#ci credevo
Explore tagged Tumblr posts
Text
Tumblr media
Già, non passa mai.
(Via @-seilossigenoconilqualevivo- )
2 notes · View notes
oncloudatlas · 2 months ago
Text
i miei pro di questo sup3rman trailer:
il costume fumettoso ma ad armatura
la cazzo di justice league a caso
i miei contro:
krypto in cgi??¿¿?? perché ¿¿¿¿¿??
è henry c4vill? non è henry c4vill???
la cazzo di justice league a caso
un film su sup3rman
2 notes · View notes
iris-nonsense · 1 year ago
Text
Ha davvero detto the sky is the limit non ce la faccio
3 notes · View notes
gaysessuale · 2 years ago
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
3 notes · View notes
comprate--na--personalita · 10 days ago
Text
Ce l'hai come le fragole
Come posso non baciartela?
0 notes
givemeanorigami · 1 year ago
Text
Ho passato due ore con il cervello fissato a cercare di ricordare il titolo di un cartone o almeno abbastanza elementi per trovarlo, finendo a usare settimana combinazioni di parole chiave, perché non riuscivo a smettere di arrovellarmi sull'esistenza di un cartone con Santa Klaus e le fate, iniziando pure a pensare chissà che diavolo ho messo insieme.
Ah, come deve essere bello avere un cervello che non si fissa sulle cose.
0 notes
timelyslapintheface · 1 year ago
Text
Meditazioni (non-)metafisiche.
0 notes
manubzzz · 16 days ago
Text
Sei arrivato lento in me, quasi non me ne sono accorta
Sei entrato piano ed hai preso possesso di ogni angolo del mio essere
Quasi non ci credevo e sicuramente non ci avrei scommesso niente su noi due, soprattutto su di me
Cretina io , che per poco ti lasciavo andare
Ma tu mi hai voluta più di ogni altra cosa
E quando ti guardo e ricambi il mio sguardo , vi leggo tutto ciò che da anni volevi dirmi...ed ora lo posso dire anch'io a te...
Tumblr media
77 notes · View notes
falcemartello · 7 months ago
Text
Tumblr media
Cosa si può imparare dalla cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi del 26 luglio 2024?
Sono sempre stato riluttante a criticare l'Occidente "da fuori".
Credevo, e lo credo, che la maggioranza delle critiche all'Occidente, o all'Europa, provengano da criteri o valori di natura occidentale.
L'Occidente è cioè per sua natura autocritica, e messa in discussione.
Tuttavia, credo che negli ultimi dieci anni qualcosa in più sia accaduto.
Vedo la dissoluzione di una intera civiltà come neve al sole.
Vedo il dominio del brutto, dell'osceno, del cattivo gusto.
Vedo la tracotanza estetica del male.
E la vedo esprimersi senza pudore, senza vergogna, a cielo aperto, dinanzi a capi di stato - che non dicono nulla - a vescovi - che in pochi dicono qualcosa - a giornalisti - che dicono tutto per il potere.
In confronto alla presentazione di ieri, Hunger games sembra un'esibizione di misura e di umanità.
Una società che profana il bello, che educa all'osceno, non può che essere una civiltà di guerra, di nichilismo, di ingiustizia.
Una civiltà di odio.
Quanto odio c'era ieri sera?
Quanto odio si voleva diffondere ai miliardi di persone che guardavano quella "cerimonia".
Ci sarebbero molte domande da fare.
Se una civiltà crolla in così poco tempo, significa che aveva dei problemi strutturali.
E poi ci sarebbe da interrogare la storia e il destino della Francia.
Sul piano culturale, il loro continuo voler scandalizzare, essere originali, spararla grossa, decostruire e poi post-decostruire, ha fatto danni immensi, non tanto alla cultura tradizionalista ma al filone critico.
Lo ha sottratto dalla realtà.
Un continuo "Épater la bourgeoisie", che oramai non scandalizza se non gli ultimi, i poveri, i bambini.
Cosa è che oggi realmente scandalizza? Lucio Dalla scriveva che oggi è difficile essere normali.
A me non piace il termine normale. Diciamo che oggi scandalizza la potente realtà dell'umano, il suo mistero abissale e semplice, l'umiltà di un fiore, l'esistenza di una donna e di un uomo, la verità ferita della nostra anima.
Insomma, scandalizza la bellezza, che non è che lo sprigionarsi della verità. Ecco, questo realmente scandalizza il potere, non quella buffonata oscena.
Quella di ieri è una cerimonia reazionaria, un rito di difesa dello status quo.
L'anticonformismo delle oligarchie, questo è stato. Il vero anticonformismo siamo noi.
Ecco, verrà un tempo, in cui si stabiliranno nuovi criteri di giudizio, severissimi, in cui ci sarà un esercito della bellezza, totalmente non violento, ma che manifesterà civilmente contro episodi del genere.
Perché non c'è nulla di più antidemocratico che la bruttezza diffusa come strumento pedagogico. Non c'è niente di più antisociale, e antirepubblicano di quella "cosa" che abbiamo visto ieri.
Non è una questione di estetismo ma di difesa dei diritti dell'uomo e del cittadino.
Ma in quella patria se ne sono dimenticati, sommersi da un cumulo di pseudoprogressismo e laicismo instupidito.
Gabriele Guzzi
146 notes · View notes
fridagentileschi · 1 month ago
Text
Tumblr media
IO STAVO BENE...
Io stavo bene quando non esisteva questa Unione Europea;
Io stavo bene quando non c'era l'euro, ma una moneta chiamata "Lira" e con un milione al mese vivevo alla grande;
Io stavo bene quando esistevano frontiere tra gli stati e chi entrava o usciva era controllato;
Io stavo bene quando l’Islam lo studiavo sui libri di storia;
Io stavo bene quando l’Europa era abitata da Europei e lo straniero che varcava i nostri confini era solo un turista;
Io stavo bene quando il morbillo non era l'Ebola, e non si era talmente filantropi da obbligare una creatura di pochi chilogrammi a ricevere 10 vaccinazioni;
Io stavo bene quando non sapevo cosa fosse lo spread;
Io stavo bene quando i cannibali li vedevo solo nei film e non in cronaca nera;
Io stavo bene quando andando in un quartiere non dovevo sentirmi straniero;
Io stavo bene quando i sindacati manifestavano per i diritti dei lavoratori, anziché per i clandestini e i loro privilegi;
Io stavo bene quando c'era un Falcone o un Borsellino che mi facevano pensare che non tutti i magistrati sono corrotti;
Io stavo bene quando vedevo il Made in Italy trionfare;
Io stavo bene senza che il gay pride mi mostrasse uomini nudi in strada a mimare scene di sesso;
Io stavo bene senza che qualcuno definisse mamma e papà genitore 1 e genitore 2;
Io stavo bene senza vedere il delinquente sbeffeggiare un agente di polizia, venire arrestato ed uscire il giorno dopo;
Io stavo bene senza che 4 balordi di Bruxelles dessero ordine di tagliare lo stato sociale e di attenersi a tassi di disoccupazione stabiliti;
Io stavo bene prima di vedere latte, agrumi ed ortaggi venire gettati via per attenersi ai diktat dei suddetti balordi;
Io stavo bene quando un politico non definiva il 2 Giugno festa dei Rom;
Io stavo bene senza le teorie Gender , la rana di Chomsky e la finestra di Overton;
Io stavo bene senza il libero mercato e la globalizzazione;
Io stavo bene quando la bandiera italiana era un sacro vessillo e non veniva usata come straccio per pulire una targa;
Io stavo bene senza sentir dire ad un Presidente della Repubblica che è necessario cedere sovranità e che gli immigrati sono i veri patrioti;
Io stavo bene quando il mio voto lo davo perchè ci credevo;
Non posso dire che non ci fossero tanti problemi quando stavo bene, non posso non dire che tante cose non erano visibili perché solo abilmente celate, ma che stavo meglio lo confermo e sottoscrivo.
(Dal web)
45 notes · View notes
papesatan · 7 months ago
Text
Tumblr media Tumblr media
Potevo avere 5 anni. A quel tempo eravamo soliti trascorrere le feste natalizie da alcuni zii, la cui casa in campagna diventava allora accogliente rifugio per parenti e amici. Portavo sempre con me un pupazzo a farmi compagnia, dato che i miei cugini, ormai adolescenti, avrebbero certo mal sopportato l'idea di giocare assieme. Ricordo ancora chiaramente quel pomeriggio: la sera saremmo stati dai miei zii come di consueto ed io mi sarei malannoiato fra i bigi discorsi degli adulti, urgeva perciò la Selezione. 
L'ambita Selezione avveniva per eliminazione diretta in scontri 1 vs 1. Ogni pupazzo s'affrontava in una moderna rivisitazione delle giostre medievali, allo scopo di conquistarsi il mio cuore. Come sempre accade, anche quel torneo era palesemente truccato, sicché alla fine trionfavano sempre gli stessi. Fra i grandi campioni, la più avvezza alla vittoria era senza dubbio la Pantera Rosa, un vecchio pupazzo che mi portavo sempre dietro, ovunque andassi. Dopo averla portata in trionfo quel pomeriggio, le promisi che ci saremmo divertiti, sarebbe stata una grande serata. Non sapevo, ahimè, che per noi sarebbe stata purtroppo l'ultima. Il mio giocarci difatti, a quell'età, trovava massimo sfogo nel lanciar in aria il malcapitato pupazzo, raccoglierlo per poi reiterare il gesto ad libitum. Uno di quegli sciagurati lanci però mandò la pantera talmente in orbita da farla finire dietro un'enorme e inamovibile credenza. A nulla valse piangere e disperarsi, la povera pantera restò lì (con sadico compiacimento di tutti gli astanti). Ricordo ancora il malinconico struggimento di quei giorni densi di colpa e mortificazione, le penose richieste e la perenne risposta ("Quando faremo pulizia"), i piani perversi studiati in dormiveglia per infiltrarmi in casa loro e riprendermi la pantera e il languido desiderio che mi s'accendeva a ogni fiera di paese, quando scorgevo fra i premi del tiro a segno un pupazzo simile a quello tanto amato e perduto. 
Sono passati trent'anni, dico d'aver dimenticato, ma una parte della mia infanzia è rimasta sepolta lì, dietro quella credenza, dove ho smesso definitivamente di credere agli adulti e ho imparato cosa vuol dire perdere qualcuno o qualcosa senza potergli dire addio. O almeno credevo, perché l'altro giorno chiama mia zia per dirci che finalmente, dopo trent'anni, hanno fatto pulizie e spostato la credenza, trovandovi "un giochino di quando Giuseppe era bambino, non so se se ne ricorda ancora..." Ah, zia ingenuotta! Non pensavo che questo giorno sarebbe mai arrivato, così sulle prime ho pensato, "chissà se mi riconoscerà dopo tutto questo tempo..." "del resto anche casa nostra è cambiata, spero non si senta a disagio". Siamo andati a prenderla la sera stessa, era tutta sporca, molto più piccola di quanto ricordassi, orba d'un occhio (non oso immaginare cosa deve aver subito in questi trent'anni di prigionia) e con un aspetto decisamente vintage, ma ora è di nuovo a casa. Mia madre era convinta che dopo anni d'oscurità e polvere, si sarebbe sbriciolata dopo pochi minuti al sole, invece sembra reggere ancora. Dopo averla lavata a fondo, oggi l'ho potuta finalmente riabbracciare come quell'ultima volta trent'anni fa e ho un po' pianto. È stato come riabbracciare quella parte di me che credevo perduta per sempre.
95 notes · View notes
hinashyvers · 7 months ago
Text
Tumblr media Tumblr media
Joris & Khan in Welsh & Shedar
Appena è stata annunciata la ripresa del progetto, quasi non ci credevo ✨
Non vedo l'ora di vedere le loro interazioni 💙🧡
54 notes · View notes
vaerjs · 27 days ago
Text
La mia giornata lavorativa ieri è durata uno sproposito, dalle ore in aula con i bambini e le bambine della mia classe alla riunione docenti di interclasse alla programmazione dei materiali di lavoro per l'educatore che, diversamente, sembra un pesce fuor d'acqua.
Una collega mi ha dato un passaggio in auto e ho percorso 15 minuti a piedi quasi correndo per la stanchezza e la voglia di rientrare e riabbracciarti.
Inserisco la chiave nella toppa, apro la porta e ti trovo indaffarato in mille cose. Ho il fiatone per la corsa e i crampi per le mestruazioni che arriveranno a breve, cerco di rallentare il respiro, mi tolgo le scarpe, il giubbotto e gli scarponi. Mi fermo nell'ingresso ancora un attimo per legarmi i capelli che a fine giornata non tollero più appoggiati sul collo, intanto tu resti di là, mi sbirci con gli occhi vivaci e l'espressione furba di chi aspetta solo di essere scoperto.
Ti raggiungo e cambiando ambiente vedo comparire uno striscione di tanti auguri dai colori pastello, palloncini dorati con le cifre dei miei anni, bibite frizzanti e tanti pacchettini negli stessi colori dello striscione. Vedendo il mio sguardo stupito, ti si illumina ogni parte del viso. Ci abbracciamo, già sai di essere tu il vero regalo nella mia vita ma te lo ripeto ugualmente.
Nel 2020 avevo appena compiuto 25 anni. Ero seduta nell' auto di mio padre, al freddo fuori da un centro commerciale e guardavo lo schermo vuoto del cellulare. Mi ero appena regalata il biglietto per un concerto e avevo pubblicato una foto sui social con una didascalia che suggerisse il mio auto regalo di compleanno. Eppure, quel giorno, neanche una persona mi aveva fatto gli auguri, scritto un messaggio o fatto uno squillo per dirmi di avermi pensato. Non vedevo nessuno al di fuori del gruppo di giovani della mia chiesa con cui, comunque, iniziavo a sentirmi fuori luogo. Di quel periodo ricordo soprattutto il buio e il freddo. Come se tutti i miei ricordi fossero annebbiati da un filtro old school che incupisce la scena. Non credevo che avrei mai compiuto 30 anni.
Ho chiesto aiuto, di lì a poco. Poi è scoppiata la pandemia.
E alla fine sei arrivato tu.
47 notes · View notes
i-am-a-polpetta · 5 days ago
Text
Comunque raga onesta, 11 anni fa mi trovavo a milano piazza Duomo e mi ricordo che trovai 5 euro per terra, solo che al tempo la piazza era presidiata da tipo 11 macchine della polizia per non ricordo quale motivo e io, piuttosto che tenermeli andai da loro a consegnarli da """"""brava cittadina"""""""
no raga in realtà credevo che se me li fossi tenuti sarei apparsa in quel video dei the show in cui facevano apposta a lasciare soldi a terra per vedere se la gente se li sarebbe fottuti o meno....
ah spoiler nel video ci sono finita davvero, ma nel background c'era una musichetta con gli applausi di congratulazioni.
ho rivisto ora il ricordo su google foto, la cosa mi sta facendo molto ridere, prossima volta col cazzo che li do agli sbirri
Tumblr media
23 notes · View notes
singinthegardns · 3 months ago
Text
Se non tratti il tuo partner con amore, con particolare affetto, né dimostri la tua gioia di vivere insieme, devi sapere che pian piano ti smetterà di amare. E si esaurirà, dormendo con te ogni notte, si disinnamorerà con tanta freddezza. E una mattina qualunque ti dirà addio. Perché tu forse non sei infedele, forse non la insulti. Sei solo indifferente, maleducato, annoiato e hai trascurato l'amore della tua vita. E quasi sempre, ciò che non si cura si perde. Ci si perde solo per ritrovarsi? Perderti è stato come perdere il cuore. Tu non c'eri e io non avevo più nessuno con cui parlare quando dentro me calava il buio. Tu non c'eri e io non credevo più in niente perché tutto quello in cui avevo creduto s'era distrutto aveva distrutto me. Tu non c'eri e io non mi fidavo più di nessuno e di niente tutto quello che ami ti delude sempre. Non c'eri e io, piano piano, scomparivo perderti è stato come perdere il cuore, ci si perde solo per ritrovarsi? Ci si ritrova solo per ritrovare il cuore.
29 notes · View notes
elperegrinodedios · 21 days ago
Text
Appena convertito la sorella milanese* mi venne a trovare nella mia taverna del pellegrino e dopo aver condiviso cibo solido e cibo spirituale, caffè e testimonianza e prima del commiato mi salutò cordialmente con un abbraccio e queste parole.
L'ex imprenditrice mi disse: "Il Signore ha grandi progetti su di te". Non lo detti a vedere ma a dire il vero subito dopo ripensandoci la sua frase non la presi molto bene, mi dicevo: come fa se mi ha conosciuto solo da poche ore, come fa a sapere chi sono, come conosce le mie capacità e i miei requisiti, con le mie esperienze. Oggi, mi guardo indietro e credo di doverle delle scuse, per avere dubitato delle sue parole profetiche. È vero, non mi conosceva, ma aveva già sperimentato i doni e l'amore del Signore, attraverso il quale tutti noi una volta affidati diventiamo strumenti della sua pace ognuno con i suoi "doni". Se ci ripenso oggi ho fatto cose che ritenevo impossibili, cose, che credevo fermamente che non avrei mai fatto, nè mai sarei stato capace di fare. Grazie Maestro!
Tumblr media
IL TOCCO DEL MAESTRO
Era un vecchio violino e all'asta non gli diedero molto valore. Cosi logoro, segnato dal tempo e nelle mani di un banditore.
"Quanto date? Mille lire? Duemila? Facciamo tre? Tre e uno, tre e due... Aggiudicato per tre!".
Ma dal fondo della sala qualcuno si fece avanti. Un uomo anziano, brizzolato, dagli occhi vivi e penetranti.
Raccolto quel violino dal banco, ne aggiustò le corde un po' lente, poi suonò una melodia, che commosse tutti i presenti.
Quando poi la musica tacque il bando riprese e fu rinnovato: "Quanto date per codesto violino, ora che l'avete provato?".
Un milione... facciamo due! Due milioni? Sarà tre il suo valore? Tre e uno... tre e due... Aggiudicato al signore!
Tra gli applausi qualcuno chiese: "Cosa ne ha cambiato il valore?". E fu chiara la risposta: "Il tocco del suo creatore!".
Molti, come il vecchio violino, hanno un cuore stanco, stonato che la gente considera di poco valore perchè logoro da tanto peccato.
Ma la stessa gente, non riesce a capire come possa cambiare quel cuore, per produrre una musica cosi soave al tocco del suo creatore.
M. B. Welch
*L'imprenditrice milanese era titolare di una catena di gioiellerie in Milano fin quando conobbe Gesù e lasciò tutto per diventare una missionaria laica.
lan ✍️
27 notes · View notes