#formazione chirurghi
Explore tagged Tumblr posts
Text
Il Reparto di Chirurgia di Acqui Terme: un centro d’eccellenza per la tecnica THD in Piemonte
Il Reparto di Chirurgia del Presidio Ospedaliero di Acqui Terme, diretto dal Dott. Alberto Serventi, è stato ufficialmente riconosciuto come Centro di Riferimento per il Piemonte nella tecnica chirurgica THD (Transanal Haemorrhoids Dearterialization).
Innovazione e formazione al servizio della salute.Il Reparto di Chirurgia del Presidio Ospedaliero di Acqui Terme, diretto dal Dott. Alberto Serventi, è stato ufficialmente riconosciuto come Centro di Riferimento per il Piemonte nella tecnica chirurgica THD (Transanal Haemorrhoids Dearterialization). Questo riconoscimento sottolinea il ruolo strategico del reparto non solo nell’applicazione di…
#Acqui Terme#Alessandria today#benessere dei pazienti.#Centro di Riferimento#Chirurgia#chirurgia minimamente invasiva#cura emorroidi#cura innovativa#dolore post-operatorio#Dott. Alberto Serventi#eccellenza medica#flusso arterioso#formazione chirurghi#Google News#Innovazione medica#innovazione sanitaria#italianewsmedia.com#malattia emorroidaria#medicina d’eccellenza#mucopessia#ospedale Acqui Terme#ospedale in Piemonte#Piemonte#Pier Carlo Lava#Presidio Ospedaliero#procedure mediche avanzate#proctologia#prolasso emorroidario#qualità delle cure#recupero rapido
0 notes
Text
Migliorare la formazione ortopedica veterinaria con punte da trapano dedicate
Per i chirurghi veterinari in formazione l’importanza di strumenti affidabili e precisi per affinare le proprie competenze non viene mai sufficientemente sottolineata. Gli strumenti di alta qualità, come le punte da trapano ortopediche, sono fondamentali per garantire una formazione corretta e risultati chirurgici ottimali.
For more information, visit: https://admaiora60.wordpress.com/2024/12/11/migliorare-la-formazione-ortopedica-veterinaria-con-punte-da-trapano-dedicate/
0 notes
Text
Formazione del chirurgo e tutela legale per gli interventi chirurgici
Le procedure chirurgiche richiedono un elevato livello di competenza, precisione e un adattamento costante alle nuove tecniche e tecnologie. Tuttavia, in un campo in cui sono in gioco delle vite, una formazione approfondita e una solida protezione legale sono elementi essenziali che garantiscono la sicurezza dei pazienti e la sicurezza professionale dei chirurghi. Aziende come Atlantide SRL svolgono un ruolo fondamentale nel supportare i professionisti medici fornendo risorse che enfatizzano non solo una formazione efficace ma anche una guida legale completa.
L'importanza di una formazione completa per i chirurghi
La formazione dei chirurghi è un processo rigoroso che in genere dura molti anni e copre argomenti diversi, dalle conoscenze mediche di base alle tecniche chirurgiche specializzate. La formazione include pratica pratica, simulazioni e tutoraggio da parte di professionisti esperti, con l'obiettivo finale di preparare i chirurghi a gestire varie complessità in sala operatoria. I recenti progressi, come la chirurgia robotica e le procedure mini-invasive, sottolineano ulteriormente la necessità di una formazione continua e di programmi di formazione specializzati. Per i chirurghi, padroneggiare queste tecniche è essenziale non solo per migliorare i risultati per i pazienti, ma anche per ridurre al minimo i rischi che possono sorgere durante gli interventi chirurgici.
Tutela legale nella pratica chirurgica
Mentre la formazione prepara i chirurghi alle sfide tecniche, la tutela legale salvaguarda la loro pratica da potenziali contenziosi. I chirurghi affrontano l'esposizione legale nei casi in cui complicazioni o esiti negativi possono portare ad accuse di negligenza, anche quando la procedura è stata condotta con la dovuta attenzione. La tutela legale comprende diverse componenti, tra cui documentazione completa, consenso informato e consapevolezza delle normative che regolano gli interventi medici. La comprensione di questi aspetti consente ai chirurghi di stabilire una solida base per le relazioni con i pazienti, riducendo al contempo la probabilità di controversie legali.
Assicurazione per negligenza medica e gestione del rischio
L'assicurazione per negligenza medica è una componente essenziale della tutela legale per i chirurghi. Questo tipo di assicurazione fornisce copertura contro reclami correlati a presunte negligenze o errori. Avere un'assicurazione per negligenza medica consente ai chirurghi di svolgere i propri compiti con sicurezza, sapendo di avere una rete di sicurezza finanziaria in caso di reclami. Le strategie di gestione del rischio, tra cui una meticolosa pianificazione preoperatoria e una comunicazione chiara con i pazienti, svolgono anche un ruolo significativo nel ridurre al minimo le potenziali complicazioni legali.
Conclusione
Nel panorama medico in rapida evoluzione di oggi, combinare una formazione completa con protezioni legali è essenziale per i professionisti della chirurgia. Restando informati sui requisiti legali e concentrandosi sulla gestione del rischio, i chirurghi possono navigare nelle complessità della loro professione in modo più sicuro. Organizzazioni come Atlantide SRL sono fondamentali in questo processo, offrendo sia supporto formativo che risorse legali che consentono ai chirurghi di fornire cure di alta qualità ai pazienti con sicurezza. Per i chirurghi impegnati nell'eccellenza, un approccio completo che includa sia lo sviluppo delle competenze che la consapevolezza legale è un investimento necessario nella loro carriera e nel benessere dei loro pazienti.
Per maggiori informazioni:-
Formazione Chirurghi
Tutela Legale Interventi Chirurgici
0 notes
Text
Quali sono i principali rischi professionali per un medico
Numerosi, e di diversa natura, i rischi che coinvolgono i medici possono avere ripercussioni professionali o personali, con ricadute nella sfera civile o penale. Proteggersi dai rischi della professione è un dovere e altresì un obbligo di legge per difendere se stesso, il proprio patrimonio, il nucleo familiare, e gli eredi in caso di dipartita. Elemento chiave di una corretta protezione è la sottoscrizione di una polizza RC medici. I rischi e le responsabilità della professione medica Nello svolgere l’attività quotidiana, un professionista sanitario come il medico deve assumersi importanti responsabilità nei confronti dei pazienti. Sono, infatti, molti e di diversa natura i rischi che un medico è costretto a correre ogni giorno nell’affrontare la propria attività. Si tratta di rischi e responsabilità che possono avereripercussioni professionali e personali, con possibili ricadute nel campo civile e penale. Fra i rischi principali troviamo le richieste di risarcimento e le denunce penali, per danni causati involontariamente. In tema di rischi non possono mancare quelli dovuti ad avvenimenti che provocano impedimenti nello svolgimento della professione. Per fare chiarezza si tratta di situazioni indipendenti dalla volontà del medico, come eventuali infortuni e malattie, impossibilità di utilizzare il proprio studio e la strumentazione medica. Le richieste di risarcimento possono essere avanzate dai pazienti oppure dai parenti degli stessi, o dagli eredi in caso di morte del medico. A procedere con la richiesta di risarcimento possono essere anche le ASL, le direzioni sanitarie, l’Erario, i dipendenti e i collaboratori del professionista, così come tutti gli organi di vigilanza e controllo. Denunce e richieste di risarcimento possono sopraggiungere anche postume, dopo il pensionamento, per eventi che si sono verificati durante il periodo di attività. I rischi e la responsabilità civile e penale La responsabilità medica può avere risvolti civili o penali. Prendendo in esame la responsabilità civile è corretto considerare una formula risolutiva come quella del risarcimento dei danni, quale conseguenza dei disagi che il paziente subisce in seguito a un errore del medico. Laddove si verifichi un danno, il paziente ha il diritto di chiedere il risarcimento per danneggiamento materiale o immateriale in seguito a danni fisici, spese mediche sostenute, dolore e perdita reddituale. Elemento discriminante della responsabilità civile è ‘l’obbligo di diligenza’, un dovere che impone ai medici di esercitare la professione adottando tutte le precauzioni del caso, per garantire al paziente la corretta assistenza. La responsabilità penale scatta nel caso in cui il medico commetta un vero e proprio reato, frutto di un comportamento lesivo, che viola le leggi e i regolamenti che disciplinano la professione. È il caso dell’omicidio colposo e delle lesioni personali colpose, reati per i quali il medico viene perseguito legalmente, e sottoposto a regolare processo. Categorie e rischi: quali sono i medici più esposti Da un’attenta analisi della Legge Gelli, che disciplina la responsabilità medico-sanitaria, emergono dettagli specifici sulle tutele, indispensabili per limitare le pratiche che possono esporre ai rischi della professione. Fra i medici maggiormente esposti ai rischi, le statistiche di settore collocano ortopedici, oncologi, ginecologi e chirurghi. Si tratta di specializzazioni che, più di altre, risultano soggette a denunce a causa dell’alto rischio delle prestazioni diagnostiche e terapiche. In tutti i casi, la formazione continua si rivela un elemento imprescindibile, indispensabile per adempiere ai principi della responsabilità professionale, fare prevenzione e limitare i rischi. La polizza RC medici elemento centrale di protezione Il medico ha l’obbligo di proteggersi dai rischi della professione, come stabiliscono le vigenti norme di settore. Se prima di tutto si tratta di una scelta responsabile, nei confronti della propria persona, la protezione coinvolge indirettamente il nucleo famigliare e gli eredi in caso di dipartita. Solo scegliendo di proteggersi il medico tutela il patrimonio, e gli introiti mensili, garantendo a sé e alla famiglia la giusta tranquillità economica. I tre punti chiave per tutelarsi dai rischi Per garantirsi il maggior livello di protezione il medico deve: · dedicarsi con costanza alla formazione professionale, e adottare tutte le possibili misure di prevenzione; · esaminare le esigenze individuali, approfittando del parere di un professionista accreditato; · sottoscrivere una polizza assicurativa in grado di coprire tutti i rischi tipici della professione. Dotarsi di una polizza RC medici non è solo un obbligo ma, soprattutto, una garanzia. Con coperture assicurative come quelle prese in esame da Lokky, un professionista così a rischio può sentirsi più sicuro nello svolgimento della professione. Le assicurazioni professionali pensate per i medici proteggono gli specialisti sanitari offrendo loro una tutela legale, e specifiche garanzie in tema di responsabilità civile professionale e colpe gravi. Read the full article
0 notes
Text
Promuoviamo volentieri il seguente evento sul Linguaggio di Genere in Sanità.
Durante la giornata di formazione la dottoressa Angela Ruocco presenterà le Raccomandazioni per l’uso di un linguaggio ampio e non discriminatorio dell’identità di genere che potete scaricare da questo link:
https://www.iss.it/documents/20126/8788315/linguaggio+ampio+web.pdf/61f63e29-6c74-5ff8-f5e1-41483c3f7da6?t=1702389284355
ISCRIVETEVI
“IL LINGUAGGIO DI GENERE NELLA CURA”
Brescia, sabato 21 settembre 2024 – ore 8.30
Per iscriversi all’evento in presenza - residenziale (100 posti ECM disponibili) https://omceobs.irideweb.it/events/4b153fea-45ec-4ca7-bfb1-08dcad6af19a
Per iscriversi all’evento a distanza - FAD sincrona (500 posti ECM disponibili) https://omceobs.irideweb.it/events/08661704-225f-4a72-bfb2-08dcad6af19a
È concessa l'iscrizione ad una sola delle due opzioni (in presenza o in FAD sincrona)
Si invia con la presente il materiale informativo relativo all’evento organizzato dall’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Brescia con preghiera di diffusione ed affissione.
L’evento è rivolto in via prioritaria a medici, odontoiatri, farmacisti e infermieri ma è anche aperto a tutta la popolazione in streaming collegandosi al link https://attendee.gotowebinar.com/register/1259588866521933407
Cordiali saluti.
Il Presidente Omceo Brescia
Dott. Ottavio Di Stefano
#omceo #Brescia #linguaggio #genere #donne #transgender #amigay
0 notes
Text
L’endoscopia digestiva operativa e i tumori del retto
Sassari. L’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Sassari ha organizzato il corso di aggiornamento “L’endoscopia digestiva operativa: stato dell’arte e prospettive future”, in calendario sabato prossimo 4 maggio alle 8,45 nella sala conferenze dell’Hotel Grazia Deledda, in viale Dante 49 a Sassari. Il corso è accreditato nell’ambito del programma di Formazione Continua…
View On WordPress
0 notes
Text
Tiroide, arrivaToetva nuova tecnica per togliere la tiroide senza cicatrici
Nuovo post pubblicato su https://wdonna.it/tiroide-arrivatoetva-nuova-tecnica-per-togliere-la-tiroide-senza-cicatrici/117443?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=117443
Tiroide, arrivaToetva nuova tecnica per togliere la tiroide senza cicatrici
All’Ospedale Gemelli di Roma è stata introdotta una nuova tecnica chirurgica nota come Toetva (tiroidectomia endoscopica trans-orale con approccio vestibolare), che permette la rimozione della tiroide senza lasciare cicatrici visibili. Di recente, i chirurghi specializzati in endocrinologia dell’ospedale hanno realizzato con successo un tale intervento asportando la tiroide attraverso la bocca del paziente. Questa innovativa procedura ha origine nel Sud-Est asiatico, specificamente in Tailandia, dove avere cicatrici sul collo è considerato un tabù culturale significativo. La paziente operata poche settimane fa si è ripresa bene ed è estremamente contenta degli esiti.
Toetva Marco Raffaelli
Marco Raffaelli, a capo dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Endocrina e Metabolica presso il Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs e professore ordinario di Chirurgia Generale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, sottolinea che ogni anno vengono eseguiti più di 1.500 interventi di tiroidectomia presso il Gemelli, la metà dei quali per trattare tumori della tiroide, malattia che può colpire anche individui molto giovani.
La preoccupazione per le cicatrici visibili post-operatorie è particolarmente sentita tra le giovani donne, rendendole riluttanti a sottoporsi a tale intervento.
Per rispondere a queste esigenze, negli anni, l’offerta del Gemelli si è ampliata includendo procedure che non lasciano segni evidenti, come la chirurgia robotica transascellare, effettuata con il robot da Vinci. La decisione di includere la Toetva nel ventaglio delle opzioni chirurgiche disponibili segue questa direzione, allineandosi alla missione dell’ospedale di offrire trattamenti all’avanguardia e meno invasivi.
Toetva Intervento Asportazione tiroide senza Cicatrici
Il metodo conosciuto come Toetva (tiroidectomia endoscopica trans-orale con approccio vestibolare) è stato sviluppato in Thailandia, un paese dove avere cicatrici sul collo è visto come uno stigma sociale rilevante. Circa metà di questi sono per trattare tumori tiroidei, che si manifestano anche in giovani adulti. La preoccupazione di avere cicatrici visibili sul collo fa sì che molte persone, in particolare giovani donne, esitino di fronte a tale procedura. Per rispondere a questa esigenza, il Gemelli ha introdotto tecniche chirurgiche che non lasciano segni evidenti, come l’intervento robotizzato transascellare utilizzando il robot da Vinci, aggiungendo ora alla sua offerta la Toetva.
Procedimento
L’intervento Toetva, che sta per Tiroidectomia Endoscopica Trans-OrAle con approccio Vestibolare Anteriore, rappresenta una tecnica chirurgica innovativa volta alla rimozione della ghiandola tiroidea attraverso la bocca, evitando così cicatrici visibili sul collo. Questo procedimento dettagliato prevede diversi passaggi chiave:
Preparazione del Paziente: Il paziente viene preparato per l’anestesia generale, necessaria per garantire l’assenza di dolore e movimenti durante l’operazione.
Accesso alla Regione Tiroidea: Invece di effettuare incisioni esterne sul collo, il chirurgo realizza tre piccole incisioni (o tagli) all’interno della bocca, più specificamente nel vestibolo, l’area sotto il labbro inferiore. Questo approccio evita la formazione di cicatrici visibili.
Inserimento degli Strumenti: Attraverso queste incisioni, vengono inseriti nel campo operatorio strumenti specializzati e una piccola videocamera (endoscopio), che trasmette immagini ad alta definizione su un monitor. Questo permette al chirurgo di avere una visione chiara e dettagliata dell’area di intervento.
Rimozione della Tiroide: Con l’aiuto degli strumenti chirurgici e sotto la guida dell’endoscopio, il chirurgo procede con la dissezione e la rimozione della ghiandola tiroidea (o della parte affetta da patologia). Durante questa fase, è fondamentale prestare attenzione alle strutture vicine, come i nervi laringei e le ghiandole paratiroidee, per minimizzare il rischio di complicazioni.
Estrazione della Ghiandola: Una volta liberata, la ghiandola tiroidea viene estratta attraverso una delle incisioni orali.
Chiusura delle Incisioni: Le incisioni all’interno della bocca vengono suturate con materiale riassorbibile, che guarirà nel tempo senza necessità di rimozione.
Risveglio e Recupero: Dopo l’intervento, il paziente viene trasferito in sala di risveglio, dove viene monitorato fino al completo risveglio dall’anestesia. Il recupero in ospedale può variare in base alla complessità dell’intervento e alle condizioni generali del paziente.
Il vantaggio principale di Toetva risiede nell’assenza di cicatrici visibili sul collo, elemento di grande importanza in molte culture e per l’autostima personale. Tuttavia, come per ogni intervento chirurgico, esistono dei rischi, inclusi ma non limitati a infezioni, sanguinamenti, danni ai nervi circostanti o alle ghiandole paratiroidee, e reazioni all’anestesia. La selezione dei pazienti per questa procedura è quindi critica e deve essere effettuata da un team di specialisti con esperienza specifica in questa tecnica.
0 notes
Text
Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/realta-virtuale-e-aumentata-applicazioni-nella-vita-di-tutti-i-giorni/?feed_id=1077&_unique_id=654b7524b8dc1 %TITLE% La realtà virtuale (RV) e la realtà aumentata (RA) sono due tecnologie all'avanguardia che stanno trasformando il modo in cui viviamo e interagiamo con il mondo digitale. Mentre queste tecnologie erano inizialmente associate al mondo del gioco e dell'intrattenimento, stanno diventando sempre più parte integrante della vita quotidiana. Realtà Virtuale: Quando il Digitale Diventa Reale La realtà virtuale è una tecnologia rivoluzionaria che porta gli utenti in mondi digitali completamente immersivi, creando un'esperienza sensoriale che si avvicina o addirittura supera la realtà fisica. Questa tecnologia fa uso di dispositivi speciali, come visori VR e controller, per trasportare gli utenti in ambienti virtuali dettagliati e coinvolgenti. La RV è stata inizialmente associata all'industria dei giochi, ma le sue applicazioni si sono estese a numerosi settori, trasformando il modo in cui le persone apprendono, si allenano, intrattengono e comunicano. Ecco come la realtà virtuale sta impattando la vita quotidiana: Formazione e Istruzione: La realtà virtuale sta rivoluzionando l'istruzione. Gli studenti possono esplorare antiche civiltà, assistere a lezioni di scienze in 3D e praticare abilità pratiche in ambienti virtuali sicuri. Nell'ambito della formazione professionale, la realtà virtuale è utilizzata per addestrare piloti, chirurghi e tecnici. Intrattenimento e Gaming: L'aspetto più conosciuto della realtà virtuale è il gaming. Visori VR come Valve Index, Oculus Rift e HTC Vive portano i giocatori in mondi virtuali immersivi, permettendo loro di vivere avventure e sfide straordinarie. L'esperienza di gioco in realtà virtuale è coinvolgente e trasformativa. Terapie e Riabilitazione: In campo medico, la realtà virtuale è utilizzata per terapie innovative. Per esempio, i pazienti possono sottoporsi a terapie per il trauma o la fobia attraverso simulazioni sicure e controllate. Nella riabilitazione fisica, la realtà virtuale aiuta i pazienti a recuperare la forza e la mobilità. Nella pianificazione di operazioni chirurgiche il medico può esplorare una proiezione virtuale del corpo generata tramite i dati di una tac o di una risonanza per conoscere in aniticipo la situazione e prepararsi in anticipo a quello che si troverà ad affrontare. Collaborazione Globale: La realtà virtuale consente la collaborazione a distanza in modo più reale che mai. Gli utenti possono incontrarsi in ambienti virtuali condivisi per riunioni aziendali, eventi sociali o semplicemente per trascorrere del tempo insieme, indipendentemente dalla loro posizione geografica. La realtà virtuale rappresenta un'evoluzione significativa nella fusione tra il mondo digitale e il mondo reale. Grazie alle sue applicazioni sempre più variegate, sta diventando un componente essenziale della vita quotidiana, migliorando l'apprendimento, l'intrattenimento e la connettività globale in modi che erano impensabili solo qualche anno fa. Mentre la tecnologia continua a progredire, la realtà virtuale promette di trasformare ulteriormente il nostro modo di vivere e interagire con il mondo digitale. Realtà Aumentata: Sovrapponendo il Digitale al Reale La realtà aumentata (RA) è una tecnologia che sovrappone elementi digitali al mondo reale, creando un'esperienza ibrida che integra il digitale con l'ambiente fisico circostante. A differenza della realtà virtuale, che crea un ambiente completamente immersivo, la RA preserva la consapevolezza del mondo reale, arricchendolo con informazioni, oggetti virtuali o elementi interattivi. Questa tecnologia è accessibile attraverso dispositivi come smartphone, tablet, occhiali intelligenti e visori specifici. Ecco come la realtà aumentata sta influenzando la vita quotidiana: Navigazione e Indicazioni: Una delle applicazioni più comuni della realtà aumentata è la navigazione.
App come Google Maps utilizzano la fotocamera del telefono per sovrapporre indicazioni direttamente alla vista del mondo reale, semplificando il percorso e fornendo informazioni utili, come i nomi delle strade e i punti di interesse. Educazione Interattiva: La realtà aumentata sta trasformando il modo in cui apprendiamo. Libri di testo e materiali didattici possono essere arricchiti con contenuti interattivi, rendendo l'apprendimento più coinvolgente ed efficace. Gli studenti possono visualizzare modelli 3D o oggetti virtuali direttamente nei loro libri di testo. Giochi e Intrattenimento: App come Pokémon GO hanno dimostrato il potenziale della realtà aumentata per i giochi mobile e l'intrattenimento. Gli utenti possono cacciare creature virtuali nel mondo reale, unendo l'aspetto digitale a quello fisico. Manutenzione e Assistenza Tecnica: Nell'ambito della manutenzione e dell'assistenza tecnica, la realtà aumentata è utilizzata per visualizzare istruzioni e schemi direttamente sugli oggetti o sugli impianti che richiedono manutenzione. Questo rende il processo più efficiente e semplificato. La realtà aumentata rappresenta una rivoluzione nella visualizzazione e nell'interazione con il mondo digitale. La sua capacità di arricchire la realtà fisica con informazioni digitali ha un ampio potenziale in vari settori, tra cui l'istruzione, la navigazione, l'intrattenimento e l'assistenza tecnica. Mentre la tecnologia continua a svilupparsi, la realtà aumentata continuerà a integrarsi nella vita quotidiana, migliorando l'esperienza degli utenti e creando nuove opportunità in un mondo sempre più connesso. Il Futuro della Realtà Virtuale e della Realtà Aumentata Il futuro della realtà virtuale e della realtà aumentata si presenta promettente, con continue innovazioni e applicazioni sempre più sorprendenti che cambieranno ulteriormente il modo in cui interagiamo con il mondo digitale e fisico. RV e RA Integrati: Una delle tendenze più interessanti è l'integrazione crescente tra realtà virtuale e realtà aumentata. Questo ibrido, noto come Mixed Reality (MR), permette agli utenti di spostarsi tra mondi virtuali completamente immersivi e il mondo reale arricchito da elementi digitali in modo fluido. La Mixed Reality offre un'enorme flessibilità, consentendo esperienze che combinano il meglio di entrambe le tecnologie. Dispositivi Più Compatti e Accessibili: Nel futuro, ci aspettiamo dispositivi RV e RA più leggeri, compatti ed economici. Gli occhiali intelligenti e le soluzioni indossabili diventeranno più accessibili, rendendo queste tecnologie disponibili a un pubblico più ampio. Ciò promuoverà l'adozione diffusa sia nell'ambito personale che professionale. Applicazioni nell'Industria e nell'Assistenza Sanitaria: Settori come l'industria e l'assistenza sanitaria trarranno vantaggio da applicazioni sempre più sofisticate di realtà virtuale e realtà aumentata. Nell'industria, la manutenzione e la formazione basate sulla RV diventeranno standard, riducendo i tempi di inattività e aumentando l'efficienza. Nell'assistenza sanitaria, la RA sarà utilizzata per migliorare la pianificazione delle procedure chirurgiche, fornendo ai chirurghi informazioni vitali in tempo reale. Illuminazione e Grafica Avanzate: La grafica e l'illuminazione nella RV saranno sempre più realistiche, rendendo le esperienze virtuali indistinguibili dalla realtà. Questo sarà particolarmente evidente nei giochi, nell'intrattenimento e nella simulazione. La RA utilizzerà tecnologie avanzate per integrare oggetti virtuali in modo più convincente nell'ambiente fisico. Apprendimento Continuo: L'apprendimento basato sulla RV e sulla RA sarà una parte essenziale dell'educazione continua. Gli studenti potranno immergersi in simulazioni interattive e collaborare in ambienti virtuali condivisi, rendendo l'apprendimento più coinvolgente e dinamico. Privacy e Sicurezza: Con l'adozione diffusa di RV e RA, emergeranno preoccupazioni legate alla privacy e alla sicurezza. Sarà
fondamentale sviluppare regolamentazioni e protocolli adeguati per proteggere i dati personali e prevenire abusi. Queste tecnologie continueranno a integrarsi nella nostra vita quotidiana, migliorando l'apprendimento, la produttività e l'intrattenimento. Con l'evoluzione tecnologica in corso, possiamo aspettarci applicazioni sempre più sofisticate, dispositivi più accessibili e nuove opportunità in una varietà di settori. La chiave per sfruttare appieno il potenziale della RV e della RA sarà l'adozione e l'adattamento a questi cambiamenti in continua evoluzione.
0 notes
Link
Dal 10 al 13 settembre a Roma 41° Congresso nazionale Acoi - Una sfida capitale, boom di iscritti Dal recupero delle liste d'attesa alle opportunità dell'innovazione tecnologica e all''età' delle strumentazioni presenti negli ospedali, passando per la formazione di futuri chirurghi: saranno questi i temi al centro del 41esimo Congresso nazionale dell'Associazione nazionale chirurghi ospedalieri (Acoi), dal titolo 'Una sfida capitale', in programma dal 10 al 13 settembre al Centro congressi La Nuvola dell'Eur a Roma. Per 4 giorni Roma diventerà la capitale della sanità italiana - si legge in una nota - con appuntamenti scientifici, sessioni di lavoro, workshop, convegni e seminari a cui parteciperanno le massime istituzioni dello Stato, il mondo della sanità, della ricerca, le associazioni dei pazienti, ma anche, per la prima volta, la sanità militare. Un appuntamento che vedrà la partecipazione di 2.210 chirurghi e oltre 3.800 ospiti già accreditati, 1.280 camere di albergo prenotate, più di 50 aziende del settore medico ospedaliero, 12 delegazioni medico-scientifiche internazionali che si confronteranno in oltre 60 sessioni scientifiche e di approfondimento, 1.900 interventi e 350 contributi video e grafici. "Per 4 giorni la sanità italiana avrà un palcoscenico unico - dichiarano Marco Scatizzi, presidente Acoi e Pierluigi Marini, presidente del congresso - L'appuntamento di Roma sarà il luogo dove si incontreranno le istituzioni, i professionisti della sanità, le aziende che sviluppano ogni giorno innovazione e tecnologia, i nostri pazienti. Un evento che segnerà, per tutti, la sfida per la ripartenza della sanità: non a caso abbiamo scelto i primi giorni di settembre. Vogliamo che dopo mesi di transizione politico-istituzionale , e al termine della pausa estiva, la sanità inizi con il piede giusto. E il congresso dell’Eur può essere il cuore di questo nuovo inizio"."Sarà un evento straordinariamente ricco di contenuti: dal recupero delle liste d'attesa alla formazione, dalle opportunità che muove l'innovazione tecnologica alle strumentazioni, troppo spesso obsolete, presenti negli ospedali", elenca l'Acoi. "Sarà presente per la prima volta a un congresso civile la sanità militare con una sessione ad hoc. E poi ancora tanto, tantissimo spazio ai giovani chirurghi e agli specializzandi: vogliamo ridare fiducia - rimarca l'associazione - a tutti loro per sconfiggere la crisi vocazionale e la fuga di cervelli che abbiamo visto, nostro malgrado, in questi ultimi anni. Ma la Nuvola sarà anche la sede ideale per confrontarci con le istituzioni: Acoi ha nel suo Dna la ricerca costante del confronto e del supporto alle istituzioni regionali e nazionali per avere un Servizio sanitario degno di questo nome, e a Roma faremo tutto il possibile per ricercare questo risultato".Alla cerimonia inaugurale di domenica 10 settembre, alle 17, parteciperanno, tra gli altri, Luciano Ciocchetti, vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera dei deputati, Elena Bonetti, Commissione Affari sociali della Camera, Antonello Aurigemma, presidente del Consiglio regionale del Lazio, Titti Di Salvo, presidente del Municipio Roma Eur, Carlo Catalano, direttore del Policlinico Militare di Roma Celio, le autorità militari e altre istituzioni dello Stato.{} #_intcss0{display: none;} Fonte
0 notes
Text
Messina, presentato a Palazzo Zanca il libro “Il viaggio di Francesco” di Francesco Irrera
Messina, presentato a Palazzo Zanca il libro “Il viaggio di Francesco” di Francesco Irrera. È stato presentato a Palazzo Zanca il libro dell’autore Francesco Irrera “Il viaggio di Francesco”, edito da Il Fiorino. L’evento, patrocinato dal Comune, si è avviato con i saluti istituzionali del Sindaco Federico Basile che ha espresso il suo compiacimento per l’iniziativa, definendola “rilevante e meritevole per le finalità volte ad incentivare e promuovere la conoscenza, il progresso e la diffusione delle tematiche e degli aspetti legati alla cultura delle Cure Palliative”. “È fondamentale condividere simili attività – ha evidenziato Basile – al fine di dare un segnale alla Città per manifestare sensibilità nei vari settori della vita sociale”. Il partecipato incontro è stato moderato dall’avv. Silvana Paratore che ha sottolineato nel suo intervento lo scopo benefico dell’evento orientato a sostenere l’attività dell’associazione dei familiari dei pazienti in cure palliative. Ai lavori hanno preso parte, in rappresentanza dell’ ASL di Messina, la dottoressa Dina Antinoro, che si è soffermata sull’importanza della salute come patrimonio di tutti e la necessità di stabilire un’alleanza tra i pazienti bisognosi di cure e i medici; Umberto Drommi, per l’ Ordine dei Medici chirurghi ed Odontoiatri di Messina, che ha riferito sulle qualità dello scrittore; Matteo Allone, Presidente del Centauro Onlus, che ha sottolineato la valenza del testo. A seguire, per il Consorzio Sisifo rispettivamente, il Presidente Giuseppe Piccolo ha evidenziato il valore della domiciliazione come motore dell’ umanizzazione delle cure; il Direttore sanitario Caterina Testai ha illustrato invece la mission del Consorzio finalizzata al raggiungimento di standard elevati di erogazione di servizi di assistenza domiciliare integrata e di cure palliative domiciliari; e Agata Labate, medico chirurgo palliativista, ha relazionato sugli aspetti sociali e umanitari del cosiddetto “viaggio oncologico”. Infine, Vittorio Lenzo, psicologo psicoterapeuta e ricercatore in Psicologia Dinamica del Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Catania, ha argomentato in merito alla legge n. 38 del 15 marzo 2010, relativa a un quadro organico di principi e disposizioni normative per garantire un’assistenza qualificata appropriata in ambito palliativo e della terapia del dolore, per il malato e la sua famiglia. Relativamente poi alle caratteristiche del libro, si tratta di un testo che si legge in poco tempo ed è in grado di trasmettere al lettore una incredibile forza di volontà, quella stessa forza con la quale l’autore affronta le difficoltà del suo percorso intrecciando ricordi, momenti, pensieri ed emozioni con la sincerità e la tempra che soltanto le storie vere sanno donare. Non è un libro triste, si piange, si ride, ci si arrabbia, si spera, perché in ogni caso tutto ciò è vivere. ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
0 notes
Photo
Senza medici Dall’inizio di agosto, quando andrà in pensione l’ultimo medico di famiglia rimasto in paese, i mille abitanti di Monte Santa Maria Tiberina, un comune in provincia di Perugia, dovranno fare una ventina di chilometri per raggiungere un ambulatorio a Città di Castello. Lì potranno farsi visitare da altri medici che si divideranno i pazienti rimasti senza assistenza. Molti sono anziani, malati cronici che riescono a uscire da casa solo con grande difficoltà. I due medici che erano rimasti in paese avrebbero potuto lavorare per altri due anni, ma hanno deciso di lasciare la professione appena hanno raggiunto i requisiti per la pensione. Monte Santa Maria Tiberina è uno delle centinaia di paesi che nei prossimi anni rimarranno senza un medico, una situazione che entro il 2030 rischia di coinvolgere 15 milioni di persone, secondo le stime della FIMMG, il principale sindacato dei medici di medicina generale. (...) Secondo l’ultimo annuario statistico del ministero della Salute relativo ai dati del 2019, in Italia i medici di famiglia sono 42.428 e i pediatri 7.408. La maggior parte – il 78 per cento – ha un’anzianità di laurea di oltre 27 anni: significa che molti di questi medici andranno in pensione in pochi anni, se non nei prossimi mesi. Non è un problema nuovo. Ne parla da almeno un decennio la FIMMG, la federazione italiana dei medici di medicina generale, che ogni anno rivede le sue stime: secondo gli ultimi dati, entro il 2030 lasceranno sicuramente la professione 35.047 medici che raggiungeranno i 70 anni. Solo nel 2020 ne sono andati in pensione 3.266. Le regioni più in difficoltà saranno la Lombardia, dove solo nel 2022 andranno in pensione 448 medici, la Campania con 425 medici, il Lazio con 334. In rapporto alla popolazione, non sono meno preoccupanti le possibili mancanze previste dalla FIMMG in altre regioni più piccole come le Marche, con 137 medici verso la pensione, 87 in Liguria, 116 in Abruzzo e 81 in Friuli Venezia Giulia. (...) «Alla fine non rimarrà che chiedere all’esercito di darci una mano per sopperire alle carenze sul territorio», dice Filippo Anelli, presidente della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici chirurghi e Odontoiatri. «È stato un anno difficile: tra i medici ci sono stati casi di burn-out (la sindrome da stress lavorativo, ndr) ed è stato proibitivo svolgere il proprio lavoro durante l’epidemia. Ci sono oggi ampie aree senza medici di famiglia, non solo in zone impervie o rurali, ma anche nel centro delle città: il 118 è senza personale, i medici di continuità assistenziale sono sempre meno, l’assistenza turistica è ormai compromessa». Se i medici prossimi alla pensione sono sempre di più, dipende inevitabilmente anche dall’accesso limitato alla professione. Prima del 1995 chiunque riusciva a laurearsi in Medicina e Chirurgia poteva diventare medico di base. I laureati dopo il 1995 invece hanno dovuto iniziare a seguire corsi di formazione specifica in Medicina generale per poter fare i medici di famiglia. Questi corsi sono organizzati dalle Regioni e durano tre anni con una parte di lezioni e un’altra, più consistente, di servizio nei reparti ospedalieri, in poliambulatori delle aziende sanitarie o nello studio di un medico di famiglia. Per frequentare il corso, i laureati abilitati alla professione ricevono una borsa di studio di 800 euro al mese e per poter accedere è necessario superare un esame che si tiene una volta l’anno. Il concorso, a numero chiuso, è bandito dal ministero della Salute e organizzato dalle Regioni. Tra il 2014 e il 2017 la media annuale di borse finanziate per la medicina generale è stata di poco superiore a mille. (...) Secondo Maurizio Scassola, segretario generale della FIMMG del Veneto, seguire un così alto numero di pazienti può avere ricadute negative sull’assistenza. Scassola sostiene che è una soluzione semplicistica, non promettente, che mostra una mancanza di idee e che non risolverà il problema nei prossimi anni. «Cosa pensiamo di fare dando trecento pazienti in più a un medico? Lo soffochiamo e basta. Servirebbe invece più programmazione da parte delle Regioni, e sostegni per cercare di far evolvere questa professione attraverso l’aggregazione di più medici, eliminando la burocrazia che spesso ci trasforma in impiegati». In Veneto, come in tante altre Regioni, ci sono anche problemi più immediati. Così come era successo lo scorso anno, dopo la prima ondata dell’epidemia, anche quest’estate molti medici non potranno andare in ferie perché non sono riusciti a trovare un sostituto. La mancanza di professionisti si nota anche dagli esiti dei bandi presentati dalle aziende sanitarie per trovare guardie mediche turistiche: molti sono andati deserti. (...) In molte zone, soprattutto in montagna, saranno impiegati infermieri, con possibilità di assistenza limitate rispetto a un medico. (...) «A quel punto il paziente fa prima a pagarsi una medicazione privata. Noi siamo per consentire ai medici di fare i medici. Farli stare più vicini al letto del malato. Vanno a casa del paziente, valutano come intervenire, e l’infermiere può iniziare subito a medicare, senza le procedure burocratiche che caratterizzano i distretti sociosanitari». (...) Isaia Invernizzi
13 notes
·
View notes
Text
Ordine dei Medici, ad Alghero il corso “Il territorio del futuro”
Alghero. L’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Sassari ha organizzato il corso di aggiornamento Ecm dal titolo “Il territorio del futuro: connessioni e strategie di cura”, che si terrà sabato 23 settembre alle 8 presso la sala conferenze dell’Hotel Calabona ad Alghero. Il corso è accreditato per la formazione della professione di medico chirurgo e di odontoiatra per…
View On WordPress
0 notes
Text
Rimozione della tiroide senza cicatrice grazie a Toetva
Nuovo post pubblicato su https://wdonna.it/rimozione-della-tiroide-senza-cicatrice-grazie-a-toetva/116326?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=116326
Rimozione della tiroide senza cicatrice grazie a Toetva
Nell’ospedale Santo Stefano di Prato, uno dei primi in Italia ad adottare questa innovativa procedura chirurgica, è stata eseguita con successo una tiroidectomia transorale che ha comportato la rimozione della tiroide senza lasciare alcuna cicatrice visibile sulla pelle di una paziente di trentasette anni. Questo intervento, noto come TOETVA (Tiroidectomia Endoscopica Transorale con Approccio Vestibolare), è stato eseguito in collaborazione tra i medici Francesco Feroci e Chiara Genzano della chirurgia generale, Antonio Sarno e Alvaro Petrucci dell’otorinolaringoiatria, e il team di anestesia dell’ospedale, guidato da Guglielmo Consales. Il personale infermieristico in sala operatoria e nel reparto di degenza ha svolto un ruolo fondamentale nel successo dell’intervento.
Toeva tecnica per timuovere tiroide senza lasciare segni
La tecnica TOETVA, originariamente sviluppata in Thailandia e successivamente validata da un gruppo di esperti internazionali, consente di accedere alla tiroide senza la necessità di praticare incisioni sulla pelle. Invece, sottili strumenti endoscopici vengono utilizzati per creare un accesso all’interno della bocca, nella regione in cui il labbro inferiore si unisce alla gengiva. Successivamente, viene eseguita una piccola incisione per inserire un endoscopio sottile attraverso il tessuto sottocutaneo del mento e del collo. Questi strumenti chirurgici miniaturizzati, guidati da una telecamera, consentono ai chirurghi di raggiungere la tiroide, preservando il nervo laringeo responsabile delle corde vocali e le paratiroidi, che regolano i livelli di calcio nel sangue.
Solo un lieve fastidio
Il principale vantaggio di questa procedura, come spiega il dottor Feroci, è il risultato estetico, poiché non si verificano cicatrici visibili nel collo o in altre aree del corpo. Inoltre, questa tecnica riduce notevolmente il rischio di complicazioni legate alle ferite chirurgiche, come la formazione di cheloidi (crescita anomala di tessuto cicatriziale), l’ipertrofia delle cicatrici, i sieromi e gli ematomi. La sutura all’interno del labbro può causare solo un lieve fastidio e si rimargina completamente entro una settimana. Sorprendentemente, i pazienti non sperimentano dolore dopo l’intervento, ma possono riscontrare un gonfiore temporaneo e fisiologico.
0 notes
Link
Philippe Daverio, 69 anni, alsaziano di nascita e milanese di adozione, ha vissuto tante vite in una. Gli manca solo di andare nello spazio. Critico d'arte, saggista, autore-conduttore tv, animatore culturale, politico e instancabile viaggiatore. «Quello che mi piace di più? - fa eco alla domanda il professore seduto nel suo affascinante studio tra quadri, oggetti carichi di memoria, computer - quello che sto facendo ora, scrivere un libro a favore dell'Europa».
Roba da niente, insomma. Sempre avventure di un certo peso; chissà che cosa si immaginava della sua vita quand'era giovane. «Inizialmente, quando ero francese, volevo fare il funzionario pubblico. Diventato italiano ho pensato che era corretto campare. Credo alla Provvidenza e che se uno dà retta al piano di sopra la strada gli viene indicata».
Nato in Francia, si considera un immigrato?
«No, eravamo degli europei di base. In casa si parlavano tre lingue e due dialetti; mio nonno fece il servizio militare a Berlino e il mio prozio a Parigi, mio nonno era italiano, insomma una famiglia Ue. Siamo venuti qui per una grossa operazione immobiliare a Varese fatta da mio padre».
Che ricordi ha della sua educazione giovanile?
«Ho avuto una educazione ottocentesca in un collegio episcopale (mostra la foto, ndr). Ricordo ancora una severità assoluta. Alzarsi alle 5 del mattino, ritmo di vita durissimo, ogni giorno l'obbligo di giocare per mezz'ora a football. Penso ancora a quel pallone scuro e gelido, di cuoio, che quando ti colpiva portava via un pezzo di pelle. Ma quella scuola mi ha lasciato una formazione di base con la quale ho vissuto di rendita a lungo, una bella formazione per la crapa (testa in milanese, ndr). Nella provincia francese la borghesia veniva tutta formata lì, in quel luogo».
Può dipingere un ritratto di famiglia?
«Mio padre era piccolo e napoleonico come il suo nome, Napoleone appunto, molto grintoso e totalmente lumbard; parlava in alsaziano. Un suo prozio fece le Cinque Giornate di Milano. Come carattere ho preso da papà, ma forse di più dalla mamma, Aurelia, un colonnello molto umano e con una inclinazione a difendere il gusto».
Uno come lei non può non avere un po' di sangue nobile, o no?
«C'è l'elenco dei milanesi doc del XII secolo e il nome Daverio è già lì. Perciò non ho fatto altro che andare alla radice, come un salmone che ritorna alla fonte. Sento di appartenere a Milano, e me lo dice la memoria dei cromosomi. Che mi suggerisce pure che appartengo al posto di mio nonno, Berlino».
Sembrerebbe che alle origini ci tiene proprio...
«Per evitare che questo discorso sull'appartenenza fosse una pazzia letteraria, ho chiesto a mio fratello, il meno letterato, Paul, che �� uno dei più noti chirurghi plastici svizzeri. Gli ho domandato ma quando sei a Berlino come ti senti? e lui mi ha risposto: A casa. Insomma lo sa pure mio fratello che non ha letto la letteratura guglielmina».
Non solo la provenienza, nella vita contano pure scelte e bivi, ne vuole rivelare almeno uno?
«Beh, quando ho deciso di mollare gli studi. Non mi sono laureato all'università Bocconi. Mi ero rotto, non avevo più voglia di stare lì. Ero sessantottino, come me diversi miei amici anche loro sessantottini non si sono laureati. Ho dato l'ultimo esame, non la tesi. Ho deciso di fare altro nella vita».
Qual è stato il suo primo lavoro?
«Lasciata l'università mi sono messo subito a fare il mercante d'arte. Prima l'ho fatto stando a casa, subito dopo ho aperto una bottega vera e propria nel centro di Milano. Allora fare questo era una cosa facilissima».
Milano è stata almeno un po' buona con Daverio?
«Una mattina sono uscito di casa e mi sono detto voglio trovare una bottega. Avevo 27 anni, ne ho parlato con mia moglie. Quel negozio l'abbiamo cercato in Montenapo, l'ho trovato subito, ce n'era uno in affitto. La città a quei tempi offriva tante opportunità ai ragazzi, occasioni che nessuno ora si può immaginare. Adesso Milano offre decisamente meno».
Ci fa un bilancio delle sue avventure lavorative?
«Per quanto riguarda l'editoria, decine di libri scritti nel campo dell'arte. Scrivere è il modo più personale e libero per guadagnare denaro. Una persona sta in casa, apre il computer, digita i tasti e via. La sopravvivenza si fa con le dita. È un lavoro artigianale fantastico».
E quali sono gli argomenti che l'appassionano di più?
«Sostanzialmente quelli di cui mi occupo. La storia dell'arte, un po' la politica. E la musica, naturalmente. Dove lavoro e abito ci sono più pianoforti. Ho studiato e mi piace moltissimo suonare Mozart. La musica serve per calmare i nervi ed è inoltre propedeutica all'estetica, tutti i concetti di armonia sono legati alla musica».
In tutto questo che spazio hanno gli affetti?
«Sono fondamentali, senza questi una persona non carbura. Credo che la famiglia non sia una roba del tutto sbagliata. Il pregio numero uno è che rappresenta la prima struttura di solidità alla quale uno appartiene. Vengo da una famiglia enorme ma vivo in una piccolina: io, mia moglie, il figlio, la sua ragazza e poi abbiamo allargato con cinque cani».
Vissi d'arte e di famiglia, e le amicizie dove le mettiamo?
«Importantissime, quelle vere, quelle che legano al destino. Io devo gran parte della mia fortuna milanese al fatto di avere avuto tre o quattro persone, di una generazione anteriore alla mia, che mi hanno dato una mano a fare quello che ho fatto».
E se (ri)pensa alla politica...
«Come assessore leghista mi sono trovato benissimo, perché c'era un sindaco come Marco Formentini. Lui parlava francese e inglese come l'italiano. Era di ottima famiglia, suo zio aveva seguito gli scavi archeologici della Lunigiana, c'è un museo. Io sono arrivato a lui perché era molto amico dell'editore Mario Spagnol e io pure. Ai tempi amavo la forza di rottura rivoluzionaria che aveva la Lega, che ora però è diventata rurale».
I suoi amici quella scelta non l'hanno presa benissimo...
«C'è una persona alla quale ero molto legato, amico pure di mia moglie, il giornalista Giorgio Bocca. Lui mi sostenne contro tutta la buona borghesia. Perché quando feci la scelta di Formentini, la mia buona borghesia di Montenapo mi guardò male. Ma io forse per genesi francese, sono un po' giacobino».
Di cosa va fiero di quell'esperienza?
«Quando ero assessore ho lavorato anche all'idea della cosiddetta Città metropolitana, la sua genesi; un'idea che ancora oggi credo sia importante. Ho spinto tanto in questa direzione ma la cosa non è ancora sbocciata, sono convinto che nei prossimi anni succederà, ce lo chiederà l'Europa».
Cambiamo canale: dalla pubblica amministrazione alla tv...
«Ho fatto Passepartout sui canali Rai, trasmissione nata per caso e nata con uno spirito anti-televisivo che si occupava di storia dell'arte. Abbiamo dimostrato che esiste una fascia di italiani interessati all'argomento, avevamo un 5% di audience, circa tre milioni di persone. Poi, purtroppo, la televisione non si interessa a noi, le nicchie in Italia sono proibite».
Televisione o no, come speaker si trova a suo agio?
«Io faccio molte conferenze pubbliche ed lì che trovo il rapporto fisico con il lettore. In questo senso devo la mia fortuna ai quattro anni di politica che ho fatto. Prima avevo paura a parlare in pubblico. È stato come imparare a nuotare cadendo in un canale».
E nei panni del critico (o giudice)?
«Una faticaccia davvero anche se molto bella. Sono presente sia nello Strega sia nel Campiello e devo occupami di centinaia di libri ogni anno. Lo faccio ricorrendo pure a un meccanismo di annusatura dell'opera. È come negli esami all'università, si capisce subito se uno studente c'è oppure proprio non c'è».
A questo punto della sua vita, ha altri progetti?
«Assolutamente sì. Da pochi giorni sono entrato nel settantesimo anno di vita, è stato uno choc psichico ma il primo progetto che ho è quello di non rimbambire. Adesso ci sono tempi e progetti molto più brevi. Ho degli amici novantenni che sono molto svegli, per me sono un modello da seguire».
Come vede il futuro, c'è qualcosa che le fa paura o terrorizza?
«Una cosa che mi fa paura, vivendo in Italia, è la povertà. Sono molto riconoscente alla nostra sanità per le cure che ho ricevuto in passato, ma qui se si diventa poveri è una catastrofe, non ti risollevi più. So che fino a quando posso lavorare vado bene, nel caso contrario diciamo che mi potrei sentire un po' imbarazzato».
C'è qualcosa a cui non vorrebbe mai rinunciare?
«Vorrei ancora avere una possibilità di partecipare alla politica. Penso che questo sia molto importante per ogni persona. Potrei accettare una proposta in questo senso in un'unica direzione, in una sorta di europeismo riformato. Io sono fautore non dell'Europa di oggi, ma assolutamente dell'Europa sì, e la vorrei composta di cinquanta regioni, che è l'unica soluzione vera che possiamo avere».
Ma di tempo libero per sé ne ha?
«In generale no, poi c'è da dire che il tempo applicato alle cose è più bello. Se c'è da cucinare un piatto mi piace molto farlo, mia moglie mi frena perché sporco troppo le pentole. Ero legato alla cucina delle mie origini, amo gli arrosti, amo il puree, amo certe zuppe francesi. Però amo molto anche l'italianità. Senza spaghetti non si può vivere, il risotto è fondamentale».
Qualche giorno per le vacanze lo scova da qualche parte?
«I viaggi hanno un senso quando non sono solo turistici, quando dietro c'è un progetto. Una volta con sei amici abbiamo preso in affitto un rompighiaccio alle Isole Svalbard per andare al Polo Nord. Oppure apprezzo gli spostamenti che nascono per motivi di lavoro. Per esempio in Cina a fare un video, all'Avana per un trasmissione. Ancora ricordo la trasferta per la Biennale di Dakar».
Per i viaggi intellettuali e artistici lo spazio lo trova...
«Beh noi siamo sempre stati legati alla musica. Quindi in questo senso viaggi tanto. Mi piace l'opera lirica, perché è una delle identità dell'italianità. L'Italia non è un Paese fondato sul lavoro ma sul melodramma; la Germania sulla tragedia e la Gran Bretagna sull'arrivo dall'estero di forze musicali. Senza Haendel non ci sarebbero stati i Beatles. La Francia, infine, ama la musica pomposa».
Con l'opera ha mai avuto «incontri ravvicinati» di qualche tipo?
«Nel 2008 sono stato chiamato dal regista Pier Luigi Pizzi a interpretare il narratore Njegus nell'operetta La vedova allegra di Franz Lehár, in scena al Teatro alla Scala. È stata un'emozione formidabile perché sono rimasto in scena per tutta la durata dello spettacolo».
Che rapporti ha con il Teatro alla Scala?
«Attualmente sono nel consiglio di amministrazione. In verità i miei ruoli gestionali si sono svolti tutti qui, a Milano: prima a Palazzo Marino, poi mi sono occupato del Duomo e del suo museo, e ora il Piermarini, tutti luoghi che raggiungo a piedi».
Con tutte queste esperienze che cosa ha capito dell'Italia?
«A proposito ho scritto un libro. L'Italia è un Paese diverso da tutti gli altri Paesi europei, con parametri aggregativi differenti. Tutta l'Europa è monarchica, noi siamo comunali, una sommatoria di comuni. L'Italia è unita con la forchetta e con il bicchiere».
Gioco della torre: un quadro, un brano, un libro, un film che non butterebbe giù, che salverebbe...
«Per l'arte La colazione sull'erba di Monet perché riassume il passato e anticipa il futuro. Per la musica L'arte della fuga di Bach, è una costruzione colossale. Riguardo ai libri la Crocifissione rosea di Henry Miller, c'è tutta la complessità del nostro mondo moderno. Infine il film, penso a Senso di Luchino Visconti, è il più bel riassunto epico del nostro Paese».
Ultima domanda su Dio.
«Sono religioso ma non baciapile. Il rapporto col piano di sopra è fondamentale e faccio di tutto per mantenere un dialogo costante».
4 notes
·
View notes
Photo
Ospedale di Padova: quella guerra tra direttore e specializzandi che non fa bene a nessuno Nell’ospedale di Padova si è riusciti ad arginare il Coronavirus con una certa efficacia, ma non le esternazioni del direttore sanitario Daniele Donato, il quale ha dato vita a un caso diplomatico che sta avendo strascichi destinati a durare nel tempo. Tutto nasce da un webinar organizzato dalla Società italiana di chirurgia plastica il primo maggio. Ed è proprio in quella data simbolica per i lavoratori che Donato ha l’idea geniale di commentare l’operato degli specializzandi dell’ospedale di Padova con parole decisamente dure e ingenerose: “Gli specializzandi escono di casa, hanno una vita sociale molto attiva e questi sono i soggetti che nel momento in cui si inseriscono nei contesti dell’ospedale creano maggior pericolo. Infatti gli specializzandi ci hanno messo in difficoltà. Nel momento in cui dovevano rispettare le misure di barriera erano precisi, ma quando erano nella sala dedicata per mangiare un panino o stare al computer questi hanno trovato un momento di contatto e abbiamo avuto 22 specializzandi positivi per via dei momenti di socializzazione fuori dall’area ospedaliera. Noi al momento nell’ospedale abbiamo 140 positivi su 8.000 dipendenti e solo 16 sono venuti a contatto con un paziente positivo”. Insomma, un’accusa molto precisa: gli specializzandi sono poco attenti e responsabili e mettono a repentaglio la sicurezza dell’ospedale nonché la vita di chi ci lavora dentro. Difesi dal rettore dell’Università di Padova Rosario Rizzato e dal rappresentante della categoria (“Parole inaccettabili e lesive dell’integrità e della professionalità dei medici in formazione specialistica”), gli specializzandi questa mattina hanno deciso di scioperare per una giornata, garantendo comunque i servizi di emergenza e nelle aree Covid. Uno specializzando dell’università di Padova spiega la situazione con amarezza: “Quelle di Donato sono parole offensive, noi siamo stati utilizzati nei reparti Covid per 14/15 ore consecutive. Tutto questo scoperchia un problema preesistente: noi specializzandi non siamo né carne né pesce. Quando fa comodo siamo lavoratori, quando non fa comodo siamo studenti. Il signor Donato, quando parla di nostri spazi di aggregazione, non dice che l’azienda sanitaria in questione non ci fornisce per esempio gli armadietti. In 25 ci cambiamo in un ripostiglio di 4 metri quadri, di fronte alla macchinetta del caffè degli anestesisti. Le tute non ci vengono fornite dall’azienda sanitaria, ci danno due camici al momento dell’immatricolazione, anche a chi di noi è chirurgo e ha bisogno delle tute. Quindi molti di noi comprano da soli le tute e se le lavano a casa, il dottor Donato si è dimenticato di raccontarlo. Infine il discorso dei pasti. Noi come specializzandi abbiamo la convenzione, se la richiediamo, per mangiare in mensa. Ma non è lo stesso prezzo fatto agli altri convenzionati che è di un euro e venti, quindi noi un pasto lo paghiamo dai 5 ai 10 euro, non ci conviene, ce lo portiamo da casa. Il pasto lo consumiamo nella cucina del reparto e in questo periodo di Coronavirus ci siamo organizzati perché non ci siano più di due persone per volta in cucina, sedute al tavolo distanziate. Il direttore ha detto che ci accalchiamo nelle aree pasti, ma è falso. E l’ha detto in una videoconferenza con dei chirurghi plastici, magari anche retribuito, il primo maggio, la Festa dei lavoratori!”. “Donato – continua il giovane medico – incarna il paradigma di come vengono trattati gli specializzandi: siamo sempre il capro espiatorio di quello che non va negli ospedali. Riguardo lo sciopero, sia chiaro che è un gesto di solidarietà nei confronti di quelli che si sono trovati in prima linea impreparati. Noi specializzandi da contratto non dovremmo mai fare attività senza tutoraggio, non dovremmo mai essere sostitutivi del personale convenzionato. Questo non avviene mai, né in tempo Covid, né in tempo non Covid e volendo ci potremmo rifiutare, cosa che non facciamo mai. Molti di noi sono stati chiamati a fare lavori diversi da quelli per cui sono preparati, uno pneumologo non è un anestesista, ma c’è chi ha dovuto farlo”. “Stamattina – dice lo specializzando – qualcuno di noi ha aderito allo sciopero, qualcuno no. Fatto sta che è partita la lista di proscrizione. Tra l’altro i servizi base li abbiamo garantiti tutti. Il medico di guardia, che è una figura che non dovrebbe essere coperta da uno specializzando, stamattina è andato in reparto e lo ha fatto per garantire il servizio ai cittadini, ma stiamo scioperando tutti, anche chi è andato a lavorare. Infine voglio dire una cosa. Qui dentro ci sono stati anche medici non specializzandi che hanno portato il virus da fuori e comunque nell’ospedale di Padova la situazione è sotto controllo, non capisco perché creare un problema che non è esistito. E poi, noi da contratto dovremmo avere un orario da sei ore, ma entriamo la mattina alle 7 e certe volte io resto fino a mezzanotte. Non è un lavoro in cui c’è una fine, non ci tiriamo mai indietro, non ci meritiamo quelle parole”. Il governatore del Veneto Luca Zaia ha preso le difese degli specializzandi: “Va ripristinato un buon rapporto con le scuse, può capitare a tutti nella fretta, nella stanchezza o in tempeste mentali che a voce alta venga fuori qualche concetto che non ci sta. Gli specializzandi: se non ci fossero, dovrebbero inventarli. Mi aspetto le scuse per loro”. Scuse che sono arrivate in maniera piuttosto goffa... E siccome gli specializzandi a passare per untori irresponsabili non ci stanno, hanno fatto sapere tramite il loro rappresentante che vogliono andare a fondo: “Chiediamo che venga avviata un’indagine ufficiale per ricostruire l’origine dei contagi tra il personale medico in formazione di Aoupd. Dire che solo uno specializzando sarebbe stato contagiato nell’esercizio della professione, e lasciar presagire che la restante parte abbia contratto l’infezione per propria superficialità e negligenza, è inesatta e negherebbe il rischio professionale a cui tutti siamo stati esposti”. Insomma, dopo tante lodi alla gestione della sanità in Veneto, una polemica davvero odiosa, che di sicuro non finirà con lo sciopero di oggi e con le scuse raffazzonate di chi ha avuto un’uscita più che infelice. Di Selvaggia Lucarelli
8 notes
·
View notes
Text
Verona, firmato il protocollo sul contrasto alla violenza di genere
Verona, firmato il protocollo sul contrasto alla violenza di genere. Adozione di strategie e prassi condivise per il contrasto della violenza di genere, oltre che una specifica formazione comune di tutti gli operatori coinvolti a vario titolo nella tutela e nel sostegno delle vittime di violenza di genere. Sono questi gli obiettivi del protocollo d’intesa promosso dall’Ordine degli Avvocati e dal Tribunale di Verona, sottoscritto questo pomeriggio in Gran Guardia da una ventina fra istituzioni giuridiche, sanitarie, universitarie e comunali. Fra i firmatari del documento il sindaco Damiano Tommasi, in rappresentanza del Comune di Verona fra le municipali capofila. Presente anche la vicesindaca Barbara Bissoli, assessora alla Parità di genere e il comandante della Polizia locale Luigi Altamura. "Grazie al lavoro dell’Ordine degli Avvocati e di tutte le parti coinvolte nel progetto – ha sottolineato il sindaco – si punta ad agire con una nuova metodologia di intervento, in particolare nella fase di prevenzione, ma anche di sostegno a chi ha la forza e il coraggio di denunciare. La violenza di genere è purtroppo spesso un fenomeno molto intimo, che si genera in ambito familiare, difficile da prevenire e spesso, quando si interviene, è tardi. Questo protocollo punta a fornirci degli strumenti condivisi, per mettere in rete l’impegno di istituzioni diverse. Come tante altre problematiche sociali, il modo migliore per affrontarle e risolverle è fare squadra". Ad aderire al documento, oltre a Ordine degli Avvocati di Verona e Tribunale di Verona, anche di Ufficio del Giudice Tutelare di Verona, Procura della Repubblica al Tribunale di Verona, Direzione Generale Ulss 9 Scaligera, Comuni di Verona, Sona e Legnago capofila degli ambiti territoriali. E, ancora, Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, Ordine degli Psicologi e delle Psicologhe del Veneto, Ordine dei Medici, Chirurghi e Odontoiatri di Verona e Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università di Verona, AIAF – Associazione Italiana degli Avvocati per la Famiglia e i Minori Sezione di Verona, Camera Minorile di Verona, Cammino – Camera Nazionale Avvocati per le persone, per i minorenni e per le famiglie Sezione di Verona, ONDIF – Osservatorio Nazionale sul Diritto di Famiglia Sezione di Verona, Unione Giuristi Cattolici Italiani – Unione di Verona. In occasione della sottoscrizione, il protocollo d’intesa è stato presentato alla città nel corso di un convegno di studi dedicato al tema della violenza di genere. ... Read the full article
0 notes