Settimana Crucca #46/2017
Lunedì, 20 novembre: 🇯🇲💔🤔
Niente Berlino giamaicana: Dopo quattro settimane, le trattative preliminari per formare un governo tra i conservatori di CDU e CSU, i liberali dell’FDP e i Verdi sono fallite. A sorpresa è stata l’FDP, nella notte tra domenica e lunedì, ad abbandonare le trattative: secondo il leader dei liberali Christian Lindner, i compromessi che erano sul tavolo della potenziale coalizione giamaicana non avrebbero consentito al suo partito di portare avanti quell'inversione di rotta che i liberali avevano in mente. Tra i capisaldi dell'FDP ci sono meno burocrazia per le imprese, regole più flessibili per il mercato del lavoro, più rigore fiscale in Europa (ragion per cui, specie nell'Europa del Sud, molti osservatori saranno ben contenti di non vedere una coalizione giamaicana a Berlino). "Meglio non governare che governare in modo sbagliato", ha dichiarato Lindner - e pochi minuti dopo averla pronunciata, questa frase campeggiava già nell'immagine di sfondo del profilo Facebook dell'FDP.
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Christian Lindner, capo dell’FDP, in una gif satirica. Il sottotitolo (”essere gentile”) si riferisce a una delle presunte qualità umane di Lindner.
E ora, che succede? Dopo la fine del progetto Giamaica, le opzioni sul tavolo sono tre:
1.) Un governo di minoranza sotto la guida della vecchia e nuova Cancelliera Angela Merkel. La sua CDU e il partito-fratello bavarese CSU potrebbero allearsi o con la sola FDP o solo con i Verdi. E, non avendo in nessuno dei due casi una maggioranza parlamentare sicura, questo governo dovrebbe - per ogni progetto di legge - cercare nuove maggioranze. È un modello che piace ad alcuni osservatori - ma che alla Merkel, allergica all'instabilità, garba poco.
2.) Una ri-edizione della Grosse Koalition tra CDU, CSU e i socialdemocratici della SPD. La Grosse Koalition (tradotto: grande coalizione) attualmente è al governo dal 2013 ed è ancora in carica ad interim. Già dal 2005 al 2009 e, qualche decennio addietro, dal 1966 al 1969, la Germania era stata governata da un esecutivo a larghe intese. Una GroKo, come viene abbreviata in politichese crucco, avrebbe una maggioranza parlamentare. Ma i vertici dell’SPD dalla sera delle politiche del 24 settembre hanno ripetuto che non ci stanno. Dall'ultimo abbraccio con la Merkel i socialdemocratici sono usciti malconci, ottenendo il peggior risultato dalla fine della Seconda Guerra Mondiale (20,5 percento). Quindi, è un'ipotesi tecnicamente possibile, ma poco probabile.
3.) Elezioni anticipate. A differenza dell'Italia, in Germania il capo del governo viene eletto dal parlamento. L'articolo 63 della Costituzione tedesca stabilisce che, se la Cancelliera o il Cancelliere dopo due votazioni nel Bundestag non ottiene la maggioranza assoluta, si passa a una terza votazione: e in questa basta la maggioranza relativa, chi ottiene più voti passa. In questo caso, poi, tocca al Capo dello Stato decidere: il Presidente Federale può incaricare l'eletta o l'eletto di formare un governo di minoranza - o sciogliere il Bundestag e indire nuove elezioni.
Sarebbe la prima volta nella Storia della Repubblica Federale Tedesca (e quindi dalla fine della Seconda Guerra Mondiale) che in Germania, dopo le elezioni politiche, non si riesce a formare un governo. Ma comunque vada, si prospettano settimane decisamente intense in Germania.
Martedì, 21 novembre: 🤦♂️🇯🇲 😒
Dopo lo shock giamaicano, il Presidente prende in mano la situazione. Il Presidente Federale Frank-Walter Steinmeier lunedì pomeriggio in un discorso ha invitato tutti i partiti a comportarsi in modo responsabile - e a fare di tutto perché si possa formare un nuovo governo federale. Steinmeier, che prima di essere eletto Presidente nella primavera di quest'anno è stato a lungo ministro degli Esteri e da decenni era stato membro dell'SPD, si è fatto consegnare i documenti stilati durante le trattative preliminari tra i potenziali governanti - per capire meglio cosa è andato storto. Martedì ha invitato nella sua sede, a Schloss Bellevue - che si trova a qualche centinaio di passi dal Bundestag e dalla Cancelleria Federale - i due leader dei Verdi Karin Göring-Eckardt e Cem Özdemir e poi il capo dell'FDP, Christian Lindner.
Steinmeier, come scritto sopra, ha un ruolo chiave nella risoluzione di questa crisi di governo senza precedenti nella storia recente della Germania. E sembra deciso a fare tutto ciò che è in suo potere per evitare elezioni anticipate. "I partiti non possono restituire la responsabilità per la Germania agli elettori", ha dichiarato il Presidente. E le sue parole sembrano già aver smosso qualcuno dei suoi ex-compagni di partito dell'SPD. Alcuni deputati socialdemocratici hanno dichiarato che, se i partiti conservatori CDU e CSU venissero loro incontro, si potrebbe anche prendere in considerazione una nuova Grosse Koalition. La linea dei vertici di partito, del capo dell'SPD Martin Schulz come della capogruppo Andrea Nahles, è ancora netta: niente larghe intese, se la Merkel non trova una maggioranza parlamentare, si torni pure a votare. Ma se i risultati poi fossero gli stessi? Il dilemma è perfetto, non solo per i socialdemocratici.
Mercoledì, 22 novembre: 😡 📣 ‼️
Mentre di un nuovo esecutivo per ora non c’è traccia, il potere legislativo è partito nella nuova legislatura: il 19° Bundestag si è costituito già a Ottobre, ma nelle sedute parlamentari di questa settimana sono state discussi (i)n prima lettura i primi temi caldi: martedì e mercoledì, il prolungamento di alcune missioni all’estero dell’esercito tedesco; mercoledì ia proposta di una legge sull’immigrazione. E, proprio mercoledì, si è avuta la prima dimostrazione di quanto, nel parlamento tedesco, il clima sia cambiato.
Le elezioni politiche di settembre hanno sancito (insieme a un risultato che rende dannatamente difficile la formazione di un governo) l’ingresso in parlamento dell’AfD, l’acronimo sta per Alternative für Deutschland, ossia alternativa per la Germania. Questo partito populista di destra fondato nel 2013 e alleato, in Europa, della Lega Nord e del Front National francese. L’AfD ha ottenuto il 12,64 percento dei voti, con una campagna elettorale piena di anti: anti-profughi, anti-euro, anti-islam.
Mercoledì in parlamento è stato discussa in parlamento la prima proposta del gruppo dell’AfD in parlamento: un piano a 6 punti da proporre al governo tedesco per far ritornare profughi siriani nel loro paese, in cooperazione con il regime del dittatore Bashar Al-Assad. L’AfD è stata criticata molto duramente da deputati degli altri partiti, da conservatori, liberali come da Verdi, Socialdemocratici e membri del partito di sinistra Die Linke. Ma lo scontro più duro con i sedicenti alternativi c’è stato durante una discussione sul prolungamento della missione nel Mali. Una deputata della Linke ha attaccato l’AfD con le parole: “L’avete visto tutti: L’AfD non è solo nazionalista e razzista, ma anche militarista!” Qualche minuto più tardi, la risposta piccata di un deputato AfD, che ha ribattuto che no, l’AfD non è un partito razzista e ha detto: “Spero che guardiate bene chi ha applaudito questa frase, chi taccia altri deputati di razzismo!” E poi la ribattuta da parte della deputata della Linke che ha ripetuto che sì, avendo letto il programma dell’AfD ritiene che sia un partito razzista e che sì, ripeterà questa accusa ancora e ancora.
Sono scambi durissimi, che nel parlamento tedesco non si vedevano con questa veemenza da molto, molto tempo. Un altro episodio in questa strana settimana crucca che dimostra quanto la vita politica in questo paese sia cambiata negli ultimi anni.
Giovedì, 22 novembre: 🔵⚪️🤜🤛
Tra i 16 Länder di cui è composta la Germania, la Baviera è, per molti versi, un caso a parte. La regione con la bandiera biancoblù è la patria di molti cliché sulla Germania, dai boccali pieni di birra ai Lederhosen, i pantaloni di cuoio corti con le bretelle. È la regione tedesca economicamente più forte, quella con gli abitanti (in media) più fieri delle proprie tradizioni. E mentre negli altri 15 länder tedeschi, alle elezioni regionali si alternano al governo partiti diversi, la Baviera è, da 60 anni a questa parte, un feudo quasi esclusivo della CSU, l’Unione Cristiano-Sociale. Questo partito conservatore è eleggibile esclusivamente in Baviera. È affratellato alla CDU, il partito della Cancelliera Merkel, con cui forma un unico gruppo parlamentare nel Bundestag. Per questo, la CDU, a sua volta, non è eleggibile in Baviera. È un partito di centrodestra con al suo interno diverse correnti, da quelle pIù liberali a quelle più marcatamente di destra. In questi giorni, ai vertici della CSU si è arrivati ai ferri corti. Si sta decidendo sulla futura leadership del partito - e la questione sta appassionando tutta la Germania politicamente interessata. Perché chi governa la CSU influenzerà anche il modo in cui verrà governata la Germania.
I due protagonisti della lotta sono Horst Seehofer, da nove anni Primo Ministro della Baviera e capo della CSU, e Markus Söder, al momento Ministro delle Finanze bavarese e politico estremamente ambizioso. Da anni si sa che Söder punta a prendere il posto di Seehofer. E da anni si sa che i due non si sopportano. Prima delle elezioni politiche di settembre, il piano era questo: Seehofer, che ha 68 anni, si sarebbe ricandidato alle elezioni regionali bavaresi del 2018. E della sua successione si sarebbe parlato più avanti. Ma poiché alle politiche la CSU ha ottenuto il peggior risultato della sua Storia, racimolando solo (!) il 38,8 percento dei voti, la sua posizione si è indebolita drasticamente. Söder, che di anni ha 50, punta al potere - vuole almeno diventare Primo Ministro bavarese, forse anche capo della CSU. Ma il partito è profondamente diviso tra Seehoferiani e Söderiani.
I due rivali: Il Primo Ministro e capo della CSU in carica Horst Seehofer (a sinistra) e Markus Söder, che vorrebbe tanto, ma proprio tanto succedergli.
Seehofer ha dalla sua una grande esperienza sia nella politica regionale (9 anni da Primo Ministro) che in quella nazionale (negli anni 90 è stato per sei anni Ministro della Salute sotto il Cancelliere Helmut Kohl, dal 2005 al 2008 Ministro dell’Agricoltura nel primo governo Merkel). Söder ha ottenuto buoni risultati da Ministro delle Finanze in Baviera, è (almeno in pubblico) tendenzialmente più populista, meno diplomatico e un po’ più di destra rispetto a Seehofer.
Giovedì, Seehofer avrebbe dovuto pronunciarsi sui suoi piani per il futuro della CSU e della Baviera. Ma ha rimandato. Si è concesso alcuni giorni per riflettere, ha detto, insieme ad un paio di vecchie glorie della CSU. E a inizio dicembre, dice Seehofer, se ne saprà di più.
Venerdì, 23 novembre: 🇩🇪😬😂
In una canzone satirica cantata in inglese dal comico tedesco Jan Böhmermann, c’è questa frase:
“Noi (tedeschi) siamo famosi per la nostra lingua bellissima e melodica, facilissima da imparare.”
Ora, siccome è stata una settimana piuttosto intensa dal punto di vista politica, concludo questa Settimana Crucca con un video - girato da due ragazzi americani - che dimostra che questa frase è inconfutibilmente vera.
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‼️ PASQUA 2020 - UNA VIA CRUCIS DI RIDER
Milano, un esercito di rider torna dopo una giornata di lavoro. Sono centinaia di ragazzi, migliaia, la maggior parte migranti, che tutti i giorni prendono un treno suburbano per venire a lavorare in città, per poi fare ritorno nelle loro case, dopo il turno serale. Vengono dall'hinterland milanese per lo più, ma anche dalle province limitrofe di Bergamo, Monza e Brianza, Varese, Sondrio, Lecco.
Queste immagini parlano da sole: molti di loro non hanno nemmeno i dispositivi di protezione individuale, costretti a lavorare spesso al limite, al di sotto di ogni standard di salute e sicurezza, senza tutele e senza diritti.
E' proprio in un momento come questo di emergenza sanitaria nazionale e di allarme sociale generalizzato che decidiamo in che tipo di società intendiamo vivere: una società che lascia indietro gli ultimi scambiando sushi, pizza e patatine come un servizio essenziale, una coccola che qualcuno può concedersi a danno di qualcun'altro (una società malata evidentemente) o una società in cui le istituzioni sono in grado di garantire il benessere collettivo e la salvaguardia della salute pubblica?
Nessuno deve esser lasciato indietro, dicevamo, ma è passato un mese e niente è cambiato. Servono risposte immediate e concrete da parte delle società di food delivery che non offrono soluzioni puntuali ai lavoratori, benché la fase sia così delicata.
Abbiamo chiesto un incontro tra le parti sociali. Chiediamo che Assodelivery, Prefettura e le amministrazioni territoriali (Regione Lombardia e Comune di Milano) assicurino l'applicazione dei protocolli e che le nostre richieste, espresse nel documento "10 punti per un delivery al sicuro", non cadano inascoltate.
Ne va della vita di tutt*, c'è in gioco il nostro futuro.
FUENTE: FB de DELIVERANCE MILANO (24 de abril de 2020)
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