di 1.000 Eu mese a copertura dell'assistenza e della compensazione del ricalcolo delle pensioni retributive al contributivo ? 4) Chi instaura un Reddito di Disoccupazione permanente di 500 eu mese, per il 100% dei disoccupati (15 milioni) ? 5) Chi porta l'età scolare a 18 anni, 2,5 milioni di giovani a scuola tolti dalla disoccupazione ? 6) Chi ripristina il servizio di leva, sia civile che militare, 500 mila giovani tolti dalla disoccupazione ogni anno ? 7) Chi taglia le tasse del 50% (Irpef, Inps, Indirette, Iva, locali), e rimette 400 MLD nelle tasche dei cittadini permanentemente, che si "copriranno" col nuovo gettito della crescita economica, e la metà delle tasse che risparmierà anche lo stato a se stesso sulla spesa pubblica (-192 MLD) ? 8) Chi statalizza il 100% dei servizi pubblici e delle aziende strategiche, +200 MLD di utili nelle casse dello stato ? 9) Chi instaura una Moneta Pubblica di Stato interna, senza uscire da Eurozona, coi conti correnti a doppia valuta Eu/Lira, dove l'Euro si usa solo per gli scambi con estero ? 10) Chi statalizza la Banca Centrale Italiana e l'intero sistema Bancario privato nazionale, perche uno strumento pubblico importante come il denaro non può essere creato e gestito da un privato ? 11) Chi statalizza parzialmente le società monopoliste ad alta automazione, robotizzazione, e intelligenza artificiale ? 12) Chi statalizza l'intero 3° settore fatto da Associazioni, Fondazioni, Onlus, Ong, che fanno affari sulle disgrazie dei cittadini abbandonati dallo Stato dopo che si è intascato i loro soldi delle tasse, che fatturano 73 MLD di Eu facendo lavorare lavoratori gratis, volontari, sottraendo lavoratori pubblici salariati ? 12) Chi rimette 550 MLD di Eu l'anno nelle tasche dei cittadini in modo permanente con la riforma fiscale e la statalizzazione dei servizi, delle aziende strategiche, delle banche, delle assicurazioni, del terzo settore ? 14) Chi ricolloca 15 milioni di disoccupati italiani reali, portando la disoccupazione sotto il 3% ? 15) Chi istituisce i CRS, Centri di Ricollocamento Sociale forzato, che prende dalla strada le persone abbandonate, gli da una prima assistenza fisica, doccia, panni puliti, cibo, un letto caldo, un tetto sopra la testa, e poi un percorso di reinserimento nella società, una casa, un lavoro, un ritrovo, nuovi amici, una nuova vita ? 16) Chi vieta per legge il volontariato privato associativo, e vieta il vivere per strada, in abbandono ? 17) Chi vieta i prestiti da istituti privati con interesse, e impone il prestito di Stato ad interessi 0%, con casa e prima attività non pignorabili a fronte di un debito non restituito, con un percorso di rientro possibile, concordato, intelligente a tutela del cittadino ? DITEMI CHI VI DICE QUESTE COSE PERCHE SE ESISTE VI CHIEDO DI VOTARLO !}
Marco Cristofoli
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Trump dal "pensiero volatile" innervosisce i mercati
Gentili lettori di Investing.com,
è stata una settimana estremamente interessante nonchè densa di eventi politici ed economici rilevanti, quella appena trascorsa.
Indubbiamente, l’intervento militare americano in Siria e la preparazione di un intervento in Corea del Nord , oltre ad aver determinato un’inattesa frizione con la Russia (seppur anche il Governo cinese pare non abbia gradito come emerso da dichiarazioni ufficiali), ha in qualche modo sancito un cambio di rotta da parte del presidente Trump e del suo motto “AMERICA FIRST” vale a dire di far prevalere l’interesse economico del proprio Paese perdendo di conseguenza l’etichetta di “poliziotto del mondo”.
Da valutare, tuttavia, vista la concomitanza dell’intervento militare in Siria e dell’incontro Trump-Xi Jinping se “realmente” Russia e Cina non fossero al corrente dell’operazione e, pertanto, se le reazioni di condanna, non siano prevalentemente di “circostanza e facciata”.
Sul fronte economico, da segnalare il brusco calo del numero di nuovi posti di lavoro creati negli USA nel mese di Marzo (98.000 vs attese di 180.000) nonostante il tasso di disoccupazione abbia raggiunto il livello minimo dal 2007 (4,5% vs attese di 4,7%).
Si sarà trattato di un calo occupazionale dettato dalle avverse condizioni climatiche che hanno riguardato gran parte degli Stati Uniti il mese scorso o sarà un segnale di scricchiolio della crescita economica?
Per ciò che attiene la politica monetaria internazionale, i seguenti elementi emersi in settimana sono stati indiscutibilmente degni di menzione e meritevoli di riflessione:
La Federal Reserve sta valutando concretamente verso la fine del 2017 la graduale riduzione del proprio bilancio (pari attualmente a circa 4.000 miliardi di dollari quando nel 2007 era pari a poco più di 1.000 miliardi di USD), dovuto ai programmi di Quantitative Easing posti in atto dal 2009 al 2014; una vendita sul mercato, seppur graduale, dell’enorme quantità di titoli di stato e di cartolarizzazioni di prestiti e mutui (MBS e RMBS) avrebbe un effetto equivalente ad un rialzo dei tassi di interesse domestici.
Mario Draghi ha reiterato la volontà di mantenere i tassi d’interesse ed il programma di Quantitative Easing in allo stato attuale almeno sino a fine 2017, allontanando pertanto (definitivamente) le speculazioni circa un imminente cambio di rotta.
La settimana dal 10 al 14 Aprile, sarà caratterizzata dall’avvio della EARNING SEASON americana che, mai come prima, avrà un ruolo fondamentale nel guidare la “direzione” dei mercati nei prossimi mesi.
I colossi di Wall Street (i primi a pubblicare i risultati economici e reddituali del primo trimestre 2017 saranno CITIGROUP, JP MORGAN e WELLS FARGO giovedì 13/4) dovranno soddisfare attese di incremento degli utili crescenti dato il contesto economico business friendly che l’amministrazione Trump vuole favorire, ma le valutazioni azionarie dei titoli americani, appaiono già molto elevate.
Sicuramente le evoluzioni in tema di azioni militari in Siria ed in Corea del Nord avranno un ruolo chiave nel, eventualmente, ridurre la propensione al rischio degli investitori; per ora, la turbolenza da queste generate è stata pressochè nulla.
Sul fronte macroeconomico, da segnalare la divulgazione dei dati definitivi di Marzo sul tasso di inflazione in Gran Bretagna, Cina, Eurozona e USA, oltre all’andamento dell’import/export cinese (giovedì 13/4) e sulle vendite al dettaglio americane (venerdì 14/4).
IL MERCATO AZIONARIO
La scorsa settimana ha visto i principali mercati azionari in fase di consolidamento (ossia sostanzialmente poco mossi) ad eccezione degli indici giapponesi (Nikkei 225 e Topix) in calo di un punto e mezzo percentuale e, soprattutto, negativi da inizio 2017 del 2,5%, soffrendo più di tutti, data la prossimità geografica, le continue ed estemporanee minacce di attacchi missilistici da parte della Corea del Nord. Non sembra, almeno per ora, prevalere il senso di prudenza da parte degli investitori che ormai non reagiscono agli attacchi terroristici e, prima di vendere gli assets rischiosi (fly to quality) attendono il verificarsi di un evento negativo di grandi proporzioni, quale potrebbe essere un’escalation delle tensioni geopolitiche che coinvolgano direttamente USA-RUSSIA-CINA.
VALUTE E COMMODITIES
Sul fronte valutario da segnalare la resilienza della sterlina britannica (GBP) nonostante l’avvio dell’iter di uscita dall’UE e soprattutto l’enorme posizione di forza di Bruxelles nel dettare le condizioni relative agli accordi commerciali. Tuttavia, più che un sostanziale incremento degli acquisti di sterline, il recente apprezzamento sembra dovuto ad una riduzione delle “posizioni speculative ribassiste” e dal rischio che un balzo dell’inflazione, possa indurre la Banca d’Inghilterra a rialzare il costo del denaro. Da inizio anno prosegue incessante il rafforzamento dello YEN giapponese sulle principali controparti valutarie (circa +5% rispetto l’USD e +4,30% rispetto all’EUR) data la veste indiscussa di valuta rifugio in caso di tensioni internazionali e di avversione al rischio.
Per quanto attiene le materie prime, prosegue la ripresa delle quotazioni del petrolio, questa settimana sostenute dal rischio che un intervento militare di vasta portata determini un rallentamento della produzione e ne aumenti il fabbisogno. Preziosi sull’altalena; dapprima in rafforzamento per poi cedere nelle ultime ore di contrattazione nella giornata di venerdì 7 Aprile, quando, seppur senza fornire alcun dettaglio, Trump ha comunicato di aver sensibilmente ridotto le fonti di tensione con la Cina definendo l’incontro con Xi Jinping decisamente costruttivo.
IL MERCATO OBBLIGAZIONARIO
I toni estremamente cauti adottati dalla FED (e resi noti dai minutes ossia dal resoconto della riunione del 15/3) e soprattutto da Mario Draghi in uno dei rari interventi pubblici, circa le aspettative che l’inflazione (bassa) essendo un problema risolto, dia slancio ad una stretta monetaria (rialzo dei tassi e riduzione degli stimoli) ha favorito un ulteriore calo dei rendimenti. Da monitorare (in senso di ulteriore riduzione di questi ultimi) l’evoluzione delle tensioni geopolitiche internazionali.
Trump dal "pensiero volatile" innervosisce i mercati Trump dal "pensiero volatile" innervosisce i mercati http://it.investing.com/rss/market_overview.rss $inline_image
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Eurozona, solide le prospettive di crescita
Eurozona, solide le prospettive di crescita
(Teleborsa) – “Negli ultimi mesi le prospettive per l’attività economica sono migliorate nonostante le incertezze politiche e la ripresa dell’inflazione. Il commercio mondiale è risultato più vivace, sostenuto in particolare dalle importazioni cinesi. Nei principali Paesi, le indagini sulle imprese indicano un miglioramento delle prospettive a breve termine. Inoltre la politica fiscale americana…
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Primo trimestre 2017 all'insegna del caos...valutario
Gentili lettori di Investing.com,
Il primo trimestre del 2017 si è chiuso con diffusi rialzi dei principali listini azionari mondiali tanto da risultare il miglior primo trimestre per il comparto azionario dal 2012; con l’insediamento di Trump ed il contestuale avvio di una profonda revisione dei trattati commerciali con i principali partner in un’ottica protezionistica, si è determinato un vero e proprio caos in ambito valutario, che, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe sfociare in una corsa alla svalutazione “competitiva” della valuta domestica dei Paesi la cui ricchezza è maggiormente dipendente dalle esportazioni.
Ma partiamo analizzando brevemente lo status quo delle principali economie mondiali alla fine del primo trimestre dell’anno.
– Stati Uniti : sullo slancio dell’ottimismo derivante dalle riforme promesse da Donald Trump inclini a spronare la crescita economica, il mercato azionario ha raggiunto nuovi massimi storici prima di subire, recentemente, un brusco stop quando il congresso, a maggioranza repubblicana, ha votato contro la riforma sanitaria dando adito a ritenere che anche altri punti cardine della sua agenda potrebbero essere quantomeno rallentati dall’impasse politico. La Federal Reserve ha rialzato i tassi d’interesse (ora all’1%) mantenendo, tuttavia, un approccio cauto circa ulteriori incrementi dei tassi d’interesse nel corso del 2017 (il consensus è di ulteriori due rialzi dello 0,25% entro fine anno).
– Europa : scongiurato il primo rischio “disgregatore” dell’UE rappresentato dalle elezioni olandesi, il timore di un sopravvento populista nelle prossime cruciali elezioni (Le Pen in Francia e AFD in Germania) è parso notevolmente attenuarsi. In un contesto, come quello attuale, di sostenuta ripresa economica e di rinnovato ottimismo circa una gestione del divorzio con la Gran Bretagna graduale e conciliatorio, da inizio Marzo i listini azionari del Vecchio Continente hanno conseguito ottime performance. La Banca Centrale Europea, soprattutto alla luce del nuovo ritracciamento delle pressioni inflazionistiche (indice dei prezzi (CPI) su base annua a Marzo pari al +1,5% inferiore alle aspettative di +1,7%) dopo il brusco incremento di Febbraio, ha reiterato la ferma volontà di mantenere politiche monetarie accomodanti per un esteso periodo di tempo (Quantitative Easing sino a fine 2017 e tassi a zero sino a 2018 inoltrato).
– Gran Bretagna : avviato l’iter di separazione dall’UE, il premier Theresa May ha in qualche modo attenuato il linguaggio aggressivo di inizio 2017, ponendo di fatto le basi per negoziazioni fatte di reciproche concessioni.
– Cina : la fase di ripresa economica sta proseguendo (seppur nel mese di Marzo l’attività nei settori primario e terziario abbia palesato un rallentamento del tasso di crescita) ed i rischi di crack finanziario, apparsi concreti nell’estate del 2015 ed a inizio 2016, in questo momento non destano particolare preoccupazione. Ultimamente, tuttavia, il Governo è oggetto di un nuovo attacco frontale da parte di Trump; dei 500 miliardi di disavanzo commerciale americano del 2016 (cioè la differenza tra esportazioni ed importazioni) ben 300 miliardi sono determinati da un eccesso di importazioni di beni cinesi rispetto alle esportazioni americane. Nel corso della prossima settimana si terrà un incontro tra i capi di stato; difficile si trovi un accordo ma quantomeno è auspicabile un confronto costruttivo.
– Giappone : il mercato azionario da inizio anno è risultato tra i peggiori listini (NIKKEI 225 -1,07% YTD) prevalentemente a causa del rafforzamento consistente dello yen (JPN) rispetto alle principali controparti (USD ed EUR) notoriamente deleterio per un’economia incentrata sulle esportazioni; si sta comunque gradualmente allontanando lo spettro della deflazione (l’indice dei prezzi al consumo è stabilmente in territorio positivo su base annua) ed il tasso di disoccupazione permane su livelli di piena occupazione (2,8%).
– Paesi Emergenti: eccezion fatta per la Turchia ed il Sud Africa, alle prese con tensioni politiche domestiche, (in particolare quest’ultima dopo il tracollo della valuta (ZAR) potrebbe subire anche il taglio del rating del proprio debito pubblico), si stanno mostrando resistenti agli shock esterni attirando ingenti capitali dall’estero (Russia in primis).
La settimana dal 3 al 7 Aprile, come consuetudine di ogni inizio mese, sarà caratterizzata dalla divulgazione di dati macroeconomici di notevole rilevanza; ad oggi solo la Cina ha divulgato gli indicatori PMI ufficiali (51,8 vs attese di 51,6 per il settore manifatturiero e 55,6 in crescita da 54,5 di Febbraio per il settore terziario con il solo indicatore Caixin PMI manifatturiero,raprresentativo delle società domestiche di piccole/medie dimensioni in lieve calo rispetto le attese (51,2 vs 51,6).
Proseguendo con ordine, per ciò che attiene il mese di Marzo, l’attenzione sarà riposta sui seguenti dati: lunedi 3 Aprile : PMI manifatturiero dell’Eurozona (attese di 56,2), della Gran Bretagna (attese di 54,6) e l’analogo ISM americano (attese di 57) mercoledi 5 Aprile : PMI del settore terziario in Eurozona (attese di 56,5), della Gran Bretagna (attese di 53,5) e l’analogo ISM del settore dei servizi americano (attese di 57) – venerdì 7 Aprile : creazione di nuovi posti di lavoro negli USA (le attese sono di un incremento di 180.000 unità) e tasso di disoccupazione (previsto stabile al 4,7%).
IL MERCATO AZIONARIO
La settimana appena conclusa, ha visto proseguire sul comparto il trend di over performance dei listini azionari europei rispetto a quelli americani ed asiatici, grazie al progressivo affievolirsi delle minacce alla tenuta dell’Unione Europea.
Da segnalare nel corso del mese di Marzo, la brillante performance dell’indice spagnolo (IBEX 35 +12,5%) e di quello italiano (FTSE MIB +8,5%). Più nervosi i listini americani, in lieve arretramento nelle ultime quattro settimane seppur ampiamente positivi da inizio anno e, soprattutto, quelli giapponesi, più sensibili alle dinamiche valutarie (lo YEN si è apprezzato nel primo trimestre circa del 5% sul USD e del 3,5% sull’EUR) ed alle tensioni geopolitiche alimentate dalla Corea del Nord.
In ambito settoriale, la ripresa delle quotazioni del petrolio, ha favorito il settore OIL & GAS mentre, il caos politico esploso in Sud Africa a seguito dell’improvviso allontanamento del ministro delle finanze, ha penalizzato le società operanti nel settore minerario estrattivo con significativa presenza nell’area (BHP Billiton e Rio Tinto (LON:LON:RIO) su tutte).
Settimana sull’altalena per il settore finanziario seppur, in specie quello americano, abbia subito maggiormente il contraccolpo della sconfitta politica di Trump sulla riforma sanitaria.
VALUTE E COMMODITIES
Fermento sul fronte valutario; dopo il significativo indebolimento dell’USD nelle prime tre settimane del mese, il timido ritorno della fiducia sulla capacità di Trump di superare l’impasse politico su temi, come la riforma fiscale e l’incremento della spesa pubblica, più in sintonia con il credo politico repubblicano, ne hanno favorito la ripresa.
Da segnalare come il decremento dell’inflazione in Eurozona (ed in particolare in Germania) insieme all’enfasi posta in interventi pubblici di alcuni membri del comitato direttivo della BCE circa l’intenzione di non modificare la politica monetaria attualmente in atto, abbia posto un freno al rapido apprezzamento dell’EUR delle ultime settimane.
Degno di menzione è, anche, l’apprezzamento dello YEN (JPN), valuta rifugio in periodi di incertezza, e della sterlina britannica (GBP) che ha beneficiato, nonostante l’avvio formale della procedura di BREXIT, di un diffuso ottimismo circa l’avvio di negoziazioni con Bruxelles in termini conciliatori; inoltre, l’inflazione in Gran Bretagna, a differenza che nella maggior parte dei Paesi sviluppati, nel mese di Marzo è aumentata più delle attese alimentando, pertanto, le aspettative che la Banca d’Inghilterra possa invertire la rotta di riduzione del costo del denaro intrapresa post-referendum e procedere, nel prossimo futuro, ad un rialzo dei tassi d’interesse.
Per quanto attiene le materie prime, l’ultima settimana si è caratterizzata per il non trascurabile rimbalzo delle quotazioni del greggio, dovuto in primis a speculazioni circa l’estensione del taglio della produzione dell’OPEC per ulteriori sei mesi dopo Giugno, ma anche dalla divulgazione di dati circa le scorte americane nel mese di Febbraio, in marcata riduzione. In ripresa anche il prezzo del rame (+1,26% nella settimana), dopo il brusco sell-off della settimana precedente.
IL MERCATO OBBLIGAZIONARIO
In una settimana come quella appena trascorsa, in cui è emerso che nel mese di Marzo le pressioni inflazionistiche nelle principali economie sviluppate si siano ridotte considerevolmente rispetto al mese di Febbraio, interrompendo il trend di crescita in atto da fine 2016, non ci si poteva attendere che una sensibile riduzione dei rendimenti obbligazionari.
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Banca Centrale Europea sotto assedio...tedesco!
Gentili lettori di Investing.com,
ennesima settimana positiva per i principali mercati azionari mondiali quella appena trascorsa, e seppur gli indici americani (Dow Jones, Future S&P 500 e Nasdaq 100) abbiano nuovamente toccato valori massimi storici, degno di nota è il vigoroso apprezzamento di quelli europei (Dax +1,89%; Cac40 +3,09% e Ftse MIb +5,74%!).
La divulgazione di dati macroeconomici relativi all’andamento dell’attività (manifatturiera e del settore dei servizi) nel mese di Febbraio hanno palesato il persistere del trend di espansione della crescita di fine 2016 su tutte le principali economie sviluppate (Cina inclusa!), e la fiducia sull’incisività delle politiche economiche e fiscali promesse da Donald Trump, hanno fornito un importante supporto agli acquisti di natura azionaria.
Inoltre, l’incremento progressivo dell’inflazione (anche questo broad-based ossia diffuso su tutte le principali economie) ha ulteriormente alimentato la sensazione che la crescita economica mondiale stia accelerando (growht momentum); persino in Giappone, notoriamente da decenni alle prese con la deflazione, la crescita su base annua dell’inflazione a Gennaio è risultata pari allo 0,1%, ossia il valore massimo dal 2015.
In USA l’indicatore PCE (quello preferito dalla FED nella misurazione dei prezzi al consumo) è risultato prossimo all’obiettivo del 2% annuo attestandosi sul valore di 1,7%, mentre in Euro zona, l’inflazione media in Febbraio è risultata pari al 2% su base annua (+0,9% escludendo dal calcolo materie prime volatili come il Future Petrolio Greggio) ed in Germania addirittura del 2,2%!
Nei prossimi 10 giorni si terranno le riunioni delle principali banche centrali mondiali e, ad aprire le danze, sarà giovedì 9 Marzo la Banca Centrale Europea.
Seppur non ci si attenda alcun intervento di politica monetaria è ampiamente prevedibile che Mario Draghi vedrà intensificarsi le pressioni (soprattutto di matrice tedesca) volte sia ad accelerare sensibilmente la riduzione degli stimoli monetari (tapering) sia a normalizzare i tassi d’interesse (attualmente il tasso d’interesse riconosciuto per i depositi presso la BCE (deposit rate) è pari a -0,40% mentre il tasso di riferimento è pari a zero).
E’ auspicabile, tuttavia, che la BCE non si lasci condizionare dal recente rialzo delle aspettative inflazionistiche (dettate soprattutto dall’aumento dei prezzi di petrolio e materie prime industriali) e dai conseguenti timori “tedeschi” che la politica di tassi a zero e acquisto di titoli di Stato determini nel breve periodo un’inflazione “fuori controllo”, e continui a perseguire scelte di politica monetaria accomodanti; in un continente che solo ora dopo la crisi del 2008 mostra tassi di crescita decenti del prodotto interno lordo, l’unica pressione che manca completamente semmai è quella “sana” dell’incremento dei salari visto l’elevato tasso di disoccupazione (ancora prossimo al 10%). Infine, le tensioni geopolitiche che potrebbero innestarsi a seguito delle prossime elezioni presidenziali, devono indurre cautela…magari non siamo più malati, ma di certo siamo ancora convalescenti.
Dall’altra sponda dell’Oceano, invece, le aspettative consolidatesi negli ultimi giorni da parte degli operatori di mercato, alla luce anche delle recenti affermazioni di Janet Yellen, che ritiene opportuno effettuare un nuovo rialzo del costo del denaro il prima possibile, onde evitare il “surriscaldamento” dell’economia USA (sempre che non intervengano shock rilevanti come ad esempio la divulgazione venerdi 10/3 di un dato “terrificante” circa la creazione di nuovi posti di lavoro a Febbraio – le attese sono di +190.000 occupati); i tassi d’interesse pertanto, con elevata probabilità (75%) saranno incrementati dello 0,25% nella riunione del 15/3 arrivando a toccare l’1%.
Seppur il “sentiment” di mercato sia stato per buona parte di Gennaio e per tutto il mese di Febbraio estremamente favorevole agli investimenti con maggior grado di rischio (azioni ed obbligazioni ad alto rendimento), il mese di Marzo continuerà a presentare parecchie incognite per gli investitori, prevalentemente di carattere ambito politico con le elezioni presidenziali in Olanda ed il prosieguo delle trattative tra UE e Gran Bretagna per l’avvio ufficiale del BREXIT, senza tuttavia trascurare l’effetto “sorpresa” che potrebbe derivare da decisioni/provvedimenti inaspettati da parte dei governatori della FED, della BCE, della Banca del Giappone e della Banca d’Inghilterra.
Per finire, qualche ora fa, il Governo cinese, ha ridotto il tasso di crescita obiettivo del PIL domestico per il 2017 al +6,5% dopo che, nel 2016 l’economia è cresciuta del 6,7%…ci saranno ripercussioni sui mercati finanziari?
L’attenzione degli operatori di mercato nella settimana dal 6 al 10 Marzo, sarà prevalentemente incentrata sulla divulgazione di dati macroeconomici rilevanti attinenti la Cina e gli Stati Uniti (relativi rispettivamente all’andamento delle importazioni-esportazioni ed allo stato di salute del mercato del lavoro nel mese di Febbraio) oltre alla riunione della Banca Centrale Europea nella giornata di giovedi 9 Marzo.
In particolare, il prosieguo del trend di incremento dell’inflazione in Euro zona, che nel mese di Febbraio ha raggiunto il livello del +2% su base annua (addirittura +2,2% in Germania), potrebbe indurre Mario Draghi ad accelerare il processo di riduzione degli stimoli monetari ( ossia incrementare la riduzione degli acquisti di titoli di Stato difatto aumentando i rendimenti) e rivedere al rialzo le previsioni circa il rialzo dei tassi d’interesse (attualmente pari a zero e, in base ai proclami della riunione di inizio Gennaio, destinati a rimanere all’attuale livello per tutto il 2018).
In ordine cronologico, il calendario economico prevede: – mercoledi 8/3 : divulgazione dei dati circa l’andamento delle esportazioni e delle importazioni cinesi a Febbraio, previste rispettivamente in crescita del 10% e del 20,3% rispetto a Febbraio 2016 – giovedi 9/3 : meeting della BCE e conferenza stampa di Mario Draghi alle ore 14,30 – venerdi 10/3 : divulgazione del Jobs Report americano sul quale le attese degli analisti prevedono 190.000 nuovi posti di lavoro creati a Febbraio ed un tasso di disoccupazione stabile al 4,7%
IL MERCATO AZIONARIO
La scorsa settimana si è caratterizzata per un consistente apprezzamento dei listini azionari europei, sostenuti oltre dati macro compatibili con un accelerazione della crescita economica, anche dalla prospettiva che un imminente nuovo rialzo dei tassi d’interesse negli Stati Uniti indichi un rafforzamento della principale economia mondiale (e per induzione, delle altre economie sviluppate), ed un principio di svolta nella politica monetaria dell’Eurozona stessa, che potrebbe prevedere alla luce di un incremento dell’inflazione, una normalizzazione dei tassi d’interesse (che attualmente comprimono i margini reddituali del sistema bancario) più ravvicinata nel tempo rispetto alle stime di Mario Draghi (stimoli monetari fino a fine 2017 e tassi a zero fino a fine 2018).
Il comparto bancario (ben rappresentato dall’indice FTSE MIB) ha pertanto vissuto una settimana largamente positiva.
Da segnalare anche la quotazione sul Nasdaq 100 di Snapchat, ossia di un servizio di messaggistica istantanea simile a Whatsapp, che al debutto ha fatto registrare un incremento del valore delle azioni del 40% che hanno portato il valore complessivo della società a 30 miliardi di dollari; Facebook (NASDAQ:FB), oggi, capitalizza 395 miliardi di dollari.
VALUTE E MATERIE PRIME
Sul fronte valutario da segnalare le notevoli oscillazioni di valore del dollaro americano, dapprima in deciso apprezzamento (con il Future Indice del Dollaro che ha toccato il valore di 102,20 ossia il massimo da metà Gennaio ) e poi in flessione sul finire della settimana (visto anche che la “politica” in ambito di commercio internazionale di Trump non gradisce un dollaro forte!).
Nuovo e prevedibile sensibile calo della sterlina (GBP)alla luce di un graduale deterioramento dei fondamentali economici (gli indicatori circa l’andamento dell’attività industriale e del settore terziario sono risultati inferiori alle aspettative per il mese di Febbraio) e soprattutto all’intransigente posizione dell’UE che prima di avviare qualsivoglia trattativa in ambito commerciale, pretende il pagamento di 60 miliardi di euro quale ultima tranche dell’adesione della Gran Bretagna al Mercato Unico oltre ad una maggior chiarezza circa il libero trasferimento dei cittadini europei).
Per quanto attiene le materie prime, il repentino balzo nelle aspettative che la FED rialzi i tassi d’interesse il 15/3 (in pochi giorni si è passati da una probabilità del 20% ad una del 75%!) ha mietuto vittime tra i preziosi (Future Oro, Future Argento e Future Platino in sensibile calo).
Lieve flessione,invece, del prezzo del petrolio con il Brent a 55,80$ al barile ed il WTI a 53,2 $ al barile, in calo rispettivamente dello 0,3% e del 1,40% nella setimana.
IL MERCATO OBBLIGAZIONARIO
Nonostante ormai il mercato finanziario “sconti” un rialzo dei tassi di interesse USA già a Marzo, il rendimento dei titoli di stato USA (Treasuries) ancora non “crede” che la Federal Reserve stia pianificando una sequenza di rialzi nel 2017 più aggressiva delle previsioni di fine 2016 (cioè al massimo tre rialzi dello 0,25%).
Inoltre, per l’attuazione della revisione dei trattati commerciali con un’ottica protezionista, Trump non potrà permettersi un dollaro molto forte; l’USD, inevitabilmente, data la completa divergenza tra il trend di crescita dei tassi USA e quello delle principali controparti (Eurozona e Giappone), in caso di continui rialzi del costo del denaro non potrà che apprezzarsi in modo consistente…
Banca Centrale Europea sotto assedio…tedesco! Banca Centrale Europea sotto assedio…tedesco! http://it.investing.com/rss/market_overview.rss $inline_image
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