#centro di cura
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chiarasolems · 9 months ago
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ChiaraSole Ciavatta, Fiorella Nikolla: guerriere infaticabili nella lotta contro i Disturbi Alimentari (DA) a MondoSole
ChiaraSole Ciavatta, Fiorella Nikolla: guerriere infaticabili nella lotta contro i Disturbi Alimentari (DA) a MondoSole L'immagine che ho trovato un ritratto vibrante di ChiaraSole Ciavatta, il cui sorriso contagioso e lo sguardo pieno di vita riflettono la sua tenacia nel contrastare i Disturbi Alimentari (DA). La didascalia riassume il suo messaggio di speranza e di unione: "TU non sei un NUMERO: tu sei unicə! TU sei PIÙ che abbastanza! NON SEI SOLƏ: insieme possiamo sconfiggere i disturbi alimentari!".......
ChiaraSole Ciavatta, Fiorella Nikolla: guerriere infaticabili nella lotta contro i Disturbi Alimentari (DA) a MondoSole AI: L’immagine che ho trovato un ritratto vibrante di ChiaraSole Ciavatta, il cui sorriso contagioso e lo sguardo pieno di vita riflettono la sua tenacia nel contrastare i Disturbi Alimentari (DA). La didascalia riassume il suo messaggio di speranza e di unione: “TU non sei un…
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pier-carlo-universe · 12 days ago
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Il Reparto di Chirurgia di Acqui Terme: un centro d’eccellenza per la tecnica THD in Piemonte
Il Reparto di Chirurgia del Presidio Ospedaliero di Acqui Terme, diretto dal Dott. Alberto Serventi, è stato ufficialmente riconosciuto come Centro di Riferimento per il Piemonte nella tecnica chirurgica THD (Transanal Haemorrhoids Dearterialization).
Innovazione e formazione al servizio della salute.Il Reparto di Chirurgia del Presidio Ospedaliero di Acqui Terme, diretto dal Dott. Alberto Serventi, è stato ufficialmente riconosciuto come Centro di Riferimento per il Piemonte nella tecnica chirurgica THD (Transanal Haemorrhoids Dearterialization). Questo riconoscimento sottolinea il ruolo strategico del reparto non solo nell’applicazione di…
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koufax73 · 4 months ago
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Franco Battiato: per capire meglio la mia essenza #sottotraccia
Come da tradizione (recente) dedichiamo agosto alla lettura: per il 2024 abbiamo deciso di ripubblicare una serie di pagine tratte dal volume “Italia d’autore” (Arcana, 2019), dedicato ai grandi cantautori che hanno fatto la storia della musica italiana Francesco Battiato nasce a Riposto, sulla costa catanese, il 23 marzo 1945. Ha ben chiaro molto presto quale dovrà essere il suo avvenire: ha…
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centroamamentemilano · 1 year ago
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E se fosse depressione?
Centro psicoterapia Milano
La depressione è una condizione mentale molto diffusa, ma spesso misconosciuta o sottovalutata. Se si soffre di depressione, si può avere una sensazione costante di tristezza, disinteresse per le attività quotidiane, stanchezza, difficoltà a concentrarsi e a prendere decisioni, perdita di interesse per le relazioni sociali e un senso di vuoto interiore. Questi sintomi possono variare in intensità e durata, ma se persistono per diverse settimane o mesi e interferiscono con la vita quotidiana, potrebbe essere necessario cercare aiuto professionale.
La depressione è una malattia che può colpire chiunque, indipendentemente dall'età, sesso o situazione socio-economica, ed è importante riconoscerla e affrontarla in modo adeguato per poter guarire e vivere una vita piena e soddisfacente.
Cell.3311842704
https://www.centroamamente.it/psicoterapeuta
https://www.centropsicologicomilano.it/psicoterapia
disturbi d'ansia cosa fare? Depressione a chi rivolgersi? Trattamento ansia a Milano Attacchi di panico a chi rivolgersi? centro di psicoterapia a Milano depressione Terapia depressione Milano
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raccontidialiantis · 6 days ago
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Il dottore
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Avevo un problemino proprio vicino all’ano. Un piccolo bubbone in rilievo che mi dava fastidio. Ero preoccupata e mi sono fatta vedere da mio marito, il quale mi ha detto: “boh... vai a fartelo controllare.” Non che la visione del mio culo completamente aperto lo entusiasmasse eccessivamente. Ho scoperto infatti solo dopo essere sposati che la sua eccessiva affettatezza, i suoi modi gentili che tanto mi avevano affascinato sulle prime erano solo dovuti al fatto che lui si sente… più donna di me! Non mi si accosta praticamente mai. Abbiamo fatto l’amore forse tre volte, in due anni di matrimonio.
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In viaggio di nozze, sulla nave andava dietro ai camerieri. Io l’ho sposato un po’ perché comunque mi piaceva e un po’ perché volevo uscire da una mia situazione familiare di estrema indigenza. E poi ero stata abbagliata dall’idea di andare a vivere finalmente lontano da casa, con un uomo e in una grande città, direttamente in una casa di nostra proprietà. I suoi genitori infatti lo hanno forzato a sposarsi per la facciata e in cambio lui ha ottenuto di gestire in autonomia uno dei negozi della loro catena che tratta scarpe da uomo e donna di alta classe, appunto nella nuova regione e a ben 300 km dalla nostra città d'origine.
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E lui è anche molto bravo: con le donne parla di trucchi e vestiti; spettegola, le consiglia e intanto vende. Quanto vende: guadagna bene! All’inizio pensavo: “questo qui lo cambierò io. Il mio amore basterà per entrambi.” Macché! Comunque sono andata dal dottore che mi hanno consigliato i vicini: un dermatologo molto bravo, con studio a due isolati da casa. Come sono entrata, ultima paziente della giornata, l’ho visto e sono arrossita: un bellissimo uomo brizzolato sui quaranta e molto atletico, con un filo di barba e due occhi azzurri incorniciati da occhiali d’osso.
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Mi ha esaminata in modo discreto da capo a piedi e ha poi posato lo sguardo per un secondo sulla fede che porto alla mano sinistra. Gli ho accennato del mio problema e lui mi ha messa subito a mio agio: “non si preoccupi signora; ora vediamo. Si sdrai sul lettino a pancia sotto e si spogli.” Ha preso la lente luminosa e un paio di attrezzi per esaminare da vicino la zona. Per fortuna ha concluso trattarsi di un semplice pelo incarnato, che comportava comunque un inizio di infezione, con conseguente indolenzimento e arrossamento di tutta la zona anale.
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Andava assolutamente curato e non trascurato. “Adesso applicherò un po’ di questa crema antibiotica, e la cura dovrà proseguire per una quindicina di giorni.” Prese il tubetto, mise un guanto di lattice, se ne spalmò un po’ sul dito e prese a massaggiare sul brufolo e attorno al mio ano. Non so quanto inavvertitamente, mentre mi massaggiava la punta del suo indice per un secondo scivolò al centro esatto dell’ano, che immediatamente si aprì ad accoglierlo, mentre mi scappava un sommesso “oooh…” e il mio bacino si alzava.
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Non potei proprio controllarmi: a ventotto anni una donna ha le sue risposte automatiche agli stimoli. E diventai rossa come un peperone. Lui fece finta di nulla. Poi applicò un cerotto conformato in maniera opportuna, sì che coprisse il bubbone ma non ostacolasse la funzionalità dell’ano. Ovviamente durante la notte o andando in bagno e lavandomi, il cerotto sarebbe saltato. Da rimettere comunque ogni mattina.
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"Si rivesta, signora io intanto le scrivo la ricetta. Nome, cognome, indirizzo e tessera sanitaria… ah, vedo che vive qui vicino…"
"Si, ci siamo trasferiti appena sposati, circa due anni fa. Non conosciamo molte persone."
Mi diede la ricetta, un paio di cerotti, mi disse appunto quali dovevo comperare in farmacia assieme alla crema e mi scrutò a lungo. Io abbassai lo sguardo: era proprio un bellissimo pezzo di manzo. Iniziarono a tremarmi le gambe.
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"Devi applicare la crema e farti la medicazione spesso, perché la parte deve rimanere sempre ben medicata e umida, Angela. Posso chiamarti così, visto che siamo ormai… amici abbastanza intimi?"
E lo disse con un sorriso da vero assassino. Diventai più rossa di un semaforo e gli dissi:
"Certo dottore! Spero di poter fare un buon lavoro, da sola!"
Al che lui replicò:
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"Innanzitutto chiamami Luca e poi domani è sabato; io di sabato non lavoro. Mi alzo un po’ più tardi e vado a fare Crossfit di mattina e Karate di pomeriggio. Sono separato da anni e quindi sono sempre solo. Se ti va, puoi venire qui a studio per le nove; posso medicarti io, non mi costa niente. Anzi: mi fa piacere rivederti. E i giorni a seguire puoi venire prima che apra bottega, attorno alle otto… corsia preferenziale, per te…"
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Avevo la salivazione azzerata: non ci potevo credere. Un maschio maturo, poco sopra la quarantina e bello come un dio greco si interessava a me e mi stava palesemente facendo la corte! L’indomani mattina, calze autoreggenti, gonna di georgette e tanga microscopico, alle nove in punto entrai nello studio. Mi accolse con un sorriso. Era in tuta leggera e aderente. Si intuiva un fisico scolpito. Non mi fece accomodare sul lettino; siccome lo studio era deserto, mi fece mettere con la pancia a cavallo del bracciolo del divano in sala d’aspetto, perché gli avrebbe consentito un miglior spazio di manovra. Scesi le mutandine, sollevai la gonna e mi misi col culo all’insù e le natiche ben divaricate.
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Mi scusai del cerotto vecchio ovviamente saltato, perché avevo cercato di non bagnarlo mentre mi lavavo e di non sporcarlo, ma… Mi disse di non preoccuparmi e iniziò a spalmarmi l’unguento. Stavolta indugiò un po’ più a lungo, visto che non opponevo resistenza e anzi iniziavo ad assecondare il suo tocco e a mugolare, ben rilassata e a occhi socchiusi. D’un tratto, visto che mi stavo palesemente offrendo a lui, allargando le natiche con le mie mani e alzando il bacino verso il suo viso senza una vera necessità, si decise e mi infilò lentamente tutto l’indice, dicendo: “ora mettiamo un po’ di unguento anche dentro, per precauzione.”
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Come introdusse il dito e iniziò a muoverlo, io cominciai a sollevare e abbassare le anche, agevolandolo e mugolando palesemente di piacere. Prese coraggio e infilò anche il medio. Io ormai gli dicevo direttamente “siiiii.” Si fermò un attimo e io fui convinta di aver forse fatto una gaffe… invece s’era sceso con gesto rapidissimo i pantaloni della tuta e ormai sentivo la cappella del suo cazzo dapprima puntare il mio buchino e poi entrare lentamente. Non ero stata scopata spesso, prima; figuriamoci inculata! Mi faceva male e gridai: “Ahia…” e lui disse: “Vuoi che lo tolga?” mi venne di getto un “Nooooo… cazzo noooo! Perdonami, ma sono stufa di non essere trattata come una donna: sfondami questo cazzo di culo e strapazzami, maltrattami. Sii semplicemente il meraviglioso maschio che sei…”
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Restò un attimo interdetto e allora, sempre con il suo cazzo a metà strada nel mio culo, mi calmai e gli spiegai che mio marito non era interessato all’argomento e che lui quindi avrebbe potuto scoparsi come voleva questa ragazza di nemmeno trent’anni. Mi inculò per venti minuti buoni e venne dentro di me. Poi, sempre sul divano, gli salii sopra, me lo mangiai letteralmente. In pratica scopammo per tutta la mattinata. Fanculo il Crossfit e il Karate.
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Questa cosa fece un gran bene al mio matrimonio: mio marito mi dava tutto il denaro che mi serviva, purché non interferissi con la sua vita sessuale privata e non gli rompessi le palle e il mio dottore mi riempiva di quello che lui non poteva darmi. Molto discretamente, spesso andavo da lui anche dopo cena, nel totale disinteresse del mio coniuge. Diventai la sua donna di fatto e grazie a lui finalmente diedi due nipotini ai nonni, che avevano aspettato tanto a lungo!!!
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RDA
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susieporta · 9 months ago
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Ciò che rende una persona attraente è il suo centro magnetico.
È l’energia che ha dentro.
È ciò che egli sa trattenere dentro di sè, come un tesoro prezioso, e poi sceglie di condividere con chi sa apprezzarlo.
È come una calamita, che attira a sè senza fare troppo rumore.
Ció che rende qualcuno attraente, è la sua capacità di impattare l’autenticità costantemente, l’essere trasparente come acqua, senza spigoli e senza nodi.
È il suo fluire, è il suo essere nel corpo in presenza.
Il magnetismo si “guadagna”lavorando su di sè e aumentando la propria consapevolezza, centrandosi, respirando, e espandendo la propria essenza.
Niente a che fare con botox , extension, squat, addominali squadrati, pettorali ...
Possiamo e dobbiamo prenderci cura del nostro aspetto fisico ma consapevoli che non sara’ davvero quello a cambiare le cose ...
stay magnetic ♥️☯️
#claudiacrispolti
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mucillo · 3 months ago
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"Consigli per una donna forte” di Gioconda Belli
( DIS. by Tanino Liberatore )
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Se sei una donna forte
proteggiti dalle bestie che vorranno nutrirsi del tuo cuore.
Usano tutti i travestimenti del carnevale della terra:
si vestono da sensi di colpa, da opportunità,
da prezzi che si devono pagare.
Non per illuminarsi con il tuo fuoco
ma per spegnere la passione
l’erudizione delle tue fantasie
Non perdere l’empatia, ma temi ciò che ti porta a negarti la parola,
a nascondere chi sei,
ciò che ti obbliga a essere remissiva
e ti promette un regno terrestre in cambio
di un sorriso compiacente.
Se sei una donna forte
preparati alla battaglia:
imparare a stare sola
a dormire nella più assoluta oscurità senza paura
che nessuno ti tiri una fune quando ruggisce la tormenta
a nuotare contro corrente.
Educati all’occupazione della riflessione e dell’intelletto.
Leggi, fai l’amore con te stessa, costruisci il tuo castello, circondalo di fossi profondi però fagli ampie porte e finestre.
E’ necessario che coltivi grandi amicizie
che coloro che ti circondano e ti amano sappiano chi sei,
che tu faccia un circolo di roghi e accenda al centro della tua stanza
una stufa sempre accesa dove si mantenga l’ardore dei tuoi sogni.
Se sei una donna forte proteggiti con parole e alberi
e invoca la memoria di donne antiche.
Fai sapere che sei un campo magnetico.
Proteggiti, però proteggiti per prima.
Costruisciti. Prenditi cura di te.
Apprezza il tuo potere.
Difendilo.
Fallo per te:
Te lo chiedo in nome di tutte noi.
................
"Gioconda Belli è nata in Nicaragua nel 1948. Ha partecipato attivamente alla lotta del Fronte sandinista contro la dittatura di Somoza".
Scrittrice e attivista nicaraguense .Annoverata tra le più importanti scrittrici dell’America Latina, è stata attiva in politica sin dalla giovinezza:
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klimt7 · 5 months ago
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Consigli per una donna forte”
[ Gioconda Belli -Nicaragua]
Se sei una donna forte proteggiti dai parassiti
che vorrebbero mangiare il tuo cuore.
Essi usano tutti i travestimenti
dei carnevali della terra:
si vestono da colpe, da opportunità,
da prezzi che bisogna pagare.
Ti frugano l’anima, insinuano il trapano
dei loro sguardi o dei loro pianti
nel più profondo magma della tua essenza
non per accendersi con il tuo fuoco
ma per spegnere la tua passione,
l’erudizione delle tue fantasie.
Se sei una donna forte
devi sapere che l’aria che ti nutre,
trasporta anche parassiti, batteri, minuti insetti
che cercheranno di abitare nel tuo sangue
e nutrirsi di quanto è solido e grande in te.
Non perdere la compassione
ma temi tutto ciò che conduce
a negarti la parola,
a nascondere chi sei,
ciò che ti obbliga ad addolcirti
e ti promette un regno terrestre
in cambio di un sorriso compiacente.
Se sei una donna forte preparati alla battaglia:
impara a stare sola
impara a dormire nella più assoluta oscurità
senza paura, impara che nessuno ti lancerà
corde quando ruggisce la tempesta,
impara a nuotare controcorrente.
Allenati alla riflessione e all’intelletto.
Leggi, dialoga con la tua anima, fà l’amore
con te stessa, costruisci il tuo castello,
circondalo di fossi profondi, però fai anche
ampie porte e finestre.
È necessario che coltivi grandi amicizie,
e che coloro che ti circondano
e che ti amano, sappiano chi sei
fatti un cerchio di roghi
e accendi nel centro della tua stanza
una stufa sempre ardente,
dove si mantenga l’ardore dei tuoi sogni.
Se sei una donna forte
proteggiti con parole e alberi
e invoca la memoria di donne antiche.
Devi sapere che sei un campo magnetico
verso il quale viaggeranno urlando
i chiodi arrugginiti
e l’ossido mortale di tutti i relitti.
Tu proteggi, dà rifugio, però prima proteggi te stessa.
Mantieni le distanze.
Costruisciti. Abbi cura di te.
Conserva il tuo Potere.
Difendilo.
Fallo per Te
Te lo chiedo in nome di tutte noi.
[ Gioconda Belli - Nicaragua ]
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ros64 · 2 months ago
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Da: The Fiery Cross
Parte seconda, cap. 18
La chiamata dei capo clan.
La brezza proveniva da ovest. Jamie alzò il mento, godendosi il suo tocco freddo sulla pelle accaldata. La terra digradava a onde di marrone e di verde, accese qua e là da sprazzi di colore che illuminavano la bruma degli anfratti come il chiarore di un fuoco da campo. Si sentì calare addosso una gran pace a quella vista, e respirò a fondo, mentre il suo corpo si rilassava. Anche Gideon si rilassò, ogni irascibilità ormai prosciugata come acqua da un secchio bucato. Pian piano Jamie lasciò cadere le mani sul collo del cavallo, che restò immobile, le orecchie puntate in avanti. Ah, pensò, mentre si impossessava di lui la consapevolezza di essere in un Posto con la P maiuscola. Pensava a posti del genere in una maniera inspiegabile a parole, limitandosi a riconoscerlo quando ne scovava uno. Avrebbe potuto definirlo sacro, se non fosse che la sensazione che gli procurava non c’entrava niente né con la chiesa né con i santi. Era semplicemente un luogo a cui sentiva di appartenere, e ciò bastava, anche se preferiva essere solo, quando gli capitava di trovarlo. Abbandonò del tutto le redini sul collo del cavallo. Nemmeno una creatura dalla mente distorta come Gideon avrebbe provocato guai, qui. E infatti il cavallo rimase tranquillo, con il massiccio e scuro garrese che fumava al freddo. Pur non potendo trattenersi a lungo, Jamie si sentiva profondamente soddisfatto di quella tregua... non solo dalla battaglia con Gideon, bensì anche dalle pressioni del prossimo. Aveva appreso molto tempo prima l’arte di isolarsi in mezzo a una folla, di cercare la privacy nella propria mente quando il corpo non poteva averne. Però era un montanaro nato, e aveva imparato presto anche l’incanto della solitudine, e l’aura di guarigione che emanavano i luoghi silenziosi. Tutto a un tratto ebbe una visione di sua madre, uno di quei piccoli, vividi ritratti che il suo cervello conservava gelosamente per poi tirarli fuori di punto in bianco in risposta a Dio sapeva cosa: un suono, un odore, qualche momentaneo ghiribizzo della memoria. Stava posando trappole per i conigli su una collina, quel giorno, tutto accaldato e sudato, con le dita irritate dalle ortiche e la camicia appiccicata alla pelle per via del fango e dell’umidità. Sua madre se ne stava là sotto l’ombra verdognola, a terra accanto a una piccola sorgente, del tutto immobile – il che non era da lei – con le lunghe mani ripiegate in grembo. Lei gli aveva sorriso in silenzio e lui le si era avvicinato, a sua volta senza parlare ma pieno di un grande senso di pace e contentezza, per poi appoggiarle il capo contro la spalla con un braccio di lei attorno alla vita, sapendo di trovarsi al centro del mondo. Aveva cinque anni all’epoca, o magari sei. All’improvviso, così come era arrivata, la visione svanì, simile a una trota luminosa che scompaia nell’acqua scura. Si lasciò dietro di sé la stessa sensazione di pace profonda, tuttavia, quasi che qualcuno lo avesse abbracciato, e una mano morbida gli avesse sfiorato i capelli. Scese rapidamente di sella per il bisogno di sentirsi gli aghi di pino sotto gli stivali, in una specie di collegamento fisico con quel posto. Per cautela legò le redini a un pino robusto, benché Gideon apparisse abbastanza calmo; abbassata la testa, stava brucando a terra in cerca di ciuffi d’erba secca. Jamie restò fermo un istante, poi si girò con cura a destra verso il nord. Non ricordava più chi glielo insegnato, se sua madre, suo padre o il Vecchio John, il padre di Ian. Recitò le parole, tuttavia, mentre girava in tondo seguendo il corso del sole, mormorando la breve preghiera a ciascuno dei quattro venti, per poi terminare a ovest, nel sole del tramonto. Raccolse a coppa le mani vuote e la luce le riempì, traboccandogli dai palmi.
Che Dio possa tenermi in salvo a ogni passo, Che Dio possa aprirmi ogni valico, Che Dio possa sgombrarmi ogni strada, E che possa accogliermi nelle Sue mani.
Seguendo un istinto più antico della preghiera, prese la fiaschetta dalla cintura e ne versò qualche goccia a terra. Brandelli di suoni gli giunsero sulle ali della brezza; risate e richiami, rumori di animali che si inoltravano nel sottobosco. Non lontana da lì, la carovana si trovava giusto dall’altra parte di una valletta, intenta ad aggirare lentamente la curva della collina di fronte. Doveva andare, adesso, raggiungerli nell’ultimo tratto di salita verso il Ridge. Eppure esitò qualche istante, restio a infrangere l’incantesimo di quel Posto. Captando con la coda dell’occhio un minuscolo movimento si chinò, strizzando gli occhi per scrutare la fitta ombra sotto un cespuglio di agrifoglio. Se ne stava lì immobile, perfettamente fuso con lo sfondo cupo. Non lo avrebbe mai visto, se i suoi occhi da cacciatore non ne avessero percepito il movimento. Un gattino piccolo piccolo, il pelo grigio gonfiato come un soffione maturo, gli enormi occhi spalancati che non battevano ciglio, quasi incolori nella tenebra. « A Chait», sussurrò tendendogli lentamente un dito. «Che cosa ci fai tu qui?»
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fashionbooksmilano · 8 months ago
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Diana Vreeland after Diana Vreeland
a cura di Judith Clark , Maria Luisa Frisa
Marsilio Editori, Venezia 2012, 241 pagine , 250 ill. a colori,20x25cm, ISBN 978883172378
euro 34,00
email if you want to buy [email protected]
Diana Vreeland è un personaggio così carismatico e unico nella storia della moda da correre il rischio di rimanere congelata nel racconto della sua incredibile vita tra Parigi, Londra e New York. Fissata, ancora, nella continua riproposizione delle sue frasi e delle sue azioni memorabili. Tutti i materiali che portano il segno Diana Vreeland sono il racconto del continuo presente della moda. Sono la sequenza delle ossessioni, dei desideri e dei sogni che hanno preso forma da una precisa idea di stile e di moda, ma sono anche il racconto in sequenza di tutti i momenti in cui lei si è ritrovata a vivere. Apripista, che oggi appare non replicabile. Nello slittare costantemente fra il ruolo di fashion editor e il ruolo di fashion curator, Vreeland ha saputo giocare l'arma dell'interpretation, al punto da innescare all'interno del museo quella sovrapposizione allestitiva fra luogo della riflessione culturale e luogo dello shopping, come si è andata affermando nella nostra era del total living. Ciò che è al centro del progetto di questo libro sono lo sguardo critico e il gesto interpretativo che ancora oggi definiscono la personalissima grammatica curatoriale di Vreeland, sempre eccessiva e drammatica.
19/04/24
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succhinoallapesca · 1 month ago
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Nessuno ne parla ma quando soffri di depressione ti sono concesso solo due ruoli: la vittima o l'eroe. Caso 1, sei costretto a subire sfighe più grandi di te, la vita è proprio ingiusta, per cui meriti la compassione altrui. Caso 2, nonostante la grandezza delle sfighe riesci a tenere duro, magari anche a rialzarti, e oltre che la compassione hai il bonus ammirazione: sei "quellx che vince la malattia", perché tanto le cose le normalizziamo ma sempre e comunque col nostro caro sguardo individualista.
Comunque il punto è che invece le emozioni cattive non sono concesse. Le vittime sono innocenti, gli eroi mossi da valori puri. Se provi emozioni cattive torni ad essere un malato mentale nel senso sporco del termine, agli occhi della società non meriti più quella compassione e quel diritto alla cura. Ti sei macchiato, sei uscito dal ruolo, se non rientri per bene nella casella il problema sei sicuramente tu.
A me questa cosa sta sul cazzo. Io sto male e le mie ferite bruciano ancora di più quando provo invidia. E ne provo. Invidia per la mia coinquilina che ha un rapporto con sua madre e una serenità nello stare con lei di cui non ho mai goduto con nessun membro della mia famiglia, saperlo è un conto ma vederlo brucia, appunto. Invidia per chi ha problemi meno gravi, sì, ed ha gli strumenti per comunque dare ad essi lo spazio che meritano e mette al centro il suo malessere, perché è cresciuto avendo almeno qualcuno che desse un minimo di importanza al modo in cui stava. Invidia per mi chi parla di un aspetto doloroso della sua vita come se fosse enorme, e io da una parte mi ritrovo ad empatizzare, ma al tempo stesso ho almeno dieci problemi della stessa portata, anche senza via d'uscita, e nessunx disposto nemmeno a vedere che esistono. Invidia e rabbia per chi ha tutto, soffre come un cane e trova preoccupazioni e mano tese dalla sua famiglia o da altri. Sentire dire "non so perché mi ero ridotta a star così male, io avevo tutto, compresa una famiglia che mi amava e si è subito attivata per aiutarmi e ha sofferto per me" è doloroso. E la rabbia si scatena quando sai che se questi "privilegi non materiali" non li hai, nonostante tanti bei discorsi a te andrà sempre peggio, perché non avrai una rete né tante possibilità quante ne incontrano queste persone.
Io non voglio dire che queste persone non si meritino aiuto e compassione, anzi. Non sostengo affatto la regola del "fatti da parte perché c'è chi sta peggio" , per principio e per esperienza: mi ha danneggiata tanto ed è tra le cose che mi hanno portata così in basso. Ma voglio il diritto di provare e nominare tutte le emozioni, pure quelle squalificate dal giudizio morale. Quelle considerate infantili, inadeguate, cattive. Perché esistono e fanno un male tremendo.
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mezzopieno-news · 3 months ago
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SCOPERTO UN NUOVO FARMACO PER CURARE LA SCHIZOFRENIA
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Il primo farmaco orale per la schizofrenia, dopo 30 anni, è stato approvato e messo in commercio negli Stati Uniti. Un approccio completamente nuovo, “che ha il potenziale per cambiare il paradigma di trattamento di questa patologia”, spiega Chris Boerner di Bristol Myers Squibb la società che lo ha scoperto e che ha ottenuto risultati sorprendenti nei test clinici.
Il Cobenfy per la prima volta agisce sui recettori colinergici anziché quelli dopaminergici, a differenza dei farmaci che hanno finora rappresentato lo standard di cura per la schizofrenia. L’adozione del farmaco è stata autorizzata dalla Food and drug administration, il più importante ente regolatore sanitario statunitense, sui risultati del programma clinico che hanno dimostrato che Cobenfy ha fatto registrare una riduzione statisticamente significativa dei sintomi della schizofrenia nei partecipanti nell’arco di cinque settimane. “Siamo di fronte al primo nuovo approccio alla schizofrenia dopo decenni, candidato a essere un’alternativa agli antipsicotici finora prescritti”, ha affermato T. Farchione, del Centro per la ricerca e la valutazione dei farmaci della Fda.
La schizofrenia è un disturbo mentale con una base biologica associata a variazioni nella neurochimica del cervello, dove si verifica una attività alterata della dopamina e anomalie nella trasmissione del glutammato. La malattia provoca alterazioni della percezione della realtà, deliri e allucinazioni ma anche apatia, ritiro sociale e, non di rado, il suicidio. La patologia è considerata tra le prime quindici cause di disabilità nella popolazione adulta. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa 24 milioni di persone nel mondo soffrono di schizofrenia.
___________________
Fonte: Food and Drug Administration; World Health Organization; foto di Andrea Piquadio
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pier-carlo-universe · 16 days ago
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Complimenti alla Direttrice Sanitaria della Croce Blu di Alessandria Roberta Bobbio: Un intervento di successo per Slavik, il mio Terrier Nero Russo
Un sentito grazie e complimenti alla Dottoressa Roberta Bobbio, Direttrice Sanitaria e chirurgo del Centro Veterinario Croce Blu di Alessandria,,
Un sentito grazie e complimenti alla Dottoressa Roberta Bobbio, Direttrice Sanitaria e chirurgo del Centro Veterinario Croce Blu di Alessandria, per l’eccezionale professionalità e dedizione dimostrata durante l’intervento sul mio fedele compagno, Slavik, un Terrier Nero Russo. L’intervento, condotto con grande precisione e cura, è stato un successo, e Slavik si è già perfettamente ripreso,…
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valentina-lauricella · 4 months ago
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[Frasi colte "a caso" dalle Lettere (1945-50) a cura di Italo Calvino, Einaudi, 1966; tutto è interessante, per chi è interessato. Come si annoia solo chi è noioso. "Sangue e lussuria sacrale" erano davvero il centro del suo interesse, e qui lo lascia intendere con una certa autoironia.]
Esce a dicembre la «Collezione di studi etnologici, psicologici e religiosi» [la "Collana viola"] da me personalmente coccolata, con un De Martino ...
più dell'antico Oriente e dei mandala, a noi interessa la vera e propria etnologia, oppure buona psicanalisi ...
aspettiamo splendidi titoli e testi di etnologia, di psicanalisi, di sangue e lussuria sacrale. Intesi?
Presaga anima mia.
(gli scrittori piemontesi o sono colti o non ce la fanno)
... la notizia che mi ha letto con simpatia e con gusto, mi dà molta gioia. Il mio libro è nato da un interesse per il problema del mito e delle cose etnologiche che mi ha indotto e mi induce a molte strane letture - ma poche mi hanno dato la soddisfazione e lo stimolo della sua Fisiologia [del mito]. Pensi che le sue pagine hanno anche avuto questo effetto, che ho ripreso grammatiche e dizionari (dopo una giovinezza tutta impegnata in problemi di narrativa nordamericana e anglosassone) di venti anni fa e vado, quando posso, rosicchiandomi Omero, col solo rimpianto di non poter procedere scioltamente come vorrei. È una lingua terribile - divina e terribile, come la terra secondo Endimione.
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maurosempre · 1 year ago
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Abbi cura di me (S. Cristicchi e altri)
Adesso chiudi dolcemente gli occhi e stammi ad ascoltare
Sono solo quattro accordi ed un pugno di parole
Non cercare un senso a tutto perché tutto ha senso
...
Anche in un chicco di grano si nasconde l’univero
...
La vita è l’unico miracolo a cui non puoi non credere
...
E non esiste un altro giorno che sia uguale a ieri
Tu allora vivilo adesso come se fosse l’ultimo
E dai valore ad ogni singolo attimo
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Dimmi dove vorresti andare
Abbracciami se avrò paura di cadere
...
Il tempo ti cambia fuori, l’amore ti cambia dentro
Basta mettersi al fianco invece di stare al centro
L’amore è l’unica strada, è l’unico motore
...
Perdona chi ti ha ferito, abbraccialo adesso
Perché l’impresa più grande è perdonare se stesso
Attraversa il tuo dolore arrivaci fino in fondo
Anche se sarà pesante come sollevare il mondo
E ti accorgerai che il tunnel è soltanto un ponte
E ti basta solo un passo per andare oltre
...
Abbracciami se avrai paura di cadere
Che nonostante tutto
Noi siamo ancora insieme
...
Adesso apri lentamente gli occhi e stammi vicino
Perché mi trema la voce come se fossi un bambino
Ma fino all’ultimo giorno in cui potrò respirare
Tu stringimi forte e non lasciarmi andare.
Abbi cura di me."
Abbi cura di te, di me...di noi.
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blogitalianissimo · 1 year ago
Note
governo quando uno dei centri di ricerca su una malattia rara (epidermolisi bollosa) più all'avanguardia d'europa -e le cui cure sviluppate si sono rivelate efficaci- rischia il fallimento senza un aiuto di stato, lasciando senza cura tanti bambini affetti che rischiano quindi la morte: i sleep
governo quando c'è da immischiarsi negli affari interni di un altro stato per portare in un ospedale del vaticano una bambina affetta da una malattia rarissima e potenzialmente molto dolorosa e a cui potranno soltanto dare terapie palliative perché non esiste cura: REAL FUCKING SHIT
È che il caso della bambina è rimbalzato ovunque, e allora ottima occasione per apparire come gli eroi di stocazzo senza muovere un dito, mentre per mantenere in piedi un centro di ricerca devi agire in modo concreto e stanziare fondi, e al nostro governo non piace fare queste cose
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