#Superbonus
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Politica di maggioranza e di opposizione, media, accademia, Ragioneria dello stato. Se una misura disastrosa da 120 miliardi di spesa e 50 miliardi di buco è stata possibile, è perché non ha funzionato nessun presidio di controllo
Com’è stato possibile? Spesi 120 miliardi di bonus edilizi, circa 6 punti di pil. Due terzi del Pnrr (190 miliardi) che però è speso su un arco temporale più ampio. Il doppio delle risorse impiegate (60 miliardi) per affrontare la crisi energetica più grave degli ultimi 50 anni. Le agevolazioni fuori da ogni logica economica, insieme alla cessione illimitata dei crediti d’imposta, hanno per giunta prodotto circa 50 miliardi di buco di bilancio.
All’improvviso, con un decreto d’urgenza del governo per evitare che i conti pubblici saltino per aria, il paese si sveglia dalla favola del “gratuitamente”. Ma il Superbonus 110% rappresenta di più di un disastro economico. Se si risponde alla domanda su come sia stato possibile, ovvero su come mai tutto ciò non sia stato impedito, ci si rende conto di essere di fronte a un fallimento della nostra democrazia. Se una sciagura del genere si è verificata è perché molte cose nel nostro sistema non hanno funzionato.
Paradossalmente, ma forse non troppo, la misura che più di tutte ha sconquassato le finanze pubbliche è quella che ha goduto dei consensi più ampi e trasversali. Non solo il M5s e il Pd, che il Superbonus l’hanno realizzato insieme a un pezzo di Terzo polo (Iv). Ma anche l’opposizione. Forza Italia è sempre stata al fianco delle imprese edili, così come la Lega: quella che il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti definisce una “politica scellerata” è stata convintamente sostenuta dal suo leader Matteo Salvini. Allo stesso modo Giorgia Meloni, che attaccava Mario Draghi per le correzioni delle storture del Superbonus al grido di “non si cambiano le regole in corsa”. “Se oggi il presidente del Consiglio (Draghi, ndr) si vanta di un 6% di aumento del pil, lo deve al Superbonus” diceva Marco Osnato, attuale presidente della commissione Finanze della Camera. Nessuna opposizione politica, quindi.
Ma anche nessuna, o pochissime critiche dai media. La stampa, nella quasi totalità, si è allineata alla narrazione del settore delle costruzioni e all’idea che il Superbonus fosse il motore della crescita e non una discesa senza freni nel deficit. I giornali che generalmente invitano a fare attenzione ai conti e a fare presto quando c’è da correggerli, hanno applaudito a una misura che ha scavato come una talpa una voragine nel bilancio statale.
Anche l’accademia, con poche lodevoli eccezioni, è stata distratta. Mentre altre misure, come ad esempio Reddito di cittadinanza e Quota 100, hanno spinto gli economisti a produrre numerose analisi, il Superbonus nonostante la mole di risorse in gioco e le criticità evidenti è stato ignorato. Tanto che gli unici studi sono quelli fatti da organizzazioni di settore, che hanno prodotto stime con effetti moltiplicativi fantastici e quasi lisergici. Numeri che poi, sebbene palesemente surreali, sono stati rilanciati acriticamente dai media riproponendo con un timbro di (pseudo) scientificità la narrazione del bonus che si ripaga da sé.
Ma a mancare sono stati anche i controlli istituzionali. Non è chiaro come sia stato possibile che la Ragioneria generale dello stato abbia bollinato una misura con coperture che, a ora, si sono dimostrate inferiori di 50 miliardi rispetto alla spesa effettiva. Eppure non si trattava di qualcosa di imprevedibile, visto che a maggio 2020 l’Ufficio parlamentare di Bilancio (Upb) segnalava come il mix dell’agevolazione al 110 per cento e della cedibilità del credito aumentava il rischio di far lievitare i costi. Per giunta, già all’epoca, il presidente dell’Upb Giuseppe Pisauro avvisava del “rischio sotto il profilo della classificazione contabile dei crediti d’imposta liberamente cedibili e utilizzabili in compensazione” con relativo impatto sul deficit. Esattamente ciò che sta accadendo ora dopo i rilievi di Eurostat. La Ragioneria dello stato ha sottovalutato entrambi i rischi, sia quello dei costi sia quello contabile sulla “pagabilità” del credito. Ed è l’istituto che, insindacabilmente, avrebbe potuto e dovuto fermare il Superbonus fatto in quella maniera così scellerata che ora ha costretto il governo a intervenire d’urgenza.
Politica di governo e di opposizione, media, accademia, amministrazione pubblica. La voragine nel bilancio aperta dai bonus edilizi è la sommatoria dei fallimenti di quattro presìdi che in una democrazia sana avrebbero dovuto impedire questo disastro. La vicenda del Superbonus mostra che oltre agli immobili sono tante le cose che nel nostro paese hanno bisogno di ristrutturazione ed efficientamento.
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Gli anni dei governi grillini (che adesso dovremo ridefinire contini) hanno provocato i peggiori disastri dell'Italia repubblicana, dai lockdown al reddito di cittadinanza fino ad arrivare all'operazione demenziale del Superbonus 110% che ha devastato le finanze dello Stato italiano. Per quanto i colpevoli hanno nome e cognome, da Conte a Fraccaro, da Gualtieri al Ragioniere Generale dello Stato, le complicità spesso interessate hanno coinvolto tutti i pezzi della politica (anche di opposizione) e dell'economia, passando per i cosiddetti corpi intermedi.
#bonus#bonusfacciate#conte#debitopubblico#deficipubblico#draghi#eurostat#grillini#gualtieri#ragioneriagenerale#superbonus#superbonus110%#sussidi#unioneeuropea
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Italia in crisi economica a causa del debito pubblico
Debito Italia alto, ritirare misure anti-crisi inefficienti. Le raccomandazioni del Fondo monetario internazionale, nel rapporto stilato al termine della missione in Italia, come previsto dall’Articolo IV dello statuto dell’organizzazione. L’economia italiana si è ripresa bene dalla pandemia e dagli shock energetici, grazie al turismo e alle politiche di sostegno. Pur contribuendo alla ripresa, la politica fiscale espansiva ha tenuto il deficit e il debito pubblico a livelli molto alti, facendo aumentare i rischi per l’Italia e agendo come freno per gli investimenti privati. È quanto sostiene il Fondo monetario internazionale, nel rapporto stilato al termine della missione in Italia, come previsto dall’Articolo IV dello statuto dell’organizzazione. Pil previsto in rialzo dello 0,7% nel 2024 e 2025 La crescita del Pil italiano è prevista in rallentamento nei prossimi anni, mentre prosegue il processo di calo dell’inflazione. Dopo il +0,9% del 2023, il Pil è previsto in rialzo dello 0,7% nel 2024 e nel 2025, con le spese per il Pnrr che bilanceranno in gran parte la fine degli investimenti residenziali sostenuti dal Superbonus. Un conseguente rallentamento temporaneo della crescita potrebbe così essere atteso nel 2026 e nel 2027, con il completamento del Pnrr. Poi, la crescita dovrebbe tornare al suo potenziale. L’inflazione è attesa in calo a una media dell’1,7% nel 2024, per poi tornare al target del 2% nel 2025. Ritirare misure inefficienti «Anche se ha contribuito alla ripresa, la politica di bilancio espansiva ha mantenuto il deficit e il debito molto alti, elevando il premio di rischio dell’Italia», pesando sugli investimenti del settore privato, afferma il Fondo Monetario Internazionale. «E’ possibile ottenere un aggiustamento di bilancio più rapido del previsto per ridurre il debito con un elevato livello di fiducia e con costi limitati per la crescita ritirando misure di crisi inefficienti e temporanee», mette in evidenza il Fondo. Sostituire taglio cuneo con misure per produttività L’Italia dovrebbe sostituire il taglio del cuneo fiscale con misure per aumentare in modo stabile la produttività del lavoro e rialzare l’età pensionabile. «Sono possibili e auspicabili consistenti risparmi per finanziare misure che favoriscano la crescita e l’efficienza, tra cui: sostituendo i tagli al cuneo fiscale e i sussidi alle assunzioni con misure che incrementino in modo permanente la produttività del lavoro; razionalizzando ulteriormente la spesa pensionistica, innalzando l’età effettiva di pensionamento ed evitando costosi schemi di pensionamento anticipato», afferma il Fmi. Le altre raccomandazioni L’Italia punti alla semplificazione fiscale e alla progressività del sistema; inoltre migliori la supervisione sui crediti d’imposta richiedendo “esplicita” autorizzazione ex ante. E’ quanto sottolinea ancora il Fondo monetario internazionale. In Italia sono possibili e auspicabili consistenti risparmi per finanziare misure che favoriscano la crescita e l’efficienza attraverso misure come la razionalizzazione delle «tax expenditures per ampliare la base, aumentare la progressività e ridurre la complessità» e il miglioramento del «controllo e la supervisione dei crediti d’imposta - anche nel contesto dei crediti del Pnrr per gli investimenti verdi e digitali - richiedendo un’esplicita autorizzazione preventiva, monitorando l’utilizzo in tempo reale e annullando il credito d’imposta in assenza di un pieno rispetto ex-post degli obiettivi del programma». Sistema bancario solido ma aumentano i rischi Il sistema bancario italiano resta solido - prosegue il Fondo - ma i rischi per la stabilità potrebbero aumentare, visto che gli effetti delle misure di sostegno eccezionali svaniranno. L’attuale aumento dei profitti bancari dovrebbe essere usato per rafforzare la resilienza in caso di potenziali shock nel futuro. Read the full article
#cuneofiscale#debitopubblico#Fmi#FondoMonetarioInternazionale#PilItaliano#Superbonus#taxexpenditures
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tg@676
#confartigianato#transizione ecologica#sostenibilità#cinema#trasformazionegreen#fitto#energia#finanza#superbonus#granelli#Youtube
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Italy is facing a public finance and bond market crisis
As I noted earlier this week there is a rise in bond yields happening and at this moment the heat is being felt in Italy as its ten-year yield has reached 4.8% this morning. This raises particular concerns in a country with so much public debt. In fact it has the largest national debt in the Euro area in spite of being only the third largest economy. According to the Bank of Italy it rose above…
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#Bank of Italy#Bank of Japan#bond yields#business#ECB#economy#EU Next Generation Funds#Euro#Finance#Fiscal Deficit#GDP#Interest Rates#Italy#national debt#Negative Bond Yields#QE#Superbonus
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Poste Italiane rilancia il servizio di acquisto dei crediti del Superbonus 110%
Dopo il blocco della cessione del credito del #superbonus 110% molte famiglie e imprenditori edili hanno avuto difficoltà economiche. Per fortuna torna con #PosteItaliane la possibilità di cedere il #credito, ma solo fino ad un determinato importo.
Il Superbonus 110% è una misura fiscale che consente di detrarre il 110% delle spese sostenute per interventi di ristrutturazione energetica o antisismica degli edifici. Tuttavia, molti beneficiari del Superbonus hanno difficoltà a recuperare il credito d’imposta, a causa del blocco delle cessioni dei crediti da parte di banche e altri soggetti. Questa situazione ha creato una crisi nel settore…
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Carabinieri e Guardia di Finanza hanno scoperto la truffa del super bonus da 17 milioni di euro, hanno arrestato dieci persone e sequestrato beni per 5 milioni. #carabinieri #guardiadifinanza #lagodigarda #bonusfacciate #superbonus #associazioneperdelinquere #truffada17milioni #peschiera #fabriziosbardella
#truffa da 17 milioni#carabinieri#guardia di finanza#lago di garda#bonus facciate#superbonus#associazione per delinquere#peschiera#fabrizio sbardella
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Tassazione della plusvalenza da acquisto crediti d'imposta (bonus fiscali)
Come previsto dall’articolo 121 del decreto Rilancio, i contribuenti che sostengono spese per gli interventi ammessi al Superbonus (more…) “”
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📆 Superbonus 110% e unifamiliari: proroga al 30 giugno o al 31 dicembre 2023?
👉 Tutte le ipotesi possibili mentre si cerca una soluzione per bloccare crediti e cantieri
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BOMBARDAMENTO MEDIATICO CONTRO IL SUPERBONUS Se accendete la tv, assisterete a un bombardamento mediatico a reti unificate contro il #Superbonus. Il centrodestra tradisce aziende e cittadini, dopo le mille promesse della campagna elettorale, ma la narrazione dei media è che Giuseppe Conte e il M5S hanno creato un mostro. TUTTO FALSO! E ce lo dimostrano le reazioni del mondo delle imprese, delle associazioni di categoria e delle parti sociali a questo provvedimento vergogna della Meloni: Superbonus: architetti e ingegneri Roma, ci sentiamo traditi Roma, 17 feb. (LaPresse) Superbonus: Conflavoro, decisione governo a dir poco drastica Roma, 17 feb. (LaPresse) Superbonus: Cna, duro colpo al comparto edile e all'economia (ANSA) Superbonus: Confedilizia, senza sblocco crediti incagliati danni ingenti Milano, 17 feb. (LaPresse) Superbonus: Anie, serve quadro stabile su detrazioni fiscali Milano, 17 feb. (LaPresse) Superbonus: Federcostruzioni, governo distrugge imprese e famiglie Milano, 17 feb. (LaPresse) Superbonus: Abi-Ance, tempi misure incompatibili con crisi liquidità imprese Milano, 17 feb. (LaPresse) Superbonus: Confartigianato, sbloccare crediti e riattivare incentivi Milano, 17 feb. (LaPresse) Superbonus: Adoc, governo sta facendo un grave errore Milano, 17 feb. (LaPresse) Superbonus: Confcommercio, governo intervenga su crisi liquidità imprese Milano, 17 feb. (LaPresse) Superbonus: Brancaccio (Ance), stop crediti aiuta chi soldi li ha già Milano, 17 feb. (LaPresse) Superbonus: Fillea-Cgil, a rischio 80-100mila posti lavoro Milano, 17 feb. (LaPresse) Superbonus: nocivelli (anima), 'decisione drastica che va a colpire aziende e cittadini' = milano, 17 feb. (adnkronos) Superbonus: assistal, 'governo decreta collasso del settore' = Roma, 17 feb. (adnkronos) Superbonus: Senec italia, notizia sconcertante per edilizia, impiantistica e mondo fotovoltaico = roma, 17 nov.(adnkronos/labitalia) Superbonus: Fond. Inarcassa, Dl devastante su professionisti = (AGI) Superbonus: Federcepicostruzioni, "Il Governo ci ripensi" Appello di Lombardi: "Effetti devastanti per l'intera economia" (ANSA) https://www.instagram.com/p/Co5mFHiLXl2/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Italia a rischio recessione economica con la zona Euro
3 motivi per cui l'arrivo di una recessione in Italia è ormai certo. Tra inflazione, tassi d’interesse sempre più altri e politiche fiscali restrittive gli stati dell’Eurozona rischiano seriamente di finire in recessione entro pochi mesi. La scorsa settimana si è chiusa con una brusca frenata per l’economia tedesca: il PIL è diminuito su base trimestrale dello 0,4% battendo al ribasso la previsione degli analisti che temevano un calo dello 0,2%. Questa settimana si chiude invece con un report dettagliato dell’agenzia di rating Fitch, secondo cui non solo la Germania ma anche l’Italia entro la fine del 2023 andranno in recessione. Negli ultimi mesi l’economia del nostro Paese e dell’intera Eurozona si è dimostrata molto più resiliente di quanto non ci si aspettasse, superando l’inverno senza particolari contraccolpi grazie al combinato disposto di un calo inaspettato dei prezzi dell’energia e di una spesa pubblica post-pandemia ancora piuttosto sostenuta. E così il 2022 è stato archiviato con una crescita del 3,7%, la disoccupazione è diminuita sensibilmente e nei primi mesi dell’anno la Borsa Italiana si è pure dimostrata la migliore d’Europa. Ma a quanto pare questo trend si sta invertendo.
Perché una recessione in Italia nel 2023 è ormai certa Quelli citati sono solo i primi segnali di una recessione che sicuramente colpirà l’Italia e l’Europa, per almeno tre motivi. 1) L’inflazione Il primo riguarda l’inflazione: in Italia, seppur in calo, l’inflazione rimane ancora sopra il 9% con l’inflazione di fondo (cioè l’inflazione al netto dei beni energetici ed alimentari) che invece continua a salire ed è ormai al 6,4%. In altri Paesi europei invece, la situazione è addirittura peggiore. In Francia e Spagna l’inflazione a febbraio è aumentata rispetto a gennaio, in Germania è rimasta stabile. Ciò vuol dire che anche il 2023 sarà caratterizzato da un’alta inflazione che ha già iniziato a far frenare i consumi delle famiglie. Infatti, l’ultimo dato disponibile, quello di dicembre, sulle vendite al dettaglio nell’Eurozona ci riporta un calo annuale del 2,8%: un dato che, ad esclusione delle chiusure per i lockdown, possiamo riscontrare solo nelle gravissime recessioni del 2008 e del 2011. 2) I tassi di interesse BCE Ad accelerare la dinamica appena descritta vi sono le scelte della Banca Centrale Europea, che, proprio per combattere un’inflazione più resistente del previsto, secondo molti analisti, alzerà i tassi d’interesse oltre il 4%. Questo vuol dire mutui, finanziamenti e prestiti sempre più cari per famiglie ed imprese. Ed anche qui, un dato su tutti rende evidente come nei prossimi mesi assisteremo ad un’ulteriore contrazione dei consumi e degli investimenti: i debiti delle famiglie europee valgono in media più del 100% del reddito disponibile.
Debiti delle famiglie in relazione al reddito disponibile I debiti delle famiglie europee superano in media il loro reddito disponibile 3) La politica fiscale Infine, la politica fiscale dei governi, complice il rientro in pompa magna del patto di stabilità e crescita per il prossimo anno, ha dismesso la sua caratteristica espansiva degli anni della pandemia a favore di politiche sempre più restrittive. E così anche in Italia nel 2023 il ricorso al deficit è stato timido, misurando gli adeguamenti degli stipendi nella PA, rivedendo al ribasso le rivalutazioni delle pensioni e lasciando aumentare le accise su diesel e benzina. Ci mancava solo la ciliegina sulla torta del blocco della cessione dei crediti d’imposta e, di fatto, del superbonus, che avevano fatto registrare al settore delle costruzioni degli aumenti record in termini di valore aggiunto sul Pil: +20,7% nel 2021 e +10,2% nel 2022. Ora anche questo settore subirà il contraccolpo. Quindi senza prendere in considerazione i rischi di una nuova fiammata dei prezzi energetici dato da una guerra in Ucraina che non sembra aver fine, le prospettive economiche non sembrano per nulla promettenti. Chissà se l’Eurozona potrà permettersi l’ennesima recessione senza subire un contraccolpo politico o se i vari governi prenderanno contezza di dove spira il vento. Read the full article
#bce#BorsaItaliana#eurozona#guerraucraina#italia#pandemia#politicaeconomica#politicafiscale#recessione#spesapubblica#Superbonus
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tg@675
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The economy of Italy returns to being a Girlfriend in a Coma
Usually I am pleased when one of my themes is proven correct but today’s has much more of a bittersweet feeling to it. Italy had been in a batter economic phase and then what is usually a good period for it as spring turns to the summer tourist trade we saw this. In the second quarter of 2023, the gross domestic product (GDP), expressed in chained values with the reference year 2015, corrected…
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#business#Depression#economy#EU Next Generation Funds#Finance#GDP#Italy#Lost Decade#PMI#Superbonus#Tourism
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Il "governismo" sulla via del presidenzialismo?
La valutazione di quanto sta accadendo con la decisione, improvvisa, da parte del Governo di infliggere un duro colpo al Superbonus non può rimanere legata al solo fatto in se. Anche se potrebbe avere una logica sul piano dei conti cui è legata la tenuta del quadro finanziario complessivo del Paese. Nel caso del Reddito di cittadinanza si è sostanzialmente deciso di operare nel senso di…
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Cessione crediti superbonus, Gazzetti (Pd): "Da Governo posizione incredibile e spregiudicata che getta nello sconforto cittadini e imprese"
Cessione crediti superbonus, Gazzetti (Pd): "Da Governo posizione incredibile e spregiudicata che getta nello sconforto cittadini e imprese"
Livorno 17 febbraio 2023 Cessione crediti superbonus, Gazzetti (Pd): «Da Governo posizione incredibile e spregiudicata che getta nello sconforto cittadini e imprese. Da Gruppo Pd proposta chiara: esecutivo permetta alle PA di acquistare crediti di imposta» Il consigliere regione Pd, Francesco Gazzetti, interviene sullo stop dell’esecutivo nazionale alla cessione dei crediti per i bonus edilizi:…
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