#buoni cittadini
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darktimemachinechaos · 6 days ago
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[sull'emancipazione femminile in Olanda]
Le ultime righe scritte su Threads, le ho postate dopo aver svoltato una chiesa, camminando subito dopo davanti alle vetrine rosse di Amsterdam; scrivo questo per offrire idea concreta di come si può vivere serenamente senza sottostare da donne alle regole maschiliste religiose, SE LO SI VUOLE.
Ieri pomeriggio ho acquistato un vibratore nuovo al volo, e dove? Al supermercato!: mica dentro un negozio dalle vetrine oscurate dal bigottismo, in nome dei "pampini", come accade in Italia.
La spiritualità vissuta in modo individuale, senza fare proselitismo con minori e vicini di casa, non ha mai leso nessuno: è quando essa si organizza e diventa istituzione (cioè una setta, come quella ebraica o cattolica o islamica) a rappresentare un problema per la libertà individuale; la tolleranza a oltranza verso le religioni sta creando solo gravi danni nei Paesi in cui la politica fa entrare la religione fra i banchi parlamentari, non solo alle donne, non solo ai gay, ma anche al sesso maschile, perché non educa ad avere un rapporto sano con gli altri, da buoni Cittadini.
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falcemartello · 6 months ago
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(Il gruppo TNT.)
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Marker certi di irrimediabile e grave disagio mentale sono:
credere
- al cambiamento climatico antropico e che la CO2 sia un problema.
- e parlare di uguaglianza e non di equità.
-che i sessi non siano solo due.
- che astenersi dal voto sia qualcosa di più di una piccola soddisfazione personale.
- che il greenpass fosse giusto.
- che schierarsi a favore di qualcuno in una guerra non nostra sia utile, intelligente o “buono”.
- che esistano “responsabilità collettive”.
- che chiunque sia non italiano non bianco o non cristiano meriti un trattamento di favore.
- credere che l’accoglioneria sia una questione di buoni sentimenti.
- sia giusto abolire il contante.
- quelli che mettono il rating e fanno la recensione.
- sia normale prendersela con gli evasori e non con chi e come spende i denari sottratti ai cittadini, prima.
- di essere qualcosa di più che un povero essere umano che spende in vita un tempo assai breve e con evidenti limiti sul possibile.
(Boc)
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Ovviamente il disagio è diagnosticabile al ricorrere di anche uno solo dei marker elencati.
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blogitalianissimo · 5 months ago
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La 🍈 ha scritto: “Più autonomia, più coesione, più sussidiarietà. Ecco i tre cardini del disegno di legge sull'autonomia differenziata approvato alla Camera. Un passo avanti per costruire un'Italia più forte e più giusta, superare le differenze che esistono oggi tra i diversi territori della Nazione e garantire gli stessi livelli qualitativi e quantitativi delle prestazioni sull'intero territorio. Avanti così, nel rispetto degli impegni presi con i cittadini.” questo è l’opposto di quello che accadrà però uh ok. 💀
Qualcuno sotto al post di YouTube infatti ha scritto: “Giorgia, ho visto un video del 2014 nel quale dichiaravi, addirittura, di voler abolire le Regioni, con delle ragioni giustissime. Gran parte le stesse rivendicate ora dall'opposizione. Ma in questi 10 anni cosa è cambiato che addirittura vuoi dividere l'Italia in 20 staterelli, i quali possono chiedere allo stato centrale di regolare autonomamente fino a 23 materie con 500 specificità? Il tutto e il contrario di tutto. Alla faccia della coerenza.”
Te lo spiego io cosa è cambiato:
La dvcetta è finita al governo e le serve mantenere i voti che ha strappato dall'elettorato leghista, inoltre deve tenersi buoni i colleghi leghisti che senza di loro il governo cade, e quindi è scesa a compromessi, anche perché di base non è che gliene freghi qualcosa del Mezzogiorno e capirai 🥰
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ilpianistasultetto · 10 months ago
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Come sapete, in questi giorni l'Italia e' alle prese con un solo tema: le proteste degli agricoltori. Piu' ascolto i politici e piu'mi convinco che abbiamo una classe dirigente di quaquaraqua', di miserabili che stanno li solo per gonfiarsi le tasche di soldi e favori , pronti a mentire spudoratamente, a dire bugie o a tacere quello che invece andrebbe detto. Il tema piu' importante per gli agricoltori e' la differenza tra le regole che devono rispettare loro e quelle che "non hanno" chi "esporta" prodotti agricoli da altri paesi stranieri in Italia. Nessun politico ha le palle per dire che certe importazioni sono frutto di accordi commerciali, buoni o cattivi che siano. Lo dico perche' non possiamo pensare che noi siamo i piu' furbi del mondo e il resto e' una massa di idioti pronti a gettarsi ai nostri piedi..quando noi chiediamo all'Algeria di venderci il loro gas, loro ti rispondono si, ma tu prendi i nostri datteri e le nostre olive. Quando chiediamo alla Cina componentistica elettronica e ottica, loro ti rispondono "e tu ti prendi il nostro riso e i nostri pomodori". Questo succede quando si fanno i trattati commerciali e non le cavolate che il politico racconta alle genti sciocche del proprio Paese. Gli mettiamo i dazi, come propone qualche leghista o fratello d'Italia per evitare certe competizioni inique? Bene, e gli altri faranno altrettanto con il nostro vino, il parmiggiano, l'olio, la pasta. Come potrebbero mettere tasse su chi va in vacanza all'estero o tanti altri mille balzelli. Qualcuno pensa che ne guadagneremmo? Eh, cari agricoltori, vi consiglio di trovare interlocutori politici seri, anche se a volte dicono cose difficili e complesse da digerire, altrimenti seguitate ad ascoltare le vostre sirene di riferimento fin quando non andrete a rotoli e io portero' qualche crisantemo sulle tombe delle vostre aziende. E questo vale per tutti i cittadini italiani che pensano che l'Italia ha sempre ragione e solo gli altri sono tutti cattivi e nemici. @ilpianistasultetto
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altrovemanonqui · 4 months ago
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Autonomia differenziata.
Sono confusa.
Cerco di fare un ragionamento critico. Da chi ha vissuto gran parte della sua vita al sud. In Calabria. Regione affosssta da sempre da bilanci disastrosi…con servizi essenziali spesso inesistenti o qualitativamente scarsi…sanità , istruzione, infrastrutture, trasporti.
Faccio ovviamente un discorso in generale… ma per 4 mesi all anno anche giù da noi avere l acqua corrente è un lusso, da noi per avere un’assistenza sanitaria adeguata devi essere sicura di conoscere qualcuno, per spostarsi da un posto all altro se non hai la macchina devi immaginarti un viaggio della speranza anche solo per 30km.
Ovvio che ci sono delle realtà diverse, delle eccellenze, ma sono rare. Sono oasi in sterminate aree desertiche.
E’ lì che più che mai si fa la lotta tra poveri.
Eh si…solidarietà, il sole, il mare, la genuinità…ma anche l’ignoranza(quella terribile culturale), il pregiudizio, il vittimismo, la poverta, quel pensiero e quell atteggiamento che ricorda tanto la mafia…
Ci sono paesi dove non si vota più…e realtà dove il voto è un diritto mascherato da favore. Ci sono realtà che sono riuscite a progredire certo…ma nascondono, credetemi, una profonda pochezza d animo e di intenti. Poche sono le amministrazioni indipendenti che si sforzano di lavorare bene per il bene comune. Tantissimi hanno richiesto e ottenuto i fondi del pnrr ma sapete per cosa sono stati usati? Per servizi fittizi, per informatizzare comuni che non hanno nemmeno un pc, o un impiegato che sappia usarli, per siti fantasmi di comuni che poi non hanno nemmeno un link o una sezione operativa. Soldi finiti nelle tasche di amministrazioni che sui cittadini non hanno avuto alcun riscontro positivo. In nessun ambito.
Allora cavolo! Mi chiedo se ad alcuni amministratori non serva ancora di più una strattonata! Lo spauracchio del taglio fondi per diventare buoni amministratori della cosa pubblica anche con poco. Con quel che c è. Senza sprechi, mazzette, favori…uno scossone!
Deleterio sicuramente ma forse inevitabile per non dar seguito a questo modus operandi ormai consolidato.
Credetemi è triste pensare che non ci sia un riscatto per tutti. Ed è forse impensabile che possa essere così…ma anni e anni e anni e anni di amministrazioni deleterie hanno ridotto parte del sud Italia realtà irrecuperabili.
Sono confusa. Credetemi. Mi faccio domande. E ho paura che certe cose non cambino mai. Perché la gente non cambia, non si informa, non si fa le domande giuste…
L autonomia può cambiare qualcosa? In meglio? In peggio? Cosa può davvero far cambiare qualcosa…
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canesenzafissadimora · 18 days ago
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Il cuore del mondo non è a destra né a sinistra, il cuore del mondo è allo sbando. Il cuore del mondo è fatto della somma del cuore di tutti, ricchi e poveri dal punto di vista materiale, cosa facile da definire, ricchi e poveri sul piano spirituale, e qui la faccenda si complica. In America, da un certo punto di vista, le elezioni erano tra un mostro e un faro, ma la realtà ci ha detto che si trattava di un punto di vista che non è il più diffuso. E allora si tratta di capire chi risponde meglio all’insofferenza, perché è questa la vela che spinge gli umani nel mare della loro esistenza. E si tratta di una insofferenza che non va letta solo in termini politici, ma anche in termini culturali e direi anche teologici. Si è insofferenti per la nostra vita che è sempre la stessa. E se l’operaio è schiacciato da quello che fa, c’è chi è schiacciato dalle proprie fortune, nel senso che non gli bastano mai. Il capitalismo religioso in cui viviamo ha sacerdoti molto diversi tra loro, ma chi si è sfidato in America apparteneva alla stessa religione, la stessa di tutti i leader in campo sulla scena mondiale. È chiaro che poi ognuno nel presente rovescia un suo passato o quello del suo popolo, è chiaro che Putin e il capo coreano hanno una lettura diversa della storia: c’è chi si sente derubato e c’è chi pensa di aver fatto doni che non ha mai fatto. Trump ragiona come se l’America dovesse smettere di fare regali agli altri e ovviamente ignora che lui non guida nessun processo, ma è il risultato dello stato delirante degli umani.
Oggi non sono gli ideali e le utopie a governare il mondo, ma la paura, e vince chi meglio sa manipolare la paura. Però attenzione a pensare che ci sia solo questo filo, nel groviglio i fili sono tanti, compreso un certo esaurimento del buon senso e della ragionevolezza. Musk e Trump confinano in maniera sbagliata con esigenze giuste, l’esigenza di un mondo meno grigio e burocratico, più proteso verso la pura energia vitale che verso i cavilli di una democrazia sfinita. E tra l’altro loro sono sembrati combattenti di un sistema apparendo magicamente ignari che è proprio il sistema che gli ha assicurato grandi ricchezze.
Ogni prossima elezione, da un piccolo paese a una regione, all’intera nazione, deve tenere conto non solo di quello che hanno in tasca i cittadini, ma dei loro miti assai confusi, della bancarotta antropologica che mette assieme ricchissimi e poverissimi contro l’umanità dei colti, o di quelli che si dicono buoni ma alla fine descrivono la luce senza darla.
Per ottenere buoni risultati bisogna aiutare la vita degli altri, non pretendere che riconoscano il valore della nostra. Forse è arrivato il momento di considerare che tra le tante miserie presenti nel mondo c’è anche quella di un certo universo di sinistra che viene visto come poco autentico, vicino ai propri interessi che con arroganza si vuole far passare come gli interessi di tutti. In America non ha vinto il male e non ha perso il bene. Si è solo arrivati a un altro momento di questa pericolosa commedia in cui vince chi tuona meglio, ma i fiori crescono non grazie ai tuoni, ma grazie all’acqua e al sole.
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crazy-so-na-sega · 2 months ago
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L'ARCHIATER
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Pochi lo sanno, ma nel 142 d.c., venne istituita, in tutto l'Impero Romano, per ordine di Antonino Pio, la professione del medico municipale, chiamato archiater, ovvero il medico pubblico cittadino, insomma il medico della mutua degli antichi romani. Naturalmente il medico stava in città, per i villaggi invece i cittadini malati dovevano raggiungere la città più prossima, il municipio più vicino. Il medico privato invece era chiamato medicus.
Ne ebbero diritto tutti i cives romani, pertanto esclusi gli schiavi e gli stranieri, ma vigeva per tutto l'impero romano, da occidente all'oriente, dal settentrione europeo al meridione africano. Mai stato fece opera tanto grandiosa. L'architater faceva diagnosi, dava le erbe e le medicine, operava chirurgicamente, curava i denti e le ossa rotte.
I Romani infatti avevano medici, medicine, chirurghi e dentisti, anche se non si conoscevano nè batteri nè virus, scoperti solo nel 1800, per cui erano sconosciuti il contagio e le cause di molte malattie.
Tuttavia i medici romani, anche se non sterilizzavano, tenevano in gran conto la pulizia, tanto che avevano bende pulite e cofanetti e cassette ove tenevano gli attrezzi ben puliti e, se erano di ferro, ben oliati con puro olio di oliva.
Anticamente la medicina proveniva dalle erbe, e la loro ricerca era affidata alle donne. Anche se teoricamente doveva essere il pater familia a prendersi cura della famiglia e pure degli schiavi, in realtà erano le romane a prendersi cura dei familiari con impacchi, decotti, impiastri e tisane dei malati in famiglia, ed erano sempre le donne a fare le levatrici.
Catone si irritò molto per l'uso di valersi dei medici, soprattutto quelli greci che avevano invaso Roma, trascurando i buoni usi antichi e ci ha tramandato che la medicina domestica si basava essenzialmente sull'uso del cavolo, del vino e sul pronunciamento di filastrocche magiche (formule o invocazioni). Egli sintetizza così la cura del pater familiae:
 "Forniti di una canna verde, si reciti la formula "motas uaeta daries dardaries, asiadarides una te pes" e si canti ogni giorno "haut haut istasis tarsis ardannabon" e si guarirà così ogni male"
(Marco Porcio Catone, "De agri coltura", 160)
Per fortuna però c'erano le donne della famiglia e poi i medici, e per ciò che riguardava invece le malattie più gravi o la chirurgia, gli uomini che ne avevano possibilità andavano a studiarla nei paesi più progrediti in materia, in Grecia e in Egitto, ma esisteva anche una progredita medicina etrusca.
Nell'ambulatorio veniva attrezzata una piccola farmacia dove le sostanze semplici erano collocate in scatole di legno o vasi di terracotta o di ceramica sigillata (aretina) con l'indicazione del contenuto. Anche nelle case si attrezzarono minuscole farmacie, con cofanetti in metallo, osso o avorio, con diversi scomparti, con bende e medicinali di base per un pronto soccorso.
-Romano Impero
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flintsilvers · 1 month ago
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appena fatto l'errore di guardare in1/2h perché ho sempre l'illusione che essendo rai3 sia un programma quantomeno neutro (sigh) e invece dopo le sviolinate strappalacrime su una bambina palestinese ha raccontato "la storia di gaza" partendo dal '93 (convenientemente tralasciando il mezzo secolo di storia precedente) parlando sostanzialmente di quanto siano cattivi e ingrati i palestinesi nei confronti dei buoni israeliani che gli consentivano di muoversi da e per gaza come, e cito, "cittadini quasi normali". (non ha detto ovviamente che rabin sia stato ucciso da un israeliano, anzi dato che ha menzionato l'assassinio di rabin mentre elencava attentati palestinesi sembrava che l'avessero ucciso loro. non ha mai parlato di apartheid. non ha parlato minimamente delle violente repressioni israeliane a ogni minima alzata di testa palestinese. e così via.)
non mi aspettavo certo un racconto esaustivo e indulgente nei confronti dei palestinesi, ma sembrava davvero di guardare un video di propaganda approvato dal mossad. imbarazzante è dire poco. disgustoso forse è il termine più adatto.
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voracita · 1 year ago
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L'italiano è questa cosa qui ed è anche per questo che l'Italia è un paese da cui scappare. In particolare il sud Italia date ANCHE le condizioni economiche, lavorative etc., ma in generale: se io fossi più giovane non ci penserei su due volte e mi farei in quattro per predispormi (con studio titoli esperienze di lavoro etc.) a fuggire da questo paese e non tornare mai più. Basta anche l'Austria, la Svizzera, la Germania, perfino il Portogallo. Si sta meglio altrove, fidatevi.
Dicevo, l'italiano è questa cosa qui. Esperienza di ieri mattina. Mi trovo in un tribunale del sud Italia per una questione personale da risolvere, un documento che deve essere redatto in cancelleria. Il tribunale apre alle 8.30, ci sono due ingressi, ci sono i poliziotti all'ingresso che prendono il documento e registrano l'ingresso. Mi metto in fila a uno dei due ingressi e sono il secondo in assoluto, raggiungo poi l'ufficio della cancelleria e mi segno, sull'apposito foglio di "prenotazione", come secondo (ma il primo si scoprirà non esistere). Arriva cinque minuti dopo un gruppo di persone "guidato" da un tizio grande e grosso che mi vede, vede che sono il secondo in lista, e mi fa: "noi siamo qui dalle sei e mezza". Gli rispondo che è impossibile, e che comunque quello è l'ordine di prenotazione. Dice "ho le foto, noi eravamo in fila dalle sei e mezza davanti all'ingresso del tribunale e lei non l'ho mai vista". In realtà, fino alle 8.15 non c'era proprio nessuno in fila, zero assoluto; ma magari si riferiva all'ingresso secondario, che ne so. Gli dico "ma secondo lei sono sceso dall'alto con l'elicottero? Se vuole, si rivolga ai poliziotti che hanno registrato gli ingressi con il documento. Sporga denuncia, faccia come crede. Io sono il secondo della lista, punto".
Il fatto è che loro erano 5-6 e io uno solo, lui era grande, grosso e atteggiamento molto polemico e aggressivo. Eravamo in un tribunale, con polizia agli ingressi e immagino un po' ovunque, ma ho avuto paura, non poca. Peraltro, era assolutamente indifferente arrivare prima di me o dopo nell'ordine della lista, perchè comunque avrebbero atteso qualche minuto in più, tutto qui. Il tizio insomma cercava di spaventarmi SOLO PER GUADAGNARE QUALCHE MINUTO.
E questo è quanto accade continuamente in questo paese che affonda non solo perchè "i governanti sono ladri" ma perchè una gran parte della popolazione ha interiorizzato questa idea del "bisogna essere ladri, a prescindere, per essere buoni cittadini".
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archivio-disattivato · 11 months ago
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In seguito ai fatti degli ultimi giorni, il governo italiano di Giorgia Meloni ha condannato l’attacco di Hamas, esprimendo sostegno e vicinanza alla popolazione israeliana, una posizione condivisa in generale da tutti i partiti politici presenti in Parlamento. Allo stesso tempo, però, sia oggi sia negli ultimi anni i partiti hanno espresso idee diverse su quelle che secondo loro sono le responsabilità del conflitto tra Israele e Palestina.
Fratelli d’Italia
Poco dopo la notizia degli attacchi di Hamas in Israele la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha tenuto una riunione con alcuni ministri per approfondire «quanto accaduto nelle ultime ore, sia a livello diplomatico che di intelligence». Il giorno successivo Meloni ha avuto un colloquio telefonico con il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu, durante il quale la presidente del Consiglio ha ribadito «la piena solidarietà del governo italiano per gli attacchi subiti e la vicinanza ai familiari delle vittime, agli ostaggi e ai feriti». «L’Italia è al fianco del popolo israeliano in questo difficile momento», ha concluso Meloni nella nota ufficiale. Posizioni simili sono state espresse da altri esponenti di Fratelli d’Italia, tra cui il ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha dichiarato di provare «un grande dolore e una grande preoccupazione per Israele e i suoi cittadini, vittime di un indiscriminato e violentissimo attacco pari a una dichiarazione di guerra». Al netto della posizione presa dal governo italiano, nel 2014 Meloni aveva scritto su Twitter (ora X) che «nessuna causa è giusta quando sparge il sangue degli innocenti», sostenendo la tesi del riconoscimento sia di Israele sia della Palestina, ossia la soluzione dei “due popoli, due Stati”. 
Un'altra strage di bambini a #Gaza. Nessuna causa è giusta quando sparge il sangue degli innocenti. #Israele e #Palestina #duepopoliduestati— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) July 28, 2014
Un anno dopo, quando a febbraio 2015 il governo Renzi aveva approvato due mozioni riguardanti la Palestina, l’allora deputato di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli ne aveva depositato una, poi respinta, per impegnare il governo a «sostenere la causa del dialogo diretto tra le parti coinvolte» per arrivare «in tempi rapidi all’obiettivo del riconoscimento dello Stato palestinese nella condizione di reciprocità con Israele». Una mozione è un testo non vincolante che deve essere approvato dal Parlamento e che ha l’obiettivo di indirizzare la politica del governo su uno specifico argomento.
Leggi anche: Fino a che punto la legge garantisce l’imparzialità di un giudice
Lega
Il 7 ottobre il leader della Lega Matteo Salvini ha espresso «sostegno al popolo di Israele, sotto violento e vigliacco attacco da parte di estremisti islamici». Il giorno successivo Salvini ha ripetuto che «il nostro pensiero e la nostra preghiera sono costantemente rivolti al popolo israeliano». La Lega si è sempre espressa a sostegno di Israele, come rivendicato dallo stesso leader. Ad aprile, per esempio, Salvini ha festeggiato i dati dell’Israel Ranking 2023, una classifica stilata dalla European Coalition for Israel per rilevare i partiti che hanno manifestato maggior supporto a Israele nelle votazioni al Parlamento europeo.
La Lega è il primo partito italiano 🇮🇹 nel sostegno a Israele al Parlamento Europeo, quarta tra tutte le forze politiche del continente. Un supporto condotto concretamente, negli anni, attraverso le votazioni e le attività dei nostri parlamentari, nel segno della storica amicizia… pic.twitter.com/ozuSKfbaNb— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) April 26, 2023
L’European Coalition for Israel è una piattaforma di organizzazioni cristiane che si batte contro l’antisemitismo in Europa e per i buoni rapporti tra l’Ue e Israele. «La Lega è il primo partito italiano nel sostegno a Israele al Parlamento europeo, quarta tra tutte le forze politiche del continente», aveva scritto Salvini su X. Nella classifica citata da Salvini la Lega è effettivamente quarta tra i partiti nel Parlamento europeo e prima tra gli italiani davanti a Fratelli d’Italia. Al primo posto c’è il Deutsche Zentrumspartei, partito tedesco di centro e di ispirazione cattolica.  Nel Parlamento italiano la Lega ha sempre manifestato posizioni pro-Israele, come accaduto con l’esposizione delle bandiere israeliane alla Camera a maggio 2021, mentre nel 2015 l’allora deputato della Lega Gianluca Pini definì «un azzardo pericolosissimo» il riconoscimento unilaterale della Palestina.
Forza Italia
Per quanto riguarda Forza Italia, il segretario del partito Antonio Tajani ha condannato «con la massima fermezza gli attacchi a Israele», affermando che il governo italiano sostiene «il diritto di Israele a esistere e difendersi». Nelle ore successive il ministro degli Esteri ha sottolineato su X che «ogni sforzo sarà a difesa dello Stato d’Israele». A dicembre 2022 Tajani aveva incontrato il suo omologo palestinese Riad Malki, a cui aveva «ribadito la posizione italiana per la soluzione dei due Stati come unica via per una pace duratura tra Palestina e Israele».
Lungo colloquio con @elicoh1 Ministro degli Esteri d'Israele. Ho espresso la solidarietà del nostro Governo per il duro attacco che ha subito 🇮🇱, anche per i due turisti israeliani uccisi in Egitto. Ogni sforzo sarà a difesa dello Stato d'Israele.— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) October 8, 2023
Anche per il fondatore di Forza Italia Silvio Berlusconi il diritto di Israele a difendersi non poteva essere messo in discussione. Nel 2018 Berlusconi scriveva su Twitter: «Considero Israele una parte della nostra cultura e della nostra civiltà, un faro di libertà e democrazia nel Medio Oriente» e aggiungeva che «i palestinesi hanno pieno diritto ad avere uno stato pienamente sovrano, a vivere in pace, nel benessere e nella sicurezza, ma che a questo si potrà arrivare solo attraverso un processo di pace che garantisca pienamente i diritti e la sicurezza di tutti». Nel 2012 Tajani aveva espresso una posizione simile: «Israele non può essere cancellato dalla carta geografica, ha diritto a difendersi», per poi precisare che «i palestinesi musulmani e cristiani hanno il diritto di vivere dove sono nati, ma questo non vuol dire eliminare Israele».
Partito Democratico
Sul fronte dell’opposizione, la segretaria del Partito Democratico Elly Schelin ha condannato l’attacco di Hamas contro Israele attraverso i canali social del partito, invitando la comunità internazionale a mobilitarsi per «fermare questa aggressione ed escalation violenta». Il 9 ottobre, in un’intervista a la Repubblica, l’ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini si è riconosciuto nella linea della segretaria, affermando che la prospettiva del partito sulla questione israelo-palestinese è quella di “due popoli, due Stati”. 
Le parole della Segretaria @ellyesse sull’attacco terroristico di Hamas contro Israele, a cui va la solidarietà di tutta la nostra comunità democratica. pic.twitter.com/MH6bbGNfaA— Partito Democratico 🇮🇹 🇪🇺 (@pdnetwork) October 7, 2023
Anche in passato il Partito Democratico si era espresso contro Hamas. L’ex segretario Enrico Letta aveva definito l’organizzazione «contro Israele e contro la Palestina» in occasione di alcuni attacchi avvenuti a maggio 2021, ricordando che la posizione del partito è «per la pace e per due Stati». Anni fa, invece, l’attuale segretaria Schlein aveva condiviso posizioni più decise sul riconoscimento della Palestina come uno Stato a tutti gli effetti. Nel 2021 Schlein aveva sostenuto che lo scontro tra palestinesi e israeliani non è «alla pari», a svantaggio dei primi. Negli anni precedenti l’attuale segretaria ha condiviso sui social network alcuni post dell’ex deputato del PD Giuseppe Civati, con posizioni pro Palestina.  Più di recente altri membri del Partito Democratico hanno espresso opinioni critiche nei confronti di Israele. In occasione della campagna elettorale del 2022 Raffaele La Regina, capolista nel collegio plurinominale della Basilicata alla Camera, è stato costretto a rinunciare alla candidatura in seguito alle polemiche per un tweet del 2020 in cui ironizzava sulla legittimità dello Stato di Israele, paragonando la sua esistenza a quella degli alieni. Anche Rachele Scarpa, oggi deputata del PD, era stata criticata per alcune frasi critiche nei confronti di Israele scritte su Facebook a maggio 2021.
Leggi anche: La giravolta del governo sul tetto al prezzo dei voli
Movimento 5 Stelle
Il Movimento 5 Stelle ha condannato le violenze di questi giorni, facendo alcune precisazioni. Il presidente del partito Giuseppe Conte ha condannato «senza se e senza ma» gli «attacchi terroristici» di Hamas, ricordando però che per il suo partito «il popolo palestinese ha il diritto a vivere in pacifica convivenza». Da presidente del Consiglio, nel 2021 Conte ha inviato una lettera a Netanyahu in cui ripeteva come l’Italia sostenesse la formula di “due popoli, due Stati”. In passato, però, il Movimento 5 Stelle aveva posizioni più vicine alle istanze palestinesi: nel 2014 per esempio il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle aveva chiesto di interrompere la vendita di armi a Israele, suscitando accuse di antisemitismo da parte dell’ambasciata israeliana a Roma.  Nel 2015 invece, la Camera aveva respinto la mozione dell’allora deputato del Movimento 5 Stelle Gianluca Rizzo, che impegnava il governo a «riconoscere pienamente e formalmente lo Stato di Palestina», senza quindi aspettare il riconoscimento da parte di Israele. Al termine delle votazioni alcuni deputati del Movimento 5 Stelle definirono le due mozioni approvate dal Parlamento «un bluff vergognoso», dal momento che per loro era stato negato «il sacrosanto diritto di esistere a un popolo che da 67 anni attende giustizia».
Azione, Italia Viva e Più Europa
Azione e Italia Viva hanno condannato l’attacco terroristico di Hamas ed espresso solidarietà al popolo israeliano. Il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha ribadito il messaggio espresso durante il suo intervento alla Knesset (il Parlamento israeliano) nel 2015, quando era presidente del Consiglio e segretario del Partito Democratico: «Per me Israele ha il diritto e il dovere di esistere e di resistere». Il leader di Italia Viva ha dedicato al tema la sua newsletter Enews del 9 ottobre, definendo le azioni di Hamas «atti di terrorismo che tutta la comunità internazionale deve condannare senza se e senza ma».
Gli estremisti sostengono che Israele non abbia il diritto di esistere. L’ho detto da premier parlando alla Knesset, lo dico da cittadino e senatore oggi: per me Israele ha il diritto e il DOVERE di esistere e di resistere. La mia solidarietà alle famiglie delle vittime di… pic.twitter.com/3iB7RdK7dH— Matteo Renzi (@matteorenzi) October 7, 2023
Il leader di Azione Carlo Calenda ha auspicato «che si utilizzino tutti gli strumenti diplomatici a disposizione per fermare l’aggressione il prima possibile». Nel 2021, in occasione di una manifestazione a sostegno di Israele, il leader di Azione aveva sottolineato che «il primo passo verso una soluzione è quello di non trattare in modo equidistante una democrazia e Hamas, un’organizzazione terroristica che non può rappresentare i palestinesi in nessun negoziato». Benedetto Della Vedova, deputato di Più Europa, ha definito l’attacco di Hamas contro Israele come «un gravissimo e irresponsabile atto di guerra», mentre il segretario Riccardo Magi ha sottolineato che «la destra israeliana non ha certo lavorato negli ultimi anni per favorire la risoluzione del conflitto israelo-palestinese, ma questo non giustifica minimamente le atrocità che Hamas sta commettendo contro la popolazione civile israeliana».
Sinistra italiana
Sia Sinistra Italiana sia Europa Verde – che in Parlamento compongono Alleanza Verdi-Sinistra – hanno condannato l’attacco di Hamas a Israele, ma hanno messo in evidenza quelle che secondo loro sono le responsabilità della comunità internazionale e del governo israeliano.  Il 7 ottobre il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni ha detto, per esempio, che dietro alla situazione in Israele c’è la responsabilità della comunità internazionale, che «da troppo tempo si gira dall’altra parte, che dimentica il conflitto israelo-palestinese, che dimentica la violazione sistematica della legalità internazionale e dell’occupazione israeliana», aggiungendo che è necessario garantire la sicurezza di Israele ma anche la protezione del popolo palestinese.  Il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli è sulla stessa linea di Fratoianni. «Profonda angoscia per quello che sta accadendo in Israele. L’attacco di Hamas va condannato e non aiuta la causa palestinese. La questione  palestinese è stata dimenticata dalla comunità internazionale e per questo bisogna lavorare per la pace e per due Stati e due popoli», ha scritto Bonelli su X. 
Profonda angoscia per quello che sta accendendo in Israele. L’attacco di #Hamas va condannato e non aiuta la causa palestinese. La questione palestinese e’ stata dimenticata dalla comunità internazionale e per questo bisogna lavorare per la pace e per due stati e due popoli— Angelo Bonelli (@AngeloBonelli1) October 7, 2023
Unione popolare
Il partito più critico nei confronti di Israele è Unione popolare, il movimento di sinistra radicale guidato dall’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris. In seguito all’attacco del 7 ottobre Unione popolare ha scritto: «Non simpatizziamo per Hamas ma va detto che non può essere qualificata come terrorismo la resistenza palestinese». Oltre al riconoscimento di «un libero Stato palestinese», Unione popolare ha quindi chiesto agli Stati Uniti e alla Nato di interrompere l’invio di armi a Israele.
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abr · 2 years ago
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«È così che la massa degli uomini serve lo Stato, non come uomini coraggiosi ma come macchine (...). Sono l'esercito permanente, la milizia volontaria, i secondini, i poliziotti. Nella maggioranza dei casi non c'è nessun libero esercizio del giudizio e del senso morale, sono al livello del legno, della terra, delle pietre. (...) E tuttavia, normalmente, quegli uomini sono considerati buoni cittadini. (...) hanno la stessa probabilità di servire Dio che, senza volerlo, di servire il diavolo.»
H.D. Thoreau, Disubbidienza civile
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Pistoia, in arrivo il Carnevale Pistoiese in piazza della Resistenza
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Pistoia, in arrivo il Carnevale Pistoiese in piazza della Resistenza.   L’edizione 2023 del Carnevale Pistoiese, organizzato dal Comitato cittadino con la compartecipazione del Comune, entrerà nel vivo domenica 5 febbraio con il primo appuntamento in piazza della Resistenza. I festeggiamenti si ripeteranno il 12 e 19 febbraio. I carri allegorici, realizzati dai volontari dei quattro Rioni cittadini, sfileranno a partire dalle 14.30 e ogni giornata di festa sarà animata anche da banchi gastronomici, scuole di ballo del territorio, truccabimbi, pony e attrazioni per adulti e bambini. L'ingresso al Carnevale è gratuito fino ai 12 anni di età, per il biglietto è previsto un contributo di 5 euro. Al momento dell'acquisto del biglietto saranno consegnati buoni sconto validi nei supermercati Conad di Pistoia, Mister Wizard e Andreini Giocattoli. La prevendita dei biglietti è effettuata dal bar Nazionale in piazza Leonardo Da Vinci, bar Crudelia in via Borgognoni, bar ristorante La Capannina a Bottegone e bar la Tazza Rossa di via Carratica. Per permettere l’appuntamento sono previste alcune modifiche alla viabilità dalle ore 11 alle 19. In piazza della Resistenza (nell’intera area di circolazione compresa l’area antistante la Fortezza Santa Barbara, il Parcheggio Resistenza e l’area a parcheggio in corrispondenza di via dei Campi) saranno vietati il transito e la sosta a tutti i veicoli, esclusi i mezzi inerenti la manifestazione. In via dei Campi, via Campo Marzio, via Ducceschi e via Martiri della Fortezza sarà in vigore il divieto di circolazione e di sosta ad eccezione dei soli residenti della zona, che potranno transitare mediante la restituzione temporanea del doppio senso di circolazione. In piazza Leonardo Da Vinci (in corrispondenza della rampa di accesso a piazza della Resistenza) sarà in vigore la direzione obbligatoria a diritto in via Carratica o a sinistra in direzione via Cesare Battisti - via Frosini. In via Carratica (in corrispondenza di via Campo Marzio) sarà istituita la direzione obbligatoria a diritto. In viale Arcadia (in corrispondenza della rotatoria di piazza della Resistenza) ci sarà la direzione obbligatoria a destra.  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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uberflussigermann · 1 month ago
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Von Berlin nach Venedig
Che mi vien da dir a proposito...
di che? Della guerra. Mi vien da dir che la guerra è malvagia, che vien da dir? mi vien da dir che la guerra è bastarda, che ha portato via il figliuol della signora Carmela e a me il fratello.
La guerra, signor mio, è la guerra, tutti sanno ch'è la guerra.
Ma le dico anche che la guerra, quella che si fanno gli uomini, è un bel capriccio di mocciosi, grassocci maiali. Così si dice de' politici e simili, no? Che son dei porci e avidi. Eppure l'abbiamo elletti noi, mio caro, proprio noi! che stiam qui a parlar del loro lavoro e di come lo fanno, che stiam qua a far gli esperti, come se fossimo in grado di far ciò che fanno loro sulle loro sedie.
No no, io le dico che ciò che fanno è una zecca infame. "e allora lo fan male!" ma cosa ne sa lei, di come si fa bene? la guerra, si, è un capriccio, e non soltanto dei politici, o dell'uomini potenti, ma capriccio anche nostro! noi che siamo lagnosi, e la guerra si fa perché la guerra serve, "e a che serve, a che serve?!" io le dico che serve, serve a far distoglier lo sguardo! ahi me quante quisquilie che ci son nelle cittadine, nel governo e nell'economia (e tant'altre cose).
A buttar la monnezza serve la guerra, ad aver sorrisi amari dopo la vittoria, e lasciar che l'cuore si faccia più leggero, per poco; per far dimenticare alla gente de' problemi di cui si lamenta, de' problemi grandi che non si sanno sciogliere.
La guerra è anche questo, signorotto, anche procrastinare.
C'è chi gode nel far la guerra, le dico, chi trae piacere a sentir le grida, ad impugnar le armi e a guidar carri armati, a sentir proprio il potere del Dio che predicano, aver in mano vite altrui e poter decidere del loro destino; c'è chi è allettato dal sapore del sangue e dall'ebbrezza di schiacciare, sopprimere, stringere nel loro misero pugno uomini altrettanto miserabili che han lasciato tutto per far la guerra, la guerra voluta da altri, la guerra che non avevano intenzione di combattere.
È un mezzo, la guerra, per raggiungere obbiettivi sulle carni degli aguzzini, un'infima, una malvagia scalata che calpesta i corpi dei propri cittadini o dei cittadini dell'altri.
"Ma noi facciam la guerra perché siam buoni, perché quelli a noi prossimi possan godere della vittoria, e della libertà! siam dal giusto noi, noi che facciam la guerra", e son parole tanto sentite queste, ma la guerra non è un espediente, e che razza di libertà è la libertà della guerra? io ve lo dico, è una libertà destinata a morir così com'è nata, con la guerra; perché la libertà della guerra è di chi la vince, e non un'emancipazione condivisa all'umanità... perché la libertà della guerra è gelosamente custodita, e non si lascia che venga infangata o trafugata da altri.
Si sa, certo che si sa, e non si vuol dire, così fa comodo.
C'è chi viene ingannato per far la guerra, chi tribola col sudore della fronte e la paura della battagia e delle file armate, quelli a cui vien detto di farlo per le persone amate, e per i bambini.
Che crudeltà, che ignobile frode, che codarda fallacia indurre qualcuno a far la guerra! a persuader cuori con essa, ed ancora, "è per il bene del paese e di chi lo popola".
È così che va, è così che non si senton lamentele.
E dunque, stolti ed esaltati marceranno sul fronte, co' gli stivali nel fango, sullo stesso suolo che un tempo vide le stesse sciagure e si prepara ad accoglier gli sventurati che impugnan la panoplia impolverata che fu dei loro padri, e de' padri prima di loro.
Ma lei, lei che adesso può, s'accenda pure un sigaro signorotto mio, se la goda 'sta Venezia che ce l'abbiamo solo noi, se la riguardi, se la rigiri tra i palmi de' le mani se le fa piacere.
E poi si prepari, s'addobbi a festa, che qui tocca far la guerra! e lo dica a tutti, lo dica, lo dica! che da Berlino si senton già gli spari...
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notiziariofinanziario · 3 months ago
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Le Monde titola: A Parma, guerra ai rifiuti
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Parma vanta il modello di raccolta, smistamento e riciclaggio dei rifiuti che fa scuola, come spesso hanno detto gli amministratori locali. Il reportage curato da Le Monde è contenuto nel più ampio rendiconto "Riparare la terra", dove si esalta il territorio per aver "dispiegato un arsenale di misure per ridurre drasticamente i rifiuti, controllo della spazzatura, incentivi, vaste unità di smistamento e di trattamento. Senza attendere l'ideale dello “zero rifiuti”, Parma appare come un modello per altre metropoli". "Ci ha fatto un enorme piacere scoprire che un giornale importante a livello internazionale come Le Monde è venuto a Parma per qualche giorno per studiare il nostro modello di raccolta e gestione e proporlo, in un lungo e articolato servizio, come esempio virtuoso di funzionalità e sostenibilità. Ora, questo riconoscimento conforta, ma soprattutto ci sprona a proseguire e migliorare su una strada che la nostra città ha positivamente intrapreso da oltre un decennio. E, sopra ogni cosa, ci ricorda che sui rifiuti le pubbliche amministrazioni, pur investendo risorse molto significative, si trovano a combattere la più dura delle battaglie contro l’inciviltà dilagante: abbandoni mirati, oggetti di ogni tipo consumati e gettati a terra, o da un ponte, esposizioni che non rispettano le regole di una normale e serena convivenza. Se tutto questo non avvenisse, se ognuno di noi avesse cura dei rifiuti che produce, le nostre città vivrebbero meglio e le amministrazioni non dovrebbero correre a pulire dove viene lasciato sporco. È un confronto quotidiano tra i tantissimi cittadini che hanno a cuore la cosa pubblica, che si comportano con coscienza e secondo le regole (e che ci permettono di essere presi a modello) e chi invece semplicemente se ne frega. Lavoriamo tutti insieme a questa battaglia di civiltà e nel frattempo implementiamo i buoni risultati che Le Monde riconosce a Parma", ha commentato il sindaco Michele Guerra su Facebook.  Read the full article
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jesaispasdancer · 3 months ago
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paese d'ombre, giuseppe dessì (il maestrale, 1972)
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“Che cos’è l’amore, si chiedeva, se poi quando si soffre non si trovano nemmeno le parole giuste per consolarsi. Concluse che l’amore è muto, e che per questo si possono amare anche le bestie, che non parlano. Lei e Angelo non si erano mai detti molte parole. Si erano amati, si amavano in silenzio.”
Questo libro mi fu consigliato, ormai alcuni anni fa, da una persona che fin da subito mi colpì per la sua cultura e la sua vicinanza al territorio, che percepii fin dalla prima conversazione con lei. Non ho suoi contatti da un po’, eppure ancora mi porto nel cuore il calore di quella prima conversazione, da cui traspariva un fortissimo amore per le foreste e colline da cui proveniva, e che in qualche modo riuscì a trasmettere anche a me.
È questo stesso amore per la natura ciò che funge da base per la storia raccontata in Paese d’ombre, romanzo di Giuseppe Dessì vincitore del Premio Strega nel 1972. Il Paese di cui si parla è Villacidro, qui mascherato sotto il nome di Norbio, luogo natale dell’autore, a cui egli dedica quella che è una lunghissima lettera d’amore, per i suoi abitanti, il suo territorio, la sua storia e cultura. Infatti, pur ruotando intorno alla vita di un singolo personaggio, Angelo Uras, ciò che dà linfa al romanzo è proprio la storia corale dei vari cittadini, i quali formano un mosaico di vite e avvenimenti capace di ritagliarsi il suo posto nella Storia. A fare da cornice, poi, è proprio Lei: nel libro sono infatti presenti i principali episodi storici avvenuti tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, visti da una prospettiva sarda, che spesso si tende a ignorare in nome di una presunta prospettiva italianizzata, che tralascia i sentimenti delle regioni minoritarie, in particolare nel periodo post-unificazione. Ciò che colpisce è la visione di una Sardegna terra di confine, mal integrata rispetto alle regioni del Nord, e da sempre vista più come una colonia da sfruttare che una parte integrante del nuovo Stato, in realtà anch’esso poggiante su deboli fondamenta.
“La salvaguardia delle foreste sarde non interessava ai governanti piemontesi. La Sardegna continuava ad esser tenuta nel conto di una colonia da sfruttare, specialmente dopo l’unificazione del Regno, e i suoi abitanti eran considerati alla stregua dei briganti calabresi.  Il governo regio e i fanatici dell’unificazione non avevano tenuto conto delle differenze geografiche e culturali, e avevano applicato sbrigativamente a tutta l’Italia un uniforme indirizzo politico e amministrativo. I politici, legati agli interessi del governo, predicavano la rassegnazione. I sardi si convincevano di essere sudditi e non concittadini degli italiani, e sempre più si abbandonavano alla loro secolare apatia e alla totale sfiducia nello Stato.”
Acquisiscono così nuova importanza fatti come l’introduzione della Legge delle Chiudende nel 1820, i cui echi permeano le vicende dei personaggi, in particolare di Angelo, homo novus motore del romanzo, che da povero contadino riceve una piccola fortuna, la quale servirà a dargli una posizione e un nome, crescendo man mano di più. Ciò che però non perde mai è la sua vena ambientalista, la quale diventa così uno dei messaggi principali del libro, e che lo porterà a difendere con forza e amore le foreste e i boschi del suo paese, ottenendo sempre più rispetto da parte dei suoi concittadini, dai quali fin da bambino era amato per il suo coraggio, i suoi ideali saldi e la sua moderazione.
“- Solo per piantare i pini - disse Angelo calmo. - Voi avete lasciato distruggere le foreste, io voglio piantarle di nuovo. - Ma perché proprio pini; perché pini e non querce?… I pini non danno frutti, non rendono. - Ma sono belli. Puliscono l’aria, fermano l’acqua e… non sono buoni da bruciare nelle fonderie. - Pura follia! - sospirò il vecchio Loru ormai più che novantenne. - Si tratta, per ora, di un progetto. Spero di riuscirci. - Ma chi te lo fa fare? - Mi piace. Fra cento anni questo paese… - Fra un secolo il cuore di questa gente sarà duro come è sempre stato. - Il cuore… l’anima... non m’importa di queste cose - disse Angelo tracannando d’un colpo un bicchierino d’acquavite. - Per questo non ho voluto farmi prete. Dopo pochi anni i pini erano quindicimila: una vera pineta giovane e vigorosa. Oggi, quasi un secolo dopo, a dispetto della cattiva amministrazione e della lottizzazione più volte minacciata e sempre incombente, i pini sono centocinquantamila e quando il vento soffia, rumoreggiano come il mare. Salendo verso la chiesetta, se ne vedono alcuni enormi, con i rami grigiastri come sconvolti da un vento cosmico che li abbia investiti, ma come il vento eterni, indistruttibili.”
Non solo Angelo, però, come già accennato, interviene nel libro: i personaggi sono tanti, ognuno dei quali è caratterizzato pienamente, e da cui è quasi difficile staccarsi a lettura finita. Uno di quelli che più mi è rimasto nel cuore è Sante Follesa, minatore a Buggerru, strenuo difensore dei diritti dei minatori. Per mezzo della sua figura ricevono un posto nel libro i fatti avvenuti nella cittadina mineraria nel settembre 1904, tristemente noti per l’eccidio che fu perpetuato nei confronti dei lavoratori in sciopero da parte dell’esercito italiano.
“Mi pare - disse Angelo - che ci sarebbe voluta più moderazione sia da una parte che dall’altra. Avete assalito i soldati: al loro posto, chiunque avrebbe fatto lo stesso. - Ma la questione sta proprio lì: i soldati non dovevano essere dov’erano. Li hanno fatti venire a Buggerru per spararci addosso e loro hanno sparato. No, non è questo il modo di risolvere le vertenze. - Tutti voi - continuò Sante - detestate la violenza e per voi gli armamenti non sono violenza. Gli altri subiscono, emigrano, non votano perché nullatenenti e analfabeti, e se si radunano in piazza per far valere le loro ragioni, gli si spara addosso. Voi, Angelo Uras, siete un uomo giusto, amministrate questo paese come se fosse roba vostra, come un padre di famiglia, ma non basta per cambiare il mondo. E il mondo ha bisogno di essere cambiato. Ci sono dei diritti uguali per tutti. E per questi diritti io sono pronto anche alla violenza. - Vuoi fare la rivoluzione? - chiese Angelo con tono scherzoso. - Se è necessario - rispose Sante con fermezza. - Non mi piace, come non piace a voi, ma non vedo altra soluzione. E quando si sparerà sul serio, io non sarò dalla vostra parte.”
Infine, come per chiudere un cerchio, vorrei focalizzarmi su un altro dei numerosi punti di forza di questo romanzo: le descrizioni. Anche a rischio di risultare pesante in alcuni punti, per via della mancanza di avvenimenti salienti, lo stile di scrittura poetico e appassionato riesce a rendere giustizia alla bellezza narrata in queste pagine: amore, natura, vita e morte trovano posto in queste vicende come in un quadro dipinto con sapienza, e numerosi passaggi riescono a smuovere nel lettore questi sentimenti in maniera fortissima.
“A Cagliari, sotto l’ampia tettoia della stazione furono circondati da un nugolo di piccioccus de crobi, i piccoli facchini cagliaritani, scalzi, vestiti di stracci e vispi come passeri, con le loro gialle corbule di giunco, sempre pronti a trasportare qualsiasi merce per pochi centesimi. Angelo di solito non rifiutava i loro servigi quando passava per il mercato a fare acquisti, prima di prendere il treno del ritorno; ma quel giorno era stanco e se li levò di torno in modo sbrigativo. Montarono sul tram a cavalli stracarico di gente sudata e impaziente, fiaccata dallo scirocco che portava, attraverso il mare, il fiato ardente del deserto africano. Pareva di essere ancora in piena estate. Il tram infilò la via fiancheggiata a sinistra dai grandi palazzi con gli alti portici ombrosi e a destra dai colossali ficus elastica dal fogliame folto, carico di polvere. Tra il fogliame s’intravedevano le locomotive e i piroscafi neri e rossi attraccati nella darsena accanto alle imbarcazioni a vela dalla poppa rotonda, quasi appoggiata alla banchina sulla quale si affaccendavano i facchini. Sul vocìo e lo sferragliare confuso, si alzavano tratto tratto il fischio delle locomotive o l’urlo cupo delle sirene. La via Roma era stipata di gente che non si capiva bene dove andasse, cosa facesse in quell’ora afosa, mentre il sole, nascosto dietro cumuli di nuvole, la accendeva di giallo, rosso, arancione, verde, turchino. Anche le facciate dei palazzi e le torri più alte del castello con le case stipate, stratificate fra ciuffi di palme e di agavi e i contrafforti dei bastioni medievali, si tingevano di quei colori fantastici che presto si sarebbero spenti lasciando la città sotto un cielo di ametista.“
Concludendo, questo non può che essere un libro da consigliare a tutti, non solo ai sardi, che sicuramente si ritroveranno nelle vicende di Angelo e dei suoi compaesani, ma anche chi della Sardegna sa ancora poco, perché in quest’appassionante cronaca di vita potranno cogliere un’occasione in più per entrare in contatto con questa terra ancora troppo bistrattata da chi non la comprende a pieno.
Una dolcissima dedica ricca d’amore all’Isola, che al tempo stesso in queste pagine si pone contro ogni guerra e sfruttamento inumano a danno dei suoi abitanti.
“In quel momento, mentre si alzavano i bicchieri e si brindava a non so quale felicità futura, dalla quale Marco e sua madre erano esclusi, in un punto lontanissimo, nella notte, morivano centinaia, migliaia di uomini. Anche se il babbo non stava morendo in quel momento, una pallottola poteva passare a un palmo dal suo cuore.”
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zabahronz · 3 months ago
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Il ritorno del Messia repubblicano
L'intervista del multimilionario detentore della piattaforma X (alle origini conosciuta come Twitter) Elon Musk ad un secondo multimilionario, questa volta candidato alla Casa Bianca, Donald Trump è stata a dir poco allucinante. I giornali l'hanno definita un confronto tra egocentrici, e personalmente mi troverei per un certo verso d'accordo, se non fosse per il fatto di aver avuto l'impressione di sentire un Elon molto impacciato (soprattutto quando si trattava di discutere di politica estera) e che quindi lasciava a Trump l'onere di condurre la conversazione a suo piacimento.
I temi trattati sono stati molteplici: si è partiti da un commento sul recente attentato nei confronti del tycoon, a temi di attualità come i conflitti russo-ucraini e israelo-palestinesi, passando alla questione del riscaldamento globale fino all'economia interna ed estera.
Trump non è di certo tipo da addolcire la pillola come ormai ben sappiamo, infatti inizia subito accusando l'attuale presidenza di aver portato l'America alle porte del baratro, di aver permesso ad assassini e criminali della peggior specie di entrare nel paese a fare solo danni, di aver impoverito i cittadini americani e di aver dato al mondo l'immagine di un America debole e facilmente raggirabile.
Qui vorrei attenzionare più nel dettaglio un punto: la retorica di questa campagna presidenziale trumpista è molto particolare, perché si sofferma non tanto sulla forza delle idee, che comunque sono molto pervasive e dal linguaggio violento e accattivante (si veda lo slogan "fight" ad esempio), quanto sulla forza fisica e sul peso carismatico. Trump richiama più volte alla necessità di far salire alla presidenza degli Stati Uniti una "persona forte" (per un attimo ha detto uomo per poi correggersi, ma ti ho sentito Donald non mi sfuggi) che sia capace di incutere timore ma anche di mantenere dei buoni rapporti con i paesi storicamente rivali. Da qui inizia ad autocelebrarsi dicendo come lui sia un buon amico di Putin, Kim Jong Un e Xi Jinping e, cosa più importante, affermando che se ci fosse stato lui alla presidenza non sarebbero scoppiate le guerre in Ucraina e in Medio Oriente. Avrebbe tranquillamente risolto la questione parlandone davanti a un caffè insomma.
Biden è un vecchietto debole e prossimo alla casa di riposo accompagnato da una folle estremista, lui è un uomo amato da tutti, ma anche temuto e rispettato da tutti. Quello di cui l'America ha bisogno.
Ma la discussione sul riscaldamento globale e sul nucleare è stato a mio parere il punto più fuorviante della live: Trump dice di non parlare di "global warming" ma di "nuclear warming", perché (e qui fatico a comprendere il nesso tra le due cose) in questo momento storico abbiamo cinque paesi detentori dell'atomica che potrebbero far scoppiare la terza guerra mondiale quando vogliono, e quindi di conseguenza la questione climatica diventa un problema secondario a confronto. Ci sono cose più importarti a cui pensare, perché diavolo non gli hanno permesso di piantare le trivelle in Alaska? Pensieri di un uomo completamente distaccato dalla realtà.
Si è anche aperta una parentesi sul disastro umanitario che è stato lo sgancio dell'atomica su Hiroshima e Nagasaki: Musk dice che i danni sono stati enormi ma poi i giapponesi sono stati capaci di ricostruire e ingrandire le due città (e vorrei credere con i sussidi americani!) quasi a voler dire che è stato un beneficio per il Giappone, mentre Trump dice che è stata una misura necessaria perché i giapponesi hanno attaccato per primi e dovevano essere puniti (porto militare = città abitate da civili tra cui bambini evidentemente). Un punto di vista assolutamente non colonialista mi dicono.
Lo so che sicuramente e giustamente penserete "si ma neanche i giapponesi erano dei santi, lo stupro di Nanchino e le donne di conforto coreane dove le metti?". Su questo vi do ragione, ciò che ha commesso l'esercito imperialista giapponese è gravissimo e va condannato, ma da qui a dire che anche i civili giapponesi meritavano questa suddetta punizione è da folli. L'atomica su Hiroshima e Nagasaki è un crimine di guerra come lo è Nanchino.
Insomma, tirando le somme, ho passato due ore a sentire i deliri di onnipotenza di un uomo che considera l'insulto dell'avversario un modo corretto e soprattutto vincente di fare politica, accompagnato da commenti per la maggioranza timidi e inconcludenti di un intervistatore non abituato a questo genere di palcoscenici. Anche se devo dire che sulla questione economica Musk si è dimostrato più competente di Trump, illustrando situazioni e teorie a cui il secondo a malapena faceva un accenno perché troppo preso dal parlare di quanto fosse bello e bravo.
Una manovra mediatica sicuramente ben riuscita considerando il numero degli ascolti, problemi tecnici durati 45 minuti a parte. Non vedo l'ora di scoprire la risposta della Harris, sia alla violenta stoccata dell'avversario che all'invito di Musk alla sua seconda live.
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