#congiuntura
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acronimica · 1 month ago
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Non si arriva mai preparati e ricettivi a sufficienza agli incontri con certe persone. Peggio per me che mi faccio piacere e mi accompagno unicamente a individui di risma intellettuale eccelsa (e proprio perché non appartengo alla categoria la magra figura è assicurata). Ma era comunque un vuoto che dovevo sanare e, come al solito, sono stata contenta di essermi spinta molto oltre le mie capacità, ma anche molto oltre il mio ruolo, per aiutare la felice congiuntura a realizzarsi. Se non altro, la mia audacia in questo senso è stata riconosciuta e ripagata con tutto il calore umano del caso e ben oltre qualunque mia aspettativa. Se una persona brillante e acculturata oltre ogni immaginazione è anche amorevole e protettiva come chi ho incontrato ieri perdo il senno.
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abr · 6 months ago
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Nel rapporto sulla competitività dell’Unione europea commissionato da Ursula von der Leyen, (...) Mario Draghi ha illustrato le linee guida per rilanciare l’economia dell’Unione, cresciuta negli ultimi vent’anni in misura nettamente inferiore a Cina e Stati Uniti.
L’Ue si trova in una congiuntura particolare perché le tre condizioni esterne che ne hanno sostenuto la crescita - commerci globali in rapida crescista, energia a costi bassi e difesa garantita - sono venute meno. (...) Per cui il modello economico che ha sostenuto l’Europa è obsoleto (...). Nel rapporto si legge, tra l’altro, che l’Europa “dovrebbe imparare dagli errori fatti nella fase di iperglobalizzazione” (...) (...).
Di fronte a questo scenario Draghi consiglia di puntare su innovazione, decarbonizzazione e difesa e di farlo con maggiore coesione e attenzione al mercato unico. Per (farlo) l’Europa, dice Draghi, deve investire 750-800 miliardi di euro all’anno, pari al 4,4-4,7% del suo Pil. Questo significa investire il triplo di quello che si è investito con il piano Marshall tra il 1948 e il 1951 (...). Sia il settore pubblico, anche con strumenti di debito comune, che quello privato sono chiamati a contribuire a questo sforzo.
(Sin qui la sintesi. Ora l'analisi.)
a) la fine della globalizzazione, l’invecchiamento della popolazione, le maggiori spese per difesa e transizione energetica sono forze inflattive di lungo periodo. Questo significa che anche i tassi di interesse saranno alti, quindi finanziarsi costerà caro.
b) gli investimenti colossali sono necessari perché l’Europa deve ottenere crescita, ma vuole farlo stando dentro i binari autoinflitti della decarbonizzazione e della "coesione sociale" (aperta agli extracomunitari, ovviamente).
Il sogno green (, di inclusività senza se e ma) e di “indipendenza” geopolitica europea comporta rischi (...) e tempi lunghi, l'unica cosa certa sono i costi, altissimi (...) e sappiamo bene che nessun altro (Usa, Cina, India, altre medie potenze) hanno intenzione di autoinfliggersi un percorso colmo di "paletti green" come l’Europa.
Con il rapporto Draghi l’Europa annuncia al mondo di non essere un soggetto politico compiuto e questo, (oltre a essere una verità di fatto), dovrebbe consigliare realismo. (...) Un piano di investimento triplo rispetto a quello Marshall, sarà, in ultima analisi e in ogni caso garantito dai risparmi degli europei, chiamati, volenti o nolenti, a garantire il piano della Commissione.
via https://www.ilsussidiario.net/news/rapporto-draghi-linsostenibile-sogno-green-a-spese-dellitalia/2748652/
HEY DRAGOS, NO HAY DINERO. AFUERA.
Detto però come sintesi a valle di analisi dei contenuti, non un dismissivo naaah, l'ha detto quello che "ti contagi ti ammali muori". Far così, sparar giudizi alzo zero ad personam è pensare come i sinistri, reagire come i sinistri, comportarsi come i sinistri: é essere di sinistra a propria insaputa.
E comunque si, questa ricetta mega socialista iper centralista super statalista proviene da quello che "ti contagi ti ammali muori". Carramba che sorpresa. Più che vile affarista lo definirei banale keynesiano.
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curiositasmundi · 9 months ago
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[...] La strategia della destra è di minimizzare le proprie capacità di male. La mediocrità dei propositi è tuttavia preoccupante, in primo luogo perché fa proseliti tra quell’area grigia che si autoproclama liberal-moderata e che pensa di avere la capacità di dare moderazione alla destra, domandone le pretese autoritarie. La mediocrità ci salverebbe, insomma; questa destra è normalizzabile. Non è più “quella” che aveva pianificato il male per mezzo della tecnologia e del legalismo, aperto le prigioni ai nemici politici e i campi di concentramento ai nemici etnici. Nulla di tutto questo. Oggi, la destra è blanda abbastanza, mediocre abbastanza, da poter essere governata; e i moderati di turno sarebbero in grado di farlo. In Europa, questa via alla normalizzazione l’ha aperta niente meno che Angela Merkel, la quale, forse anche per ragioni di interessi economici tra il suo paese e quelli dell’Europa dell’est da poco emancipati dal comunismo, pensò che fosse saggio e possibile normalizzare Viktor Orbán accogliendolo tra i popolari. Una piccola virata a destra non avrebbe cambiato il percorso della Ue, anche perché c’era comunque una forte componente socialdemocratica. Oggi, questa strada viene lambita da Ursula von der Layen, benché in una congiuntura che vede i socialisti indeboliti e le destre scalpitanti a ovest della Mosella e a sud delle Alpi. E tuttavia vi è chi, sia in Francia che in Italia, scommette sulla normalizzazione delle destra, affidandosi alla “mediocrità”: non è più la destra cattiva. Eppure, è proprio questa “mediocrità” – di contenuti e di stili – che ci dovrebbe allarmare. Violenze giustificate come “disordini”; politiche antiabortiste che diventano silenzi e rieducazione delle donne delegata a gruppi antiabortisti; decisioni repressive ma praticate su minoranze (i rave, i mascalzoncelli che marinano la scuola, i facinorosi che vanno in piazza); assalto alle libertà di scelta sessuale, ma presentato come campagna per la difesa della famiglia “naturale”; politiche di diseguaglianza sociale, ma rese come richiamo alla responsabilità personale per cui ciascuno è causa della propria miseria; politiche di dissanguamento della sanità e della scuola pubbliche, ma con l’argomento a favore della pluralità dell’offerta. Il tutto come premessa della “mediocrità” massima: una riforma della Costituzione che sottomette il parlamento all’esecutivo, ma presentata come il “far scegliere” il capo agli elettori. Plebiscito scambiato per voto elettorale. Una mediocrità rispetto al listone del 1924.
Da: La “mediocrità del male” di questa destra estrema - Nadia Urbinati, Via
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omarfor-orchestra · 1 year ago
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ma tantissimi auguri e un sacco di abbraccioni in questa giornata doppiamente speciale, mi dicono dalla regia✨🩷💜💙✨💛💛
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(io ma oserei dire noi tuttə che scopriamo la congiuntura astrale in base alla quale oggi è sia il tuo compleanno che il compleanno di tuttə ə bi, 2023, colorised)
AHAHHAHAHA che è stata più o meno la mia reazione quando l'ho scoperto anche io
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Grazieeeeeee 🥺🥺🥺🥺💜💜💜💜💜
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timber-42 · 12 hours ago
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Tecnotrumpismo. Dalla Groenlandia al caso DeepSeek
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intimecollezioni · 5 days ago
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"È una delle facoltà singolari ed incomunicabili della religione cristiana, questa: di poter dare indirizzo e quiete a chiunque, in qualsivoglia congiuntura, a qualsivoglia termine, ricorra ad essa. Se al passato v’è rimedio, essa lo prescrive, lo somministra, presta lume e vigore per metterlo in opera a qualunque costo; se non v’è, essa dà il modo di fare realmente e in effetto, ciò che l’uom dice in proverbio, della necessità virtù. Insegna a continuare con sapienza ciò che è stato intrapreso per leggerezza, piega l’animo ad abbracciare con propensione ciò che è stato imposto dalla prepotenza, e dà ad una elezione che fu temeraria, ma che è irrevocabile, tutta la santità, tutto il consiglio, diciamolo pur francamente, tutte le gioie della vocazione. È una via così fatta, che da qualunque labirinto, da qualunque precipizio l’uomo capiti ad essa e vi si metta, può d’allora in poi camminare con sicurezza e di buona voglia, e giunger lietamente a un lieto fine. Con questo mezzo Gertrude avrebbe potuto essere una monaca santa e contenta, comunque lo fosse divenuta. Ma l’infelice si dibatteva invece sotto il giogo, e così ne sentiva più forte il peso e lo schiacciamento. Un repetìo incessante della libertà perduta, l’abborrimento dello stato presente un vagamento faticoso dietro a desiderii che non sarebbero soddisfatti mai, tali erano le principali occupazioni dell’animo suo. Rimasticava quell’amaro passato, ricomponeva nella memoria tutte le circostanze per le quali era giunta là dove era, e disfaceva mille volte inutilmente col pensiero ciò che aveva fatto con l’opera; accusava sè di dappocaggine, altrui di tirannia e di perfidia e si rodeva. Idolatrava insieme e piangeva la sua bellezza, deplorava una gioventù destinata a struggersi in un lento martirio, e invidiava in certi momenti qualunque donna, in qualunque condizione, con qualunque coscienza, potesse liberamente godersi nel mondo quei doni."
I Promessi Sposi - Cap. X - Alessandro Manzoni / Giuseppe Penuti - "Monaca di Monza"
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maddalenafragnito · 27 days ago
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UNA CONGIUNTURA DI GUERRA
Ciclo di incontri
La guerra non è mai scomparsa dalla storia. Nell’ultimo trentennio, dalla prima guerra del Golfo ai Balcani negli anni Novanta, passando per l’Afghanistan, l’Iraq e le decine di conflitti in Africa nei primi vent’anni dei Duemila, numerosi fronti bellici hanno costellato l’approfondirsi dei processi di globalizzazione. Le recenti devastazioni in Ucraina e in Palestina che stanno accompagnano il periodo post-pandemico segnano tuttavia una forte discontinuità. Quello che è cambiato rispetto al passato è infatti una accelerata trasformazione del contesto economico-politico a livello planetario. La crisi dell’egemonia statunitense e l’affermarsi di una dimensione multipolare stanno infatti ponendo sempre più al centro la guerra come forma di gestione delle contese tra numerose potenze per il controllo degli spazi globali. 
Siamo di fronte a una dinamica di escalation bellica che pare inarrestabile. Escalation non significa solo il continuo aumento di morti e devastazioni lungo le linee dei fronti di guerra. Indica piuttosto un complessivo ri-orientamento della società-mondo verso la forma-bellica. Siamo in altre parole di fronte alla diffusione di una serie di regimi di guerra che ridefiniscono i panorami economici, politici, culturali e antropologici del nostro presente. Una società proiettata verso la guerra è una società in cui la ricerca sulle tecnologie viene guidata da esigenze militari, in cui la formazione delle nuove generazioni si piega verso la disciplina con le proposte di una nuova leva obbligatoria, in cui l’industria si organizza per la produzione di nuovi armamenti, in cui la circolazione delle merci deve fare i conti con nuovi colli di bottiglia, in cui le risorse pubbliche si spostano dal welfare al warfare, in cui il dissenso politico diventa nemico interno, in cui la competizione per le risorse finanziarie e materiali si fa sempre più armata, in cui il lavoro produttivo e riproduttivo viene irregimentato anche per via dell’esasperazione di sessismo e razzismo.
La sensazione è sempre più quella di vivere su un piano inclinato, nel quale una serie di interessi economici e politici tendono in modo automatizzato verso l’esplosione della guerra a tutte le latitudini. La guerra viene da più parti vista come il modo più semplice per tagliare la complessità del presente, per uscire dalla policrisi che lo caratterizza, per riordinare la confusione planetaria, per rilanciare le economie in crisi, per imporre nuove egemonie o per difenderne di vecchie. Questa devastante inclinazione va posta al centro della riflessione pubblica e politica. Per questo abbiamo organizzato un ciclo annuale di incontri che intende pensare e discutere la congiuntura bellica per elaborare strumenti di comprensione critica del presente e delle sue tendenze a partire da una molteplicità di prospettive.
10 Ottobre 2024, ore 17.00 Pensare la guerra oggi con Laura Bazzicalupo, Carlo Galli e Sandro Mezzadra @ Mediateca Giuseppe Guglielmi, Via Marsala 31
5 Novembre 2024, ore 14.30 Guerra nell’età ibrida. Caos sistemico, zone grigie, connettività Introduce: Sandro Mezzadra Relazione di Damiano Palano  Discutono Cristina Basili, Giorgio Grappi e Maurilio Pirone @ Sala riunioni di Santa Cristina (piazzetta G. Morandi 2)
12 Dicembre 2024, ore 18.30 Palestina globale con Ruba Salih, Ilan Pappé e Rafeef Ziadah @ aula III, via Zamboni 38
23 Gennaio 2025, ore 18.00 L’Europa contesa con Raúl Sánchez Cedillo e Nadia Urbinati @ sala Tassinari c/o Palazzo d’Accursio Piazza Maggiore
20-21 Febbraio 2025 Egemonie, imperialismi, economie e movimenti I° giorno ore 17.30, Intervista: Transizioni egemoniche / Fine dell’egemonia americana? con Michael Hardt (in collegamento) e Francesca Governa ore 20.45, Dialogo: Imperialismi e guerra civile mondiale con Maurizio Lazzarato e Sandro Mezzadra @ Ex Centrale, via di Corticella 129  II° giorno ore 17.30, Tavola rotonda: Movimenti sociali nella congiuntura bellica con Giso Amendola, Carlotta Cossutta, Maddalena Fragnito e Michele Lancione @ Aula Roveri, via Zamboni 38
20 Marzo 2025, ore 18.00 Anti-colonialismo e nuovi colonialismi in Africa con Francesco Strazzari e Mariasole Pepa @Biblioteca Amilcar Cabral, via San Mamolo 24
17 Aprile 2025 Media, finanza e scenari della guerra ore 17.00: Guerra ibrida, finanza e scenari con Silvano Cacciari e Claudia Pozzana ore 19.00: Il racconto della guerra con Domenico Quirico @Teatro del DamsLab, Piazzetta P. P. Pasolini, 5/b
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schizografia · 1 month ago
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Congiuntura e rivoluzione
È un fatto su cui non ci si dovrebbe stancare di riflettere che uno dei termini-chiave del nostro vocabolario politico – rivoluzione – sia stato tratto dall’astronomia, dove designa il movimento di un pianeta che percorre la sua orbita. Ma anche un altro termine che, nella generale tendenza a sostituire categorie economiche a quelle politiche che caratterizza il nostro tempo, ha preso il posto della rivoluzione , proviene dal lessico astronomico. Intendiamo riferirci al termine «congiuntura», sul quale ha richiamato l’attenzione in uno studio esemplare Davide Stimilli.
Questo termine, che designa «la fase del ciclo economico che l’attività economica attraversa in un dato periodo di breve durata», è in realtà una modificazione del termine «congiunzione», che significa il coincidere della posizione di più astri in un determinato momento.
Stimilli cita il passo del saggio di Warburg su La divinazione antica pagana in testi e immagini dell’età di Lutero, in cui congiunzione e rivoluzione sono accostati: «Solo entro vasti decorsi di tempo, chiamati rivoluzioni, ci si potevano aspettare tali congiunzioni. In un sistema accuratamente escogitato si distinguevano congiunzioni grandi e massime; queste ultime erano le più pericolose, per effetto dell’incontro dei pianeti superiori Saturno, Giove e Marte. Quante più congiunzioni coincidevano, tanto più terrificante appariva il fatto, sebbene il pianeta a carattere più favorevole potesse influenzare il peggiore». Ed è significativo che proprio un rivoluzionario come Auguste Blanqui, deluso nelle sue aspettative, abbia potuto concepire alla fine della sua vita la storia degli uomini come qualcosa che, come il moto degli astri, si ripete infinitamente e recita eternamente le stesse rappresentazioni.
Quello che sta oggi avvenendo davanti ai nostri occhi è proprio un fenomeno di questo genere, in cui una congiuntura economica per sua natura contingente e arbitraria cerca di imporre il suo terrificante dominio sull’intera vita sociale. Sarà bene, allora, lasciar cadere senza riserve il nesso fra la politica e le stelle e recidere in ogni ambito il vincolo che pretende di stringere insieme destino astronomico e rivoluzione, necessità e congiuntura economica, scienze della natura e politica. La politica non è iscritta nelle sfere celesti né nelle leggi dell’economia: sta nelle nostre deboli mani e nella lucidità con cui smentiamo ogni pretesa di imprigionarle in congiunture e rivoluzioni.
15 gennaio 2025
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italiaefriends · 2 months ago
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"Affitti brevi" come garantire il cliente come tutelare chi affitta" di Riccardo Rescio
La crescita dell’incoming turistico ha inevitabilmente aumentato la domanda di affitti brevi e, di conseguenza, anche l’offerta, come avviene tipicamente in un mercato dinamico. Questa congiuntura favorevole ha generato benefici economici, ma ha anche provocato tensioni sociali legate alla percezione negativa che il turismo avrebbe avuto sul mercato immobiliare residenziale, una narrazione spesso…
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telodogratis · 7 months ago
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Cosa Marvel Rivals può imparare da Overwatch 2 e viceversa
Cosa Marvel Rivals può imparare da Overwatch 2 e viceversa Una congiuntura inusuale permette di rifletter su cosa il vecchio (Overwatch 2) può imparare dal nuovo (Marvel Rivals) e viceversa. Powered by WPeMatico Una congiuntura inusuale permette di rifletter su cosa il vecchio (Overwatch 2) può imparare dal nuovo (Marvel Rivals) e viceversa. {authorlink}…
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delectablywaywardbeard-blog · 10 months ago
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Mattarella al Papa, semi fecondi di pace i Suoi appelli
Nel “drammatico contesto di una congiuntura internazionale e, in particolare, mediorientale segnata da violenze, contrasti, pulsioni di rivalsa”, “Suonano opportuni e pressanti i Suoi appelli alla salvaguardia degli imprescindibili vincoli di fratellanza, appelli che non cessano di interrogare le coscienze di milioni di donne e uomini di ogni continente e che costituiscono per credenti e non…
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notiziariofinanziario · 11 months ago
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Il dualismo si conferma uno dei punti di forza di Porro anche in occasione del Salone del mobile di Milano 
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Porro quest’anno porta in scena al Salone del mobile di Milano il frutto di una inedita collaborazione con la progettista giapponese Nao Tamura, che ha creato tra le altre cose, la panca Origata. «La nostra altra anima è poi sintetizzata nei sistemi e quest’anno presentiamo una nuova interpretazione importante di una sistema di librerie System», ha raccontato Maria Porro, quarta generazione della famiglia alla guida del marchio che si avvicina ai suoi 100 anni, da festeggiare nel 2025. «Un’altra caratteristica importante è quella di una profonda ricerca sui materiali, come per esempio un nuovo legno che nasce dall’uso di scarti di lavorazione del tranciato», ha precisato Maria Porro. Che nel nuovo showroom milanese presenta un’architettura con doppie altezze, a simboleggiare le due strade su cui affaccia lo spazio, quella veloce di Visconti di Modrone e l’altra riflessiva della pedonale via Ronchetti.  In fiera, invece, il direttore creativo Piero Lissoni ha creato una casa-involucro bianca di forte impatto scenografico. Dai tratti pulitissimi, è una sorta di archetipo con soffitti alti sei metri e tetto a due falde. «Uno spazio speciale che prende vita con gli arredi», ha precisato Maria Porro, che arriva al Salone forte di un passo avanti nella strategia di opening dei monomarca, di cui sono testimonianza la recente inaugurazione di Seoul e la prossima di Ningbo, in Cina. «L’anno che abbiamo alle spalle e quello attuale sono senz’altro complessi, scontano problemi di logistica, trasporti difficili e una congiuntura economica sfavorevole, ma crediamo lo stesso in una crescita presidiando il Far east, con un occhio attento sull’India». Read the full article
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condamina · 1 year ago
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Il primo servizio segreto della Repubblica, per i motivi sopracitati, poté nascere soltanto dopo l’esito delle elezioni dell’aprile del 1948
1) Fedeltà atlantica, anticomunismo e continuità col regime fascista (1948 – 1955)Per comprendere la natura dei servizi segreti in Italia, e per non sorprendersi del loro operato e dei loro obiettivi negli anni di attività, riteniamo necessario specificare le circostanze e la congiuntura storica in cui vennero fondati i primi servizi della neonata repubblica; principalmente due, uno militare e…
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magauda · 1 year ago
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Il primo servizio segreto della Repubblica, per i motivi sopracitati, poté nascere soltanto dopo l’esito delle elezioni dell’aprile del 1948
1) Fedeltà atlantica, anticomunismo e continuità col regime fascista (1948 – 1955)Per comprendere la natura dei servizi segreti in Italia, e per non sorprendersi del loro operato e dei loro obiettivi negli anni di attività, riteniamo necessario specificare le circostanze e la congiuntura storica in cui vennero fondati i primi servizi della neonata repubblica; principalmente due, uno militare e…
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collasgarba · 1 year ago
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Il primo servizio segreto della Repubblica, per i motivi sopracitati, poté nascere soltanto dopo l’esito delle elezioni dell’aprile del 1948
1) Fedeltà atlantica, anticomunismo e continuità col regime fascista (1948 – 1955)Per comprendere la natura dei servizi segreti in Italia, e per non sorprendersi del loro operato e dei loro obiettivi negli anni di attività, riteniamo necessario specificare le circostanze e la congiuntura storica in cui vennero fondati i primi servizi della neonata repubblica; principalmente due, uno militare e…
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adrianomaini · 1 year ago
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Il primo servizio segreto della Repubblica, per i motivi sopracitati, poté nascere soltanto dopo l’esito delle elezioni dell’aprile del 1948
1) Fedeltà atlantica, anticomunismo e continuità col regime fascista (1948 – 1955)Per comprendere la natura dei servizi segreti in Italia, e per non sorprendersi del loro operato e dei loro obiettivi negli anni di attività, riteniamo necessario specificare le circostanze e la congiuntura storica in cui vennero fondati i primi servizi della neonata repubblica; principalmente due, uno militare e…
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