#contro il genocidio
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26 e 27 luglio, roma: "(e)state con gaza"
Due serate dedicate alla cultura palestinese tra lungometraggi, corti e reading letterari all’interno della cornice del Parco Nemorense. Contro il genocidio, per il diritto a r/esistere, (E) STATE CON GAZAPROGRAMMA26 LUGLIO, 21.30“Naila and the Uprising”, di Julia Bacha (2017), 75 min.27 LUGLIO, 21.30NAZRA SHORT FILM FESTIVAL“No Exit”, di Mohanad Yaquibi (2014), 12 min.“Ave Maria”, di Basil…
#Annamaria Bruni#anticolonialismo#Basil Khalil#cinema#contro il genocidio#corti#cultura palestinese#Daniele Di Lazzaro#Farah Nabulsi#film#Gaza#genocidio#Julia Bacha#letteratura#lungometraggi#Mahamoud Abu Ghalwa#Mohanad Yaquibi#Palestina#Parco Nemorense#r/esistere#reading letterari#Resistenza#video
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"Nel 1996, nel bel mezzo del processo di pace di Oslo, Israele promise all’amministrazione USA che avrebbe smesso di costruire nuove colonie nei Territori Occupati. Ma mentre il governo israeliano stava conducendo i negoziati con i palestinesi, stava anche incoraggiando 50.000 cittadini ebrei a trasferirsi da Israele in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. Contemporaneamente, il governo israeliano stava aiutando concretamente il movimento dei coloni a creare una molteplicità di “avamposti illegali” – fuori dai confini delle colonie esistenti – fornendo a questi insediamenti energia elettrica e acqua e costruendo la rete stradale per raggiungerli.* Entro il 2001, cinque anni dopo il divieto da parte degli Stati Uniti di costruire nuovi insediamenti, i coloni avevano creato piú di sessanta nuovi “avamposti illegali” su terreni espropriati ai palestinesi. Il governo israeliano dipingeva spesso i coloni ebrei come dei cittadini sprezzanti e indisciplinati, nonostante avesse stanziato milioni di dollari a favore della loro “insubordinazione”, principalmente perché ciò permetteva allo Stato – quando criticato – di rivendicare il fatto di essere una democrazia con una società civile vitale e pluralista. Durante l’impennata dell’edificazione dei cosiddetti avamposti, la polizia e l’esercito israeliani intrapresero solo sporadicamente azioni simboliche per far rispettare la legge, evacuando coloni dai nuovi avamposti. In parallelo a questo processo di espansione degli insediamenti e di rara applicazione della legge – spesso coincidente con periodi in cui aumentavano le pressioni internazionali a riprendere il processo di pace –, l’esercito israeliano eseguiva invece demolizioni di case palestinesi su larga scala, una pratica sulla quale le ONG israeliane e palestinesi concentrarono la loro attività. È stato in questo scenario legale e politico di espropriazione di terre palestinesi da parte dei coloni e di demolizioni di case palestinesi da parte del governo che Yesha for Human Rights ha iniziato la propria attività. Era la prima volta che i coloni creavano una ONG per difendere i propri diritti umani – il diritto umano di non essere evacuati dagli insediamenti e di continuare a colonizzare la terra palestinese."
* In realtà, gli avamposti sono nuovi insediamenti. Oggi ci sono piú di cento avamposti in Cisgiordania. Circa cinquanta sono stati creati dopo il marzo del 2001. Analogamente ad altri insediamenti, questi avamposti sono stati costruiti con l’obiettivo di dare una continuità territoriale alla presenza israeliana occupando piú terra palestinese possibile e creando una barriera tra i vari centri abitati palestinesi. Cfr. Peace Now, “Settlements and Outposts”, http://peacenow.org.il/eng/content/settlements-and-outposts (consultato il 01/05/2014); vedi anche Talia Sasson, Report on Unauthorized Outposts: Submitted to the Prime Minister, Prime Minister’s Office, Jerusalem 2005.
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Nicola Perugini, Neve Gordon, Il diritto umano di dominare, traduzione di Andrea Aureli, edizioni nottetempo (collana conache), 2016¹; pp. 166-167.
[Edizione originale: The Human Right to Dominate, Oxford University Press, 2015]
P.S.: Ringrazio @dentroilcerchio per avermi consigliato la lettura di questo saggio che esamina e denuncia l’uso strumentale dei diritti umani da parte dei gruppi dominanti.
#Nicola Perugini#Neve Gordon#Il diritto umano di dominare#libri#leggere#genocidio#crimini contro l’umanità#saggi#diritto internazionale#citazioni#giurisdizione universale#Stati nazionali#letture#saggistica#Medio Oriente#Israele#Gaza#Conflitto arabo-israeliano#cisgiordania#sionismo#Accordi di Oslo#Yitzhak Rabin#Bill Clinton#Yasser Arafat#anni '90#questione israelo-palestinese#Territori Occupati#palestinesi#Talia Sasson#Gerusalemme
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Diocane possiamo non rendere l'antisemita violento gabriele rubini un'icona della resistenza palestinese per favore gruppo di decerebrati di twitter
#sentite. 100% lo stato di israele sta commettendo un genocidio e lo sta commettendo da quasi un secolo#e spero che gli abomini che l'idf sta commettendo contro i civili palestinesi verranno vendicati un giorno#ma cristo in croce. cristo in croce. utilizzate un minimo di cervello. l'uomo che è stato denunciato da#la strafottutissima liliana segre. quello che è conosciuto per i suoi schizopost riguardo la mafia ebrea#quello che sta dalla parte dei palestinesi perchè va in culo agli ebrei#pensate davvero pensate davvero che sia stato picchiato da 'un gruppo di mafiosi sionisti'#e che non stia usando gli ebrei come capro espiatorio#(soprattutto perchè il cojone ha twittato una foto di un mattone con scritto 'sono questi gli ebrei che difendete?')#cristo benedetto salvami tu
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"Pimpa contro il genocidio" (IT: Italiano)
"Pimba against genocide" (EN: English)
#Pimpa contro il genocidio#Pimba against genocide#gaza genocide#gender#palestinian genocide#israel is committing genocide#stop the genocide#israel is a genocidal state#genocide joe#genocide#fuck genocide#anti genocide#ausgov#politas#auspol#tasgov#taspol#australia#fuck neoliberals#neoliberal capitalism#anthony albanese#albanese government#anti capitalism#antifascist#antinazi#anti imperialism#anti israel#fuck israel#eat the rich#eat the fucking rich
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Do you notice a usual pattern?
Cecilia Sala, giornalista arrestata in Iran, anche se non lo è, sembra uscita da un certo format.
Ha lo stile del tipico giovane sveglio adottato dai servizi, magari dietro lo scudo di una grande agenzia di management dei professionisti della comunicazione, addestrato a fare il
"giornalista" di propaganda, che nell'entusiasmo dei vent'anni accetta magari anche di partecipare a operazioni d'intelligence, coperte da reportage.
Una che ha lasciato gli studi perché già le offrivano partecipazioni in tv, contratti con i giornali.
Ancora pochi giorni fa, su LA7 dove è di casa, appoggiava l'invio di truppe europee in Ucraina, spacciando le solite bufale sulla Georgia, sulla Russia pronta ad attaccarci.
Poi lavora al FOGLIO, un marchio di garanzia embedded. Un giornale che sta giustificando un genocidio.
Negazionista del genocidio la Sala, anche se poi si è accodata alle critiche di convenienza verso Netanyahu.
Furba anche nel dissentire dalle bufale sulla ragazza nuda a spasso per Tehran. Stava per fare due settimane di permanenza in Iran.
Fortunata ora a trovarsi dalla parte "giusta" in Iran, uno stato contro il quale, tempo zero, tutti i media occidentali sono già in rivolta per lei.
Trovandosi dalla parte "sbagliata", poteva finire macellata (peraltro come migliaia di bambini e come chiunque, donne, medici, sacerdoti cristiani) e presa appositamente di mira in quanto giornalista dal regime sionista, senza che un Crosetto di turno fiatasse.
Anzi, il nostro ministro è fresco di visita, baci e abbracci col suo pari grado dello stato macellaio ebraico.
Dalla parte "sbagliata" nessuno se la filerebbe, come è accaduto nel settembre 2023 a un italiano di origine palestinese arrestato dal regime di Tel Aviv senza spiegazioni, così come già accadeva da anni con migliaia di persone in Cisgiordania, solo perché palestinesi.
Cinque settimane di prigione e tre mesi prima di lasciarlo rimpatriare.
In quel caso, il ministro Tajani riuscì a dire che "non possiamo interferire con attività giudiziarie di un altro paese".
A maggior ragione allora, non possiamo interferire con le attività giudiziarie dell'Iran, uno stato sempre corretto nelle relazioni con l'Italia, a differenza di altri.
L'Iran che almeno, fino a prova contraria, non aggredisce stati esteri, non macella migliaia di donne, bambini e giornalisti, non rade al suolo ospedali, chiese, moschee e città intere solo per la conquista di quello che ritiene il suo spazio vitale.
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A NUOTO DAL PORTOGALLO AL GIAPPONE (IN LINEA RETTA E SENZA INTERRUZIONI) PASSANDO PER IL CANALE CINOTEO, QUELL'ENORME TRATTO DI MARE TRA CANADA E MESSICO, FORMATOSI DOPO IL 6 NOVEMBRE 2024. ALMENO NELLA MIA TESTA.
E nulla, non ci sono più buone notizie.
Vorrei dire che la sertralina stia attutendo il colpo e invece ho dovuto raddoppiare il dosaggio.
Vorrei potermi concentrare sui piccoli gesti di gentilezza quotidiana ma sento solo parole come pugno di ferro, inasprimento delle leggi, tradizione, confini, normalità, merito, produttività, invasori, patria, orgoglio.
Una volta Seneca scrisse a Lucilio 'Anche se la paurà avrà sempre più argomentazioni, tu scegli la speranza'
Ecco, la paura ha avuto più argomentazioni e io non so davvero più cosa fare.
Sono stanco, stanco come il protagonista di Fight Club senza la scusa di un Tyler Durden che gli sottrae ore di sonno per fare a pugni.
Le mie lance e le mie asce si stavano accumulando quindi sono passato a costruire voliere
ne ho fatta una per i piccioni mutanti di mia cognata ma visto come stanno andando le cose forse dovrei costruirne una per allevare piccioni viaggiatori, velocità 1 mega al giorno.
Il mio striscione contro il genocidio a Gaza si sta sbiadendo e quando scomparirà del tutto lo prenderò come un avvertimento: le pale dei mulini a vento fanno male.
Se avete qualcosa di buono e/o bello da condividere, mandatemelo perché ne ho bisogno.
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February 10, Firenze - CONTRO OGNI FASCISMO, FERMIAMO IL GENOCIDIO A GAZA!
#firenze#florence#free palestine#palestine#solidarity#azione antifascista#antifascismo#antifa#antifascism#antifascist action#italia#italy
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CONCETTO A CUI TENGO
Su Facebook ho bloccato un commento che era palesemente razzista verso gli ebrei. E ho bloccato anche il commentatore.
Sono una persona che da sempre si oppone all'occupazione e ai crimini perpetrati dallo stato di Israele, dall'esercito israeliano e dai coloni nel West Bank. Sono al fianco del popolo palestinese nella lotta contro il genocidio che sta subendo.
Ma mi è ben chiara una cosa: la responsabilità di questi crimini contro l'umanità è di uno stato, di un esercito, delle persone che appoggiano e mettono in atto le loro politiche. Non consento a nessuno di addossare la colpa di questi crimini "agli ebrei" per fomentare odio verso i popoli. Perché questo è razzismo. Altrimenti dovremmo dire che la colpa è anche degli italiani, visto che lo stato italiano sostiene la politica dello stato di Israele, lo supporta e gli fornisce armi (tra l'altro fornisce armi alle dittature di mezzo mondo). Chi alimenta odio verso i popoli, invece di combattere il dominio che li mette gli uni contro gli altri, fa il gioco degli oppressori e dei guerrafondai.
[L'Ideota]
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21/12 Giornata Nazionale di Boicottaggio Carrefour
Riporto quanto scritto da BDS Italia:
Il 21 dicembre, BDS italia lancia una giornata di mobilitazione nazionale contro le complicità di Carrefour con il genocidio in corso a Gaza e con il sistema israeliano di colonialismo, occupazione e apartheid.
Mobilitiamoci per organizzare iniziative davanti ai punti vendita Carrefour in tutte le città!
Carrefour ha stipulato un accordo con Electra Consumer Products e Yenot Bitan. Queste aziende sono coinvolte attivamente nella colonizzazione illegale israeliana. E’ dimostrato che Carrefour ha almeno una filiale aperta a Modi'in-Maccabim-Re'ut, una colonia illegale israeliana.
A maggio 2023 il Gruppo Carrefour ha annunciato una serie di partnership con sei start-up israeliane che si occupano, tra le altre cose, di dati, intelligenza artificiale e cybersecurity. Come se non bastasse, il Gruppo Carrefour e le sue filiali locali sostengono apertamente l'esercito di occupazione israeliano nel genocidio che si sta svolgendo a Gaza, fornendo gratuitamente migliaia di razioni alimentari.
Dinnanzi al genocidio in corso, di fronte alle continue violazioni del diritto internazionale portate avanti da Israele a Gaza, in Cisgiordania, Libano, Siria e non solo, davanti ai crimini denunciati da organizzazioni e organismi internazionali come Amnesty International e molti altri, il boicottaggio di società complici è uno dei principali strumenti di azione concreta per supportare il popolo palestinese ei suoi diritti.
A luglio 2024, la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) ha stabilito che l'intera occupazione militare e la presenza stessa di Israele nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est è illegale e che qualsiasi sostegno o riconoscimento è proibito.
Oggi porre fine ad ogni complicità statale, aziendale e istituzionale è più urgente che mai. La nostra è una chiamata all'azione. L'obiettivo di questa campagna, lanciata da BDS, è di costringere Carrefour a:
Terminare l'accordo di franchising con Electra Consumer Products e Yenot Bitant.
Interrompere la partnership con le start-up israeliane insieme ad ogni complicità nei crimini in atto in Cisgiordania e nel genocidio a Gaza.
Fermare tutte le vendite di prodotti provenienti da insediamenti israeliani illegali nelle migliaia di supermercati e minimarket che gestisce in tutto il mondo.
Sappiamo che è un dovere legale delle aziende porre fine alle complicità. Crediamo che sia dovere morale di ogni individuo far in modo che le risoluzioni approvate dall'ONU e dalla Corte Internazionale di Giustizia vengano applicate. Siamo consapevoli di poter esercitare collettivamente una pressione maggiore se uniamo le forze verso specifici obiettivi comuni. Per questo chiediamo a tutte le persone solidali che hanno a cuore i diritti umani e il diritto interazionale di unirsi a noi nell’organizzare azioni di sensibilizzazione e di protesta, il 21 dicembre davanti ai punti vendita Carrefour.
Sul sito di BDS Italia potete trovare materiale utile a portare avanti la campagna. Seguiteci sui nostri social media per aggiornamenti sulle iniziative che saranno organizzate nelle varie città. Informateci su eventuali azioni che pensate di organizzare scrivendo a [email protected]
Ribadiamo che l'obiettivo di BDS non è far chiudere Carrefour ne far perdere il lavoro ai suoi dipendenti. Pertanto chiediamo ai sindacati, alle lavoratrici e ai lavoratori di unirsi a noi nel chiedere con forza che tali complicità cessino, condizione unica che fermerà il boicottaggio in atto. Il boicottaggio va a segno e non si fermerà fino alla cessazione di ogni complicità.
#palestina#palestina libera#free palestine#bds italia#italia#boicottaggio#palestine#i due link sulla filiale non funzionano a me non so perché#comunque se avete lo stesso problema e volete sapere potete googlare#anyway partecipate e condividete
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https://roma.corriere.it/notizie/politica/24_dicembre_22/bella-chat-giannini-naufragio-fe81b63c-f015-4742-a5b6-d41106da9xlk.shtml
E pure Bella chat, alla fine, è stata travolta dalla maledizione della Favola delle api. L’ha scritta Bernard de Mandeville, nel 1705. L’alveare prospera, sotto il tallone di un lavoro spietato, con pochi che si arricchiscono sfruttando i più, tra vizi, imbrogli, miserie, lussi e disperazione. Eccola allora la rivoluzione dei probi: ora l’onestà regna, l’uguaglianza tra le api pure, ma, rapidamente, più nessuno fa nulla, tutto decade, l’alveare crolla. Avverte il filosofo: «Abbandonate dunque le vostre lamentele, o mortali insensati! Invano cercate di accoppiare la grandezza di una nazione con la probità. Occorre che esistano la frode, il lusso e la vanità, se noi vogliamo goderne i frutti».
Cinico e iperbolico, de Mandeville, ma sta di fatto che anche l’ultimo tentativo di far nascere l’Uomo Nuovo (o la Donna Nuova), con una chat creata da Massimo Giannini il 25 aprile scorso, ha fatto naufragio, sfregiato soprattutto, in conclusione, da liti feroci su Israele. È proprio il fondatore ad abbandonare la nave: «Amiche ed amici, con grande dispiacere e rammarico, vi informo che dopo quest’ultimo messaggio lascio questa chat. L’idea che l’aveva fatta nascere era un’altra, ma constato che nel tempo si è irrimediabilmente perduta, sicuramente anche per responsabilità di chi l’aveva lanciata. Per quanto mi riguarda, mi fermo qui». Ma insomma, che accidenti è successo? La partenza era stata in grande spolvero. Un confronto per la democrazia e contro le tentazioni di rigurgiti neofascisti. Già si parlava di organizzare convegni, e c’era pure chi immaginava la nascita di un nuovo partito. Un migliaio di partecipanti, tanti nomi prestigiosi, non facile dire se con il ruolo di promotori o invece di semplici invitati. Carlo De Benedetti, Romano Prodi, Massimo D’Alema, Giuseppe Sala, Stefano Bonaccini, Pierluigi Bersani, Fausto Bertinotti, Walter Veltroni, Elsa Fornero, Sigfrido Ranucci, Corrado Formigli, Concita De Gregorio, Bianca Berlinguer, Donata Scalfari e tantissimi altri. A dire la verità già all’inizio gran parte dei nomi più noti si guardavano bene dall’intervenire. E anzi, sconcertati dalla valanga di Bip! che inondavano i cellulari, in parecchi, con garbo, auguravano buon lavoro a tutti e si staccavano dalla chat. Anche perché l’unanimità si era raggiunta soltanto contro l’Autonomia differenziata, e per il resto l’effetto sfogatoio, pieno di frecciatine, non aveva faticato a prendere il sopravvento. Ed è vero anche che si trattava di una chat aperta, dove ognuno poteva invitare chiunque, l’amico, il vicino, il parente, e guai a dire di no alle masse. Ma va da sé che l’effetto stadio si moltiplica. E quindi, dopo un po’ di complimenti reciproci, perché era proprio ora, c’era davvero bisogno che qualcuno alzasse la voce, si era rapidamente passati, come da tradizione, a discutere sulle colpe storiche di una sinistra che ha smarrito principi e ideali, per diventare piaciona e salottiera, se non affarista e attaccata alle poltrone. Ma è soprattutto sulla tragica vicenda mediorientale che la chat è esplosa. David Parenzo contro le «teste di Gaza». Rula Jebreal pubblica foto di bambini palestinesi uccisi: «Ecco cosa vi dovrebbe offendere! Provate a misurare la vostra moralità e umanità». Tal Simone: «Lei mi ha dato del genocida e ora dovrei vergognarmi io». «Vergognati!». «Lei ci ha insultati tutti. Basta». Emanuele Fiano: «Io sono il presidente di Sinistra per Israele e sono stato accusato di essere “per il genocidio”, accusa infamante». Rula Jebreal: «C’è un ampio consenso popolare per il genocidio a Gaza». «Lei insulta. Ogni tanto chiedere scusa non è una vergogna. Ci provi». «Sostenere uno Stato che sta commettendo uno sterminio è direttamente proporzionale a sostenere lo sterminio». «Ma veramente non capisci il valore di quello che dici?». E addio al proposito della chat di stringere nell’angolo Giorgia Meloni. Va da sé che basta, non poteva durare e forse, con il senno di poi, non doveva nemmeno cominciare. Anche l’ultima utopia, per quanto relegata nell’ambito virtuale di una chat, va in soffitta. L’aveva predetto Jean-Jacques Annaud, il regista del film Il nemico alle porte, sulla battaglia di Stalingrado. Eccolo il monologo del commissario politico, prima di morire vittima consapevole del proiettile del cecchino nazista: «Sono stato così sciocco Vassili. L’uomo sarà sempre l’uomo. Non esiste l’uomo nuovo. Con tanta fatica abbiamo provato a creare una società che fosse giusta, dove non c’è niente da invidiare al tuo compagno, ma ci sarà sempre qualcosa da invidiare: un sorriso, un’amicizia, qualcosa che non hai e di cui ti vuoi appropriare. In questo mondo ci saranno sempre i ricchi e i poveri. Ricchi di talento, poveri di talento. Ricchi d’amore, poveri d’amore».
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secondo la logica del governo italiano:
Fascisti che fanno il saluto romano, protetti dalla polizia, davanti all'edificio del partito neo-fascista da cui deriva FDI = Innocenti
Studenti che protestano contro un genocidio di cui il nostro governo è complice, che marciano verso il lato opposto della sinagoga del paese, che vengono picchiati e massacrati dalla polizia = brigate rosse
Beh sì, è così quando si ha gente al Governo che ha il busto del ƎƆꓥꓷ in casa, i nemici diventano gli studenti, mica i f4scistoni che condividono i tuoi stessi ideali
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esposto contro il governo italiano per complicità nel genocidio del popolo palestinese
Esposto contro il governo italiano per complicità nel genocidio del popolo palestinese https://credgigi.it/2024/04/23/esposto-contro-il-governo-italiano-per-complicita-nel-genocidio-del-popolo-palestinese/ Diversi rappresentanti della comunità palestinese in Italia, sostenuti da un team di avvocati romani e da associazioni attive sul tema della difesa del diritto internazionale e dei diritti…
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#complicità del Governo italiano nel genocidio#concorso o complicità#contro il genocidio#esposto#genocidio#governo italiano#Palestina#Resistenza
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"Didier Fassin ha dimostrato come, durante la seconda Intifada, le organizzazioni per i diritti umani che svolgevano la loro attività a favore dei palestinesi, cominciarono a invocare il discorso clinico del trauma. Tale discorso, e le tecniche con cui Medici Senza Frontiere e gli operatori umanitari locali cercarono di produrre le prove delle violazioni commesse da Israele, hanno riformulato la questione palestinese all’interno di un nuovo quadro interpretativo egemonico a livello internazionale: quello del trauma psicologico, il cui effetto principale è stato di ridurre la lunga storia di violenza coloniale a una serie di cicatrici e sintomi psicologici, presi in carico da operatori umanitari e psicologi. Questo processo, che negli anni successivi ha portato alla proliferazione dei servizi di salute mentale nei Territori palestinesi, ha contribuito a normalizzare la dominazione, curando i sintomi psichici prodotti, come in una routine medica, e oscurandone spesso le cause politiche di fondo, trasformando una questione di giustizia collettiva in esperienze e casi individuali di sofferenza mentale e di violazione dei diritti umani*. In questo modo, i diritti umani hanno contribuito a normalizzare i rapporti di dominazione. Col termine “normalizzazione” non intendiamo solamente la normalizzazione dei rapporti tra colonizzatori e colonizzati, ma facciamo riferimento alla nostra affermazione che, se da un lato l’attivismo per i diritti umani ha sviluppato nuovi strumenti per il loro monitoraggio e la loro difesa, dall’altro ha spesso nascosto i meccanismi fondamentali della dominazione che producono quelle stesse azioni denunciate e classificate come violazioni dei diritti umani."
*Didier Fassin, “The Humanitarian Politics of Testimony: Subjectification through Trauma in the Israeli-Palestinian Conflict”, in Cultural Anthropology, vol. 23, n° 3, 2008, pp. 531-558.
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Nicola Perugini, Neve Gordon, Il diritto umano di dominare, traduzione di Andrea Aureli, edizioni nottetempo (collana cronache), 2016¹; pp. 77-78.
[Edizione originale: The Human Right to Dominate, Oxford University Press, 2015]
P.S.: Ringrazio @dentroilcerchio per avermi consigliato la lettura di questo saggio che esamina e denuncia l’uso strumentale dei diritti umani da parte dei gruppi dominanti.
#Nicola Perugini#Neve Gordon#Il diritto umano di dominare#libri#leggere#genocidio#crimini contro l’umanità#saggi#diritto internazionale#citazioni#giurisdizione universale#Stati nazionali#letture#saggistica#Medio Oriente#Israele#Gaza#Conflitto arabo-israeliano#cisgiordania#sionismo#questione israelo-palestinese#Territori Occupati#palestinesi#Gerusalemme#medicalizzazione#ONG#libertà#psichiatria#medicalizzazione della vita#Didier Fassin
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TRINITY BLOOD
RAGE AGAINS THE MOONS
(Storia: Sunao Yoshida // Illustrazioni: Thores Shibamoto)
Vol.1 - From the Empire
WITCH HUNT - CAPITOLO 5
Traduzione italiana di jadarnr dai volumi inglesi editi da Tokyopop.
Sentitevi liberi di condividere, ma fatelo per piacere mantenendo i credits e il link al post originale 🙏
Grazie a @trinitybloodbr per il suo prezioso contributo alla revisione sul testo originale giapponese ✨
“Tres, ma cosa significa!?” Chiese Abel, incapace di credere a ciò che stava accadendo davanti ai suoi occhi.
“Ho controllato la ragazza.” La voce del prete, nell’aria impregnata di polvere da sparo, sembrava quella di un morto. La pistola, puntata al petto di Abel— o meglio alla testa di Eris accovacciata dietro di lui, non si mosse di un millimetro.
“Il primo caso è stato due anni fa. Il suo padre biologico ha sparato a sua madre e poi si è tolto la vita. Dopodiché lei è stata data in affidamento. Nel secondo caso si trattava di suo padre adottivo. Si è sparato in testa con un fucile mentre era a caccia. Il terzo caso è accaduto al suo orfanotrofio. Un anno fa, otto bambini ospiti dell’orfanotrofio si sono fatti a pezzi a vicenda con dei coltelli da cucina, ma le motivazioni non sono mai state chiarite.” Continuò Tres meccanicamente.
La ragazzina era impallidita mentre il prete descriveva senza pietà il suo passato. Si rannicchiò ancora di più dietro Abel, incapace di trattenere i singhiozzi.
“E poi c’é stato il caso della settimana scorsa al rifugio dei vampiri. Ora finalmente sappiamo perché si sono uccisi fra di loro. Non si è trattata si una faida territoriale. La ragazza ha manipolato le loro menti e li ha messi l’uno contro l’altro. Quando ho contattato il Dipartimento dell’Inquisizione ho scoperto che era già ricercata come strega.” Concluse il prete.
“Quando mi hai toccato, hai usato la telepatia, vero? Ecco come mi hai fatto cadere in trance.” Sussurrò Abel ad Eris.
Prima dell’Armageddon, gli scienziati erano stati in grado di decifrare il DNA umano, ed avevano sviluppato delle tecniche per alterarne il codice genetico. Le “streghe” erano le discendenti di questi esperimenti genetici. Avevano sviluppato incredibili poteri mentali: telepatia, ESP, telecinesi e perfino pirocinesi. Si pensava anche che potessero leggere il pensiero o muovere oggetti senza toccarli.
Dopo l’Armageddon, umani e vampiri erano entrati in guerra. Ma entrambe le parti detestavano le streghe e gli avevano dato la caccia senza pietà. Il risultato era stato un genocidio globale e le streghe si erano praticamente estinte. In rari casi, i poteri erano rimasti dormienti durante il periodo dell’Inquisizione; questi tratti saltavano qualche generazione e poi riapparivano casualmente nei discendenti… come Eris.
“Cerca di ragionare, Tres! È vero— ha dei poteri speciali. Ma come possiamo essere sicuri che sia stata lei la responsabile della morte di tutte quelle persone senza approfondire le indagini…” Iniziò Abel, ma fu subito interrotto dalla voce fredda di Tres.
“Le sue intenzioni non contano. La sua stessa esistenza é un pericolo. È molto probabile che i vampiri del rifugio abbiano cercato di impossessarsi dei suoi poteri. Devi esserti accorto anche tu della sua forza.”
Abel abbassò lo sguardo. Tres aveva ragione, e lo sapeva... Cosa accadrebbe se i suoi poteri potessero influenzare un’intera città come quella del Vaticano, o una base militare? Proteggere un’unica vita vale tanto rischio?
“La ragazza non è umana. È una bomba in forma umana. È una minaccia. Va neutralizzata. Adesso allontanati, Padre Nightroad.” Ordinò Tres.
“No.” Replicò Abel, con gli occhi ancora rivolti verso il basso. Estrasse la pistola dalla fondina sul suo fianco e si alzò in piedi davanti a Tres con aria di sfida. “Ho promesso di aiutarla, ed io mantengo le mie promesse.”
“Hai intenzione di combattermi, Crusnik?” Domandò Tres.
Abel non disse nulla. L’unico rumore era quello dei cavi della corrente recisi che sfrigolavano.
Dopo un lungo momento di silenzio, Gunslinger annuì. “Bene. Se dici così, non mi lasci scelta.”
“Quindi hai capito….” Disse Abel con un sospiro di sollievo.
Ma Tres continuò nel suo tono monocorde: “Affermativo. Mi rendo conto che non ci sono altri metodi che possa adottare. Rimuovere l’agente AX Abel Nightroad dalla lista degli amici.”
“Ma cos…” Abel strabuzzò gli occhi udendo quelle parole.
Se Tres fosse stato umano, si sarebbe detto che il suo sguardo avesse mostrato un istinto omicida. In una frazione di secondo, la sua CPU spinale aveva modificato il suo programma in modalità ‘genocidio’ e le sue pupille si erano dilatate ed avevano assunto un tono bluastro.
“Violazione delle leggi papali, Articolo Canonico numero 188. Abel Nightroad, devi essere eliminato.” Dichiarò.
“Tieniti stretta!” Gridò Abel prendendo Eris in braccio.
Abel fece un salto di lato, ma il corpo di Tres era già scomparso nel buio.
“Ahi!” Gemette Abel quando sentì il colpo sulla sua mano.
Un lampo di luce nell’oscurità li accecò momentaneamente entrambi. Il suo revolver gli era stato strappato dalla mano.
Un istante dopo fu colpito da un altro sparo, questa volta vicino la sua fronte.
“È inutile, Nightroad. Non puoi sfuggirmi, non con le tue abilità.” Lo informò Tres camminando con passo deciso. Rintracciando precisamente il passo zoppicante di Abel nel buio, Tres sparò di nuovo, e la colonna che lo separava dal suo obiettivo venne completamente polverizzata.
Istintivamente, Abel cercò di raggiungere la pistola che gli era caduta a terra.
“Sei 0.43 secondi in ritardo.” Disse Tres.
Un altro sparo.
“Padre!” Urlò disperata Eris, che fino ad allora era rimasta in silenzio, lanciando qualcosa verso il prete.
Abel perse sensibilità alla spalla sinistra e cadde a terra. Accanto a lui sentì rotolare il suo revolver, insieme a qualcos’altro. Con la vista annebbiata dal dolore cercò di raggiungerlo con le dita, senza successo.
Ma questo é… — quando sentì la gomma di uno dei cavi elettrici fra le sue mani, capì subito di cosa si trattava.
Passi metodici si avvicinarono, e si fermarono due metri da lui. “Rimani a terra, Padre Nightroad.”
“Cosa ne pensi di questo?” Zuppo di sudore, Abel pronunciò quelle parole con tono di sfida.
La forza di Tres era certamente soverchiante, e poteva sembrare che non avesse alcun punto debole da sfruttare o modo in cui sfuggirgli. Tuttavia…
“Fermati! È me che vuoi uccidere, giusto? Allora…” Eris si parò davanti ad Abel.
Gli occhi di vetro in cui si rifletteva la ragazzina che cercava di proteggere il prete facendogli da scudo sembrarono vacillare per un istante. Ma poi il dito si mosse inesorabilmente sul grilletto e…
In un batter d’occhio il corpo di Tres fu scaraventato all’indietro da un’ondata di scintille azzurre.
“…!”
La macchina assassina, nota come Killing Doll, si sbilanciò all’indietro e cadde in ginocchio, proprio come una bambola rotta. Una rete di scintille blu ricoprì il suo corpo come una ragnatela, a partire dal suo braccio destro.
“Eris, scappa!” Urlò Abel, gettando il cavo dell’alta tensione he aveva in mano, ancora sprigionante scintille.
“Che stai facendo Eris? Ti ho detto di scappare!” Gridò nuovamente, vedendo che non si era mossa.
“Scappa anche tu Padre!” Eris ancora esitava.
Insieme risalirono di corsa le scale e tornarono nella lobby. In quel momento, si udì la campanella che indicava la partenza del treno. Dalla locomotiva uscì uno sbuffo di vapore, mentre si preparava a lasciare il binario, stranamente deserto.
“Padre Nightroad, ma che succede?” Chiese Sorella Louise preoccupata, vedendoli arrivare in quello stato.
“Sorella, per piacere prendi la ragazza.” Implorò Abel.
“Ma Padre!” Protestò Eris.
Abel la spinse fra le braccia della suora, e si voltò indietro. Poteva già sentire il passo pesante e ritmico di Tres avvicinarsi.
Eris sussultò. “Non é ancora morto!”
“Eris, ti prego.” Implorò Abel, continuando a spingere la ragazzina verso la suora. “Per piacere… scappa. Mi occuperò io di lui.”
“Ma…!” Cercò nuovamente di protestare Eris, visibilmente preoccupata.
Tentò di prendere la mano del prete, che le sorrideva dolcemente da dietro gli occhiali rotondi, ma a metà strada esitò e ritrasse le dita, come se avesse toccato dell’acqua bollente.
“Perché… perché lo stai facendo?” Mormorò la ragazzina.
“Perché cosa?” Domandò il prete, sembrando non capire il senso di quella domanda.
“Perché sei così gentile con un mostro come me?” Eris lo guardava con sguardo triste.
“Non dovresti parlare di te stessa in questo modo. Non sei un mostro.” Abel le strizzò l’occhio.
“Forza, Eris.” La incalzò Sorella Louise, nervosa. Non sapeva cosa stava accadendo, ma capiva che era qualcosa di grave. Con un sorriso teso sul viso, strinse la manica della ragazzina e disse: “Non ho idea di cosa sia successo, ma ascoltiamo quello che dice Padre Abel.”
“M—ma…” Balbettò la ragazzina.
“Ti prego, vai…” Sussurrò il prete.
Abel le spinse gentilmente la spalla e Eris mise un piede sulla scaletta della carrozza passeggeri. Lasciandosi tirare per un braccio da Sorella Louise, scomparve dentro la porta. Ma poi improvvisamente riapparve, gettandosi verso di lui.
“Addio, Padre.”
Con un movimento veloce come quello di un animale selvatico, gli diede un bacio. Nel momento n cui le sue labbra sfiorarono quelle del sacerdote, il treno cominciò a muoversi.
Abel osservò con un sorriso un po’ amaro la ragazzina che si allontanava ancora aggrappata alla scaletta, poi si voltò, ritrovandosi faccia a faccia con Gunslinger, che gli puntava la pistola contro.
“È troppo tardi… se n’è andata.”
“Immagino sia così.” Concordò Tres impassibile, abbassando l’enorme arma. I passeggeri sulla banchina si accorsero della situazione e corsero a chiamare la polizia. Pochi secondi dopo erano circondati da agenti e funzionari della stazione.
“Ma é troppo presto per sentirsi sollevato, Padre Nightroad. Non mi sono ancora arreso.”
Tres si voltò verso gli agenti ed ordinò con voce secca: “Contattate la prossima stazione e fate in modo che fermino quel treno.”
“La prossima stazione?” Chiese uno dei funzionari, con un’espressione confusa. “Ma quel treno era fuori servizio.” Continuò l’uomo, senza capire il motivo di quella conversazione.
“Come!?” Esclamò Abel spalancando la bocca. Tres invece rimaneva in silenzio.
“Cosa intendete dire con ‘fuori servizio’?” Chiese Abel con crescente apprensione.
“Che quel treno sta andando in deposito…” iniziò a spiegare il funzionario, ma fu interrotto da una voce sconosciuta.
“Scusatemi, per caso voi siete del Dipartimento degli Affari dello Stato del Vaticano?”
Quelle parole rivolte sommessamente ai due sacerdoti li fece rimanere senza parole. Una donna anziana, grassottella e vestita da suora si era affacciata fra il capannello di persone.
“Scusate il ritardo. Sono Sorella Louise, del Convento di Santa Rachele. Sono qui per prendere la ragazza. Eris, giusto? Dove si trova?” Chiese pensierosa.
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📺 🇮🇪 KNEECAP FOR PALESTINE 📺 🇵🇸
🇨🇵 Le groupe de rap irlandais Kneecap est arrivé au tribunal dans une jeep agitant le drapeau irlandais et palestinien et a remporté un procès pour discrimination contre le gouvernement britannique après une décision de retirer le financement des opinions politiques du groupe, notamment son opposition à « l'armement d'un génocide à Gaza » mentionnée dans une déclaration de victoire qui s'est terminée par un appel à une Palestine libre.
🇮🇪 Irish rap group Kneecap arrived at court in a jeep waving the Irish and Palestinian flag and have won a discrimination case against the British government after a decision to withdraw funding for the groups political views including opposing ‘arming a genocide in Gaza’ mentioned in a victory statement which ended in a call for a Free Palestine.
🇮🇹 Il gruppo rap irlandese Kneecap è arrivato in tribunale a bordo di una jeep sventolando la bandiera irlandese e quella palestinese e ha vinto una causa per discriminazione contro il governo britannico dopo la decisione di ritirare i finanziamenti alle opinioni politiche del gruppo, tra cui l'opposizione all'"armamento di un genocidio a Gaza" menzionata in una dichiarazione di vittoria che si è conclusa con un appello per una Palestina libera.
🇪🇦 El grupo de rap irlandés Kneecap llegó al tribunal en un jeep ondeando la bandera irlandesa y palestina y ganó un caso de discriminación contra el gobierno británico después de una decisión de retirar la financiación a las opiniones políticas del grupo, incluida la oposición a "armar un genocidio en Gaza" mencionadas en una declaración de victoria que terminó con un llamado a una Palestina libre.
🇩🇪 Die irische Rap-Gruppe Kneecap kam in einem Jeep vor Gericht und schwenkte die irische und die palästinensische Flagge. Sie hat einen Diskriminierungsprozess gegen die britische Regierung gewonnen, nachdem diese beschlossen hatte, der Gruppe die Finanzierung ihrer politischen Ansichten zu entziehen. Dazu gehörte auch ihre Ablehnung der „Bewaffnung eines Völkermords in Gaza“, die in einer Siegeserklärung erwähnt wurde, die mit einem Aufruf zu einem freien Palästina endete.
🇬🇷 Το ιρλανδικό συγκρότημα ραπ Kneecap έφτασε στο δικαστήριο με ένα τζιπ που κυματίζει την ιρλανδική και παλαιστινιακή σημαία και κέρδισε μια υπόθεση διάκρισης κατά της βρετανικής κυβέρνησης μετά την απόφαση να αποσύρει τη χρηματοδότηση για τις πολιτικές απόψεις των ομάδων, συμπεριλαμβανομένης της αντίθεσης της «εξοπλισμού μιας γενοκτονίας στη Γάζα» που αναφέρεται σε μια νίκη. δήλωση που κατέληξε σε μια έκκληση για μια ελεύθερη Παλαιστίνη.
t.me/primalinea161
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🟡 Breaking I'm pulling your leg News 🟡
(Ti sto prendendo in giro News)
Pare che i partiti siano praticamente tutti d'accordo: avremo altri cinque anni di Ursula von der Leyen in Europa (qualcuno di noi avrà rotto uno specchio?) e probabilmente sette anni di Draghi presidente della Repubblica in Italia. Decisum est.
Chi ha detto che votare non serve?
Io già spunto i giorni sul calendario...
Non vedo l'ora di dare anche il mio appoggio alle scelte della massoneria e della grande finanza mondiale...
Meglio non potevano decidere!
Non fosse che per le vaccinazioni forzate e le migliaia di effetti avversi, il terrorismo climatico e le misure contro gli agricoltori, la guerra in Ucraina, con decine di miliardi spesi e centinaia di migliaia di morti, il genocidio in Palestina, l'inflazione prima e la recessione ora, per tutto il resto quei leader ci hanno assicurato anni felici, tra i migliori della nostra vita. Mancherebbe l'asteroide in rotta di collisione, ma non si può avere tutto!
(Massimo Montanari)
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