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fashionbooksmilano · 2 years ago
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Caftani
Daniel Rey
Fotografie di Jacques Paul
Idea Books, Milano 2008, 257 pagine, 26 x 34,5 cm,   Testo Italiano, Francese e Inglese,   ISBN  9788888033617
euro 79,00
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Patrimonio, nel XVIII secolo, i caftani sono oggi il simbolo della cultura femminile marocchina, l'elemento che rivela lo stato sociale di chi li indossa, l'abito che testimonia l'arte di vivere di un popolo in piena evoluzione, legato alle sue tradizioni e nel contempo volto alle tendenze artistiche dell'Occidente. Il libro, vuole essere un viaggio attraverso l'arte della moda, ripercorrendo la storia dei caftani attraverso le collezioni di Tetouan, Fès, Rabat, Salé: caftani appartenuti alle famiglie reali e principesche, e a quelle dei ricchi commercianti del Marocco. "Caftani" si sofferma inoltre sulla sua evoluzione da quando, abbandonato all'inizio del XX secolo, è tornato di gran moda grazie alla grande creatrice Tamy Tazi e ai nuovi stilisti quali Barada, Mao, Fadyla El Cadi, Nourredine e molti altri, che realizzano veri e propri capolavori sartoriali dai quali prendono spunto anche grandi stilisti come Yves Saint Laurent e Jean Paul Gautier. 
Caftans opens the doors of the greatest collectors of caftans of the past, and of the most secret and prestigious ateliers; meets both innovative creators and those more tied to tradition; witnesses thrilling fashion shows; and places devoted entirely to paying homage to one of the most fascinating chapters of female fashion.
21/01/23
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silviascorcella · 11 months ago
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Caftanii Firenze: il caftano, una nuova storia di charme senza tempo
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È anch’essa una forma d’arte, un talento silente, una dote sofisticata, quella di saper godere appieno dell’inconsapevole amore per la bellezza come i classici, i nostri intramontabili antenati, ce l’hanno illustrata: il bello che appaga il desiderio di armonia estetica, mentre soddisfa i sensi tutti con l’alta qualità della sua fattura, così da attraversare indenne e intrigante lo scorrere implacabile del tempo. Tale dote sofisticata può cogliere chiunque abbia l’animo pronto ad accoglierla, e a farne uno strumento per plasmare ancora bellezza, nuova bellezza ben fatta: magari nella forma di un capo iconico, simbolo di raffinata confortevolezza, ma al contempo tela grezza su cui scrivere una nuova storia di stile con l’allure della contemporaneità elegante.
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Ecco, questa è l’arte pregiata, il talento quieto allacciato a Ginevra e Ludovica Fagioli: le menti curiose, gli animi leggeri e charmant, i cuori appassionati che fondano il marchio, tutto orgogliosamente italiano, ribattezzato Caftanii Firenze.
Guardate quelle due gocce nel logo: son simbolo del loro legame di gemelle all’apparenza identiche, eppur così diverse ma profondamente complementari nella sostanza personale e artistica. Giovani sì, ma portatrici di quel prezioso bagaglio d’arte e consapevolezza cui s’accennava sopra: il brand lo svela, la terra a cui appartengono non a caso è denominata “la culla del Rinascimento”, Firenze, la città dove fiorirono le arti più eccellenti, quel groviglio di strade dove la bellezza e la maestria artigiana ancora suscitano meraviglia.
Ebbene, in quel logo resta una parola da illustrare, che rivela il cuore creativo attorno al quale  ruota tutta la realtà di vita e mestiere di Ginevra e Ludovica: il caftano.
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Quella di Caftanii Firenze è dunque una storia recente, ma allo stesso tempo sospesa nel tempo: Ludovica e Ginevra accolgono sin da piccole l’amore per la bellezza con cui la famiglia le attornia, fanno tesoro di quei caftani che la madre raccoglie numerosi nell’armadio e indossa con classe e nonchalance, lo riscoprono il capo prediletto per accompagnare i viaggi innumerevoli in giro per il mondo, ma anche il capo perfetto per riscrivere una storia di eccellenza materiale e di suggestioni sensoriali. Nonché il capo d’abbigliamento che libera lo spirito femminile dai capricci estetici dei trend rapidi: mentre, invece, lui, il caftano, può abitare il guardaroba di qualsiasi donna, durante qualsiasi epoca, appartenente a qualsivoglia area geografica. La sua bellezza non ha confini, ha solo il potere di restituire valore alla bellezza di chi l’indossa.
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La collezione Primavera-Estate 2018 è un delicato racconto estivo: il caftano s’indossa in purezza, nella sua forma gentile con il profilo del corpo, morbida eppur così netta, allacciata in vita con una fusciacca mentre ricorda il rigore affascinante del kimono orientale, diventa uno chemisier lieve e candido che accompagna la passeggiata sulla battigia, un abito lungo che scopre le spalle mentre i raggi caldi del sole le accarezzano, s’allunga nella gonna le cui balze racchiudono la forza dei colori estivi, bianco, ocra e blu intenso, come quelle onde da cui vengono le goccioline che danno sollievo alla pelle scoperta dall’abitino corto e dalle bretelle infiocchettate. 
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I tessuti sono puri come la natura nel pieno rigoglio estivo: lino opulento che restituisce purezza, cotone strutturato ed essenziale, la seta ricca di luce e morbidezza pregiata. Anche i dettagli sono scelti con lo stesso amore per la bellezza autentica: pietre e tessuti per i bottoncini, mani artigiane che ricamano i decori, altrettanto sapienti come le mani delle sarte fiorentine che assemblano ogni abito firmato Caftanii Firenze. Italianità allo stato puro: caratteristica di ogni tessuto scelto, riprodotta con amore come solo il vero, riscoperto made in Italy sa fare.
Silvia Scorcella
{ pubblicato su Webelieveinstyle }
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mhkeiger · 11 days ago
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malinishop · 5 months ago
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perfettamentechic · 3 years ago
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RIANNA + NINA
Quando il vintage è anche haute couture. #riannanina #vintage #vintagestyle #cabinetofcuriosities #kaftani #jaredleto #fashion #moda #storiadellamoda #perfettamentechic
RIANNA + NINA è un marchio di lusso tedesco dallo stile vintage con lavorazione artigianale, nelle stampe vivaci ricchi di dettagli unici. Fondata da due donne, Rianna Nektaria Kounou e Nina Knaudt, dall’amore condiviso per il vintage, l’arte e i pezzi da collezione, RIANNA + NINA è la realizzazione del loro sogno comune.  Quella che era iniziata come una piccola boutique a Berlino nel 2014, da…
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bazarbeniamir · 5 years ago
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carmenvicinanza · 3 years ago
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Emilie Flöge
https://www.unadonnalgiorno.it/emilie-floge/
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Emilie Flöge, designer e stilista viennese che ha dettato la moda agli inizi del novecento. Ha diretto con le due sorelle un importante atelier per 34 anni. Ha anche ispirato vari quadri di Gustav Klimt e di altri artisti della Secessione.
Nacque a Vienna il 30 agosto del 1874 da una famiglia della media borghesia. Cominciò a lavorare come sarta da giovanissima, raggiungendo alti livelli di fantasia e originalità che la portarono a affermarsi nel panorama dell’altra moda austriaca degli inizi del XX secolo. Aveva vinto anche un importante concorso che l’aveva portata a disegnare, con la sorella, un pezzo per una mostra prestigiosa. Nel 1890, la sorella Helene sposò Ernst Klimt. Un anno dopo, il giovane morì e il fratello Gustav, già affermato artista, divenne esecutore testamentario e tutore della nipote, ancora in fasce. Ebbe quindi modo di vivere molto casa Flöge dove iniziò a frequentare la diciassettenne Emilie che divenne una sua grande fonte di ispirazione e sua modella in varie occasioni.
Nel 1902 le ha dedicato Ritratto di Emile Flöge il suo primo dipinto nel quale compare la tipologia della “donna-gioiello”. Il quadro non venne apprezzato dalla famiglia della giovane e nel 1908 fu acquistato dalla città di Vienna. Diversi critici affermano che Flöge sia anche la donna inginocchiata ne Il bacio.
Nel 1904, la giovane aprì, con le due sorelle, il Salon Schwester Flöge nella capitale austriaca che divenne un faro nel mondo della moda attraendo tutte le clienti più altolocate della città arrivando a dare lavoro a circa 80 impiegati/e. Nel loro negozio, progettato da Josef Hoffmann, autore anche dello studio di Klimt, tra abiti larghi dalle fantasie colorate, trovavano posto anche affascinanti oggetti d’arte. C’erano sedie geometriche, tavoli a scacchi bianchi e neri che abitavano spazi rivestiti con moquette sottili e delicate. Avevano anche un logo dedicato. Come Klimt, con il suo stile provocatorio e l’arte per l’epoca giudicata “erotica”, Emilie Flöge aveva voglia di creare qualcosa di rivoluzionario nel mondo della moda. Molti dei suoi abiti venivano indossati senza corsetto (una rarità per l’epoca), e pendevano larghi dalle spalle con ampie maniche.
Lo stesso artista partecipava con ardore all’attività creativa dell’atelier, gli abiti erano spesso il risultato di un lavoro a quattro mani.
I due ebbero un’intensa e profonda relazione umana, artistica e culturale, anche se il pittore la tradì spesso. Non vissero mai insieme, ma è noto che furono compagni nella vita pubblica e privata. Alla morte di Klimt, nel 1918, fu lei a curarne il lascito testamentario.
Il grande bagliore acceso dai riflettori puntati sul suo compagno non hanno reso giustizia al suo lavoro. Quando Coco Chanel apriva il suo salone a Parigi nel 1910, Emilie Flöge confezionava abiti all’avanguardia già da diversi anni. Modelli a vita impero, maniche larghe e creazioni dettagliate ispirate ai ricami ungheresi e slavi. Le sue proposte segnavano un netto distacco dall’abbigliamento femminile dell’epoca. La sua idea di libertà si rispecchiava in un guardaroba morbido e rilassato, che evitava i corpetti costrittivi preferendo tagli facili da indossare, simili ai già diffusi abiti a grembiule e ai più moderni caftani, gli stessi che il pittore amava vestire quando dipingeva.
Emilie Flöge prediligeva silhouette giocose e fluttuanti, utilizzava stampe floreali e giochi cromatici metallici di ispirazione orientale, celebrando la libertà fisica, l’espressione di sé, la vicinanza alla natura e la vitalità di altre etnie. A guardare i ritratti della coppia, al tempo, col loro particolare abbigliamento, potrebbero sembrare due hippie degli anni ’70.
L’attività imprenditoriale della designer entrò in crisi nel 1938 con l’annessione dell’Austria alla Germania di Hitler. Le facoltose clienti ebree fuggirono all’estero, ma, pur chiudendo il negozio, continuò a lavorare da casa, proseguendo la creazione della sua moda libera e appassionata.
Alla fine della guerra un incendio distrusse la sua casa, comprese le sue collezioni e gli oggetti che aveva ereditato da Gustav Klimt. Emilie Flöge morì il 26 maggio 1952.
I suoi disegni, influenzati dai primi vagiti dei movimenti femministi, che di lì a poco avrebbero infiammato l’Europa, e le sue idee innovative continuano a influenzare gli stili di moda delle odierne passerelle.
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@indissa_dress présente l'une de ses robes phares... Un choix large et de qualité en location et en vente de tenues traditionnelles et de robes de soirée. #negafa #caftan #ziana #mariage #wedding #weddingdress #makeup #caftany #kaftan #robedemariee #maroc #caftan2018 #morocco #dress #takchita #moroccandress #lebsa #robedesoiree #hautecouture #locationrobe #fashion #algerie #bride #photographedemariage #shootingphoto #photographepro #photographe #defiledemode (à Salon Du Mariage International Paris) https://www.instagram.com/p/BuHRRv1hVs-/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=1fvozpp329l5h
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corallorosso · 4 years ago
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Le polemiche su Silvia Romano ricordano quelle sulle “due Simone” e su Greta e Vanessa Con il ritorno in Italia di Silvia Romano, la cooperante milanese rapita in Kenya il 20 novembre 2018, si è tornato a polemizzare sul presunto riscatto che lo Stato italiano avrebbe pagato per la sua liberazione. “Quanto ci è costato liberarla?”, “Quanto ha pagato lo Stato? Ci sono cose più importanti”, sono alcuni commenti che si leggono sui social in queste ore. Silvia Romano è stata criticata anche per la lunga tunica verde, che ha indossato scendendo dal Falcon che l’ha riportata in Italia dalla Somalia, e per la sua conversione all’Islam. Ma le critiche che sono state mosse a Silvia Romano non sono una novità. Lo stesso avvenne per Simona Parri e Simona Torretta, soprannominate dalla stampa “le due Simone”, sequestrate nel 2004 in Iraq, a Baghdad, nella sede della Ong per cui lavoravano all’età di 29 anni. Furono liberate dopo 5 mesi e mezzo di prigionia. Al loro arrivo all’aeroporto di Ciampino si tenevano per mano sorridenti e indossavano lunghi caftani colorati. Dopo la liberazione ai giornalisti dichiararono che sarebbero ripartite per fare volontariato. E così fu: Simona Torretta pare sia in Libano impegnata in un progetto umanitario che coinvolge i bambini e Simona Pari in Guatemala. Dopo le due “Simone”, ci fu il caso delle due cooperanti italiane Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, rapite in Siria nel 2014 e poi liberate nel 2015. Anche in quel caso le due giovani donne furono criticate per le foto ad Aleppo prima del rapimento dove entrambe si mostravano sorridenti e vestite da “hippy”. Secondo le malelingue erano in andate in Siria a divertirsi, non per fare volontariato. A sollevare le polemiche sul riscatto ci ha pensato anche Matteo Salvini che commentando la liberazione di Silvia Romano da Lucia Annunziata a Mezz’ora in più, su Rai tre, ha detto: “È chiaro che nulla accade gratis”. “Auguro lunga e serena vita a questa ragazza, ma per rispetto di coloro che rischiano la vita per salvare altre vite, prima di dire ‘la prima cosa che farò sarà tornare in un luogo a rischio’, ci penserei due volte, ma ognuno fa quello che vuole della sua vita…”, aggiunge Salvini facendo riferimento al caso di Greta e Vanessa. “Prima di fare cose che mettano a rischio la vita di donne e uomini delle forze dell’ordine in Italia o nel Mondo bisogna pensarci cento volte “, ha detto l’ex ministro dell’Interno. Anche la giornalista Flavia Perina ha sollevato la questione in un post Facebook dal titolo ironico “Il dress code delle rapite” e in un lungo articolo su Linkiesta.it. "Adesso la vicenda di Silvia allunga la casistica delle rapite inadeguate al ruolo che il comune sentire vorrebbe assegnargli, qualunque esso sia: Marie Maddalene pentite, testimonial della lotta al terrorismo o all’Islam, Sante Marie Goretti del sacrificio estremo. Non c’è niente da fare: l’uomo che si impegna in un’impresa pericolosa – che si arruoli nella Legione Straniera o coi curdi del Rojava – è un eroe; la donna che aderisce a una causa morale di qualunque tipo è una sventata, una scema, una poveretta inconsapevole e manipolata anche se, come le due Simone, ha trent’anni, è un’adulta e ha fatto una scelta di vita. Questo tipo di ragazze non ci piacciono, ci insospettiscono, forse mettono in difficoltà una cultura corrente dove il rischio non è più contemplato. Siamo il Paese di Anita Garibaldi, che cavalca e spara in mezzo a tre o quattro rivoluzioni, ma se vivesse oggi le diremmo: chi te l’ha fatto fare? Potevi restartene a casa, come tutte." Di Clarissa Valia
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caftanmastery-blog · 6 years ago
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fashionbooksmilano · 6 years ago
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Tamy Tazi Caftans
Nadia Mezian, Daniel Rey
Photographs by Graziano Villa With an introduction by Pierre Berger
Skira, Milano 2011, 192 pages, 180 Colour illustrations, ISBN  885720323 English-French
euro 55,00*
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This book of brilliant colours and striking images takes us on an extraordinary journey through an outstanding, never-seen-before collection
Tamy Tazi has set her own special mark of distinction on contemporary Moroccan dress: ceremonial or everyday caftans, djellabas, selhams (capes), jackets and serouals. Her models embrace two remarkable traditions that both resist the pressures of time. One is the haute couture that has long been Tamy Tazi’s daily bread as Yves Saint-Laurent’s representative in Morocco. The other is the Moroccan heritage, but not that growing out of the early days Moroccan independence with its glimmers of women’s emancipation. Tazi has researched a deeper, more singular tradition, stripping it of folksiness and revitalising it. The union of these two vital sources, each inseminating the other with a grammar that is as articulate as it is festive, has generated a new style in caftans that daringly distinguish themselves from either parent. This book will not only appeal to caftan fans, but to anyone with interest in Morocco culture and fashion.
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noenoghybvuschi · 7 years ago
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Velvet dream⭐️ #fabrics #Italian #red #passion #fashion #moda#mare #madeinitaly #designedinla #allseason #asia #dubai #miami #venice #amalficoast @amalfi_style @officialsscnapoli #weloveart #kaftan #kaftanliberation #universe #losangeles #france #instambul #caftani #mare #marine
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mhkeiger · 4 months ago
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blueyeslash · 2 years ago
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Talitha Getty fotografata da Patrick Lichfield (Vogue Italia, 1970)
Incontra nel 1965 il magnate americano John Paul Getty Jr. Nel loro Pleasure Palace, sontuosa e suggestiva dimora, frequenti sono i party che ospitano rockstar, intellettuali, aristocratici eccentrici, artisti di strada. Alterna a djellabah, caftani, turbanti, sandali alla schiava ed ethnic jewels.
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tarditardi · 2 years ago
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D-Shop @ Domina Zagarella Sicily: una bottega piena di Eccellenze Siciliane a cura di Giovanni Ciacci
Giovanni Ciacci è da sempre amico di Domina e frequenta spesso sia Domina Coral Bay, a Sharm El Sheikh, sul Mar Rosso, sia Domina Zagarella, il resort siciliano non lontano da Palermo. Il celeberrimo curatore d'immagine, stylist e personaggio tv (ha collaborato con il Festival di Sanremo, ha partecipato a Ballando con le Stelle, Pomeriggio 5 e Domenica Live ed è nel cast del prossimo GF Vip) ha voluto fare un regalo agli ospiti di quest'ultima struttura, curando la realizzazione D-shop, una coloratissima e solare Bottega di Eccellenze Siciliane. La selezione del prodotti è curata proprio da Ciacci, che ha dedicato molto tempo ed energie a questa nuova avventura. Tra Teste di Moro in Terra di Caltagirone, pigne portafortuna e carretti siciliani, simbolo della tradizione dell'isola, ci si rilassa in scegliendo tra profumi, cosmetici e accessori Made in Sicily oppure in qualche modo ispirati allo stile e all'allegria siciliana. Quando si è in vacanza spesso non si ha il tempo di trovare il regalo giusto per un amico, un familiare o se stessi. Per questo spesso si ripiega su frettolosi acquisti all'ultimo momento... D-Shop a Domina Zagarella Sicily risponde anche a questa esigenza, regalando un'esperienza di shopping davvero particolare con prodotti di qualità.  Anzi, più che il consueto negozio per turisti, D-Shop è una bottega dedicata a chi ama la Sicilia e le sue tante eccellenze. Tra le tante proposte presenti a D-Shop, citiamo almeno gli abiti A'biddikkia, un marchio nato alle Eolie, siciliano fin dal nome, che significa la carina, la bellina. E poi, ecco le borse, i caftani e le ciabattine firmati L.A. Water, un brand creato da Natasha Stefanenko, che ha recentemente visitato lo D-Shop. Non mancano infine t shirt ed altri capi NHVR... Alcuni Instagram Post che raccontano D-Shop https://www.instagram.com/p/CfHhBgsDKxO/ https://www.instagram.com/p/CfOfRuRDGyv/ https://www.instagram.com/p/CfMIbQgqsha/
Cos'è Domina Da più di 30 anni, milioni di ospiti da tutto il mondo vivono emozioni uniche e indimenticabili negli hotel e nei resort Domina. La cultura italiana di tutte le realtà del gruppo è il segreto del successo di una marca che fa dell'innovazione il suo spirito guida. Tra le strutture gestite dal gruppo, Domina Coral Bay Hotel, Resort, Spa & Casino; Domina Zagarella Sicily; Domina Borgo degli Ulivi;  Domina Milano Hotel & Congress; Domina St. Petersburg; Domina Novosibirsk; Domina PK Parkhotel Kurhaus. Domina, happiness in your free time. www.domina.it // https://www.domina.it/hotel/domina-coral-bay/https://www.domina.it/hotel/domina-zagarella-sicily/
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awardseasonblog · 2 years ago
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I premi della #FIPRESCI di quest'anno a #Cannes2022, assegnati dal famoso organo internazionale di cui fanno parte i professionisti del settore cinematografico tra cui critici e giornalisti di tutto il mondo, sono stati conferiti per la Competizione Ufficiale a: #LEILASBROTHERS diretto da Saeed Roustayi 🇮🇷 TRAMA: All'età di 40 anni, Leila ha trascorso tutta la sua vita a prendersi cura dei suoi genitori e dei suoi quattro fratelli. Una famiglia costantemente in discussione e sotto pressione per vari debiti di fronte alle sanzioni contro l'Iran. Mentre i suoi fratelli lottano per sbarcare il lunario, Leila fa un piano. Le bugie hanno effetti a catena che si propagano a tutta la famiglia Per la sezione Un Certain Regard a: #THEBLUECAFTAN diretto da Maryam Touzani 🇲🇦 🇫🇷🇧🇪 TRAMA: Halim e Mina gestiscono un tradizionale negozio di caftani in una delle più antiche medine del Marocco. Per stare al passo con i clienti esigenti, assumono un giovane di talento come apprendista. Lentamente Mina si rende conto che suo marito è particolarmente attratto dalla sua presenza, facendo emergere un segreto che si era deciso di tenere sotto chiave. https://www.instagram.com/p/CeLpw0JMUfT/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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