#circolarità
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Da caserma a villaggio ecologico: insieme per testare la circolarità
Una ex caserma dell'esercitoaustriaco sta per diventare il primo eco-villaggio della nazione europea
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La circolarità del tempo.
A distanza di quattro mesi, mi sono ritrovata davanti ad un'immagine familiare. Allora mi sono interrogata sul tempo: una ruota che -inesorabile- gira, procede. Eppure, qualcosa permane, forse il senso delle cose, forse la direzione dello sguardo; non sono stata ancora capace di trovare una risposta certa. Quello che mi affascina, indipendentemente dal mezzo che si sceglie di usare, è il senso di riconoscimento che si avverte davanti a quel che si crea. Le immagini, per me, si fanno allora specchio, riflesso di quel che risuona da qualche parte profondamente. Mi è parso inevitabile accendermi davanti a quella sedia rovesciata, sorridendo per la coincidenza incredibile degli accostamenti dei colori di quella scena. Mi sono sentita come se l'aria fosse densa di sogno. Magari lo era.
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INVENTATO IL BIOPOLIESTERE: BIODEGRADABILE E RICICLABILE
La maggior parte dei capi di abbigliamento nel mondo sono prodotti in poliestere. Questo polimero sintetico del petrolio, tuttavia, ha un processo di produzione inquinante e non può essere ulteriormente riciclato se già proveniente da riciclaggio.
I ricercatori del Fraunhofer Institute tedesco hanno realizzato e presentato alla comunità scientifica, un polimero biodegradabile, riciclabile e di origine biologica che può sostituire esattamente il poliestere, risolvendo i problemi legati alla tossicità e alla non circolarità di questo materiale. Il nuovo tessuto non contiene plastificanti migranti e, a differenza del polietilene a bassa densità derivato dal petrolio, è almeno all’80 percento di origine biologica. “A lungo termine, potremmo essere in grado di aumentare questa percentuale a quasi il 100 percento”, spiega il ricercatore André Gomoll. “Questo processo non richiede impianti di sintesi di grandi volumi ma può essere implementato localmente da aziende di medie dimensioni come processo a funzionamento continuo. Fino ad ora, il poliestere poteva essere prodotto in modo redditizio solo in impianti continui su larga scala che escludevano le aziende più piccole come produttori. Il nuovo materiale biopoliestere può anche essere trasformato in pellicole di plastica utilizzando apparecchiature di lavorazione convenzionali in modo simile al polietilene e può essere riciclato chimicamente con un apporto di energia notevolmente inferiore”, spiega Gomoll.
L’industria della moda fa sempre più uso dei tessuti sintetici che oggi rappresentano due terzi (69%) di tutti i materiali utilizzati nella produzione tessile, di cui il poliestere ha una quota superiore del 50%.
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Fonte: Fraunhofer Institute; Changing Market Foundation; foto di Maky Orel
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La circolarità del tempo
I.S.A.
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Il riciclo in Italia è un’eccellenza (non il riciclaggio, malpensanti!), il nostro Paese è leader europeo nel settore. Nel 2020 la raccolta differenziata dei rifiuti urbani era al 63% e lo smaltimento in discarica era sceso al 20%. Il riciclo dei rifiuti industriali ha superato il 70% e lo smaltimento in discarica è sceso al 6%.
L’industria italiana del riciclo è un comparto rilevante e strategico del sistema produttivo nazionale: 4.800 imprese e 236.000 occupati.
Tra i materiali riciclati nel 2020 ci sono:
- 12 milioni e 287 mila tonnellate di metalli, in gran parte acciaio.
- 5 milioni e 213 mila tonnellate di carta e cartone.
- 2 milioni di tonnellate di pannelli di legno truciolare.
- 2 milioni e 229 mila tonnellate di vetro riciclato.
- 1 milione e 734 mila tonnellate di compost.
- 972 mila tonnellata di plastica riciclata.
L’Italia, nel 2020 ha riciclato il 72% di tutti i rifiuti, urbani e speciali-industriali. Si tratta di un primato in Ue, dove la media si attesta al 53% e la mitica Germania arriva al 55%.
L’Italia è prima anche nella circolarità complessiva del suo sistema produttivo. Il nostro tasso di utilizzo di materiali riciclati sul totale dei materiali consumati arriva al 21,6%. La Germania si ferma al 13,4%, poco sopra la media UE del 12,8%.
Anche nella gestione dei rifiuti da imballaggio siamo i leader in Europa: con il 73,3% di imballaggi avviati a riciclo (pari a 10,5 milioni di tonnellate) il nostro Paese ha già raggiunto e superato con 9 anni di anticipo il target comunitario del 70%.
(Fonte: Rapporto 2022 Il Riciclo in Italia - Fondazione per lo sviluppo sostenibile - MASE - ISPRA)
La Durezza del Vivere
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la circolarità delle fasi che mi portano a stare male quasi mi conforta; la certezza che accadrà e che a breve dal picco, dopo l’escalation, mi toglierò la polvere di dosso, di nuovo messa a lucido.
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Erica Mou, "Cerchi": recensione e streaming
Cerchi è il nuovo album di Erica Mou, settimo della sua discografia. Composto da undici tracce, l’album descrive un cammino di crescita e scoperta, che inciampa nella circolarità del tempo, un cerchio che non si chiude mai completamente ma in cui eventi e relazioni si ripresentano simili trovandoci diversi, in una profonda riconciliazione con sé stessi. I brani sono nati tutti durante una…
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Monomeri da catalisi dei rifiuti plastici
Trasformare i rifiuti plastici in materia prima, da Berkeley un processo innovativo. John Hartwig, professore di chimica all’UC Berkeley, ritiene che questo processo avvicini significativamente le poliolefine a una vera circolarità. Insieme allo studente laureato RJ Conk e all’ingegnere chimico Alexis Bell, mirano a scalare la tecnologia per uso industriale. Il processo innovativo trasforma PE, PP, o una miscela dei due, incluse le forme post-consumo, in propilene o in una miscela di propilene e isobutilene. L’Università della California, Berkeley, ha sviluppato un nuovo processo chimico catalitico che ha il potenziale di rivoluzionare il riciclaggio ella plastica, convertendo i rifiuti di polietilene (PE) e polipropilene (PP) in preziosi monomeri. La necessità di un riciclaggio efficiente dei rifiuti plastici
Il polietilene e il polipropilene sono le plastiche predominanti nel flusso globale dei rifiuti. Nonostante il loro ampio utilizzo, dalle buste monouso ai resistenti contenitori per microonde, i metodi attuali di riciclaggio di questi materiali sono inefficienti. Spesso producono grandi quantità di gas serra o dipendono da catalizzatori costosi e monouso. La conversione selettiva di PE e PP in prodotti ad alta domanda è fondamentale per ridurre i rifiuti plastici e il loro impatto ambientale. Tuttavia, la maggior parte dei metodi attuali soffre di bassa selettività e alti costi energetici. Un processo catalitico rivoluzionario Il processo innovativo utilizza una semplice combinazione catalitica di ossido di tungsteno su silice e sodio su gamma-allumina. Questa combinazione trasforma efficacemente PE, PP, o una loro miscela, incluse le forme post-consumo, in propilene o in una miscela di propilene e isobutilene. Notevolmente, questa reazione raggiunge una resa superiore al 90% a 320°C senza necessità di deidrogenare prima le poliolefine. Questo metodo non è solo energeticamente efficiente, ma elimina anche la necessità di costosi catalizzatori omogenei di metalli nobili. Questo nuovo approccio rappresenta un significativo avanzamento nella creazione di un percorso di riciclaggio sostenibile ed ecologico per le poliolefine. Potenziale di economia circolare per le poliolefine L’aumento di scala di questo processo potrebbe stabilire un’economia circolare per le plastiche monouso, convertendo i rifiuti in monomeri per nuove plastiche. Questa trasformazione ridurrebbe la dipendenza dai combustibili fossili e diminuirebbe significativamente l’impatto ambientale dei rifiuti plastici. Mentre il riciclaggio delle bottiglie in PET è efficace da anni, la maggior parte dei rifiuti plastici è costituita da poliolefine come PE e PP, che sono state molto più difficili da riciclare efficientemente. Affrontando questo problema, il nuovo processo offre una soluzione innovativa per la gestione dei rifiuti di poliolefine. La strada da percorrere
John Hartwig, professore di chimica all’UC Berkeley, ritiene che questo processo avvicini significativamente le poliolefine a una vera circolarità. Insieme allo studente laureato RJ Conk e all’ingegnere chimico Alexis Bell, mirano a scalare la tecnologia per uso industriale. Aumentando la scala, sperano di creare un ciclo di riciclaggio efficiente per le plastiche quotidiane come polietilene e polipropilene. Credono che questo metodo possa rivoluzionare il riciclaggio delle poliolefine, similmente a come il riciclaggio del PET ha chiuso il ciclo per le plastiche in poliestere. Questa scoperta potrebbe trasformare la gestione dei rifiuti plastici su larga scala. Il processo segna un passo chiave verso la costruzione di un’economia più sostenibile e circolare per le plastiche. Di conseguenza, offre una soluzione promettente per ridurre l’inquinamento plastico e la dipendenza dai combustibili fossili. Read the full article
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Il cambio di costumi nei centri urbani
Riscrivere l’urbanistica della città a partire dal modo di viverla e ripensare ai luoghi della città odierna e di domani vuol dire in primo luogo accettare che il paradigma del Funzionalismo sia definitivamente tramontato. dotarli di una serie di soluzioni “come le energie rinnovabili, e gli strumenti per monitorare e migliorare la circolarità della città”, ma non solo. E’ necessario uno…
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CONTRIBUTI A FONDO PERDUTO - TRANSIZIONE DELLE MPMI LOMBARDE
Finalità Con la Delibera n. 2877 del 29 luglio 2024 è stata istituita la Misura per la transizione delle MPMI lombarde verso modelli di produzione circolari e sostenibili, a valere sul Pr Fesr Lombardia 2021 – 2027. La Misura intende promuovere e sostenere la transizione delle PMI lombarde verso lo sviluppo di processi produttivi ispirati a principi di circolarità e sostenibilità stimolando un…
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Nasce il primo osservatorio sull'economia sferica
"Per definire l’elaborazione di un nuovo modello economico che evolva dalle strategie di circolarità ai principi di sfericità."
Fonte: https://forbes.it/2024/07/04/nasce-il-primo-osservatorio-
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RECORD DI RICICLO IN EUROPA: L’ITALIA SECONDA
Nell’ultimo anno l’11,8% dei materiali utilizzati nell’UE è stato originato da materiali riciclati, il livello più alto registrato da quando si è iniziato a raccogliere dati nel 2004.
Questo indicatore è noto come “tasso di utilizzo circolare dei materiali” o “tasso di circolarità” e misura il contributo dei materiali riciclati all’uso complessivo dei materiali. Rispetto all’anno precedente, il tasso di circolarità è aumentato di 0,3 punti percentuali, diventando la quota più alta finora registrata. I dati sul tasso di utilizzo dei materiali circolari rilevati da Eurostat presentano un tasso di circolarità del 2023 più elevato per i minerali metallici con il 24,7% (+2,2% rispetto al 2022), seguito dai minerali non metallici con il 13,6% (+0,3%), dalla biomassa con il 10,1% (+0,7%) e dai materiali/vettori di energia fossile con il 3,4% (+0,6%). I Paesi che hanno rilevato i risultati più virtuosi sono i Paesi Bassi (30,6%), seguiti da Italia (20,8%) e Malta (19,8%). I tassi più bassi sono stati registrati in Romania (1,3%), Irlanda (2,3%) e Finlandia (2,4%).
L’aumento del tasso di riciclo favorisce il minor consumo di materie prime e la riduzione di produzione di rifiuti, abbassando gli sprechi. L’economia circolare che ne deriva prevede di migliorare la capacità di condividere, noleggiare, riutilizzare, riparare, rinnovare e riciclare materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile per aumentarne la vita utile. Il piano d’azione per l’economia circolare del 2020 mira a raddoppiare il tasso di utilizzo circolare dei materiali nell’UE entro il 2030, raggiungendo il 23,2%.
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Fonte: Eurostat: foto di Magda Ehlers
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Sinodalità, cammino senza meta
Il documento di lavoro per il Sinodo è infarcito di “ascolto”, “circolarità”, “conversione relazionale” e “conversazione nello Spirito”. Per “camminare insieme” basta il come, senza sapere dove. Continue reading Sinodalità, cammino senza meta
#Apostasia#Bergoglio#cattivi maestri#falsi profeti#fumo di satana#idiozie clericali#Jean Claude Hollerich#Jean-Claude Hollerich#mario grech#papa Francesco#pastoralismo#piero coda#sedicenti cattolici#sinodalismo#sinodalità#spirito del concilio
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Marina Gasparini Librobianco a cura di Valerio Dehò
Il mondo comincia con un libro. Speriamo che finisca allo stesso modo. La vita è una favola, anzi tante favole se qualcuno ha la fortuna di avere la propria vita allietata da tante storie raccontate. Per qualunque cosa facciamo, ascoltiamo, sentiamo, c'è sempre un libro pronto a raccontarla. Anche se non lo sappiamo, anche se quel libro è il libro che non abbiamo mai letto. Non abbiamo molte certezze su cui fondare la nostra speranza, il libro è uno dei pochi. Allora perché un 'artista visivo' modella il suo lavoro come un libro? Forse per un bisogno di verità, per proiettare in un oggetto sicuro e riconoscibile l'evanescenza dell'arte. Scripta manent , non solo oggi ma anche domani e dopodomani. Le parole svelano il loro significato abituale, attraverso i loro puntini di sospensione, con quegli equivoci che sostanziano la verità della realtà. Un diario per scandire il tempo, i disegni per scandire lo spazio. Questa è l'illusione che raffigura e riempie una visione che non abbiamo. Vivere e abitare non sempre coincidono nello stesso spazio. Tuttavia Marina cerca di eguagliare questi strani. Il suo Libro Bianco è una vita che rivendica la propria esistenza. Ci ricorda La pubblicità della casa in cui non voglio più vivere di Bohumil Hrabal. Il suo libro parla con discrezione di una mentalità organizzata allo stesso tempo in modo rigoroso e casuale. Il disegno, laddove è rigorosamente pianificato, apre una breccia sulla quotidianità. Le parole però non anticipano né contraddicono le immagini. Vivono uno accanto all'altro, sospendendo ogni inizio e fine in una dimensione dove il tempo è azzerato dalla sua circolarità.
Valerio Dehò, maggio 2003
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