#carnem levare
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mackenziencheese · 11 months ago
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E buonasera, signore e signori Fuori gli attori Vi conviene toccarvi i coglioni Vi conviene stare zitti e buoni Qui la gente è strana tipo spacciatori...
CARNEM LEVARE: La Puerta Secreta —@theaftermath-rpg
by @puckrpg. @calliesource @noalanii
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lahija-del-molinero · 13 days ago
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 “carnem levare”
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phanthereal · 11 months ago
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[Carnem Levare] La Logia de la Peste
Poco importa que seamos sólidos o espectrales. Igual da. Venecia toda es un fantasma. No expide visas de entrada a favor de otros fantasmas. Nadie los reconocería por tales aquí. Y así, dejarían de serlo. Ningún fantasma se expone a tanto. 
@theaftermath-rpg
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daimonclub · 1 year ago
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Storia e interpretazioni del Carnevale
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Storia e interpretazioni del Carnevale Storia e interpretazioni del Carnevale. Le date del Carnevale cambiano ogni anno, essendo una festa mobile e sono diverse tra rito ambrosiano e romano. Quest’anno, ovvero il 2024, il periodo del Carnevale inizia il 28 gennaio e finisce il 13 febbraio, cosiddetto Martedì Grasso: la domenica di Carnevale è l’11 febbraio. La quaresima viene dopo il carnevale per ricordarci che siamo polvere e non coriandoli. Franco Lissandrin A carnevale tutto il mondo è giovane, anche i vecchi. A carnevale tutto il mondo è bello, anche i brutti. Nicolaï Evreïnov San Valentino e Carnevale cadono nello stesso mese. Trovo stupido mettere così vicino due feste di maschere. Francesco D’Antonio A Carnevale ogni scherzo vale, ma che sia uno scherzo che sa di sale. Proverbio Odio il Carnevale. Ci provi con una principessa Disney e ti ritrovi a letto con un camionista di Brembate. Anonimo Avete fatto caso che l'ultima domenica di carnevale i cimiteri sono un mortorio? Totò Il termine deriverebbe dal latino "carnem levare" (eliminare la carne), poiché indicava il banchetto che si teneva l'ultimo giorno di Carnevale (Martedì grasso), subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima. In alternativa si è ipotizzato che il termine possa invece aver tratto origine dall'espressione latina carne levamen (avente l'analogo significato di "eliminazione della carne"), oppure dalla parola carnualia ("giochi campagnoli") o ancora dalla locuzione carrus navalis ("nave su ruote", quale esempio di carro carnevalesco) se non addirittura da currus navalis ("corteo navale"), usanza di origine pagana e occasionalmente sopravvissuta fino al XVIII secolo tra i festeggiamenti del periodo. Le prime testimonianze dell'uso del vocabolo "carnevale" (detto anche "carnevalo") vengono dai testi del giullare Matazone da Caligano alla fine del XIII secolo e del novelliere Giovanni Sercambi verso il 1400.
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Saturnalia Romani I festeggiamenti maggiori avvengono il Giovedì grasso e il Martedì grasso, ossia l'ultimo giovedì e l'ultimo martedì prima dell'inizio della Quaresima. In particolare il Martedì grasso è il giorno di chiusura dei festeggiamenti carnevaleschi, dato che la Quaresima nel rito romano inizia con il Mercoledì delle ceneri e si festeggia da Venezia a Rio De Janeiro, tra maschere, travestimenti, dolci e scherzi. Una piccola differenza è rappresentata dal Carnevale ambrosiano, la cui durata - finisce infatti con il «sabato grasso», quattro giorni dopo rispetto al tradizionale «martedì» («il martedì grasso» è il giorno che precede la Quaresima e la tradizione vuole che nella giornata si consumino i dolci fatti in casa, in vista del periodo di digiuno che seguirà) - sembra risalire a un pellegrinaggio del vescovo Ambrogio che aveva annunciato il suo ritorno «in tempo per celebrare con i milanesi le ceneri». La popolazione posticipò il rito alla domenica successiva per aspettarlo. È nel Medioevo che ritroviamo molti aspetti della festa attuale. Il Carnevale italiano si distingue per le sue maschere regionali e tradizionali, ognuna con le proprie caratteristiche: da Arlecchino a Pulcinella. E ogni regione ha anche i propri dolci tipici e tradizionali, come le chiacchiere, conosciute anche come frappe o bugie. L’Italia vanta la presenza di alcuni dei Carnevali più belli e famosi del mondo: Venezia, Viareggio, Putignano, Ivrea e altri. Una curiosità? Uno dei simboli del Carnevale sono, assieme alle stelle filanti, i coriandoli di carta che nacquero nel 1875 da un’idea dell’ingegnere Enrico Mangili di Crescenzago (Milano). L’ingegnere li realizzò a partire dalle carte traforate usate per l’allevamento dei bachi da seta. Un’invenzione contesa con un altro ingegnere di Trieste, Ettore Fenderlche, che nel 1876 ritagliò dei triangolini di carta. Il carnevale è una festa mobile che si celebra nei paesi di tradizione cristiana e in particolare in quelli di rito cattolico: i festeggiamenti si svolgono spesso in pubbliche parate in cui dominano elementi giocosi e fantasiosi, in particolare, l'elemento distintivo e caratterizzante è l'uso del mascheramento. I caratteri della celebrazione del carnevale hanno origini in festività molto antiche, come per esempio le antesterie, che erano delle feste celebrate in onore di Dioniso, in ambiente ionico-attico, che avevano a che fare direttamente col piacere del vino e con il "fiorire primaverile". Questi giorni di festa cadevano infatti nel mese di Antesterione (a cavallo fra febbraio e marzo) con l'avvicinarsi della primavera . Ad Atene venivano chiamate "antiche Dionisie" per distinguerle dalle "grandi Dionisie" più recenti e introdotte infatti da Pisistrato nel VI secolo a.C.) o i saturnali romani, una delle più diffuse e popolari feste religiose di Roma antica, che si celebrava ogni anno, dal 17 al 23 dicembre, in onore di Saturno, antico dio romano della seminagione. Durante le feste dionisiache e saturnali si realizzava un temporaneo scioglimento dagli obblighi sociali e dalle gerarchie per lasciar posto al rovesciamento dell'ordine, allo scherzo e anche alla dissolutezza.
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Festa dei pazzi nel medioevo Da un punto di vista storico e religioso il carnevale rappresentò, dunque, un periodo di festa ma soprattutto di rinnovamento simbolico, durante il quale il caos sostituiva l'ordine costituito, che però una volta esaurito il periodo festivo, riemergeva nuovo o rinnovato e garantito per un ciclo valido fino all'inizio del carnevale seguente. Il ciclo preso in considerazione è, in pratica, quello dell'anno solare. Nel mondo antico, romano, la festa in onore della dea egizia Iside, importata anche nell'impero Romano, comporta la presenza di gruppi mascherati, come attesta lo scrittore Lucio Apuleio nelle Metamorfosi (libro XI). Presso i Romani la fine del vecchio anno era rappresentata da un uomo coperto di pelli di capra, portato in processione, colpito con bacchette e chiamato Mamurio Veturio. (Un rito simile avveniva nelle Lupercalia che erano un festival della fertilità dedicato a Fauno, il dio romano dell'agricoltura, nonché ai fondatori romani Romolo e Remo. Vedi la Storia di San Valentino per leggere come si svolgeva esattamente il rituale) Durante le antesterie passava il carro di colui che doveva restaurare il cosmo dopo il ritorno al caos primordiale e più o meno la stessa celebrazione avveniva già in Babilonia, quando poco dopo l'equinozio primaverile veniva appunto riattualizzato il processo originario di fondazione del cosmo, descritto miticamente dalla lotta del dio salvatore Marduk con il drago Tiamat che si concludeva con la vittoria del primo. Il noto storico delle religioni Mircea Eliade scrive nel saggio Il Mito dell'Eterno Ritorno: "Ogni Nuovo Anno è una ripresa del tempo al suo inizio, cioè una ripetizione della cosmogonia. I combattimenti rituali fra due gruppi di figuranti, la presenza dei morti, i saturnali e le orge, sono elementi che denotano che alla fine dell'anno e nell'attesa del Nuovo Anno si ripetono i momenti mitici del passaggio dal Caos alla Cosmogonia". In seguito Eliade afferma che "allora i morti potranno ritornare, poiché tutte le barriere tra morti e vivi sono rotte e ritorneranno giacché in questo momento paradossale il tempo sarà annullato ed essi potranno di nuovo essere contemporanei dei vivi". Le cerimonie carnevalesche, diffuse presso i popoli Indoeuropei, mesopotamici, nonché di altre civiltà, hanno perciò anche una valenza purificatoria e dimostrano il "bisogno profondo di rigenerarsi periodicamente abolendo il tempo trascorso e riattualizzando la cosmogonia". Eliade scrive anche che "l'orgia è anch'essa una regressione nell’oscuro, una restaurazione del caos primordiale; in quanto tale, precede ogni creazione, ogni manifestazione di forme organizzate". L'autore aggiunge poi che "sul livello cosmologico l'orgia corrisponde al Caos o alla pienezza finale; nella prospettiva temporale, l'orgia corrisponde al Grande Tempo, all'istante eterno, alla non - durata. La presenza dell'orgia nei cerimoniali che segnano divisioni periodiche del tempo tradisce una volontà di abolizione integrale del passato mediante l'abolizione della Creazione. Il carnevale si inquadra quindi in un ciclico dinamismo di significato mitico: è la circolazione degli spiriti tra cielo, terra e inferi. Il Carnevale riconduce a una dimensione metafisica che riguarda l'uomo e il suo destino. In primavera, quando la terra comincia a manifestare la propria energia, il Carnevale segna un passaggio aperto tra gli inferi e la terra abitata dai vivi. Le anime, per non diventare pericolose, devono essere onorate e per questo si prestano loro dei corpi provvisori: essi sono le maschere che hanno quindi spesso un significato apotropaico, in quanto chi le indossa assume le caratteristiche dell'essere "soprannaturale " rappresentato.
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Maschere della commedia dell'arte italiana Le maschere che incarnano gli antenati, le anime dei morti che visitano cerimonialmente i vivi, sono anche il segno che le frontiere sono state annientate e sostituite in seguito alla confusione di tutte le modalità. La confusione delle forme è illustrata dallo sconvolgimento delle condizioni sociali (nei Saturnali lo schiavo è promosso padrone, il padrone serve gli schiavi; in Mesopotamia si deponeva e si umiliava il re, ecc.), dalla sospensione di tutte le norme, ecc. Lo scatenarsi della licenza, la violazione di tutti i divieti, la coincidenza di tutti i contrari, ad altro non mirano che alla dissoluzione del mondo, affinché possa in seguito essere rigenerato e ricreato. L'antica tradizione del carnevale si è mantenuta anche dopo l'avvento del Cristianesimo: anche a Roma stessa, capitale del Cristianesimo, la maggiore festa pubblica tradizionale è stata il Carnevale Romano fino alla sua soppressione negli anni successivi all'Unità d'Italia. A Firenze i Medici organizzavano grandi mascherate su carri chiamate "trionfi" e accompagnate da canti carnascialeschi, cioè canzoni a ballo di cui anche Lorenzo il Magnifico fu autore. Celebre è Il trionfo di Bacco e Arianna scritto proprio dal Magnifico. Nella Roma del regno pontificio si svolgevano invece la corsa dei barberi (cavalli da corsa) e la "gara dei moccoletti" accesi che i partecipanti cercavano di spegnersi reciprocamente. Nella storia dell'arte invece, una famosa opera pittorica è la Lotta tra Carnevale e Quaresima del pittore olandese Pieter Bruegel il Vecchio. Personaggi mascherati del carnevale veneziano sono presenti in vari dipinti del Settecento veneziano di Canaletto, Francesco Guardi e negli interni di Pietro Longhi. Il Carnevale non termina ovunque il Martedì grasso: fanno eccezione il Carnevale di Viareggio, il Carnevale di Ovodda, il carnevale di Poggio Mirteto, il Carnevale di Bientina, il carnevale di Borgosesia e il Carnevalone di Chivasso. Anche il Carnevale di Foiano della Chiana termina la domenica dopo le Ceneri. In diversi Carnevali il martedì grasso si rappresenta, spesso con un falò, la "morte di Carnevale". Secondo lo studioso Michail Bachtin, che trattò del carnevale nel suo testo - L’opera di Rabelais e la cultura popolare. Riso, carnevale e festa nella tradizione medievale e rinascimentale. - "Il carnevale, in opposizione alla festa ufficiale, era il trionfo di una sorta di liberazione temporanea dalla verità dominante e dal regime esistente, l’abolizione provvisoria di tutti i rapporti gerarchici, dei privilegi, delle regole e dei tabù... Era l’autentica festa del tempo, del divenire, degli avvicendamenti e del rinnovamento. Si opponeva a ogni perpetuazione, a ogni carattere definitivo e a ogni fine. Volgeva il suo sguardo all’avvenire incompiuto... Tutte queste forme di riti e spettacoli organizzati in modo comico erano molto diffuse in tutti i paesi dell’Europa medievale, ma si distinguevano per la loro ricchezza e la loro complessità nei paesi di cultura romanza, e in particolare in Francia .
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Carnevale di Viareggio Tutte queste forme, organizzate sul principio del riso, presentavano una differenza estremamente netta, di principio si potrebbe dire, rispetto alle forme di culto e alle cerimonie ufficiali serie della chiesa e dello stato feudale... Esse rivelavano un aspetto completamente diverso del mondo, dell’uomo e dei rapporti umani, marcatamente non ufficiale, esterno alla Chiesa e allo Stato; sembravano aver edificato accanto al mondo ufficiale un secondo mondo e una seconda vita, di cui erano partecipi, in misura più o meno grande, tutti gli uomini del Medioevo, e in cui essi vivevano in corrispondenza con alcune date particolari. Tutto ciò aveva creato un particolare dualismo del mondo, e non sarebbe possibile comprendere né la coscienza culturale del Medioevo, né la cultura del Rinascimento senza tenere in considerazione questo dualismo. L’ignorare o il sottovalutare il riso popolare del Medioevo porta a snaturare il quadro di tutta l’evoluzione storica della cultura europea nei secoli seguenti . Un significato del tutto particolare aveva l’abolizione di tutti i rapporti gerarchici. In effetti, durante le feste ufficiali le differenze gerarchiche erano mostrate in modo evidente: in esse bisognava apparire con tutte le insegne del proprio titolo, grado e stato, e occupare il posto assegnato al proprio rango. La festa consacrava l’ineguaglianza. Al contrario, nel carnevale tutti erano considerati uguali, e nella piazza carnevalesca regnava la forma particolare del contatto familiare e libero fra le persone, separate nella vita normale – non carnevalesca – dalle barriere insormontabili della loro condizione, dei loro beni, del loro lavoro, della loro età e della loro situazione familiare. Concludendo possiamo dire che sin dall'antichità, come dimostrano appunto i Saturnali romani, la festa dei pazzi nel Medioevo e via dicendo, il Carnevale ha dunque sempre rappresentato un'esperienza fondamentalmente collettiva, è il momento del riso, della trasgressione, della satira e della parodia, dell'esaltazione, insomma, del "mondo alla rovescia", con la connessa contestazione dei rapporti gerarchici. La festa carnevalesca, con il suo spirito eversivo, ha influenzato profondamente, secondo Bachtin, alcuni generi letterari comico realistici soprattutto attraverso il linguaggio: un linguaggio radicalmente antiletterario, familiare, plebeo, "di piazza", realistico sino all'oscenità, corposo e instintuale, gioioso e vitalistico. Massima espressione dello spirito e della lingua carnevaleschi è appunto Rablais, a cui Bachtin ha dedicato uno studio veramente ponderoso; ma le radici antropologiche e culturali dello scrittore francese affondano in un "humus" antichissima: dalla novellistica milesia alla satira, dalla commedia al romanzo d'avventura e picaresco elementi del modo carnevalesco sostanziano i più diversi generi letterari, spesso in ironica e parodica dialettica con i generi più formalmente considerati seri. Puoi anche leggere i seguente posts con aforismi e citazioni sul Carnevale: Citazioni e aforismi sul carnevale Citazioni spiritose sul carnevale https://www.youtube.com/watch?v=q6sHx8dl1S8 https://www.youtube.com/watch?v=fw6E00OL_aQ Aforismi per argomento Aforismi per autore Pensieri e riflessioni Read the full article
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sheniekimi · 11 months ago
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tremaghi · 1 year ago
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Benvenuto febbraio festeggiando Imbolc, il risveglio della natura.
Sona nata in febbraio, come potrei non accoglierlo a braccia aperte!Ma non solo per questo. Le giornate ci stanno regalando più luce, è il mese del Carnevale che vanta origini e tradizioni antichissime che sembrano risalire addirittura ai Saturnali della Roma antica. Il suo nome pare derivare dal latino carnem levare, ovvero “eliminare la carne”, il digiuno quaresimale imposto dalla religione…
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tradizioni-barcellona · 2 years ago
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MERCOLEDI 22 FEBBARIO 2023 - 🔷🔹 SACRE CENERI🔹🔷 Il Mercoledì delle ceneri (o Giorno delle ceneri o, più semplicemente, le Ceneri; anche indicato in passato come cinerum, caput jejunii o quadragesimae; in latino: Feria quarta cinerum) è il mercoledì precedente la prima domenica di quaresima che, nelle Chiese cattoliche di rito romano e in molte Chiese protestanti, coincide con l'inizio della quaresima, periodo liturgico "forte" a carattere battesimale e penitenziale in preparazione della Pasqua cristiana. In questo giorno tutti i cattolici dei vari riti latini sono tenuti a far penitenza e a osservare il digiuno e l'astinenza dalle carni. Da queste disposizioni ecclesiastiche derivano alcune locuzioni fraseologiche come carnevale (dal latino carnem levare, cioè "eliminare la carne") o martedì grasso (l'ultimo giorno di carnevale, vigilia delle Ceneri, in cui si può mangiare "di grasso"). La parola "ceneri" richiama invece in modo specifico il rito liturgico che caratterizza il primo giorno di quaresima, durante il quale il celebrante sparge un pizzico di cenere benedetta, ricavata secondo la consuetudine bruciando i rami d'ulivo benedetti nella Domenica delle palme dell'anno precedente, sul capo o sulla fronte dei fedeli per ricordare loro la caducità della vita terrena e per spronarli all'impegno penitenziale della Quaresima. Mentre impone le ceneri a ciascun fedele, il celebrante pronuncia infatti una formula di ammonimento, scelta fra Memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris (da Genesi 3,19[3]; in italiano: «Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai») e Pænitemini, et credite Evangelio (da Marco 1,15[4]; in italiano: «Convertitevi e credete al Vangelo»). La seconda formula è stata introdotta dalla riforma liturgica seguita al Concilio Vaticano II con riferimento all'inizio della predicazione di Gesù[5] e compare per prima nel messale Romano di papa Paolo VI. Da Il Santo del Giorno Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto - Sicilia Tradizioni della Settimana Santa di Barcellona Pozzo di Gotto Sicilia Terra di Tradizioni #Tradizioni_Barcellona_Pozzo_di_Gotto_Sicilia #Sicilia_Terra_di_Tradizioni Rubrica #Santo_del_Giorno (presso Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto - Sicilia) https://www.instagram.com/p/Co9rea0Iv5o/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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brunopino · 2 years ago
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'A Farsa de Carnelevaru 2023, appuntamento ad Aiello Calabro sabato 18 febbraio
Riceviamo e postiamo Il Carnevale, festa goliardica e gioiosa che precede la quaresima per la quale "carnem levare". Anche quest'anno il gruppo farsa ad Aiello Calabro c'è! Sabato 18 febbraio in piazza Plebiscito si terrá la tradizionale rappresentazione storica di ciò che un tempo veniva portato casa per casa nelle campagne aiellesi. Il racconto della vita: fidanzamento, matrimonio, nascite e…
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pamphletstoinspire · 5 years ago
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Shrove Tuesday in Quinquagesima Week
Shrove Tuesday is the last day of what traditionally was called “Shrovetide,” the week preceding the beginning of Lent. The word itself, Shrovetide, is the English equivalent for “Carnival,” which is derived from the Latin words carnem levare, meaning “to take away the flesh.” (Note that in Germany, this period is called “Fasching,” and in parts of the United States, particularly Louisiana, “Mardi Gras.”) While this was seen as the last chance for merriment, and, unfortunately in some places, has resulted in excessive pleasure, Shrovetide was the time to cast off things of the flesh and to prepare spiritually for Lent. 
The English term “shrovetide” (from “to shrive”, or hear confessions) is sufficiently explained by a sentence in the Anglo-Saxon “Ecclesiastical Institutes” translated from Theodulphus by Abbot Aelfric about A.D. 1000: “In the week immediately before Lent everyone shall go to his confessor and confess his deeds and the confessor shall so shrive him as he then may hear by his deeds what he is to do [in the way of penance]”.
In this name shrovetide the religious idea is uppermost, and the same is true of the German Fastnacht(the eve of the fast). It is intelligible enough that before a long period of deprivations human nature should allow itself some exceptional licence in the way of frolic and good cheer. No appeal to vague and often inconsistent traces of earlier pagan customs seems needed to explain the general observance of a carnival celebration. The only clear fact which does not seem to be adequately accounted for is the widespread tendency to include the preceding Thursday (called in French Jeudi gras and in German fetter Donnerstag — just as Shrove Tuesday is respectively called Mardi gras and fetter Dienstag) with the Monday and Tuesday which follow Quinquagesima. 
Shrovetide is traditionally the time for “spring cleaning,” and just as we clean our houses in these days in prepation for Lent, we also “clean our souls” through confession so we can enter the penitential season fresh.
Shrovetide is the last two days of “Carnival,” an unofficial period that began after the Epiphany and which takes its name from the Latin carnelevare, referring to the “taking away of flesh” (meat) during Lent which begins on Ash Wednesday, the day following Shrove Tuesday. Catholics want to eat while they can and get the frivolity out of their systems in preparation for the somber Lenten spirit to come.
The Tuesday of Shrovetide is a particularly big party day known as “Mardi Gras” (French for “Fat Tuesday”) — or “Pancake Tuesday” because fats, eggs, and butter in the house had to be used up before Lent began, and making pancakes or waffles was a good way to do it. In many places, especially in England, pancake races became popular and remain popular today. In these races, women must run while flipping a pancake so many times, and whoever crosses the finish line first wins. The largest pancake race in England is in Olney, in Buckinghamshire. There, the women must wear a dress, apron, and bonnet, and flip the pancake three times — while ensuring it is intact after they cross the finish line, of course. The story told to explain the origins of this race is that in 1445, a homemaker heard the shriving bell (the bell rung to summon people to confession on this day) as she was busy working in her kitchen. Not wanting to be late, she rushed about and ran off with her skillet still in hand. 
by Abbe Dom Prosper Gueranger
The fundamental rule of Christian life is, as almost every page of the Gospel tells us, that we should live out of the world, separate ourselves from the world, hate the world. The world is that ungodly land which Abraham, our sublime model, is commanded by God to quit. It is that Babylon of our exile and captivity, where we are beset with dangers. The beloved disciple cries out to us: ‘Love not the world, nor the things which are in the world. If any man love the world, the charity of the Father is not in him.'– {St. John ii. 15} Our most merciful Jesus, at the very time when He was about to offer Himself as a sacrifice for all men, spoke these words: ‘I pray not for the world.– {Ibid. xvii: 9) When we were baptized, and were signed with the glorious and indelible and were signed with the glorious and indelible character of Christians, the condition required of us, and accepted, was that we should renounce the works and pomps of the world (which we expressed under the name of Satan); and this solemn baptismal promise we have often renewed.
But what is the meaning of our promise to renounce the world? Is it that we cannot be Christians, unless we flee into the desert and separate ourselves from our fellow-creatures? Such cannot be God's will for all, since, in that same Scripture, wherein He commands us to flee from the world, He also tells us what are our duties to each other, and sanctions and blesses those ties which He Himself has willed should exist among us. His apostle, also, tells us to use this world as though we did not use it. – {1 Corinthians vii: 31} It is not, therefore, forbidden us to live in, and to use the world. Then, what means this renouncing the world? Can there be contradiction in God's commandments? Is it possible that we are condemned to wander blindly on the brink of a precipice, into which we must at last inevitably fall?
There is neither contradiction nor snare. If by the world, we mean these visible things around us which God created in His power and goodness; if we mean this outward world, which He made for His own glory and our benefit; it is worthy of it a ladder whereby our souls may ascend to their God. Let us gratefully use this world; go through it, without making it the object of our hope; not waste upon it that love, which God alone deserves; and ever be mindful, that we are not made for this, but for another and a happier, world.
But the majority of men are not thus prudent in their use of the world. Their hearts are fixed upon it, and not upon Heaven. Hence it was, that when the Creator deigned to come into this world, in order that He might save it, the world knew Him not.-{St. John I: 10} Men were called after the name of the object of their love. They shut their eyes to the light; they became darkness; God calls them ‘the world.'
In this sense, then, the world is everything that is opposed to our Lord Jesus Christ, that refuses to recognize Him, and that resists His divine guidance. Those false maxims which tend to weaken the love of God in our souls; which recommended the vanities that fasten our hearts to this present life; which cry down everything that can raise us above our weaknesses or vices; which decoy and gratify our corrupt nature by dangerous pleasures, which, far from helping us to the attainment of our last end, only mislead us-all these are ‘the world.'
This world is everywhere, and holds a secret league within our very hearts. Sin has brought it into this exterior world created by God for Himself, and has given it prominence. Now, we must conquer it, and trample upon it, or we shall perish with it. There is no being neutral; we must be its enemies, or its slaves. During these three days, its triumphs are fearful; and thousands of those who, at their Baptism, swore eternal enmity to it, are enrolling themselves its votaries. Let us pray for them; but let us also tremble for ourselves; and that our courage may not fail us, let us ponder those consoling words, which our Savior, at His last Supper, addressed to His eternal Father. He is speaking of His disciples, and He says: ‘Father! I have given them Thy word, and the world hath hated them, because they are not of the world, as I also am not of the world. I pray not, that Thou shouldst take them out of the world, but that Thou shouldst keep them from evil'– {St. John xvii: 14, 15}. 
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mackenziencheese · 11 months ago
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"Play long enough, you never change the stakes, the house takes you. Unless, when that perfect hand comes along, you bet big, and then you take the house."
CARNEM LEVARE: La Puerta Secreta —@theaftermath-rpg
@noalanii @calliesource @puckrpg
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aci25 · 5 years ago
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La palabra "carnaval" proviene según la RAE, del italiano ‘carnevale’ y este de la palabra latina ‘carnem levare’ (‘carne’ que significa carne y el verbo ‘levare’ que sifnifica quitar, por lo que literalmente se puede traducir como “quitarse la carne” o “despedirse de la carne
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giorgiaiter · 7 years ago
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Carnem levare
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daimonclub · 1 year ago
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Aforismi e citazioni sul Carnevale
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Carnevale di Viareggio Aforismi e citazioni sul carnevale. Il termine deriverebbe dal latino carnem levare ("eliminare la carne"), poiché indicava il banchetto che si teneva l'ultimo giorno di Carnevale (Martedì grasso), subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima. I festeggiamenti maggiori avvengono il Giovedì grasso e il Martedì grasso, ossia l'ultimo giovedì e l'ultimo martedì prima dell'inizio della Quaresima. In particolare il Martedì grasso è il giorno di chiusura dei festeggiamenti carnevaleschi, dato che la Quaresima nel rito romano inizia con il Mercoledì delle ceneri e si festeggia da Venezia a Rio De Janeiro, tra maschere, travestimenti, dolci e scherzi, ricordando il saggio proverbio che recita "Carnevale guarisce ogni male". Quando inizia e quando termina in Italia il Carnevale 2022 Nella Chiesa cattolica la Domenica di Settuagesima è celebrata circa settanta giorni prima della Domenica di Pasqua e segna l'inizio del cosidetto Tempo di Settuagesima (o Tempo di Carnevale), un periodo di preparazione alla Quaresima, in cui si inizia l'astinenza dalle carni nei giorni feriali. Per il 2022 pertanto l'inizio del Carnevale sarà il 13/02/2022. La prima domenica di Quaresima per il 2022 è il 06/03/2022; l'ultimo giorno di carnevale è pertanto sabato 05/03/2022, 4 giorni dopo rispetto al martedì in cui termina per chi osserva il rito romano. La data della Domenica di Pasqua è diversa ogni anno perchè viene calcolata per mezzo di un calcolo basato sul giorno del primo plenilunio dopo l'equinozio di primavera (21 Marzo). La Pasqua può quindi cadere tra il 21 Marzo e il 25 Aprile, pertanto la data di inizio del Carnevale può essere compresa tra il 10 gennaio e il 14 febbraio. Il Carnevale termina quaranta giorni prima della Domenica di Pasqua con il Martedì Grasso. Il giorno successivo, conosciuto come il Mercoledì delle Ceneri segna l'inizio della Quaresima, un periodo in cui i fedeli si astengono dal mangiare carne nei giorni feriali. Per il 2022 pertanto il Carnevale finisce il 01/03/2022. Le feste non sono necessariamente trasgressive ... né ricreano necessariamente uno stato di indifferenziazione sociale ... possono avere una funzione distributiva piuttosto che essere motivate da una tendenza allo spreco e alla distruzione ... Lungi dall’essere il caos supposto da alcuni teorici, le feste sono più spesso il culmine dell’attività organizzata in molte società. V. Valeri Oggi più che mai le subdole intenzioni si travestono con atteggiamenti di grande umanitarismo e sincera filantropia e sempre più spesso le atroci intenzioni si nascondono dietro un volto sorridente e dietro una maschera di gentilezza, beh, un momento, aspettate un po', ma Berlusconi, non sorride sempre! Carl William Brown Ma la causa vera di tutti i nostri mali, di questa tristezza nostra, sai qual è? La democrazia, mio caro, cioè il governo della maggioranza. Perchè, quando il potere è in mano d'uno solo, quest'uno sa d'essere uno e di dover contentare molti; ma quando i molti governano, pensano soltanto a contentar sé stessi, e si ha allora la tirannia più balorda e più odiosa: la tirannia mascherata da libertà! Ma sicuramente! Oh perchè credi che soffra io? Io soffro appunto per questa tirannia mascherata da libertà... torniamo a casa! Luigi Pirandello Sul palcoscenico del mondo non siamo altro che miseri attori, e talvolta è utile riuscire a mascherare i nostri tristi ruoli. Carl William Brown Mi sono vergognato di me stesso quando ho capito che la vita è una festa in maschera, ed io ho partecipato con la mia vera faccia. Franz Kafka Chi non ride mai non è una persona seria. Charlie Chaplin Durante il carnevale, gli uomini indossano una maschera in più. Xavier Forneret La maschera, che è il mezzo essenziale attraverso il quale ci si fa diversi, indica, nella sua origine etimologica longobarda, i fantasmi notturni dei morti e le larve persecutrici dei viventi. A.M. Di Nola La moderna solidarietà non è che il tentativo di mascherare la propria stupidità facendo esercizi di falsa umanità. Carl William Brown Durante il prossimo carnevale di Rio, Battisti si esibirà con LULA HOP. Renato Reggiani Se il dio della gioia porta sul volto una maschera tragica, forse allora anche il dio della sfiga si copre il viso con l'allegria. Carl William Brown
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Aforismi, citazioni, massime e frasi sulle maschere e il Carnevale La miglior dote dei peggior politici è l'ipocrisia; quella dei peggior giornalisti è di mascherarla. Carl William Brown La vita è come il carnevale... non puoi sapere che scherzo ti farà! Aida Nasic Ogni persona non è che una "maschera teatrale"; un attore che recita il proprio ruolo e che assumendo così la propria personalità contribuisce ad arricchire la comica teatralità dell'umana stupidità. Carl William Brown Il volto è servile e servizievole, la maschera è dispotica e intransigente. Il volto ti viene dato, e si esprime su un unico piano orizzontale; la maschera si impone, ed è verticistica anche quando sempre piana. Aldo Busi Esistono spiriti liberi, audaci, che vorrebbero nascondere e negare di essere cuori infranti, superbi, immedicabili; e talvolta la follia stessa è la maschera per un sapere infelice troppo certo. Friedrich Nietzsche La maschera è antica quanto la stessa umanità ed è il simbolo della trasformazione dell'uomo in un altro Io. O. Eberle A Carnevale va a ruba il costume da Schettino; il coniglio di mare. Anonimo Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti. Luigi Pirandello La quaresima viene dopo il carnevale per ricordarci che siamo polvere e non coriandoli. Franco Lissandrin Il bene e il male sono questioni di abitudine, il temporaneo si prolunga e la maschera, a lungo andare, diventa il volto. Marguerite Yourcenar Devo fabbricarmi un sorriso, munirmene, mettermi sotto la sua protezione, frapporre qualcosa tra il mondo e me, camuffare le mie ferite, imparare, insomma, a usare la maschera. Emil Cioran Un bambino con una gamba sola va dalla mamma, e piagnucolando dice: "Mamma, a Carnevale posso avere il costume di Spider-Man?". E la mamma: "Ma come, quello da ghiacciolo non ti piace più?". Funcool88 Guardiamo i lati positivi della cosa: chi l'anno scorso si era vestito da barbone per carnevale, con lo stesso vestito quest'anno può vestirsi da ceto medio. Marco Vicari Tra un pò sarà carnevale, ma certa gente la maschera ce l'ha tutto l'anno! Carl William Brown Carnevale, va a ruba il costume da comandante Schettino. Non era più adatto a Halloween? Lia Celi Ogni spirito profondo ha bisogno di una maschera: e più ancora, intorno a ogni spirito profondo cresce continuamente una maschera, grazie alla costantemente falsa, cioè superficiale interpretazione di ogni parola, di ogni passo, di ogni segno di vita che egli dà. Friedrich Nietzsche Il Carnevale è una festa di contestazione, di rottura, di rigenerazione sociale vissuta in un tempo ciclico di morte e di resurrezione, d’annientamento e di rinascita, il Carnevale esprime anche la voce dei gruppi sociali inferiori e l’opposizione della cultura popolare alle forme e alle immagini della cultura ufficiale. P. Camporesi In questo mondo la grande categoria dei saggi è composta da saggi folli, tra i saggi che rimangono dobbiamo ulteriormente distinguere tra i veri saggi ed i folli mascherati, quest'ultima piccola categoria dei veri saggi è poi inficiata dai saggi che si vendono e che quindi lavorano in realtà per la più grande e potente categoria dei folli. Carl William Brown E' meglio essere odiati per ciò che siamo, che essere amati per la maschera che portiamo. Jim Morrison Ma è vero che Lapo a carnevale si traveste da Biancaneve....e i sette Nasi. Simone
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Maschere Bergamasche Per Shakespeare l'uomo non è che un semplice attore, che si agita freneticamente sul palcoscenico di una vita senza senso interpretando il più delle volte un ruolo triste. Se dunque trovate di una certa verità l'analisi del grande drammaturgo consolatevi almeno con il motto di Giordano Bruno che soleva appunto dire "In tristitia hilaris, in hilaritate tristis." E si, è proprio vero, il dio della gioia porta sul volto una maschera tragica." Carl William Brown Per Carnevale pensavo di vestirmi da Giovanardi, ma il marrone non mi dona. M. Cristina Di Canio Ogni falsità è una maschera, e per quanto la maschera sia ben fatta, si arriva sempre, con un po' di attenzione, a distinguerla dal volto. Alexandre Dumas La stupidità è il rovescio e il ‘basso’ della verità ufficiale dominante; essa si manifesta soprattutto con una assoluta incomprensione delle leggi e delle convenzioni del mondo ufficiale e con l’evasione da esso. M. Bachtin L'intelligenza e la bontà preferiscono entrare in scena senza maschera. A. Schnitzler Ogni persona non è che una "maschera teatrale"; un attore che recita il proprio ruolo e che assumendo così la propria personalità contribuisce ad arricchire la comica teatralità dell'umana stupidità. Carl William Brown Avete fatto caso che l’ultima domenica di carnevale i cimiteri sono un mortorio? Toto' Se è vero che il Dio della gioia ha sul volto una maschera tragica è pur vero anche il contrario. Carl William Brown Oggi sono triste, ma è solo perché ho riso troppo ieri, e poi quando sono felice faccio sempre il serio. Si sa infatti che il Dio della gioia porta sul volto una maschera tragica. Carl William Brown Nessuno può portare a lungo la maschera. Seneca Ricordo quella volta che mio padre mi comprò i coriandoli. Fu un carnevale bellissimo, mi divertii un casino. Fu l'unica volta, perché l'anno dopo mio padre non mi volle più comprare i coriandoli. Mi rimproverò che l'anno prima li avevo buttati tutti. Mauroemme Il carnevale infrange le leggi del quotidiano, rese coattive dalla grammatica e dalla sintassi del pensiero comune e conformista, pertanto si configura come contestazione sociale e politica. Carl William Brown Carnevale mio, vi’ che mbruoglie / stasera maccaruni e craie fuoglie. / Carnevale mio, che combini / ogge cavatieddi e craie cipuddini. Canto irpino, XVIII sec Sul palcoscenico del mondo non siamo altro che miseri attori, e talvolta è utile riuscire a mascherare i nostri tristi ruoli. Carl William Brown Il fine di uno scherzo non è quello di degradare l'essere umano ma di ricordargli che è già degradato. George Orwell Verso la fine della vita avviene come verso la fine di un ballo mascherato, quando tutti si tolgono la maschera. Allora si vede chi erano veramente coloro coi quali si è venuti in contatto durante la vita. Arthur Schopenhauer E dopo tutto cos'è una bugia? Solo la verità in maschera. George Byron Siamo tanto abituati a mascherarci di fronte agli altri, che finiamo per mascherarci anche di fronte a noi stessi... Francois De Larochefoucauld Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e sarà sincero. Oscar Wilde Nascondi chi sono, e aiutami a trovare la maschera più adatta alle mie intenzioni. William Shakespeare
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Maschere italiane e carnevale La maschera incarna il principio della vita stessa. Michail Bachtin Una maschera ci dice di più di una faccia. Oscar Wilde Il mio amico Agapito Malteni ci provava costantemente con la sua collega Liuzza, ma lei non ci voleva assolutamente stare. Un giorno ha comprato un cappello carnevalesco a forma di membro maschile, lo ha indossato, e quando ha visto la collega entrare in bagno l'ha seguita e si è chiuso dentro con lei. Lei lo ha guardato ed ha esclamato: "Che cazzo ti sei messo in testa?!?". Friss Il carnevale scorso ero a casa di una coppia di amici quando si è presentato il loro bambino di dieci anni vestito da cow boy. Era tutto eccitato perché aspettava gli amici per andare a giocare. Ad un certo punto, è suonato il campanello. Fuori dalla porta c'era una marea di ragazzini e hanno chiesto se il loro figliolo poteva uscire a giocare con loro a indiani e cow boy. Erano tutti vestiti da indiani. Mauroemme Tutto ciò che è profondo ama mascherarsi; le cose più profonde odiano l'immagine e la similitudine. Friedrich Nietzsche Chi guadagna bene sappia che ciò è reso possibile dal fatto che gli altri guadagnano male, o non guadagnano affatto. Chi guadagna troppo a spese degli altri non può essere un filantropo, in verità è solo un ipocrita misantropo mascherato. Carl William Brown Carnevale 2012: va a ruba il costume da Schettino. E' quello da scoglione. Micro Satira Ci sono donne che a carnevale si vestono da San Francesco per parlare agli uccelli. Roba Da Maschi Odio il Carnevale. Ci provi con una principessa Disney e ti ritrovi a letto con un camionista di Brembate. Anonimo Se è giovedì grasso, nessuno problema. Se è martedì grasso, va benissimo, figurati. Se sono grasso io, tutti a rompere i coglioni. Periferia galattica Perché a carnevale i computer non funzionano piu' bene? Perché gli interrupt sono tutti mascherati! Anonimo "Pronto, mi scusi maestro. Ebrei, musulmani, cristiani, indù, buddisti, scintoisti: quando potremo riunirci tutti insiemi in unica grande chiesa?". Quelo: "A carnevale?". Corrado Guzzanti Una volta, per un veglione di carnevale, mia madre ebbe la bella idea di mascherarmi da pagliaccio. Mi riconobbero subito tutti. Mauroemme A carnevale tutto il mondo è giovane, anche i vecchi. A carnevale tutto il mondo è bello, anche i brutti. Nicolaï Evreïnov Tutta la vita umana non è se non una commedia, in cui ognuno recita con una maschera diversa, e continua nella parte, finché il gran direttore di scena gli fa lasciare il palcoscenico. Erasmo da Rotterdam Per tutta la vita avrei voluto piangere ed invece ho dovuto ridere o al limite rimanere serio; per tutta la vita ho dovuto portare una maschera come il Dio della gioia che ne aveva sul volto una tragica. Carl William Brown Il mio scopo è quello di insegnarvi a passare da un'assurdità mascherata a quella che è palesemente tale. Ludwig Joseph Wittgenstein Non mascherare i tuoi difetti con le virtù acquisite. Preferisco i difetti: sono simili ai miei. Kahlil Gibran Il volto è una vera maschera che ci è concessa per celare i nostri pensieri. Oscar Wilde L'anno scorso ho partecipato al concorso per il miglior costume, ma non ho vinto. E dire che il mio era perfetto: ero travestito da Uomo Invisibile! Marco Bernardini
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Citazioni, aforismi e frasi sul Carnevale e le Maschere Per quanto riguarda invece il discorso dei proverbi di Carnevale, dobbiamo sottolineare che se da un lato evidenziano il lato festaiolo, irriverente e mangereccio della festa, dall’altro lo mettono in relazione ad altri appuntamenti nel corso dell’anno (soprattutto Pasqua e Natale) per “predire” il futuro o per capire chi si ha di fronte. Naturale è il paragone tra il Carnevale e la Quaresima che inizia il giorno dopo il martedì grasso: da un clima di festa all’ennesima potenza si passa a una dimensione più mesta, sottolineata anche dal rito delle ceneri. A Carnevale ogni scherzo vale. Non c’è Carnevale senza la luna di febbraio. A Carnevale tutto è lecito. Natale stizzone, Carnevale solleone. Quando il padre fa Carnevale, ai figlioli tocca far Quaresima. Tutti i cibi in Quaresima fan male, a chi abusò di tutti in Carnevale. Amore nato a Carnevale, muore a Quaresima. A Carnevale ogni scherzo vale, ma che sia uno scherzo che sa di sale. Chi è nato di Carnevale, non ha paura di brutti musi. A Carnevale si conosce chi ha la gallina grassa. Chi non gioca a Natale, chi non balla a Carnevale, chi non beve a san Martino , è un amico malandrino. Da san Luca (18 ottobre) a Natale, tutti studiano uguale; da Carnevale a Pasqua, chi studia e chi studiacchia. A Carnevale, il povero va a zappare. Carnevale a casa d’altri, Pasqua a casa tua, Natale in corte. Carnevale al sole, Pasqua al fuoco, Carnevale al fuoco, Pasqua al sole. Fa’ carnevale in maniera di poter fare pure una buona Pasqua. Carnevale col sole, Pasqua molle. Il carnevale al sole, la Pasqua al fuoco. Carnevale e Quaresima, per me è sempre la medesima. L’amore di Carnevale muore in Quaresima. Carnevale in casa d’altri e Natale in casa tua. La Quaresima è dopo il Carnevale. Natale senza denari, Carnevale senza appetito, Pasqua senza devozione si fanno male. Per approfondire l'argomento potete anche leggere: Storia e interpretazioni del Carnevale Citazioni spiritose sul carnevale https://www.youtube.com/watch?v=6NSDVz4lvI4 https://www.youtube.com/watch?v=M1Oc_resvL4 Aforismi per argomento Aforismi per autore Pensieri e riflessioni Read the full article
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aqua-regia009 · 6 years ago
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By Agostino Arrivabene Carnem-Levare. Martyrdom of Saint Hybrid and her holy baboon. Hommage to Joel-peter Witkin (2011)
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marcusberesford · 3 years ago
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Il Venerdì santo è il venerdì che precede la Pasqua cristiana. In questo giorno i cristiani commemorano la passione e la crocifissione di Gesù Cristo. Venerdì Santo si osservi il dettame "carnem levare", secondo il quale non si dovrebbe mangiare la carne. In più, si dovrebbe osservare il digiuno ecclesiastico, che consiste nel consumare un solo pasto (pranzo o cena) durante la giornata.
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tradizioni-barcellona · 3 years ago
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MERCOLEDÌ 02 MARZO 2022 - ♦️SACRE CENERI♦️ Il Mercoledì delle ceneri (o Giorno delle ceneri o, più semplicemente, le Ceneri; anche indicato in passato come cinerum, caput jejunii o quadragesimae; in latino: Feria quarta cinerum) è il mercoledì precedente la prima domenica di quaresima che, nelle Chiese cattoliche di rito romano e in molte Chiese protestanti, coincide con l'inizio della quaresima, periodo liturgico "forte" a carattere battesimale e penitenziale in preparazione della Pasqua cristiana. In questo giorno tutti i cattolici dei vari riti latini sono tenuti a far penitenza e a osservare il digiuno e l'astinenza dalle carni. Da queste disposizioni ecclesiastiche derivano alcune locuzioni fraseologiche come carnevale (dal latino carnem levare, cioè "eliminare la carne") o martedì grasso (l'ultimo giorno di carnevale, vigilia delle Ceneri, in cui si può mangiare "di grasso"). La parola "ceneri" richiama invece in modo specifico il rito liturgico che caratterizza il primo giorno di quaresima, durante il quale il celebrante sparge un pizzico di cenere benedetta, ricavata secondo la consuetudine bruciando i rami d'ulivo benedetti nella Domenica delle palme dell'anno precedente, sul capo o sulla fronte dei fedeli per ricordare loro la caducità della vita terrena e per spronarli all'impegno penitenziale della Quaresima. Mentre impone le ceneri a ciascun fedele, il celebrante pronuncia infatti una formula di ammonimento, scelta fra Memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris (da Genesi 3,19[3]; in italiano: «Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai») e Pænitemini, et credite Evangelio (da Marco 1,15[4]; in italiano: «Convertitevi e credete al Vangelo»). La seconda formula è stata introdotta dalla riforma liturgica seguita al Concilio Vaticano II con riferimento all'inizio della predicazione di Gesù e compare per prima nel messale Romano di papa Paolo VI. Da Il Santo del Giorno. Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto - Sicilia #Tradizioni_Barcellona_Pozzo_di_Gotto_Sicilia #Sicilia_Terra_di_Tradizioni Rubrica #Santo_del_Giorno (presso Tradizioni Barcellona Pozzo di Gotto - Sicilia) https://www.instagram.com/p/CamY7lEsvnb/?utm_medium=tumblr
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