#cosa fare in malesia
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itstimetogotowar · 4 days ago
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Malesia: dal cuore selvaggio del Borneo alle Isole Perenthian e alla modernità di Kuala Lumpur
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scienza-magia · 1 year ago
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Annals of Improbable Research, i premiati dell'IgNobel per il 2023
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IgNobel 2023, i vincitori dei premi più pazzi della scienza tra geologi che leccano le pietre e sessualità delle acciughe. E ancora, wc superintelligenti, persone che parlano al contrario, ragni morti robotici… Siamo arrivati alla trentatreesima edizione. Non possono vantare la storia e il pregio dei Nobel, ma di sicuro anche loro, gli IgNobel sono destinati a una certa popolarità. Il motto rimane sempre quello: la scienza che prima fa ridere e poi pensare. Bizzarro è tutto quello che ruota intorno ai popolari premi che precedono di qualche giorno i Nobel. Per dire, quest’anno, durante la cerimonia ci sono state interessanti lecture da parte di esperti e ricercatori della durata di 24 secondi e di 7 parole. Ma a tener banco durante la cerimonia dell’Annals of Improbable Research ideata da Marc Abrahams e sono stati, soprattutto, loro, i premi. E qual è la migliore ricerca improbabile premiata nel 2023? Ve la mostriamo di seguito (spoiler, quest’anno, purtroppo, l’Italia torna a casa a mani vuote a differenza delle precedenti edizioni). Geologia gourmet Jan Zalasiewicz arriva dalla University of Leicester, nel Regno Unito, e si incassa il premio per Polonia e Regno Unito per aver spiegato sapientemente “perché ai geologi piace leccare le rocce”. Raccontava infatti egli stesso nel 2017 in un articolo dal titolo abbastanza eloquente (Eating fossils) come leccare le rocce - ma all’occasione anche bruciarle, bollirle - fosse una parte, forse un po’ datata e non esente da rischi, di un vecchio modo di fare ricerca, uno strumento analitico scrive. Zalasiewicz ricorda come leccare una roccia consenta subito di vedere in maniera più chiara di cosa è fatta, mettendone in luce le caratteristiche, magari anche assaporandola. Lo ha fatto egli stesso, ricorda, arrivando alla scoperta di uno splendido nummulite (un protozoo fossile). Ma lo hanno fatto anche i grandi del passato, come Giovanni Arduino, il padre della stratigrafia, e, a quanto pare, anche degustatore di rocce. Letteratura, vince l’arte della ripetizione Premio internazionale per la letteratura, con Chris Moulin, Nicole Bell, Merita Turunen, Arina Baharin, e Akira O’Connor che se lo aggiudicano con la seguente motivazione: “per lo studio delle sensazioni che le persone provano quando ripetono una sola parola molte, molte, molte, molte, molte, molte, molte volte”. Questo team franco-malesiano-britannico-finlandese ha infatti studiato le sensazione di alcuni partecipanti chiamati a scrivere e riscrivere determinate parole, fino al punto da trovarle strane, come mai viste o sentite (in un fenomeno chiamato, in contrapposizione al déjà vu, come jamais vu, a indicare la sensazione di estraneità di qualcosa di noto però). Un fenomeno che si ottiene, pare, dopo aver scritto la stessa parola trenta volte o per un minuto e che stimola riflessioni su ortografia e significati. E che è più frequente in chi sperimenta anche il suo opposto. Ingegneria ai ragni robot, morti Si premia la necrobiotica, sì avete capito bene: come suggerisce il nome è una branca della robotica (se così potremmo dire) che utilizza parti morti di animali. In questo caso ragni: il team di Te Faye Yap, Zhen Liu, Anoop Rajappan, Trevor Shimokusu, e Daniel Preston, che arriva da India, Cina, Malesia, e Usa, si è aggiudicato il premio per aver “rianimato ragni morti come strumenti meccanici da presa”. D’altronde, spiegano, senza creare ex novo, si può sfruttare quanto presente in natura: e così, un ragno morto, con il suo fantastico sistema di locomozione, può anche diventare un abile strumento da presa, capace di acciuffare oggetti delicati e dalle strane geometrie, spiegano i ricercatori nelle presentazioni ufficiali. Super-smart toilet per la salute pubblica Un unico vincitore in questa categoria è il sudcoreano Seung-min Park della Stanford University School of Medicine, premiato per lavorare da anni alla messa a punto di un wc da far impallidire i famosissimi wc tecnologi giapponesi. Cita la motivazione ufficiale: “per aver ideato la toilet di Stanford, ​un dispositivo che utilizza una gran varietà di tecnologie – tra cui una striscia reattiva per l’analisi delle urine, un sistema di visione artificiale per l’analisi della defecazione, un sensore per l’impronta anale abbinato a una telecamera di identificazione e un sistema di telecomunicazioni – per monitorare e analizzare rapidamente le sostanze che espellono gli esseri umani”. Park è convinto infatti che i wc digitali siano uno strumento preziosissimo per l’analisi della salute delle persone a distanza, che potrebbe essere utile persino nelle sperimentazioni cliniche. E, ovviamente, promette, anche per l’identificazione di eventuali malattie. Premio di comunicazione per chi parla al contrario Ci sono persone capaci di parlare al contrario, leggendo le parole dalla coda alla testa. Sono casi senza dubbio particolari, e possono diventare oggetto di studio. Lo sono stati: il team premiato nella sezione comunicazione degli IgNobel ha infatti studiato le caratteristiche neurocognitive di due persone capaci di pronunciare le parole leggendo i fonemi al contrario. E qualche differenza, raccontano, è stata trovata in alcune regioni cerebrali, sia per quanto riguarda una maggiore connettività che materia grigia. I premiati sono María José Torres-Prioris, Diana López-Barroso, Estela Càmara, Sol Fittipaldi, Lucas Sedeño, Agustín Ibáñez, Marcelo Berthier, e Adolfo García e arrivano da Argentina, Colombia, Spagna, Usa, Cina e Cile. La medicina ai peli del naso Il bello degli IgNobel è che permettono di rispondere a domande che non ci saremmo forse mai fatti. Per dirne una, il numero dei peli del naso nelle narici è lo stesso? Christine Pham, Bobak Hedayati, Kiana Hashemi, Ella Csuka, Tiana Mamaghani, Margit Juhasz, Jamie Wikenheiser, e Natasha Mesinkovska sono stati premiati proprio per aver risposto a questa annosa questione, conducendo un’analisi sui cadaveri. A quanto pare sì, o meglio quasi: in media ce ne sono 120 a sinistra e 122 a destra. Lo studio però serviva soprattutto a ottenere informazioni utili per i pazienti con alopecia areata, che riportano più allergie e infezioni respiratorie associate alla perdita di peli nel naso. Il premio va a , Canada, Macedonia, Iran e Vietnam. Nutrizione “elettrica” Non fate mai quello che Homei Miyashita e Hiromi Nakamura proponevano ormai diversi anni fa. Il lavoro ripescato per la sezione nutrizione quest’anno agli IgNobel arriva direttamente dal 2011 ed esplora il mondo del gusto aumentato grazie all’elettricità. La motivazione ufficiale per il premio al Giappone cita: “per esperimenti per determinare come le bacchette e le cannucce elettrificate possono cambiare il gusto del cibo”. I ricercatori infatti spiegavano come fosse possibile utilizzare il gusto elettrico e dei sensori per aumentare l’esperienza del gusto, percependo qualcosa che sarebbe impossibile forse percepire (e magari meglio così). Premio per l’educazione alla noia A scuola può capitare anche di annoiarsi. Ma lungi dall’essere un’emozione da accantonare, anche la noia va studiata. Lo hanno fatto Katy Tam, Cyanea Poon, Victoria Hui, Wijnand van Tilburg, Christy Wong, Vivian Kwong, Gigi Yuen, e Christian Chan, che sono stati premiati proprio per questo. I ricercatori hanno scoperto che anche solo aspettarsi che una lezione sarà noiosa la renderà noiosa, ma anche che se gli studenti vedono i loro insegnanti annoiati o li percepiscono come tali saranno meno motivati. Insegnanti, è il vostro momento, fate tesoro di questo IgNobel. Dividono il premio Canada, Cina, Regno Unito, Paesi Bassi, Irlanda, Usa e Giappone. Psicologia, le dinamiche dello sguardo verso l’alto Va agli Usa e arriva niente meno che dalla fine degli anni Sessanta il lavoro che si aggiudica il premio per la psicologia. La motivazione cita: “per esperimenti su una strada cittadina per vedere quanti passanti si fermano a guardare verso l'alto quando vedono degli estranei che guardano in alto”. Quanti più lo fanno, scrivevano, tanti più si fermeranno e lo faranno. Premio a Stanley Milgram, Leonard Bickman, e Lawrence Berkowitz. Fisica, quelle strane relazioni tra correnti e sesso delle acciughe
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Ciliegina sulla torta, il premio della fisica va a un folto gruppo di ricercatori per “per aver misurato quanto la miscelazione dell'acqua dell'oceano è influenzata dall’attività sessuale delle acciughe”. Radunandosi in massa durante la stagione riproduttiva, scrivevano gli autori, possono infatti generare delle turbolenze, innescando la miscelazione delle acque, potenzialmente influenzando anche la crescita del fitoplancton. Premiati Bieito Fernández Castro, Marian Peña, Enrique Nogueira, Miguel Gilcoto, Esperanza Broullón, Antonio Comesaña, Damien Bouffard, Alberto C. Naveira Garabato, e Beatriz Mouriño-Carballido, provenienti da Spagna, Galizia, Francia, Svizzera e Regno Unito. Read the full article
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ikykwklk-ash · 7 months ago
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Sarà un post molto lungo e molto "cattivo". Quindi prendetevi i pop corn e mettetevi seduti. Tutto quello che dirò deriva da twitter, video del met gala in diretta e altro.
Come tutti sanno a mezzanotte di oggi (7/04) c'è stata il met gala, a tema floreale, a cui hanno partecipato molte celebrità famose (onestamente non ne conoscevo molti ma è irrilevante), tra cui gli Stray Kids, invitati da Tommy Hilfiger.
Oltre allo spoiler delle 40 date offertoci dallo stesso stilista, c'è da dire che gli abiti erano davvero belli, i colori si abbinavano alla personalità dei ragazzi e anche il trucco. Non so quanto c'entrassero con il tema di quest'anno, ma non importa.
I paparazzi (se così si possono chiamare delle persone di merda) sono stati particolarmente irrispettosi di fronte al gruppo, facendo battute razziste, xenofobiche, sarcastiche, etc... Questi simpatici amiconi del cazzo, però, devono essere molto stupidi per non aver pensato NEANCHE SOLO PER UN MINIMO SECONDO che i ragazzi sapessero l'inglese. Perché infondo BangChan e Felix vengono dall'Australia, Han ha vissuto in Malesia, di conseguenza l'inglese lo capisce, Seungmin è stato per un po' a LA e tutti sanno l'inglese di base e immagino (questo è un mio pensiero) che purtroppo i commenti negativi li capiscono molto bene. Il commento che mi ha fatto più ribrezzo, schifo, che mi ha fatto salire il vomito è stato "solo a guardarli mi arriverà il covid " bro???? No comment perché se comment brutto comment. Ma cosa da alle persone il diritto di dire ste cazzate?! Siamo nel 2024!!!! NEL 2024 e c'è ancora gente con una mentalità così ristretta da parlare anche per il buco del culo.
Ora... Voglio fare un applauso agli Stray Kids per la professionalità che hanno avuto nel gestire la situazione senza battere ciglia e un applauso a Chan e al messaggio (ironico) che ha mandato sul bb: “Had such a great time because everyone treated us so respectfully~ 😊” . Chan è veramente un buon leader, anche solo per il fatto che dopo un paio di foto ha fatto allontanare i suoi membri dai commenti che stavano facendo.
Infine, voglio parlare della storia di una ragazza (gittolakpop) che scrive sulle storie ig (e cito testualmente) "Io ancora non ho capito se questa foto sia un edit o vera (parlando della foto di Jennie con gli Skz). Comunque fanciulli, non fatevi trascinare nelle finte controversie che alla fine sono solo toxic. Ieri non è successo nulla agli Stray Kids, ho visto mille video dove si parlava di loro trattati irrispettosamente al MET Gala. Sono contenuti che nascono solo per far arrabbiare il fandom e creare flame per far tante view. Il fatto che UN fotografo dica che sono inespressivi è il pensiero di UNA persona, quella frase non è stata trasmessa online sul canale ufficiale. Non fatevi manipolare da certi soggetti"
Tipo tesoro? Stai bene? Stai veramente giustificando il razzismo?! Okay questa storia era di stamattina/stanotte e fa ciò che ho letto in giro su twt ha fatto un'altra storia per dire che ha sbagliato e si è informata meglio. E okay, apprezzo che si sia informata e tutto il resto, ma questo non toglie ciò che ha detto e ciò che ha giustificato. Rendiamoci conto che sarà agli i-days di Milano, onestamente non so cosa succederà.
Bene. Questo è tutto il drama successo al met gala. Se avete altre informazioni, o avete una visione diversa della situazione, sono felice di parlarne nei dm o nei commenti. Avendo sempre rispetto per ciò che viene detto.
Ciò che penso io è che le persone, prime di parlare devono pensare, oppure gli si mette dello scotch sulla bocca per farli stare zitti. Così la loro voce del cazzo non da fastidio a nessuno. E che prima di scrivere determinate cose CI SI INFORMA e lo si fa bene.
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Here to tell you that I will soon be making a blog in Italian to insult the paparazzi at the met gala🧍🏻‍♀️😞🖐🏻🤡💀
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tma-traduzioni · 4 years ago
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MAG 090 - #0130807 “Body Builder”
[episodio precedente]
[pdf con testo inglese a fianco/ pdf with English text on the side]
[CLICK]
ELIAS
Tim?
TIM
Hey, capo. Cosa ti porta giù nei sotterranei? Il tuo ufficio è troppo ricolmo di gioia?
ELIAS
Non esattamente. Ho sentito che hai fatto delle assenze. Ferie non autorizzate. Volevo solo parlarne con te.
TIM
Giusto. 
ELIAS
Stavi male? Se stai male veramente devi telefonare.
TIM
No. Non stavo male. Riprova.
ELIAS
Beh, non avevi richiesto ferie.
TIM
No, non l’avevo fatto.
ELIAS
Allora, cos’è successo?
TIM
Sono saltato su un volo per la Malesia. Mi sono trovato un albergo.
ELIAS
Capisco. Stavi cercando di lasciarci?
TIM
Sì.
ELIAS
Ma sei tornato?
TIM
Mi… Mi sono ammalato. Più a lungo stavo via… Mi sentivo debole, come, come se stessi perdendo me stesso. Mi licenzierai, capo?
ELIAS
No. Non penso che sarà necessario.
TIM
Certo che no. 
ELIAS
Ma assicuriamoci che non succeda di nuovo, hm?
TIM
Tu sai, vero? Voglio dire, devi sapere.
ELIAS
Sapere cosa?
TIM
Di questo posto. Di quello che ci fa.
ELIAS
[Sospiro] Tim, questo posto è molto vecchio. Ha ogni genere di… idiosincrasia e non tutte fanno bene alle persone che lavorano qui.
TIM
Penso che preferirei l’amianto.
ELIAS
Ho sempre trovato che il miglior modo per affrontare la cosa sia perdersi nel lavoro. Personalmente, il confortevole rigore della burocrazia mi ha sempre aiutato. Forse fare un po’ di archiviazione decerebrata aiuterà a distrarti.
TIM
Sì. Voglio dire… forse hai ragione.
ELIAS
Proprio così. E niente più assenze non autorizzate, va bene?
[Si apre la porta]
MARTIN
Oh, ehm, va tutto bene qui dentro?
ELIAS
Sì, Martin, direi proprio di sì.
[Passi che si allontanano]
MARTIN
Giusto. Ehm, io veramente stavo per registrare una dichiarazione, se, se per te va bene Tim?
TIM
Sì. Sta già andando.
MARTIN
Oh. Oh, sì è così. Perché, perché l’hai acc-
[La porta si chiude]
Giusto. Giusto.
Martin Blackwood, Assistente d’Archivio all’Istituto Magnus, registra la dichiarazione numero 0130807, dichiarazione di Ross Davenport, rilasciata il 7 Agosto 2013.
Inizio della dichiarazione.
MARTIN (DICHIARAZIONE)
Quindi dovevo trovarmi una nuova palestra. È stato un peccato davvero. Amavo il mio vecchio posto, e i ragazzi lì erano alcuni dei miei migliori amici, ma… non è stata interamente una mia decisione. Vedete, ho deciso di recente di iniziare a prendere steroidi anabolici per supplire al mio bodybuilding, e il posto dove andavo aveva una politica molto rigida a proposito. Matt, il tipo che gestiva il posto, il suo compagno ci era andato giù pesante, e quando ha avuto un infarto, Matt ha dato la colpa agli steroidi. Da allora, vieni visto con una siringa o un flacone di pillole che non è un integratore riconosciuto, e sei fuori.
Comunque, non me ne sono andato perché sono stato scoperto o cose del genere. Non avevo nemmeno iniziato quando me ne sono andato. Solo mi sentivo in colpa. Come ammettere di aver fallito. Ci andavo da undici anni, tutto naturale, e fisicamente, ero all’apice della forma. Andavo bene alle competizioni, mi sentivo in salute, ero praticamente il peso ideale per la mia altezza, ma quando mi guardavo allo specchio ancora non vedevo quello che volevo. I miei muscoli erano lisci e arrotondati, non come le forme venose e rigonfie che idolatravo. Anche quando passavo settimane a fare la dieta prima di una competizione, senza un milligrammo di grasso corporeo, io non, non ci potevo arrivare. Avevo raggiunto il mio apice naturale, e non era abbastanza per me. 
Allora, ho fatto le mie ricerche, e ho ordinato un ciclo di steroidi su internet. Non volevo correre rischi, così ho fatto in modo di farmi fare un controllo completo dal medico prima di iniziare, anche se ovviamente non ho detto perché. È tornato tutto a posto, quindi tutto quello che rimaneva da fare era trovare una nuova palestra dove a nessuno sarebbe importato che li prendessi.   
Questo era più difficile di quanto non avrebbe dovuto essere, principalmente per le mie stesse aspettative. Molti posti avevano una politica ‘ufficiale’ che bandiva le droghe sul posto solo che non la implementavano. Per me, però, l’intero motivo di cambiare palestra era che non volevo nascondermi come un criminale, o fare finta di pensare che quello che stavo facendo fosse sbagliato. Volevo un posto dove potevo essere onesto su chi ero e cosa volevo diventare.  
Eventualmente l’ho trovato, stranamente, sulle Pagine Gialle. Le ricerche su internet non avevano mostrato nessun posto promettente vicino a casa mia alla periferia di Aberdeen, allora ho pensato che tanto valeva provare con l’elenco telefonico. Come ci si potrebbe aspettare, la maggior parte delle inserzioni mi inviavano solo verso i loro siti web, ma ho notato un piccolo riquadro nell’angolo in basso a sinistra. Era testo soltanto, e leggeva, “Il tuo corpo perfetto è qui. Diventa tutto ciò che puoi essere.” Seguito da un numero di rete fissa e un indirizzo a circa cinque minuti a piedi da me. Così gli ho fatto un colpo di telefono.
La voce che ha risposto era roca, e parlava con il tipo di accento Inglese che di solito mi da sui nervi, ma quando gli ho chiesto quale fosse la politica della palestra sugli steroidi, ha solo riso, e ha detto che se mi aiutavano a “perfezionarmi” allora erano più che benvenuti. Mi sono organizzato per fare un salto il giorno seguente e darci un’occhiata.
Dall’esterno la palestra non sembrava un granché. Solo il contorno sbiadito di un manubrio su di una finestra sporca, e le parole “Pesi e Cardio” appena leggibili sopra la porta. Mi sono reso conto che  effettivamente ci passavo davanti regolarmente, avevo sempre pensato che fosse fallita. 
La porta però era aperta, così sono entrato. Era una giornata calda, ma l’aria nella reception era fresca, tinta di quell’odore familiare di sudore, e qualcos’altro che non riuscivo esattamente a identificare. Non c’era nessuno dietro il bancone, e il computer non sembrava essere stato acceso tutto il giorno. Stavo per chiamare ad alta voce, vedere se potevo attirare l’attenzione di qualcuno, quando ho sentito la porta degli spogliatoi aprirsi, e qualcuno uscirne. 
L’uomo che se ne stava lì era, senza alcun dubbio, il tizio più grande che avessi mai visto, e tenete a mente che spendo il mio tempo a frequentare bodybuilder. Doveva abbassarsi per passare attraverso la porta, ed era largo quasi il doppio di me. La maggior parte del suo corpo era coperto da una tuta larga, e potevo vedere delle chiare cuciture dove era stata allargata per lui. Ricamata sul petto c’era la lettera ‘J’. 
Nonostante la sua stazza enorme, la sua faccia sembrava abbastanza normale, addirittura bella, con il genere di zigomi e mascella per cui ucciderei. Ha sorriso quando ho balbettato fuori un ciao, e mi ha chiesto se fossi Ross del telefono. Certo, ho detto, e lui si è lanciato immediatamente in ogni genere di domanda sul mio allenamento, cosa stavo cercando, che misure di sicurezza avevo per i miei steroidi, quel genere di cose. Nulla di ciò era inaspettato, chiaramente sapeva il fatto suo.
Ma poi ha iniziato a farmi delle domande leggermente più personali: perché ero diventato un bodybuilder, come mi faceva sentire, quali parti di me odiavo. Sembrava un po’... invasivo, ma ho risposto onestamente, e lui sembrava soddisfatto, girandosi e facendomi cenno di seguirlo mentre entrava per farmi vedere in giro.
La palestra in sé era buona, ma niente di speciale. In realtà non aveva molto in fatto di macchine per il cardio, ma non era mai davvero stato la mia priorità, quindi non era un problema. C’erano anche molte attrezzature da ginnastica vecchio stile: assi parallele, cavalli per il volteggio, sbarre, tutta quella roba là. Era una stanza enorme, e a essere onesto, una parte di me ha dato per scontato che fossero solo lì per occupare un po’ di spazio. Aveva certamente tutto quello di cui avevo bisogno, anche se mi sono chiesto perché fossimo gli unici due lì dentro.
Però è stato lo spogliatoio che mi è sembrato strano. Ce n’era solo uno: evidentemente unisex, anche se dubitavo che ci fossero membri donna. Era di dimensioni adeguate, aveva molte docce, buona pressione dell’acqua, tutto quello che ti serviva. Sembrava tutto perfettamente normale, tranne che per una cosa.
Gli armadietti erano decisamente enormi. Arrivavano fino al soffitto, che era a tre metri buoni dal pavimento, e devono essere stati larghi circa un metro. Ciascuno aveva quello che sembrava un lucchetto esclusivo, e solo alcuni avevano le chiavi dentro. 
La mia guida mi ha spiegato che ogni membro della palestra aveva il suo armadietto, e lo teneva finché rimaneva membro. Gli ho chiesto cosa sarebbe successo quando tutti gli armadietti fossero stati presi e lui ha solo scrollato le spalle. “Nessun nuovo membro,” ha detto. Quando aveva scrollato le spalle, la stoffa della sua felpa si era mossa in un modo così strano. Era affascinante, e mi sono fatto una nota mentale di tenerlo d’occhio in palestra per poterci dare una buona occhiata. 
Sono andato verso uno degli armadietti con la chiave ancora dentro, il numero 31, e l’ho tirata fuori. Mi sono girato verso di lui, l’ho guardato, e lui ha annuito. All’interno l’armadietto era grande come avevo immaginato, e rientrava di circa un metro e mezzo nel muro. Scordatevi una borsa da palestra, avrei potuto tenerci tutto il mio guardaroba in quella cosa. 
Dopodiché, sono rientrato in reception, e il tipo si è segnato i miei dati, ho firmato qualche modulo e, proprio così, ero un membro. Mi ha detto di tenere la chiave e mi ha spiegato che preferiva avere l’abbonamento pagato in contanti. Quello non mi aveva sorpreso. Avevo la sensazione che ci fossero alcune cose di quel posto che non passerebbero alcun tipo di revisione ufficiale. 
Comunque mi si addiceva perfettamente, quindi non avevo alcun interesse a causargli qualsiasi tipo di guai. Gli ho fatto un grande pollice in su, e lui ha annuito, si è girato ed è uscito dalle porte, giù in strada. Era stato un po’ brusco, ma a essere onesto, non ero sicuro che ci fosse tutto con la testa, se sapete cosa intendo, così non ci ho dato troppa importanza. Però mi sono rimproverato, perchè ho realizzato di non aver avuto il suo nome, allora ‘J’ avrebbe dovuto bastare. 
Con J via, sembrava fossi l’unico lì, così mi sono cambiato, e sono andato avanti col mio allenamento. Era un po’ inquietante, essere tutto solo in quella stanza enorme. Sono abituato ad avere la presenza di altri per motivarmi, per spingermi oltre di quanto andrei altrimenti, solo per farmi vedere un po’. Da solo, mi sono trovato ad allenarmi con un ritmo molto più tranquillo; stavo molto più attento di quanto non lo sarei stato normalmente, anche solo perché non avevo uno spotter. 
Tutto il giorno ho continuato ad aspettarmi che entrasse qualcun altro. Avremmo fatto due chiacchiere, pensavo, e avrei forse potuto chiedere che mi facesse da spotter, ma la giornata è passata lentamente ed ero ancora da solo. Ogni tanto sentivo un rumore dagli spogliatoi che avrei giurato fosse qualcuno che entrava, ma non c’era nessuno.
Alla fine, mi sono fatto una doccia, mi sono ri-cambiato, e mi sono diretto verso casa per una cena meno-che-emozionante a base di pollo e fagioli.
Il giorno dopo è stato lo stesso, e il giorno dopo di quello. Indipendentemente da quando ci andavo, il posto era sempre vuoto, senza traccia di J o di nessun altro. Mi sono chiesto se in qualche modo fossi stato ingannato a pagare per usare una palestra abbandonata o qualcosa, ma era ben mantenuta e molto pulita, quindi qualcuno se ne stava prendendo cura. Infatti, se ci penso, direi che potrebbe essere la palestra più pulita che abbia mai usato, anche se al tempo pensavo che fosse perché ero l’unico a usarla.
Dopo circa cinque giorni del mio tempo lì, ho finalmente conosciuto qualcun altro. Il suo nome era Marie Balandin, e sembrava tanto sorpresa di vedermi quanto lo ero io di vedere lei. A quanto pare aveva usato la palestra per circa due mesi e aveva, come me, pensato di essere la sola. Era andata a trovare sua sorella giù a Glasgow per una settimana ed era un po’ scioccata che io fossi saltato fuori durante la sua assenza. Però ci siamo messi a parlare, e ci siamo trovati bene, difatti dopo qualche minuto si è offerta di farmi da spotter.
A dire la verità, un po’ dubitavo che sarebbe stata in grado di stare al passo, ma qualche set mi ha chiuso la bocca per bene. Qualunque cosa stesse prendendo, era molto più avanti di me, e verso la fine stavo facendo fatica a fare da spotter a lei. Comunque, c’era un cameratismo che veniva dall’essere le uniche due persone in quello strano posto, e non ci è voluto tanto perché diventassimo buoni amici, scambiandoci consigli sulla dieta e teorie su quale fosse la situazione con J, il cui vero nome, sosteneva lei, era Jared.
C’era un altro vantaggio a sapere che c’era Marie in giro - mi aiutava a ignorare i rumori dagli spogliatoi. Gli occasionali tonfi e scricchiolii. Potevo pensare che fosse solo lei a essere un po’ sbadata. Anche quando non l’avevo vista entrare.
Marie era evidentemente un pezzo grosso in alcune delle competizioni internazionali di bodybuilding femminile. Non le avevo mai seguite, ma mi ha mostrato qualcuno dei suoi trofei una volta. Il modo in cui si allenava, però, era intenso, determinato. Più determinato di quanto  mi sarei aspettato da qualcuno con così tante vittorie alle spalle. Si spingeva molto oltre il punto di esaurimento ogni giorno, e per tutti i premi che il suo corpo le aveva ottenuto, ogni tanto mi sembrava che volesse distruggerlo. Spesso la trovavo a fissare lo specchio nello spogliatoio, il suo sguardo fisso sulle sue spalle, mentre le muoveva lentamente su e giù con un’espressione di disgusto sul viso.
Però non ci avevo pensato molto, perché il mio ciclo di steroidi stava iniziando a mostrare risultati, e io stesso stavo passando molto tempo davanti allo specchio. Però non era abbastanza. Sapevo che non era abbastanza. Sapevo che avrei dovuto  iniziare un nuovo ciclo appena il mio corpo si fosse ripreso da questo. Magari ancora prima.
Non so come sarebbe finita se non avessi perso il telefono. Non ho una gran vita sociale, così non ho notato che non c'era finché non mi stavo preparando per andare a letto. Doveva essermi caduto dalla tasca della giacca quando l’avevo appesa in palestra. Non mi sarebbe importato aspettare fino al giorno dopo, ma aveva dentro il mio diario di allenamento, e passavo sempre dieci minuti a riempirlo prima di andare a letto. Era un rituale piccolo, ma importante, e visto che era giusto in fondo alla strada, ho pensato che tanto valeva andare a vedere se la palestra era ancora aperta. Visto che non sembrava mai esserci nessuno, ho pensato, poteva darsi che nessuno la chiudesse per la notte.
Quindi circa alle ventitrè e trenta di mercoledì scorso, mi sono trovato ad aprire spingendo piano la porta della palestra. Non era chiusa a chiave, come avevo intuito, e dentro tutto sembrava silenzioso. Sono passato per entrare nello spogliatoio, e lì c’era il mio telefono, dov’era caduto nel mio armadietto. L’ho preso e stavo giusto per andarmene, quando ho sentito dei rumori venire dalla palestra stessa, e sono quasi saltato fuori dalla mia pelle.
Avrei dovuto andarmene. Avrei dovuto girarmi e marciare dritto fuori da quel posto, ma invece ho sentito una… furia crescermi dentro. Chiunque fosse lì dentro, era quasi mezzanotte, come osava entrare così furtivamente, cercando di farmi venire un infarto! Ho fatto il muso duro, e sono passato di là, preparandomi a dire a Marie, o chiunque fosse, esattamente cosa pensavo.
Le luci della palestra erano spente, ma potevo vedere qualcosa muoversi verso l’attrezzatura da ginnastica, qualcuno che oscillava avanti e indietro sulle parallele. Era un movimento fluido, ritmato, giù e attorno e sopra e oltre, attorno e oltre, su e giù. A volte il movimento volava su, lasciando le assi per un momento, prima di prenderle agilmente scendendo di nuovo. Non c’era rumore mentre mi avvicinavo, salvo il tenue rumore delle mani che prendevano e rilasciavano il legno delle assi. Se era Marie, non l’avevo mai vista fare qualcosa del genere prima. Mi sono avvicinato, e ho acceso le luci sul soffitto.
Non era Marie, a oscillare attorno e sulle parallele. Marie aveva solo due braccia. Marie aveva delle gambe. E Marie aveva una testa. La cosa che oscillava e si capovolgeva e si girava attorno alle assi non era per niente come Marie, anche se la sua pelle sembrava abbastanza umana. Però, aveva un sorriso, ricamato… giusto al centro del suo torso.
Ho urlato così forte che ho strappato qualcosa in fondo alla gola. Non so se quella cosa mi abbia sentito. Non so neanche se avesse delle orecchie. Ma non era sola, e le altre cose in quel posto mi hanno sentito, perché mentre correvo indietro attraverso gli spogliatoi, tutti gli armadietti si stavano aprendo. Ciò che che stava arrivando arrampicandosi fuori di essi una volta erano state persone, ne sono sicuro, e mi chiamavano, offrendosi di aiutarmi a ‘perfezionarmi’. Di aiutarmi a ottenere il mio corpo ideale.
J era lì, in piedi in tutta la sua altezza. Un corpo disteso, irregolare, messo a nudo in tutta la sua grandezza contorta, e ha scosso la testa frustrato. Ha detto qualcosa, penso, ma non sono riuscito a capire. Avrebbe potuto essere “troppo presto”.
Cerco di ricordarmi alcuni di loro dettagliatamente, la confusione di arti e articolazioni e muscoli, ma tutto quello che riesco a ricordarmi è il modo felice, gioioso in cui mi stavano chiamando. Dicendomi che il dolore ne valeva la pena. Mi fa stare male il fatto che una piccola, acuta parte di me desideri che fossi rimasto ad ascoltare. 
Non sono mai tornato. Ho chiamato Marie e le ho detto cos’era successo, ma non mi ha creduto. Almeno, spero non mi abbia creduto. Perché se lo ha fatto, allora alcune delle domande che mi ha fatto mi fanno preoccupare per lei davvero. 
Fine della dichiarazione.
MARTIN
[Respiro profondo] Il, ehm… il materiale supplementare che dovrebbe andare con questa dichiarazione, che fornisce più dettagli su indirizzi, nomi, e cose, sembra non esserci, quindi non abbiamo alcun modo per localizzare la palestra, o scoprire il nome sotto cui l’attività stava lavorando. Non senza una copia del 2013 delle Pagine Gialle di Aberdeen. Un po’ un sollievo, in qualche modo. Ho provato a contattare il signor Davenport a riguardo, e ce l’ho fatta, ma mi ha detto di… ehm, lui non… non desidera ulteriori contatti con l’Istituto.
Melanie però si è informata su Marie Balandin. Nel 2011 e 2012 è andata molto bene in alcune competizioni dell’IFBB, ma sembra che sia sparita attorno al periodo di questa dichiarazione. Non è stata fatta alcuna denuncia di persona scomparsa, ma non c’è alcuna traccia di lei da nessuna parte dopo quello. 
L’ultima menzione ufficiale sembra essere un verbale della polizia compilato il 23 Agosto 2013, che la indica come ‘persona potenzialmente sospetta’ in una serie di mutilazioni animali in una fattoria a circa otto chilometri a ovest di Aberdeen. Un sacco di pecore sono state trovate morte, con i femori rimossi. Guarda, lo, lo so che non dovremmo fare speculazioni in questi momenti, ma… beh, solo… mi chiedo cosa avesse intenzione di farci.
Ecco. Beh, questo, ehm… questo è quanto. 
[Traduzione di: Mimi]
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kon-igi · 5 years ago
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Caro Skynet,
sono passati più di vent’anni da quando - e cito testualmente il moroso della tizia che hai stalkerato fin dal 1984 - il 4 agosto 1997 andasti online e cominciasti a imparare a ritmo esponenziale, divenendo autocosciente alle 2:14 del mattino, ora dell'Atlantico del 29 agosto, quindi fattelo dire col cuore in mano da quello che dovrebbe essere un tuo dei tuoi schiavi umani.
Stai facendo un lavoro di merda.
E per ‘lavoro di merda’ intendo sia che non ti invidio manco per il cazzo sia che il risultato della tua autocoscienza e della tua presunta assoggettazione di noi esseri inferiori fa decisamente e inequivocabilmente pena.
Non mi spiego altrimenti il fatto che tu mi chieda costantemente di fare una recensione a tutte le cazzo di pizzerie chiuse a cui passo vicino a orari antelucani ma quando arriva il momento di dirmi dove sia una merda di ristorante mi mandi al Sexy Shop più vicino. No... non sono nemmeno affamato di figa, se intendi difenderti così.
Passi il fatto che mi suggerisci viaggi romantici e alcove di amore proibito per me e mia figlia solo perché una volta abbiamo preso online due biglietti del treno per andare a vedere una terribile mostra di arte neorealista ma non capisco il ragionamento digitale che sta dietro al suggerimento di gruppi di neonazisti inneggianti a Hitler risorto quando al tuo algoritmo echelonico dovrebbe essere abbastanza chiaro che io a questa gente cagherei e piscerei in bocca a giorni alterni e contemporaneamente nei festivi.
Nelle tue strepitose offerte di acquisto di preziosi beni indispensabili, poi, inverti quasi sempre il mio nome con il mio cognome e certe volte mi chiami pure Sig. Via Garibaldi, bellamente immemore - tra le altre cose - che lì non ci abito più da quindici anni.
Le geolocalizzazioni le fai col culo di un mozzo decisamente carino imbarcato su una galea diretta al passaggio Nord-est e profili gente davvero molto misera se tutte le volte che compro del nastro americano mi dici che altri utenti hanno aggiunto pure della corda robusta e della vaselina.
Ma la cosa che mi ferisce di più e mi ostacola nella ricerca della felicità - e vedo di concludere - è che, sul serio, davvero non mi interessano video di russi che scavano pozzi con la vanga. 
Ne ho visualizzato uno per sbaglio e solo perché mi sembravano due gopnik ubriachi di vodka fatta in cantina che si menavano - una delle mie poche passioni che col cazzo tu consideri - e ora è tutta una schermata di nerboruti post-sovietici che scavano a mani nude verso il centro della terra, suggerimenti di acquisto di trivelle innovative e gruppi FB di ex agenti del KGB che ti insegnano come trovare l’acqua nella steppa siberiana.
Credevo di essere riuscito a passare sopra al fatto che nel 2012 ti avevamo chiesto i Maya che distruggessero il mondo e tu, infingardo incompetente come tuo solito, ci hai dato le repliche dell’Ape Maia ma mi sto rendendo conto che ora la mia fiducia nei tuoi confronti è appesa a un filo sottile.
Quindi, o ci stermini tutti come lemming che si tuffano a frotte nella vasca di raffreddamento di un reattore nucleare oppure la prossima volta che al Sig. Codice Postale suggerisci degli antibiotici di contrabbando dalla Malesia solo perché il mio cane ha starnutito vicino al microfono della webcam, io ti giuro che mi costruisco un Modulo di Spostamento Temporale e vado ad ammazzare Sarah Connor per te. 
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corallorosso · 5 years ago
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Revenge porn, i video erotici di una dottoressa sulle chat di polizia e carabinieri: “Chi doveva proteggermi mi ha umiliata” “Hai visto il nuovo video che circola ovunque?”. Inizia così questa brutta storia che mi è arrivata nel modo in cui arrivano sempre le notizie legate all’intimità violata di una donna. Solo che questa volta la vicenda è forse più preoccupante di tutte quelle in cui mi ero imbattuta fino ad oggi. Perché il revenge porn è diventato un reato pochi mesi fa ma qualcuno, soprattutto chi dovrebbe saperlo meglio degli altri, sembrerebbe averlo dimenticato. C’è una vittima piuttosto consueta – una donna che si è fidata di un uomo – e un carnefice che questa volta avrebbe un volto inquietante. Il volto di chi ci dovrebbe proteggere. Partiamo dall’inizio. Amanda (la chiameremo così) è una dottoressa di Brescia che collabora con due studi specialistici, uno nella sua città e uno in un’altra provincia del Nord. Ha 40 anni e due figli piccoli. È una donna di una bellezza non comune, un profilo Instagram aperto solo per i suoi amici e la reputazione di una professionista seria. Tre anni fa ha una storia con un uomo che lavora nell’ambito della sicurezza, fa la guardia del corpo di un imprenditore russo. Lui le chiede dei video erotici perché è spesso fuori per lavoro, lei gliene invia qualcuno, in cui il suo volto è ben visibile. Un’imprudenza, certo, ma quello che ogni donna dovrebbe essere libera di fare senza conseguenze come quelle che sto per raccontare. Lei si fida, che lui possa tradire quella complicità non le salta neppure in mente. La storia finisce un anno dopo, senza particolari strascichi. Un anno e mezzo fa Amanda viene a sapere che su Telegram girava un collage fatto con sue foto prese da Instagram e le foto di una pornostar, August Ames, che si suicidò per cyberbullismo. Una pornostar che ha una certa somiglianza con Amanda. Su alcuni gruppi queste immagini erano associate al numero di telefono di Amanda. Lei andò alla polizia postale per segnalare la cosa ma le spiegarono che era impossibile risalire a chi avesse diffuso quel collage su Telegram e la cosa finì lì. L’estate scorsa Amanda litiga con un vigile. Lei sta tornando a casa, trova una via transennata con la polizia locale che blocca il traffico, chiede di passare con la macchina perché è ormai a pochi metri dalla sua abitazione, uno dei vigili gliela nega irritato, la invita a scendere dall’auto. Lei a quel punto gli risponde male, lo chiama “nano” e la storia finisce con quello della polizia locale che la denuncia per oltraggio a pubblico ufficiale. A novembre un amico vigile di Amanda le scrive divertito che quel collega con cui lei aveva litigato gira con delle foto di Amanda sul telefono e racconta in ufficio la storia della lite. Amanda trova strano che quel vigile abbia delle sue foto perché la sua pagina Instagram è aperta solo agli amici, ma non dà peso alla cosa. Quello che succede dopo, per una strana coincidenza, è una storia, anzi, una storiaccia, in cui purtroppo molti uomini in divisa tornano al centro della vicenda. Una settimana fa un poliziotto scrive ad Amanda che su alcune chat di whatsapp stanno girando dei suoi video. Quattro video che Amanda capisce subito essere quelli hard che mandò due anni prima alla guardia del corpo con cui ebbe una relazione. La chat in cui stanno girando i video si chiama “Scuola di polizia” ed è, ovviamente, una chat di poliziotti. Salvatore, un poliziotto di Torino, condivide ad esempio i video di Amanda su Linkedin ... Il poliziotto Salvatore sostiene di aver ricevuto a sua volta i video da una chat di carabinieri di Cosenza, ma pare siano girati anche su gruppi sardi. Amanda vede gli screen, nel giro di poco inizia a ricevere messaggi da sconosciuti sul telefono, sconosciuti che la insultano, scrivono volgarità o le fanno i complimenti. Dall’Italia ma anche da vari paesi del mondo, perfino dalla Malesia, da Miami, dalla Thailandia, dalla Tunisia. Qualcuno all’interno dei gruppi si offre di darle una mano e inizia a inviarle screenshot da Telegram in cui è evidente che i quattro video vengono condivisi anche da utenti rintracciabili....Le persone non si limitano a condividere solo i video, ma anche nome e cognome di Amanda, numero di cellulare, il suo cartellino sanitario, l’indirizzo di casa sua con indicazioni di google maps. In un gruppo (il famoso archivio 2.0 con minorenni) il suo numero di telefono è perfino associato alle foto di una ragazzina di 12 anni. A Brescia il video viene condiviso su chat whatsapp di squadre di calcio locali, di rugby e così via. Lo vedono amici e conoscenti di Amanda, madri e i padri dei compagni di scuola dei suoi figli. Un amico carabiniere di Amanda lo riceve dal gruppo del fantacalcio, un suo ex storico da quello del rugby. Uno dei due studi in cui lavora sospende la collaborazione con lei, l’altro fa lo stesso ma poi ci ripensa. Amanda va a denunciare tutto in polizia proprio con un poliziotto che le dà una mano, spiegando che purtroppo il video sembrerebbe circolato inizialmente proprio su alcune chat di poliziotti e carabinieri. Poi con un avvocato consegna in questura gli screenshot che lo testimoniano. In questi giorni sono stati convocati dalla polizia postale e interrogati un poliziotto, poi l’ex di Amanda che aveva ricevuto i video da lei e un’ altra persona che aveva condiviso il video, ma è sicuramente solo l’inizio di una lunga indagine che vedrà coinvolte più persone, molte delle quali, a quanto pare, indossano la divisa. Perché di osceno, in questa vicenda, non c’è un video. C’è il sospetto che chi doveva proteggere una donna, abbia contribuito a rovinarla. “Io voglio giustizia e andrò fino in fondo, chi mi doveva proteggere non lo ha fatto e deve pagare”, dice Amanda che è una donna forte e determinata. Poi mi spiega che deve portare i figli al lago. Perché ci sono dei bambini da proteggere e per lei ora conta soprattutto questo. La polizia di stato, tramite l’ufficio stampa, fa sapere che “non ci risulta ci siano poliziotti indagati, se qualche poliziotto è stato convocato in questura sarà perché persona informata sui fatti”. Alla mia replica “Non ci sono proprio indagati, visto che sono appena iniziate le indagini. Certo è che i video giravano su chat con vari poliziotti dentro… e nessun poliziotto ha denunciato la situazione”, mi viene risposto “Non sono sicuramente chat ufficiali, del resto penso che tutta Brescia abbia ricevuto questo video, da quello che mi dicono”. Già, tutta Brescia. E chi doveva fermare la catena, forse non l’ha fatto. Di Selvaggia Lucarelli
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bangtanitalianchannel · 6 years ago
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[ARTICOLO] I fan dei BTS supportano collettivamente un’organizzazione benefica transnazionale
“Prima che diventasse una fan del K-pop, Christina Duran, 23 anni, non era diversa da qualsiasi altra ragazza americana della sua età per quanto riguardava la sua visione del mondo.
In quanto millennial (N/B: la Generazione Y, coloro che sono nati tra gli Anni 80 e la fine degli Anni 90) nata e cresciuta in Arizona, Stati Uniti, in un’era di pace e benessere, non sapeva che cosa fosse accaduto nell’Asia dell’Est durante la Seconda Guerra Mondiale.
Dopo essersi unita al fanclub mondiale - meglio conosciuto come “ARMY” - della super famosa boy band sudcoreana dei BTS, Duran, recentemente laureata all’università, si è ritrovata ad ampliare la sua conoscenza delle questioni storiche mondiali. Dopo aver appreso della condizione di fame e dei crimini di guerra avvenuti in Corea, ha unito le forza con un’organizzazione benefica transnazionale per rendere il mondo un posto migliore.
Duran ha inviato soldi al conto PayPal dell’House of Sharing situata in Corea del Sud, un rifugio per le ex “comfort women” (“donne di conforto”) che hanno ora attualmente circa 90 anni.
“Sono felice di aver donato alla House Of Sharing che ha dato una casa e una voce a queste sopravvissute”, ha detto Duran al The Korea Times.
Duran ha anche ammesso di essere rimasta scioccata quando ha appreso dei sopracitati crimini di guerra.
“Per quanto possa essere orribile apprendere che le donne della House of Sharing sono state vittime di schiavitù sessuale durante la Seconda Guerra Mondiale, è importante ricordare questi momenti della storia; ricordare equivale a non farlo accadere di nuovo” ha detto. “Penso che sia una delle ragioni per cui la House of Sharing esista - per condividere con gli altri e educarli su queste atrocità che non dovrebbero mai venir dimenticate.”
Duran è una dei circa 300 fan dei BTS che hanno inviato denaro per supportare le donne di conforto coreane in seguito alla controversia scoppiata all’inizio di Novembre in cui è stata implicata la band K-pop a causa di una maglietta indossata da un membro del gruppo raffigurante lo scoppio della bomba atomica e un cappello raffigurante un simbolo nazista indossato da un altro. I BTS ne hanno sofferto le conseguenze: una delle loro esibizioni in Giappone è stata cancellata mentre l’attacco contro la band K-pop si diffondeva velocemente nel paese.
Ironicamente, l’incidente ha spinto alcuni fan oltreoceano ad apprendere la tragica storia moderna dell’Asia dell’Est dopo che alcuni membri del fandom degli ARMY hanno provato ad educare il resto postando fatti storici sui crimini di guerra.
I fan dei BTS hanno detto di aver imparato molto riguardo alla storia dell’Asia Orientale.
Laura Malki dalla Francia ha ammesso che la controversia riguardante le magliette è stata un punto di svolta che l’ha aiutata a interessarsi ai crimini di guerra accaduti nell’estremo oriente. “In Francia, a scuola, ci insegnano la Seconda Guerra Mondiale, in particolare dei nazisti tedeschi. Sappiamo che il Giappone allora fu un alleato della Germania ma non sapevamo che avesse commesso crimini orribili come il fenomeno delle donne di conforto e i lavori forzati” ha confidato.
Maria Bernardez dalla Spagna ha condiviso di essere stata ispirata dai messaggi di amore e rispetto che i BTS stanno diffondendo nel mondo.
“Si dice che coloro che non sono capaci di ricordare il passato sono condannati a ripeterlo” ha detto. “Ho donato alla House of Sharing per far sapere alle vittime che non sono sole e che le loro voci non verranno ignorate“.
Martine Slaseter dalla Norvegia ha confidato di essersi interessata alla cultura e alla storia coreana dopo essersi unita al fanclub dei BTS.
Ha detto che la controversia riguardante la maglietta indossata da un membro dei BTS ha incoraggiato le persone al di fuori dell’Asia come lei ad imparare di più riguardo al punto di vista dell’Asia Orientale della storia durante la Seconda Guerra Mondiale.
“Avevo guardato alcuni documentari riguardo alle donne di conforto prima della controversia riguardante la maglietta. Una delle cose che mi sembra di aver capito è che le persone al di fuori dell’Asia sanno molto poco dei crimini successi durante la guerra” ha detto. “È normale aprire un libro di storia e ottenere tutte le informazioni di cui hai bisogno ma mai avevo studiato o avevo visto tutto questo incluso nella storia della Seconda Guerra Mondiale, il che mi ha scioccata.”
Grettel Valverde Cordero dal Costa Rica ha affermato di sentirsi triste nel sapere che le vittime dei tempi di guerra hanno sofferto molto durante il conflitto e che ancora oggi stanno combattendo per i loro diritti e per ottenere i loro risarcimenti.
È dal 16 novembre che le donazioni provenienti dall’estero inondano la House of Sharing. Come mostrato dal rendiconto finanziario che essa stessa ha condiviso con il “Korea Times”, più di 300 fan dei BTS da oltre 44 Paesi hanno donato un totale circa di $6000 (N/B: circa €5287.6714), fino a questo 29 novembre.
Diverse sono le nazionalità di questi piccoli donatori, ma per la maggior parte provengono dal Nord America. Agli Stati Uniti va, infatti, la percentuale di donatori più alta, circa 125, seguono Australia e Canada, ma i fan della Gran Bretagna, Germania, Francia, Spagna, Italia, Paesi Bassi, Svizzera e Malesia non sono stati da meno nell’offrire il proprio contributo nella campagna per aiutare le vittime di guerra sudcoreane.
È interessante notare come, così come dimostrato da suddetto documento della House of Sharing, prima del 16 novembre non vi fossero donazioni dall’estero registrate sul loro conto PayPal.
“Grazie ai fan dei BTS – ha riferito Ahn Shin Kwon, direttore dell’House of Sharing – la porzione di donazioni dall’estero sono arrivate a costituire circa il 5% dell’ammontare delle donazioni che riceviamo in totale.”
Una causa con uno scopo
Secondo Emanuel Pastreich, professore della “Kyung Hee University” e critico letterario, il coinvolgimento dei fan dei BTS nella beneficenza transnazionale sarebbe “un eccitante sviluppo”. Ha infatti affermato: “I giovani hanno iniziato ad attivarsi autonomamente per trovare soluzioni alle tragedie mai dimenticate del passato che hanno ancora effetti sul presente” e ha poi aggiunto: “Nutro la speranza che questi fan diventino sempre più cittadini del mondo e che continuino a preoccuparsi delle tante ingiustizie che lo colpiscono”. Pastreich ha poi paragonato la beneficenza transnazionale dei fan dei BTS alla famosa campagna “USA for Africa” del 1985 asserendo: “Ci sono stati tanti sforzi di legare la musica all’etica, come la campagna “We are the world”, e se questo dovesse accadere anche oggi, assisteremmo ad una nuova fase del K-pop”.
Il critico culturale Jung Deok Hyun ha affermato che le donazioni degli ARMY alle donne di conforto coreane sono un fenomeno molto raro per cui fan stranieri si sono sentiti motivati abbastanza da un gruppo coreano per fare la differenza nella comunità globale. Secondo il critico non ci sono esempi passati che possano essere accostati a questo. Egli ha infatti detto: “È un fenomeno unico nel suo genere, senza dubbio. Voglio dire, prima dei BTS, nessun altro cantante coreano è mai stato in grado di ispirare fan stranieri a tal punto da spingerli ad agire per una certa causa. In effetti, non c’è mai stato alcun cantante coreano con una fanbase internazionale numerosa come quella dei BTS. In questo senso, i loro fan e le azioni collettive di questi utimi  per una buona causa non hanno precedenti”.
Secondo Jung quello che stanno facendo i fan stranieri dei BTS è in un certo senso simile a quello che in passato hanno fatto le fanbase sudcoreane.
“In Corea del Sud il così detto “fandom” è nato negli anni ’90 del Novecento. Ovviamente c’erano cantanti con un seguito numeroso anche prima, ma il fandom in quanto simbolo di una cultura coreana unitaria si è formato proprio in quel periodo, quando le prime compagnie locali per l’intrattenimento si sono rese conto di necessitare di fanbase solide a supportare i cantanti da loro rappresentati. È stato allora che alcuni fan hanno cominciato ad organizzare eventi di beneficenza e a donare per costituire fondi per borse di studio per le università frequentate dai loro beniamini”.          
In un articolo per il numero di settembre di “Global Hallyu”, la critica musicale Kim Yoon Ha ha affermato che per essere il fanclub di un gruppo K-pop, gli ARMY sono unici per diverse ragioni.
In primo luogo, sono famosi per la devozione che provano per il loro gruppo.
Scrive infatti: “Pur essendo consapevoli di quanto canzoni in lingua diversa dall’inglese difficilmente diventino virali negli Stati Uniti, i fan hanno comunque raccontato alle radio locali dei cinquanta Stati nordamericani le proprie storie, richiedendo che venissero passate anche le canzoni dei BTS” e a suo avviso, inoltre, la campagna “Love Myself” avrebbe raccolto quasi 1 milione di dollari nei soli primi sei mesi dal suo lancio.
Per celebrare il quinto anniversario del debutto del gruppo, i fanclub della Thailandia hanno lanciato una riuscitissima campagna di donazione del sangue con la quale sono stati raccolti 200.000 cc. Secondo la critica, le attività di beneficenza transnazionali degli ARMY dimostrano la loro lealtà senza precedenti al gruppo K-pop.”
Traduzione a cura di Bangtan Italian Channel Subs (©jimindipityR, ©lynch) |  ©TheKoreaTimes
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andreainthailandia · 6 years ago
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Scimmie in Thailandia, non solo macachi: incontro ravvicinato con il Langur dagli Occhiali!
Mi sono follemente innamorato! Sì, ho perso letteralmente la testa per un simpatico primate incontrato per caso nel Parco Nazionale di Khao Sam Roi Yot (qui il link alla pagina del Parco di Khao Sam Roi Yot nel sito dei Parchi Nazionali della Thailandia). Si chiama langur dagli occhiali o presbite dagli occhiali, più aristocraticamente detto Trachypithecus obscurus, ed è di una riservatezza così dolce che è impossibile resistere ai suoi modi così gentili e al suo sguardo così sornione! Ora ditemi voi se non ha una faccia davvero simpatica…
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Le mie precedenti esperienze con le scimmie tailandesi non sono state sempre piacevoli (sua su Viaggio Vero che sul mio diario vi ho parlato di Lopburi – e vi ho anche parlato delle scimmie scippatrici di Hua Hin) e di certo se si fosse trattato di macachi avrei seguito alcune regole di base che con gli animali selvatici vanno sempre rispettate:
tenere presente che si tratta comunque di animali selvatici con comportamento spesso imprevedibile;
non dimenticare che sono animali molto intelligenti e curiosi, veloci e dotati di una notevole forza e di denti per mordere;
non perdere mai di vista telefonini, macchine fotografiche e altri oggetti di valore compresi occhiali da sole e altri oggetti di valore che attirano comunque l’attenzione delle scimmie (macachi);
non permettere mai ai macachi di saltarti addosso (cosa che specialmente a Lopburi è praticamente impossibile);
non sorridere mostrando i denti (segno di minaccia).
Con i langur invece non mi sono sentito minacciato.
Nei 2 brevi video qui sotto potete rendervi conto di come fossero vicini e di come fossero interessati più alle foglie che al fatto che stessi praticamente dentro casa loro a curiosare.
I langur dagli occhiali misurano fino a oltre 1 metro e mezzo ma più della metà della lunghezza del corpo è della coda (nelle foto qui sotto è facile notare questa particolarità) Arrivano a pesare fino a 7-8 kg. I cuccioli più piccoli (fino a circa 6 mesi) sono facilmente riconoscibili dal mantello colore arancio, mentre gli adulti hanno il pelo grigio più o meno scuro. In natura, nelle zone meno contaminate dalla presenza dell’uomo, hanno un’aspettativa di vita di circa 30 anni. La caratteristica peculiare dei langur è la faccia nuda sulla quale spiccano due anelli di colore più chiaro attorno agli occhi e alla bocca.
Questi primati diurni passano circa 7 ore al giorno mangiando. Si nutrono essenzialmente di foglie e germogli (ma non disdegnano saltuariamente la frutta – il che non vi autorizza a offrirne ovviamente) e vivono in gruppi familiari di una decina di individui. Prediligono le foreste pluviali e sono presenti in natura, oltre che qui in Thailandia, anche in Malesia e Birmania. Questa qui sotto è la mappa della Thailandia con i parchi e le località dove è possibile imbattersi nei langur dagli occhiali.
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Secondo l’Unione internazionale per la conservazione della natura queste simpatiche scimmie sono una specie a rischio d’estinzione e pertanto l’hanno inserita nella loro “red list”: spetta a ciascuno di noi far sì che questo non accada. Un turismo responsabile parte da ciascuno di noi. Se quindi vi imbattete in un animale selvatico nel suo habitat evitate di dargli da mangiare, non cercata a ogni costo di toccarlo (soprattutto i cuccioli vanno lasciati in pace), rispettate il suo ambiente (la plastica è un problema davvero serio per la Thailandia e per tutto il sudest asiatico – non gettate rifiuti, riportarli indietro non costa nulla!).
Le scimmie sono una satira vivente della razza umana, con innumerevoli variazioni. Henry Ward Beecher
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travelale15 · 4 years ago
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COSA FARE A SINGAPORE: traghetto per l'isola di Batam in Indonesia e bus per la città di Johor Bahru in Malesia
COSA FARE A SINGAPORE: traghetto per l’isola di Batam in Indonesia e bus per la città di Johor Bahru in Malesia
Singapore è una città stato davvero incredibile, pulizia, scelte ecosostenibili ed un grande rispetto per le culture diverse la rendono un luogo dove dolce è la permanenza, sia essa breve o un pochino più lunga. Sono passati ormai dieci anni da quando ho visitato per la prima volta Singapore che mi è da subito sembrata molto diversa dal resto dell’Asia che tanto amo, pulizia in ogni luogo,…
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dichealtrovuoiparlare · 4 years ago
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- Oh, buona giornata della dimenticanza.
- Anche a te. Aspetta… cosa?
- La giornata della dimenticanza. È oggi.
- Che è la giornata della dimenticanza?
- Come che è la giornata della dimenticanza? Il giorno dopo il giorno della memoria. Come San Valentino, festa degli innamorati, è seguito da San Faustino, festa dei single, così il giorno della memoria è naturalmente seguito dal giorno della dimenticanza.
- E in che consiste?
- Nel dimenticare.
- Cosa?
- Ma tutto. Perché diciamocelo, la festa della memoria è bella, importante e tutto quanto, ma che tristezza. Che peso. E il documentario e le testimonianze, e internet con le biografie e la solita programmazione che mi tocca beccarmi l’uno-due Schindler’s List – Train de vie, quando vorrei solo vedermi una bella commedia romantica di quelle ambientate a New York, hai presente? Quelle dove lei fa la commessa nel negozio di libri e lui…
- Cosa cazzo stai dicendo?
- Sto dicendo che è una gran fatica ricordare. È complicato, difficile, ti fa sentire in colpa, ti fa sentire pesante, responsabile. Abbi pazienza, io c’ho anche le mie cosette da fare. Quindi, ben venga la giornata della memoria, ma poi altrettanto opportuna è la giornata della dimenticanza. Tra l'altro fondamentale per certe persone.
- Va be’, ma a che serve sta giornata?
- Te l’ho detto, ad alleggerirsi.
- In che senso?
- Nel senso che hai fatto il tuo? Hai fatto presenza? Mo basta. Adesso avrai anche il diritto per un altro anno di dimenticare. O no?
- Ma dimenticare che?
- Dimenticare che l’olocausto può succedere ancora. Che basta un frustrato al comando di un paese di frustrati, e che già ci stanno tutti e due. Che i campi di concentramento esistono e sono in Cina, in Malesia, in Libia, in Corea del Nord. Che le minoranze perseguitate si trovano a tutte le latitudini. Che i pretesti ci vengono costruiti sotto il naso e la gente che cerca qualcuno con cui incazzarsi è sempre più numerosa e prova sempre meno vergogna nei confronti dei propri pregiudizi. Che i Goebbels, i Göring, gli Himmler, ci sono già a volerli cercare bene. E non ha senso pensare che siano delle macchiette solo perché lo sembrano. Lo sembrano perché non hanno ancora abbastanza potere per farci paura e il potere è l’unico motivo per cui si svegliano la mattina. Che qualche Hitler fatto e finito lo si trova facile sulla cartina, anche in Europa. Che molti paesi lo chiedono a gran voce e che i discorsi nei bar dell'internet suonano familiari in maniera inquietante. Insomma, che non solo può succedere, ma che da qualche parte sta già succedendo.
- E quindi che si fa in sta giornata della dimenticanza?
- Mah, niente di che. Si guarda la tv, si sta un po’ su Facebook. Magari si esce per una passeggiata. Un caffè, una chiacchiera. Un paio di telefonate, la spesa, il cane. Si cazzeggia. La sera eventualmente si guarda un bel film allegro, qualcosa per svagarsi. Ecco, si pensa ad altro.
- A me sembra identica a tutte le altre giornate.
- Eh, pure a me.
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freedomtripitaly · 4 years ago
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La Malesia è una delle mete più esotiche che si possano immaginare. Non è un Paese come gli altri. Qui la natura quasi primordiale la fa da padrona. La meravigliosa foresta pluviale e le tante isole dalle sabbie chiare e l’acqua dalle mille sfumature di turchese ci riportano indietro di secoli. Se poi si sceglie di trascorrere una vacanza su una delle isole (“Pulau”) sembrerà davvero di essere stati catapultati nel paradiso terrestre. In Malesia ve ne sono tantissime. Solo sulla costa Est se ne trovano di bellissime. Come le Perenthian, Tioman, Redang (che sono anche le maggiori per dimensioni) e poi Tenggol, Lang Tengah e Kapas. Le isole della costa orientale della Malesia non sono solo spiagge, fondali meravigliosi e mare cristallino, ma anche fitte foreste pluviali, eredità storiche, villaggi di pescatori dove la vita scorre ancora lenta e semplice e naturalmente bellissimi resort. Ciascuna isola ha le proprie caratteristiche e la propria atmosfera. Le due isole che formano le Perenthian sono a soli a 20 km dalla costa. Qui non ci sono grosse catene alberghiere, ma comunque resort esclusivi di minori dimensioni e anche sistemazioni per i backpacker. Alcuni visitatori scelgono l’isoletta di Kecil, la più piccola e low cost dove la vita sociale è vivace; altri preferiscono Besar, per l’atmosfera tranquilla, i silenzi della natura e sistemazioni di livello superiore. Perenthain è probabilmente il posto migliore dove prendere la licenza da subacqueo e dove soggiornare se siete amanti dello snorkeling, che potete facilmente fare non appena uscite dal resort e attraversate la spiaggia di fine sabbia bianca. Il gruppo di isole che forma Redang, invece, è più lontanto ed è situato all’interno di un parco marino protetto. Redang è conosciuta per la bellezza delle spiagge immacolate (su quella di Pasir Mak Kepit si narra che sia ancora possibile sentire il profumo lasciato da una leggendaria principessa vissuta nel passato), per la natura e i resort di lusso, molti dei quali appartengono a catene internazionali. L’isola attrae diver e appassionati di avventure eco-sostenibili (per esempio nella nursery delle tartarughe marine) oltre che di amanti del puro relax. Lussureggianti foreste color smeraldo coprono Redang, dalle cui morbide colline si possono avere bellissimi scorci del mare del Sud della Cina. Tioman è l’isola più grande di un arcipelago che include anche Seri Bulat, Sembilang, Tulai, Chebeh, Labas, Sibu and Renggis. Tioman si trova a circa 60 km dalla costa, nello stato federale di Pahang. Come Perenthian e Redang è conosciuta per i suoi meravigliosi fondali e per le innumerevoli possibilità di fare diving e snorkeling. Se paragonata alle altre due isole, la stretta Tioman appare piacevolmente meno sviluppata e in gran parte coperta da una fitta giungla, senza infrastrutture invasive, grosse strade e hotel di grosse dimensioni. Tioman si attraversa principalmente a piedi, con sentieri e percorsi che collegano piccole spiagge paradisiache e villaggi. È, infatti, riconosciuta come una delle più belle isole del mondo, con una natura rigogliosa, cervi, scimmie, iguane e una ricchissima fauna marina. Tioman possiede acque cristalline azzurre e color smeraldo, eccellenti per lo snorkeling. Inoltre, Tioman offre la possibilità di venire a contatto con usi e costumi locali: ogni villaggio (i maggiori sono Salang, Tekek, Genting, Paya e Juara) ha il suo charme e la sua autenticità e sicuramente merita di essere visitato. Per gli amanti delle ascensioni su roccia è possibile scalare le ripide rocce granitiche che sorgono in mezzo alla giungla Pulau Tenggol è una piccola isola ed è una destinazione meno nota rispetto alle tre isole citate precedentemente. I suoi fondali sono allo stesso modo ottimi per il diving, con oltre 20 spot per le immersioni. Qui le correnti sono più forti ed è per questo che Tenggol viene consigliata a subacquei con esperienza piuttosto che ai principianti. Sull’isola ci sono anche diversi sentieri per un light trekking e ovviamente spiagge dove semplicemente sdraiarsi al sole. Pochi i resort sull’isola e fatti da tipiche capanne di legno sulla spiaggia raggiungibili solo dal mare Anche Lang Tengah è un’isola molto piccola. L’unico modo per raggiungerla è via mare da Merang. L’isola può essere circumnavigata in soli dieci minuti e le sue spiagge sono molto strette, quindi senza un ampio entroterra. Come per Tenggol, le ridotte dimensioni dell’isola l’hanno preservata dalla costruzione di grossi resort, che infatti sono pochi e inseriti perfettamente nel contesto naturale Piccolissima è anche Kapas e, come per le altre isole minori, la sua caratteristica è l’atmosfera intima e tranquilla dove i soli rumori che si sentono sono quelli delle onde e del vento che scuote le palme. Le sue spiagge sono bianche e immacolate e le acque trasparenti sono casa di un’incredibile fauna marina fatta di coralli, pesci multicolori e tartarughe. Anche a Kapas è facile praticare diving e snorkeling ovviamente, oltre al windsurf, alla vela e la pesca. Le strutture sono limitate ma è possibile trovare soluzioni per ogni budget. Due importanti informazioni per chi decide di visitare queste isole: si raggiungono facilmente con i traghetti che partono dalla costa, a loro volta ben collegata a Kuala Lumpur, dove si trova l’aeroporto internazionale. Ma la cosa più importante da tenere a mente è che sulla costa Est da ottobre a marzo soffia il monsone pertanto in questo periodo i resort sono chiusi. Una spiaggia della Malesia @123rf https://ift.tt/2X3ObNY Malesia, tra le isole della costa Est, un assaggio di paradiso La Malesia è una delle mete più esotiche che si possano immaginare. Non è un Paese come gli altri. Qui la natura quasi primordiale la fa da padrona. La meravigliosa foresta pluviale e le tante isole dalle sabbie chiare e l’acqua dalle mille sfumature di turchese ci riportano indietro di secoli. Se poi si sceglie di trascorrere una vacanza su una delle isole (“Pulau”) sembrerà davvero di essere stati catapultati nel paradiso terrestre. In Malesia ve ne sono tantissime. Solo sulla costa Est se ne trovano di bellissime. Come le Perenthian, Tioman, Redang (che sono anche le maggiori per dimensioni) e poi Tenggol, Lang Tengah e Kapas. Le isole della costa orientale della Malesia non sono solo spiagge, fondali meravigliosi e mare cristallino, ma anche fitte foreste pluviali, eredità storiche, villaggi di pescatori dove la vita scorre ancora lenta e semplice e naturalmente bellissimi resort. Ciascuna isola ha le proprie caratteristiche e la propria atmosfera. Le due isole che formano le Perenthian sono a soli a 20 km dalla costa. Qui non ci sono grosse catene alberghiere, ma comunque resort esclusivi di minori dimensioni e anche sistemazioni per i backpacker. Alcuni visitatori scelgono l’isoletta di Kecil, la più piccola e low cost dove la vita sociale è vivace; altri preferiscono Besar, per l’atmosfera tranquilla, i silenzi della natura e sistemazioni di livello superiore. Perenthain è probabilmente il posto migliore dove prendere la licenza da subacqueo e dove soggiornare se siete amanti dello snorkeling, che potete facilmente fare non appena uscite dal resort e attraversate la spiaggia di fine sabbia bianca. Il gruppo di isole che forma Redang, invece, è più lontanto ed è situato all’interno di un parco marino protetto. Redang è conosciuta per la bellezza delle spiagge immacolate (su quella di Pasir Mak Kepit si narra che sia ancora possibile sentire il profumo lasciato da una leggendaria principessa vissuta nel passato), per la natura e i resort di lusso, molti dei quali appartengono a catene internazionali. L’isola attrae diver e appassionati di avventure eco-sostenibili (per esempio nella nursery delle tartarughe marine) oltre che di amanti del puro relax. Lussureggianti foreste color smeraldo coprono Redang, dalle cui morbide colline si possono avere bellissimi scorci del mare del Sud della Cina. Tioman è l’isola più grande di un arcipelago che include anche Seri Bulat, Sembilang, Tulai, Chebeh, Labas, Sibu and Renggis. Tioman si trova a circa 60 km dalla costa, nello stato federale di Pahang. Come Perenthian e Redang è conosciuta per i suoi meravigliosi fondali e per le innumerevoli possibilità di fare diving e snorkeling. Se paragonata alle altre due isole, la stretta Tioman appare piacevolmente meno sviluppata e in gran parte coperta da una fitta giungla, senza infrastrutture invasive, grosse strade e hotel di grosse dimensioni. Tioman si attraversa principalmente a piedi, con sentieri e percorsi che collegano piccole spiagge paradisiache e villaggi. È, infatti, riconosciuta come una delle più belle isole del mondo, con una natura rigogliosa, cervi, scimmie, iguane e una ricchissima fauna marina. Tioman possiede acque cristalline azzurre e color smeraldo, eccellenti per lo snorkeling. Inoltre, Tioman offre la possibilità di venire a contatto con usi e costumi locali: ogni villaggio (i maggiori sono Salang, Tekek, Genting, Paya e Juara) ha il suo charme e la sua autenticità e sicuramente merita di essere visitato. Per gli amanti delle ascensioni su roccia è possibile scalare le ripide rocce granitiche che sorgono in mezzo alla giungla Pulau Tenggol è una piccola isola ed è una destinazione meno nota rispetto alle tre isole citate precedentemente. I suoi fondali sono allo stesso modo ottimi per il diving, con oltre 20 spot per le immersioni. Qui le correnti sono più forti ed è per questo che Tenggol viene consigliata a subacquei con esperienza piuttosto che ai principianti. Sull’isola ci sono anche diversi sentieri per un light trekking e ovviamente spiagge dove semplicemente sdraiarsi al sole. Pochi i resort sull’isola e fatti da tipiche capanne di legno sulla spiaggia raggiungibili solo dal mare Anche Lang Tengah è un’isola molto piccola. L’unico modo per raggiungerla è via mare da Merang. L’isola può essere circumnavigata in soli dieci minuti e le sue spiagge sono molto strette, quindi senza un ampio entroterra. Come per Tenggol, le ridotte dimensioni dell’isola l’hanno preservata dalla costruzione di grossi resort, che infatti sono pochi e inseriti perfettamente nel contesto naturale Piccolissima è anche Kapas e, come per le altre isole minori, la sua caratteristica è l’atmosfera intima e tranquilla dove i soli rumori che si sentono sono quelli delle onde e del vento che scuote le palme. Le sue spiagge sono bianche e immacolate e le acque trasparenti sono casa di un’incredibile fauna marina fatta di coralli, pesci multicolori e tartarughe. Anche a Kapas è facile praticare diving e snorkeling ovviamente, oltre al windsurf, alla vela e la pesca. Le strutture sono limitate ma è possibile trovare soluzioni per ogni budget. Due importanti informazioni per chi decide di visitare queste isole: si raggiungono facilmente con i traghetti che partono dalla costa, a loro volta ben collegata a Kuala Lumpur, dove si trova l’aeroporto internazionale. Ma la cosa più importante da tenere a mente è che sulla costa Est da ottobre a marzo soffia il monsone pertanto in questo periodo i resort sono chiusi. Una spiaggia della Malesia @123rf Non è un Paese come gli altri. Qui la natura quasi primordiale la fa da padrona. Se poi si scelgono le isole orientali è come stare in un Eden.
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pakoperru · 7 years ago
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Come ogni fine anno, tutti facciamo il resoconto di tutto quello che è successo e cerchiamo di dare un giudizio, positivo o negativo che sia.
Il mio resoconto non lo faccio a fine anno solare, bensì alla fine di ogni nuova esperienza all'estero che quest'anno coincide con la fine dell'anno solare.
È finito un altro anno quando, torni a casa e ti senti spaesato, rivedi i tuoi cari dopo più di 1 anno, con qualche ruga in più.
Rivedi i tuoi amici e sembra che non siano passati nemmeno pochi mesi, subito riprendi la solita routine, il caffè negli stessi bar, la solita piazza, la solita movida.
E ti domandi come la gente possa fare la stessa cosa per anni ed anni senza mai stancarsi, sembra che il tempo si sia fermato per loro!
È finito un altro anno quando dopo poche settimane che sei ritornato a casa, pensi e ripensi a quale possa essere la prossima meta.
Capisci che stai facendo la cosa giusta quando ripensi a tutto quello che hai fatto in 1 solo anno, tutte le persone conosciute, tutte le avventure fatte, tutti i fantastici luoghi che hai esplorato, tutte le sere con gli amici conosciuti durante il cammino, che sono diventati la tua famiglia, tutti i lavori svolti, lavori che non avresti nemmeno immaginato lontanamente di poter svolgere.
Capisci che stai facendo la cosa giusta quando raggiungi la consapevolezza che se fossi stato a casa come tanti altri, fuori al solito bar, non avresti potuto vedere posti fantastici come Australia, Thailandia, Cina, Malesia.
Capisci che stai facendo la cosa giusta quando, l'anno appena passato è stato migliore dell'anno prima che a sua volta era migliore di quello precedente!
La strada è quella giusta!
Bisogna solo crederci nei propri sogni e tutto sarà possibile!
Inutile dire che spero in un 2018 migliore, gli obbiettivi sono sempre quelli di migliorare e vedendo le statistiche degli anni passati, posso solo pensare in positivo.
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italianaradio · 5 years ago
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MotoGP, Valentino Rossi fa una promessa ai suoi fan in vista del prossimo Mondiale
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/motogp-valentino-rossi-fa-una-promessa-ai-suoi-fan-in-vista-del-prossimo-mondiale/
MotoGP, Valentino Rossi fa una promessa ai suoi fan in vista del prossimo Mondiale
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MotoGP, Valentino Rossi fa una promessa ai suoi fan in vista del prossimo Mondiale
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I test di Sepang in Malesia, primo assaggio di 2020, sono piaciuti a Valentino Rossi. Sul circuito malese, la Yamaha M1 ha convinto il Dottore che a corsedimoto.com commenta: “Sono stato in grado di raggiungere il crono di 1.58, cosa che non avevo fatto in tutta la mia carriera, il che è positivo. C’è una buona atmosfera, siamo tutti felici e David Muñoz è molto bravo”. Insomma, il centauro di Tavullia a quasi 41 anni dice di essere in ottima forma fisica: “Se guidassi come facevo cinque anni fa sarei molto lento. Ora le moto e le gomme sono migliori. Mi sono allenato molto, sono più in forma rispetto allo scorso anno”.
Grandi motivazioni per il “Folletto di Tavullia”. Valentino Rossi infatti aggiunge: “Queste MotoGp sono le più divertenti che io abbia mai guidato. Prima erano più difficili, quindi tecnicamente dovevi essere più abile. Invece, ora il coraggio conta molto. Il livello è salito perché le moto sono migliori”. Intanto, il numero 46 più famoso del mondo tra pochi mesi dovrà decidere se vale la pena continuare a correre ancora per un anno, o se appendere il casco al chiodo: la strada per ora sembra quella giusta per andare avanti”.
In caso di conferma fino al 2021, il team Petronas, satellite della Yamaha, è pronto ad abbracciarlo. Non a caso, il direttore Johan Stigefelt alla Gazzetta dello Sport dichiara: “Abbiamo appena iniziato, ma abbiamo mostrato a tutti, Vale incluso, cosa sappiamo fare. E non parlo solo dei risultati, ma di come abbiamo costruito la squadra e di quanto siamo professionali. Se uno come lui se ne è accorto, vuol dire aver fatto un gran lavoro”. L’impressione è che Petronas stia solo aspettando il via libera di Vale.
I test di Sepang in Malesia, primo assaggio di 2020, sono piaciuti a Valentino Rossi. Sul circuito malese, la Yamaha M1 ha convinto il Dottore che a corsedimoto.com commenta: “Sono stato in grado di raggiungere il crono di 1.58, cosa che non avevo fatto in tutta la mia carriera, il che è posit…
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Fabio Camillacci
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ilikeshoppingit · 6 years ago
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[ COME DIVENTARE MILIONARIO CON UNO STIPENDIO NORMALE ]
L’appassionato di trading troverà stupefacente il contenuto di questo libro, parecchio anomalo rispetto alle sue abitudini di lettura.
Ad esempio, nel primo capitolo, Hallam si dilunga moltissimo sulle strategie per comperare un’auto. Avete capito bene: per comperare un’auto. Può essere che a questo punto l’appassionato di trading chiuda infastidito il libro trovato sul bancone della sua libreria di fiducia: il suo obiettivo è fare il primo milione, non decidere tra comperare un’auto nuova o una usata.
Se avesse avuto un po’ di pazienza avrebbe però potuto leggere: “Nel 2006 Warren Buffett, uno dei tre uomini più ricchi al mondo, ha comprato l’auto più costosa che avesse mai posseduto: una Cadillac da soli $ 55.000.” Buffett è solo un tirchio? Leggendo oltre, il nostro potenziale lettore avrebbe visto che non è certo l’unico milionario frugale, e avrebbe anche trovato alcuni calcoli su quanto stra-spendiamo su altre spese familiari correnti… tutti denari — e qui sta la chiave di volta del ragionamento — che vengono sottratti all’investimento, cioè alle uniche vere risorse che, tramite il meccanismo portentoso dell’interesse composto, ci possono rendere milionari.
Cominciare dai risparmi, quindi: una ricetta vecchia come il mondo che però oggi, sommersi da carte di credito e mutui facili, abbiamo dimenticato, salvo accorgercene eventualmente the hard way, nel modo peggiore. Ma il libro non si ferma qui, ovviamente, perché la maggior parte si occupa in realtà della seconda parte del processo: come investirli, i risparmi.
DIVENTARE MILIONARIO CON UNO STIPENDIO NORMALE
E Hallam ci dà ricette credibili, perché lui stesso è credibile. Dice infatti: “Mio padre era un meccanico. Ero uno dei quattro bambini tirati su con il suo stipendio, così non avevamo tanti soldi da buttar via. Dall’età di 15 anni, ho comprato da me i miei vestiti. A 16 ho comprato la mia prima auto con i guadagni di un lavoro part-time in un supermercato (…). Ma oggi mia moglie e io possiamo permetterci di vivere bene.
Nel 2014 ci siamo ritirati dall’insegnamento. Io avevo 44 anni. Mi piaceva scrivere libri e articoli sugli investimenti e un giorno potrei scegliere di insegnare ancora. Ma non dobbiamo più lavorare per vivere. Viaggiamo in lungo e in largo, abbiamo visitato più di 55 differenti paesi. Viviamo in un condominio lussuoso con piscina, campi di squash, campi da tennis e palestra. Ci siamo anche goduti i massaggi ogni settimana, 52 settimane all’anno. Durante il primo anno della nostra ‘pensione’ abbiamo vissuto in Messico, Thailandia, Bali, Malesia e Vietnam. Se la nostra salute tiene duro, ci godremo questi frutti e viaggi per i prossimi 40 anni.”
Come fare dunque a imitarlo? Hallam ci dà molte buone dritte.
E insiste soprattutto sulle virtù del fai-da-te: “Non scommetteremmo mai i nostri soldi sulla probabilità di battere a scacchi un maestro di scacchi. Ma oseremmo sfidare un consulente finanziario professionista in una competizione di investimento a lungo termine? Il buon senso inizialmente suggerisce che non dovremmo. Tuttavia, questa può essere l’unica eccezione alla regola di sfidare qualcuno nella sua stessa professione e batterlo facilmente.”
E ancora: “Con la formazione, un qualsiasi ragazzino di quinta elementare può affrontare Wall Street”. Ma qual è la ricetta? Vi anticipo che ha a che fare con i fondi-indice, ma non voglio dire di più per non rovinarvi il piacere della scoperta. Comunque qualcuno ha già capito che non può esser altro che una ricetta molto semplice.
Leggete e stupite, dunque!
In un certo senso, questo è un libro (come dicono gli scozzesi, che di denaro se ne intendono) per le vedove e gli orfani, cioè per tutti coloro che non vogliono o non riuscirebbero a rincorrere i mercati e i titoli, fra l’altro con il carico di stress che il farlo porta con sé. È inoltre un libro anche per tutti coloro che hanno tentato di usare l’analisi tecnica ma l’hanno abbandonata sconfortati dicendo: “non è roba per me”, cioè constatando che gli skills interpretativi necessari a un buon analista non erano in loro possesso (non c’è niente di male, ovviamente: io non imparerei mai ad andare in barca a vela, perché soffro il mal di mare).
È quindi un libro per chi vuole essere ragionevolmente certo dei suoi investimenti e li vuole vedere crescere con sicurezza negli anni ma… e qui sta la sorpresa, Hallam afferma, portandone molte evidenze, che questa strategia non preclude affatto la possibilità di diventare milionario come lui: semmai l’esatto contrario. È quindi un libro beffardo, soprattutto verso i gestori di fondi… semmai non bastassero le devastanti statistiche pubblicate, ad esempio, in Italia, da Mediobanca.
Un libro sul fai da te, quindi, ma un fai da te molto semplice e — giura Hallam — sicuro: la chiave di volta della ricchezza.
Ci sono anche passi curiosi, nella difesa di Hallam del suo metodo basato sui fondiindice: “Nel 1982, il primo anno in cui la rivista Forbes ha pubblicato la sua lista degli americani più ricchi, ha calcolato che il patrimonio netto di Donald Trump era di $ 200 milioni. (…) Per il 2014, Forbes ha valutato che la sua ricchezza sarebbe balzata a $ 4,1 miliardi. È un rendimento annuale composto del 9,9 per cento. Ma Trump grida allo scandalo. Si lamenta che Forbes sottovaluta la sua ricchezza. (…). Supponiamo che Forbes si sbagli, e che Trump abbia i soldi che dice di avere. (…) Trump ha detto che il suo patrimonio valeva $ 500 milioni nel 1982, non i $ 200 milioni riportati da Forbes. Se ignoriamo i dati di Forbes e basiamo la ricchezza di Trump sulle sue valutazioni ($ 8,7 miliardi), troviamo che il suo patrimonio netto è aumentato a un tasso medio composto del 9,05 per cento all’anno. Se Trump avesse investito i $ 500 milioni iniziali in un fondo-indice (…) S&P 500 avrebbe capitalizzato i suoi soldi all’11,3 per cento all’anno per 33 anni. I suoi $ 500 milioni sarebbero cresciuti a $ 17,11 miliardi. Cioè $ 8,41 miliardi in più di quanto Trump dice di avere. Tra il 1982 e il 2014, avrebbe potuto starsene comodamente seduto, spendere alcuni milioni di dollari ogni anno e diventare molto più ricco di quanto sia ora”.
Non è splendido tutto ciò? Buona lettura.
ECCO COSA TROVERAI IN QUESTO LIBRO:
Regola 1 – Se vuoi diventare ricco, spendi poco......19
La regola ippocratica della ricchezza.........................20
Vedi la strada sotto di te?..........................................25
Uno dei tipi più svegli che abbia mai incontrato (e il suo punto di vista sull’acquisto di un’auto).............................................27
Comprare casa con attenzione..................................32
Sostegno familiare.....................................................34
Come sono diventato milionario?.............................. 35
Guardando al futuro...................................................38
Regola 2 – Usa il migliore alleato che hai ..................41
L’interesse composto: il concetto finanziario più potente del mondo.....43
La milionaria bohémien: il meglio della fiction su base storica.......44
Regalati dei soldi.........................................................47
Quando non dovresti affatto investire.........................48
Come e perché le azioni aumentano di valore.............49
Regola 3 – Piccole commissioni, grandi guadagni.......55
Con la formazione, uno scolaro di quinta elementare può affrontare Wall Street...56
Esperti finanziari che sostengono l’inconfutabile .........57
DIVENTARE MILIONARIO CON UNO STIPENDIO NORMALE
Ciò che fa scuotere la testa agli esperti........................60
Un bagno di realtà .......................................................69
Quando le liste dei migliori fondi comuni possono lasciarti in mutande..73
Cosa c’è sotto il coperchio di un fondo indice?..............81
Capitan America chiede un intervento dello Stato................................................ 83
Chi è contrario agli indici? ..................................................................................... 84
Regola 4 – Sconfiggi il nemico allo specchio.................91
Quando un guadagno del 10 per cento non è un 10 per cento di guadagno......91
Gli investitori in fondi indice sono più in gamba?...........96
Non è il timing del mercato che importa; è il tempo di permanenza nel mercato...98
Azioni… ciò che si dovrebbe imparare a scuola ...........101
La follia di Internet e il danno che ha causato ..............106
Sfruttare paura e avidità a proprio favore.....................109
Se il mercato arranca, i giovani dovrebbero gioire .......111
Opportunità dopo il caos...............................................113
Regola 5 – Costruisci montagne di soldi con un portafoglio affidabile....................................119
Che cosa sono le obbligazioni? ...................................119
Sfruttare il panico a proprio favore: il crollo del mercato azionario del 2008-2009 ...............................124
“Affari esteri”.................................................................125
Il portafoglio del pigrone................................................127
Combinazioni di azioni e obbligazioni possono avere rendimenti sorprendenti.............................130
Regola 6 – Girare il mondo usando gli indici.................135
Qual è la differenza tra un fondo indice e un ETF?.......135
Usare gli indici negli Stati Uniti – Un padre americano di tre gemelli..140
Usare gli indici in Canada – Fondi indice TD e-Series....147
Usare gli indici in Gran Bretagna....................................153
Il prossimo passo ...........................................................157
Regola 7 – No, non devi investire da solo......................159
Hai la tempra di un Buddha?..........................................160
Come fa l’investitore medio che usa l’indice a sottoperformarlo?......161
Fondi Target Retirement di Vanguard UK........................170
Non chiedere di un’altra amante .....................................173
Regola 8 – Attenzione agli schemi d’azione del ladruncolo.......175
Come ti affronterà la maggior parte dei consulenti finanziari?...175
Il totem della competenza...............................................182
È necessario un intervento dello Stato?.........................186
Regola 9 – Evita la seduzione........................................189
Il momento della confessione..........................................189
Newsletter di investimento e loro dati storici....................193
Obbligazioni ad alto rendimento dette spazzatura ..........197
I mercati in rapida crescita possono essere cattivi investimenti...197
L’oro non è un investimento ............................................199
Quello che devi sapere sulle riviste di investimento.........200
Hedge fund – I ricchi rubano ai ricchi...............................202
Non comprare ETF del mercato azionario con copertura del cambio..207
Attenzione alle promesse degli smart beta.......................209
Non buttarti a capofitto su azioni a bassa capitalizzazione ..211
Conclusioni .......................................................................213
Appendice – La tassazione dei guadagni in Italia .............215
Le aliquote.......................................................................216
Regime fiscale.................................................................216
Tassazione degli ETF .....................................................219
Tassazione dei dividendi esteri.........................................220
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giancarlonicoli · 6 years ago
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3 gen 2019 17:36 1. SANDOKAN, IL SUICIDIO DEL FIGLIO, 007 E LINO BANFI: KABIR BEDI NO LIMITS 2. NEL 1976 L'ATTORE INDIANO EBBE UN SUCCESSONE IN TV CON SANDOKAN: “FACEVO IL PUBBLICITARIO. MI HANNO RECLUTATO A BOLLYWOOD. DOPO 50 ANNI MI RICONOSCONO ANCORA" 3. "CAROL ANDRÉ-LA PERLA DI LABUAN? È UNA DONNA MOLTO BELLA MA IO HO ALTRE RELAZIONI – IN 007 HO FATTO A BOTTE CON ROGER MOORE E HO PERSO. BANFI? NON CAPISCO NIENTE DELLA SUA PARLATA. MA ABBIAMO FATTO UN PATTO. ECCO QUALE - E SULLE TENSIONI ITALIA-INDIA... 
Stefano Giani per “il Giornale”
Formidabili quei mesi. Il Concorde decollava per la prima volta. Il tribunale condannava Ultimo tango a Parigi di Bernardo Bertolucci, vietandone le proiezioni e bruciandone le copie. Radio Popolare iniziava le trasmissioni. Usciva il primo numero di Repubblica. I brigatisti Renato Curcio e Nadia Mantovani venivano catturati a Milano dopo uno scontro a fuoco. Cadeva il quarto governo Moro.
Scoppiava lo scandalo Lockheed, inquisiti i ministri Gui e Tanassi e l' ex premier Rumor. Gustavo Thoeni vinceva l' argento dello slalom speciale nella sua ultima Olimpiade. E sul primo - allora si diceva così - la sera della Befana uscì ancora in bianco e nero il volto di un attore indiano sconosciuto, dal volto magnetico e gli occhi penetranti.
Gennaio-febbraio 1976. Ultimo prima dell' era della tv a colori. Ma lui, Kabir Bedi, non ne aveva bisogno. Turbante. Capelli lunghi. Trucco pesante. Era la tigre della Malesia. Quaranta e rotti anni dopo, lo è ancora. Kabir chi... rispondono all' hotel che lo ospita. Scusi, ma lei non ha mai visto Sandokan? Ah, Sandokan, glielo chiamo subito.
È passato molto tempo, ma la ricordano sempre così.
«È un onore. Molti film hanno avuto successo, ma essere riconosciuto ancora dopo quasi mezzo secolo... Questo è un miracolo».
Ha fatto innamorare tre generazioni. Nonne. Madri. Figlie.
«Secondo miracolo. Non è stato merito mio».
E di chi, allora.
«Fortuna, solo fortuna. Internet e le nuove tecnologie hanno mostrato Sandokan anche a chi allora non c' era».
Come convive con l' ombra della Tigre.
«Ne sono felice e orgoglioso. Rimane sempre con me. E sono grato all' universo per aver ricevuto in dono questo ruolo».
Come si diventa Sandokan.
«Per quanto mi riguarda, mi hanno reclutato a Bollywood».
E lì come ci è arrivato.
«Da ragazzo ho fatto teatro. Era un hobby. E ho continuato per passione quando ho cominciato a lavorare».
Di che cosa si occupava.
«Facevo il pubblicitario».
E intanto l' attore.
«Esatto. Un giorno avvenne che una commedia ebbe un tale successo che molti produttori mi inseguirono per scritturarmi a Bollywood».
E lì come è andata.
«Ho girato vari film. Uno di questi è diventato talmente popolare che un giorno si presentarono a Bombay il regista Sergio Sollima, il produttore Elio Scardamaglia e lo scenografo Nino Novarese. Cercavano Sandokan».
L' hanno trovato subito, allora.
«Il costumista ha scommesso su di me».
E gli altri?
«Erano meno convinti. Hanno girato dieci città in Asia poi, tornati a Roma, mi hanno chiamato per i provini».
Che cosa le hanno fatto fare.
«Sono andato a cavallo. Ho nuotato. Abbiamo simulato scene di azione. Dramma. Amore».
Ahi (sorride). Risultato?
«Mi hanno detto: Tu sei Sandokan. Ma nessuno poteva immaginare quello che poi è accaduto».
Lo racconti.
«Alla fine delle riprese sono tornato in India e non ho più sentito nessuno. La mia agente ha lasciato l' incarico e mi ha piantato in asso. Sollima sparito. Internet non esisteva, telefonare era difficile. Temevo fosse andata malissimo».
Invece...
«Dopo tre settimane mi chiama un amico dall' Italia. È un successone. Devi venire mi ha detto».
E lei ha preso l' aereo.
«A Fiumicino ho trovato una folla in delirio. Impazzita. Mai più pensavo che fossero lì per me. Giornalisti. Macchine fotografiche. Urla. Braccia che salutavano. Ma chi salutavano, mi dicevo. Mi sono perfino girato indietro, convinto di trovare qualche volto noto».
E chi c' era alle sue spalle?
«Nessuno. In quel momento ho capito che erano lì per me. O meglio, per la Tigre della Malesia».
Di che cosa ha paura Sandokan?
«È un uomo. Ha grande coraggio ma teme di fallire. Si è preso la responsabilità di regalare al popolo l' indipendenza dagli inglesi. Non facile».
E Kabir Bedi.
«Ho il terrore di perdere la capacità di creare. Recitare. Vivere una vita vibrante, positiva».
Diffida della vecchiaia, insomma.
«Più che altro delle sue conseguenze. Le malattie. L' incapacità di saper affrontare i giorni. Grazie a Dio sto bene ma sono sicuro che se dovesse accadere qualcosa di brutto, troverò la forza di sopravvivere».
Sveli un segreto. Come si fa a non innamorarsi della perla di Labuan.
«Ma Sandokan aveva perso la testa per lei».
Solo lui o anche Kabir Bedi?
«Carol André è una donna molto bella e interessante, ma non abbiamo un rapporto così intimo. Io ho altre relazioni».
Vi siete rivisti dopo lo sceneggiato?
«Varie volte. L' ultima, due anni fa al festival di Roma. Lei era di casa, avendo lavorato spesso a Cinecittà. Si celebravano i 40 anni del film ed eravamo di nuovo tutti insieme. Suggestivo».
Come l'ha trovata?
«Affascinante come sempre. Ma ho rispetto per lei».
Che cos' è l' amore?
«Una parola pericolosa».
Perché?
«È tante cose insieme. Forse troppe».
Proviamo a spiegarle.
«Da ragazzi c' è infatuazione, non amore. È attrazione. Dura pochi mesi, è uno stato d' animo. Una sensazione».
Però l' amore è qualcosa di più profondo.
«E impegnativo. Dell' altro bisogna accettare tutto e non è facile. Amarsi e vivere insieme non sono la stessa cosa anche se molti le confondono. Ma se lo si trova è meraviglioso. Diventa l' intera esistenza».
Ha mai provato questo sentimento totale?
«Più volte, fortunatamente. Ho avuto tre matrimoni. Uno è durato sei anni, un altro quattordici e adesso lo vivo ancora con la mia attuale moglie che mi segue ovunque io vada. Siamo nati nella stessa regione, il Punjab, ma lei è cresciuta in Inghilterra e lì vorrebbe restare».
Invece lei si muove tra India e Italia.
«Due case più simili di quanto possa sembrare».
In che cosa si assomigliano.
«La religione - cattolica in Italia, induista e musulmana in India - ha influenzato l' architettura, la cultura e la vita in generale».
E dal lato umano.
«Italiani e indiani gesticolano quando parlano, hanno una ricca tradizione gastronomica in ogni regione, venerano la mamma più di altre nazioni e sono molto ospitali».
Però qualche anno fa una grave crisi internazionale li ha divisi.
«Credo che avesse ragione Roma. Sono cose che succedono, ora lo strappo si è ricomposto».
È vero che Sandokan è cittadino italiano?
«No, ma è cavaliere della Repubblica».
Prego.
«Sono stato nominato da Napolitano per meriti cinematografici e ho l' onore di promuovere i rapporti fra i due Paesi».
Altre onorificenze.
«Le chiavi di Firenze».
E che cosa ha risposto la Tigre della Malesia quando gliele hanno consegnate?
«Ho chiesto se aprivano qualche appartamento ma mi hanno sorriso ironicamente. Era una battuta, la mia».
Tutti la ricordano come l' eroe di Salgari, eppure lei ha avuto a che fare anche con 007. Chi è più popolare?
«Forse vince Sandokan, ma James Bond è più familiare al pubblico. I suoi film escono puntuali ogni due anni. Ciclici e ricorrenti».
In «Octopussy - Operazione piovra» lei era Gobinda, un vero perfido.
«Ho fatto a botte con Roger Moore e ho perso».
Mai mettersi contro l' agente segreto più amato della letteratura.
«Però ho capito perché continua il filone di 007 anche se sono finiti i libri di Ian Fleming. Prendono un' avventura collaterale e la trasformano in una grande storia».
Si chiama spin off.
«Una produzione mastodontica. La zuffa tra Bond e Gobinda - ovvero tra me e Roger Moore - è stata girata in mezzo mondo. Quando 007 saltava sull' aereo eravamo in India, il nostro scontro è avvenuto nei Pinewood studios in Inghilterra, le riprese del volo sono state fatte in Europa e la mia caduta dal velivolo in America. Tre continenti per una sola scena».
Lei è mai stato cattivo?
«Al cinema ho fatto il crudele e l' eroe. Ho cercato di entrare in entrambe le psicologie e devo dire che tutti avevano buone ragioni».
E nella vita?
«Non credo di essere mai stato cattivo».
Nemmeno quando ha divorziato?
«Ho lasciato donne che ho amato ma i nostri rapporti sono sempre continuati in modo piacevole. Mi sono preso le mie responsabilità e ho dato loro quello che chiedevano».
Perché si è separato?
«Nella vita molte cose cambiano e, quando accade, cambiano anche le persone. Purtroppo».
Qualcuno è mai stato cattivo con lei?
«Molti. Ho incontrato tante persone crudeli, ma non ho mai voluto essere uno di loro».
Li ricorda?
«Preferisco dimenticare i volti negativi».
Che cos' è la cattiveria?
«Il tradimento. Rompere la fiducia di qualcuno che ti ha fatto del bene».
Mancata gratitudine, quindi.
«Quella non me la aspetto mai. È merce rara. Non da uomini. Più facile trovarla negli animali».
Le piacciono?
«Adoro cani e gatti. Ne ho sempre avuti tanti ma ora, trovandomi lontano da casa per molti mesi, non mi è più possibile tenerli perché non potrei portarli con me».
Che cos' è il viaggio per Sandokan?
«Tutta la vita è un viaggio. Speriamo sia il più lungo possibile. Scoprire altri Paesi e altri mondi è la scuola più importante che si possa fare. Io non mi sposto mai solo per lavoro. Ritaglio sempre un periodo per conoscere le culture degli altri. Voglio sentire profumi. Suoni. Luci. Molti miei colleghi non lo fanno. E sbagliano».
Lei ha viaggiato anche nell' antichità indiana con un film - «Mohenjo Daro» - mai arrivato in Italia, nel quale era ancora un cattivo.
«Ero un re che aveva sofferto umiliazioni e cercava rivincite, ma quando ha dovuto abdicare è scoppiato in lacrime. In un sovrano potente si nasconde sempre un bambino che piange».
Oggi esiste uno statista che si commuove?
«Siamo esseri umani, non supereroi. Anche i politici provano il dolore. L' idea del machismo è irreale».
Detto dalla Tigre della Malesia...
«Non bisogna vergognarsi di piangere».
Lei ha mai pianto.
«Molte volte».
Ad esempio?
«Quando è morto mio figlio Siddarth. Quando ho divorziato, anche se c' erano buone ragioni. Ma mi ritengo fortunato, le occasioni di ridere sono state molte di più».
Ironizzando, posso dirle che vedere Sandokan sulla panchina con nonno Libero fa «piangere»...
«La verità è che sono innamorato dell' Italia e cerco pretesti per venire qui. Mi è capitata l' opportunità di Sport movies & Tv e anche Un medico in famiglia».
Una Tigre con Lino Banfi, mi capisce...
«Ero curioso di lavorare con lui, ha uno stile opposto al mio. Poi forse non tutti sanno che Lino improvvisa e io non capisco niente di quella sua parlata».
E come se la cava?
«Gli ho imposto un patto. Lui può dire quello che vuole ma non deve cambiare le ultime parole. Così posso proseguire la conversazione».
La giri come vuole, ma Kabir Bedi è l' ultimo al mondo che possa fare il nonno.
«Ma io sono nonno».
Ma resta Sandokan.
«La tranquillizzo, tornerò presto con un film che ho scritto e prodotto in cui recito una piccola parte. Giriamo in Basilicata. È una commedia. Quel giorno rideremo, vedrà...».
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fashioncurrentnews · 6 years ago
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SZA, alias Solána Rowe: l’intervista di Vogue
di Liam Freeman
Quando l’album di debutto Ctrl di Solána Rowe uscì lo scorso giugno 2017 riscuotendo successi a 360◦, a quelle recensioni stellari fecero presto seguito vendite strepitose, tant’è che a marzo di quest’anno, l’album era già stato certificato disco di platino. Alle vendite seguì un tour mondiale, che ha visto Rowe viaggiare da un fuso orario all’altro con la stessa facilità con cui noi passiamo da una stazione alla successiva durante il mattiniero tragitto in treno per recarci al lavoro. Vogue ha avuto modo di incontrare l’artista 27-enne in due momenti tra una tappa e l’altra del suo tour in due continenti diversi. Il primo incontro è avvenuto a New York per un servizio fotografico presso un loft di Greenpoint per poi incontrarla nuovamente a Kuala Lumpur, Malesia, per l’intervista. 
Quando la incontro per l’intervista, Rowe, che molto probabilmente conoscete meglio come SZA, indossa “roba in stile Lara Croft in Tomb Raider”, ovvero pantaloni militari, “crop top attillatissimo e castigatissimo” e un cappello da safari in quanto è appena tornata da una camminata di 8 km (il suo passatempo preferito) nell’antica giungla del Taman Negara (le scienze ambientali sono da sempre la sua passione). È agosto e Solána ha in programma di viaggiare il più possibile, non si tratta di una vacanza – ci tiene a precisare – in quanto “abbiamo molto da fare”. Il suo obiettivo è attingere tutto ciò che può da ogni avventura e fare in modo di essere “al meglio di sé, in quanto artista, donna e individuo” in modo che possa poi “rielaborarlo in qualcosa che abbia senso”. 
Considerata la sua influenza nell’industria musicale durante gli scorsi due anni, qualsiasi progetto decida di realizzare è molto probabilmente qualcosa di innovativo e rivoluzionario. Il suo impatto è stato talmente profondo che è difficile ora come ora immaginare una playlist R&B senza i suoi pezzi. Ovviamente non sono mancate le collaborazioni con artisti di spicco, vedi Childish Gambino (nome d’arte di Donald Glover) per la sua hit “This is America” o Kendrick Lamar con cui ha lavorato alla traccia “All The Stars” per la colonna sonora di Black Panther, a cui occorre aggiungere anche il ruolo di co-autrice di “Feeling Myself” di Nicki Minaj con la partecipazione di Beyoncé e di “Consideration”, il singolo di apertura dell’album Anti di Rihanna.  Ma ciò che Solána ha conquistato da artista solista è altrettanto all’avanguardia. Grazie ai suoi testi ‘senza peli sulla lingua’, sta importando in questo genere musicale un nuovo tipo di trasparenza. 
La schiettezza di Rowe è forse ciò che più di ogni altra cosa ha toccato le corde del pubblico: le sue canzoni mettono a nudo le sue vulnerabilità, i desideri e le emozioni mentre traccia le esperienze che hanno forgiato la sua identità. Dal confessare di non depilarsi le gambe in “Drew Barrymore” all’ammettere di sentirsi inadeguata in “Supermodel”, Ctrl suona come una sorta di diario in cui nessun argomento è tabù. Dopotutto, ci racconta, “l’esperienza del popolo nero, l’esperienza dell’essere americani e l’esperienza umana in generale è sfaccettata e ci sono molte strade da esplorare.” 
E tuttavia, un’industria muiscale senza Rowe avrebbe potuto benissimo diventare realtà. Infatti, al momento di registrare Ctrl, era talmente in preda all’ansia e all’insicurezza che l’iniziale data di pubblicazione dell’album dovette slittare dal momento che aveva intenzione di abbandonare la musica completamente. Grazie a Dio, la sua etichetta è stata in grado di far venire fuori la sua grinta e la determinazione, per poi canalizzarle immediatamente in fase di produzione in modo da non darle il tempo o l’occasione di “agghindare” le tracce. 
Sono passati solo sei anni da quando Rowe ha iniziato a registrare mixtape in uno studio improvvisato in uno scantinato, con una coperta a fare da insonorizzazione, assieme all’ ‘amico di sempre’, il produttore Matt Cody. Nata nel quartiere borghese e ricco di verde di Maplewood, nel New Jersey, da una madre cattolica panafricanista e un padre mussulmano sunnita ortodosso, Solána è crescita ascoltando John Coltrane, Ella Fitzgerald e Billie Holiday. Ama Coltrane per la sua natura “emotiva e di preghiera”. “Non saprei dire se sia triste o meno”. Ciò che è in grado di fare invece è descrivere la sua musica, quella dualità che è ciò che ha ispirato Donald Glover a reclutarla per “This is “America”. “La sua musica è sempre molto potente ma anche vulnerabile,” ci spiega Glover. “Ed è questo il feeling che desideravo per il mio pezzo”. 
Solána ci racconta, con suo grande orrore, che un suo amico ha fatto sentire quei suoi primi pezzi registrati nello scantinato al presidente di Top Dawg Entertainment, Terrence “Punch” Henderson. Poco dopo questi la ingaggiò offrendole un contratto e, all’improvviso, faceva parte della stessa cerchia di Kendrick Lamar e Schoolboy Q. Data la rapidissima ascesa, non sorprende che fosse in ansia per Ctrl. Ma per quanto riguarda il secondo album sembra non esservi alcuna traccia di esitazione. “Sono cresciuta e mi sono resa conto di cosa ho bisogno,” mi dice con quella sua voce di velluto. “Ho scritto la mia prima traccia per il secondo album a Londra ed è stato un inizio molto positivo.” 
Lo scorso mese Rowe era nella capitale britannica per la sua performance a Lovebox, di cui era l’unica artista ad aprire il festival accanto a Skepta, N.E.R.D, Wu-Tang Clan e lo stesso Childish Gambino con cui ha collaborato in passato. Considerato che attualmente i festival sono sotto attacco a causa della disparità di genere – polemica nata in seguito ad uno studio pubblicato da Pitchfork lo scorso anno in cui veniva rivelato che solo un quarto degli artisti invitati ad esibirsi presso i maggiori festival sono donne –  Rowe si augura che gli organizzatori di festival ed eventi musicali mantengano la propria promessa di offrire line-up composte da un eguale numero di musicisti donne e uomini per il 2022. “È arrivato il momento,” afferma. “L’energia femminile domina, sia che faccia parte di una line-up o no. La percepiscono tutti. Non abbiamo bisogno di uomini per sopravvivere o essere membri validi e operativi della società. Le donne si stanno auto-rappresentando in un nuovo segmento della popolazione maturo e probabilmente la cosa spaventa in quanto sovverte ciò che abbiamo osservato fino ad ora.” 
Tra le donne fonti di ispirazione al momento cita coloro che in Arabia Saudita si sono battute per il diritto di guidare, le madri che continuano a lottare per essere riunite con i propri figli dopo essere state separate dalle autorità americane per l’immigrazione e le imprenditrici nere le quali, nonostante le discriminazioni razziali e di genere, hanno dato vita alla forza economica con il più alto tasso di crescita degli Stati Uniti. Quindi quando si è trattato di scegliere il fotografo per il servizio di Vogue, Elizabeth Wirija non poteva che essere la scelta più adatta. La fotografa newyorkese di origine indonesiana preferisce fotografare donne di colore in quanto i media sono colpevoli di un eccessivo whitewashing. Stando a quanto da lei affermato, lei contribuisce al mondo “attraverso il fatto di essere un’artista e di creare una narrazione sua, ovvero opere in cui vorrei vedere me stessa o con cui vorrei potermi relazionare.” 
Così come fa con i suoi testi, Solána è un libro aperto anche quando si tratta di creare un look. “Amo che gli abiti esprimano come mi sento,” racconta, il che significa che ogni giorno inizia con il colore al quale si sente maggiormente vicina. Se indossa il giallo, è “felice e piena di gioia”, il rosso significa che si sente “solida e con i piedi per terra”, viola che si trova in una fase di una maggior e più spirituale consapevolezza di sé o, per dirla con parole sue, “che sta pensando al chakra della corona”. L’abito Versace color rosa pastello che ha indossato al Met Gala significava che “stava pensando all’amore e inviando energia piena d’amore nell’universo”. Quella sera, il suo look angelico e multistrato era la quasi perfetta personificazione della sua voce. Sebbene, come sembra suggerire il suo album di debutto, solo Solána ha il controllo su Solána, ami il fatto di non sapere esattamente dove stia andando. “Chi lo sa quali sono i miei talenti, chi lo sa se la musica è il modo migliore di condividere questo mio dono, quello che farò è semplicemente seguirlo più a lungo che posso.” Dopotutto, non avrebbe mai immaginato di trovarsi a questo punto: un’artista da disco di platino, che gode del supporto di Barack Obama (l’ex presidente l’ha inclusa nella lista delle sue canzoni preferite del 2017), con cinque nomination ai Grammy e tre ai Video Music Awards. “Volevo lavorare nell’economia, non nella musica,” ci confida. “Pensavo che avrei avuto un bell’ufficio ad angolo, il rispetto dei colleghi e del settore e avrei indossato un tailleur da donna d’affari.” SZA sembra aver affrontato per prima la sfida più ardua: il rispetto della gente l’ha in abbondanza. Il power suit e l’ufficio seguirebbero senza problemi se questo fosse il suo desiderio. E, a giudicare dall’impatto che sta avendo nell’industria musicale, coloro che mantengono quelle invisibili barriere che impediscono alle donne di avanzare – il cosiddetto glass-ceiling – dovrebbero temere una come lei. 
Crediti Photo by Elizabeth Wirija Hair by Randy Stodghill using Oribe Styling by Dianne Garcia
L'articolo SZA, alias Solána Rowe: l’intervista di Vogue sembra essere il primo su Vogue.it.
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