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Ostia: Dalle Origini Antiche alla Modernità di una Città che Ha Attraversato i Secoli
Una panoramica completa sulla storia di Ostia, dalle sue radici romane fino alla trasformazione in una moderna città di mare.
Una panoramica completa sulla storia di Ostia, dalle sue radici romane fino alla trasformazione in una moderna città di mare. La storia di Ostia è un affascinante viaggio attraverso secoli di cambiamenti e di trasformazioni che hanno plasmato il territorio romano in una moderna città di mare. Situata alla foce del Tevere, Ostia è stata fondata nel 620 a.C. secondo la tradizione romana, per…
#Anco Marzio#antica Roma#archeologia Ostia#attrazioni archeologiche#città di mare#città turistica#Cultura e turismo#declino Ostia#Economia e Turismo#evoluzione città#fascismo e bonifiche#futuro di Ostia#lungomare di Ostia#mare e turismo#Ostia#Ostia Antica#Ostia Lido#Ostia oggi#Ostia storia e cultura.#parco archeologico#patrimonio culturale#porto di Roma#Portus Augusti#Portus Traiani#rinascita Ostia#riqualificazione Ostia#Roma e Ostia#scavi archeologici#sito archeologico Ostia#sostenibilità Ostia
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Una delle città sotterranee più grandi del mondo è stata scoperta in Turchina

Gli archeologi hanno visto che questa rete sotterranea in Cappadocia copre un’area molto più vasta di quella conosciuta finora.

Città sotterranee, in Turchia è una stata scoperta una delle più grandi e avanzate del mondo.
Sotto la superficie delle strade in alcune zone della Turchia, una rete di tunnel ospitava un tempo migliaia di abitanti in cerca di riparo, in fuga dagli invasori e dalle persecuzioni religiose. Il Paese è noto per le sue città sotterranee, in particolare la grande città di Derinkuyu, che poteva ospitare oltre 20.000 persone. Sebbene non sia stato ancora completamente scavato, i dati attuali indicano che l’insediamento di 11 piani misura circa 185 metri quadrati, con un potenziale di oltre 465 metri quadrati ancora inesplorati. Ma c’è una novità: da quest’estate, gli archeologi che stanno studiando un sito a circa 240 km a ovest dell’antico santuario sotterraneo ritengono di aver portato alla luce una delle città sotterranee più grandi e più avanzate finora realizzate. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa turca Anadolu, la rete di stanze e corridoi sotterranei, nota come Sarayini, si estende su una superficie di quasi 20.000 metri quadrati.

Al di sotto dell’attuale quartiere di Sarayonu, nell’area metropolitana turca di Konya, un labirinto di 30 camere è dotato di camini, magazzini, cantine e pozzi. Secondo quanto riferito, la rete a più livelli risale all’ottavo secolo. Hasan Uğuz, l’archeologo del Museo di Konya che dirige gli scavi, ha dichiarato che le squadre che lavorano sul posto non si aspettavano che l’insediamento coprisse un territorio così esteso. Oltre alle numerose stanze e sale, un passaggio particolarmente ampio è stato descritto come una sorta di “strada principale”. Le aree all’interno della struttura sono paragonate a palazzi per il grande comfort e per l’alta qualità della vita che la rete era in grado di sostenere, ben lontana quindi dall’idea di caverna primitiva che potremmo immaginare quando parliamo di abitazioni sotterranee. Il carattere raffinato dello spazio gli è valso il nome di Sarayini, che in turco significa, appunto, “palazzo”.

Non pensavamo che potesse estendersi su un’area così vasta”, ha dichiarato Uğuz all’agenzia Anadolu lo scorso agosto. “Gli anziani che vivono qui hanno detto di aver visitato questo luogo quando erano bambini e che si trattava di una città sotterranea molto estesa”. Uğuz ritiene che i lavori di scavo di quest’anno abbiano fatto la differenza nel determinare quanto fosse grande la città sotterranea.

Tra gli oggetti recuperati durante gli scavi ci sono ossa di animali e supporti per lampade. In una stanza particolare della rete sono stati trovati un tamburo a colonna e un oggetto posizionato come una pietra tombale.

I lavori di scavo a Sarayini sono in corso da due anni. Molte delle antiche città sotterranee portate alla luce in Turchia sono state scoperte solo negli ultimi anni e la maggior parte non è stata ancora esplorata a fondo. Studi preliminari hanno indicato che un complesso sotterraneo trovato nella regione turca di Neveshir potrebbe essere addirittura ancor più grande sia di Derinkuyu che di Sarayini, anche se gli archeologi non hanno ancora un quadro completo del sito. Poiché le città sotterranee vicine a Sarayini distano tra i 5 e i 12 km, sono in corso ricerche per stabilire se i complessi possano essere collegati tra loro.



Elena Rodica Rotaru( blogger) insieme a Resul Aygün imprenditore e guida turistica a Cappadocia Turchia 🇹🇷.
“Un'esperienza molto bella, un posto unico al mondo. Sono rimasto affascinato da queste grotte sotterranee dove l'uomo ha vissuto per migliaia di anni. Posti bellissimi da visitare, invito tutti coloro che amano l'arte sotterranea a visitare questi musei in Cappadocia.”
Voglio ringraziare la mia guida Resul Aygün che mi ha aiutato in ogni momento di questi 3 mesi insieme qui in Cappadocia per realizzare qualche documentari …
Cappadocia è un posto magico!Elena Rodica Rotaru
Articolo di @likarotarublogger @elenarodicarotaru-blog
#blogger#byelenarotaru#articolo#videography#photographer#videomakers#cappadocia#turchia#travel blog#travel#press#style blogger
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L’AFFIDABILITÀ DELLE PREVISIONI METEOROLOGICHE MIGLIORA SENSIBILMENTE

Le previsioni meteorologiche sono sempre più accurate ed oggi la loro affidabilità raggiunge il 97%.
In un contesto in cui è probabile che le condizioni meteorologiche diventino sempre più estreme, lo sviluppo della modellazione numerica computerizzata e dell’intelligenza artificiale sta permettendo di anticipare sempre di più gli eventi meteorologici. All’inizio degli anni 2000 le previsioni a 5 giorni avevano un’affidabilità di circa l’80%, valore oggi raggiunto dalle previsioni a 7 giorni. Una previsione a quattro giorni oggi è accurata quanto una previsione a un giorno di 30 anni fa.
Questi progressi sono il risultato di migliori dati satellitari e grazie a stazioni terrestri che coprono sempre più aree in tutto il mondo e a una densità maggiore. Il Met Office, uno dei principali istituti di previsioni meteorologiche mondiali, suddivide il mondo in aree sempre più piccole e dettagliate. Mentre i primi modelli consideravano quadrati larghi 90 chilometri, ora sono ridotti a una griglia di quadrati larghi 1,5 chilometri. Negli anni ’70, la previsione a 48 ore di un uragano aveva un errore tra 200 e 400 miglia nautiche; oggi è di circa 50 miglia nautiche. I meteorologi possono ora fare previsioni piuttosto accurate sui luoghi in cui colpirà un uragano con tre o quattro giorni di anticipo, il che consente alle città e alle comunità di prepararsi in tempo. Notevoli benefici inoltre ne traggono l’agricoltura, gli enti di protezione civile ma anche la programmazione aerea e spaziale e a quella produttiva e cantieristica, ludica e turistica.
___________________
Fonte: Ufficio studi Mezzopieno – Guarda altri grafici
European Centre for Medium-Range Forecasts; Hannan Ritchie Our World in Data; Met Office
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La Porta di Edirnekapı e la Sua Evoluzione Storica

Edirnekapı, l'ultimo accesso settentrionale delle Mura Teodosiane di Costantinopoli, è tradizionalmente identificata con la Porta di San Romano. In epoca tardo-bizantina, la porta era conosciuta anche come Porta di San Giovanni, in riferimento a una vicina chiesa dedicata a San Giovanni Battista. Altre fonti la confondono con l'attuale Porta di Sulukule, situata più a sud.
Durante l’assedio ottomano del 1453, si ritiene che la porta fosse stata murata dai bizantini come ulteriore misura difensiva. Dopo la caduta di Costantinopoli, questa area si sviluppò rapidamente, grazie soprattutto alla costruzione del complesso della moschea di Mihrimah Sultan, che trasformò Edirnekapı in un importante centro commerciale e religioso. La porta divenne anche un punto cruciale per le processioni imperiali, data la vicinanza alla moschea di Eyüp.
Il terremoto del 1509, noto come il "Piccolo Giorno del Giudizio", causò gravi danni alle mura in questa zona. Tuttavia, la porta fu restaurata sotto il sultano Bayezıt II, come ricorda un'iscrizione commemorativa posta sulla porta.
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"Buonanotte luna bella... vorrei essere lì con te e vivere il tuo tempo". Si illumina il cellulare, era un suo messaggio dopo che lo avevo ignorato per qualche giorno dopo quell'incontro, dopo che ero scappata da casa sua. Luna era il mio soprannome perché ne ero da sempre stata affascinata.
Decisi di continuare a ignorarlo, inutile dire che comunque quella sera a casa sua aveva scaturito in me qualcosa, ma ero troppo imbarazzata, mi ero comportata da ragazzina e non trovavo coraggio di fare nulla. Quella notte non dormii, per cui decisi di andare a mare il giorno dopo, lì riuscivo a schiarirmi le idee. Ogni volta che avevo pensieri, in qualunque stagione, al tramonto mi recavo sulla spiaggia, mi mettevo in riva, a tre passi dal toccare l'acqua, mi sedevo e guardavo le onde del mare. I miei pensieri venivano presi man mano che ogni onda si infrangeva sulla spiaggia: l'onda arrivava, prendeva il mio pensiero, lo portava con sé e me lo restituiva più leggero, in modo che io potessi accettarlo, sopportarlo o risolverlo.
Dalla gioia e dal senso di benessere che mi recava quel posto, postai una foto di quel bellissimo mare mosso al tramonto. In pochi minuti un messaggio: "ti raggiungo?", era lui, "lo riconosci?" gli risposi, perché era una spiaggia molto grande, collegata a quella di una città turistica per mezzo di un bosco, io mi infilavo tra tutti quegli alberi senza mai perdermi. Lí non sapeva mai arrivarci nessuno senza di me, per questo da ragazzina lo chiamavo "il mio posto". "Arrivo" risponde prontamente. Non sapevo bene cosa fare, come comportarmi, cosa dire, in risposta ai suoi comportamenti e alle sue parole. Il cuore prese a battermi forte, il tempo passava veloce, sentii una macchina poco lontana, ero sicura che fosse già arrivato: mi girai, era dietro di me. Rimasi rannicchiata seduta a terra, tenendomi le ginocchia con le braccia, lui si siedette dietro di me, con le gambe aperte per farmici stare in mezzo e stare più vicino a me. Mi toccò la spalla a mo' di carezza leggera, forse anche lui non sapeva cosa fare ma sentivo il suo desiderio, quello che avevo spezzato e lasciato in sospeso qualche giorno prima. Si accorge e mi fa presente che avevo il cuore che batteva all'impazzata allora mi giro e mi prende la mano "so che in questi momenti hai bisogno di un contatto con la realtà, ci sono io qui, mi senti?". Mise la mia mano sul suo petto, continuava a sfiorarla, ad accarezzarmi le dita, il mio sguardo si addolcì e con l'altra mano mi accarezzava la spalla, poi scese giù verso la schiena e un brivido mi percorse tutta, lui sorrise. Pian piano il suo viso si avvicinò al mio, mi baciò il collo, poi la mandibola e, passando per la guancia, si fermò all'angolo destro della mia bocca. Sapeva che il mio punto debole era quello, lasciarmi con la voglia per farmela crescere dentro. Si allontanò e io lo guardai con l'espressione di chi sta per toccare il paradiso con un dito ma non ci arriva... Mi avvicinai alla sua bocca perché ne volevo ancora, ma fece una cosa che non mi sarei mai aspettata: mi baciò appassionatamente sulle labbra. Lui non baciava mai la bocca, credo che in vita sua l'abbia fatto poche volte, lo vedeva come un atto molto intimo e solo quando pensava di essere totalmente innamorato e perso di quella persona si lasciava andare.
Gli chiesi perché in quel momento, perché a me e lì... "mi sono ricordato di quello che mi avevi detto del toccarsi le mani. Ti ho sfiorato le dita perché so che per te è più intimo di una scopata. L'ho fatto perché stava crescendo in me il desiderio di averti addosso e so che questo è il modo di fartelo capire, sto cercando di avvicinarmi al tuo linguaggio, di avvicinarmi a te. Voglio che inizi a desiderarmi come ti desidero io perché da quella sera io ho perso la testa, non faccio altro che pensarti, in questi 10 anni io non ho smesso di pensarti, sapevo che in te c'era qualcosa di diverso, di speciale. C'era un motivo se non c'è mai stato un punto tra noi, solo tante pause più o meno lunghe". Mi guardò neglio occhi, in modo profondo e penetrante, io non sapevo cosa dire, cercavo anche di distogliere lo sguardo affinché nessuno dei miei pensieri potesse essere colto da lui. Interruppe il silenzio: "Ti va di venire di nuovo da me questa sera?".
Continua
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Bangkok: sei un bel casino
È successo!
Con poche ore di sonno e qualche foglia d’alloro ancora sulla testa, abbiamo finalmente posato i piedi in terra thailandese.
Bangkok ci ha accolte alle 6 del mattino, offrendoci un assaggio della sua umidità e mostrandoci fin da subito le sue mille sfumature.
Dopo tre giorni nella città posso affermare di averne esplorato: meno di un decimo.

Nonostante ne abbia conosciuta una parte irrisoria, mi sono innamorata della Bangkok più autentica e genuina, con le sue viuzze dove a tratti sembra di essere stati catapultati negli anni ‘80.
Quartieri in cui eravamo le uniche straniere, con le casette di lamiera e la porta aperta che ci regalava uno sguardo sull’intima quotidianità degli abitanti.
Ma Bangkok ha molteplici facce ed è così che si alternano quartieri di vita semplice e povera, a grattacieli e viali immensi.
Ci sono strade così ampie e vuote che mi ricordano gli enormi spazi dell’Oman, e affianco puoi trovare aree così dense di persone che diventa difficile respirare.
È una città che cerca di stare al passo con la modernità e che tenta di adattarsi ai ritmi frenetici e alla domanda dei turisti, ma che trova ancora spazio per la fascia più povera della popolazione.
Tra Tuk-tuk e motorini, tempi buddhisti ed induisti, qualche varano e qualche blatta, l’umidità che ti stende, gli innumerevoli 7 eleven e la gentilezza dei suoi abitanti, ringraziamo Bangkok che stiamo per salutare per il momento.
Questa città ha mille contraddizioni, e forse mi piace così tanto perché in questo è così simile a me.
Ma adesso, è ora delle menzioni d’onore per:
~ Pan, il maestro delle elementari conosciuto al tempio del Buddha che sorride, che ci ha mostrato come fare una piccola preghiera.

~ Thai Airway, volo comodo e cibo okay, ma soprattutto quante cavolo sono belle le divise del personale di volo con vestiti tradizionali!!!!!
~ La capacità dei thailandesi di dormire in qualunque luogo e in bizzarre posizioni, incuranti degli sguardi altrui, con la maglietta sollevata sulla pancia.

~ Turistica ma interessante, ChinaTown a Bangkok non ha niente a che vedere con quella di Milano.
~ Il compleanno del defunto Re Rama IX celebrato il 5 dicembre, grazie al quale le autostrade sono gratuite per un giorno e le strade sono piene del suo faccione (forse però queste ci sono tutto l’anno).

~ Khao Sao Road…che dire…più che una via è sembrato di stare in un buco nero. Venditori di ragni fritti che te li sventolano sotto il naso, spogliarelliste, coccodrilli squartati, PR che ti assaltano, musica altissima. È stata un’esperienza bizzarra, 100% turistica ma pur sempre un’esperienza.
~ Chailoy - probabilmente non si scrive così - la nostra guida spirituale all’ostello Here Hostel, con uno stile pazzesco e una dolcezza meravigliosa.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Infondo, Bangkok è come questa signora che vende ravioli…

…sembra che quel piccolo dito ti stia mandando a fanculo, ma se guardi con attenzione sta solo indicando se stessa per ricordarti quando sia graziosa e speciale. 🌺🌿
PS: Non ho ancora ben imparato a contrattare, ma ci sto lavorando. Seguiranno aggiornamenti.
CIAO!!!!!!

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Scilla è il racconto di due città, hai il versante Scilla Marina Grande che è cresciuto fino a diventare una meta turistica di spiaggia e il versante Chianalea di Scilla, una tranquilla strada pedonale costeggiata da case dei pescatori trasformate ristoranti o alloggi turistici che si estendono lungo la riva rocciosa rispetto al pescatore Marina. Da Scilla si raggiunge il versante Chianalea percorrendo la galleria porticata di Vico II Spirito Santo dal versante Marina Grande o dalla cima del paese lungo via Chianalea che corre parallelamente a via Grotte la via pedonale. Dopo la giornata al mare non c'è niente di meglio che passeggiare la sera nel vecchio borgo di pescatori pedonali o trovare un posto che possa accogliere lo spettacolo di tutti gli altri sulla loro passeggiata, poi segui questo con un'ottima cena di frutti di mare in uno dei i tanti ristoranti con posti a sedere appollaiati nell'acqua che guardano il castello, magici a dir poco.
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Il Castello di Dunnottar è una fortezza storica e drammatica situata sulla costa nordorientale della Scozia, vicino alla città di Stonehaven. Arroccato su una ripida scogliera rocciosa che si affaccia sul Mare del Nord, il castello è rinomato per i suoi panorami mozzafiato e la sua ricca storia. Ha giocato un ruolo significativo nella storia scozzese, specialmente durante le Guerre di Indipendenza scozzese e più tardi nel XVII secolo, quando ha notoriamente salvaguardato i gioielli della corona scozzese (gli onori della Scozia) dalle forze di Oliver Cromwell.
Il castello è ormai una rovina, ma la sua splendida location e il passato storico lo rendono una meta turistica popolare. La sua bellezza scenografica e i suoi resti atmosferici l'hanno resa una delle preferite per la fotografia e l'ambientazione cinematografica
#castle #oldcastle #archeology
#history #historicalplace #historyfacts
Via facebook
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Torino capitale del turismo inclusivo: dal 5 al 7 ottobre 2025 ospita il 3° World Summit “Destinations for All” per promuovere un futuro accessibile a tutti
La terza edizione di un appuntamento globale e cruciale per il turismo accessibile,si terrà, dopo le prime edizioni tenutasi a Montréal ea Bruxelles,nel capoluogo piemontese dal 5 al 7 ottobre 2025.Un’occasione strategica per gli operatori del comparto turistico nazionale internazionale. Torino, 16 aprile 2025 – Destination for All, il Forum Mondiale del Turismo Accessibilegiunto alla sua terza…
#accessibilità turistica#Alessandria today#Camera di commercio di Torino#capitale europea del turismo intelligente#CAWaB#Centro Congressi Lingotto#Città di Torino#Confesercenti Nazionale#CPD Consulta per le Persone in Difficoltà#Destinations for All 2025#ENAT#esperienze turistiche inclusive#eventi internazionali Torino#formazione nel turismo#Google News#innovazione turistica#ISITT#ISTO#italianewsmedia.com#ITS Academy Turismo Piemonte#Kéroul#Lava#mobilità accessibile#OPES Italia#patrimonio culturale accessibile#Pier Carlo#Regione Piemonte#smart tourism#summit internazionale turismo#tecnologie assistive
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Ho un cardigan viola e una maglietta rossa sotto, mi sono pettinata alla fermata del bus. Spero sia una bella giornata, ho bisogno che lo sia.
Ho mangiato: due pezzi di focaccia fatta da me; abbiamo diviso in due una confezione di petto di pollo da due euro e cinquanta; ci ho aggiunto pomodori e insalata; un pacchetto di grissini; quattro chiacchiere; una ciotola di insalata finocchio arancia e noci.
Ho scoperto che in estate una dipendente un po' matta ha ottenuto il numero di telefono del mio compagno di banco e gli ha scritto (di notte, nel racconto sembrava aggravare le cose) messaggi allusivi. Tutti hanno preso la cosa molto seriamente ed io ho pensato alla tranquillità con cui invece veniva affrontato dalle mie parti il mio vicino di casa "un po' matto" ai tempi in cui i miei vicini di casa erano dei pazienti matti in cura. Dopo aver compiuto otto o nove anni ogni bimba riceveva dal vicino complimenti e proposte di fidanzamento a volte anche parzialmente oscene al di là del cancellino, mentre aspettava lo scuolabus.
Ho sempre voluto leggere un saggio sulla figura del matto (l'è mat) in Russia, invece sul bus e in pausa pranzo leggo una guida turistica della città di Verona: leggo cinque pagine e poi scopro che la porta o l'affresco tanto minuziosamente descritto è stato distrutto o trafugato ancora prima dell'arrivo del Medioevo.
Da queste parti si usa dire: è originale, è finito a metà.
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comunque posso dire ma se fossi un’urbanista usamericana raderei al suolo quasi tutte le città perché non è possibile che fuori dalla dimensione platealmente turistica gli ambienti siano abitabili solo da auto e ostili a qualsiasi forma di vita
#google maps: ecco questo è il centro#il centro:🚚🚗🚓🚙🚎🏗️#ok che concettualmente le città americane di sono sviluppate diversamente ma mettiamola una mano al piano regolatore una volta ogni tanto#non credo nemmeno sia il piano regolatore ma stava bene metricamente
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Napoli sotterranea: un viaggio affascinante nelle viscere della città
Sotto il vivace caos del centro storico di Napoli si nasconde un mondo segreto, un labirinto di cunicoli, gallerie e cavità che compongono la Napoli Sotterranea. Un viaggio in questo affascinante mondo sotterraneo offre un'esperienza unica e indimenticabile, permettendo di immergersi nella storia millenaria della città e di scoprire i tesori nascosti che giacciono sepolti sotto le sue strade. Le origini e la storia Le origini di Napoli Sotterranea risalgono a migliaia di anni fa, quando i Greci fondarono la città nel VIII secolo a.C. Nel corso dei secoli, la rete di cavità sotterranee è stata ampliata e utilizzata per diversi scopi, tra cui: - Acquedotti: I Greci costruirono un ingegnoso sistema di acquedotti sotterranei per approvvigionare la città di acqua fresca. Questi acquedotti, ancora visibili in alcuni punti, sono una testimonianza della loro abilità ingegneristica. - Cimiteri: Durante l'epoca paleocristiana, le cavità sotterranee furono utilizzate come cimiteri, creando le famose catacombe di Napoli. Tra le più importanti troviamo quelle di San Gennaro e di San Severo, che ospitano affreschi e sculture di grande valore artistico. - Rifugi antiaerei: Durante la Seconda Guerra Mondiale, la rete di Napoli Sotterranea fu utilizzata come rifugio antiaereo per la popolazione, salvando migliaia di vite dai bombardamenti. Ancora oggi, si possono vedere i segni di questo utilizzo, come le panche e i posti letto scavati nella roccia. Cosa vedere e fare Oggi, Napoli Sotterranea è un'importante attrazione turistica che offre ai visitatori la possibilità di esplorare il suo affascinante mondo sotterraneo. I tour guidati conducono i visitatori attraverso un labirinto di cunicoli, gallerie e cavità, mostrando loro i diversi siti di interesse storico e culturale. Tra i punti salienti troviamo: - La Galleria Bourbon: Un tunnel lungo circa 700 metri costruito nel XIX secolo per collegare il Palazzo Reale con il mare. La galleria è ricca di sculture e decorazioni e offre una vista suggestiva della città. - Le Catacombe: Le catacombe di Napoli, come quelle di San Gennaro e di San Severo, sono un luogo di grande fascino e suggestione. Qui è possibile ammirare affreschi, mosaici e sculture che raccontano la storia della comunità cristiana primitiva. - I Rifugi Antiaerei: I segni della Seconda Guerra Mondiale sono ancora visibili nei rifugi antiaerei, dove la popolazione si rifugiava durante i bombardamenti. Questi luoghi offrono una testimonianza commovente della resistenza e del coraggio del popolo napoletano. Foto di StockSnap da Pixabay Read the full article
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L'Egitto ospita alcune delle città più antiche del mondo, dall'antica Alessandria all'attuale capitale, Il Cairo, nonché le sue spiagge e molte località balneari.
@cairo-top-tours
#cairotoptours
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Lagoa das Sete Cidades
Il posto più rinomato di São Miguel e delle isole Azzorre è il meraviglioso Lagoa das Sete Cidades, un lago gemello situato nel cratere di un vulcano dormiente. Pensate che è addirittura definito come una delle 7 meraviglie del Portogallo!

Noi abbiamo fatto un breve trekking nel parco che ci ha condotto fino al Miradouro da Boca do Inferno, punto panoramico dal quale è possibile ammirare questa parte del Twin Lake.




Mi raccomando: svegliatevi presto e raggiungetelo di buonora perché il parcheggio situato all'inizio del parco si riempie subito e la circolazione può diventare un po' difficoltosa. Ci siamo poi spostati in un altro punto panoramico, il Miradouro Vista do Rei, dove si possono vedere bene i due laghi separati dal ponte.

Qui si trovano anche le rovine di un hotel che ormai sono diventate un'attrazione turistica. Attenzione ai cartelli che segnalano il pericolo: nello scavalcare i muretti evidentemente molta gente si è fatta male quindi hanno recentemente aperto un varco (l'abbiamo scoperto dopo).
C'è una bellissima leggenda d'amore legata a questo lago: si narra di una principessa che viveva nel regno situato dove ora sorge la città di Sete Cidades. Era bella, dolce ed i suoi occhi azzurri facevano innamorare chiunque incrociasse il suo sguardo. I signori del regno facevano a gara per avere il privilegio di passare del tempo con lei ma la principessa non era interessata alla vita mondana ed alle passioni di corte, bensì amava stare all'aria aperta a contatto con la natura, perciò spesso si allontanava dal castello all'insaputa dei genitori per fare delle passeggiate. In una di queste occasioni, incontrò un giovane pastorello dagli occhi verdi ed i due iniziarono a parlare. Felici decisero di incontrarsi quotidianamente per conoscersi ed alla fine si innamorarono e si giurarono amore eterno. Il re venne a sapere degli incontri tra i due giovani e rimase deluso perché desiderava un principe per sua figlia e non un pastorello quindi le proibì per sempre di vedere il ragazzo; la principessa accettò la crudele decisione ma chiese di poter rivedere il suo amato per l'ultima volta per dirgli addio. Raggiunse il prato dove incontrò per la prima il pastore e lo trovò lì: parlarono d'amore e piansero così tanto che le lacrime della principessa dagli occhi azzurri corsero lungo la valle e riuscirono a formare un meraviglioso lago azzurro mentre le lacrime del pastore dagli occhi verdi formarono un lago dalle limpide acque verdi. Uno è il Lago Azzurro e l’altro il Lago Verde, i Laghi di Sete Cidades che ricordano l'amore dei due giovani e sono uniti come i loro cuori.
#viaggi#azzorre#isole azzorre#sao miguel#lagoa#lagoa das sete cidades#laghi gemelli#natura#panorama#miradouro vista do rei#miradouro da boca do inferno#lago azzurro#lago verde#ortensie#leggenda
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Note
Ciao e complimenti per la scalata. Da trentino capisco la questione prezzi, ma molti non hanno contezza dei costi per far arrivare a quelle quote viveri e acqua, che arrivano solo con mezzi eccezionali e solo in giornate in cui le condizioni lo permettono. Per questo, ciò che a valle costa 1 euro, a 3000 e passa metri costa ovviamente molto di più. Anche l'acqua per docce e servizi igienici, le scorte a certe quote sono molto minori, e la manutenzione a 3000 metri non è la stessa di un bagno pubblico a valle, perché far arrivare detersivi e altro e smaltirli in modo corretto è più complicato e costoso, non c'è la fogna standard come in città, a quasi 4000 metri. Buona giornata.
Ciao a te!
Allora questa cosa in verità il mio amico me l'aveva detta e, infatti, abbiamo incontrato pure un mezzo che trasportava cibo.
Io non voglio dire che tutto il sovrapprezzo sia ingiustificato perché ci sta, è anche una zona turistica in fondo... ma 4 volte tanto? Mi sembra un po' troppo, ma forse è giustificato eh non lo so.
Poi è normale pure far pagare 300¥ per dell'acqua calda? Quando ho visto chiaramente che hanno dei pentoloni con acqua a bollire per riscaldare le lattine di caffè da vendere... cioè.
Per quanto riguarda i bagni, si notava fossero diversi perché non avevano lo scarico. Ma in ogni caso se li fai pure pagare per vari motivi, almeno tienili puliti e brillanti come quelli che ci sono giù... e invece facevano pure schifo (per gli standard giapponesi eh, attenzione).
La cosa che personalmente mi ha fatto più incazzare è l'assenza di qualsiasi spazio (anche a pagamento) per riscaldarsi un attimo. Non è possibile dover stare 8h in mezzo al freddo e al gelo senza nemmeno un tetto sulle panchine. Non l'ho spiegato bene nel post (né ho avuto voglia di editarlo) ma è per questo motivo che mi sono poi arrabbiata con i sovrapprezzi - perché poi sei pure costretto a comprare roba calda tanta è la disperazione. E per me vendere a chi è disperato, è semplicemente un colpo basso, non si fa.
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Friedrich Nietzsche in compagnia della madre Franziska (1892)
2 aprile 1888: Friedrich Nietzsche era un viaggiatore un po’ distratto. Doveva arrivare a Torino, eppure si ritrovò a Sampierdarena, non lontano da Genova; aveva sbagliato treno, ecco tutto…ma un piccolo mistero rimane ancora oggi, visto che la sua valigia lo stesso giorno s’imbarcò educatamente sul vagone per il Piemonte.
Tre giorni dopo, comunque, il professore ritentò l’impresa sulla linea Alessandria-Asti-Torino e, questa volta, giunse a destinazione: gli apparve una città ammantata di luce purissima, dai viali silenziosi e splendidamente lastricati.
Proprio dietro Palazzo Carignano, l’edicolante Davide Fino vide il forestiero, tutto contento con la valigia in mano, e cercò di vendergli una guida turistica; si ritrovò, invece, ad affittargli una stanza nella sua stessa casa, all’ultimo piano di Via Carlo Alberto n.6, dove oggi si trova la lapide che ricorda il soggiorno torinese del filosofo.
Nietzsche rimase due mesi in città; in estate partì per la Svizzera e poi, a settembre, tornò qui per un soggiorno più lungo, che si rivelò fatale.

La targa che ricorda il soggiorno torinese del filosofo tedesco in via Carlo Alberto 6
Dodici anni prima, poco più che trentenne, la salute malferma lo aveva costretto a congedarsi dall’università di Basilea, dove insegnava lingua e letteratura greca; fu l’inizio di un’intensa attività di scrittura e peregrinazioni sempre più sofferte, in un “Gran Tour” europeo di cui rimane solamente un taccuino insignificante, con appuntati i prezzi di frutta e verdura.
Eppure, Torino gli apparve splendida:“…è l’unica città che mi piaccia. Un qualcosa di calmo e di superstite lusinga i miei istinti. Percorro con estasi queste vie dignitose…Un paradiso per i piedi, anche per gli occhi…Non avrei mai creduto che una città, grazie alla luce, potesse diventare cosi bella”.
Diverse lettere, indirizzate alla madre, al musicista Peter Gast e al teologo Overbeck, mostrano l’entusiasmo per Torino che, persa la corona da capitale, rimaneva comunque vivacissima: cinque quotidiani, venti giornali scientifici e quattordici letterari, oltre a numerose biblioteche internazionali.
A questa effervescenza culturale, però, Nietzsche prendeva raramente parte. Preferiva passeggiate solitarie lungo i viali di Corso Casale; pensava, forse, a Richard Wagner, il celebre compositore con cui si era interrotto, misteriosamente, il sodalizio spirituale; o pensava ancora a Lou Salomé, l’affascinante russa che avrebbe anche sposato se questa non avesse ammaliato, prima il suo migliore amico, Paul Rée, poi un giovane poeta, Reiner Maria Rilke, e successivamente persino Sigmund Freud.
Conduceva una vita riservata: di amici forse solo Carlo Clausen, editore tedesco che portò in Italia le dottrine orientali, quando erano ancora sconosciute.
Curiosamente, gli avvenimenti che lo interessavano di più erano gli stessi che entusiasmavano quella borghesia da lui tanto criticata: pare che alla fine dell’estate, trascorsa tra le montagne di Sils Maria, desiderasse tornare a Torino proprio per assistere, insieme ad oltre 70.000 persone, al matrimonio fra il duca Amedeo di Savoia e la principessa Letizia Bonaparte.
Curioso, per un personaggio ritenuto da tutti anticonformista; ma Nietzsche non era mai stato un “bohémien” ed, anzi, aveva sempre tenuto tantissimo a titoli, blasoni e frequentazioni altolocate.
Arrivò l’autunno: monotono, ma prolifico. C’era la sua scrivania, dove scrisse “Ecce Homo”, e c’era il pianoforte, che condivideva con Irene, la figlia dei suoi affittuari.
Poi, giorno dopo giorno, la sua grafia divenne sempre più nervosa e illeggibile; mentre nel suo cestino i coniugi Fino trovavano banconote stracciate, dalla vicina posta centrale, il filosofo cominciò a spedire biglietti in cui si considerava l’incarnazione di Vittorio Emanuele II, dell’architetto Antonelli o di altre celebrità dell’epoca; firmava le lettere come “il Crocifisso” o “l’Anticristo”.
Cominciò a confondere le notizie che apparivano sui giornali con quelle della sua vita quotidiana: vaneggiò che i sovrani d’Italia sarebbero andati a trovarlo nella sua stanza e poi, quando su “La Gazzetta Piemontese” apparve la notizia che uno spagnolo, accusato di omicidio, veniva condannato a morte, pensò di essere il carcerato stesso.
Il 3 gennaio 1889 avvenne la fine, forse un episodio più leggendario che veritiero.
Vedendo un vetturino che frustava a sangue un cavallo, Nietszche abbracciò e baciò l’animale, cadendo a terra e urlando di essere il nuovo Dioniso.
Lasciò Torino con la papalina di Davide Fino sulla testa, come pegno di un futuro incontro che mai avvenne. Morì il 25 agosto 1900 a Weimar, prigioniero della pazzia, presto trasformato in un mito.
I suoi scritti, rimaneggiati dalla sorella Elisabeth, conobbero un enorme successo e colpirono negli anni successivi Adolf Hitler.
Si convinse di essere l’ubermensch invocato dal filosofo per una nuova era. E, cosa ancor più folle, tanti lo seguirono. Ma non era il superuomo; era, anzi l’ultimo uomo, il peggior nichilista che avrebbe distrutto il mondo. L’ubermensch vagheggiato dal filosofo era diverso; il suo oltreuomo, avendo scoperto che Dio era morto, con la Filosofia del Martello avrebbe distrutto quei valori in cui l’Occidente faceva ancora finta di credere, libero di creare, come un fanciullo, nuovi valori.
“Ma chi sono i pazzi?”
-Fonte: Nietzsche a Torino
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L'uomo e il suo pensiero raramente coincidono...(cit)
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