#certe occasioni
Explore tagged Tumblr posts
Text
odio capodanno
#se lo festeggiate non prendetela male non ho assolutamente nulla contro chi festeggia#ma contro chi festeggia e rompe a chi non lo fa#è possibile che quando dico di non fare nulla di che per capodanno mi prendono per strana?#sì sto a casa mangio qualcosa di speciale guardo la tv i fuochi a mezzanotte e me ne vado a dormire e no non bevo (ma nemmeno normalmente 😂#che palle che in certe occasioni la gente pensa che tutti debbano per forza fare qualcosa tipo mega feste alcool e robe varie
7 notes
·
View notes
Text
Certe occasioni vanno colte al volo...
Vanno prese per la coda... 🔥🔥🔥
~ Virginia ~
113 notes
·
View notes
Text
Non é vero che nella vita tutto torna. Certi momenti, certe occasioni non torneranno mai piú, ed io, non posso fare a meno di pensare a quanto io abbia sprecato la mia vita. Un totale fallimento.
49 notes
·
View notes
Text
SCRIVERE SUL WEB SENZA GUADAGNARE
Ho notato una specie di stigma verso la scrittura sui social network, soprattutto quando tale attività non è legata a un guadagno monetario.
E una cosa che mi fa pensare.
Tutti (o quasi) hanno una passione che coltivano senza guadagnarci nulla.
Sì può avere la passione delle scalate in montagna. Non ci guadagni nulla. Spendi per le attrezzature. Ma la gente non trova niente da ridire.
La scrittura sul web invece genera perplessità. In diverse occasioni mi hanno detto, più o meno esplicitamente, che scrivere sui social network senza guadagnare, per il solo gusto di far conoscere un punto di vista, è una perdita di tempo. E non di rado, quando ne parlo, spunta la persona che si vanta di non seguire il mio esempio, aggiungendo un elenco di social network evitati con cura, quasi per marcare le distanze rispetto a chi (come me) ha questa strana abitudine. Tanto che un giorno risponderò: "Hai ragione, tu sì che sai vivere, mica io. Contento?".
Forse succede perché l'elemento "social" viene considerato prevalente rispetto all'elemento "scrivere". E in effetti scrivere su carta per hobby in una cameretta è qualcosa che non genera le stesse perplessità. La vera scrittura, a quanto pare, ha bisogno di inchiostro: non può essere fatta di pixel e byte.
Forse l'idea prevalente è la seguente: chi scrive sui social network non ha una vita e vuole relazioni virtuali. (Per inciso: e anche se fosse? Sei meglio tu col tuo ditino puntato?)
Il guadagno monetario, da questa prospettiva, diventa il collegamento con la realtà che può rendere "lecito" il tuo hobby.
La scrittura sul web non evoca l'idea della passione per un'attività creativa che può essere portata a conoscenza di una platea più o meno vasta. Evoca il concetto di "virtuale", con tutti i suoi corollari deplorati dalla società.
PS Ovviamente faccio quello che voglio, ma da un punto di vista sociologico certe dinamiche mi sembrano interessanti.
[L'Ideota]
17 notes
·
View notes
Text
Sprechi che gridan vendetta
Detesto gli sprechi. Di qualsiasi tipo. Soprattutto se riguardano me. Ero molto agitato. Per una cosa che doveva succedere oggi. Ma l'hanno rimandata. Per cui mi sono agitato per niente. In altre parole ho sprecato la mia agitazione. Ed è un vero peccato. La riservo unicamente alle occasioni importanti. Come certe bottiglie di vino. Buonanotte a tutti.
12 notes
·
View notes
Text
6 settembre
Comunque ancora mi stupisco di come io riesca ad essere più considerata dai ragazzi che dalle ragazze.
Stasera avevamo un compleanno e a cena stavo (fortunatamente!) vicina di posto con 3 dei suoi amici, gli unici 3 con cui ho più confidenza e una ragazza, E la quale sì ci vado d'accordo ma spesso sta per le sue o preferisce la compagnia maschile. Quindi mi sono messa a chiacchierare più che altro con loro 3, tra cazzate, gossip e battute, lei se stava lì e difficilmente era coinvolta nella conversazione, ma tanto si vedeva che stava già scazzata di suo molto probabilmente, premetto che spesso e volentieri abbiamo interagito ma da parte sua non ho mai visto tanto interesse nell'approfondire la nostra conoscenza eh, quindi. Poi ci spostiamo nella loro sede e praticamente mi sono trovata a lanciare burrito di gomma e avocadi ad un altro ragazzo (tra l'altro quello che mi diede il tso perché non ho amiche), il quale mi nascose pure la borsa mentre mi ero allontanata e rientrando gli ho tipo detto che me ne ero accorta, insomma ho riso e scherzato con lui.
Ho ritrovato una parte della vecchia me, sono uscita allo scoperto finalmente, ho fatto un po' la cretina come ai vecchi tempi con le mie ex amiche, e la cosa più brutta, sicuramente, è che nessuno lo sa, nessuno sa che non ero così da anni, Riccardo non mi ha detto nulla, non mi ha vista diversa, non ha notato che emanavo luce dalle mie risate e mi dispiace. Mi vede spesso cupa e triste e quando sono allegra pare che non ci faccia caso, perché per lui è una cosa scontata, perché lui non deve mica dirmelo che lo ha notato nonostante sappia che mi faccia piacere sapere che nota certe cose. In effetti ci sono stata molto poco con lui mentre eravamo in compagnia... Io glielo ho anche detto tutto ciò, che mi sono sentita un po' più me stessa stasera ma non mi ha risposto nulla. Mi dispiace tanto per questo.
Mi sono divertita con questo ragazzo, mi son sentita considerata, le altre ragazze hanno fatto gruppetto fra loro, in 3, mentre un'altra dormiva e l'altra appresso a quello che le piace e che non se la fila e io mi son messa a giocare con questo qua e ogni tanto ci si metteva in mezzo un amico di Ric, uno con cui mi ci trovo "bene". Riccardo avrà fatto 2 o 3 lanci poi non mi sono manco accorta cosa stesse facendo.
Dico io, è così difficile avere questo tipo di rapporto con una ragazza? Che poi quelle 3 sono state un po' criticate per il casino che facevano, io invece le capivo (per quanto ormai mi siano andate sui coglioni), io sapevo benissimo come si sentivano e avrei voluto essere criticata anche io per il caos che avrei combinato. Ma mi escludono, loro direbbero che sono io ad escludermi però io stavo lì quando tutte e tre si sono prese a braccetto per andare alla giostra, ero lì quando se ne andavano alla "riunione in bagno", ero lì in tante occasioni. Mi hanno considerata per fare il disegno sul biglietto del festeggiato, almeno quello è stato molto apprezzato, almeno quello...
Io ho ancora questo carattere vivace, allegro, spensierato, fastidioso, caotico, giocherellone, divertente. Però non tutti me lo vogliono tirare fuori e io non sono così sfacciata da metterlo alla mercé di tutti ma solo con chi mi sa ricambiare.
Che poi ok scherzo e mi diverto di più coi ragazzi ma comunque nessuno di loro è mio amico eh.
Boh, come ho già detto, meglio sola al momento, risolvo i miei problemi e torno. Ma un po' di divertimento non guasta ogni tanto...
7 notes
·
View notes
Text
Sabato scorso abbiamo festeggiato la laurea magistrale di mia nipote in un ristorante a Milano. Due anni fa nello stesso periodo avevamo festeggiato la sua laurea triennale sempre in un ristorante a Milano. Il mio stato d’animo è stato molto diverso in quelle due occasioni. L’altro ieri ero serena,felice di fare festa,mentre due anni fa ero triste,depressa e non vedevo l’ora di tornare a casa. Mi sentivo giù anche per problemi fisici,ma soprattutto per i problemi che mi avevano creato alcune persone e per il male che mi avevano fatto. In questi due anni ho fatto un grande lavoro su me stessa per raggiungere la pace interiore. Ora non mi faccio più “ trascinare nel gorgo “, non mi lascio ferire dall’ egoismo e dalla cattiveria; mantengo un certo distacco nell’affrontare le cose. Non ho perso la sensibilità,semplicemente la dispenso a chi la merita. Perché certe persone non cambiano mai e continueranno sempre a comportarsi in un certo modo,ma sono cambiata io e non permetto più loro di farmi del male
27 notes
·
View notes
Text
Certe volte le donne vivono “addormentate”.
Mangiano dormendo.
Lavorano dormendo.
Amano dormendo.
Fanno shopping dormendo.
Si sposano dormendo.
Fanno progetti di vita dormendo.
Sono di tutte le età queste donne. Di tutte le nazionalità. Di tutte le classi sociali. Di tutti i livelli culturali. Le puoi incontrare per strada, di fronte a casa, in treno, al supermercato, all’uscita dal cinema.
Fanno tutto ciò che devono fare, dormendo.
Poi, certe volte, inaspettatamente succede qualcosa: si svegliano!
Non è un momento facile.
Si guardano intorno e si chiedono: «Ma dove sono?».
Mentre se lo chiedono vedono tutto ciò che prima era di fronte ai loro occhi in modo nuovo.
«Non ha la stessa luce» pensano dubbiose. «Non sembra la stessa cosa».
È il momento del travaglio. In cui ci si sente strane, scombussolate.
«Ma come ho vissuto fino ad ora?» si domandano. Forse hanno trent’anni, forse settanta. Non importa.
Il risveglio è uguale per tutte: traumatico.
Però il risveglio è anche affascinante.
Ci si arrabbia con se stesse all’inizio. Perché quando si viveva con gli occhi chiusi si amava l’uomo sbagliato. Ci si faceva sfruttare dagli altri. Si sceglievano cose che non piacevano, solo per far contenti tutti. Ci si considerava poco capaci. Oppure ci si sentiva troppo capaci e ci si arroccava da qualche parte.
«Che rabbia» esclamano le donne all’inizio. Quanto tempo ho buttato. Quante occasioni ho perduto...
Ma all’anima non importa del passato. Non importa del tempo.
All’anima importa del risveglio.
Lei ha solo un timore: che tu ti riaddormenti.
Accade: è un momento critico il risveglio.
Può succedere di fuggire: chiudendo gli occhi di nuovo.
Se ti sei svegliata non farlo…la vita ti aspetta… e tu meriti di viverla…
6 notes
·
View notes
Text
"Prima che tutto diventi ragione, così certe occasioni."
2 notes
·
View notes
Text
C'è sempre tanta ingenuità e stupidità in un cuore che ha amato. Sai che certe cose non potranno mai accadere perché il tempo delle occasioni è svanito, però capita che casualmente (o inconsapevolmente) si parcheggi l'auto in un luogo a voi noto e, quando la vai a ritirare, la guardi con curiosità, sperando di trovarci un bigliettino con su scritto "ti stavo pensando". Ma questo accade solo nei film francesi o nelle commedie americane ed io non sono in un film
4 notes
·
View notes
Text
Certe volte mi mancano quei momenti dove con Francesco, ai tempi dell'Uni, si andava fuori al liceo ad urlare
JAT A FATICAAAAAA!!!
ma non tanto per quei momenti in sé che ormai sono andati, ma perché mi andrebbe di dirlo ancora oggi in tantissime occasioni, mannaggia al politically correct.
11 notes
·
View notes
Text
In certe notti serene, con la luna grande, si fa festa nei boschi. È impossibile stabilire precisamente quando, e non ci sono sintomi appariscenti che ne diano preavviso. Lo si capisce da qualcosa di speciale che in quelle occasioni c'è nell'atmosfera. Molti uomini, la maggioranza anzi, non se ne accorgono mai. Altri invece l'avvertono subito. Non c'è niente da insegnare in proposito. E' questione di sensibilità: alcuni la posseggono di natura; altri non l'avranno mai, e passeranno impassibili, in quelle notti fortunate, lungo le tenebrose foreste, senza neppur sospettare ciò che là dentro succede. Dino Buzzati ************************* On certain clear nights, with a big moon, there is a party in the woods. It is impossible to say precisely when, and there are no obvious symptoms to give warning. You can tell by something special that is in the atmosphere on those occasions. Many men, the majority in fact, never notice it. Others, however, notice it immediately. There is nothing to teach about it. It's a question of sensitivity: some have it by nature; others will never have it, and will pass impassively, on those fortunate nights, along the dark forests, without even suspecting what is happening in there. Dino Buzzati
10 notes
·
View notes
Text
“ Il poeta John Donne disse che nessuno dorme sul carro che lo porta al patibolo; è altrettanto vero che in tempo di guerra ci sono meno occasioni di sbadigliare (immagino che sia per questo che durante i conflitti bellici diminuiscono notevolmente i suicidi, spesso motivati da una noia ostinata). Ma via via che le società sono divenute sempre più individualiste e i loro membri sempre più egoisti, impegnati a godere di piaceri e di ricchezze sempre più a portata di mano, la guerra ha perduto molto del suo fascino tradizionale. Qualche ritardatario si entusiasma ancora alla notizia di guerre lontane e all'idea della guerra in generale, ma quando la bomba gli cade vicino o gli arruolano il figlio, allora perde tutto il patriottico entusiasmo. La gente non vuole problemi: non è che la pace le piaccia del tutto (c'è sempre un motivo per brontolare e poi, quando le cose vanno bene, ci si annoia), però vuole essere lasciata in pace. Solo nei paesi sottosviluppati, poveri, poco informati, collettivisti per religione o ideologia politica, malati di tribalismo assassino o suicida, si continua a conservare un certo spirito bellico. In quelli più sviluppati, da quando la classe operaia ha realizzato certe conquiste, già da tempo non si parla più di rivoluzioni e di guerre civili. A parte i trafficanti d'armi, i grandi finanzieri di settori industriali molto specializzati e i militari per vocazione (o quelli che senza esserlo, hanno la vocazione militare, che sono i peggiori), il bellicismo non ha più quell'approvazione popolare che prima non gli era mai mancata. Soltanto il nazionalismo estremo, la forma di collettivizzazione mentale più compatibile con l'individualismo moderno (i nazionalisti sono individualisti pudichi, individualisti di gruppo), continua a pompare adrenalina nelle vene di certi dementi ancora capaci di uccidere o di morire con entusiasmo. Ma se la guerra non piace alla maggioranza degli uomini, mi dirai, perché continuiamo a spendere tanti soldi in eserciti, caccia, carri armati e testate nucleari? Non è forse giunto il momento di proibire la guerra, cioè di renderla impossibile, di impedirla? Hai perfettamente ragione, figlio mio. Infatti si tratterebbe proprio di questo, di impedirla: basta lamentarsi e protestare soltanto. “
Fernando Savater, Politica per un figlio, traduzione di Francesca Saltarelli, Laterza, 1993¹; pp. 104-105. (Corsivi dell’autore)
[Edizione originale: Política para Amador, Editorial Ariel, S.A., Barcellona, 1992]
#letture#leggere#citazioni#guerra#saggistica#John Donne#Fernando Savater#società#umanità#politica#individualismo#Politica per un figlio#patriottismo#scritti saggistici#pacifismo#Francesca Saltarelli#antimilitarismo#utilitarismo#ideologismo#intellettuali europei#filosofi#nazionalismo#bellicismo#libri#filosofia contemporanea#società umane#educazione#saggi#filosofia morale#anni '90
31 notes
·
View notes
Text
Fare il primo passo in una relazione è crucialmente importante perché dimostra coraggio, caparbietà, determinazione nel perseguire i propri obiettivi. Purtroppo non c’è sempre una prossima volta nella vita, un giorno ti accorgerai tutto ad un tratto che certe possibilità ti son sfuggite di mano, come sabbia dopo una folata di vento. Buttati a capofitto nelle cose, non rimuginarci troppo, nella vita ho perso migliaia di occasioni proprio perché non ho avuto il coraggio di buttarmi, di lasciarmi andare senza pensare al giudizio altrui. Può capitare di avere un’idea, che ti sembra talmente buona che, se fosse perfetta, farebbe faville. Tuttavia perfetta non lo diventerà mai, se non cominci a produrla, a testarla. Se l’obiettivo della “perfezione” è solo la scusa per evitare di metterti in gioco, è meglio essere onesto con te stesso e prenderne atto. Tuttavia, dire a qualcuno “credi in te stesso” è inutile. Nessuno di fronte ad una frase di questo tipo ne prende coscienza e comincia davvero a pensare in modo diverso. La nostra personalità è anche il frutto delle esperienze passate. Non basta un libro o qualcuno che ti dica di credere in te e nelle tue potenzialità, perché tu possa realmente farlo e dare quindi una svolta alla tua vita. Per convincere qualcuno a credere in se stesso, si dovrebbe utilizzare la frase: lavora a quello in cui credi. Oggi giorno siamo circondati da “motivatori” e da libri che parlano di successo personale, leggiamo e guardiamo video che ci dicono di essere leader in qualcosa o di qualcuno e come farlo. Sono i tuoi progetti a plasmare la tua personalità, non il contrario. Il giudizio degli altri può valer più del tuo progetto? Più della tua felicità? Non rimandare più nulla, oggi è quel giorno, il tuo giorno. Le persone che selezionano, e che dicono di no a qualcuno o qualcosa, sono persone che sanno cosa vogliono, sanno cosa meritano e sanno dove vogliono arrivare, ed hanno il coraggio di dire no a tutto il resto. “Oggi non è un giorno qualunque di tutti i giorni che verranno, ma quello che accadrà in tutti i giorni che verranno potrà dipendere da quello che farai, proprio oggi.” Ogni singolo viaggio inizia da un punto di partenza, ed è proprio nel mentre, che avvengono le trasformazioni più profonde, ed è proprio in quel passo iniziale che si nasconde e scopre il proprio potenziale, trasformando le speranze in realtà, i sogni in percorsi tangibili.
Max
4 notes
·
View notes
Text
철인왕후 - Mr Queen
Oggi consiglio un k-drama, ovvero una serie televisiva coreana. È su Viki ed è in coreano sottotitolata in italiano. La trama è la seguente (la copio da qui)
Nell'era moderna, Jang Bong-hwan è uno chef che lavora per i migliori politici del paese alla Casa Blu. Ha uno spirito libero, ma un giorno si ritrova nel corpo della regina Cheorin nel periodo Joseon. Re Cheoljong, il monarca regnante, è una persona gentile e accomodante, tuttavia, è re solo di nome: la regina Sunwon, la moglie del defunto re Sunjo, esercita il vero potere nel paese e lo ha relegato a una figura di spicco. Anche il suo ambizioso fratello minore, Kim Jwa-geun, desidera il potere. La regina Cheorin scopre presto che re Cheoljong non è quello che sembra e che ha un lato oscuro e sospetto in lui.
Un cuoco, un uomo del XXI secolo, si ritrova nel corpo di una regina, moglie di un re coreano che, storicamente, è stato in carica dal 1849 al 1864. La storia non è proprio fedele alla Storia, gli autori si prendono delle libertà e cambiano il destino del re, ma è raccontata in maniera tale da essere avvincente e divertente (si ride parecchio), pur nella sua tragicità: il re, storicamente, è visto come un burattino nelle mani delle famiglie nobili, va da sé che ci saranno parecchie difficoltà, lotte, ribellioni e scene d'azione.
Quello che mi spinge a parlarne oggi è il fatto che sia l'8 marzo. Il cuoco si trova nel corpo di una regina, una donna nella corea del XIX secolo, che già ora le donne coreane si sognano la libertà e le sicurezze di quelle occidentali (!), figuriamoci allora.
È stato estremamente istruttivo pensare a come avrei fatto io in determinate occasioni, per poi rendermi conto che lui, ora, è una lei, e certe cose non le può fisicamente o socialmente fare, anche con la carica di regina.
Davvero, se c'è un modo per cambiare prospettiva, è questo K-drama, lo consiglio a tutti.
5 notes
·
View notes
Text
Com'è che si dice? "Io questo video non lo volevo fare..." ecco, io questo post non lo volevo fare.
Ennesima inculata dalla vita, praticamente ho iniziato il servizio civile e manco una settimana è passato, ho saputo che una ragazza ha organizzato un'uscita al centro commerciale con le altre, centro commerciale vicino casa mia e lei sa dove abito. Queste ragazze sono straniere, forse preferisce parlare inglese con loro perché studia lingue ma dico io, è così brutto dirmi in faccia che vedi gli orari del bus perché andate al centro commerciale e a me non chiedi un cazzo? C'è un'altra italiana nel gruppo, spero che almeno lei sia più inclusiva ma oggi è dovuta andar via prima. Che poi, sempre questa che ha organizzato l'uscita, ci fa discorsi tipo "vorrei che fossimo un bel gruppo, una famiglia" e poi vengo emarginata senza motivo, perchè al momento ci vado d'accordo con loro e le occasioni per conoscerci ce ne sono. E' tutto il giorno che sto male e ho un nodo allo stomaco per questa cosa, non riesco a spiegarmi del perché di questo suo comportamento, l'unica cosa che penso è che c'è troppa superficialità e io ho la sfiga di conoscere gente del genere da secoli. Anche la nostra coordinatrice si è raccomandata di andare d'accordo e tutto il resto, ma io non vedo questo grande interesse nei miei confronti da parte di questa qui, nonostante abbiamo varie cose in comune. Tanto valeva tornare in fabbrica, stipendio doppio, non c'era bisogno di creare un gruppo e non ci restavo male per colpa di quelle che a 25 anni ancora escludono le persone, senza motivo ripeto. Mi sto sentendo tanto fuori luogo, ok che dura un anno e poi sicuramente al 99% chi si è visto si è visto, ma posso godermelo un po' questo anno? A volte penso che la malignità di certe persone mi sia piombata addosso e mi va tutto storto, come se mi avessero maledetto. Soffro davvero troppo per la mancanza di amiche, non dico che debbano essere loro le mie amiche del cuore ma almeno essere considerata per le uscite cazzo, che poi questa mi fa "ora vai dal tuo ragazzo o torni a casa?" e io le ho detto che sarei andata a casa nel pomeriggio e mica mi dice "ehi se vuoi ci raggiungi" visto che abito a manco 2 km da quel cazzo di centro commerciale.
Vogliamo parlare del gruppo del mio ragazzo? Si sono organizzati per il Festival dell'Oriente senza dirci nulla se non all'ultimo secondo e solo perché abbiamo incontrato questo suo amico in giro.
Come faccio ad avere speranza e a non chiudermi in me stessa dopo tutte ste cose? Dopo le amiche del liceo non ho trovato più nessuna, non so come cazzo sia possibile nonostante abbia conosciuto diverse ragazze. Ho un carattere talmente accondiscendente a volte che manco dici sono una rompi cazzo, pesante, troppo esuberante, noiosa, io so adattarmi all'altra persona, sono sincera e leale ma a quanto pare non è mai sufficiente essere se stesse.
Volevo solo avere un'amica, qualcuna che mi sostenesse, con cui ridere, confidarmi, fare la scema e invece mi ritrovo sempre con un pugno di mosche.
Sto davvero male e tutto ciò mi fa venire pensieri suicidi, ho seriamente paura che se dovessi trovarmi sola in casa, prima o poi, possa fare qualcosa di brutto per non sentire più il peso della mia bassa autostima e della solitudine. Non ci sto riuscendo a lavorare su me stessa, non riesco a farmi forza, non se gli altri mi voltano le spalle. Poi torno in me e mi rendo conto che sono solo pensieri e non farò nulla, ma posso ridurmi così nonostante abbia una famiglia (anche se disatrata), un ragazzo che mi ama, un amico a distanza, i genitori del mio ragazzo che tengono molto a me e perchè no, 2 belle gattine? Sono catastrofica, tanto. Se riesco provo a chiedere a questa ragazza del perché non me lo ha chiesto ma spero che non sfoci poi nell'elemosina, che tutto voglio tranne le finte facce.
6 notes
·
View notes