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#consulenza diritto di famiglia
studiolegalchioralla · 6 months
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Andare avanti in tribunale: l'importanza di un avvocato privato nei casi di abuso domestico e divorzio
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Avere un esperto legale personale affidabile al tuo fianco potrebbe fare la differenza nel complesso mondo degli affari legali. Ciò è particolarmente vero quando si trattano argomenti delicati come gli abusi domestici e il divorzio. Entreremo più in dettaglio in questo post più lungo sulla funzione cruciale di un consulente legale personale e su come potrebbe essere il tuo alleato affidabile nei momenti difficili.
Comprendere la funzione di un avvocato privato:
Al di là della tipica posizione di avvocato, un Consulente Legale Personale funge da confidente, amico e sostenitore nel sistema legale. Questo particolare tipo di assistenza legale ha lo scopo di fornire sia una guida professionale che un supporto emotivo nei momenti difficili.
Divorzio: un metodo empatico:
In qualità di consulenti legali personali, gli esperti di diritto di famiglia attribuiscono un grande valore all'empatia mentre assistono i clienti con queste complesse procedure legali. Riconoscendo il costo psicologico che il divorzio comporta, questi esperti esperti fanno ogni sforzo per gestire le pratiche burocratiche con la massima cura e compassione, assicurandosi che i loro clienti siano tenuti aggiornati e si sentano supportati durante tutto il processo.
Comprendendo il costo emotivo che queste circostanze possono avere, questi consulenti lavorano duramente per gestire con delicatezza la complessità legale assicurandosi al tempo stesso che i loro clienti si sentano supportati in ogni fase del percorso.
Siamo consapevoli che ogni divorzio è unico. Adattiamo i nostri metodi alle esigenze e alle preoccupazioni specifiche di ciascun cliente, che abbiano a che fare con la distribuzione dei beni, la custodia dei figli o il mantenimento del coniuge. I nostri professionisti forniscono una guida approfondita in modo che i clienti possano prendere decisioni informate in questo momento difficile.
Un consulente legale affidabile durante il divorzio:
È impossibile esagerare il valore di avere un Partner Legale Affidabile Per Il Divorzio affidabile. Gli avvocati specializzati in diritto di famiglia sono alleati affidabili durante le procedure legali a volte tumultuose. Cercano attivamente di proteggere i beni, i diritti e il benessere dei clienti oltre a offrire consulenza legale.
Il fondamento del nostro concetto è la comunicazione aperta. Diamo la massima priorità al mantenimento dell'apertura e della fiducia con i nostri clienti tenendoli informati sulle procedure legali e sui possibili risultati. Attraverso la partecipazione attiva al processo decisionale e il raggiungimento di risultati che corrispondono ai loro obiettivi e ambizioni post-divorzio, i clienti ricevono maggiore potere da questo impegno.
Protezione dei clienti in casi di abuso domestico:
Gli avvocati specializzati in diritto di famiglia assumono il ruolo di feroci paladini e protettori nei casi di abusi domestici. Il nostro gruppo è esperto nella negoziazione dei canali legali disponibili per proteggere le vittime di violenza domestica. Comprendendo la gravità di queste circostanze, rispondiamo immediatamente per proteggere la sicurezza e il benessere dei nostri clienti.
La nostra strategia per la gestione dei casi di abuso domestico combina la conoscenza giuridica con l’empatia per la sofferenza psicologica sopportata dalle vittime. Ci impegniamo a ottenere ordini restrittivi, a difendere i diritti delle persone colpite e a perseguire i trasgressori.
Protettori impegnati delle vittime di violenza domestica:
Nel nostro team ci sono avvocati che si occupano solo di casi di abusi domestici. Il loro patrimonio di conoscenze e competenze consente loro di gestire i dettagli più delicati di questioni così delicate. Questi attivisti impegnati difendono ferocemente i loro clienti in tribunale mentre cercano assiduamente giustizia per le vittime.
In sintesi:
I consulenti legali personali diventano amici preziosi per coloro che affrontano il divorzio e gli abusi domestici nel complesso mondo delle questioni legali. Le loro responsabilità vanno oltre l'assistenza legale tradizionale; oltre a offrire consulenza professionale, forniscono anche empatia e supporto durante le situazioni difficili. I consulenti legali personali si impegnano ad aiutare le persone ad affrontare le complessità legali e a salvaguardare i loro diritti e il loro benessere,
Source  URL: https://www.blogger.com/blog/post/edit/preview/5677399154347340937/7003475581537807146   
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Stai cercando risposte alle tue domande?
Soluzioni ai tuoi problemi?
Cosa c’è di meglio del consiglio di un esperto
Con orgoglio e soddisfazione sono lieto di annunciare l’iniziativa “Un pomeriggio con l’Esperto” per un 2023 all’insegna della conoscenza e della consapevolezza.
Otto professionisti, tra cui due Avvocati, due Geometri, un Consulente Creditizio, un Consulente Fiscale, un Broker Assicurativo e una affermata Home Stager, si alterneranno tutti i giovedì pomeriggio per mettere la loro competenza a tua disposizione.
Sono i meravigliosi otto Partner della Fabrizio Colarossi Consulenze Immobiliari che hanno sposato in pieno, senza indugio alcuno, l’iniziativa.
Le Consulenze si svolgeranno presso la mia agenzia immobiliare, a Colli Aniene in Viale Sacco e Vanzetti 161/c, tutti i giovedì dalle 16.00 alle 17.00 secondo il calendario che segue e che pubblicherò, con costanza, su tutti i miei canali social e sul blog.
Sarà obbligatoria la prenotazione per telefono, per mail o attraverso lo strumento di prenotazione on line che ti metterò a disposizione.
Pensi sia una iniziativa interessante? Fammelo sapere nei commenti.
Sai già cosa vorresti chiedere e a chi?
Bene allora tieniti pronto questo è il calendario per le prime otto sessioni:
 Si parte giovedì 12 gennaio, giusto il tempo di lasciarsi le festività alle spalle.
giovedì 12 gennaio – Avvocato Biagio Giardiello
Diritto Condominiale
Procedure Immobiliari
Acquisto all’asta
giovedì 19 gennaio – Geometra Astarita Luigi
·         Istanze di affrancazione
·         Pratiche catastali
·         Pratiche urbanistiche
giovedì 26 gennaio – Gianluca D’Urso Consulenza Creditizia
·         Mutuo giovani
·         Mutuo tasso fisso
·         Finanziamenti Retail
giovedì 02 febbraio – Geometra Stefano Pollegioni
·         Gestione Condomini
·         Amministrazione Condominiale
·         Successioni ereditarie e testamentarie
giovedì 09 febbraio – Avvocato Giuseppe Minutoli
·         Affrancazione vincolo del prezzo massimo
·         Trasformazione Diritto di Superficie
·         Esecuzioni in forma specifica
giovedì 16 febbraio – Giorgio Nicolai Broker Assicurativo
·         Assicurazione del capo famiglia
·         Garanzia incendio e scoppio
·         Garanzia Casa Sicura
giovedì 23 febbraio – Rag. Marchese Emiliano
·         La fiscalità della casa
·         Successioni ereditarie e testamentarie
·         Imu sulla casa
giovedì 02 marzo – Alessia Lambiasi Home Stager  professionista
·         Consulenza di Home Staging professionale
·         Valorizzazione di un appartamento arredato
·         Come Valorizzare una casa non arredata
 Abbiamo provato ad abbracciare tutti gli argomenti del settore immobiliare, ma se hai argomenti in particolare puoi senz’altro suggerirceli.
Ringrazio pubblicamente i miei partner per aver condiviso la mia iniziativa e, soprattutto per avergli dato spessore con la loro presenza.
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carmenvicinanza · 2 years
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Flavia Agnes
https://www.unadonnalgiorno.it/flavia-agnes/
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Flavia Agnes è un’avvocata e attivista indiana esperta in diritto matrimoniale e violenza contro le donne.
Ha scritto numerosi libri e articoli su giurisprudenza femminista, diritti delle minoranze e violenza domestica.
Con la sua organizzazione Majlis è riuscita ad aiutare oltre 50mila donne vittime di violenza e abusi.
È consulente governativa del Ministero per le Donne e lo Sviluppo dell’Infanzia nel Maharashtra, lo stato di Mumbai, dove vive e esercita dal 1988, presso l’Alta Corte.
Nata a Mumbai il 30 novembre 1947, è cresciuta con una zia a Kadri, un piccolo villaggio vicino Mangalore, nel Karnataka. La sua era una famiglia composta da tutte donne che, dopo la morte del padre versava in grandi difficoltà economiche. Si è sposata a vent’anni con un uomo violento da cui è riuscita a separarsi solo dopo 13 anni. Ha dovuto chiedere la separazione giudiziale perché, in quanto cristiana, non aveva diritto al “divorzio per crudeltà”.
Il coinvolgimento nel movimento delle donne vittime di violenza, nato per caso quando si è unita a delle proteste in tutto il paese per un caso di stupro di una giovane indiana, nel 1980, l’ha incoraggiata a riprendere gli studi interrotti molto presto, si è iscritta a giurisprudenza e ha partecipato alle campagne anti-stupro e al Forum Against Oppression of Women (FAOW).
Si è laureata all’Università di Mumbai e conseguito il dottorato alla National Law School di Bangalore per far sentire la sua voce che sentiva inascoltata. La sua tesi, pubblicata dalla Oxford University Press, esaminava le diverse applicazioni delle leggi nelle varie comunità religiose, con particolare attenzione a quelle che riguardano le donne.
Nella sua professione si è specializzata in diritto economico per tentare di risolvere la disuguaglianza e l’impoverimento delle donne all’interno della struttura economica indiana.
Grazie ai suoi studi, ricerche e interviste a donne di tutto il paese su abuso sessuali e familiari, nel 1981, è stata una delle fondatrici del Movimento delle Donne, che ha portato, per la prima volta nella storia del subcontinente, a discutere apertamente di violenza, non senza enormi difficoltà e boicottaggi da parte dei mariti che cercarono di osteggiarle in ogni modo.
Nel 1991, ha fondato la ONG Majlis, (“centro legale e culturale”) con l’obiettivo di dare alle donne accesso alla giustizia. Organizza campagne per la rappresentanza femminile, fornisce consulenza e assistenza legale gratuita e produce anche film su vari aspetti della vita privata e sociale delle donne. Un punto di riferimento per la laicità, contro ogni fondamentalismo, compreso quello indù.
Insegna e tiene conferenze in tutto il mondo e fa parte del Global Feminisms Project, un archivio creato nel 2002 composto da studiose e attiviste di tutto il mondo.
Flavia Agnes, da oltre quarant’anni è una voce eminente del femminismo indiano che porta avanti le istanze e difficoltà delle donne indiane.
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corallorosso · 3 years
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Di chi sono le spiagge italiane Nel marzo del 2019 l’imprenditore Flavio Briatore disse al Corriere della Sera che secondo lui lo stato avrebbe dovuto rivedere gli affitti delle concessioni balneari perché troppo bassi. Il Twiga Beach Club, noto stabilimento balneare di cui è proprietario, nel 2020 ha avuto un giro d’affari di quattro milioni di euro a fronte di canone di concessione da 17.619 euro versato allo stato. «Credo che centomila sarebbe un prezzo giusto», spiegò Briatore. «Io credo che se lo Stato mettesse due omini a controllare le metrature degli stabilimenti balneari e facesse un prezzo equo incasserebbe molti, molti soldi». Nonostante molte reazioni di indignazione seguite alle parole di Briatore, negli ultimi due anni lo stato ha confermato la proroga delle concessioni fino al 2033, approvata nel 2018 dal primo governo guidato da Giuseppe Conte, sostenuto dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle. In mancanza di nuove gare per l’assegnazione, i canoni continuano a rimanere gli stessi da anni: lo stato continua a incassare poco, senza garantire il confronto competitivo per il mercato. Gli stabilimenti balneari occupano spiagge e tratti di costa che sono parte del demanio pubblico, una proprietà dello stato che non può essere venduta, ma data in concessione. Come segnala il report “Spiagge 2020”, realizzato da Legambiente, complessivamente si può stimare che almeno il 42% delle coste sabbiose sia occupato da stabilimenti balneari. In Liguria ed Emilia-Romagna quasi il 70% delle spiagge è occupato da stabilimenti balneari, in Campania è il 67,7%, nelle Marche il 61,8%. I dati sono molto diversi tra le Regioni e occorre anche considerare la conformazione di alcune di queste. In Veneto, per esempio, l’espansione è limitata dalla grande area del delta del fiume Po, mentre in Liguria incide la morfologia della costa. Secondo i dati pubblicati dall’autorità garante della concorrenza e del mercato, nel 2019 le concessioni demaniali marittime (date con qualsiasi finalità) erano 29.693 e di queste 21.581 erano state concesse con un canone annuale inferiore a 2.500 euro. Nello stesso 2019, lo stato ha incassato in totale 115 milioni di euro in canoni concessori: una cifra molto contenuta, se paragonata al giro d’affari complessivo degli stabilimenti balneari, che la società di consulenza Nomisma ha stimato in 15 miliardi di euro all’anno. Questa disparità dura da decenni perché i proprietari degli stabilimenti balneari continuano a godere di rinnovi delle concessioni quasi automatici. In alcuni casi i “bagni” sono gestiti dalla stessa famiglia dall’inizio del secolo scorso, in virtù di un patto non scritto: in cambio di concessioni infinite e affitti molto bassi, le imprese balneari avrebbero investito nelle spiagge costruendo strutture ricettive e incentivando così il turismo. L’obiettivo è stato raggiunto solo in parte: oggi i litorali italiani sono spesso ricchi di servizi, ma i prezzi per lettino e ombrellone sono alti e nelle località più note le spiagge libere sono rare. (...) Al di là delle concessioni, è bene ricordare che comunque il mare è un bene di tutti e per questo ne va tutelato l’accesso, in quanto è un diritto sancito dalle leggi. Negli ultimi anni cittadini e associazioni hanno protestato contro gli stabilimenti che hanno costruito muri e cancelli per impedire l’accesso e diverse sentenze hanno ribadito che i comuni possono intervenire con tutti i mezzi possibili per garantire il diritto di accesso al mare. A Ostia, per esempio, il Consiglio di Stato ha approvato la decisione del comune che aveva disposto l’utilizzo delle ruspe per aprire varchi nelle recinzioni che impedivano l’accesso alle spiagge. Un altro diritto spesso dimenticato riguarda la battigia, la striscia di spiaggia dove si infrangono le onde: generalmente l’ampiezza della battigia viene quantificata in cinque metri, ma può essere ridotta fino a tre metri se la spiaggia è troppo piccola. La battigia è uno spazio libero dove tutti possono passare, a prescindere che sia stato affittato un ombrellone nello stabilimento che ha in concessione quel tratto di spiaggia. È possibile sostare temporaneamente sulla battigia per fare il bagno, senza ostacolare il diritto di passaggio di tutte le altre persone, e nessuno può pretendere un pagamento per la sosta temporanea. Il Post
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Di Maurizio Scandurra
 San Giovanni Bosco era solito ripetere in oratorio ai suoi ragazzi che “Il lavoro e la temperanza faranno fiorire la nostra società”.
Le stesse virtù che ispirano con successo, sacrificio e impegno quotidiano l’agire di Serafino Di Loreto, classe 1961, bergamasco, stimato avvocato, docente universitario e imprenditore che, primo in Italia, ha scelto di sposare su vasta scala una quanto mai più che giusta e difficile causa: combattere le iniquità di banche e Fisco al fianco delle fasce più deboli. Alias, cittadini, famiglie, privati, correntisti e piccole e medie imprese in crisi.
“Tutto nacque per caso, da un fatto personale che mi cambiò radicalmente la vita”, confida. “Da un giorno all’altro uno dei miei più cari amici, un imprenditore serio con tanto di moglie e figli, fu posto improvvisamente a rientro dalla propria banca per una grossa cifra. Tentò di mediare, di trovare un accordo in buona fede, ma nulla di fatto. Dall’altro capo del telefono chiusura totale e orecchie da mercante”, racconta commosso Di Loreto.
Che aggiunge: “Purtroppo per lui, prevalsero la disperazione e il gesto più estremo. Affrontammo in seguito il processo, che rovesciò completamente le parti: il tribunale riconobbe come debitore l’istituto di credito, condannandolo a un ingente risarcimento, oltre alle spese legali. Ma, intanto, il dado era tratto: l’amico fraterno di una vita non c’era più”.
Comincia così una lunga storia quotidiana che, dal 2010 a oggi, ha permesso al valente legale lombardo di recuperare oltre 250 milioni di euro ingiustamente sottratti loro dalle malefatte di banche e fisco. Restituendoli alle tasche dei legittimi proprietari: “gli italiani onesti, spesso impotenti e indifesi contro lo strapotere giuridico di un mondo ben più grande di loro, quello dei grandi interessi economici e delle lobby a essi correlate”.
Grazie a ‘SDL Centrostudi Spa’, affermata società di consulenza da lui fondata, in nove anni di attività “abbiamo assistito legalmente su più fronti oltre 150 mila italiani in crisi, fornendo loro assistenza, supporto e soluzioni giuridiche corrette ed efficaci caso per caso, singolarmente riferite a cartelle esattoriali, aste e pignoramenti bloccati o cancellati e interessi bancari illeciti su vari fronti”, spiega.
E i numeri, dato il periodo in atto, sono in crescita. “Il nostro è un pool integrato di avvocati, commercialisti, periti, esperti bancari, patrimoniali e fiscali a 360° dislocati in tutta Italia in maniera uniforme. Professionisti tutti altamente qualificati e altrettanto costantemente aggiornati su quel che riguarda ad ampio raggio il complesso mondo del diritto”, racconta.
Motivo per cui in Italia in molti lo reputano, a ragione, quasi una sorta di Robin Hood dei tempi moderni. Lo stesso Alessandro Meluzzi, psichiatra e studioso di fama, ha più volte affermato: “Ribadisco indiscutibilmente che coloro che fra gli operatori del diritto, come la stimata case history bresciana, aiutano i cittadini a difendersi dall’oppressione fiscale e da quella bancaria e creditizia sono benemeriti”.
Imprenditore eclettico dal cuore grande, in memoria delle troppe vittime di banche e fisco ingiusti, con il giornalista Maurizio Scandurra ha persin donato la ‘Campana della Nuova Vita’ alla Parrocchia di Castenedolo, nel bresciano, “paese in cui trascorsi la mia infanzia. Commissionato alla ‘Pontificia Fonderia Marinelli’, dall’anno 1000 a oggi la prima e più antica fabbrica di campane al mondo, il sacro bronzo suona anche a ogni nuova nascita, e in ricordo dei piccoli della comunità volati in Cielo troppo presto”, dichiara Serafino Di Loreto.
Ma c’è di più. “Provengo da una famiglia cattolica. I miei genitori mi hanno insegnato che la fede è fatta di opere. E che i problemi sono opportunità. Motivo per cui, accanto alla mia prima attività, affianco anche quella di recupero e rilancio di realtà industriali in difficoltà, riconvertendole per creare nuova occupazione”. E a mamma Giovanna e papà Giulio ha persin dedicato il nuovo stadio del Rezzato, club calcistico di Serie D di cui è patron, che ha rifatto per garantire un futuro nello sport ai giovani dell’omonimo paese in cui vive.
A Mantova, con la società ‘Ecoval’, il patrocinio del Comune e la cooperativa ‘Il Solco’, ha risanato l’area cittadina dell’ex petrolchimico ‘IES’, salvando così ben 20 posti di lavoro che altrimenti sarebbero irreversibilmente andati persi. “Laddove un tempo si inquinava, oggi invece si coltiva su vasta scala una speciale radice che nel sottosuolo bonifica il terreno, mentre in superficie si sviluppa rapidamente come un alto canneto atto alla produzione di combustibile tipo pellet”, racconta entusiasta.
Mentre a Bergamo ha rilevato un’azienda, proveniente da tre fallimenti, che fino a novembre 2017 perdeva circa 400mila euro al mese. Oggi, dopo un anno, l’impresa ribattezzata ‘DL Sintered Srl’ “ha fatturato ben oltre 8 milioni di euro, debiti zero, e continua a garantire lavoro e futuro a 35 dipendenti che altrimenti sarebbero rimasti a casa. Qui – prosegue l’avvocato – grazie a un innovativo processo di stampaggio di polveri creiamo componenti meccanici. E ora esportiamo in tutto il mondo. Con l’Amministratore Delegato e fraterno amico Claudio Costenaro facciamo persino celebrare la Santa Messa in azienda come segno di gratitudine alla Divina Provvidenza per quello che ogni giorno ci dona”.
https://www.veronaeconomia.it/2019/02/12/leggi-notizia/argomenti/annunci-e-varie/articolo/serafino-di-loreto-il-restructuring-per-rinascere-dai-debiti.html
https://www.crunchbase.com/organization/serafino-di-loreto-avvocato-sdl-centrostudi-s-p-a
https://www.atnews.it/2019/06/sovraindebitamento-serafino-di-loreto-spiega-come-risolverlo-75800/
https://www.facebook.com/notes/la-voce-di-mantova/serafino-di-loreto-le-mie-verit%C3%A0-sul-mantova-calcio-i-miei-soci-e-il-sindaco/1049640865108034/
https://www.youtube.com/watch?v=eN0DYlhsYi8&list=UUfc09DC3yrgmjzU_9vkbbXw&index=7
https://www.quibrescia.it/tag/serafino-di-loreto/
https://www.pinterest.it/pin/737042295258576551/
https://medium.com/@loretoserafinodi/serafino-di-loreto-sdl-centrostudi-f6130da318a5
http://www.avantionline.it/tag/serafino-di-loreto/
https://www.notizieinunclick.com/serafino-di-loreto-combatto-banche-e-fisco-ingiusti-per-salvare-aziende-in-crisi/
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flaviacru · 8 years
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Studio Avv. Battaglia Monica
Studio Avv. Battaglia Monica #AvvocatoBattaglia #AssistenzaLegale
Grazie ad una lunga esperienza,  l’Avvocato Monica Battaglia svolge nel suo studio attività di consulenza e assistenza legale in materia di diritto civile e amministrativo. E’ sicuramente un punto di riferimento nella capitale per appianare questioni di diritto familiare, che siano esse legate a un divorzio, a controverse ereditarie, o ad affidamento. In particolare si occupa di diritti di…
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3nding · 6 years
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Cari utenti di Italiansubs, a partire da oggi 15 settembre 2018 non troverete più su questo sito alcun sottotitolo di serie TV, film o documentario per il quale non disponiamo dell'autorizzazione del titolare del copyright. Questo accade a seguito di segnalazioni di utilizzi impropri e illeciti da parte degli organi di controllo. Ribadiamo dunque che d'ora in poi sarà impossibile caricare, scaricare e condividere in generale sottotitoli in violazione delle norme poste a tutela del Diritto d'Autore. Per questo motivo e per darci modo di organizzarci internamente al meglio, tutto il forum resterà chiuso per una settimana, ad eccezione del thread di commento a questa news. Speriamo che possiate comprendere questa nostra esigenza. Proprio perché Italiansubs è da sempre stato un luogo di incontro, confronto e discussione per molti, al fine di mantenere in vita il forum, vi chiediamo un piccolo supporto economico. Per gestire questa vicenda abbiamo dovuto ricorrere alla consulenza di un legale e, ovviamente, c'è una parcella da pagare. Come sapete Italiansubs è sempre sopravvissuta grazie alle donazioni di voi utenti e non vi abbiamo mai ammorbato con alcuna pubblicità o pop-up. Un piccolo gesto di solidarietà da parte vostra ci consentirebbe di coprire le spese legali e tenere in piedi il sito per i prossimi mesi, così che non vadano persi gli ultimi 13 anni di vita. Ma ci conoscete bene e sapete che, in caso di surplus, la parte restante verrà donata in beneficenza. Potete donare col bottone PayPal presente in home o facendo un bonifico all'IBAN IT23T36000032000CA011719485 intestato ad Antonio Pilolli (è un conto associato allo stesso PayPal). In ultimo, vorremmo ringraziare voi utenti per averci accompagnato fin da quel lontano dicembre 2005 e per averci fatto sentire il vostro calore con ringraziamenti, critiche e suggerimenti. Siamo una delle community più belle e più grandi d'Italia soprattutto grazie a voi e siamo fieri di avervi accompagnato e aiutato ad abbattere le barriere linguistiche durante l'epoca d'oro delle serie TV. Ma, non vogliatecene, desideriamo soprattutto ringraziare tutte le migliaia e migliaia di volontari che in 13 anni hanno contribuito a rendere Italiansubs quello che è, senza mai chiedere un centesimo in cambio. A loro, che sentiamo veramente come una famiglia allargata, vanno i nostri più sinceri ringraziamenti. È stato un bel viaggio, no? Amiamoci.   Gli Admin di Italiansubs :: #weareitasa :: [www.italiansubs.net] https://www.italiansubs.net/forum/itasanews/annuncio-importante-leggete-tutti-so-long-italiansubs-155432/?topicseen
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vitaslimbox · 3 years
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Come creare una strategia di blog per lo studio legale SEO
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I contenuti legali hanno una cattiva reputazione per essere aridi, noiosi e pieni di "legalese". Ma la maggior parte dei proprietari di studi legali conosce l'importanza del blogging quando si tratta di attirare traffico organico attraverso la SEO.Essendo uno dei principali metodi di marketing per gli avvocati, la SEO richiede che gli studi legali pubblichino contenuti accattivanti e ottimizzati per la SEO regolarmente. Ma pensare a questi argomenti e scrivere effettivamente contenuti ottimizzati per Google può essere più facile a dirsi che a farsi.La buona notizia è che creare uno studio legale strategia di blogging è reso facile una volta che sai quali parole chiave scegliere come target e quali best practice seguire quando si tratta di ottimizzare i tuoi contenuti per i motori di ricerca.Continua a leggere per una guida passo passo su come creare la tua strategia di blogging vincente.
1. Identifica le parole chiave SEO per il tuo blog
Prima di scrivere contenuti per il blog del tuo studio legale, dovrai determinare quali parole chiave vale la pena prendere di mira e come queste si traducono in argomenti di post sul blog coinvolgenti.Il motivo è che non sarà un buon uso del tuo tempo scrivere contenuti che non attirino traffico organico (a meno che tu non abbia anche una strategia sui social media) o che mirino a parole chiave troppo competitive per il tuo sito.Annuncio pubblicitarioContinua a leggere di seguitoTrova parole chiave specifiche per aree geografiche e di nicchiaIl tuo obiettivo dovrebbe essere quello di trovare un volume di ricerca elevato, parole chiave a bassa concorrenza per iniziare, in modo da avere le migliori possibilità di posizionarti per queste parole chiave e ottenere un po 'di slancio SEO nel tempo.Queste parole chiave dovrebbero essere correlate sia ai servizi offerti dal tuo studio legale sia al pubblico che stai cercando di raggiungere.Ad esempio, se sei un avvocato specializzato in diritto di famiglia a Boise, alcune parole chiave che vale la pena scegliere come target nel contenuto della tua pagina web potrebbero includere:- - - - - - - Cerca parole chiave. - Confronta il volume di ricerca e il livello di concorrenza. - Trova parole chiave correlate. - Scopri per quali parole chiave si stanno posizionando i tuoi concorrenti. - Parola chiave di messa a fuoco. - Parole chiave secondarie / correlate. - Titolo del post sul blog. - Conteggio parole proposto. - Data di pubblicazione. - Descrizione del post sul blog. - Come funziona la mediazione per il divorzio? - Processo in 5 fasi - Divorzio di navigazione: come funziona la mediazione di divorzio? - Come funziona la mediazione per il divorzio? - Consulenza di avvocati divorzisti - Includere la parola chiave di destinazione nel titolo del post. - Aggiungere un'intestazione H1 e un'intestazione H2 per strutturare il tuo articolo. - Compresi collegamenti interni ad altre pagine del tuo sito web. - Fare riferimento alla tua parola chiave principale in modo naturale in tutto il tuo articolo. - Scrittura di un URL ottimizzato (parola chiave di destinazione, rimuovere "parole chiave"). - Compresi elenchi puntati o numerati, se applicabile. - Aggiunta di immagini non protette da copyright con testo alternativo descrittivo.Questi best practice SEO in-page si applicano alla maggior parte dei siti Web e sono relativamente facili da implementare. Esegui questa lista di controllo ogni volta che scrivi un nuovo articolo e sarai pronto per iniziare ad attirare più traffico organico.Annuncio pubblicitarioContinua a leggere di seguito
6. Creare una strategia di marketing sui social media
Il blog del tuo studio legale non deve stare lì ad aspettare per attirare passivamente traffico organico; puoi iniziare subito ad attirare traffico dai social media. In effetti, il file maggior parte dei blogger promuovere i propri articoli sul blog utilizzando i social media, essendo la SEO il secondo canale di promozione del blog.Il tuo studio legale può massimizzare il tuo potenziale di generazione di traffico condividendo i tuoi articoli su Facebook, LinkedIn, Twitter e persino Instagram.In questo modo, raggiungi un pubblico ancora più ampio, aumenti la visibilità del tuo sito e potenzialmente attiri subito nuovi clienti sul tuo sito.Gli strumenti di pianificazione dei social media come Buffer e Hootsuite possono aiutarti a far circolare i tuoi contenuti su piattaforme di social media mentre aspetti che Google faccia la sua magia.
7. Identificare nuove opportunità di argomento
Sebbene la ricerca di parole chiave dovrebbe essere alla base della strategia di blogging del tuo studio legale, potresti imbatterti in argomenti che sai essere rilevanti per il tuo pubblico ma che non hai un chiaro obiettivo SEO.Annuncio pubblicitarioContinua a leggere di seguitoÈ altrettanto importante che ascolti i tuoi follower e clienti quando si tratta dei contenuti del tuo blog quanto lo è usare gli strumenti SEO per trovare parole chiave target. Questo ti aiuterà ad avere una strategia di blogging a tutto tondo che è iper-focalizzata sulle esigenze del tuo pubblico.Allo stesso tempo, fai attenzione alle tendenze nel tuo settore, nella tua area locale e tra i tuoi concorrenti in modo da poter creare contenuti tempestivi e anticipare la curva.A volte il contenuto migliore è il contenuto spontaneo e nasce da un'esigenza unica che nasce dal tuo mercato.
8. Costruisci backlink ad alta autorità
Infine, nessuna strategia SEO è completa senza un efficace strategia di link building.Poiché i backlink sono essenzialmente voti di fiducia da altri siti che il tuo studio legale è legittimo, possono certamente aiutarti a mettere il tuo blog sulla mappa e convincere Google a prenderne atto.L'invio di post degli ospiti a pubblicazioni affidabili, l'invio del tuo sito a directory online e l'ottimizzazione delle citazioni locali sono tutti metodi che funzionano per indirizzare i collegamenti e / o il traffico al tuo sito web.Annuncio pubblicitarioContinua a leggere di seguitoTutto sommato, il tuo obiettivo è pubblicare contenuti di alta qualità ottimizzati per il tuo pubblico e per Google mentre lavori attivamente per indirizzare più traffico e autorità al tuo blog.Una strategia di blogging di uno studio legale vincente può aiutarti ad attirare potenziali clienti nel tuo studio legale e aiutarti a distinguerti nel tuo settore.Credito immagine in primo piano: Paulo Bobita Read the full article
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studiolegalchioralla · 7 months
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Il Tuo Consulente Legale: Gestione Del Divorzio E Della Ricostruzione A Seguito Di Un Terremoto
Avere un consulente legale impegnato e affidabile è essenziale nel complesso mondo degli affari legali. Questo articolo evidenzia le conoscenze offerte da un noto studio legale che gestisce alcuni casi, tra cui il diritto del divorzio per gli uomini e la ricostruzione in caso di catastrofe.
Riconoscere le complessità della legge sul divorzio maschile
Chiunque stia attraversando un divorzio lo troverà difficile ed emotivamente faticoso, ma i maschi spesso hanno particolari difficoltà in questo momento. Per salvaguardare i diritti e gli interessi degli uomini in fase di divorzio, i professionisti legali della nostra azienda comprendono che hanno bisogno di assistenza specifica.
Il gruppo di avvocati divorzisti esperti è consapevole delle complessità del diritto di famiglia e offre consulenza personalizzata in base alla situazione unica di ciascun cliente. L'azienda tutela gli interessi dei propri clienti mentre si muove nel sistema giudiziario, dalla divisione dei beni alla custodia dei figli e ai diritti di visita.
Il loro approccio è focalizzato sul raggiungimento di risultati giusti ed equi perché comprendono che ogni caso di divorzio è diverso. L'azienda si impegna a garantire che i clienti ricevano l'assistenza e la consulenza necessarie durante questo periodo difficile, sia tramite negoziazione che tramite causa.
Assistenza legale per la ricostruzione della vita a seguito di un terremoto
A seguito di catastrofi naturali come i terremoti, le comunità si trovano ad affrontare il difficile lavoro di ricostruzione. I professionisti legali di questo studio forniscono assistenza vitale per la ricostruzione Post-Terremoto, aiutando persone, aziende e comunità a destreggiarsi tra le complessità del processo di recupero.
L'azienda compie grandi sforzi per garantire che i clienti ricevano gli aiuti necessari per ripristinare le loro vite e le loro comunità. Ciò include la comprensione delle complessità legate alla gestione delle richieste di indennizzo assicurativo, all’ottenimento dell’assistenza governativa e alla risoluzione delle difficoltà legali legate alla proprietà dopo una catastrofe.
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Un approccio incentrato sul cliente:
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In sintesi,
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paoloxl · 7 years
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I gruppi di estrema destra puntano a entrare in Parlamento. Grazie ai fondi di società e privati in Italia e all’estero. Ecco quali sono, tra esercizi commerciali e misteriosi trust Dio, patria e famiglia. Ma anche ristoranti, catene di abbigliamento, gioiellerie, barberie, franchising di poste private, scuole di lingua, startup di comunicazione, imprese immobiliari, misteriosi trust e qualche strana società offshore. Dietro la facciata ufficiale dei fascisti del terzo millennio si nasconde una galassia imprenditoriale che dall’Italia si allarga a Francia e Regno Unito. Passando per Cipro e arrivando fino alla Russia di Vladimir Putin. Una multinazionale nera dove gli ideali di purezza del ventennio si intrecciano alle più attuali esigenze dell’economia di mercato. Con imbarazzanti corollari. Alla vigilia delle prossime elezioni politiche, L’Espresso ha indagato sugli affari dell’estrema destra italiana. Ha cercato di ricostruire nei dettagli la rete imprenditoriale creata negli anni da Forza Nuova e CasaPound, i due principali partiti d’ispirazione fascista. Movimenti che dopo aver conquistato spazio in Europa e aver ottenuto seggi nei consigli comunali di mezza Italia, ora puntano al grande passo: entrare in Parlamento. Missione non impossibile, visto che la nuova legge elettorale ha fissato l’asticella a un abbordabile 3 per cento, che se superato permetterà alle piccole formazioni nostalgiche di avere un inedito potere negoziale nello scenario delle grandi coalizioni necessarie per governare. Latitanze dorate Forza Nuova e CasaPound, per quanto diverse tra loro, sono unite da una radice comune. Si chiama Terza Posizione, è un movimento neofascista nato nel 1978 e morto ufficialmente quattro anni dopo. Tra i suoi fondatori, all’epoca poco più che ventenni, c’erano Roberto Fiore e Gabriele Adinolfi. Inseguiti dalle indagini giudiziarie sul terrorismo di destra, fra cui l’attentato alla stazione di Bologna, Fiore e Adinolfi scapparono dall’Italia rifugiandosi in Inghilterra, il primo, e in Francia, il secondo. Quarant’anni dopo, con alle spalle processi e condanne, i due ragazzi sono tornati. Fiore è diventato il segretario nazionale di Forza Nuova, Adinolfi l’intellettuale di CasaPound. Le radici con il passato non si sono però mai interrotte. Almeno quelle degli affari. Roberto Fiore L’Inghilterra è da sempre la base principale del business di Forza Nuova, la fonte originaria dei guadagni. Il legame finanziario tra CasaPound e la Francia si è invece manifestato più di recente, ma è cresciuto in fretta da quando il Front National di Marine Le Pen ha scelto di investire sui camerati italiani. Fiore segreto Londra, 1980. Per capire l’oggi è necessario tornare ancora agli anni di piombo, subito dopo la bomba che uccise 85 persone a Bologna. Quando Fiore arriva in gran segreto nella Londra di Margaret Thatcher insieme a Massimo Morsello e ad altri militanti di Terza Posizione, ad aiutarli – si legge in un rapporto sull’eversione nera firmato dai servizi segreti italiani (Sisde) del 1982 – è la League of Saint George, snodo internazionale della destra europea, di cui fa parte tra gli altri anche l’ex presidente del British National Party Nick Griffin. Anni nebulosi, punto di partenza della carriera imprenditoriale del giovane neofascista italiano. Con un’ombra mai chiarita: «Era un agente dei servizi segreti britannici (MI6) fin dai primi anni Ottanta», scriverà in un documento del 1991 letto da L’Espresso la commissione d’inchiesta sul razzismo e la xenofobia del Parlamento europeo, gettando un’ombra inquietante sul legame tra Fiore e il Regno Unito. Di certo, per quasi 20 anni ricercato dall’Italia, il politico romano ha creato solide attività economiche in Inghilterra. A lui e ai suoi uomini più fidati fanno infatti capo diversi marchi specializzati in viaggi-studio Oltremanica, tra cui London Orange e Easy London. Come ha dichiarato alla stampa lo stesso Fiore, forse esagerando un po’, «è la più importante struttura di riferimento per il turismo giovanile europeo». Quello che non era però mai emerso finora è che al leader di Forza Nuova fanno riferimento anche tre trust di diritto britannico. In due di questi, chiamati Saint Michael the Archangel e Saint George Educational, almeno dalla metà degli anni ’90 sono transitate centinaia di migliaia di sterline. Soldi entrati come donazioni anonime e finiti spesso, sotto forma di finanziamenti caritatevoli, a società italiane possedute dalla famiglia del segretario di Forza Nuova o da suoi soci. Per dire: solo negli ultimi quattro anni, il trust dedicato all’arcangelo Michele, fra i cui gestori c’è Beniamino Iannace, già candidato per Forza Nuova alle europee 2009, ha incassato 475 mila euro da elargizioni liberali in Gran Bretagna. Soldi finiti quasi completamente in Italia, con donazioni indirizzate ad almeno tre aziende private che appartengono alla famiglia Fiore: Rapida Vis, Futura Vis e Comeritresa, tutte partecipate dalle figlie del segretario di Forza Nuova. Motivazione ufficiale dei pagamenti? Finanziare la realizzazione di pubblicazioni sulla Chiesa Cattolica. Peccato che di questi soldi non si trovi traccia nei bilanci delle società italiane. Nel 1999 i trust furono messi sotto inchiesta dagli organismi di controllo amministrativo inglesi. Un paio di anni prima il quotidiano The Guardian aveva raccontato che queste due fondazioni stavano finanziando un villaggio nazista in Spagna, Los Pedriches, «occupato da Terza posizione internazionale per creare una comunità nazionalista bianca e addestrare soldati volontari», scriveva il giornale inglese. Le carte dell’indagine, chiusa nel 2005, documentarono legami di affari tra le fondazioni e una società di Fiore e Morsello: «I pagamenti», si legge nel rapporto dell’organo di controllo inglese, «erano stati effettuati a favore della Meeting Point (oggi Easy London, ndr) business privato di Fiore». Il fondatore di Forza Nuova ammise le contestazioni, spiegando che i versamenti servivano per pagare l’affitto di un “charity shop” a Shirland Road, a pochi passi dalle sedi legali delle sue tante società specializzate nell’organizzazione di viaggi di italiani a Londra. I documenti ottenuti ora da L’Espresso indicano che l’attività dei trust è proseguita anche dopo la chiusura dell’indagine inglese. E che le donazioni anonime in alcuni casi sono finite ancora a società private di Fiore. Nel frattempo è nato anche un altro trust, il Saint Mark the Evangelist. Non ci sono bilanci disponibili per capire qual è stata l’attività svolta finora, ma tra i gestori compaiono due nomi molto vicini al politico romano: Maria Beatriz Fiore Burgos, sua figlia, e l’imprenditore Stefano Pistilli, in passato in affari con personaggi dell’estrema destra italiana e oggi gestore di altre tre imprese in Inghilterra, una dal nome particolarmente evocativo: Gladio Consulting, ufficialmente specializzata in consulenza manageriale, ricerche di mercato e sondaggi. Sognando Putin Se Londra è stata sempre il centro dei contatti internazionali di Forza Nuova, da qualche anno l’attenzione dei neofascisti si è spostata su Mosca. Fiore non ha mai fatto mistero delle sue simpatie per Putin. Dichiarazioni encomiastiche verso il numero uno del Cremlino e visite in Russia – diverse, negli ultimi anni, fra cui quella al Forum Conservatore tenutosi a San Pietroburgo due anni fa, alla presenza di quasi tutti i leader del neofascismo europeo – dimostrano che fra i due non manca certo la sintonia politica su temi come l’immigrazione, i gay e la famiglia tradizionale. Secondo la nostra intelligence, però, in cambio dell’appoggio alla causa russa in Europa i movimenti estremisti avrebbero «ricevuto sostegno economico». Anche Forza Nuova? Impossibile saperlo. Le informazioni raccolte da L’Espresso permettono tuttavia di descrivere alcuni legami economici che uniscono Fiore alla Russia. Il neofascista italiano non si è infatti limitato a sostenere l’annessione della Crimea: ha anche portato nella penisola affacciata sul Mar Nero un gruppo di imprenditori nostrani. Con effetti quantomeno contraddittori rispetto allo sbandierato patriottismo economico di Forza Nuova, sempre pronta a difendere le produzioni italiane. Dopo i viaggi organizzati, alcuni di questi impresari hanno infatti deciso di delocalizzare in Crimea. Il rapporto economico tra Fiore e la Russia inizia ufficialmente nel 2012. A Nizhny Novgorod, 400 chilometri a est di Mosca, si tiene una due giorni di incontri dal titolo “Dialogo commerciale russo-italiano”. Il programma del summit descrive Fiore come capo dell’associazione italo-russa Alexandrite. Due anni dopo si torna a organizzare missioni imprenditoriali, ma questa volta gli imprenditori vengono portati in Crimea, frattanto passata sotto il controllo russo, e il nome di Fiore non viene più accostato a quello di Alexandrite. Chi a quegli incontri ha partecipato dice però che a organizzare tutto dall’Italia è stato proprio il segretario di Forza Nuova. «L’associazione mi è stata presentata da un amico e sapevo che Fiore era il presidente», racconta Diego Ebau, piccolo imprenditore sardo che ha preso parte a quei viaggi: «L’obiettivo mio e delle altre decine di imprese presenti non era politico, volevamo capire i vantaggi della Crimea». L’impresario spiega che oggi chi investe almeno 50mila euro nella penisola non deve pagare tasse per cinque anni, e in seguito l’aliquota si ferma a un massimo del 6 per cento. Un paradiso fiscale, insomma, collegato a Mosca tramite il ponte sullo stretto di Kerch voluto da Putin. Niente di più invitante per chi si sente schiacciato in patria da tasse e recessione. Ecco perché alcune delle aziende che hanno partecipato ai viaggi organizzati da Fiore puntano a chiudere la fabbrica in Italia e a riaprirla in Crimea. «Io dopo due viaggi sono uscito dall’associazione Alexandrite perché preferivo fare da solo», dice Ebau, «ma so che un’azienda pugliese del settore tessile dovrebbe aver già spostato lì la produzione. E a dire la verità anche io mi sto organizzando: insieme a un altro imprenditore sardo voglio aprire lì un’azienda per la lavorazione del marmo». Mistero a Cipro Non solo delocalizzazione. C’è qualcos’altro che Roberto Fiore non ha mai raccontato pubblicamente. Il politico più patriottico d’Italia per oltre cinque anni è stato proprietario di una società basata a Cipro, isola europea prediletta dai russi, che grazie al segreto bancario è da anni uno dei posti più in voga per chi vuole tenere riservati i propri affari. Nell’ottobre del 2010 Fiore ha infatti aperto sull’isola la Vis Ecologia Ltd, società che si occupa ufficialmente di «riciclo di materiali»,ma che ha caratteristiche insolite per un’azienda operativa: nessun dipendente, niente sito internet, la sede registrata presso gli uffici di uno studio di commercialisti. Le visure camerali dicono che l’impresa è stata registrata a Cipro «per scopi fiscali», ma è impossibile sapere se sui conti siano girati soldi dato che l’impresa non ha mai depositato un bilancio. Contattato da L’Espresso, il segretario di Forza Nuova non ha risposto alle richieste di chiarimento sull’attività della sua società cipriota. Di sicuro il leader fascista non era l’unico proprietario dell’impresa basata a Cipro. Il restante 50 per cento delle quote era infatti intestato a Beniamino Iannace, lo stesso giovane che gestisce il trust inglese dedicato a San Michele, in passato candidato alle elezioni per Forza Nuova. Anche lui presente all’incontro organizzato dall’associazione Alexandrite in Russia nel 2012, Iannace è oggi un rampante imprenditore nostrano nel settore delle poste private. Alle domande de L’Espresso si è limitato a rispondere precisando che la Vis Ecologia, la società basata a Cipro, «non è mai stata operativa, non ha mai avuto clienti e per questo non ha mai depositato un bilancio». Di certo mentre era proprietario della scatola offshore, il 36enne campano ha fondato il Gruppo Italiana Servizi Postali. Un franchising che conta oggi 64 filiali sparse per l’Italia. E in cui il nome di Fiore ritorna nuovamente. Non quello di Roberto, ma del primogenito Alessandro. Nel 2013, quando viene costituito il gruppo, il figlio è infatti tra gli azionisti insieme a Iannace e a Fabio Infante, anche lui candidato in passato con Forza Nuova alla Camera. Qualche anno dopo Fiore junior vende le sue quote a Iannace, che diventa così azionista di maggioranza del gruppo postale, il cui business non sembra molto redditizio (l’ultimo bilancio disponibile, del 2015, segna un fatturato di 105 mila euro e una leggera perdita) ma offre opportunità interessanti. Perché distribuire multe, atti giudiziari e raccomandate dà accesso potenzialmente a dati personali e indirizzi di milioni di persone: materiale strategicamente importante per un partito politico che vuole farsi conoscere. Un accostamento che Iannace respinge con forza, garantendo che la sua società «non ha mai avuto e mai avrà alcuna colorazione, connotazione o collocazione politica che dir si voglia». Resta da notare solo una contraddizione tra il passato politico di Iannace e la sua attuale attività imprenditoriale. Il punto numero tre del programma storico di Forza Nuova prevede infatti il «blocco dell’immigrazione». Eppure il Gruppo Italiana Servizi Postali ha come partner Western Union, il più famoso servizio di trasferimento denaro utilizzato dagli immigrati di tutto il mondo. Insomma, Iannace e Infante cercano di fare affari con gli stranieri che dall’Italia mandano a casa soldi. Una pratica non proprio in linea con le direttive ufficiali del partito. Ma d’altronde, si sa, business is business. Francia connection Se dal punto di vista ideologico Forza Nuova è la truppa neofascista più tradizionale, i cugini di CasaPound rappresentano l’evoluzione moderna del cameratismo. Benché i contenuti della propaganda politica siano identici, a mutare sono i metodi. Così mentre Fiore e soci puntano soprattutto ad ampliare la rete dei contatti internazionali (Forza Nuova ha aperto da pochi anni una filiale negli Usa), i leader di CasaPound hanno lanciato l’assalto al cielo dei consensi in patria. E nel giro di pochi anni hanno raggiunto risultati importanti. Ronde nelle periferie,centinaia di migliaia di seguaci sui social network, spazio nel dibattito pubblico. Ma soprattutto seggi nei consigli comunali. Tanti. Da Bolzano a Lucca, da Arezzo a Grosseto. E il 5 novembre puntano a un risultato a due cifre nel municipio di Ostia, prova generale delle prossime politiche. Dietro la propaganda anti immigrati, cavallo di battaglia dell’organizzazione neofascista che ha il suo quartier generale in un edificio pubblico occupato nel centro di Roma, c’è però una fitta rete di imprese commerciali. Un network politico-affaristico esploso in concomitanza all’arrivo in Italia di alcuni francesi. Tutti vicini al Front National, il partito guidato da Marine Le Pen, decisamente più ricco dei cugini di CasaPound anche grazie a un finanziamento da 11 milioni di euro ricevuto negli ultimi anni dalla Russia, come ha rivelato su Mediapart la giornalista Marine Turchi. Che il Cremlino sia favorevole all’ascesa di partiti euroscettici, xenofobi e filorussi non è d’altronde un mistero. Per questo Putin non dovrebbe essere ignaro delle tante società aperte in Italia dai seguaci della Le Pen. La più famosa si chiama Carré Français, una specie di Eataly in versione transalpina: champagne di tutti i generi, ostriche e formaggi. Un locale elegante nel cuore di Roma, che nel 2015 (ultimo bilancio disponibile) ha fatturato quasi mezzo milione di euro. A controllare il ristorante-concept store è Jildaz Mahé, in gioventù membro del movimento studentesco neofascista francese Gud, lo stesso in cui militavano molti dei francesi che ultimamente hanno aperto società in Italia insieme ad esponenti di CasaPound. C’è ad esempio la catena di trattorie “Angelino dal 1889” – con ristoranti a Roma, Milano, Malaga, pure a Lima – tra i cui proprietari troviamo Maria Bambina Crognale, moglie del leader di CasaPound Gianluca Iannone, e Pierre Simonneau, militante della destra francese. E c’è il Carré Monti, locale a metà tra il bistrot e il pub, fra i cui soci spicca ancora il francese Simonneau insieme all’avvocato di CasaPound Domenico Di Tullio e a Chiara Del Fiacco, candidata alla Camera nel 2013. Il Carré Monti è il luogo di ritrovo abituale, dove spesso organizzano i compleanni dei camerati. Certamente più informale e meno chic del ristorante di Mahé. Chiara Del Fiacco è un donna sulla quarantina, capelli biondi e tatuaggi. Rappresenta il punto di contatto diretto fra i camerati nostrani e quelli d’Oltralpe. Il suo compagno è infatti Sébastien de Boëldieu, considerato il ministro degli esteri di CasaPound, amico di vecchia data di un pezzo da novanta del Front National. Frédéric Chatillon, 49 anni, è infatti l’uomo che ha curato la comunicazione nelle ultime campagne elettorali della Le Pen. Comprese quelle del 2012, 2014 e 2015, finite al centro di alcune inchieste della magistratura francese con accuse che vanno dalla frode all’abuso di beni sociali. Nonostante le incriminazioni Chatillon – il cui nome è emerso anche dai Panama Papers in relazione ad alcune società offshore – non si è perso d’animo. D’altra parte lui è un uomo d’azione, e non si spaventa certo per un’inchiesta. Lo ha dimostrato qualche anno fa, quando emerse che la Riwal aveva lavorato per la Siria di Bashar al Assad prendendo tra i centomila e i centocinquantamila euro l’anno dall’ambasciata siriana a Parigi, aveva scritto sempre Mediapart. Anche in quel caso la magistratura francese si era interessata alla questione, senza alla fine rilevare nulla di penalmente rilevante. Questa volta Chatillon ha però deciso di cambiare aria. Puntando dritto sull’Italia, forte dell’amicizia da lui vantata con esponenti di Alleanza nazionale, Forza Italia, Fratelli d’Italia oltre che con il dirigente di CasaPound Sébastien de Boëldieu. Due anni fa lo stratega mediatico della Le Pen ha aperto la Riwal Italia, sede in uno splendido palazzo nobiliare nel centro della capitale. A chi sta offrendo i suoi servizi la società di comunicazione? Alle domande de L’Espresso Chatillon si è limitato a negare rapporti commerciali con CasaPound e Fratelli d’Italia, aggiungendo di non aver mai lavorato «neppure per aziende, associazioni e/o fondazioni politiche». Non resta dunque che affidarsi ai pochi documenti ufficiali disponibili, come il bilancio del 2015 che segna un fatturato di 135mila euro, la cui origine resta dunque inspiegata. Così come non trova conferme ufficiali il ruolo dell’uomo della Le Pen nel Carré Français: sebbene Chatillon non abbia ruoli ufficiali nella società, in un post pubblicato su Tripadvisor a fine 2015 lui stesso si presentava come direttore generale della cosiddetta ambasciata culinaria francese a Roma. Con la stessa discrezione altri francesi hanno intanto avviato business a sud delle Alpi. Mahé, già proprietario del Carré Français, ha costituito quest’anno un’altra società che si occupa di ristorazio,ne. Frédéric Chatillon e Sébastien de Boëldieu alla festa del marchio di abbigliamento Pivert Si chiama La Romanée ed è partecipata da due sue connazionali: Simone Rosso e Audrey Orcel. Mediapart, che ha collaborato con L’Espresso a questa parte dell’inchiesta, non ha ottenuto risposta dalle due donne sui motivi del loro investimento in Italia. Risultati simili con Alexandre-Paul Martin, 27 anni, astro nascente del Front National e considerato il delfino di Chatillon, tanto da aver rimpiazzato in patria la Riwal con la sua agenzia di comunicazione, la e-Politic. Anche Martin, che secondo l’account Facebook di Chatillon è appena stato in Siria insieme al suo mentore per visitare le città liberate dall’esercito di Assad con l’aiuto della Russia, ha deciso di investire sull’Italia quest’anno. Ha aperto una società chiamata Squadra digitale, impegnata ufficialmente nel business della comunicazione e registrata a un indirizzo importante: via della Scrofa 39, Roma, storica sede del Msi che oggi ospita la fondazione Alleanza Nazionale e la redazione del Secolo D’Italia. Alle domande inviate da L’Espresso, il giovane imprenditore francese ha riposto con poche righe. Ha escluso qualsiasi rapporto commerciale con forze politiche italiane e con i connazionali del Carré Français, tagliando corto sull’obiettivo della sua nuova società. L’ho fondata, ha risposto, «perché mi interessa sviluppare la mia attività in Italia». Punto. Insomma, nessuno sembra voler svelare il motivo che li ha spinti a investire nella Capitale. Frédéric Chatillon e Alexandre-Paul Martin (foto: Liberation) C’è anche un filo che collega indirettamente i nazionalisti francesi ad ambienti manageriali italiani, seppure in società che non hanno a che fare con i movimenti di estrema destra. Il presidente del consiglio d’amministrazione di Stroili Oro, brand internazionale dei gioielli (370 negozi, 1.800 dipendenti) con sede in Friuli, è Romain Peninque. Lo è dal 2016, da quando cioè la cordata francese Thom Europe, holding della prima catena di gioiellerie transalpine Histoire d’Or, ha comprato l’italiana Stroili. Romain è il figlio di Philippe Peninque, avvocato, consulente fiscale, già militante nel Gud. Uomo potente, descritto da diversi media transalpini come l’eminenza grigia della Le Pen. Di certo il fatto che il figlio, Romain, sia oggi a capo di Stroili Oro – nel consiglio d’amministrazione siede anche Eric Belmonte, amico e in passato socio d’affari di Peninque – è un paradosso per i francesi dell’estrema destra, accusati di essere piegati ai voleri di Putin. Sì, perché il gruppo Thom Europe in realtà è stato capace di superare nell’offerta di acquisto della catena italiana persino il fondo d’investimento russo Vtb, partecipato al 60 per cento dal Cremlino. «Putin a un passo da Stroili oro», titolavano infatti i quotidiani locali nel 2014. Due anni dopo lo scenario è cambiato: ci sono le sanzioni contro la Federazione russa, rea di aver invaso la Crimea, e il fondo di Putin si ritira lasciando campo libero al gruppo Thom che porterà Peninque in Italia. Avanguardia fashion I pacchi alimentari, i picchetti, le occupazioni. Prima gli italiani. L’azione trascina le masse esauste del degrado delle periferie. Ma c’è un livello di interlocuzione che CasaPound ritiene indispensabile: gli intellettuali. Per fare cultura le tartarughe di Iannone non badano a spese. L’ultima sfida è l’informazione. Da tempo è online il quotidiano “Il primato nazionale”, recentemente affiancato dal mensile cartaceo. Periodico sovranista, si definisce. Nel numero d’esordio il direttore Adriano Scianca, responsabile cultura di CasaPound, ha scelto il faccione del deputato Pd Emanuele Fiano da mettere in copertina con il titolo “Il Talebano”, riferimento alla legge da lui promossa che proibisce di fare propaganda attraverso simboli e gesti fascisti. La società editrice de Il Primato nazionale è la Sca 2080 e ha un capitale sociale di 100 mila euro. La prima tiratura del mensile è stata di 20 mila copie. Sui social d’area è un tripudio di complimenti: «Era ora, un giornale libero». La prima inchiesta proposta riguarda i “rossi”: la violenza è da sempre nel Dna dell’antifascismo. Chi ha interesse a investire nell’house organ dei nuovi neri? I soci sono Francesco Polacchi, storico attivista di CasaPound, e uno studio di commercialisti romani intestato a Mauro Polacchi, azionista della casa editrice neofascista attraverso la Holding Minerva. Un’impresa, la Minerva, con varie partecipazioni, persino una nella Eized, dove tra i soci troviamo Lorenza Lei, prima donna a ricoprire il ruolo di direttore generale in Rai. La società editrice del Primato gestisce anche il sito web Mma Europa, dedicato agli amanti delle arti marziali miste. Il culto del corpo resta d’altronde un valore, come ai tempi di Mussolini. CasaPound ha infatti un suo circolo di combattenti. Con atleti-militanti che fanno competizioni internazionali. È lo stesso movimento che a volte organizza incontri in giro per le palestre d’Italia. Altri incassi, insomma. Virilità, vigore, bellezza. E cura dei dettagli estetici, fondamentali per attirare consensi. Sarà per questo che tra gli investimenti della galassia CasaPound troviamo persino la catena di negozi Pivert. Un marchio di abbigliamento casual, affatto etichettabile come fascista, lanciato dagli stessi soci del Primato Nazionale, i Polacchi. Negli anni Pivert ha aperto varie sedi. A Roma, stesso indirizzo della redazione, e a Milano. Ma ha anche rivenditori all’estero. «Sono fiera di sposare questo progetto basato sul made in Italy. Quindi, cari maschietti, un’occhiata dategliela, anche perché noi donne ci stiamo organizzando per non darla più a chi indossa made in China»: musica per le orecchie degli Iannone Boys, specie se a scriverle è showgirl Nina Moric, che ha offerto così la promozione gratuita del brand. Ufficializzandosi come vip organica al movimento neofascista. Non solo Moric, però. Tra i fan del brand troviamo parecchi calciatori, rugbisti, pugili. E all’appuntamento mondano non poteva mancare qualche lepenista. A una delle presentazioni della collezione 2015 erano presenti, infatti, anche i francesi Chatillon e De Boëldieu. Proprio i due nomi che legano CasaPound al Front National.   Mentre Forza Nuova non si sforza di aumentare il proprio appeal elettorale e tende a circoscrivere sempre di più la propria nicchia di consensi, i leader di CasaPound si presentano sempre più insistentemente come politici inclusivi. Lo fanno invitando alle loro conferenze giornalisti noti con idee molto distanti dalle loro. Cercano, insomma, di legittimarsi attraverso il confronto pubblico. Senza dimenticare l’estetica. I neofascisti romani hanno un loro barbiere di fiducia, situato a pochi passi dalla sede dell’Esquilino. Si chiama Bullfrog, la rana-toro: marchio famoso, presente in tutta Italia, stile hipster. Una catena di barberie creata da Romano Brida, il cui socio di maggioranza è oggi Antonio Percassi, presidente dell’Atalanta e imprenditore di successo. Il barbiere frequentato dai neofascisti romani (la società che lo controlla si chiama BF Roma) è solo un affiliato al marchio Bullfrog, nessun legame diretto con Percassi. Tuttavia i titolari del negozio in franchising gravitano attorno al movimento. E hanno creato un legame imprenditoriale con un altro volto noto di CasaPound. Nella società Red Hook, di cui i proprietari della barberia romana sono azionisti, uno dei membri del consiglio d’amministrazione è infatti Marco Clemente. Romano di nascita, milanese d’adozione, Clemente è stato candidato al consiglio comunale nelle liste del Pdl a sostegno di Letizia Moratti sindaco, poi è finito al centro delle polemiche per un’intercettazione shock con un uomo della ’ndrangheta. Successivamente si è avvicinato a CasaPound Milano, diventandone un leader. E affiancando, all’attività politica, quella affaristica: come dimostra il suo ruolo da amministratore nella società Prince, tra i cui azionisti c’è la moglie di Gianluca Iannone. Insomma, un altro esempio di cameratismo in doppio petto. Celtiche e soldi. Saluti romani e fiuto per gli affari. Da Roma a Milano, passando per Parigi, Londra, Cipro e la Crimea. Con la benedizione dei nazionalisti russi. Andrea Palladino, Giovanni Tizian e Stefano Vergine da L’Espresso
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pruiti · 4 years
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Buccinasco, Sportello giuridico telefonico per consigli e informazioni L’Avvocato Sofia Muccio offre gratuitamente ai cittadini di Buccinasco una consulenza di carattere informativo su questioni che riguardano diritto di famiglia e diritto penale.
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corallorosso · 4 years
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Cosa ci racconta quel pianto disperato della bambina palestinese Guardate quel video. Provate a immedesimarvi in quella bambina che piange disperata sulle rovine della casa in cui fino a poche ore prima viveva con i suoi genitori. Il suo rifugio, l’unica cosa che aveva. Prima che l’esercito israeliano riducesse quella casa in un ammasso di macerie. Pensate al dolore di quella bambina, e pensate che come lei ce ne sono tante in Palestina. Israele lo chiama “diritto di difesa”. Ma che “diritto” è quello di demolire una casa perché un componente della famiglia che ci abitava, era ricercato perché ritenuto un pericolo per Israele. Demolire case non è un “diritto”. E’ un crimine. E’ una odiosa forma, non l’unica, di punizione collettiva. Quella bambina in lacrime racconta di una condizione insopportabile, di una infanzia violata, di un trauma che l’accompagnerà per sempre. Sono perquisiti ai checkpoint, anche mentre vanno a scuola, molti vengono arrestati e gli atti di tortura cominciano al momento dell’arresto. Israele, ogni anno, persegue sistematicamente tra i 500 e i 700 bambini palestinesi nei tribunali militari, senza alcun diritto di consulenza legale durante l’interrogatorio e con rara esclusione da parte dei giudici della corte militare israeliana. In questo senso Israele è l’unico Stato al mondo a processare minori davanti alle corti militari. Il bambino preso viene bendato e caricato in un veicolo, dove comincia il primo interrogatorio. Chi viene arrestato viene sistematicamente aggredito verbalmente, fisicamente e psicologicamente. I bambini vengono fermati con la “colpa” di aver lanciato pietre ai soldati israeliani (spesso senza successo) o semplicemente perché si trovavano fuori dalle zone autonome palestinesi senza permesso. L’arresto è utilizzato anche come un modo per scoraggiare i bambini dal partecipare a dimostrazioni. L’arresto dei minori tende alla distruzione del futuro della generazione palestinese. I bambini fin dall’età più tenera sono costretti ad assistere a vicende orrende, come la demolizione o la perquisizione della propria casa o della loro scuola, il maltrattamento dei loro genitori, fratelli o persino la morte dei loro amici e parenti. Traumi che lasciano su di loro una traccia indelebile. Attualmente, più di 190 bambini palestinesi sono in detenzione nelle carceri israeliane, la maggior parte dei quali sono in detenzione preventiva senza essere stati condannati per alcun reato. Questo nonostante le richieste delle Nazioni Unite di liberarli prima che si diffonda il Coronavirus. (...) Fatima Qortoum nel 2008 aveva 9 anni. Lei vive nella Striscia di Gaza. Ha visto schizzare il cervello di suo fratello, a causa delle schegge di una bomba e quattro anni più tardi, nel bombardamento del 2012, l’altro fratello di sei anni è rimasto ferito ai polmoni e alla spina dorsale. Ad oggi, Fatima soffre di PTSD. “Non avevamo paura. Siamo abituati a tutto questo. Mio padre ci disse in casa: Gli israeliani stanno cercando di terrorizzarci, ma noi abbiamo la nostra resistenza che li spaventa”, ha raccontato all’Onu Mohamed Shokri, 12 anni. Un anno dopo dall’operazione “Piombo Fuso”, Amal, 10 anni, portava con sé, ovunque vada, due foto di suo padre e di suo fratello morti durante l’attacco. “Voglio guardarli sempre. La mia casa non è bella senza di loro”, spiegava Amal, ferita gravemente alla testa e all’occhio destro. Il danno fisico non è nulla in confronto a quello psicologico. Fu trovata quattro gironi dopo l’attacco, semisepolta sotto le macerie, disidratata e in stato di shock; era una dei 15 sopravvissuti. Kannan, 13 anni, zoppica per il colpo di pistola ricevuto sulla gamba sinistra. Anche per lui il danno non è solo fisico: prima della guerra del 2014, era un appassionato centrocampista ma ora non gioca più a calcio. Nei mesi successivi alla sparatoria ha avuto ripetutamente degli incubi, si è svegliato spesso piangendo, si spaventa molto facilmente e “non va al bagno da solo” dice Zahawa, sua madre. Sono solo alcune delle tante storie di dolore, di violenza, di cui i bambini palestinesi sono vittime. Ora tornate a guardare quel video. E pensate che tutto ciò avviene nel silenzio complice della comunità internazionale. E allora, se siamo ancora umani, anche noi dovremmo versare lacrime. Di dolore. Di rabbia. Di vergogna. Umberto De Giovannangeli
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gwamch · 4 years
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PERCHE' ISTITUIRE UN TRUST OGGI
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Oggi parliamo del Trust e di come e perché istituire un Trust, con la Dott.ssa Sabrina Numa, iscritta al Registro dei Professionisti Accreditati dell’Associazione “il Trust in Italia”; Consulente in Forlì e Milano. Walter Valli: Sabrina, perché istituire un Trust oggi? Sabrina Numa: Ah, bella domanda, che necessita di una risposta articolata che cerco di sintetizzare…. Nel mese di febbraio 2020, l’inserto Plus24 de Il Sole 24 Ore intitolava una pagina al dilemma del testamento o della donazione e se conviene pianificare per tempo la successione. Lo scenario attuale consta in un progressivo invecchiamento della popolazione, vede la concentrazione dei patrimoni nella fascia over 65, siamo di fronte ad un’evoluzione della famiglia (tradizionale, allargata, unione civile, coppia di fatto) ed abitualmente è scarsa la propensione a pianificare per tempo il destino del patrimonio e la successione familiare. Se chiediamo ad un imprenditore quali sono le sue preoccupazioni in riferimento alla famiglia e alla sua attività, molto probabilmente evidenzierà: La tutela dell’integrità del patrimonio evitando la disgregazione dell’impresa; Individuare colui (o coloro) fra gli eredi che potrà proseguire l’attività; Salvaguardare i rapporti familiari evitando devastanti litigi; Tutelare il patrimonio in un’ottica di asset protection; Mantenere il controllo dell’azienda fino a che se ne può occupare; Mantenere un diritto di pentimento sulla scelta compiuta se non si è rivelata idonea. Ecco perché istituire un trust oggi! La duttilità strutturale dello strumento, modellabile dal disponente in funzione del concreto assetto organizzativo dell’impresa e della specifica composizione della compagine familiare, la snellezza della gestione e la segregazione del fondo in trust, insensibile alle vicende personali e patrimoniali del trustee, consentono, se adeguatamente coniugate, soluzioni operative armoniose per i numerosi interessi in gioco, salvaguardando la produttività dell’impresa e la famiglia. L’imprenditore ha la possibilità di programmare la sua uscita dall’azienda, preservandone la continuità ed evitando il rischio di polverizzazione della proprietà tra eredi litigiosi, e può preservare la coesione familiare attraverso una declinazione, anche molto articolata, delle varie posizioni beneficiarie. Le stesse equilibrate prospettive si possono ottenere anche quando le finalità sono diverse. Walter Valli: Cosa deve assolutamente sapere chi intende valutare l’istituzione di un trust? Sabrina Numa: Di recente, navigando nell’oceano internet, mi sono imbattuta in un sito italiano che propone la consulenza in ambito trust e dove sono disponibili le quotazioni economiche per l’istituzione di un trust italiano oppure un trust estero, alla stregua di quello che lei potrebbe trovare in un qualsiasi mercato dove vengano rispettate le regole base di informazione al cliente! Occorre sapere che il trust è un rapporto giuridico nel quale un soggetto, denominato Disponente, trasferisce la proprietà di determinati beni o la titolarità di determinati diritti ad un altro soggetto, denominato Trustee, il quale si assume l’incarico di amministrarli per un determinato periodo di tempo (durata del Trust), a favore dei soggetti scelti dal Disponente, definiti Beneficiari. Non esiste un modulo precompilato dove a basso costo inserire le generalità dei soggetti: ogni caso va analizzato a sé, ogni soluzione prospettabile deve essere personalizzata sia sotto il profilo giuridico che fiscale e fattuale. Inoltre, chi valuta di istituire un trust deve sapere che può liberamente scegliere il trustee, ossia il suo fiduciario dinamico, valutandone sia le caratteristiche professionali che personali proponendo il ruolo a chi offre i più alti profili; deve sapere inoltre che un trustee può essere sostituito discrezionalmente. Walter Valli: Ci parli del “Dopo di noi”? Sabrina Numa: A tre anni dal debutto della Legge 112, emanata per garantire un futuro sereno alle persone affette da disabilità grave o gravissima, si può provare a fare un primo bilancio... Il Sole 24 Ore ha recentemente pubblicato alcuni dati statistici rivenienti da fonti notarili, dai quali si evince che nel corso del triennio 2017/2019 sono stati istituiti complessivamente in Italia 2.432 strumenti di trust, di cui 2.058 con espresso richiamo alla Legge; parimenti ma con numeri più contenuti, sono stati costituiti nel medesimo triennio 1.111 vincoli di destinazione, di cui 984 con espresso richiamo alla Legge; fanalino di coda il contratto di affidamento fiduciario che risulta scelto nel triennio solo 30 volte di cui 18 con espresso richiamo alla Legge 112. Il trust, che già prima della Legge 112 aveva un ruolo principe laddove l’intenzione fosse quella di tutelare sia i soggetti affetti da disabilità che i soggetti “fragili”, conferma il suo primato anche in questo caso. Walter Valli: Quali sono le figure protagoniste nel Trust? Sabrina Numa: Il disponente È il soggetto che decide di istituire il trust e le regole che lo contraddistinguono con particolare attenzione al programma di gestione dei beni che saranno destinati nel fondo in trust. Il disponente è anche colui che sceglie il trustee, che individua il guardiano, che designa il beneficiario da assistere e quello finale del fondo e che sceglie la durata dello strumento di trust e la legge regolatrice. Il trustee – obblighi verso beneficiari – utilizzo dei beni Uno dei soggetti coinvolti con ruolo di protagonista è indubbiamente il Trustee che è gravato da una moltitudine di doveri ed obblighi nella gestione del fondo in trust che ricadono, di riflesso, sul Beneficiario. Innanzitutto, il Trustee ha il divieto di ritrarre per sé alcun vantaggio dai beni facenti parte del fondo e deve comunque sempre rendere conto del proprio operato, evitando il conflitto di interessi e cercando di salvaguardare la consistenza del fondo in trust, se possibile incrementandola. Il principio su cui il Trustee deve basare lo svolgimento del proprio incarico è “impiegare il fondo a vantaggio del Beneficiario”: deve fare in modo che le utilità provenienti dal suo operato vengano indirizzate ad esclusivo vantaggio del Beneficiario. Per fare questo il buon Trustee non può limitarsi alla gestione patrimoniale del fondo in trust, ma deve entrare nella vita del Beneficiario. Il Trustee deve preoccuparsi che il Beneficiario riceva l’assistenza programmata nell’atto di trust, non solo che i fondi siano sufficienti per attuarla. In funzione di come è stato redatto l’atto, il Trustee ha quindi non solo obblighi di dare, ma anche di fare. Il Trustee deve avere delle specifiche competenze multidisciplinari che si riconducono alle seguenti aree: Competenze economico finanziarie e di gestione patrimoniale che il trustee deve comunque avere sempre, non solo in questo specifico tipo di trust, e che, comportando delle responsabilità non di poco conto, deve adeguare alla legge regolatrice dello strumento; competenze tecnico giuridiche per potersi relazionare nel tempo con i vari soggetti coinvolti, con particolare riguardo al progetto di vita del beneficiario ed ai suoi obiettivi di benessere; competenze nell’ambito dell’assistenza in genere e di relazione con il sistema pubblico in funzione dell’art. 6 comma 2 e comma 3 lettera b della legge 112: il trustee deve essere in grado di interagire con tutti gli altri soggetti coinvolti e con le istituzioni e deve conoscere bene il sistema con il quale si interfaccia per poter prevedere e ricercare le migliori opportunità per il beneficiario che deve assistere; competenze in ambito psico-relazionale per rapportarsi in primis con il beneficiario e poi con il suo contorno familiare e gli altri soggetti interessati. Il Guardiano Il guardiano può di prassi svolgere tre distinte tipologie di funzioni: esercitare direttamente poteri dispositivi o gestionali (comunemente la revoca o la nomina del trustee); prestare o negare il proprio consenso nei confronti di decisioni assunte dal trustee; impartire direttive o istruzioni al trustee circa il compimento di specifici atti. L’ufficio del guardiano, come quello del trustee, può essere ricoperto da persone fisiche o giuridiche; abitualmente il guardiano è persona di fiducia del disponente e dallo stesso viene nominato contestualmente all’istituzione del trust o in epoca successiva; nel caso specifico della nuova Legge, occorre che venga identificato e nominato contestualmente all’istituzione del trust. La specifica indicazione delle attività a favore del disabile Ritengo che questa prerogativa sia tra le più delicate e la più ardua da tradurre in modalità contrattuale in sede di istituzione del trust perché non è sufficiente analizzare e scrivere lo stato dei fatti al momento della redazione dello strumento; nello strumento devono essere indicati anche i meccanismi per aggiornare costantemente le modalità assistenziali in funzione delle esigenze del beneficiario che si modificano con il trascorrere del tempo. Tutti gli strumenti previsti dalla nuova Legge sono pensati per una gestione che si proietta in un lasso di tempo indeterminabile a priori, legato alla durata della vita del beneficiario e per poter ottenere che le modalità assistenziali si possano adeguare nel tempo alle eventuali mutate necessità, una prerogativa fondamentale è che sia lasciata maggiore discrezionalità possibile al gestore dello strumento (trustee, affidatario fiduciario o gestore che sia).
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Grazie Sabrina, come sempre con il tuo linguaggio semplice e diretto hai riassunto e chiarito parecchi concetti, definizioni e regole utili e necessarie a chi, al fine di valutare come procedere per la Protezione e Salvaguardia del Patrimonio soprattutto in ottica di Passaggio Generazionale, si stava chiedendo “perché devo pensare alla istituzione di un trust? o, ancora più precisamente “come faccio per istituire un Trust?”. In tal senso, concluderei ricordando che per qualsiasi approfondimento personalizzato tu sei evidentemente a disposizione. Read the full article
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fabiocampese · 5 years
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Studio Legale
Fabio Campese
Lo Studio Legale Campese espleta la propria attività in tutti i rami della materia civile. Viene trattata altresì qualche branca della materia penale. La costante collaborazione con professionisti ed esperti operanti in settori diversi dal diritto, consente allo Studio Legale Campese di affrontare le problematiche del Cliente sotto ogni aspetto, oltre che di offrire – nell’ambito stesso della propria struttura – servizi di consulenza ed assistenza in materia contabile e fiscale e nel campo dell’ingegneria edile, elettrica ed elettronica. 
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samdelpapa · 5 years
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Il re è nudo=La Chiesa ortodossa russa si oppone ufficialmente all'obbligo vaccinale nei bambini
di Rododak - aprile 29, 2019
Riprendiamo dal sito russian-faith.comla dichiarazione ufficiale della Commissione patriarcale per la Famiglia, la Maternità e l’Infanzia della Chiesa ortodossa russa, che prende posizione contro l’obbligo vaccinale, di cui si occupano alcune recenti proposte di legge in Russia. Al di là dell’equilibrio e del buon senso espressi nel documento, è sorprendente oggi che debba essere la dichiarazione di una Chiesa a ricordare che è importante rispettare la libertà di scelta dei pazienti, e che nessuna teoria scientifica deve essere assolutizzata, visto che la scienza è sempre aperta a critiche fondate, che possono portare a correzioni e a volte revisioni di idee accettate. Così come che non è limitando le informazioni contrarie ai vaccini, ma diffondendo in modo onesto e aperto informazioni complete, verificate ed affidabili che si rafforza la fiducia dell’opinione pubblica.
  25 aprile 2019
“Prima di tutto, la cura del benessere dei bambini, inclusa la loro salute, è affidata da Dio ai loro genitori. Lo Stato e la società devono rispettare la priorità dei diritti dei genitori”
“È noto che, parallelamente al rischio comportato dalle malattie infettive, esiste anche il rischio di gravi complicazioni – fino alla morte – a seguito di una vaccinazione preventiva. In una tale situazione, è il paziente stesso che deve fare la scelta. Nel caso di un bambino, sono i genitori che devono fare la loro scelta… Nessuno ha il diritto di fare questa scelta per loro…”
Nota dell’editore: Alcuni legislatori in Russia hanno proposto nuove norme che renderebbero obbligatori i vaccini, facendo diventare difficile per i genitori che non sono d’accordo opporsi alla vaccinazione dei figli. In risposta a questo passo esagerato, la Chiesa Ortodossa Russa ha rilasciato una dichiarazione, in cui si oppone pubblicamente alla legislazione proposta e invita i legislatori russi a non implementarla.
La seguente dichiarazione è stata rilasciata dalla Commissione Patriarcale sulla Famiglia, un ente ufficiale di consulenza che riporta al Patriarca Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa. Tra i membri del consiglio sono inclusi padre Dmitry Smirnov e padre Maxim Obukhov, autorevoli sacerdoti di Mosca, che recentemente sono intervenuti al Congresso Mondiale delle Famiglie di Verona.
Fonte: pk-sema.ru (in Russo)
Sui diritti dei genitori nel campo della salute dei bambini e dell’immunoprofilassi
Dichiarazione della Commissione patriarcale per la Famiglia e Protezione della Maternità e dell’Infanzia
La Commissione Patriarcale per la Famiglia, la Maternità e l’Infanzia ha ricevuto diversi appelli a esprimere una posizione sulla discussione pubblica in corso a proposito di alcune misure proposte da singoli legislatori, rappresentanti di dipartimenti governativi e specialisti, con la finalità di aumentare la copertura nella popolazione – soprattutto dei bambini – delle vaccinazioni preventive.
Recentemente, in occasione di eventi di alto livello, sono state proposte alla discussione pubblica le seguenti misure, in particolare:
– limitazione del diritto dei genitori a dare il consenso volontario informato riguardo alla vaccinazione preventiva dei bambini o a rifiutarla;
– limitazione del diritto dei bambini non vaccinati a frequentare le lezioni nelle organizzazioni educative;
– introduzione di documenti vaccinali obbligatori per i bambini (compresi documenti elettronici) in cui siano registrati i motivi del rifiuto di una o dell’altra vaccinazione;
– limitazione della diffusione di informazioni critiche nei confronti della prevenzione ottenuta attraverso i vaccini.
A questo proposito, la Commissione patriarcale ritiene necessario dichiarare quanto segue:
“La Chiesa ortodossa ha un grandissimo rispetto per le attività mediche, che si basano sul ministero dell’amore, volto a prevenire e alleviare la sofferenza umana” [1]. Grazie ai progressi della scienza medica, anche nel campo della prevenzione, sono diventati possibili la prevenzione e la cura di molte malattie, così come un reale sollievo delle sofferenze che queste portano alle persone.
La chiesa non valuta l’efficacia né il rischio degli effetti indesiderati conseguenti a specifici interventi medici o a farmaci. Questa valutazione è l’oggetto di ricerche basate su prove raccolte con standard scientifici e sulla libera discussione degli specialisti universitari. Allo stesso tempo, “La Chiesa mette in guardia contro i tentativi di assolutizzare qualsiasi teoria medica” [2], ricordando che le opinioni scientifiche sono in evoluzione e sono sempre aperte a critiche valide, che possono portare a correzioni e, talvolta, a revisioni di idee ormai accettate.
Allo stesso tempo, la Chiesa non può astenersi dalla valutazione degli aspetti morali di questa sfera dell’attività umana. La sua posizione, in particolare, si basa sul seguente principio: “La relazione medico-paziente deve essere basata sul rispetto per l’integrità, la libera scelta e la dignità dell’individuo. La manipolazione dell’uomo è inaccettabile anche in nome dei migliori propositi”[3].
Prima di tutto, la cura del benessere dei bambini, inclusa la loro salute, è affidata da Dio ai loro genitori. Lo Stato e la società devono rispettare la priorità dei diritti e delle responsabilità dei genitori, basate sulla presunzione della loro buona fede. Sono i genitori a dover prendere le decisioni relative all’educazione dei bambini, alla loro istruzione e alla loro assistenza sanitaria. Si può fare eccezione a questo principio solo in presenza di azioni deliberatamente malvagie o criminali da parte dei genitori.
Vale la pena ricordare che il riconoscimento nei sistemi giuridici di diversi Paesi della necessità di ottenere un consenso volontario informato prima di praticare un intervento medico e il diritto di rifiutarlo è stato una conseguenza della condanna dei crimini nazisti nel processo di Norimberga, comprese le manipolazioni mediche imposte e gli esperimenti effettuati su persone. Da allora, il rispetto di questi principi etici e legali è diventato una caratteristica comune in ogni società normale.
Questi principi sono riconosciuti dalla legge russa. Diverse leggi federali affermano il diritto dei genitori a dare il loro consenso volontario informato a un intervento medico che riguardi i loro figli, comprese le vaccinazioni preventive, o a rifiutarlo [4].
È noto che, parallelamente al rischio comportato dalle malattie infettive, esiste anche il rischio di gravi complicazioni – fino alla morte – in conseguenza di una vaccinazione preventiva. In una tale situazione, è il paziente stesso che deve fare la scelta. Nel caso di un bambino, sono i genitori che devono fare la loro scelta in ciascun caso particolare, tenendo conto dei consigli e delle raccomandazioni degli specialisti, nonché di altre informazioni. Nessuno ha il diritto di fare questa scelta per loro, neanche seguendo la comprensione ben informata da parte del bambino.
La Commissione patriarcale ritiene che:
– I genitori debbano mantenere il diritto di prendere decisioni informate in merito alla salute dei loro figli, comprese le vaccinazioni preventive, senza subire alcuna pressione. La persecuzione dei genitori che esercitano questo diritto è inaccettabile.
– I genitori non debbano essere costretti in alcun modo a indicare le ragioni su cui si basano le loro scelte. Un intervento medico o il suo rifiuto deve rimanere un segreto medico protetto dalla legge.
– Il diritto dei bambini all’educazione, compresa la possibilità di studiare negli istituti scolastici, non deve essere limitata perché i loro genitori si sono rifiutati di far effettuare su di loro le vaccinazioni preventive, eccetto nei casi in cui si verifichino malattie infettive di massa o la minaccia immediata di epidemie.
– I genitori devono essere in grado di prendere le proprie decisioni, ricevendo e valutando in modo indipendente varie informazioni, incluse le informazioni critiche. Limitare la diffusione delle informazioni critiche sui vaccini preventivi non porterà ad un aumento della fiducia dei genitori nei professionisti e nel sistema sanitario. Questa fiducia sarà facilitata solo fornendo ai genitori apertamente e onestamente informazioni complete, verificate e affidabili, comprese le informazioni sui rischi associati alla vaccinazione o a vaccinazioni specifiche.
A questo riguardo, la Commissione patriarcale per la Famiglia, la protezione della Maternità e dell’Infanzia non può sostenere le misure citate in apertura.
Note:
[1] The Foundations of the Social Concept of the Russian Orthodox Church, XI.1.
[2] Ibid., Xi.3.
[3] Ibid., Xi.3.
[4] Art. 20 comma 2 della legge federale “Sui fondamenti della tutela della salute dei cittadini nella Federazione russa”, art. 5 p. 1 e art. 11 p. 2 della legge federale “Immunoprofilassi delle malattie infettive”, art. 7 p. 2 della legge federale “Prevenzione della diffusione della tubercolosi nella Federazione russa”, ecc.
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