#cinema di san benedetto
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Imaginaria 2024: consegnato il secondo premio alla carriera all'artista della Claymation Iza Plucinska, stasera tocca a JEF Laguionie con la prima nazionale del suo "Slocum"
Continua tra proiezioni, laboratori per bambini e ragazzi, masterclass ed eventi speciali la XXII edizione di Imaginaria – Festival Internazionale del Cinema d’Animazione d’Autore: ad animare ieri sera il palco del Chiostro di San Benedetto la talentuosa animatrice polacca Izabela Plucinska, vincitrice dell’Orso d’Argento nella Short Film Competition alla Berlinale e premiata ad Imaginaria con il…
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Dopo il grande successo della stagione 2022-23 tornerà in scena, dopo oltre 220 repliche, venerdì 9 febbraio 2024 alle ore 21.00 al Nuovo Teatro Orione - via Tortona 7, non lontano da piazzale Re di Roma - la pièce di Henry Lewis, Jonathan Sayer e Henry Shields Che Disastro di Commedia, regia di Mark Bell, traduzione di Enrico Luttmann, ed interpretata da Stefania Autuori, Matteo Cirillo, Viviana Colais, Valerio Di Benedetto, Massimo Genco, Alessandro Marverti, Igor Petrotto e Marco Zordan. Un grande successo internazionale che in epoche pre pandemia è andato in scena in contemporanea in varie capitali europee: Londra, Parigi, Varsavia, Budapest, Atene e Roma. In Italia, nell’autunno/inverno 2019-20, era al suo quarto anno consecutivo di tournée (dopo il debutto al Teatro Greco del dicembre 2016). Nella sola stagione 2018/19 la commedia ha attraversato otto regioni (Lazio, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Molise), è andata in scena in ventinove teatri (fra cui due in Svizzera), ha fatto registrare ventidue en plein di pubblico ed è stata vista da circa trentaduemila spettatori. Dopo il grande ritorno nella stagione 2021-22 (aprile 2022 al Teatro Parioli di Roma), lo spettacolo è andato in scena, sempre a Roma, al Nuovo Teatro Orione nel febbraio 2023 e poi al Cinema Teatro Astra di San Giovanni Lupatoto (VR) all’inizio di marzo. «Questo spettacolo, The Play That Goes Wrong, è nato nel 2012, in un piccolo teatro all’interno di un pub di Londra che si chiama The Old Red Lion. Con un massimo di sessanta spettatori a sera e una scenografia “costruita” dagli attori stessi, questo spettacolo ha avuto un tale successo da debuttare poi in prima mondiale nel 2014 al Duchess Theatre di Londra […]. La commedia è stata scritta da Jonathan Sayer, Henry Shields e Henry Lewis, appositamente per la Compagnia Mischief Theatre. Mi chiesero di farne la regia, perché molti spunti contenuti nella commedia, provengono proprio dal mio lungo lavoro fatto con loro, come allievi-attori alla LAMDA (London Academy of Music & Dramatic Art). Sono immensamente riconoscente alla Mischief Theatre per questo! È la Compagnia più determinata con cui abbia mai lavorato e il successo della commedia è frutto dell’impegno, della tenacia e del talento comico degli attori. Lo spettacolo ha avuto sette mesi di tournée, in tutto il Regno Unito ed io ho diretto due cast che hanno sostituito, nel tempo, la Compagnia originale […], così come anche i cast internazionali in Ungheria, Australia, Francia […] Come a Londra, ho il privilegio di lavorare con attori di grande talento che si impegnano seriamente e quello che vedrete sarà frutto della loro abilità, dedizione e capacità di essere “stupidi”! Non sottovalutate quest’ultima cosa, si tratta di una capacità straordinaria e rara. Io ho solo aiutato» (Mark Bell) Che Disastro di Commedia narra la vicenda di una compagnia teatrale amatoriale che, dopo aver ereditato improvvisamente una ragguardevole somma di denaro, tenta di produrre un ambizioso spettacolo che ruota attorno ad un misterioso omicidio commesso nel West End negli anni Venti. Il racconto prende forma fra una scenografia che implode a poco a poco su se stessa ed attori strampalati che, con estro e inventiva, provano goffamente a parare i colpi dei vari tragicomici inconvenienti che si intromettono fra loro ed il copione, tanto da non lasciare spazio a nient’altro che a incontenibili risate e divertimento travolgente. Fra paradossi e colpi di scena, gli attori non si ricordano le battute, le porte non si aprono, le scene crollano, gli oggetti scompaiono e riappaiono altrove. Tutto è studiato fin nei minimi dettagli con smaliziato umorismo senza mai risultare artefatto o demenziale. Il ritmo incessante dello spettacolo, se da un lato coinvolge il pubblico in un impetuoso vortice di ilarità, dall’altro manifesta la grande fatica fisica che i protagonisti mettono in gioco per rappresentare i disastri che si accumulano in un crescendo senza controllo.
Da applauso le performances degli otto protagonisti, un cast di istrionici professionisti dalla grandissima abilità nel padroneggiare i tempi comici di recitazione, nel passare continuamente, con grande camaleontismo, da un registro recitativo all’altro, riuscendo così a trasformare la commedia in un vero e proprio gioiellino che porta con sé l’inconfondibile profumo dell’«evergreen». Il regista inglese Mark Bell mette in scena lo spettacolo The Play That Goes Wrong(in italiano, Che Disastro di Commedia) nato nel 2012 in un piccolo teatro all’interno di un pub di Londra, “The Old Red Lion”, con un massimo di sessanta spettatori a sera ed una scenografia “costruita” dagli attori stessi. Questo spettacolo ha avuto un tale successo da debuttare poi in prima mondiale nel 2014 al Duchess Theatre di Londra. Molti i riconoscimenti ottenuti: due Olivier Awards, un WhatOnStage Award, un BroadwayWorld Uk, un Premio Molière, un Tony Award e un Drama Desk. Scritta da Jonathan Sayer, Henry Shields e Henry Lewis, appositamente per la Compagnia Mischief Theatre, è stata tradotta e portata in oltre venti Paesi, sempre diretta da Mark Bell, sbarcando anche in Australia, in Nuova Zelanda e, negli Stati Uniti, a Broadway (prodotta da J.J. Abrams, al suo debutto nel mondo del teatro). Che Disastro di Commedia di Henry Lewis, Jonathan Sayer e Henry Shields – regia: Mark Bell; traduzione: Enrico Luttmann; interpreti: Stefania Autuori, Matteo Cirillo, Viviana Colais, Valerio Di Benedetto, Massimo Genco, Alessandro Marverti, Igor Petrotto, Marco Zordan; scene: Nigel Hook, riprese da Giulia De Mari; costumi: Roberto Surace, ripresi da Francesca Brunori; musiche: Rob Falconer; disegno luci: Marco Palmieri; scenotecnica: Amodio Srl – Dari Automazioni; produzione: AB Management - sarà in scena al Nuovo Teatro Orione fino a domenica 3 marzo 2024 (orario: venerdì 9, 16 e 23 febbraio e 1° marzo, ore 21.00; sabato, 10, 17 e 24 febbraio e 2 marzo, doppio spettacolo ore 17.00 e ore 21.00; domenica 11, 18 e 25 febbraio e 3 marzo, ore 17.00).
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La Cattedrale di Ferrara e i legàmi invisibili in questa grande opera collettiva
Immagine tratta dal documentario “Tesori nella pietra” Si avvicina la data di riapertura del Duomo di Ferrara: il 15 dicembre nel Cinema San Benedetto la presentazione dei lavori e la proiezione del nuovo documentario “Tesori nella pietra” Ormai si avvicina l’atteso momento della riapertura della Cattedrale di Ferrara al culto. Nel frattempo, la nostra Arcidiocesi propone all’intera comunità…
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Sfila la Marlene di Vittorio Camaiani, omaggio alla Dietrich
Baschetto colorato, pantaloni a vita alta e dolcevita, sfila a Roma la Marlene di Vittorio Camaiani. Con la nuova collezione Fall/Winter 2023/24 dedicata alla Dietrich, lo stilista di San Benedetto del Tronto, rende omaggio all’affascinante diva Marlene Dietrich, che, oltre ad essere uno dei miti eterni del cinema, ha lasciato in eredità al pubblico femminile uno stile del vestire…
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Mantova: Adelmo Cervi ripercorre la tragica vicenda dei sette fratelli Cervi, militanti antifascisti uccisi nel 1943
Mantova: Adelmo Cervi ripercorre la tragica vicenda dei sette fratelli Cervi, militanti antifascisti uccisi nel 1943 Un libro e un film in programmazione a Mantova per raccontare la storia, i ricordi e le testimonianze dei familiari dei sette fratelli Cervi uccisi dai fascisti il 28 dicembre 1943, attraverso la voce narrante di Adelmo, figlio di Aldo, uno dei fratelli. “Aldemo, antifascista militante, svolge un viaggio a ritroso per dare un’immagine di suo padre Aldo – spiegano gli organizzatori –, un uomo che ha combattuto la dittatura, ma che aveva anche una vita segnata dal lavoro, dagli affetti, dalle speranze. Quello di Adelmo è un impegno politico e sociale nel segno della presenza di quel padre perduto”. Il Comune di Mantova ha accolto con piacere l’opportunità di poter diffondere questa storia nell’anno in cui si celebra l’ottantesimo anniversario dell’eccidio dei Cervi per mano dei fascisti. In particolare, sono stati organizzati, in collaborazione con Anpi-Sezione di Mantova, due eventi. Venerdì 27 ottobre, alle 10.30, per le scuole secondarie di secondo grado del Comune di Mantova, e alle 20.45 per la cittadinanza, presso il cinema Mignon in via Benzoni 22, verrà proiettato il docufilm “I miei sette padri”, realizzato dalla regista Liviana Davì. A seguire vi sarà l’intervento di Adelmo Cervi e della regista. Tutta la sceneggiatura è basata sul libro "Io che conosco il tuo cuore. Storia di un padre partigiano raccontata da un figlio" scritto da Adelmo Cervi insieme a Giovanni Zucca, da cui sono tratte le letture di alcuni passi presenti nel docufilm. Poi, sabato 28 ottobre, alle 10, presso la sala Peppino Impastato della Biblioteca Baratta, in corso Garibaldi 88, verrà presentato il libro “I miei sette padri. Storia di una grande famiglia antifascista raccontata da un figlio” di Adelmo Cervi. Entrambi gli appuntamenti sono ad ingresso libero, senza prenotazione e gratuito fino ad esaurimento posti. Per info scrivere a [email protected] “Da un incontro con Adelmo Cervi all’Arci Virgilio, è nata l’idea di prendere parte attiva nella diffusione di iniziative di questo tipo – ha detto l’assessora del Comune di Mantova Alessandra Riccadonna, che porterà i saluti iniziali agli incontri –. In un periodo storico in cui siamo circondati da notizie di ingiustizie e guerre che affliggono il mondo, dobbiamo prendere posizione scegliendo di schierarci contro ogni tipo di sopruso evitando l’indifferenza. Militanti significa essere cittadini responsabili e consapevoli di ciò che ci circonda prendendo posizione. E come dice Adelmo Cervi ‘C’è ancora tanto per cui lottare, in questo mondo’”. Quella di Mantova si inserisce all’interno di una più ampia diffusione sul territorio mantovano che coinvolge anche altri Comuni, in una tre giorni che rappresenta un ricordo collettivo di 80 anni di Resistenza. Nello specifico si menzionano due ulteriori iniziative sul territorio a titolo gratuito che prevedono, a chiusura, momenti conviviali con gli ospiti (per cui si richiede un contributo): sabato 28, alle 17.30, presso il Locale Arci Primo Maggio a San Benedetto Po e domenica 29 ottobre, alle 17, presso il Teatro Mondo 3 di Moglia.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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𝘾'𝙚𝙧𝙖 𝙪𝙣𝙖 𝙫𝙤𝙡𝙩𝙖 𝙞𝙣 𝙄𝙩𝙖𝙡𝙞𝙖 #OGGI, #sabato #20maggio, è a Sanbenedetto del Tronto alle 16:30, presso la sala #cinema dell'Hotel Progresso San Benedetto del Tronto. Dopo la visione del #film ci sarà un dibattito in sala con le associazioni del territorio.
UN'INCHIESTA SULLA #PRIVATIZZAZIONE DELLA #SANITÀ, UNA STORIA EPICA DI #RIBELLIONE E #LOTTA❗✊
🎞️ #trailer: https://youtu.be/ePNtgZmMOW8
Non è solo la storia dell'ospedale di #Cariati, in provincia di Cosenza, chiuso nel 2010 per il piano di rientro dei conti pubblici, ed occupato dieci anni dopo, in pieno periodo covid, da un gruppo di cittadini che ne chiedono la riapertura. Nel film 𝘾'𝙚𝙧𝙖 𝙪𝙣𝙖 𝙫𝙤𝙡𝙩𝙖 𝙞𝙣 𝙄𝙩𝙖𝙡𝙞𝙖 c'è la storia tutto il Paese, ci sono i 200 ospedali chiusi in Italia nel decennio dal 2010 al 2020, ci sono le migliaia di altri presidi ospedalieri che nello stesso periodo sono stati oggetto di declassamento, soppressione di reparti, decurtazione di servizi, specialità, professionalità.
Ma qual è il filo conduttore che unisce il destino di questi ospedali e delle popolazioni dei rispettivi territori? Quali sono le cause profonde che muovono le politiche di smantellamento del sistema sanitario nazionale, dello stato sociale e dei diritti costituzionali dei cittadini?
𝘾'𝙚𝙧𝙖 𝙪𝙣𝙖 𝙫𝙤𝙡𝙩𝙖 𝙞𝙣 𝙄𝙩𝙖𝙡𝙞𝙖 vede nel cast personaggi eccezionali come #RogerWaters dei #PinkFloyd, #KeanLoach, #GinoStrada, Le Lampare Bassojoniocosentino, Vittorio Agnoletto, #JeanZiegler, il prof. #IvanCavicchi ed altri.
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From the depth: Necrodeath, la leggenda continua
Contesto storico culturale
Correva l’anno 1984. I Van Halen pubblicavano l’album 1984, la scena metal iniziava a distinguersi e, perché no, ‘perdersi’ in mille rivoli e sottogeneri. Iniziavano ad emergere filoni estremi. Oltre a lustrini e paillettes il mondo metal si stava tingendo sempre più di nero. Il contesto sociale era in fermentazione per infiniti motivi politici e non.
Cronaca a avvenimenti in Italia.
Nel nostro paese il 1984 fu caratterizzato da:
18 febbraio, la religione cattolica cessa di essere religione di Stato e si apre nel Paese la libertà a ogni culto: firmato da Craxi e il cardinal Casaroli il nuovo concordato Stato-Chiesa. Altra firma, Craxi la mette su un decreto legge d’urgenza che consente alle reti televisive private, in assenza di una legge sull’emittenza, di riprendere le trasmissioni. Muore una delle più importanti figure politiche italiane, Enrico Berlinguer, e sulla scia emotiva dell’avvenimento, il PCI è il primo partito italiano alle Europee di giugno.
Pochi giorni prima di Natale, una bomba uccide 16 persone sul rapido Napoli-Milano, nei pressi di San Benedetto Val di Sambro. La stagione vigliacca degli attentati non è ancora finita. Scoppiano in estate due dei primi polizieschi mediatici: a Vercelli, la “santona” chiamata Mamma Ebe è condannata a dieci anni di carcere per truffa, sequestro di persona, abbandono di malati ed esercizio abusivo della professione medica.
A Firenze, vengono ritrovati i cadaveri di Pia Rontini e Claudio Stefanacci, due giovani uccisi secondo le modalità del “mostro di Firenze”. Tommaso Buscetta comincia a cantare: in base alle sue rivelazioni vengono emessi 366 mandati di cattura.
La commissione parlamentare sulla P2 scopre poco e niente, e soprattutto non trova l’archivio segreto di Gelli che avrebbe dovuto fare luce sulla struttura di vertice dell’organizzazione massonica.
Nel resto del mondo:
24 gennaio – Apple lancia il Macintosh: Uno Steve Jobs in versione elegante, con blazer doppio petto blu, camicia bianca e papillon verde chiaro (siamo lontani dallo stile casual degli anni 2000), presenta a 2.600 persone il Macintosh 128k, il più il più famoso personal computer sviluppato dalla Apple che inaugura una nuova era nel mondo dell’informatica: l’era dei Mac!
1° giugno – Al cinema “C’era una volta in America”: Di sodalizi riusciti il cinema ne ha vissuti tanti, ma quello tra il regista Sergio Leone e il compositore Ennio Morricone è qualcosa di sublime. L’ultimo capolavoro che consegnano alla storia della “settima arte” è C’era una volta in America, ritratto di struggente malinconia del genere gangster, che va dall’America degli anni Venti ai favolosi anni Sessanta, passando per la fine del Proibizionismo.
4 giugno – Pubblicato Born in the U.S.A. di Springsteen: Un uomo in jeans e con un berretto rosso in tasca, voltato di spalle sullo sfondo della bandiera degli USA. Con questa storica copertina debuttò nei negozi Born in the U.S.A., settimo album di Bruce Springsteen. Da quel 4 giugno del 1984 il mondo cominciò ad impazzire per il “boss del rock”.
6 giugno – Inventato il videogioco Tetris: Una realtà da costruire con tanti mattoncini colorati che piovono dall’alto e che vanno incastrati con rapidità e precisione. È la mission di Tetris, videogioco tra i più popolari e longevi della storia. A inventarlo, per caso, fu il programmatore russo Aleksej Pažitnov, mentre lavorava a un test d’intelligenza sul computer sovietico “Electronika 60”, per conto dell’Accademia delle Scienze di Mosca.
La storia
In questo contesto mossero i primi passi i Necrodeath.
I Necrodeath si formarono a Genova il 5 febbraio 1984, con il nome Ghostrider, ad opera del batterista Peso e del chitarrista Claudio. I due decisero di far nascere un proprio gruppo in seguito alla tappa italiana del tour dei Venom alla quale Peso e Claudio assistettero. Fin dalle prime apparizioni, i componenti si facevano conoscere con gli pseudonimi Ingo Veleno (voce), Mark Peso (batteria), Fuckin’ Clod (chitarra) e Peter Volcano (basso). Con questa formazione incisero la demo Mayhemic Destruction. Nel 1985 il nome del gruppo fu ufficialmente cambiato in Necrodeath e con esso i loro relativi nomi si trasformarono da Ingo Veleno in Ingo, da Mark Peso in Peso, da Fuckin’ Clod in Claudio e Paolo, che sostituì Peter Volcano. Così venne inciso, nello stesso anno, il demo The Shining Pentagram.
Questa prima demo-release è ancora considerata un vero e proprio “pezzo di storia thrash/black”.
I Necrodeath esordirono con il primo concerto dal vivo assieme agli Hate il 21 marzo 1986 al Teatro Verdi di Sestri Ponente. Nel 1987 pubblicarono il loro disco di debutto, dal titolo Into the Macabre, album caratterizzato da un thrash metal violento e chiaramente ispirato a Slayer, Bathory, Venom, Possessed, Dark Angel e Kreator. Acquisita una buona fama, nel 1989 il gruppo pubblicò il secondo capitolo discografico, denominato Fragments of Insanity. La carriera dei Necrodeath subì un arresto sul nascere e il comportamento poco professionale della loro label spinse la band a sciogliersi improvvisamente agli inizi degli anni novanta. Ogni componente si dedicò a nuovi progetti; da rilevare che nel 1991 Peso fondò, insieme al chitarrista Tommy Talamanca, il gruppo death metal Sadist (ispirato dal nome di una vecchia canzone dei Necrodeath, “Necrosadist”), uno dei più importanti gruppi death metal italiani che ha avuto anche occasione di suonare con i Carcass nel 1995.
Ma le voci su un ritorno di Necrodeath iniziarono a circolare.
Finalmente, nel 1998, Peso e Claudio hanno risollevato dalle ceneri la prima e unica leggenda black/thrash italiana. La band firmò subito un contratto con Scarlet, ristampò il primo album ‘Into The Macabre’ su CD e iniziò a lavorare su nuovo materiale.
È passato un anno dalla loro rinascita e la leggenda del black/thrash italiano è tornata con il loro album più spaventoso ed estremo di sempre. Registrato agli Underground Studios, Svezia (Carnal Forge, Ebony Tears, Lost Souls, Killing Machine) nel settembre 1999, ‘Mater Of All Evil’ ha mostrato una stupefacente produzione assassina e prestazioni tecniche di grande talento. Velocissimo, ultra-aggressivo e supportato dalla voce malvagia da incubo del nuovo cantante Flegias, “Mater Of All Evil” è stato il terzo album dei Necrodeath a uscire dopo 10 anni di silenzio.
Sempre guidata dai compositori d’altri tempi Claudio (chitarra) e Peso (batteria), la band, più forte che mai, era pronta a portare nuova linfa fresca alla scena metal estremo. Puro, violento e maligno, ‘Mater Of All Evil’ ha dimostrato di essere l’essenza di ciò che abbiamo amato in passato: Slayer, Possessed, Kreator, Destruction, Sodom, Bathory, Dark Angel.
Thrash/black metal al suo meglio. La risposta sia dei media che del pubblico è stata semplicemente incredibile. I Necrodeath hanno infiammato il mondo con alcune esibizioni dal vivo “devastanti”, incluse le apparizioni al No Mercy Festival e Gods Of Metal! Dopo alcuni mesi di pausa e pesanti prove, la band esce con nuove killer songs e un sorprendente entusiasmo per la loro musica, celebrato con l’home video ‘From Hate To Scorn’ (aprile 2001), una sorta di tributo ai fan che ha sostenuto la band per tutti questi anni. Il lungo viaggio verso l’inferno non si ferma mai e i Necrodeath iniziano a progettare il nuovo album. il 4° della loro carriera!
‘Black As Pitch’ contiene l’atteggiamento più violento che i black-thrashers italiani abbiano mai mostrato prima. La sessione di registrazione si è svolta nuovamente presso gli studi Underground in Svezia con il produttore Pelle Saether. Acclamato dalla critica come la naturale evoluzione di ‘Mater Of All Evil’, il 4° album ‘Black As Pitch’ ha confermato ancora una volta la leadership nella scena italiana e si è rivelato l’album dei Necrodeath più acclamato in America e in Asia. La band ha anche preso parte al Tattoo The Planet Festival a Milano, Italia, insieme a Slayer, Soulfly, Children Of Bodom e Moonspell tra gli altri. È stato anche girato un videoclip per la canzone “Process Of Violation” e si è iniziato a concepire un nuovo album.
‘Ton(e)s Of Hate’ arriva nel settembre 2003. Questa volta la band decide di trascorrere più tempo in studio e sceglie uno dei migliori in Italia, Outer Sound (Novembre, Stormlord, Rosae Crucis, DGM), con produttore Giuseppe Orlando (anche batterista nei Novembre). Il mastering ha avuto luogo presso la Mastering Room in Svezia con Goran Finnberg (Soilwork, In Flames). Il risultato è stato un album complesso e sperimentale, che conserva ancora pienamente l’approccio estremo a lama di rasoio degli ultimi due album ‘Mater Of All Evil’ e ‘Black As Pitch’. L’album conteneva anche “The Flag”, una nuova versione della canzone originariamente inclusa nel capolavoro di debutto “Into The Macabre” e intitolata “The Flag Of The Inverted Cross”.
Il 2006 ha visto i Necrodeath pubblicare il sesto album in studio della loro lunga carriera, album che ha seguito i più acclamati successi (’20 Years Of Noise 1985-2005′ ha celebrato il 20° anniversario della band) e ha dato inizio a una nuova era per la band, nonostante il fatto che l’ex chitarrista Claudio sia uscito nello stesso periodo per motivi personali. I Necrodeath hanno iniziato a lavorare al nuovo album con il talentuoso giovane chitarrista Andy, ma subito dopo la registrazione (con le sessioni di registrazione che si sono svolte di nuovo agli studi Outer Sound), è stato sostituito da Pier Gonella dei Labyrinth.
‘100% Hell’, l’attesissimo nuovo album, è stato descritto come l’album dei Necrodeath più vario finora, contenente 10 tracce furiose che spaziano dal veloce assalto thrashing della metà degli anni Ottanta all’olocausto sonoro orientato al groove mostrato con gli ultimi sforzi. La band è stata orgogliosa di annunciare un’apparizione speciale del potente Cronos (Venom), universalmente descritto come il padrino del black metal. Seguì un tour europeo con i maestri del black metal Marduk.
‘Draculea’, il settimo album dei Necrodeath, pubblicato nell’ottobre 2007, è un concept intrigante sulla vita del re delle tenebre Vlad Tepes, con una vasta gamma di nuove influenze eseguite da una band al top della forma. Gli sforzi artistici sono stati ancora una volta gestiti dal famoso artista/regista Chad Michael Ward (che in precedenza ha lavorato con Marilyn Manson, Fear Factory, Billy Idol, Allhelluja tra gli altri) e Peter In De Betou (Marduk, Meshuggah) ha masterizzato l’album nei suoi studi Taylor Made in Svezia. È stato anche pubblicato uno straordinario videoclip per la canzone “Smell Of Blood”.
Ma è giunto il momento per il nuovo, ottavo album in studio dell’ormai leggendario gruppo.
‘Phylogenesis’ è il titolo della nuova fatica, un concept sull’origine della specie, 9 killer track sul passato, il presente e il futuro della popolazione mondiale.
La nuova formazione, composta dal bassista GL (in sostituzione dell’ex bassista John) e dal chitarrista Pier Gonella, insieme agli ex membri Peso e Flegias, è compatta come non mai e il risultato della loro collaborazione è uno degli album più pesanti e ispirati della band di sempre.
L’album è stato ancora una volta registrato agli Outer Sound Studios di Roma, in Italia, con Giuseppe Orlando (Novembre) che si è occupato del missaggio. Il mastering è stato fatto presso il rinomato Fear Studio di Ravenna, Italia. L’incredibile artwork è venuto da Nerve Design (Nile, Threshold, Legion Of The Damned, Vision Divine, Exilia). I Necrodeath intraprendono un intenso programma di tournée per promuovere il nuovo sforzo.
Sono seguiti diversi concerti di alto profilo, e con il 2009 che ha segnato un clamoroso 25° anniversario per la band, i Necrodeath hanno iniziato a festeggiare in grande stile con le ristampe in vinile dell’innovativo album di debutto “Into the Macabre” e una versione EP da 10″ del famigerato ” The Shing Pentagram” demo tape originale, entrambi in edizione molto limitata.
La band è rientrata in studio (questa volta nelle proprie strutture dei Quake Sound Studios) per spingersi un po’ oltre e celebrare adeguatamente quei 25 anni di rumore. Il risultato è “Old Skull”, non solo un altro album di cover, ma una fedele rivisitazione delle radici oldschool prive di ruggine dei Necrodeath, registrata, confezionata e pubblicata in vero stile underground. Comprese le apparizioni di membri ex-Necrodeath, ex-Schizo e Bulldozer, “Old Skull” è forza, culto e coerenza rituale dall’inizio alla fine.
Esce a maggio 2011 “The Age of Fear” su Scarlet Records, con canzoni dal loro intero catalogo precedente, a partire dal leggendario album di debutto del 1987 ‘Into The Macabre’ fino al loro ultimo ‘Old Skull’, ‘The Age Of Fear’ cattura l’intero essenza della band fino ad oggi in attesa del loro prossimo nuovo album, in uscita nell’autunno del 2011 su Scarlet Records.
“The Age of Fear” contiene 15 brani classici tra cui la versione “onirica” nedita della canzone “Queen Of Desire”, con la partecipazione di Giorgia Gueglio (Mastercastle) alla voce e Botys Beezard (Godyva) al piano, la splendida cover versione di “Black Magic” degli Slayer e la versione live di “The Theory” della band. La bellissima opera d’arte è stata realizzata dall’artista francese Pierre-Alain D. presso 3mmi Design.
Ma è giunto il momento per il nuovissimo album dei Necrodeath ‘Idiosyncrasy’, probabilmente il più impegnativo della band fino ad ora, sia musicalmente che liricamente. Consiste in una singola traccia di 40 minuti che riassume l’approccio musicale dei Necrodeath senza necessariamente cercare di suonare “progressivo”.
Il batterista Peso ha scritto ancora una volta la maggior parte della musica, questa volta con il grande aiuto del chitarrista Pier Gonella, la cui importanza all’interno delle dinamiche della band è in costante aumento. Il cantante Flegias e Peso sono coautori del concept lirico, ispirato dall’eterno conflitto tra il bene e il male e la lotta per raggiungere la pace interiore contro ogni previsione.
“Idiosyncrasy” è stato registrato agli Outer Sound Studios di Roma, in Italia, e ai Music Art Studios di Rapallo, in Italia, e mixato da Giuseppe Orlando (Novembre). L’artwork, ispirato al film classico di Quentin Tarantino “Reservoir Dogs”, è stato realizzato da Nerve Design (Nile, Threshold, Vision Divine, Bulldozer). Leif Jensen (Dew-Scented) è accreditato come ospite molto speciale alla voce. ‘Idiosyncrasy’ uscirà il 25 ottobre 2011 su Scarlet Records.
Intorno al 2013, gennaio, i Necrodeath hanno celebrato la loro lunga attività, con un DVD pubblicato dalla Scarlet Records, chiamato “Helllive”. Questo DVD contiene due live registrati nel 2012 a Milano e Catania, più interviste, scene di vita on the road e videoclip. Nello stesso anno, la band ha suonato molti concerti in Italia e all’estero.
A marzo 2014 è stato pubblicato un singolo ep chiamato “Wrath” per l’etichetta Night Of The Living Dead. “Wrath”, uscito in edizione limitata è l’anteprima del prossimo, decimo album della band. Infatti un mese dopo, l’album “The 7 deadly sins” usciva sempre per la Scarlet Records. Questo album è composto da sette tracce, ognuna ispirata ai sette peccati capitali, più due tracce extra, “Thanatoid” e “Graveyard of the innocents”. Per il brano “Wrath” è stato rilasciato un videoclip. L’album è stato supportato da esibizioni dal vivo come festival e atto di apertura per Marduk, At The Gates…
Un altro singolo è uscito nel 2015, intitolato “Headhunting”, in edizione limitata come il precedente, per l’etichetta Terror From Hell. In questa uscita ci sono due ospiti molto speciali, come Mantas e Demolition Man di Venom Inc. / M.pire of Evil. E’ uscito anche un videoclip del brano “Headhunting”, eseguito dai membri di entrambe le band. Dopo questa uscita, i Necrodeath hanno tenuto vari concerti in Italia.
A maggio 2016 la band entra in studio per la registrazione di nuovi brani, insieme ai Cadaveria. Infatti entrambe le band hanno nella loro formazione Flegias/Marcello Santos e GL/Peter Dayton. Pubblicheranno un EP chiamato “Mondoscuro”. La data di uscita è 2016, settembre, per l’etichetta Black Tears.
2018: “The Age Of Dead Christ” è l’undicesimo album dei Necrodeath, 33 anni dopo il loro ingresso sulla scena, quando è stato pubblicato l’ormai leggendario demo tape “The Shining Pentagram”. 33 come l’età di Cristo, il Cristo morto, come dice il titolo dell’album. I Necrodeath tornano alle loro radici rilasciando uno dei capitoli più veloci, violenti e brutali del loro mortale percorso musicale. La copertina ricorda l’artwork tipico dei demo tape degli anni Ottanta e presenta il vecchio logo della band.
“The Age Of Dead Christ” include la canzone “The Return Of The Undead”, una nuova versione del classico della band “The Undead” (originariamente inclusa nell’album di debutto del 1987 “Into The Macabre”), con un’altra leggenda del metal estremo alla voce, il possente A.C. Wild dei Bulldozer.
Aprile 2019: Defragments Of Insanity’ è la ri-registrazione del secondo album dei Necrodeath ‘Fragments Of Insanity’, originariamente pubblicato nel 1989. Questa nuova versione riesce a mantenere intatta la brutalità e l’atmosfera cupa originali dell’album, pur con un approccio molto particolare dell’attuale formazione della band, la più longeva nell’illustre carriera dei Necrodeath.
Defragments Of Insanity’ segue l’uscita di ‘The Age Of Dead Christ’, l’ultima raccolta di materiale originale dei Necrodeath, l’undicesima nella loro carriera, 33 anni dopo il loro ingresso nella scena, quando l’ormai leggendario demo tape ‘The Shining Pentagram ‘ è stato rilasciato.
Considerato un classico di culto per decenni, “Fragments Of Insanity” è la quintessenza dell’album Thrash/Black Metal, un album che ha influenzato molte band nel corso degli anni ed è stato elogiato sia dai fan che dagli artisti. E questa nuova versione darà la possibilità ai fan più giovani di possedere un pezzo di storia che non era più facile da trovare.
Aprile 2020: ‘Neraka’ è un nuovo EP in uscita per Black Tears. “Neraka” è un viaggio infernale composto da cinque tracce. Tre nuove canzoni intitolate “Inferno”, “Petrify” e “Succubus Rises”, una versione live di “Flame of Malignance” e una cover classica dei Dead Kennedys, come “California Uber Alles”. Rilasciato in formato digipack, “Neraka” è stato registrato, mixato e masterizzato al MusicArt Studio di Rapallo (Genova-Italia), sede dei NECRODEATH. Per quanto riguarda l’artwork, la band ha rinnovato la collaborazione con Jacob Angel (che ha eseguito il video di “Metempsicosi”), e Monica Tomaino, che interpretano in copertina il ruolo dietro i titoli di tre nuovi brani: l’angelo caduto, Medusa e Succubus.
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Sabato 11 marzo
All’interno della rassegna
RISATE DA PAURA
@ Transilvania Rock Star Hotel
Spettacolo di
Duilio Pizzocchi
comico e cabarettista italiano
e cena
COSTO 38 EURO
Inizio h 21.30
Translivania Rock Hotel
Via Autostazione, 95,
San Benedetto Val di Sambro BO
A 300 mt dall’uscita PIAN DEL VOGLIO - autostrada BOLOGNA FIRENZE
https://transilvaniahotel.it/
È apparso in televisione in numerose trasmissioni in onda su reti locali, a partire dal 1983. Le prime trasmissioni furono con Gilberto Rivelli, su reti locali come Nuovatelevisione e poi Rete 7, contesto in cui si svilupparono alcuni dei suoi personaggi più noti, come l'invadente imbianchino ferrarese Duilio Pizzocchi e lo sregolato camionista Ermete Bottazzi, e altri poi ripresi su altre televisioni locali e negli spettacoli dal vivo, come Cactus, il tossicodipendente sempre in cerca di spicci, l'astrologa Donna Zobeide, il boss mafioso italo-americano Eddy Collante, e la vecchietta acida e iettatrice Nonna Novella.
Dal 1988 Pagliari ha intrapreso a tempo pieno la carriera del cabaret, collezionando apparizioni presso un vasto numero di televisioni locali di diversi livelli (Rete Mia, Rete 7, Odeon TV, Antenna 1, Italia 7, Rete 8 e Nuova Rete) e altre, meno frequenti, in trasmissioni a diffusione nazionale, per esempio Zelig (edizione del 2000, su Italia 1) Maurizio Costanzo Show (2001, Canale 5), Zelig Circus (2006, Canale 5), Tisana Bum Bum (Rai 2), Alle due su Rai Uno (Rai 1).
Con Andrea Sasdelli, alias Giuseppe Giacobazzi, e altri ha fondato nel 1992 un proprio spettacolo itinerante, il Costipanzo Show, che va in scena con cadenza settimanale in locali e teatri della zona di Bologna. Fra i suoi spettacoli teatrali si possono citare Coppia d'assi (con Giacobazzi) e lo spettacolo di monologhi Vernice fresca. Pagliari è anche noto come cronista di incontri di football americano. Nel 2008 è il protagonista della sit-com "Casa Pizzocchi", in onda su Tele1, ambientata in una casa nelle valli di Comacchio e con Duilio Pizzocchi, Andrea Poltronieri, Marco Dondarini ed Andrea Vasumi.
Al cinema ha recitato in vari film: Consigli per gli acquisti di Sandro Baldoni (1997), Baciato dalla fortuna di Paolo Costella (2011), All'ultima spiaggia di Gianluca Ansanelli (2012), Volevo nascondermi di Giorgio Diritti (2020) e Va bene così di Francesco Marioni (2021).
Nel 2020 ha pubblicato per Pendragon un libro di racconti dal titolo Fuori scena. Risate a sipario chiuso.
Conduce dal 2005 con Giacobazzi un programma radiofonico, Il Manicomico, che va in onda tutti i giorni su Radio Italia Anni 60 Emilia Romagna.
La formula della serata è quella delle cene a base di “risate da paura” in locali storici di Las Vegas sullo Strip come il Comedy Club.
Dietro alla rassegna c’è come sempre la mente creativa vulcanica di Ice Ferri, ideatore dell’hotel e delle attività che si svolgono all’interno della struttura inaugurata il 31 ottobre 2022. Particolare anche la proposta culinaria che gira intorno alla passione di Ice Ferri per il tartufo. Il tartufo è infatti alla base dei menù che saranno proposti durate le serate. Tartufi che provengono direttamente dalla tartufaia di Ice e che a Los Angeles, dove vive, lo hanno fatto conoscere, con il suo ristorante a Pacific Palisades a gente del jet set hollywoodiano, modaiolo (Calvin Klein è un abituèe) e a rock star come Fred Durst (Limp Bizkit) o Metallica.
Per informazioni su menù, spettacolo e prenotazioni; 380 101 3184
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Articolo su estense.com con un mio commento
#ferrara#amministrative 2019#cinema di san benedetto#associazioni#cattoliche#alberto bova#andrea firrincieli#roberta fusari#tommaso mantovani#giorgio massini#aldo modonesi#daniele botti#andrea rendine#lavoro#famiglia#ambiente
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SAN MARINO, LO "STATO CANAGLIA" Quell'indocile staterello grande poco più di Piazza Duomo, sta creando qualche grattacapo alla corazzata Italia e al di Lei Ministro degli Esteri. Oh Dio, per creare problemi a Di Maio basterebbe chiedergli la tabellina del 7 o molto più crudelmente la coniugazione di un qualsiasi verbo, senza infierire con gli irregolari. Fatto sta che San Marino é finita di fatto nella Lista dei Paesi nemici, altrimenti detti "canaglia" che non si inchinano alle Leggi dei Paesi evoluti, tra i quali ovviamente (nonostante Di Maio) figura anche l'Italia. Veniamo ai fatti. In un periodo di carenza vaccinale, mentre dagli schermi tv, più o meno improvvisati esperti, discutevano sulla bontà dei vaccini, La Repubblica dei Capitani, si era messa diligentemente in lista per vaccinare il suo Popolo. Dopo un incontro durato sei ore per spiegare a Di Maio dove si trovasse San Marino, perché era li' e che non era un quartiere di Riccione, la risposta fu di puro stampo leghista : Prima gli Italiani. I Sanmarinesi attesero pazientemente che i vaccini benedetti dall'UE, arrivassero sulle pendici del Monte Titano, in particolare il Pfizer, considerato "salvavita". Ma non arrivarono nemmeno le siringhe. Busso' alla porta del castello il Diavolo veste Putin, con la fialetta in mano dello Sputnik V, e come fa ancora Mastrotta, si mise a decantare l'improbabile bontà del prodotto. La Repubblica, stremata dall'attesa, accetto' il regalo russo. E vaccino' tutti i suoi Cittadini. Ma per l'UE, il vaccino non vale e quindi niente "green pass" a meno che il Popolo non si sottoponga ad un'altra dose di vaccino benedetto da Santa Madre Europa. Cosa che i Sanmarinesi non vogliono fare, preoccupati da quel "miscuglio vaccinale" nelle loro vene. Ma sappiamo che senza la Carta Verde non puoi nemmeno andare in toilette figuaratevi andare a lavorare in strutture scolastiche e sanitarie, o accedere a fiere, congressi, musei, teatri, cinema, piscine, parchi divertimento, centri termali, sale giochi in territorio italiano, né sedersi all’interno di bar e ristoranti se non entro il perimetro della loro Repubblica; ma nemmeno far visita ai parenti in ospedale e nelle residenze per anziani, prendere aerei o treni o imbarcarsi da qualche località italiana. Insomma saranno reclusi in pochi ettari di terra, sovrana ma isolata dagli altri. Ed ecco la genialata del Di Maio. Proroga fino a metà Ottobre dell'obbligo di presentare il Green Pass. Si va bene, ma dopo ? Dio vede e provvede. Le lamentele della piccola Repubblica sono giunte alle orecchie di Spock-Lavrov, Ministro degli Esteri russo. Incazzato é arrivato a Roma per chiedere all'amabile Ministro Di Maio, come mai i Sanmarinesi sono esenti ed i russi (vaccinati con il medesimo vaccino) invece NO. Voci di corridoio della Farnesina dicono che Giggetto s'é chiuso in bagno fino a quando il mastino russo non é tornato a Mosca. Ma poi, il 15/10, che succederà con San Marino ? L'ultima volta che abbiamo avuto un problemino con loro, abbiamo mandato l'Esercito a presidiare i confini. Era il lontano 1957 e la Repubblica dei Capitani si diede un Governo Social- Comunista. Apriti cielo. Mandammo i soldati a far la guerra ad uno dei pochi Paesi contro i quali probabilmente avremmo vinto. Era la "Notte di Rovereta". Il Governo dei mangia-bambini cadde e le truppe si ritirarono. Potremmo armare i soldati di siringhe e Pfizer e sterminarli, pardon vaccinarli, tutti, alla faccia dello Sputnik e dei Cremliniani. La pace sarebbe salva. L'Onore un po' meno. Claudio Khaled Ser
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Imaginaria 2024 inaugura sulle note trascinanti del Totò Jazz di Daniele Sepe, e oggi si parte con la grande Animazione di Ursula Ferrara e Laguionie
La XXII edizione di Imaginaria – Festival Internazionale del Cinema d’Animazione d’Autore, inizia con un grande successo di pubblico per il cineconcerto “Sepè le Mokò” di Daniele Sepe: soldout, infatti, l’esplorazione in chiave jazz della filmografia di Totò che si è tenuta ieri nel Giardino dei Limoni di San Benedetto. Ad aprire la kermesse di Conversano, inoltre, anche il vernissage della…
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In una zona collinare ricca di vigneti, situato su un’altura che domina la vallata sottostante in cui scorre il torrente Parma, si erge una delle migliori architetture fortificate d’Italia: il Castello di Torrechiara. Affiancato dal borgo omonimo, frazione di Langhirano in provincia di Parma. Voluto dal conte di San Secondo, nonché condottiero al servizio dei Visconti e degli Sforza, Pier Maria Rossi, come strumento di difesa e controllo ma anche come dimora per sé e la sua amata Bianca Pellegrini da Arluno. Dal 1911 il Castello è monumento nazionale italiano. Breve descrizione del castello Venne costruito sulle rovine di un più antico fortilizio, tra il 1448 e il 1460. Il maniero è sito ad una quota di circa 280 m s.l.m. e dispone di un doppio fossato e originariamente due ponti levatoi. Altri elementi di difesa sono le quattro torri angolari e le tre cerchia di mura. La natura residenziale del maniero si evince invece dagli ambienti interni, curati da artisti come nel caso del ciclo di affreschi attribuito a Benedetto Bembo nella Camera d’Oro. La stanza prende il suo nome dalle foglie d’oro zecchino che un tempo ricoprivano le formelle alle pareti che presentano gli stemmi dei due amati. Le scene sono l’unico esempio di dipinti medievali incentrati sull’amore cortese tra due personaggi realmente esistiti. Le altre sale del castello sono altrettanto riccamente affrescate, alcune delle quali sono opera di Cesare Baglione, come ad esempio la sala del Giove, quella della Vittoria, del Velario e del Pergolato. Al primo piano anche il salone degli Acrobati ascritto anche a Giovan Antonio Paganino. I temi sono quelli naturalistici, fantastici e a grottesche. Ci sono poi il cortile loggiato, un porticato e l’oratorio di San Nicomede. Il castello di Torrechiara e il cinema IL maniero è stato utilizzato come set cinematografico di diverse produzioni tra cui “Ladyhawke”, film del 1985 diretto da Richard Donner con Rutger Hauer, Michelle Pfeiffer e Matthew Broderick. Nel film il castello è la casa del cattivissimo vescovo nonché lo sfondo di bellissime riprese in cui i protagonisti attraversano i prati verdi e le colline nei dintorni. Una curiosità rispetto al film riguarda appunto l’ambientazione. Francesizzato il nome de L’Aquila che nella pellicola diventa Aguillon, in realtà la maggior parte è stato girato in Italia. Oltre a Torrechiara, c’è Castell’Arquato sempre in Emilia-Romagna, Campo Imperatore e Rocca Calascio in Abbruzzo, Soncino in Lombardia, Misurina in Veneto. Inoltre l’interno di San Pietro a Tuscania (Viterbo) è stata ricostruita a Cinecittà. Ladyhawke narra la storia di un sortilegio e di un amore. Il un borgo del Medioevo francese, un malvagio vescovo si invaghisce di Isabeau, la fidanzata del capitano Navarre e colpisce la coppia con una maledizione. Di giorno lei si trasforma in un falco mentre lui di notte, diventa un lupo. Un ladro evaso dalle segrete, insieme ad un vecchio frate aiuteranno la coppia a rompere l’incantesimo. L’atmosfera magica del castello di Torrechiara compare però anche in altre pellicole, come ad esempio quella di Bertolucci del 1981, La tragedia di un uomo ridicolo o nella più recente serie televisiva del 2014, i Borgia di Tom Fontana. E poi, la miniserie televisiva La certosa di Parma di Cinzia Th Torrini e in televisione in una puntata del programma Ulisse – il piacere della scoperta nella puntata dedicata ai Castelli nel tempo. Castello di Torrechiara: la leggenda Come ogni costruzione storica e misteriosa che si rispetti, anche questo maniero ha la sua leggenda. Ovviamente legata ad una storia d’amore, sembra infatti che il fantasma del conte Pier Maria Rossi si aggiri per il castello, ritornando spesso sul Rio delle favole, la strada che conduce alla fortezza, pronunciando una frase, un motto, dedicato all’amata Bianca: “nunc et semper”, ora e sempre. Le stesse parole riportate anche nella Camera d’Oro. Il borgo di Torrechiara Il delizioso borgo di Torrechiara offre altri siti da visitare oltre il castello. Ci sono infatti la Badia di Santa Maria della Neve, luogo sacro, restaurato negli anni’70 che conserva un dipinto quattrocentesco attribuito al pittore Francesco Tacconi, parliamo della “Madonna col trono col Bambino”. Affreschi di varie epoche sulle pareti e un laboratorio apistico utilizzato dai monaci per la produzione di creme, unguenti e tisane. C’è poi la Chiesa di San Lorenzo, in origine in stile romanico, resa barocca nel XVIII secolo. Oltre alla visita a luoghi di interesse artistico, escursioni sulle colline, nelle cittadine intorno e itinerari lungo gli splendidi vigneti, dove regalarsi altri panorami incredibili ma anche una coccola culinaria: il prosciutto, il parmigiano reggiano e molto altro. Per organizzare bene un’eventuale gita in questi luoghi o un weekend insolito, vi segnaliamo l’orario. Castello Torrechiara orari Aprile, maggio, giugno, settembre, ottobre: feriali 8.10-13.50, domenica e festivi 10.00-19.00. Luglio e agosto: feriali 8.10-13.50, domenica e festivi 10.00-16.00. Dal 1 novembre, il castello osserverà i seguenti orari: feriale dalle 8.10 alle 13.50, domenica e festivi dalle 10.00 alle 16.00. La cassa chiude 30 minuti prima. La prima domenica del mese è gratuita come per gli altri siti grazie all’iniziativa ministeriale #iovadoalmuseo. Una fortificazione con finalità difensiva ma ricca anche dell’eleganza residenziale. Proprio Pier Maria Rossi scelse le parole “altiera et felice” per l’iscrizione del Castello di Torrechiara. https://ift.tt/37mNQZU Alla scoperta del Castello di Torrechiara in Emilia Romagna In una zona collinare ricca di vigneti, situato su un’altura che domina la vallata sottostante in cui scorre il torrente Parma, si erge una delle migliori architetture fortificate d’Italia: il Castello di Torrechiara. Affiancato dal borgo omonimo, frazione di Langhirano in provincia di Parma. Voluto dal conte di San Secondo, nonché condottiero al servizio dei Visconti e degli Sforza, Pier Maria Rossi, come strumento di difesa e controllo ma anche come dimora per sé e la sua amata Bianca Pellegrini da Arluno. Dal 1911 il Castello è monumento nazionale italiano. Breve descrizione del castello Venne costruito sulle rovine di un più antico fortilizio, tra il 1448 e il 1460. Il maniero è sito ad una quota di circa 280 m s.l.m. e dispone di un doppio fossato e originariamente due ponti levatoi. Altri elementi di difesa sono le quattro torri angolari e le tre cerchia di mura. La natura residenziale del maniero si evince invece dagli ambienti interni, curati da artisti come nel caso del ciclo di affreschi attribuito a Benedetto Bembo nella Camera d’Oro. La stanza prende il suo nome dalle foglie d’oro zecchino che un tempo ricoprivano le formelle alle pareti che presentano gli stemmi dei due amati. Le scene sono l’unico esempio di dipinti medievali incentrati sull’amore cortese tra due personaggi realmente esistiti. Le altre sale del castello sono altrettanto riccamente affrescate, alcune delle quali sono opera di Cesare Baglione, come ad esempio la sala del Giove, quella della Vittoria, del Velario e del Pergolato. Al primo piano anche il salone degli Acrobati ascritto anche a Giovan Antonio Paganino. I temi sono quelli naturalistici, fantastici e a grottesche. Ci sono poi il cortile loggiato, un porticato e l’oratorio di San Nicomede. Il castello di Torrechiara e il cinema IL maniero è stato utilizzato come set cinematografico di diverse produzioni tra cui “Ladyhawke”, film del 1985 diretto da Richard Donner con Rutger Hauer, Michelle Pfeiffer e Matthew Broderick. Nel film il castello è la casa del cattivissimo vescovo nonché lo sfondo di bellissime riprese in cui i protagonisti attraversano i prati verdi e le colline nei dintorni. Una curiosità rispetto al film riguarda appunto l’ambientazione. Francesizzato il nome de L’Aquila che nella pellicola diventa Aguillon, in realtà la maggior parte è stato girato in Italia. Oltre a Torrechiara, c’è Castell’Arquato sempre in Emilia-Romagna, Campo Imperatore e Rocca Calascio in Abbruzzo, Soncino in Lombardia, Misurina in Veneto. Inoltre l’interno di San Pietro a Tuscania (Viterbo) è stata ricostruita a Cinecittà. Ladyhawke narra la storia di un sortilegio e di un amore. Il un borgo del Medioevo francese, un malvagio vescovo si invaghisce di Isabeau, la fidanzata del capitano Navarre e colpisce la coppia con una maledizione. Di giorno lei si trasforma in un falco mentre lui di notte, diventa un lupo. Un ladro evaso dalle segrete, insieme ad un vecchio frate aiuteranno la coppia a rompere l’incantesimo. L’atmosfera magica del castello di Torrechiara compare però anche in altre pellicole, come ad esempio quella di Bertolucci del 1981, La tragedia di un uomo ridicolo o nella più recente serie televisiva del 2014, i Borgia di Tom Fontana. E poi, la miniserie televisiva La certosa di Parma di Cinzia Th Torrini e in televisione in una puntata del programma Ulisse – il piacere della scoperta nella puntata dedicata ai Castelli nel tempo. Castello di Torrechiara: la leggenda Come ogni costruzione storica e misteriosa che si rispetti, anche questo maniero ha la sua leggenda. Ovviamente legata ad una storia d’amore, sembra infatti che il fantasma del conte Pier Maria Rossi si aggiri per il castello, ritornando spesso sul Rio delle favole, la strada che conduce alla fortezza, pronunciando una frase, un motto, dedicato all’amata Bianca: “nunc et semper”, ora e sempre. Le stesse parole riportate anche nella Camera d’Oro. Il borgo di Torrechiara Il delizioso borgo di Torrechiara offre altri siti da visitare oltre il castello. Ci sono infatti la Badia di Santa Maria della Neve, luogo sacro, restaurato negli anni’70 che conserva un dipinto quattrocentesco attribuito al pittore Francesco Tacconi, parliamo della “Madonna col trono col Bambino”. Affreschi di varie epoche sulle pareti e un laboratorio apistico utilizzato dai monaci per la produzione di creme, unguenti e tisane. C’è poi la Chiesa di San Lorenzo, in origine in stile romanico, resa barocca nel XVIII secolo. Oltre alla visita a luoghi di interesse artistico, escursioni sulle colline, nelle cittadine intorno e itinerari lungo gli splendidi vigneti, dove regalarsi altri panorami incredibili ma anche una coccola culinaria: il prosciutto, il parmigiano reggiano e molto altro. Per organizzare bene un’eventuale gita in questi luoghi o un weekend insolito, vi segnaliamo l’orario. Castello Torrechiara orari Aprile, maggio, giugno, settembre, ottobre: feriali 8.10-13.50, domenica e festivi 10.00-19.00. Luglio e agosto: feriali 8.10-13.50, domenica e festivi 10.00-16.00. Dal 1 novembre, il castello osserverà i seguenti orari: feriale dalle 8.10 alle 13.50, domenica e festivi dalle 10.00 alle 16.00. La cassa chiude 30 minuti prima. La prima domenica del mese è gratuita come per gli altri siti grazie all’iniziativa ministeriale #iovadoalmuseo. Una fortificazione con finalità difensiva ma ricca anche dell’eleganza residenziale. Proprio Pier Maria Rossi scelse le parole “altiera et felice” per l’iscrizione del Castello di Torrechiara. Il Castello di Torrechiara è il posto ideale per trascorrere un weekend insolito e scoprire la magica leggenda che ispirò il celebre film LadyHawke.
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BTS WORLD TOUR: Love Yourself In Seoul (Film)
Abruzzo (1 - 2)
Lanciano (Cinema Ciak City) Montesilvano (The Space)
Basilicata
Matera (UCI Red Carpet)
Calabria
Reggio Calabria (Multisala Lumiere)
Campania
Casoria (UCI Casoria) Castellammare di Stabia (Stabia Hall) Cava de’ Tirreni (Cinema Alambra) Marcianise (UCI Cinepolis Marcianise) Napoli (The Space) Pagani (Multisala La Fenice) Salerno (Cinema Apollo) Salerno (The Space)
Emilia-Romagna
Bologna (UCI Meridiana) Faenza (Cinedream Multiplex) Modena (Victoria Multiplex) Parma (The Space) Piacenza (UCI Piacenza) Reggio Emilia (UCI Reggio Emilia) Savignano Sul Rubicone (UCI Romagna)
Friuli-Venezia Giulia
Pradamano (The Space)
Lazio
Guidonia (The Space) Roma (Multisala Barberini) Roma (The Space Parco de' Medici) Roma (UCI Parco Leonardo) Roma (UCI Porta di Roma) Roma (UCI RomaEst)
Liguria
Genova (The Space) Genova (UCI Fiumara) La Spezia (Cinema Nuovo)
Lombardia
Assago (UCI Milanofiori) Bellinzago Lombardo (Arcadia Bellinzago) Brescia (Multisala OZ) Cerro Maggiore (The Space) Como (UCI Como) Milano (The Space Odeon) Milano (UCI Bicocca) Orio (UCI Orio) Paderno Dugnano (Cinema Le Giraffe) Pioltello (UCI Pioltello) Rozzano (The Space) Varese (Multisala Impero) Vimercate (The Space)
Marche
Ancona (UCI Ancona) Porto Sant’Elpidio (UCI Porto Sant’Elpidio) San Benedetto Del Tronto (UCI Palariviera)
Piemonte
Bra (Cinema Impero) Moncalieri (UCI Moncalieri) Torino (Massaua Cityplex) Torino (UCI Torino Lingotto)
Puglia
Bari (UCI Showville) Molfetta (UCI Molfetta) Polignano (Multisala Vignola) Surbo (The Space)
Sardegna
Cagliari (UCI Cagliari) Quartucciu (The Space) Sestu (The Space)
Sicilia
Belpasso (The Space) Catania (UCI Catania) Messina (UCI Messina) Palermo (UCI Palermo)
Toscana
Campi Bisenzio (UCI Luxe Campi Bisenzio) Firenze (UCI Firenze) Grosseto (Multisala Aurelia Antica) Lucca (Cinema Astra) Viareggio (Cinema Centrale)
Trentino Alto Adige
Bolzano (UCI Bolzano)
Umbria
Corciano (The Space) Perugia (UCI Perugia)
Veneto
Conegliano (Cinema Melies) - CINEMA CHIUSO Limena (The Space) Marcon (UCI Luxe Marcon) Mestre (UCI Mestre) Silea (The Space) Verona (UCI Verona)
(Questa lista potrà essere soggetta a modifiche quindi tenetela d'occhio!)
#bts#bangtan#bangtan boys#love yourself tour#love yourself in seoul#film#BTS WORLD TOUR: Love Yourself In Seoul#italia
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L’INFINITO DAL BALCONE DI CASA
La parola ha un corpo minuscolo e una forza impressionante.Cercherò in tutto questo di parlare dell'eterno divenire e del mondo, della grande fenice che nasce all'alba e muore ad ogni tramonto. Farà freddo quando la cenere immobile smetterà di gemere, ma non temere perché questa, quando meno te l'aspetti, s'aprirà e la vita sarà tornata a volare.
Il cielo sopra è una fumigazione rabbiosa, fatto di scarichi d' auto e fabbriche, la statale che tutto governa e uccide, le piante appena spuntate al ciglio della strada muoiono tra liquami che scivolano lungo le canalette di scolo. Questo terrario è sudore, è puzzo di piedi, è polverone sollevato dal taccheggiare delle segretarie, delle puttane, dei rappresentanti, è fiato di denti guasti, di stomachi ulcerati, di budella intasate, di sfinteri stitici, è fetore di ascelle deodorate, di sorche sfitte, di bischeri disoccupati che berciano intorno a costruzioni di cemento armato, che non sono più nostre. Mi raccontava una mia amica che nel 2010 in Portogallo, all'inizio della crisi per loro, una catena di supermercati aveva deciso di mettere in vendita tutta la propria merce al 50%. Il giorno in cui si aprirono le porte dei supermercati migliaia di persone che ci si riversarono dentro, calpestando uomini, donne e bambini, solo per mangiare a meno. Al supermercato vedo le vecchie mezzo piegate dentro i banchi freezer a prendere la merce che scade oggi, perché costa meno, così si va a fare la spesa ad agosto: in pelliccia. La Venere in pelliccia, è una sensazione sinuosa, che scivola come unto, scivola fino a terra senza scomparire mai. La fissavo quella presenza inquietante che s’ostinavano a chiamare cielo, e pensavo che nella nostra generazione c’era stata come la speranza che ci fosse qualcosa di vero negli angoli di casa, nei vicoli, sui muri sporchi di piscio. La pioggia caduta in abbondanza sull'asfalto non aveva generato altro se non umidità e muschio invernale. Da piccolo speravo d’ essere in un film, d'essere quello che d’improvviso gli capita un avventura sola e con quella s'è sistemato la vita, oppure speravo che venisse qualcuno a salvarmi, ma non c’era mai niente di veramente nuovo fuori dalla porta di casa. In fondo tutti noi abbiamo atteso che arrivasse un Messia, una forma risolutiva che ponesse fine, che facesse piazza pulita dei soliti problemi, gli unici dei trascendentali che invece restano. Ti prende per i pantaloni il piano, e te ne accorgi sempre e solo troppo tardi che ti è entrato nell'anima. “Petit et voulgarir plaisir”, è il dolce ritmo delle note che scende morbido giù giù nelle scanalature del palazzo, lo stile liberty, a basse altezze, con quella musica, che fa venir voglia di ballare. A protezione della porta d'ingresso due statue grandi e maestose che rappresentano due mezzibusti di donna, un po' barocche però, staccano rispetto le scanalature che dividono i quadrati e i rombi che intarsiano la facciata del palazzo. Nel salone principale, al livello della strada, la luce che permea dalla finestra, un pianista si sta esercitando al suo strumento, la luce concessa per vedere le note è interrotta a tratti dalle macchine che passano veloci. La malinconia, e le riprese, le note sono come la vita. Gli piace sentire la melodia, godere della propria bravura, che va avanti, non si ferma mai, non si sofferma una volta ad ascoltare lo stesso bellissimo giro di note, questo lo inebria, e suona invasato dalla sua stessa musica, tira avanti su quelle note, prima fortissimo, poi andante, moderato, aspetta che la sua rivelazione artistica gli si ripeta e va avanti, fino ad esaurire l’arte che ha in corpo per quel giorno, senza aver memorizzato nulla. Copre a tratti le urla che provengono dal piano di sopra: trova artisticamente valido il fatto che si senta un suono di note tanto malinconico che sostengono una vocina tanto acuta e stridula, è un suono statico e denso, questo gesto gli ricorda tanti bei film pieni di significato. Urla lei, urla, urla tesoro, gli occhi vitrei, le mani rigide, fredde attaccate avidamente a quello scialle rosso che ti regalò per Natale, quella sera, quegli sguardi, tra la malizia ed il candore i tuoi occhi erano stelle, lumi nella notte piccoli ed intensi senza pari, e la città magnifica brillava solo per voi, e suonava per voi il blues nei privé di ristoranti lussuosi, suonavano i quartetti d'archi solo per voi. Solo per te al vostro anniversario aveva portato un Guarnieri del Gesù e champagne al parco, solo per te viveva e lavorava notte e giorno, solo per te, belle dame sans merci, solo per te. Un'altra donna è arrivata, un'altra donna che non aveva il tuo bel vestito color blu cobalto, portava una veste in seta nera, l'ha fatto volare una notte, via da te per sempre. Sopra ci sono altre due stanze, niente d'importante, vuoi sapere per caso dove vanno bighellonando un gruppo d'amici in vacanza ed una coppia sulla quarantina? I postriboli sono posti che non mancano a questo mondo e poi alla gente bisognerà pur lasciargli un minimo di privacy. Io un quarto d'ora fa ero là sotto. C'ho preso l'autobus delle 18.10: devo tornare a vedere un posto che avevo visto da piccolo, tanto tempo fa. Dai sali, il biglietto è gratis. Si va in periferia, a raccontare le storie di chi lotta tutti i giorni a lavoro per un settanta metri quadri, di chi ha come vicini spacciatori e delinquenti, o gente povera come lui, del proletariato, come la media ipocrisia pensa ma non cataloga. Io in realtà non devo andare in un posto devo raccontarti un posto, ma per farlo ho bisogno di narrarti un bordello di storie. Al primo piano la casa è abitata solo di notte, di giorno c'è solo il cinema privato degli occhi di una ragazza che riproducono in continuazione le immagini della notte, fatta dei bisogni degli altri. Una volta sono andato da lei, erano le due o tre del mattino, non ricordo, stavo ballando come un pazzo “Lust for life” in mezzo la strada, a torso nudo facendo piroette. Lei esce dal portone e mi fa segno d'avvicinarmi con la mano, m'avvicino e mi tolgo gli auricolari per sentire che vuole “ Se te la smetti ti do un bacio”, gli ho fatto di si con la testa e lei mi ha dato un bacio, poi è tornata dentro. Che triste serata. Al piano di sopra c'è una coppia che sta urlando: litigano perché non trovano il loro bambino che doveva tornare a casa già da due ore, si stanno massacrando come bestie seminude, stanche, con le occhiaie sotto agli occhi, i muscoli appena accennati che fremono dall'esasperazione, i corpi sfatti. Lei protesta verso l’altro in un’espressione atroce di vita quotidiana troppo amara da riuscire a buttare giù: picchiarsi è anche un’ottima valvola di sfogo. Il bambino sta sognando di poter inventare il testo del compito in classe d’italiano di domani, mentre che si riposa al tramonto dopo la partita di calcetto. Non ha il coraggio di tornare a casa: troppe botte, troppa violenza, è troppo reale. Anche il tramonto è reale, è bello ma gli adulti si sono scordati completamente che al mondo possono ancora esistere cose belle e vere. Da sotto si sentono le voci che provengono da casa sua, sono voci ovattate. Un po’ per i timpani rotti, un po’ perché sa che i genitori non sono felici ed hanno bisogno di sfogarsi con le urla, quello che poi dicono è inconsistente. E entrambi si sentono una merda quando si ritrovano a pensare sul serio a ciò che fanno, sperano che il figlio ce la faccia a non fare i loro stessi errori. Eppure fra vent’anni anche lui picchierà, la violenza gratuita è così piacevole, specie quando è ereditaria. Voglio dirti una cosa, a te, caro amico, sul tuo futuro: io sarò solo per sempre, la solitudine è il mio inferno! Tu non ammetti di condividere la tua sorte con altri, vuoi essere il capro espiatorio, l’unico e solo capro espiatorio? Io merito solo la solitudine e posso conquistarla solo ferendo tutti, e primi tra tutti quelli che amo, la mia prova incomincia solo ora. Che tu sia benedetto figlio dell'uomo, agnello di Dio diviso tra due coscienze, e sia benedetto l'uomo in quanto tale, finché puoi essere assolto da obblighi sociali. Correre felici, a piedi scalzi in mezzo ad uno spazio infinito, dove la vastità dell’ erba secca si congiunge con un cielo azzurro e senza nuvole. Correre,correre,correre fino a star male, sino a perdere le forze sdraiandosi a terra per riprendere fiato, una volta riposati, prendere la strada di casa, con il tramonto rosso sangue che si estingue alle spalle e illumina di colori sgargianti un' immenso spazio infinito, che ti aspetta il giorno dopo per una nuova corsa. Un giorno quel bambino non potrà più tornare ai suoi campi, sarà portato ad un lavoro che lo sfinirà fino al midollo osseo e quando sarà in grado d’amare pagherà il frutto del suo amore con l’emigrazione, perché qualche multinazionale gli toglierà la terra o qualche re povero venderà la terra dei suoi sudditi. Partirà su un battello senza sapere di tornare,affronterà un mare che si paga con la vita, ed una barca che non ce la fa più a portare così tanti passeggeri e non vede l’ora di buttarlo in mare, insieme a tanti altri. Vedrà il capitano della nave puntargli un mitra contro e poi un mitra che gli indica di buttarsi in acqua, si tufferà tra le onde lasciando sulla nave i pochi averi che aveva e annasperà sino a toccare esausto la riva opposta del mare. Approderà in un paese e vorrà chiamarlo casa, anche se di notte dorme inseme ad altri venti sventurati come lui in un piccolo appartamento con quattro stanze, avrà fame, ma sopravviverà mangiando solo di tanto in tanto, patirà l'arsura ed il freddo, ma non pregherà per morire: in fondo qui si è liberi. Questi sono uomini costretti a vivere come bestie feroci e fanno di tutto per sopravvivere, non hanno più dignità né onore, conoscono solo la fame e a quella rispondono. Dopo tanti anni e tante fatiche sono le undici e mezzo di sera, un marito guarda la moglie negli occhi, e il suo sguardo scende verso una gonna elasticizzata che cinge un pancione di otto mesi, sono al piano di sotto ma li sento di rado rientrare. Un revolver carico con la sicura sta sul comodino della camera da letto, un rumore di sirene si sente in lontananza, lui spegne la cicca di sigaretta, prende il cappotto ed apre la porta, la accosta piano per non far rumore. Voglio ricordarlo così: le spalle larghe, il cappotto di pelle che cinghie le scapole sporgenti, i jeans stirati a dovere, il passo svelto: un cane ricercato dalla notte, che lascia le tentazioni per la sua famiglia. Una volta mi ha raccontato una storia: un suo amico era qui in Italia da mesi, moglie e figli in Marocco e riusciva a lavorare solo saltuariamente, per due settimane , poi per tre mesi niente, poi l'estate tutta e di nuovo niente. Erano tre giorni che non mangiava e gli bussano alla porta. Apre il chiavistello e quello gli dice “ So' che sono tre giorni che non mangi, prendi queste e non avrai più fame”, dice offrendogli tre pastiglie di benzedrina. L'uomo che stava narrando la storia si copre il volto, non conclude, troppo commosso. I figli a casa, e la speranza sono un dramma per questi uomini, prima di giudicare con moralismi ed altro credo che almeno una volta sia doveroso, per rispetto, trovarsi in una situazione del genere per poter capire davvero cosa si prova. Io sto sul quel balcone di un condominio in un' anonima periferia, ai margini della città. La porta del terrazzo da su un pianerottolo, a destra c'è la porta per il balcone a sinistra c'è un monolocale, ora sfitto, prima c'abitava Enzo, ed ora non c'è più. Prima c’era, adesso non c’è più. È rimasto solo il suo corpo, senza anima, il tempo perso sta volando via col pulviscolo e lo sporco, la coca no, la coca resta lì, ferma, lapide commemorativa del corpo che ha conquistato. Enzo aveva 23 anni, e come tanti altri giovani, all’inizio ha iniziato a farsi per reggere i ritmi richiesti dall'ospedale, perché i medici anziani del reparto possono gestire come vogliono quei 50 studenti che devono imparare tutto da loro, e così li trattavano come bestie da macellare, li fanno andare in giro come pazzi isterici dietro tutto, perché solo così ci si prepara a quell’inferno in terra che è il pronto soccorso: tagli da ricucire, gambe rotte, ferite da tamponamento, vecchi che hanno mangiato troppo e fanno un'indigestione letale e giovani che si fanno di chetamina per andare contromano con l’amico dietro senza casco e finiscono a schiantarsi contro un palo, tutto ciò non fa salire più l'adrenalina,dopo un certo punto. La soluzione di vite portate al macello in nuove forme d'amore. No, niente forme d'amore, niente amore per me e per te Enzo. Parlo delle mie disavventure, caro Enzo, ma di fronte alla tua porta è come stare di fronte alla mia lapide. Caffè, notti insonni e studi disperatissimi, forse arriverò un giorno a parlare di te in un salotto con distinti signori, e tu avresti fatto lo stesso se fossi morto io e sopravvissuto tu. Ci rivedremo un giorno, fratello mio.
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Milano, Queen at the Opera: Lo Show Rock-Sinfonico dei Queen al Teatro degli Arcimboldi
Milano, Queen at the Opera: Lo Show Rock-Sinfonico dei Queen al Teatro degli Arcimboldi. Domani, Martedì 21 Febbraio, il Teatro degli Arcimboldi di Milano si prepara ad ospitare "Queen at the Opera", uno spettacolo rock-sinfonico che celebra le leggendarie musiche dei Queen. L'evento è un'occasione unica per rivivere i grandi successi della band britannica in chiave sinfonica, dando vita a un'esperienza musicale straordinaria. A partecipare a tale spettacolo le grandi voci di Luca Marconi, Valentina Ferrari, Alessandro Marchi, Luana Fraccalvieri e del soprano lirico Giada Sabellico, che reinterpreteranno i più grandi successi della band, da We Are The Champions a Bohemian Rhapsody, a Who Wants To Live Forever e così via, accompagnati da un’orchestra d’eccezione composta dai migliori musicisti del panorama musicale odierno (tra questi, il Maestro Prisca Amori, storica collaboratrice di Ennio Morricone). A conferire più pathos alla scena un suggestivo visual show, che emozionerà e coinvolgerà a pieno il pubblico. A seguire le prossime date di “Queen At The Opera”: 21 febbraio – Teatro degli Arcimboldi di Milano; 24 e 25 febbraio – Teatro delle Muse di Ancona; 4 marzo – Teatro Moderno di Grosseto; 16 marzo – Cinema Teatro Orfeo di Taranto; 17 marzo – Teatro Team di Bari; 18 marzo – Teatro Politeama Greco di Lecce; 24 marzo – Teatro Ariston di Sanremo; 25 e 26 marzo – Politeama Genovese di Genova; 15 aprile – PalaRiviera di San Benedetto del Tronto; 28 aprile – Teatro Europauditorium di Bologna; 29 aprile – Teatro PalaPartenope di Napoli; 6 e 7 maggio – Teatro Goldoni di Livorno. I biglietti sono disponibili su Ticketone e sui circuiti di prevendita abituali. Prodotto da DuncanEventi, Queen At The Opera nasce da un’idea del produttore musicale e direttore artistico Simone Scorcelletti e, dal suo esordio nel 2015, ha raccolto standing ovation e registrato sold out in Italia e in Europa. Partner dello show: RDS, Fenix Pharma e Fenix Life.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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