#ciminiere
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philoursmars · 3 months ago
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Avec Christine, on a fêté nos 40 ans d'amitié en faisant un voyage de 15 jours en Sicile.
3 jours à Catane (Catania).  La ville, le jour...
Via Sei Aprile, une façade Art Nouveau
piazza Bovio, garage Musumeci à l'allure entre Art Nouveau et Art Déco
Via Africa, Ciminiere (anciennes raffineries de soufre)
Piazza Mazzini
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mon-nid · 2 months ago
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Mario Sironi ( Italia, 1885-1961) · Fabbrica con Ciminiere · Oil on paper. c1934.
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ilpianistasultetto · 4 months ago
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C'e' chi punta il faro sul lato oscuro della luna, chi ti fa sprofondare dentro universi ignoti, chi ti fa correre su prati o respirare tra ciminiere, chi abbatte muri e chi combatte guerre..... e poi c'e' chi ti fa visitare certi mondi facendoli pulsare su pentagrammi musicali come diamanti grezzi... @ilpianistasultetto
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t-annhauser · 2 years ago
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Sulla fissa del riscaldamento climatico
(che non nego a prescindere non essendo io un climatologo)
Stanno davvero mettendo in testa al medio consumatore occidentale che può invertire il trend del cambiamento climatico acquistando l'auto elettrica e il detersivo bio con l'etichetta cambiata, quando solo per spostare tutta la quantità di gadget necessari al nutrimento della coscienza green si muovono aerei ed enormi navi commerciali che consumano inimmaginabili quantità di carburante fossile, insomma, tutto sembra funzionale a creare un nuovo bisogno, quello dell'ecologia, che come scopo principale ha la vendita di prodotti "virtuosi", constatata la generale stagnazione dei prodotti privi di un seppur minimo appeal etico-morale. Ci sono voluti due o tre secoli per creare le condizioni del riscaldamento globale, dalla comparsa delle prime ciminiere fino ai giorni nostri, e ai consumatori occidentali oggi rifilano l'idea ottimistica e tutta interessata che il processo si possa invertire nel corso di qualche lustro mettendoci tutti a separare diligentemente i cartoni delle uova dal tappo di Crodino. Poi arriva quello che chiede il reato di concorso esterno in crisi climatica e ti rendi conto che abbiamo raggiunto la saturazione.
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canesenzafissadimora · 2 months ago
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La vedi nel cielo quell'alta pressione
La senti una strana stagione?
Ma a notte la nebbia ti dice d'un fiato
Che il dio dell'inverno è arrivato
Lo senti un aereo che porta lontano?
Lo senti quel suono di un piano
Di un Mozart stonato che prova e riprova
Ma il senso del vero non trova?
Lo senti il perché di cortili bagnati
Di auto a morire nei prati
La pallida linea di vecchie ferite
Di lettere ormai non spedite?
Lo vedi il rumore di favole spente?
Lo sai che non siamo più niente?
Non siamo un aereo né un piano stonato
Stagione, cortile od un prato
Conosci l'odore di strade deserte
Che portano a vecchie scoperte
E a nafta, telai, ciminiere corrose
A periferie misteriose
E a rotaie implacabili per nessun dove
A letti, a brandine, ad alcove?
Lo sai che colore han le nuvole basse
E i sedili di un'ex terza classe?
L'angoscia che dà una pianura infinita?
Hai voglia di me e della vita
Di un giorno qualunque, di una sponda brulla?
Lo sai che non siamo più nulla?
Non siamo una strada né malinconia
Un treno o una periferia
Non siamo scoperta né sponda sfiorita
Non siamo né un giorno né vita
Non siamo la polvere di un angolo tetro
Né un sasso tirato in un vetro
Lo schiocco del sole in un campo di grano
Non siamo, non siamo, non siamo
Si fa a strisce il cielo e quell'alta pressione
È un film di seconda visione
È l'urlo di sempre che dice pian piano
"Non siamo, non siamo, non siamo".
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Francesco Guccini - "Quello che non ho"
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muffa21 · 1 month ago
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Forse, trentaquattro anni sono troppi per iniziare ad aurorare. Ma al buon dio non sono mai parsi troppo pochi gli anni di suo figlio, o quelli dei mie due fratelli nati morti, per concedergli la gioia della notte senza riservargli prima la gentilezza di assaporare lo stagnante mistero del crepuscolo.
È vero: ho perso tardi i miei denti da latte. Ho dovuto prima costruire gengive abbastanza forti per poter reggere il peso delle mie zanne da cane. L’ho fatto in aule di scuola spettrali e nel paludoso labirinto della malattia mentale. Ma non è stato tempo sprecato. Soltanto tempo. Tempo. Un costrutto della mente umana che a volte assume la forma di uno sciame di cavallette. Tu, spiga di frumento solitaria, in un campo brumoso, sterminato, cullata mollemente dal grecale. Lontani, i colli lunghi delle ciminiere. Intorno, il silenzio di dio. Il Silenzio.
Aurorare a trentaquattro anni. Forse, una vergogna. Per molti, uno sperpero. Meglio, però, che vivere nell’infinito meriggiare di una vita che s’illude di non essere fragile; passata a mangiucchiare e a sbevazzare sopra le carcasse dei Maestri, teneri assassini di altri, più antichi, Maestri. Assisi sulla loro montagna di cadaveri freddi e luminosi, come scimmioni con le loro punte di selce, curvi su uno schermo a vedere una ragazzina impiastricciarsi le labbra, o Riga, nello splendore del natale, lasciata che venga assaporata da chi ha scelto, troppo tardi, l’aurora e non il mezzogiorno fasullo di un sole posticcio.
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mineestellepolari · 3 months ago
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La notte atomica che ci ha rimboccato le palpebre guardare il cielo malconcio di chernobyl da qui esprimere desideri quando vedi scoppiare navicelle spaziali o moduli lunari russi o giapponesi o americani arrampicarsi sulle impalcature per prendere il sole e rivenderlo a qualche spacciatore lavarsi i denti con le antenne della televisione durante la pubblicità ho abbassato le saracinesche dei negozi sui miei occhi con le nostre discussioni serie si arricchiscono solo le compagnie telefoniche siamo l'esercito del sert a parigi dici che non volano mosche benedirci in chiese chiuse e in farmacie compiacenti sposarci con i cerotti usati in passeggiate su spiagge deturpate le piazze sono vuote le piazze sono mute per combattere l'acne sono tutti in ferie maratone sulle tue arterie sulle diramazioni autostradali sui lavori in corso solo per farti venire e invidiare le ciminiere perché hanno sempre da fumare le notti inutili e le madri che parlano con i ventilatori negli inceneritori le schede elettorali e i tuoi capelli che sono fili scoperti costruiremo delle molotov coi vostri avanzi faremo dei rave sull'enterprise farò rifare l'asfalto per quando tornerai siamo l'esercito del sert e i tuoi capelli che sono fili scoperti che sono nastro isolante che sono fili scoperti. - vasco brondi
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gregor-samsung · 1 year ago
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“ La nostra Talbot scrostata scivolava lungo l’Autostrada del Sole prigioniera del caldo di Ferragosto. Sei ore dopo – invece delle tre impiegate dalle auto normali – eravamo a Pinarella di Cervia, in una pensioncina sull'Adriatico. Ci trovavamo lì per incontrare degli amici, probabilmente la sola altra rwandese sposata con un italiano in tutto il paese. «Tutti al mare, tutti al mare, a mostrar le chiappe chiare!», cantava papà come Pippo Franco nel film Ricchi, ricchissimi… praticamente in mutande. Con la scusa che non avevamo l’autoradio, papà si ostinò a cantarla per tutto il tragitto. Quella fu la nostra prima vacanza in famiglia. Contro la volontà dei miei, ero andata a letto la sera prima col mio bikini americano: rosso, bianco e blu. Dieci anni e quello era il primo costume da bagno che avessi mai posseduto. Incapace di dormire, cominciai a posare come Naomi Campbell davanti allo specchio. Eccitata quasi al punto di esplodere, gridai canzoni di Jovanotti e Cristina D’Avena come per annunciare a tutta la costa orientale il nostro arrivo imminente. Distesa sul letto, le gambe allungate sul muro, tamburellavo i piedi a ritmo di musica, la stanza dei miei dall'altra parte di quello stesso muro. Mio padre mi aveva avvertito non una, non due, ma ben tre volte. La sua voce più grossa a ogni minaccia. Lo sculaccione che seguì fu raffinato da un crescendo di schiaffi. «Il metodo Pestalozzi», lo chiamava lui. Ma neppure le guance gonfie e i lacrimoni riuscirono a incrinare la mia gioia.
Una volta arrivati, papà si trasformò. Come una creatura marina, sbocciò a contatto dell'acqua salata, le alghe e il sole. Ad anni luce di distanza dalle ciminiere, l’asfalto e i camion di casa. Chiudeva gli occhi, cadeva all'indietro e si lasciava trasportare via dalle onde. Non lo vidi mai così libero. E nonostante tutto, rifiutai di entrare in mare. Solo pochi minuti dopo che eravamo arrivati in spiaggia, un bagnante aveva estratto dall'acqua un ratto grosso quanto un cane e io ne fui traumatizzata. Ci vollero cinque giorni prima che mi azzardassi a mettere piede sul bagnasciuga. Era gelato e costellato di sassolini. Papà mi afferrò le mani e mi spinse dentro. «E se ci trovo un ratto?». «Non succederà, stai tranquilla», mi promise. «Ma io ho paura dell'acqua, è nera e non riesco a vedere niente!». «Abbi un po’ di fede, bambina mia». Quando l’acqua gli arrivò alla gola, prese un bel respiro e mi trascinò di sotto. Non si vedeva nulla, però riuscii a distinguere una medusa e i piedi sguazzanti di decine di natanti, giovani e anziani. Quando riaffiorammo in superficie, avevamo già oltrepassato le boe. E più ci spingevamo oltre, più la visibilità aumentava. Cozze, granchi, triglie. E spugne, gigli di mare, praterie di Posidonia. Un banco di sardine ci passò accanto, solleticandoci le caviglie. Papà mi tenne per mano, nuotando sempre più giù, fin dove l’ossigeno poté portarci. «Tornate indietro! Siete fuori di testa?». Il bagnino agitò furiosamente le braccia dalla torre di controllo. «Oltrepassare le boe prevede una multa salatissima». «Per una volta non sono io quello arrabbiato», disse papà ridendo, mentre nuotavamo verso la spiaggia. «Per una volta sai che vuol dire essere al posto mio». Mi lanciò uno sguardo pieno d’amore. Ma si trasformò presto in una tristezza ancora più profonda. Per lui, le due cose, erano diventate inseparabili. “
Marilena Umuhoza Delli, Negretta. Baci razzisti, Red Star Press (collana Tutte le strade), 2020.
[ Libro elettronico ]
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bicheco · 1 year ago
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Persone originali
Se fossi un imprenditore assumerei senza indagare oltre la prima persona che sul proprio curriculum, sotto la voce note personali o hobby, scrivesse: "Detesto la musica e mi fa schifo la natura, sogno un mondo silenzioso e pieno di ciminiere fumanti".
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cutulisci · 1 year ago
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C’era una volta un giardino, Avevo raccolto le cose più luminose che potevo vedere; Un grembiule pieno di fiori del signor Harding, Non sapevo che mi stesse guardando. Mia madre corse subito a dirglielo chiedendosi cosa avrebbe detto o fatto. Il signor Harding sorrise e disse: “È solo una bambina; Sapevo che li avrebbe raccolti per te”. Accanto al fuoco papà mi raccontava delle storie. Una di queste riguardava anche un giardino, dove il leone e l’agnello giacevano insieme e crescevano tutti i frutti e i fiori più belli. Il giardiniere mandava i suoi bambini a giocare lì, gioendo della luminosità del giorno, Ma quando andarono in esplorazione e presero un frutto da assaggiare Li maledisse entrambi e li rimandò per la loro strada. Già allora mi resi conto, nella mia mente di bambino che non era un vero giardiniere come il signor Harding. Il giardino del signor Harding era stato occupato da uomini inferiori con il cemento in testa. Le ciminiere delle fabbriche crescevano al posto delle margherite, Nessuna farfalla da quella catena di montaggio. Mia madre svanì più velocemente di un fiore, Papà si sedette nell’oscurità e pianse. Il signor Harding si muove un po’ più lentamente di prima, ma continua a curare la tomba dove giacciono entrambi. Ovunque siano andati, spero che troveranno un giardino come quello del signor Harding. La donna sciocca a volte si sente disperata E pensa che sia così difficile da trovare. La bambina cerca di piantare un po’ ovunque vada Quell’amore speciale del signor Harding. Un giorno, quando sarò più grande, forse mi accorgerò che sono diventato una giardiniera alla Mister Harding.
June Tabor - A Proper Sort of Gardener
da Una mente chiara su Kelebek Blog
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marco-dalissimo-blog · 24 days ago
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The Dark Side of the Moon è l'ottavo album in studio del gruppo musicale britannico Pink Floyd, pubblicato il 1º marzo 1973 negli Stati Uniti d'America dalla Capitol Records e il 16 dello stesso mese nel Regno Unito dalla Harvest Records. Wikipedia
Artista: Pink Floyd
Generi: Rock, Rock progressivo, Rock psichedelico, Hard rock, Art rock, Space rock, Rock sperimentale
Data di uscita: 1 marzo 1973
Casa discografica: Capitol Records
Altri formati: CD, download digitale, streaming
Copertina: George Hardie e Hipgnosis
Animals è il decimo album in studio del gruppo musicale britannico Pink Floyd, pubblicato il 21 gennaio 1977. È un concept album sulle condizioni socio-politiche del Regno Unito negli anni settanta. La produzione dell'album, supervisionata dai Pink Floyd stessi presso i Britannia Row Studios di Londra, fu caratterizzata dai primi segni di discordia tra i quattro componenti del gruppo, culminati nel 1979 con l'allontanamento del tastierista Richard Wright per volere del bassista Roger Waters. L'immagine della copertina dell'album, un maiale che vola fra due delle ciminiere della centrale elettrica londinese Battersea Power Station, fu ideata da Waters e realizzata dal fotografo Storm Thorgerson.
Wish You Were Here è il nono album in studio del gruppo musicale britannico Pink Floyd, pubblicato nel 1975 dalla Harvest/EMI in Europa, e successivamente in Giappone, e dalla Columbia/Sony nel resto del mondo.
Composti e provati dal vivo i brani durante le loro esibizioni in Europa, l'album fu registrato in varie sessioni agli Abbey Road Studios di Londra. L'album esplora i temi dell'assenza, della disillusione della band verso la cinica industria discografica, come rappresentato dalla copertina, e del declino mentale dell'ex membro del gruppo Syd Barrett.[21]
L'album fu presentato a Knebworth nel luglio del 1975 e pubblicato nel settembre dello stesso anno. Fu un successo immediato tanto che la EMI non riusciva a stampare copie sufficienti per soddisfare la domanda. L'album raggiunse la prima posizione nella Billboard 200 per due settimane, nella Official Albums Chart, in Italia, nei Paesi Bassi per due settimane e Nuova Zelanda per tre settimane, la seconda in Austria e Norvegia e la quarta in Germania. I membri della band Richard Wright e David Gilmour dichiararono che Wish You Were Here è il loro album dei Pink Floyd preferito.
Una raffigurazione stilizzata della copertina di Wish You Were Here (due uomini che si stringono la mano in mezzo allo slargo di una fabbrica, mentre uno di essi va a fuoco), compare sulla copertina dell'album Radiohead: The Best Of dei Radiohead. Tale disegno era già presente all'interno del Cd di Ok Computer. Anche nel videoclip Lonely Day dei System of a Down viene omaggiata la copertina dell'album.
L'album, dopo un primo periodo di critiche contrastanti, fu acclamato dai critici e venne poi posizionato al 211º posto della lista "The 500 Greatest Albums of All Time" pubblicata dalla rivista musicale Rolling Stone. Nell'aggiornamento del 2020, l'album scivolò al 264º posto.[22]
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Pink Floyd, 1969
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blogexperiences · 2 months ago
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Turismo, Christmas Town trasforma Catania in meta natalizia del Sud Italia
Fare un viaggio nella magica atmosfera natalizia è una delle più indimenticabili esperienze che trasforma il sogno in realtà per molti bambini, e perché no, anche per gli adulti che credono nella magia del Natale. La Sicilia – dal 7 dicembre 2024 al 6 gennaio 2025 – diventerà una delle mete del turismo natalizio e riserverà grandi sorprese: nel Centro fieristico Le Ciminiere nella città…
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claudiotrezzani · 4 months ago
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l corpo umano è una scultura.
Chiedete pure a Michelangelo, se V'aggrada.
Ma anche uno strumento musicale, lo è.
Scultura moderna, e se d'ottone, con addentellati all'archeologia industriale.
Sì, tuba con tubi.
Tubi come raccordi, condotte, ciminiere.
Ed ora siamo alla reificazione.
Un bel problema, questo, qui.
Perché se Michelangelo tende alla sublimazione del corpo umano, qui lo si rende cosa al servizio di cosa.
Un momento, epperò.
Anche Michelangelo è carnale, col marmo, eccioè materiale nella fisicità.
E Vadim Stein di tutto fa materia, sublimandola in una virtuosa reificazione.
Vedete? Tutto si tocca, tutto armoniosamente si fonde.
Così una gamba s'erge a lato del conico canneggio.
L'altra dolcemente asseconda il circolare adagiarsi della campana.
E braccia abbracciano, ove il canneggio si fa propaggine di vaporiera, o sala macchine di nave.
E luce bacia occhi, i tre pulsanti che titillano valvole che azioneranno pompe.
Eccosì modella diviene operaia e al tempo stesso cosa.
Ma il risultato, dicevo, è complessivo.
Virtuosa reificazione, dicevo.
Una meravigliosa scultura moderna che luce esalta, tornisce, lambisce.
Claudio Trezzani
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canesenzafissadimora · 6 months ago
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Prima che sia scritta, è parole la poesia.
Poi le sue parole diventano nuvole,
colori, luce, maree di astri,
fiumi di bandiere, macchine, ciminiere,
gente che sale o scende,
impalcature all’orizzonte.
E pensate: tutte queste cose, prima di diventare ciò
che sono in poesia, erano solo parole.
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"La terra che si fa fiore e albero" - Nikifòros Vrettàkos
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pettirosso1959 · 8 months ago
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Le Startup esistono da milioni su milioni di anni, si chiamano alberi...
E non Startup di cogl***i.
Poi lo stramaledettissimo vizio di metterci una ciminiera di fabbrica come esempio, non tengono conto che in Italia l'industria è andata a farsi friggere.
Oggi le ciminiere rimaste sono più o meno controllate nell'emissione di gas in atmosfera da Asl e Arpa regionali.
Inoltre la depurazione dei fumi industriali negli ultimi vent'anni ha fatto passi veramente da gigante nel migliorarsi sempre di più, un po' perché la concorrenza è tanta (in Europa) e un po' perché sempre più le università sfornano tecnici veramente preparati.
Queste sono aziende da menzionare, non le startup acchiappa citrulli.
Follia pura.
Quando scrivono questi articoli, mai una volta che l’approfondissero e lo completino con informazioni come la quantità di energia necessaria per separare un kg di CO2 dall’aria e stoccarlo, il costo dell’installazione, la dimensione di un impianto, come si garantisce la tenuta dello stoccaggio sotterraneo, dove prende l’energia per funzionare, cosa usa per separare la CO2 (membrane? Condensazione?), i filtri esausti come li gestiscono.
Per non parlare poi della rappresentazione, CO2 grigia, quando in realtà è invisibile ed inodore.
Alla fine il tutto si riduce a presentare un buzzicotto che separa la CO2, articolo ad uso e consumo degli eco bolliti.
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dimensionesogno · 8 months ago
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IL CUORE MALATO
Un cuore di pietra, un cuore ferito, un cuore bucato sulla sabbia della bieca Melilli con tutto il suo sacro san Sebastianello, la marina baciata dalle ciminiere infette al dolce sapore di idrocarburo, di gpl e nafta, di benzina al dolce sapore di prugna, come il confetto storico per la cacca. Verrà la morte per il cuore offeso e avrà gli occhi di Billy la Bella. Due stent, datemi due stent per…
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