#captatori
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Nel trattato scientifico "La Teoria delle Apparenze", lo scienziato Ing. Marco Todeschini spiega e dimostra che il sistema nervoso e gli organi del corpo umano ed esso connessi, sono strutture e apparati azionati da corrente elettrica. Gli organi di senso funzionano quindi come degli oscillatori che entrano in risonanza quando sono colpiti da sollecitazioni continue o alterne (vibrazioni) dello spazio esterno, trasmettendole al cervello tramite le linee nervose.
Viene così ribaltata la concezione della fisiologia classica che suppone i nervi conduttori di stimoli nervosi di oscura natura mentre invece, in condizioni di inazione degli organi di senso, i nervi relativi sono percorsi da corrente elettrica.
Inoltre, si conferma la concezione che gli organi di senso non ricevono né trasmettono al cervello sensazioni di forza, elettricità, suono, calore, luce, sapori, odori ecc. Come sarebbe altrimenti possibile spiegare che una protesi elettro meccanica impiantata possa trasmettere sensazioni?
Non è più logico considerare gli organi di senso come captatori di vibrazioni che trasformate e inviate al cervello come impulsi elettrici vengono successivamente elaborate "solo" dalla psiche? Queste affermazioni ci costringono a ritenere che l'organismo umano e quindi anche il sistema nervoso rientrino in un concetto di pura fisica obbediente non solo alle leggi biochimiche ma in primo luogo a quelle dell'elettricità e del magnetismo. Secondo la Psicobiofisica l'organismo umano è visto come un sistema elettrico costituito da tre elementi principali: una pila per la produzione di energia elettrica costituita dal gruppo cerebro-spinale- un complesso trasportatore dell'energia elettrica costituito dall'insieme dei circuiti nervosi - un carico, cioè un gruppo di elettromagneti atti ad espletare tutte le funzioni meccaniche dell'organismo e identificabile nei tessuti muscolari.
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Nel trattato scientifico "La Teoria delle Apparenze", lo scienziato Ing. Marco Todeschini spiega e dimostra che il sistema nervoso e gli organi del corpo umano ed esso connessi, sono strutture e apparati azionati da corrente elettrica. Gli organi di senso funzionano quindi come degli oscillatori che entrano in risonanza quando sono colpiti da sollecitazioni continue o alterne (vibrazioni) dello spazio esterno, trasmettendole al cervello tramite le linee nervose.
Viene così ribaltata la concezione della fisiologia classica che suppone i nervi conduttori di stimoli nervosi di oscura natura mentre invece, in condizioni di inazione degli organi di senso, i nervi relativi sono percorsi da corrente elettrica.
Inoltre, si conferma la concezione che gli organi di senso non ricevono né trasmettono al cervello sensazioni di forza, elettricità, suono, calore, luce, sapori, odori ecc. Come sarebbe altrimenti possibile spiegare che una protesi elettro meccanica impiantata possa trasmettere sensazioni?
Non è più logico considerare gli organi di senso come captatori di vibrazioni che trasformate e inviate al cervello come impulsi elettrici vengono successivamente elaborate "solo" dalla psiche? Queste affermazioni ci costringono a ritenere che l'organismo umano e quindi anche il sistema nervoso rientrino in un concetto di pura fisica obbediente non solo alle leggi biochimiche ma in primo luogo a quelle dell'elettricità e del magnetismo. Secondo la Psicobiofisica l'organismo umano è visto come un sistema elettrico costituito da tre elementi principali: una pila per la produzione di energia elettrica costituita dal gruppo cerebro-spinale- un complesso trasportatore dell'energia elettrica costituito dall'insieme dei circuiti nervosi - un carico, cioè un gruppo di elettromagneti atti ad espletare tutte le funzioni meccaniche dell'organismo e identificabile nei tessuti muscolari.
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"La Teoria delle Apparenze"
Nel trattato scientifico "La Teoria delle Apparenze", lo scienziato Ing. Marco Todeschini spiega e dimostra che il sistema nervoso e gli organi del corpo umano ed esso connessi, sono strutture e apparati azionati da corrente elettrica. Gli organi di senso funzionano quindi come degli oscillatori che entrano in risonanza quando sono colpiti da sollecitazioni continue o alterne (vibrazioni) dello spazio esterno, trasmettendole al cervello tramite le linee nervose. Viene così ribaltata la concezione della fisiologia classica che suppone i nervi conduttori di stimoli nervosi di oscura natura mentre invece, in condizioni di inazione degli organi di senso, i nervi relativi sono percorsi da corrente elettrica. Inoltre, si conferma la concezione che gli organi di senso non ricevono né trasmettono al cervello sensazioni di forza, elettricità, suono, calore, luce, sapori, odori ecc. Come sarebbe altrimenti possibile spiegare che una protesi elettro meccanica impiantata possa trasmettere sensazioni? Non è più logico considerare gli organi di senso come captatori di vibrazioni che trasformate e inviate al cervello come impulsi elettrici vengono successivamente elaborate "solo" dalla psiche? Queste affermazioni ci costringono a ritenere che l'organismo umano e quindi anche il sistema nervoso rientrino in un concetto di pura fisica obbediente non solo alle leggi biochimiche ma in primo luogo a quelle dell'elettricità e del magnetismo. Secondo la Psicobiofisica l'organismo umano è visto come un sistema elettrico costituito da tre elementi principali: una pila per la produzione di energia elettrica costituita dal gruppo cerebro-spinale- un complesso trasportatore dell'energia elettrica costituito dall'insieme dei circuiti nervosi - un carico, cioè un gruppo di elettromagneti atti ad espletare tutte le funzioni meccaniche dell'organismo e identificabile nei tessuti muscolari.
#marco-todeschini#scienza#sistema-nervoso#organi#cervello#psicobiofisica#organismo#circuiti nervosi#magnetismo#energia elettrica#cerebro-spinale#elettromagneti#oscillatori#risonanza
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Un trojan di stato alla prova dei fatti
Un trojan di stato alla prova dei fatti
Come funziona e quanto è sicuro un “captatore informatico”? Sul sito DDAY.it, già all’epoca dell’hackeraggio del sito di HackingTeam, era possibile trovare una dettagliata descrizione del funzionamento del famoso RCS Galileo (il captatore informatico creato da HackingTeam, l’azienda italiana che fornisce questa suite di intelligence a oltre 21 stati nel mondo) ma il Collettivo Autistici…
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Exploziile de la Beirut au creat un crater cu o adâncime de 43 de metri. Experții fac comparații cu bomba atomică testată de SUA în 1962
Deflagraţiile puternice care s-au produs în portul din Beirut au creat un crater cu o adâncime de 43 de metri, a anunţat duminică o sursă de securitate libaneză, care a citat evaluări efectuate de experţi francezi în pirotehnică trimişi la faţa locului, informează Agerpres, citând AFP.
Exploziile survenite marţi au făcut peste 150 de morţi şi 6.000 de răniţi, iar câteva zeci de persoane sunt în continuare date dispărute. Deflagraţiile au fost provocate de explozia unui depozit în care erau stocate, potrivit premierului libanez Hassan Diab, 2.750 de tone de azotat de amoniu, timp de şase ani, "fără măsuri de precauţie".
Institutul american de geofizică (USGS), cu sediul în statul Virginia, indicase că reţeaua sa de captatori a înregistrat explozia ca un seism de 3,3 grade pe scara Richter.
Comparativ, explozia în 1962 a unei bombe atomice de 104 kilotone la situl de testare nucleară Sedan, în Nevada (vestul SUA), a creat un crater de aproape 100 de metri adâncime.
Atentatul în care a fost ucis fostul premier libanez Rafic Hariri, în 2005, comis cu o camionetă ticsită cu explozibili, a făcut un crater cu un diametru de circa 10 metri şi cu o adâncime de doi metri, potrivit site-ului de internet al Tribunalului Special Internaţional (TSL).
#Exploziile de la Beirut au creat un crater cu o adâncime de 43 de metri. Experții fac comparații cu
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e-privacy XXVII @ Firenze - Algoritmi, automatismi e predizioni
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e-privacy XXVII @ Firenze - Algoritmi, automatismi e predizioni
Giustizia automatica e predittiva, Social Scoring e Smart Cities; poco e troppo “smart” allo stesso tempo?
Il Progetto Winston Smith e l’Hermes Center for Transparency and Digital Human Rights sono lieti di invitarti come relatore all’edizione primaverile di e-privacy, che si terrà a Firenze il 15 e 16 maggio 2020 nella prestigiosa sede della Sala di Firenze Capitale (Sala della Miniatura) di Palazzo Vecchio, sede del Comune di Firenze che ospita l’iniziativa.
Parleremo di una società nella quale sempre più decisioni ed azioni riguardanti persone e cittadini verranno prese da sistemi non umani.
I sistemi di Intelligenza Artificiale, spesso abbinati agli oggetti smart, già presenti nelle nostre città e nelle nostre case, e che presto dilagheranno in ogni campo, consentono di raccogliere grandi quantità di dati personali, di monitorare il comportamento dei singoli, e per estensione anche delle masse.
Dai dati così ottenuti è possibile ricavare un “profilo di comportamento” per ognuno, ed utilizzarlo per assegnare un “punteggio di adeguatezza sociale”, come già avviene in Cina e come si sta considerando di realizzare in altri Paesi.
Ed è possibile anche tentare la previsione dei comportamenti futuri di singoli individui, mettendoci tutti nella condizione di arrivare ad un colloquio di selezione o ad un processo penale da pre-giudicati, dotati cioè di una profilazione considerata attendibile su questioni quali la “personalità”, il grado di “inserimento” nella società civile o la “pericolosità sociale.”
Queste tecnologie e questi dati sono disponibili per ogni paese od azienda voglia valersene, indipendentemente dal livello democratico od etico dei loro scopi.
I sistemi automatizzati di analisi consentono di delegare alle macchine decisioni ed azioni che sinora erano di competenza esclusivamente umana, sia in campo penale che amministrativo, come dimostrano il tentativo della città di Siena di creare un ufficio anagrafe virtuale, gli articoli di giornale scritti da robot, i tentativi di gestione parzialmente automatica della giustizia che si stanno diffondendo nel mondo.
Ma fino a che punto un algoritmo può aiutare ad assicurare una giustizia veloce ed uniforme e quali sono i rischi di questo approccio?
Quale garanzia di uniformità e di oggettività può offrire un sistema di Intelligenza Artificiale?
Quale valore può avere la testimonianza di un Assistente Virtuale?
Ma soprattutto, dove finisce la responsabilità, che accompagna e deve accompagnare ogni potere ?
Il convegno
Sin dal 2002 ad e-privacy si sono confrontate le tematiche di un mondo sempre più digitale ed interconnesso, nel quale le possibilità di comunicazione ed accesso alla conoscenza crescono continuamente, come pure crescono le possibilità di tecnocontrollo degli individui sin nei più intimi dettagli. L’approccio è interdisciplinare; dagli specialisti in informatica ai legali che si occupano di nuove tecnologie, dagli psicologi agli educatori, dagli operatori privati a quanti operano nel settore pubblico ed istituzionale.
Le proposte d’intervento
Il comitato organizzatore valuterà proposte in ambito tecnologico, legale, istituzionale e giurisprudenziale, delle scienze sociali, della filosofia, dell’informatica e dell’attivismo digitale, della privacy, della non-discriminazione, della sorveglianza e dei diritti civili digitali. Verranno prese in considerazione anche proposte su temi diversi da quello dell’edizione, purché di interesse e di attualità.
Le proposte dovranno contenere:
Nome del relatore
Eventuale associazione rappresentata
Indirizzo di posta di riferimento
Email e Recapito telefonico
Titolo dell’intervento
Durata prevista dell’intervento e dell’eventuale Q&A (15′ o 30′)
Outline dell’intervento (circa 200-300 battute)
Necessità di sussidi particolari oltre la videoproiezione
Abstract con riferimenti (min 500 max 1500 battute)
se disponibile alla pubblicazione del materiale sotto licenza libera
se disponibile alla pubblicazione di registrazioni audio
se disponibile alla pubblicazione di registrazioni video
Le proposte di intervento dovranno essere presentate utilizzando il form disponibile in questa pagina
Le proposte dovranno pervenire al comitato scientifico entro il termine ultimo del 30 marzo 2020.
L’accettazione o meno delle proposte sarà comunicata entro il 10 aprile 2020.
Gli elaborati, slide o relazioni dell’intervento dovranno pervenire in forma elettronica sul form online in seguito comunicato ai relatori. entro il 5 maggio 2020.
Di seguito un elenco – non esaustivo – di argomenti pertinenti:
Servizi digitali di Stato, informatizzazione obbligatoria, processo telematico, giustizia algoritmica.
Diritto alla Conoscenza e democrazie avanzate
Diritti civili e politici dell’individuo: libertà di espressione, riservatezza ed anonimato;
Profilazione, geotagging, biometria, riconoscimento facciale
Tecnologie della liberazione per l’arricchimento della privacy, crittografia e comunicazione sicura.
Impatto delle tecnologie di controllo e dell’anonimato sui diritti dei lavoratori e degli studenti.
Evoluzione dei mercati di dati personali: data retention, analisi big-data, circolazione e rivendita
Dati personali in rete: captatori, intercettazioni lecite e illecite, anonimizzazione, ciclo di vita dei dati raccolti a fini d’investigazione criminale o di sorveglianza di polizia.
Gli interventi
Gli interventi saranno effettuati dal vivo e, con il consenso dei relatori, registrati in audio ed in video.
I relatori potranno utilizzare documenti, slide o filmati, e gli interventi dovranno avere una durata compresa fra 15 e 30 minuti, incluso il tempo per Q&A.
Potranno essere proposti anche interventi in videoconferenza.
È apprezzata la disponibilità del relatore a concedere la pubblicazione del materiale prodotto e delle riprese dell’intervento sotto licenza libera.
L’Organizzazione
Al fine di mantenere la propria indipendenza, il convegno è, come sempre, a budget zero. I relatori ed i partecipanti dovranno provvedere in proprio alle spese di viaggio e soggiorno.
Eventuali sponsorizzazioni di ditte, enti, gruppi o associazioni hanno carattere non economico e sono intese come adesione morale ai temi ed ai principi.
Gli organizzatori
La manifestazione e’ organizzata da:
HERMES – Centro Studi Trasparenza e Diritti Umani Digitali.
Progetto Winston Smith è un’associazione senza fini di lucro che si occupa della difesa del diritto alla privacy in Rete e fuori
e da altre organizzazioni, aziende ed associazioni.
Contatti
Per contatti generali e per la stampa: [email protected], per i relatori [email protected].
Maggiori informazioni saranno pubblicate sul sito del Convegno non appena disponibili, all’indirizzo e-privacy.winstonsmith.org.
Vi aspettiamo.
#Algoritmi#automatismi#e-privacy XXVII#firenze#Giuseppe La Micela vignettista#Hermes Center for Transparency and Digital Human Rights#intelligenza artificiale#predizioni#progetto winston smith#punteggio di adeguatezza sociale#sistemi automatizzati di analisi
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Trojan : 007 di ultima generazione
Truva Atı - Trojan Horse
Salve a tutti,
Eccomi tornato con un nuovo post! Oggi vi voglio parlare di Cavalli di Troia o “trojan”, come più frequentemente vengono chiamati. Per chi non lo sapesse questi simpatici malware vengono utilizzati per guardavi dentro al computer, farsi tutti i fattacci vostri (particolarmente interessanti sono i vostri dati bancari) e magari modificare anche qualche informazione… così tanto per gradire. Ma la cosa veramente emozionante sta nel fatto che ce li installiamo da soli nel PC! Adesso vorrei rispondere ad alcune domande che il lettore potrebbe porsi…
Cosa è in grado di fare esattamente un Trojan?
I Trojan possono essere classificati in diverse categorie in base al loro utilizzo. Sul sito di Kaspersky trovate una lista completa. Qui mi soffermo sula tipologia più diffusa e anche più pericolosa, il BACKDOOR/REMOTE ACCESS TROJAN. Il software permette di controllare a distanza il computer infettato, rendendo l’utente installatore in grado di fare praticamente qualsiasi cosa, come: rubare password, inviare SPAM, utilizzare il PC in combinazione con altri per effettuare attacchi informatici, salvare e nascondere dati illegali.
Come ci infettano? Come evitarli?
Quando dicevo che ce li installiamo da soli non scherzavo. Questi malware si nascondono all'interno di programmi che crediamo innocui e si auto installano nel pc al momento del download. Tuttavia, questo non è l’unico modo con cui possono infettare il nostro PC. Possono diffondersi attraverso banner pubblicitari (in particolare di siti porno o di torrent), via e-mail, o tramite supporti fisici come chiavette USB. Particolarmente interessante è il caso delle e-mail. Queste arrivano non soltanto da mittenti assurdi tipo “superhotchicks” o “win1000000dollarsinasecond”, ma anche da contatti fidati che sono stati a loro volta infettati. Dunque, per evitare di essere colpiti da un Trojan bisogna fare attenzione a tutti i download e file eseguibili (.exe) che apriamo, scaricando materiale solo da siti che riteniamo sicuri. Mi raccomando, non cliccate sulle e-mail SPAM, fatelo presente alle vostre mamme che sicuramente vi avranno già intasato il computer diverse volte… Ma soprattutto se un tipo losco vi si avvicina per strada e vi regala una chiavetta USB non mettetela nel vostro computer.
illustrazione
Cosa fare se si viene infettati?
Come al solito Salvatore Aranzulla ha la soluzione dettagliata; mi limiterò a dare solo alcuni consigli. Per prima cosa disconnette il Pc da internet in modo da limitare i danni da accesso remoto. Dopodiché trovate un computer che sapete essere pulito e cambiate tutte le password per l’online banking o per l’accesso a qualunque sito sensibile. Per la parte finanziaria potrebbe risultare utile anche contattare la vostra banca e avvertirla dell’accaduto.
Trojan buoni o cattivi?
Per concludere, vorrei fare alcune considerazioni sull’utilizzo dei trojan in ambito legale. Di recente è stata presentata una proposta di legge per l’utilizzo di questi malware, da parte di Autorità governative al fine di effettuare intercettazioni; finora, però, la regolamentazione di questi “captatori informatici” è stata molto confusa. Secondo quanto viene riferito dall`onorevole Stefano Quintarelli , non sappiamo nemmeno quante persone siano sottoposte a controlli. Ancora peggio, i requisiti tecnici del trojan non sono specificati, il che rende possibile l`inserimento di prove incriminanti nei dispositivi infettati. Considerando che Il telefono o il pc contengono informazioni estremante personali, anche più di quante si potrebbero avere attraverso una perquisizione in casa, ritenete che questo tipo di indagini sia giusto nei confronti dei cittadini?
big brother
Massimiliano
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Siamo tutti figli di trojan?
Siamo tutti figli di trojan?
(dagospia.com) – Il trojan installato sul cellulare dell’ex presidente di Roma Luca Palamara ha riaperto il dibattito sui cosiddetti “captatori informatici”, termine giuridico per chiamare i virus informatici che colpiscono ogni giorno imprenditori, magistrati, politici e anche cittadini comuni.
Dopo la riforma voluta dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, i trojan possono essere usati…
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Centinaia di italiani intercettati da software spia, la base a Catanzaro
Nuovo post su italianaradio http://www.italianaradio.it/index.php/centinaia-di-italiani-intercettati-da-software-spia-la-base-a-catanzaro/
Centinaia di italiani intercettati da software spia, la base a Catanzaro
Centinaia di italiani intercettati da software spia, la base a Catanzaro
Centinaia di italiani intercettati per colpa di uno spyware difettoso sviluppato da un’azienda nazionale. È la scoperta fatta in un’indagine congiunta condotta dai ricercatori di Security Without Borders, una no-profit che spesso compie investigazioni su minacce contro dissidenti e attivisti per i diritti umani, e dalla rivista Motherboard. In pratica, il software viene utilizzato per intercettare degli indagati ma – secondo quanto riferisce il blog dell’associazione – alcuni “hacker di Stato” avrebbero infettato per mesi gli smartphone di un considerevole numero di persone grazie ad app malevole per Android, caricate sul PlayStore ufficiale di Google e capaci di eluderne i filtri. “Abbiamo identificato copie di uno spyware precedentemente sconosciuto che sono state caricate con successo sul Google PlayStore più volte nel corso di oltre due anni – spiegano gli autori dell’indagine – Queste applicazioni sono normalmente rimaste disponibili su PlayStore per mesi”, prima di essere rimosse dai gestori. Google avrebbe trovato – sempre secondo Security Without Borders e Motherboard – 25 versioni differenti dello spyware, risalenti fino al 2016, e avrebbe fissato il numero delle vittime in meno di 1.000 (tutte italiane). Secondo i ricercatori il malware si chiama Exodus ed ha accesso a dati sensibili come le registrazioni audio ambientali, le chiamate telefoniche, la cronologia dei browser, le informazioni del calendario, la geolocalizzazione, i log di Facebook Messenger e le chat di WhatsApp “Nel tentativo apparente di indurre i bersagli a installarle con l’inganno, le app dello spyware erano progettate per assomigliare a innocue app per ricevere promozioni e offerte di marketing da operatori telefonici italiani, o da app per migliorare le performance del dispositivo”. Dietro lo spyware – sempre secondo Security Without Borders e Motherboard – ci sarebbe un’azienda con base a Catanzaro, in Calabria. COPASIR CHIEDERÀ INFORMAZIONI AL DIS Il caso finisce anche all’attenzione del Comitato per la sicurezza della Repubblica. A quanto si apprende, nei prossimi giorni il presidente, Lorenzo Guerini, chiederà formalmente al Dis di fornire al Comitato informazioni sulla vicenda. GARANTE: MOLTO PREOCCUPATI, VICENDA GRAVE “Siamo fortemente preoccupati. È una vicenda di estrema gravità sulla quale avvieremo i necessari approfondimenti per quanto di nostra competenza”. Antonello Soro, presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali, commenta così la vicenda del software spia difettoso che avrebbe intercettato centinaia di italiani. “La vicenda – sottolinea Soro – presenta contorni ancora assai incerti ed è indispensabile chiarirne, con i dovuti accertamenti, l’esatta dinamica per impedire che, anche soltanto per errore e in assenza di dolo, si possa verificare un’ulteriore violazione del diritto alla riservatezza di cittadini in alcun modo coinvolti in procedimenti penali” Ciò che, tuttavia, emergerebbe in maniera inequivocabile, sempre secondo Soro, “è la grande pericolosità di strumenti come i captatori informatici, che, per quanto utili a fini investigativi rischiano, se utilizzati in assenza delle necessarie garanzie anche soltanto sul piano tecnico, di determinare inaccettabili violazioni della libertà dei cittadini. Su questi strumenti abbiamo già da tempo richiamato l’attenzione del governo”. Per il Garante, “è indispensabile trarre da questa vicenda la determinazione necessaria per impedire ulteriori violazioni in futuro”. PROCURA NAPOLI APRE UN FASCICOLO La procura di Napoli, intanto, ha aperto un fascicolo sul caso. L’indagine è curata direttamente dal procuratore Giovanni Melillo, affiancato dai magistrati del pool specializzato in reati informatici. Nei giorni scorsi, i magistrati napoletani hanno esaminato documenti per far luce sul giallo venuto alla luce a seguito della denuncia presentata dalla società Security Without Borders. Il software, realizzato per intercettare persone su richiesta della magistratura – sia registrando le conversazioni telefoniche, sia acquisendo i dati della rubrica e degli spostamenti dell’indagato – avrebbe spiato cittadini che avevano scaricato app presenti in store informatici. Gli inquirenti vogliono comprendere le cause dell’accaduto, circoscriverne le dimensioni, individuare i responsabili. (AGI)
Centinaia di italiani intercettati per colpa di uno spyware difettoso sviluppato da un’azienda nazionale. È la scoperta fatta in un’indagine congiunta condotta dai ricercatori di Security Without Borders, una no-profit che spesso compie investigazioni su minacce contro dissidenti e attivisti per i diritti umani, e dalla rivista Motherboard. In pratica, il software viene utilizzato per intercettare degli indagati ma – secondo quanto riferisce il blog dell’associazione – alcuni “hacker di Stato” avrebbero infettato per mesi gli smartphone di un considerevole numero di persone grazie ad app malevole per Android, caricate sul PlayStore ufficiale di Google e capaci di eluderne i filtri. “Abbiamo identificato copie di uno spyware precedentemente sconosciuto che sono state caricate con successo sul Google PlayStore più volte nel corso di oltre due anni – spiegano gli autori dell’indagine – Queste applicazioni sono normalmente rimaste disponibili su PlayStore per mesi”, prima di essere rimosse dai gestori. Google avrebbe trovato – sempre secondo Security Without Borders e Motherboard – 25 versioni differenti dello spyware, risalenti fino al 2016, e avrebbe fissato il numero delle vittime in meno di 1.000 (tutte italiane). Secondo i ricercatori il malware si chiama Exodus ed ha accesso a dati sensibili come le registrazioni audio ambientali, le chiamate telefoniche, la cronologia dei browser, le informazioni del calendario, la geolocalizzazione, i log di Facebook Messenger e le chat di WhatsApp “Nel tentativo apparente di indurre i bersagli a installarle con l’inganno, le app dello spyware erano progettate per assomigliare a innocue app per ricevere promozioni e offerte di marketing da operatori telefonici italiani, o da app per migliorare le performance del dispositivo”. Dietro lo spyware – sempre secondo Security Without Borders e Motherboard – ci sarebbe un’azienda con base a Catanzaro, in Calabria. COPASIR CHIEDERÀ INFORMAZIONI AL DIS Il caso finisce anche all’attenzione del Comitato per la sicurezza della Repubblica. A quanto si apprende, nei prossimi giorni il presidente, Lorenzo Guerini, chiederà formalmente al Dis di fornire al Comitato informazioni sulla vicenda. GARANTE: MOLTO PREOCCUPATI, VICENDA GRAVE “Siamo fortemente preoccupati. È una vicenda di estrema gravità sulla quale avvieremo i necessari approfondimenti per quanto di nostra competenza”. Antonello Soro, presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali, commenta così la vicenda del software spia difettoso che avrebbe intercettato centinaia di italiani. “La vicenda – sottolinea Soro – presenta contorni ancora assai incerti ed è indispensabile chiarirne, con i dovuti accertamenti, l’esatta dinamica per impedire che, anche soltanto per errore e in assenza di dolo, si possa verificare un’ulteriore violazione del diritto alla riservatezza di cittadini in alcun modo coinvolti in procedimenti penali” Ciò che, tuttavia, emergerebbe in maniera inequivocabile, sempre secondo Soro, “è la grande pericolosità di strumenti come i captatori informatici, che, per quanto utili a fini investigativi rischiano, se utilizzati in assenza delle necessarie garanzie anche soltanto sul piano tecnico, di determinare inaccettabili violazioni della libertà dei cittadini. Su questi strumenti abbiamo già da tempo richiamato l’attenzione del governo”. Per il Garante, “è indispensabile trarre da questa vicenda la determinazione necessaria per impedire ulteriori violazioni in futuro”. PROCURA NAPOLI APRE UN FASCICOLO La procura di Napoli, intanto, ha aperto un fascicolo sul caso. L’indagine è curata direttamente dal procuratore Giovanni Melillo, affiancato dai magistrati del pool specializzato in reati informatici. Nei giorni scorsi, i magistrati napoletani hanno esaminato documenti per far luce sul giallo venuto alla luce a seguito della denuncia presentata dalla società Security Without Borders. Il software, realizzato per intercettare persone su richiesta della magistratura – sia registrando le conversazioni telefoniche, sia acquisendo i dati della rubrica e degli spostamenti dell’indagato – avrebbe spiato cittadini che avevano scaricato app presenti in store informatici. Gli inquirenti vogliono comprendere le cause dell’accaduto, circoscriverne le dimensioni, individuare i responsabili. (AGI)
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Parliamo del decreto sulle intercettazioni
E' salva la privacy delle persone le cui intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali non sono rilevanti per le indagini. Questo è il principio cardine del decreto legislativo, approvato ieri dal Consiglio dei ministri, che interviene sulle disposizioni in materia di intercettazione di conversazioni o comunicazioni. "Si mette fine all'abuso" ha detto il premier Paolo Gentiloni. Infatti il testo prevede: "il divieto di trascrizione, anche sommaria, delle comunicazioni o conversazioni ritenute irrilevanti per le indagini, sia per l'oggetto che per i soggetti coinvolti, nonchè di quelle che riguardano dati personali definiti sensibili dalla legge". Dunque il decreto attua una revisione della disciplina delle intercettazioni, fondamentale strumento di indagine, con l'obiettivo di rendere maggiormente equilibrata la salvaguardia fra interessi meritevoli di tutela a livello costituzionale, ovvero, da un lato, la libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione e, dall'altro, il diritto all'informazione. Il tutto allo scopo di escludere, in tempi ragionevolmente certi e prossimi alla conclusione delle indagini, ogni riferimento a persone solo occasionalmente coinvolte nell'intercettazioni e quindi impedire l'indebita divulgazione di fatti e riferimenti a persone estranee all'oggetto dell'attività investigativa. La una nuova disciplina prevede prima il deposito delle conversazioni e delle comunicazioni, oltre che dei relativi atti, e solo successivamente l'acquisizione di quelle rilevanti e utilizzabili e il contestuale stralcio, con destinazione finale all'archivio riservato, di quelle irrilevanti e inutilizzabili. E il pubblico ministero viene individuato come garante della riservatezza della documentazione, poichè a lui spetta la custodia, in un apposito archivio riservato, del materiale irrilevante e inutilizzabile, con facoltà di ascolto ed esame, ma non di copia, da parte dei difensori e del giudice, fino al momento di conclusione della procedura di acquisizione. Inoltre si supera il precedente modello incentrato sulla cosiddetta "udienza stralcio", caratterizzato dal fatto che tutto il materiale d'intercettazione era sin da subito nel fascicolo delle indagini preliminari. La nuova disciplina sulle intercettazioni di comunicazioni o conversazioni va, per la prima volta, a normare l'utilizzo dei captatori informatici in dispositivi elettronici portatili (i cosiddetti trojan horse). In particolare, si prevede che tali dispositivi non possano essere mantenuti attivi senza limiti di tempo o di spazio, ma debbano essere attivati da remoto secondo quanto previsto dal pubblico ministero nel proprio programma d'indagine e che, tra l'altro, debbano essere disattivati se l'intercettazione avviene in ambiente domiciliare, a meno che non vi sia prova che in tale ambito si stia svolgendo l'attività criminosa oggetto dell'indagine o che l'indagine stessa non riguardi i delitti più gravi, tra i quali mafia e terrorismo. Infine è prevista una semplificazione per le intercettazioni telefoniche e telematiche dei pubblici ufficiali quando si indaga per i reati contro la pubblica amministrazione. Il testo prevede l'introduzione nel Codice penale del delitto di "diffusione di riprese e registrazioni di comunicazioni fraudolente". La norma prevede la reclusione fino a quattro anni per chiunque, al fine di recare danno all'altrui reputazione o immagine, diffonde con qualsiasi mezzo riprese audio o video, compiute fraudolentemente, di incontri privati o registrazioni, di conversazioni, anche telefoniche o telematiche, svolte in sua presenza o con la sua partecipazione. La punibilità e' esclusa se la diffusione delle riprese o delle registrazioni avviene per esercitare il diritto di difesa o del diritto di cronaca. Il delitto e' punibile con la presentazione della querela della persona offesa. I magistrati sono soddisfatti a meta'. "Lo sforzo e' apprezzabile. Centrato l'obiettivo di piena tutela della privacy e della riservatezza di chi con le indagini nulla c'entra. L'utilizzo dei captatori informatici e' pero' la parte piu' debole della riforma, perchè si rischia di danneggiare le indagini, non facendoci stare al passo tecnologico con i delinquenti", ha detto Eugenio Albamonte, il presidente dell'Associazione nazionale magistrati. Attualmente i Trojan sono consentiti per le indagini su mafia, terrorismo e reati associativi, quest'ultimi sono stati eliminati dal decreto approvato dal Governo. Il Garante per la privacy non ha commentato il decreto legislativo approvato dal Governo Gentiloni, ma Antonello Soro, nel mese di aprile, ha messo in guardia dai "processi mediatici sul web" scatenati dalle pubblicazioni di intercettazioni, di informazioni di garanzia "anticipate" dai giornali e rilanciate da un sito all'altro come fossero sentenze di condanna, foto di imputati a volte addirittura in stato di detenzione, divulgati in rete senza filtri. Ecco il monito di Antonello Soro, Garante per la privacy: "Gli effetti sulla persona della mediatizzazione del processo sono, se possibile, ancora più gravi. Riversando in rete atti d'indagine nella loro integralità si mettono a nudo l'indagato e i terzi, a qualsiasi titolo coinvolti nel processo, rivelando aspetti spesso privatissimi della loro vita, ininfluenti ai fini investigativi, con danni a volte irreparabili nella vita familiare e di relazione. Gran parte di queste notizie resta, poi, in Rete tendenzialmente per sempre, accessibile con i motori di ricerca anche solo digitando un nome. La persistenza di queste notizie sul web costituisce, cosi', un "fine pena mai" a prescindere da come si concluda il processo, per la diversa risonanza che hanno le assoluzioni rispetto alle imputazioni. Un arresto fa molta più notizia di un proscioglimento, per quell'esigenza diffusa di dare nome e volto al "nemico pubblico", ancor prima che il quadro probatorio si sia cristallizzato, quasi per placare un'ansia collettiva". Read the full article
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Nel trattato scientifico "La Teoria delle Apparenze", lo scienziato Ing. Marco Todeschini spiega e dimostra che il sistema nervoso e gli organi del corpo umano ed esso connessi, sono strutture e apparati azionati da corrente elettrica. Gli organi di senso funzionano quindi come degli oscillatori che entrano in risonanza quando sono colpiti da sollecitazioni continue o alterne (vibrazioni) dello spazio esterno, trasmettendole al cervello tramite le linee nervose.
Viene così ribaltata la concezione della fisiologia classica che suppone i nervi conduttori di stimoli nervosi di oscura natura mentre invece, in condizioni di inazione degli organi di senso, i nervi relativi sono percorsi da corrente elettrica.
Inoltre, si conferma la concezione che gli organi di senso non ricevono né trasmettono al cervello sensazioni di forza, elettricità, suono, calore, luce, sapori, odori ecc. Come sarebbe altrimenti possibile spiegare che una protesi elettro meccanica impiantata possa trasmettere sensazioni?
Non è più logico considerare gli organi di senso come captatori di vibrazioni che trasformate e inviate al cervello come impulsi elettrici vengono successivamente elaborate "solo" dalla psiche? Queste affermazioni ci costringono a ritenere che l'organismo umano e quindi anche il sistema nervoso rientrino in un concetto di pura fisica obbediente non solo alle leggi biochimiche ma in primo luogo a quelle dell'elettricità e del magnetismo. Secondo la Psicobiofisica l'organismo umano è visto come un sistema elettrico costituito da tre elementi principali: una pila per la produzione di energia elettrica costituita dal gruppo cerebro-spinale- un complesso trasportatore dell'energia elettrica costituito dall'insieme dei circuiti nervosi - un carico, cioè un gruppo di elettromagneti atti ad espletare tutte le funzioni meccaniche dell'organismo e identificabile nei tessuti muscolari.
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A tweet
Inizia l’era dei captatori per tutti - Con 267 favorevoli e 136 contrari è stata approvata la riforma del codic... https://t.co/nCqwrKmNxO
— Andrea Groppelli (@Groppe) June 14, 2017
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Figli di Trojan
Anna Lombroso per il Simplicissimus E cosa dovevano fare? Troppi ostacoli si erano frapposti alla realizzazione del sogno ereditato dal Cavaliere, quello di mettere un definitivo bavaglio che impedisse la rivelazione delle magagne, alzando una rete di protezione che desse riparo da una conoscenza diffusa di fenomeni di corruzione, conflitti d’interessi, evasione fiscale, sopraffazioni…
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e-privacy XXVII @ Firenze - Algoritmi, automatismi e predizioni
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e-privacy XXVII @ Firenze - Algoritmi, automatismi e predizioni
Giustizia automatica e predittiva, Social Scoring e Smart Cities; poco e troppo “smart” allo stesso tempo?
Il Progetto Winston Smith e l’Hermes Center for Transparency and Digital Human Rights sono lieti di invitarti come relatore all’edizione primaverile di e-privacy, che si terrà a Firenze il 15 e 16 maggio 2020 nella prestigiosa sede della Sala di Firenze Capitale (Sala della Miniatura) di Palazzo Vecchio, sede del Comune di Firenze che ospita l’iniziativa.
Parleremo di una società nella quale sempre più decisioni ed azioni riguardanti persone e cittadini verranno prese da sistemi non umani.
I sistemi di Intelligenza Artificiale, spesso abbinati agli oggetti smart, già presenti nelle nostre città e nelle nostre case, e che presto dilagheranno in ogni campo, consentono di raccogliere grandi quantità di dati personali, di monitorare il comportamento dei singoli, e per estensione anche delle masse.
Dai dati così ottenuti è possibile ricavare un “profilo di comportamento” per ognuno, ed utilizzarlo per assegnare un “punteggio di adeguatezza sociale”, come già avviene in Cina e come si sta considerando di realizzare in altri Paesi.
Ed è possibile anche tentare la previsione dei comportamenti futuri di singoli individui, mettendoci tutti nella condizione di arrivare ad un colloquio di selezione o ad un processo penale da pre-giudicati, dotati cioè di una profilazione considerata attendibile su questioni quali la “personalità”, il grado di “inserimento” nella società civile o la “pericolosità sociale.”
Queste tecnologie e questi dati sono disponibili per ogni paese od azienda voglia valersene, indipendentemente dal livello democratico od etico dei loro scopi.
I sistemi automatizzati di analisi consentono di delegare alle macchine decisioni ed azioni che sinora erano di competenza esclusivamente umana, sia in campo penale che amministrativo, come dimostrano il tentativo della città di Siena di creare un ufficio anagrafe virtuale, gli articoli di giornale scritti da robot, i tentativi di gestione parzialmente automatica della giustizia che si stanno diffondendo nel mondo.
Ma fino a che punto un algoritmo può aiutare ad assicurare una giustizia veloce ed uniforme e quali sono i rischi di questo approccio?
Quale garanzia di uniformità e di oggettività può offrire un sistema di Intelligenza Artificiale?
Quale valore può avere la testimonianza di un Assistente Virtuale?
Ma soprattutto, dove finisce la responsabilità, che accompagna e deve accompagnare ogni potere ?
Il convegno
Sin dal 2002 ad e-privacy si sono confrontate le tematiche di un mondo sempre più digitale ed interconnesso, nel quale le possibilità di comunicazione ed accesso alla conoscenza crescono continuamente, come pure crescono le possibilità di tecnocontrollo degli individui sin nei più intimi dettagli. L’approccio è interdisciplinare; dagli specialisti in informatica ai legali che si occupano di nuove tecnologie, dagli psicologi agli educatori, dagli operatori privati a quanti operano nel settore pubblico ed istituzionale.
Le proposte d’intervento
Il comitato organizzatore valuterà proposte in ambito tecnologico, legale, istituzionale e giurisprudenziale, delle scienze sociali, della filosofia, dell’informatica e dell’attivismo digitale, della privacy, della non-discriminazione, della sorveglianza e dei diritti civili digitali. Verranno prese in considerazione anche proposte su temi diversi da quello dell’edizione, purché di interesse e di attualità.
Le proposte dovranno contenere:
Nome del relatore
Eventuale associazione rappresentata
Indirizzo di posta di riferimento
Email e Recapito telefonico
Titolo dell’intervento
Durata prevista dell’intervento e dell’eventuale Q&A (15′ o 30′)
Outline dell’intervento (circa 200-300 battute)
Necessità di sussidi particolari oltre la videoproiezione
Abstract con riferimenti (min 500 max 1500 battute)
se disponibile alla pubblicazione del materiale sotto licenza libera
se disponibile alla pubblicazione di registrazioni audio
se disponibile alla pubblicazione di registrazioni video
Le proposte di intervento dovranno essere presentate utilizzando il form disponibile in questa pagina
Le proposte dovranno pervenire al comitato scientifico entro il termine ultimo del 30 marzo 2020.
L’accettazione o meno delle proposte sarà comunicata entro il 10 aprile 2020.
Gli elaborati, slide o relazioni dell’intervento dovranno pervenire in forma elettronica sul form online in seguito comunicato ai relatori. entro il 5 maggio 2020.
Di seguito un elenco – non esaustivo – di argomenti pertinenti:
Servizi digitali di Stato, informatizzazione obbligatoria, processo telematico, giustizia algoritmica.
Diritto alla Conoscenza e democrazie avanzate
Diritti civili e politici dell’individuo: libertà di espressione, riservatezza ed anonimato;
Profilazione, geotagging, biometria, riconoscimento facciale
Tecnologie della liberazione per l’arricchimento della privacy, crittografia e comunicazione sicura.
Impatto delle tecnologie di controllo e dell’anonimato sui diritti dei lavoratori e degli studenti.
Evoluzione dei mercati di dati personali: data retention, analisi big-data, circolazione e rivendita
Dati personali in rete: captatori, intercettazioni lecite e illecite, anonimizzazione, ciclo di vita dei dati raccolti a fini d’investigazione criminale o di sorveglianza di polizia.
Gli interventi
Gli interventi saranno effettuati dal vivo e, con il consenso dei relatori, registrati in audio ed in video.
I relatori potranno utilizzare documenti, slide o filmati, e gli interventi dovranno avere una durata compresa fra 15 e 30 minuti, incluso il tempo per Q&A.
Potranno essere proposti anche interventi in videoconferenza.
È apprezzata la disponibilità del relatore a concedere la pubblicazione del materiale prodotto e delle riprese dell’intervento sotto licenza libera.
L’Organizzazione
Al fine di mantenere la propria indipendenza, il convegno è, come sempre, a budget zero. I relatori ed i partecipanti dovranno provvedere in proprio alle spese di viaggio e soggiorno.
Eventuali sponsorizzazioni di ditte, enti, gruppi o associazioni hanno carattere non economico e sono intese come adesione morale ai temi ed ai principi.
Gli organizzatori
La manifestazione e’ organizzata da:
HERMES – Centro Studi Trasparenza e Diritti Umani Digitali.
Progetto Winston Smith è un’associazione senza fini di lucro che si occupa della difesa del diritto alla privacy in Rete e fuori
e da altre organizzazioni, aziende ed associazioni.
Contatti
Per contatti generali e per la stampa: [email protected], per i relatori [email protected].
Maggiori informazioni saranno pubblicate sul sito del Convegno non appena disponibili, all’indirizzo e-privacy.winstonsmith.org.
Vi aspettiamo.
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via Twitter https://twitter.com/vincentmiccolis
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