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#blog di moda e bellezza
likarotarublogger · 1 year
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Ventotene fashion week by E&R quinta edizione, dal 18 al 20 Agosto 2023.
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Nello splendore e nel fascino dell'isola pontina, dal 18 al 20 agosto 2023, si aprirà il sipario sulla quinta edizione del grande evento "Ventotene Fashion Week" ideato e organizzato dalla stilista internazionale Elena Rodica Rotaru.
Gli organizzatori della manifestazione sono l'associazione Lika Eventi, il Comune di Ventotene e Pandatariafilm film.
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Tre giorni che presenteranno il fascino della moda, del design, della bellezza e dei colori artistici dell'isola.
Ventotene Fashion Week è un evento legato alla moda e ispirato alle caratteristiche identitarie dell'isola di Ventotene, ma è anche un concorso per stilisti emergenti, sarti, negozi di abbigliamento e coinvolge anche l'arte e la gastronomia italiana.
Diventa sempre più importante caratterizzare gli eventi coinvolgendo le persone che abitano i territori e che, quindi, ne fanno una manifestazione di partecipazione che viaggia insieme alla proposta di abbigliamento e di immagine.
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Ventotene, vento dell’anima, tzunami del cuore.
Ti lascio e ti ritrovo sempre con l’ansia di un amante.
Vulcano emerso, “cono di bottiglia”, approdo sicuro per cuori ed ali affaticate.
Saperti ferma con ogni mare, rifugio tranquillo del mio spirito, evochi e semplifichi le mie fughe.
Scoglio del cuore, vento dell’anima… mano tesa sostieni piccoli grandi uomini, uccelli coraggiosi e stanchi.
Terra di confine, orizzonte finito… semplice e dolce accogli imperatori, puttane, poeti e patrioti, dissidenti e gente controvento…
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LOCATION:
Piazza Chiesa di Ventotene, alcuni locali privati dell’isola e Piazza Castello di Ventotene sono disponibile per questi eventi culturali attraverso alla moda, l’arte e bellezza.
Il 20 Agosto 2023 alle ore 21,00 -01.00 sarà la Gran Gala serata dedicata ai stilisti che participa al concorso per il premio
“Vento Fashion” quinta edizione 2023.
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VISIBILITA’
L’evento oltre il contest metterà in condizione gli stilisti di poter proporre le loro collezioni moda alla presenza di giornalisti, fashion blogger , fotografi specializzati attori e cantanti, oltre ad essere visto da un folto pubblico in tv e su vari social.
L’evento sarà messo in risalto da vari giornali e riviste di moda italiana e internazionale. Ogni stilista potrà esibire 10-15 capi scelti della propria collezione ed evidenziare il proprio talento non solo davanti alle telecamere, agli ospiti e fotoreporter ma anche davanti una giuria,la quale assegnerà il premio ”
VENTO FASHION ‘’
La giuria sarà composta da giornalisti del settore ,fashion blogger e vip tv. All’evento saranno presenti operatori dell’informazione, televisivi e fotografi.
Informazione generale e per gli stilisti che participa alla gara di moda :
WastApp : 00393276303494 - Elena
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https://www.fashionluxury.info/it/eventi/2022/07/07/ventotene-fashion-week-by-er-30-giugno-03-lugio-2022-la-pace-e-un-sogno/
Articolo di @likarotarublogger @elenarodicarotaru-blog
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tecnowiz · 1 year
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Come trovare e seguire i canali su WhatsApp
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I canali su WhatsApp sono un modo per rimanere aggiornati su temi di interesse, ricevere consigli, informazioni e offerte, o semplicemente divertirsi con altri utenti che condividono le stesse passioni. Ma come si fa a trovare e seguire i canali su WhatsApp? In questo articolo ti spiegheremo tutto quello che devi sapere per scoprire e unirti ai canali che più ti interessano.
Scopri come trovare e seguire i canali su WhatsApp per ricevere contenuti interessanti, notizie aggiornate e informazioni utili direttamente sul tuo smartphone.
Che tu voglia rimanere aggiornato sulla tua squadra sportiva preferita o sugli ultimi aggiornamenti dei tuoi funzionari locali, i canali WhatsApp sono un ottimo modo per farlo senza rivelare il tuo numero all'amministratore o ad altri follower. Ma senza perdere altro tempo andiamo avanti e leggiamo i prossimi paragrafi.
Cos’è un canale su WhatsApp?
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Un canale su WhatsApp è un gruppo di chat in cui solo gli amministratori possono inviare messaggi agli altri membri. Gli amministratori sono coloro che creano il canale e ne gestiscono le impostazioni, come il nome, la foto, la descrizione e le regole. Gli altri membri possono solo leggere i messaggi inviati dagli amministratori e non possono rispondere o interagire tra loro. I canali su WhatsApp possono essere pubblici o privati. I canali pubblici sono aperti a chiunque voglia unirsi e sono visibili nella ricerca di WhatsApp. I canali privati sono accessibili solo tramite un link di invito che gli amministratori possono condividere con chi vogliono. I canali privati non sono visibili nella ricerca di WhatsApp e richiedono l’approvazione degli amministratori per entrare. I canali su WhatsApp possono trattare qualsiasi argomento, come attualità, musica, cinema, libri, viaggi, cucina, salute, benessere, moda, bellezza, tecnologia, videogiochi, sport e molto altro.
Come trovare i canali su WhatsApp?
Ci sono diversi modi per trovare i canali su WhatsApp. Il più semplice è usare la funzione di ricerca integrata nell’app. Per farlo, segui questi passaggi: - Apri WhatsApp e tocca Aggiornamenti (precedentemente noto come Stato ). - Nella scheda Aggiornamenti, seleziona Vedi tutto adiacente a Trova canali . Se non hai già canali che segui, seleziona il pulsante Trova canali in basso. WhatsApp ti porterà a una pagina di directory dedicata dove potrai vedere diversi canali che puoi seguire.
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- Sfoglia l'elenco per trovare un canale che potrebbe suscitare il tuo interesse. Per impostazione predefinita, i canali sono ordinati in base alla popolarità, ma puoi toccare il pulsante Ordina in alto a destra per selezionare un ordine diverso per facilitarne la scoperta. In alternativa, utilizza il pulsante Cerca in alto per scoprire facilmente i canali. Oltre a utilizzare la funzione di ricerca integrata per trovare i canali WhatsApp, puoi anche ottenere link di invito dalle tue organizzazioni sui loro social media. Un altro modo per trovare i canali su WhatsApp è usare siti web o app esterne che raccolgono e catalogano i link dei canali pubblici. Alcuni esempi sono: - WhatsGroup: un sito web che offre una vasta selezione di canali suddivisi per categorie e paesi. - Group Links: un’app gratuita per Android che permette di cercare e unirsi a migliaia di canali su vari temi. - Groups for Whatsapp: un’app gratuita per iOS che consente di scoprire e accedere a numerosi canali in diverse lingue. Infine, puoi trovare i canali su WhatsApp anche tramite il passaparola o seguendo le indicazioni di altre fonti online, come blog, social media, podcast o newsletter. Spesso gli amministratori dei canali promuovono i loro gruppi tramite questi mezzi per aumentare la visibilità e il numero di membri.
Come seguire i canali su WhatsApp?
Seguire i canali su WhatsApp è molto semplice. Una volta che hai trovato il canale che ti interessa, devi solo toccare o cliccare sul link di invito e confermare la tua volontà di entrare nel gruppo. A questo punto, potrai leggere i messaggi inviati dagli amministratori e ricevere le notifiche relative al canale. - Seleziona la scheda Aggiornamenti di WhatsApp . - Tocca il pulsante Trova canali o Vedi tutto in basso per andare alla pagina della directory dei canali.
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- Trova un canale con cui desideri rimanere aggiornato e tocca il pulsante Più (+) per seguirlo. Puoi anche visualizzare in anteprima gli aggiornamenti di un canale prima di seguirlo toccando il suo nome e quindi selezionando Segui in alto a destra. In alternativa, nella scheda Aggiornamenti , se vedi un canale che desideri seguire consigliato in Canali , selezionalo. Quindi, una volta che sei sulla pagina del canale, tocca Segui in alto a destra.
Quali sono i vantaggi di seguire i canali su WhatsApp?
Seguire i canali su WhatsApp ha molti vantaggi, tra cui: - Ricevere contenuti di qualità e di interesse direttamente sul tuo smartphone o sul tuo computer. - Rimanere aggiornato su temi che ti appassionano o che ti possono essere utili. - Scoprire nuove informazioni, idee, risorse e opportunità. - Divertirti con contenuti originali e divertenti. - Risparmiare tempo e fatica nel cercare le fonti più affidabili e pertinenti. - Fare parte di una comunità di utenti che condividono le tue stesse passioni.
Quali sono gli svantaggi di seguire i canali su WhatsApp?
Seguire i canali su WhatsApp ha anche alcuni svantaggi, tra cui: - Ricevere troppe notifiche e messaggi che possono distrarti o annoiarti. - Rischiare di imbattersi in contenuti falsi, fuorvianti o inappropriati. - Non poter interagire con gli altri membri del canale o con gli amministratori. - Non poter esprimere la tua opinione o il tuo feedback sui contenuti ricevuti. - Occupare spazio nella memoria del tuo dispositivo con le immagini, i video e gli adesivi scaricati dal canale.
Come smettere di seguire un canale WhatsApp
A causa della popolarità di WhatsApp , potresti trovarti facilmente bombardato da messaggi se segui troppi canali. Per evitare ciò, puoi disattivare l'audio di un canale o smettere di seguirlo. Se desideri smettere di seguire un canale su WhatsApp, puoi farlo in pochi semplici passaggi. Questa semplice guida dovrebbe fare al caso tuo.
Conclusioni
I canali su WhatsApp sono una funzionalità che ti permette di seguire gruppi pubblici o privati che condividono contenuti di vario tipo. Per trovare e seguire i canali su WhatsApp puoi usare la funzione di ricerca integrata nell’app, siti web o app esterne che raccolgono i link dei canali pubblici, o il passaparola o altre fonti online. Seguire i canali su WhatsApp ha vantaggi e svantaggi, quindi devi scegliere con cura i migliori canali in base ai tuoi interessi e alle tue esigenze.
Note finali
E siamo arrivati alle note finali di questa guida. Come trovare e seguire i canali su WhatsApp. Ma prima di salutare volevo informarti che mi trovi anche sui Social Network, Per entrarci clicca sulle icone appropriate che trovi nella Home di questo blog, inoltre se la guida ti è piaciuta condividila pure attraverso i pulsanti social di Facebook, Twitter, Pinterest e Tumblr, per far conoscere il blog anche ai tuoi amici, ecco con questo è tutto Wiz ti saluta. Read the full article
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solisjetflights · 1 year
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Itinerario Di Viaggio Di Lusso Di 3 Giorni A Saint-Tropez
Preparatevi a indossare gli occhiali da sole e a sciogliere i capelli perché stiamo per tuffarci a capofitto nel mondo sfarzoso e glamour di Saint-Tropez! 
Allacciate le cinture perché non stiamo parlando di un viaggio qualsiasi, ma di una stravaganza di 3 giorni che vi farà vivere la vostra vita migliore in questo paradiso mediterraneo. 
Saint-Tropez non è la solita fuga. È un luogo dove il lusso e lo stile regnano sovrani. Spiagge meravigliose, ristoranti gourmet e shopping di alto livello da far arrossire la vostra carta di credito! 
In questo blog vi sveliamo tutti i segreti per aiutarvi a pianificare un viaggio da sogno. Dal sorseggiare champagne in beach club che gridano “cool” all’esplorare le acque scintillanti della Costa Azzurra, abbiamo pensato a voi.
Quindi, prendete il vostro costume da bagno più elegante, il vostro abito più favoloso e preparatevi a lasciarvi stupire dalla pura opulenza di Saint-Tropez. Questo è il vostro biglietto per un’avventura di tre giorni tanto divertente quanto favolosa! Tuffiamoci!
Giorno 1: Arrivo e relax sulla spiaggia
Mattina:
Arrivo all’aeroporto di Nizza Costa Azzurra e trasferimento a Saint-Tropez in auto privata con autista o in elicottero.
Check-in nel vostro hotel o villa di lusso con vista sul Mar Mediterraneo.
Pomeriggio:
Raggiungete una delle famose spiagge di Saint-Tropez, come la spiaggia di Pampelonne.
Prenotate una cabina privata sulla spiaggia con un servizio attento.
Gustate un pranzo gourmet a base di pesce proprio in riva al mare.
Sera:
Rinfrescatevi e passeggiate per le affascinanti strade di Saint-Tropez.
Cenate romanticamente in un ristorante stellato Michelin come Le Vague d’Or.
Giorno 2: Esplorare Saint-Tropez
Mattina:
Iniziate la giornata con una deliziosa colazione presso il vostro alloggio.
Visitate il centro storico di Saint-Tropez. Esplorate il mercato di Place des Lices per acquistare prodotti locali e souvenir.
Partecipate a una visita guidata della Cittadella di Saint-Tropez per ammirare i suoi panorami mozzafiato.
Pomeriggio:
Pranzo tranquillo in un elegante bistrot della Città Vecchia.
Esplorate il Museo dell’Annonciade, con opere d’arte impressionista.
Trascorrete il pomeriggio facendo shopping in boutique di alto livello come Chanel e Louis Vuitton.
Sera:
Cenate in un ristorante alla moda come L’Opera o Le Byblos per assaggiare la cucina locale e internazionale.
Dopo cena, sperimentate la vita notturna di Saint-Tropez in bar come Les Caves du Roy.
Giorno 3: Esperienza in yacht di lusso
Mattina:
Dopo la colazione, recatevi al porto e salite a bordo di uno yacht privato di lusso.
Navigate lungo la splendida costa della Costa Azzurra.
Godetevi le attività sportive acquatiche come lo snorkeling e la moto d’acqua.
Pomeriggio:
Assaporate un pranzo gourmet preparato dallo chef di bordo.
Visitate le isole vicine come Porquerolles o Île de Port-Cros per esplorare l’isola e rilassarvi.
Sera:
Ritorno a Saint-Tropez e sbarco dallo yacht.
Cena d’addio in un ristorante sul lungomare con una splendida vista sul tramonto.
Questo itinerario dovrebbe darvi un assaggio del lusso e della bellezza che Saint-Tropez ha da offrire. Godetevi il vostro viaggio!
Una fuga di lusso di 3 giorni a Saint-Tropez offre un mix perfetto di relax, cultura e lusso. Dalle spiagge incontaminate e dal vivace centro storico alla stravaganza degli yacht privati e dei ristoranti gourmet, Saint-Tropez promette un’esperienza memorabile per chi cerca le cose più belle della vita. Sia che vi stiate rilassando sulle spiagge baciate dal sole, sia che stiate esplorando i siti storici o assaporando una cucina di livello mondiale, questa pittoresca cittadina della Costa Azzurra vi lascerà sicuramente il ricordo di una fuga davvero lussuosa.
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lamilanomagazine · 1 year
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Arezzo, arriva il raduno italiano dei maestri d’eleganza che il 6 e 7 maggio animerà le vie del centro.
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Arezzo, arriva il raduno italiano dei maestri d’eleganza che il 6 e 7 maggio animerà le vie del centro. La “crisi” del settimo anno di matrimonio? Ai dandy fa un… baffo. Il raduno italiano dei maestri d’eleganza torna ad animare le vie del centro storico di Arezzo: in concomitanza con la Fiera Antiquaria – in programma il 6 e il 7 maggio – si svolgeranno anche i DandyDays. La “manifestazione” nella “manifestazione” è realizzata col patrocinio del Comune e della Provincia, il sostegno della Fondazione Arezzo Intour e la collaborazione di Casa Thevenin che accoglie bambini con problemi familiari, difficoltà scolastiche e ragazze madri in situazioni di disagio. Anche quest’anno l’evento rinnova il suo intento filantropico: i fondi raccolti saranno donati all’istituto aretino per la realizzazione delle camere dei neomaggiorenni.   Una due giorni tra moda e arte dedicata alla solidarietà “Con la Fiera Antiquaria di maggio tornano i DandyDays e Arezzo diventa lo scenario perfetto per celebrare l’eleganza – dichiara Simone Chierici, assessore al turismo del Comune di Arezzo e presidente della Fondazione Arezzo Intour –. Siamo lieti di accogliere una manifestazione che bene si sposa alla nostra città, e allo spirito raffinato e ricercato che la contraddistingue. Un’iniziativa che oltre alla bellezza, valorizza la solidarietà e che infatti vedrà di nuovo i Dandy collaborare con Casa Thevenin”.   Tutti insieme per Casa Thevenin “Ancora una volta il nostro istituto è partner dei DandyDays, una collaterale della Fiera Antiquaria che porta ad Arezzo, da tutta Italia e non solo, testimonial importanti dell’eleganza, del saper vivere, delle buone maniere – racconta Sandro Sarri, Presidente della Fondazione Thevenin –. Una due giorni che negli anni ha portato dei bei contributi alla nostra realtà, permettendoci di farci conoscere da personaggi che poi sono si ricordano di noi tutto l’anno. Un grazie doveroso va agli ideatori di questa bellissima avventura, Alessio e Stefania, a tutte le istituzioni che insieme alle nostre aziende amiche ci supportano ogni volta con importanti contributi siano essi in denaro piuttosto che in servizi, ma il grazie più grande va a tutti i dandy e a tutti coloro che parteciperanno alle tante iniziative messe in campo per questa edizione di maggio 2023”.   Gli organizzatori Alessio Ginestrini e Stefania Severi, titolari de “Impero Progressivo barber shop & hair therapy” di Arezzo e patron dell’evento entrano nei dettagli. “L’edizione 2023 la vogliamo definire con una parola: ‘Completezza’. Per organizzarla abbiamo ‘sudato sette camicie’: siamo riusciti a coinvolgere più di 50 attività produttive - eccellenza del Made in Italy - che si ritroveranno ad Arezzo per collaborare, con un inchino alla solidarietà. Ogni evento collaterale, dal concorso con le biciclette da passeggio al picnic sull’erba, sarà impreziosito dai colori dei monumenti del centro storico, alchimie raffinate con la fiera antiquaria”. Dandy, gentlemen e dandy lady da tutta Europa quindi “si ritroveranno nella nostra città per riportare le lancette della seduzione agli anni ’70 e alla frenesia del Corso Italia, bello, spensierato e pieno di speranza”.   Gli ospiti Ai “DandyDays” 2023 saranno presenti Stefano Agnoloni, maestro di stile ed esperto di buone maniere e gran cerimoniere della manifestazione sin dalla prima edizione; Niccolò Cesari, brand ambassador di successo e creativo digitale e Andrea Raffaelli, web influencer e social media manager e autore de “The italian gentleman – Il blog del marchese”. Ospiti d’eccezione di quest’anno saranno Damiano Landi, console del Touring club italiano, nonché Cavaliere Arciconfraternita di Parte Guelfa e Accademico Benemerito dei Cavalieri di Santo Stefano, Valentino Odorico, giornalista di moda e lifestyle, scrive per numerose testate internazionali di settore, l’attore e modello Luca Gugliemi, discendente di Rodolfo Valentino da cui ha ereditato lo sguardo magnetico e la passione per la recitazione e i noti sarti napoletani Gennaro Formosa e Aldo Trama.     IL PROGRAMMA DELLA MANIFESTAZIONE Sabato 6 maggio - Alle 10, ritrovo degli ospiti nell’Atrio d’Onore del Palazzo della Provincia di Arezzo, dove gli artigiani e i commercianti sponsor dell’evento si daranno appuntamento per la prima giornata del raduno per un’esposizione di capi di abbigliamento e accessori artigianali di alto livello. Sempre alle 10 il primo concorso di bici da passeggio intitolato “R.S.C. Elegance Bicycles” si radunerà al Prato di Arezzo in una mostra statica. Le biciclette storiche “classica e da passeggio” rimarranno in esposizione per appassionati e curiosi sino alle 18. Per tutti gli appassionati in cerca di informazioni saranno a disposizione gli addetti del Registro Storico Cicli e della Biblioteca del ciclista. (NB. Chiunque voglia partecipare con la propria bicicletta vintage con freni a bacchetta e dresscode abbinato, può iscriversi al momento donando una piccola quota a Casa Thevenin). Il Parco più antico della città farà da sfondo anche al Gruppo storico nazionale dei vigili del fuoco di Prato con i mezzi d’epoca, affiancati dalle bandiere dell’Associazione culturale Museo Parco delle rimembranze, in bella mostra. - Alle 11,30 il taglio del nastro ufficiale con la presenza delle autorità cittadine all’Atrio d’Onore della Provincia (Via Ricasoli, 50). A mezzogiorno si avvierà la passeggiata dei dandy e delle loro signore per le vie del centro storico alla scoperta della città e dei tesori nascosti delle bancarelle della Fiera Antiquaria. - Alle 13 tutti al brunch di benvenuto privato nel chiostro del Comune, dove sarà possibile ammirare i colori della Giostra del Saracino. - Alle 14,30 il cammino guidato dei dandy proseguirà con l’accompagnamento della guida turistica Debora Bresciani in direzione del museo archeologico nazionale intitolato a Gaio Cilnio Mecenate, che sorge sui resti dell’anfiteatro romano. - Alle 16 si tornerà al Prato di Arezzo dove gli esperti del Registro storico cicli premieranno la più bella bici storica in mostra. - Alle 17.30 il gruppo dei dandy arriverà in piazzetta di San Michele dove si terrà una tavola rotonda moderata dallo scrittore aretino Francesco Maria Rossi, dal titolo “Anche i dandy mangiano fagioli”. Cibo, territorio, sostenibilità ed eleganza: chi sogna vince su chi pensa. - Alle 21 cena di gala privata a scopo benefico al giardino di Casa del Thevenin (Via Sasso Verde, 32), raccolta fondi per l’istituto. L’evento sarà curato da professionisti enogastronomici dell’aretino, arricchita dalla presenza dell’Associazione italiana sommelier (Ais Toscana), dall’Associazione nazionale assaggiatori grappa e acquaviti (Anag Toscana) e la Compagnia toscana sigari (Cts) che per l’occasione presenterà la sua produzione di sigari italiani di alta qualità realizzati secondo la tradizione della tabacchicoltura toscana della Valtiberina. Ospite della serata – presentata dalla show girl Valentina Marconi – sarà la cantante italo-svizzera Sonia Mazza che dopo il successo del Sanremo Music Awards a Cuba si esibirà in trio, con contrabbasso e chitarra e presenterà i pezzi del suo nuovo album acustico.     Domenica 7 maggio - Si riparte alle 10 con il ritrovo degli ospiti nell’Atrio d’Onore del Palazzo della Provincia di Arezzo, dove gli artigiani e i commercianti sponsor dell’evento si daranno appuntamento per l’ultima giornata del raduno per un’esposizione di capi di abbigliamento e accessori artigianali di alto livello. - Alle ore 10,30 parata di auto d’epoca per le vie del centro storico del gruppo ”Amici della ruggine” che farà poi il suo ingresso al Prato, per radunarsi in una mostra statica in sosta al parco cittadino per tutta la giornata. Le iscrizioni all’evento di veicoli storici saranno devolute interamente a Casa Thevenin. - Alle 11 il ritrovo dei dandy all’Atrio d’onore del Palazzo della Provincia di Arezzo per un’escursione al Museo dell’Oro. - Alle 12 al Prato di Arezzo si terrà il primo “Petit dejeuner sur l’herbe” a contatto con la natura, la storia, l’architettura e l’arte del territorio. All’arrivo sarà consegnato a ogni partecipante un box picnic contenente una selezione accurata di prodotti tipici dell’aretino da degustare sul prato con tovaglia in stile british. Un’occasione originale per palati raffinati, aperta a grandi e piccini, per trascorrere in compagnia dei dandy ospiti della manifestazione, una giornata all’insegna della convivialità e del divertimento. Durante la colazione sull’erba alcune scuole di ballo, palestre e artisti di strada si esibiranno in prove che faranno da sfondo all’evento. L’intero ricavato delle offerte sarà donato a casa Thevenin. - Alle 14,30 è prevista una visita guidata con Chiara Barbagli al museo nazionale d’arte medievale e moderna. - Alle 16 verrà presentato in assoluta anteprima nazionale il nuovo libro di Elisa Volta “Bon ton a quattro zampe. Manuale di Pet Etiquette” (Effedì edizioni) dedicato all’eleganza, alle buone maniere dei nostri amici pelosi e non solo. - Alle 18 ritrovo all’Atrio d’Onore della Provincia arricchito dalla presenza dell’Associazione italiana sommelier (Ais Toscana) con Strada del vino Terre di Arezzo, per i saluti con un arrivederci alla prossima edizione dei DandyDays.     IL TALK SHOW “Anche i dandy mangiano fagioli” Sabato 6 maggio - ore 16 Piazza san Michele (Corso Italia)   Come da tradizione, anche quest’anno i DandyDays ospiteranno un momento di confronto e di riflessione sullo stile e sulle “sfide” del futuro: la tavola rotonda 2023, in programma sabato 6 maggio alle 16 in Piazza San Michele (Corso Italia) e moderata dallo scrittore aretino Francesco Maria Rossi, è intitolata “Anche i dandy mangiano fagioli. Cibo, territorio, sostenibilità ed eleganza: chi sogna vince su chi pensa”. Al centro (tavola) quindi sostenibilità ambientale, “dandy green” fra consumismo e decrescita felice, virtualità e materia. Ma quest’anno l’obiettivo è quello di andare alla sorgente della vita e parlare del cibo, di alimentazione, di salute nel piatto e tutela del territorio. Se è vero che l’uomo è ciò che mangia, allora ognuno – dandy o non dandy, utopista o benpensante – ha l’obbligo morale di nutrirsi bene e permettere anche agli altri di farlo, fra libertà personale e appartenenza collettiva. I DandyDays si propongono ancora una volta di stimolare una riflessione collettiva e cioè che su tutti questi temi fondamentali il dandismo contemporaneo abbia da dire (e da fare) qualcosa di importante, con grande senso di responsabilità e consapevolezza. Se è vero che l’attuale società di massa ha negato la naturalezza e la spontaneità, frammentando la realtà in mille rivoli, se è vero che il consumo ha vinto sulla politica e sulla religione, pervadendo anche le aree più intime del genere umano, allora il dandy, nella sua continua ricerca di unità attraverso mezzi etici ed estetici, nel suo individualismo colmo di senso della responsabilità personale, nella sua ricerca utopistica di eleganza e sincerità stilistica a 360 gradi, può davvero dare un contributo per salvare la bellezza del mondo, ovvero l’essenza stessa della nostra vita e il senso di giustizia, equità e libertà secondo il motto: “Mangiare bene, mangiare tutti”. Naturalmente si parlerà di tante altre cose: della bellezza come eleganza e della “sprezzatura” (ovvero dell’eleganza senza sforzo), della individualità prorompente del dandy in relazione al narcisismo omologato del web, di materia e virtualità, del rapporto con gli animali domestici, del viaggio dell’uomo, di tutti gli status symbol che hanno valore per i dandy, dell’apparire, dell’essere e del fare, di attualità e – ultimo ma non per importanza – dell’amore.    ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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loveint-diario · 2 years
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Se il 2016 era stato un anno terribile, il 2017 fu il mio annus horribilis. Lo stesso giorno che diedi le dimissioni, arrivò il referto della PET di mio padre. Iniziarono i nostri numerosi e interminabili viaggi a Catania e a Palermo, per ascoltare i pareri degli specialisti e valutare le possibili cure. Una volta fissato l’intervento, mia madre ed io affittammo un B&B a Catania vicino all’ospedale dove avevano ricoverato mio padre. In quella occasione portai con me Paco, un cagnolino che l’anno prima avevo trovato abbandonato al centro dove lavoravo e dal quale mi ero dimessa, e che avevo adottato. Mostrai a mia madre per farla ridere, dato che non viveva con noi e conosceva poco Paco, come si andasse subito a nascondere sotto il letto, quando mi vedeva indossare i guanti di gomma o quando gli dicevo “Andiamo a fare il bagno!”, odiava il momento della toletta.
Il venerdì successivo su Instagram il contest chiedeva: cosa fa nascondere il tuo animale domestico? La meta era di postare durante il week-end foto e video (era stata aggiunta la nuova funzione) che ritraevano i comportamenti dei propri animali domestici in situazioni familiari e casalinghe. Il post della chiamata mostrava un gatto che si nascondeva furtivo, dopo aver mangiato un pezzo di torta lasciato sul tavolo.
Continuavo a pensare ancora che fosse opera del fotografo inglese, non capivo però questo accanimento, qualcosa non tornava. Era come se cercasse proprio di farsi odiare, selezionava e prendeva momenti della mia vita così intimi e privati come non aveva mai fatto in precedenza, sembrava che dovesse arrivare ovunque io fossi, che non dovesse perdersi nemmeno un minuto della mia vita, incurante dell’effetto che questo potesse avere su di me in quel momento così delicato. Avermi hackerato era già un motivo sufficiente per non aspettarmi il bene da questa persona, ma fino al momento in cui ancora lo seguivo, non aveva mai usato modi aggressivi o offensivi, non aveva preso nulla di intimo dalla mia vita privata, aveva utilizzato quello che condividevo sul social e quello che condividevo con per comunicare con lui, solo come fonte d’ispirazione e almeno sul suo account ufficiale, aveva continuato a farlo anche quando smisi di seguirlo.
L’inquetudine veniva da Instagram. Era l’account ufficiale di Instagram che parlava un linguaggio diverso e aggressivo, che si esprimeva attraverso la scelta dei contenuti più intimi e personali della mia giornata. Le immagini erano meno belle, i messaggi non erano più sofisticatamente celati nell’equilibrio tra immagine e parole, erano diventate una palese eco, una rozza ripetizione di quello che dicevo o che mi accadeva, nient’affatto mascherata. Anche la scelta dei profili da promuovere era cambiata. Gli istagramer selezionati non erano più artisti scelti prevalentemente per l’originalità delle loro opere, erano adesso persone comuni scelte per quello che facevano, per le campagne in difesa dei diritti che promuovevano, con una netta preferenza per le minoranze. Ma apparivano anche contenuti legati alla moda come sfilate e fotomodelle, donne che facevano yoga o si occupavano di bellezza delle donne, rapper e chi si ribellava a quello che oggi chiamiamo body shaming.
Nello stesso periodo in cui avevo smesso di seguire l’hacker-fotografo, avevo iniziato a seguire un personaggio famoso, uno scrittore italiano del quale avevo letto un paio di libri e il cui account ufficiale mi fu suggerito dalla piattaforma. Come dissi all’inizio di questo blog, mi sembrò di poter rintracciare l’inizio di quello che in seguito è diventata la pratica di stalking online di cui sono vittima, nel momento in cui lasciai un commento su un suo post, oggi che però, ho molte più informazioni e sono passati anni, posso senza ritenermi troppo lontana dal vero, affermare di essere stata indotta a seguire tale personaggio e di essere stata provocata ad interagire con lui. Mentre nel passato ho maledetto non so quante volte le mie azioni, ritenendomi l’unica responsabile di quello che mi stava accadendo e del fatto che non riuscissi a liberarmene, oggi posso riconoscere quanto la mia ingenuità riguardo le pratiche di hackeraggio, diciamo proprio la mia ignoranza, ma soprattutto lo stress che vivevo in quel momento della mia vita, siano stati crudelmente sfruttati per condurmi a cadere nella ragnatela che aveva tessuto.
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Un giorno lasciai un commento su un suo post, non mi rispose ma nei suoi post successivi utilizzò il contenuto del mio commento e i temi dei miei post. Lo notai ma non mi agganciò fino a quando un giorno, postai il video con il canto di due uccellini. Ero in ospedale, mio padre aveva già subito l’intervento e mia madre si era trasferita in ospedale con lui per assisterlo, io mi occupavo di quello che serviva da fuori, finito l’orario di visita serale tornavo al B&B. Una di quelle sere, scendendo le scale dell’ospedale avevo sentito due uccellini cantare, due canti diversi, quasi un dialogo. Mi affacciai dalla finestra e li vidi, presi il telefono e li filmai. Il maschio cantava la femmina rispondeva, finché l’uno volò sul cornicione opposto raggiungendo l’altra, per poi volare insieme e sparire dalla mia inquadratura.
Nonostante ciò che era accaduto su Instagram, mi persuasi che fosse necessario  continuare a condividere un po’ di magia, un po’ di naturale poesia della vita con la comunità del social. Anche se il mondo stava accadendo a pezzi intorno a me, e forse proprio per quello, cercavo sempre qualche cosa, anche piccolissima, in ogni santo giorno, che mi facesse sorridere o mi invogliasse a sperare.
Il post successivo fu un video in cui lo scrittore appariva sorridente, alle sue spalle degli alberi e in sottofondo uccelli che cantavano, come sottolineavano le sue parole, mentre esprimeva la sua felicità nel trovarsi in un così poetico scenario. Da quel momento in poi capii quello che mi era sembrato solo un sospetto, la fase dell’aggancio era avvenuta e a differenza di quello che mie era accaduto prima, non si trattava di messaggi celati tra dettagli figurativi, questo user ci metteva la faccia, si faceva selfie, si riprendeva in video mentre leggeva poesie d’amore e gli effetti speciali non finirono qui.
Quando mio padre tornò a casa dall’ospedale, iniziò la fase più difficile della sua malattia, l’allettamento; dal rientro in ospedale non uscì più e non riusciva ad alzarsi dal letto nemmeno per mangiare. Tranne i momenti in cui lavoravo, un paio di pomeriggi a settimana, le mie giornate consistevano nel districare la burocrazia per l’assistenza domiciliare di mio padre, andare a Catania per ritirare referti o parlare con i medici che lo avevano in cura e trascorrere il resto del mio tempo a casa dei miei genitori, per stare con lui. La domenica andavo a prendere dei dolci nella sua pasticceria preferita e i giornali, mi recavo a casa dei miei e mentre mia madre preparava il pranzo, mio padre ed io leggevamo i nostri giornali. Per lui prendevo La Repubblica e per me il Sole 24 Ore, del quale leggevo solo Il Domenicale.
Quando mia sorella ed io vivevamo insieme a Roma, nei nostri anni di studi universitari, circa una volta al mese ricevevamo una grossa busta che conteneva una selezione di articoli provenienti da quotidiani o riviste che mio padre, dopo aver letto, selezionava appositamente per ognuna di noi. Per mia sorella principalmente articoli di filosofia, per me di psicologia o di scienza. Era un modo di continuare un’abitudine familiare, che aveva iniziato quando eravamo ancora liceali e ci passava il giornale dopo aver letto un articolo che riteneva potesse interessarci.
Lo stesso fece quella mattina, porgendomi un articolo del personaggio famoso con quale giocavo su Instagram. L’articolo parlava di una ragazza che gli chiedeva se fosse possibile essere felici in Italia, mi sembrò un artificio letterario non troppo riuscito, nel senso che mi domandai perché chiunque avesse dovuto chiedere proprio a lui, qualsiasi cosa sulla possibilità concreta di raggiungere la felicità, in Italia come in qualsiasi parte del mondo, ma ad ogni modo, quella stessa sera tornata a casa mia, mi misi a riflettere sulla felicità.
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Nei mesi precedenti a questo episodio, su suggerimento di un amico che si occupava di informatica e seguendo la sua guida, comprai un altro telefono, smisi di utilizzare il mio computer e presi un notebook, comprai una chiavetta per collegarmi e un IPad sul quale potevo anche disegnare. Cambiai il mio indirizzo email, tutte le mie password e seguii tutte le istruzioni che mi diedero per contrastare un attacco hacker.
Usavo l'IPad per scrivere, disegnare o guardare film su Netfilx, mentre ero in attesa in ospedale o assistevo di notte mio padre per fare riposare mia madre. Avevo creato un account di posta nuovo e non accedevo a nessun social. Quella sera sentendomi abbastanza sicura, usai l'IPad per scrivere quello che pensavo sulla felicità e immaginando di parlare con lo scrittore, scrissi un file che come in passato non inviai a nessuno.
Mi tornò alla mente una seduta con una mia paziente, che avevo avuto il venerdì precedente, nella quale mi diceva che lei non sapeva cosa fosse la felicità. La mia paziente era una giovane madre di due bambini piccoli, che aveva vissuto in una famiglia abusante. Non sospettai minimamente che lo scrittore fosse già diventato il mio stalker e avesse potuto ascoltare le mie sedute, anche perché avendo cambiato telefono e continuando a tenerlo in modo aereo durante il lavoro, mi sentivo protetta nella mia privacy e sicura di stare proteggendo anche quella dei miei pazienti. Tra le cose che scrissi in questo file condivisi la risposta che diedi alla paziente, la riporto dal file che ancora conservo, quando scrivo mi riferisco alla mia paziente che chiamai con il nome fittizio di Chiara:
“…Poi continuò dicendo che si era sentita confusa perché non sapeva cosa fosse la felicità e voleva che glielo dicessi io.
Ho abbastanza consapevolezza da sapere di non essere in grado di rispondere a domande di questa portata e infatti, eludo tali domande con un invito a cercare, anche solo un tentativo di risposta, dentro di loro. Con Chiara però, non si poteva, almeno all’inizio e per molto tempo, a lei bisognava rispondere, fornire informazioni, aprire la possibilità di immaginare, oltre che di ricordare. Mi ricordo che iniziai dicendo che la felicità è come l’odore del caffè al mattino in casa propria, ha la stessa durata e lo stesso sapore e continuai cercando di utilizzare qualcosa che conoscesse già ma vestendola di novità. Parlai di sensazioni corporee, dell’accoglienza dei bambini in cucina, del progetto della giornata, e di ciò che era particolarmente duro nella sua vita e nella sua quotidianità.
Non è molto di più di questo, l’odore del caffè al mattino! Fu la conclusione.”
continuai lo scritto sostenendo quanto fosse semplice la felicità e quanto fosse faticoso il lavoro necessario per riconoscerla, saperla vivere e conservarla nei propri ricordi. Concludevo dicendo che perfino io quella sera potevo dirmi felice, se ripensavo al momento in cui salutando mio padre, lui mi aveva augurato la buonanotte aggiungendo: “È stata una bellissima giornata, grazie”.
L’indomani l’account di Instagram postò la foto di una bambina con i capelli ricci, seduta su un seggiolone davanti alla sua colazione, accompagnata da una didascalia che ripeteva le parole della madre, un’afroamericana autrice della foto, che diceva più o meno: quando la mia principessa arriva al mattino in cucina, mentre l’odore del caffe si spande ovunque, mi sento felice o arriva anche la felicità.
Ero furiosa. Pensavo che il fotografo avesse hackerato anche il mio IPad e per la prima volta dopo molto tempo gli scrissi un messaggio diretto sul social, la funzione di messaggeria diretta era stata attivata da qualche anno. Inviai la foto del post di Instagram e senza curarmi di tradurre in Inglese, gli scrissi che non aveva alcun diritto di farlo, che doveva smetterla, che ero furiosa. Mi rispose subito e non ribatté come mi sarei aspettata, chiedendomi di cosa stessi parlando o farfugliando una risposta che risposta non era, mi scrisse chiaramente che lui con quel post, non c’entrava nulla. Mi rifiutai di credergli, come mi rifiutavo di credere che fosse opera del personaggio famoso, nonostante ci fossero stati diversi episodi che mi avevano lasciato perplessa.
Per esempio, un giorno arrivai a casa dei miei genitori, alle nove di sera e trovai una situazione carica di tensione. C’erano stati alcuni imprevisti con l’infermiere domiciliare, con le sacche dei cateteri e soprattutto mio padre stava male, sentiva dolore ma resisteva. Arrivai da loro tardi direttamente di ritorno da Catania, era il secondo viaggio che facevo in quel giorno: la prima volta andai per prendere un referto e portarlo al medico che era in sala operatoria e che mi avrebbe risposto quando sarebbe stato libero; volevo fermarmi considerato che tra la strada per arrivare a Catania e quella per raggiungere il Policlinico Universitario impiegavo a seconda del traffico dalle 3 alle 4 ore, ma l’infermiera mi consigliò di ritornarmene a Gela. Lo feci e nel pomeriggio mi chiamarono dall’ospedale, perché il medico voleva che gli portassi tutte le PET precedenti a quella che gli avevo lasciato al mattino. Così ritornai a Catania.
Quando arrivai a casa dei miei, la tensione dell’attesa di ascoltare da me il parere del medico, unita alla tensione dovuta agli imprevisti della giornata, aveva generato così tanta frustrazione nei miei genitori, che mi ritrovai a girare in macchina per il paese in cerca di una doppia presa, che sembrava essere l’unica cosa capace di risolvere tutti i problemi e di far dimenticare quella tremenda giornata. La trovai, in un grande magazzino cinese che era ancora aperto alle dieci di sera, cosa insolita per un paese siciliano. Tornai a casa dei mei trionfante, attaccai tutti i macchinari necessari per la notte a quella doppia presa e me ne ritornai a casa esausta, a cenare con cracker e sigarette.
Entrai su Instagram e lo scrittore famoso dopo pochi minuti postò un video, in cui raccontava del prigioniero politico cinese che durante la sua carcerazione aveva inventato o costruito proprio una doppia presa.
Mi rifiutavo di credere che stesse accadendo una seconda volta. Mi rifiutavo di credere che uno scrittore sempre pronto a difendere i diritti fondamentali, sempre in prima linea nell’accusare regimi e governi di ingiustizie e abusi, potesse essere uno stalker, anzi mi attaccavo alla speranza che mi avrebbe anche potuto aiutare a liberarmi dall’hacker.
Oggi penso che in quel momento mi trovassi in uno stato simile a quello di cui parla in Uno psicologo nei Lager, Viktor Frankl quando espone l’evoluzione delle diverse fasi del vissuto psichico di un prigioniero in un campo di concentramento nazista, e che ha definito un Delirio di Grazia.
Nel delirio di grazia, nonostante non esista nessuna indicazione e non ci sia stato nessun evento che consenta di nutrire tali speranze, il prigioniero si lascia trasportare dalla sensazione di essere riuscito a istaurare un contatto umano con un kapò o con una guardia, di aver con questi una qualche relazione e di potersi fidare a tal punto da consegnargli i suoi ultimi averi, il suo orologio o le sue scarpe rotte, in cambio della promessa di risparmiarlo dai lavori forzati, o dal trasferimento in un altro campo più duro o dalla selezione per una doccia a gas.
Le speranze venivano puntualmente disattese e nonostante tutti assistessero a questi eventi, prima o poi, chiunque cadeva in un delirio di grazia confidando nella pietà del nemico.
Roma 19 gennaio 2023 h: 5:23pm
Capitolo 19 – 2017 Annus Horribilis
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Caterina Balivo
...abbiamo già parlato di lei tempo fa' in un post...
Ma continuiamo a farlo,perché Lei ci sorprendente sempre per la sua bellezza,per la sua immagine...qui la vediamo in alcune foto del suo profilo Instagram e foto del nuovo numero 31 di F del 09-08-2022 ....
Guardate il suo nuovo look moda estivo....
Capello mosso naturale,effetto permanente leggera,per dare movimento,volume ma non troppo,uno spettinato ma pettinato...
Un look da asciugare con diffusore,oppure al sole,con una scelta di prodotti da usare per crearlo...di base uno shampoo e un conditioner nutriente,lavante non aggressivo...a creme modellanti,oil non oil,
mousse curl alta definizione,
spray corporizzanti "effetto spiaggia"....
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#caterinabalivo #hairstyle
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unblognonsnob · 4 years
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Essere femmine
Ora io non capisco una cosa. Perché tutte le riviste femminili (o la maggior parte) sono incentrate sulla moda, sulla bellezza, sul makeup e sull’oroscopo? non fraintendetemi io adoro fare shopping, truccarmi e vestirmi bene, ma vorrei leggere cose interessanti, articoli come quelli che scriveva Carrie in Sex and the City. Perchè si parla poco di sesso, di esperienze di vita, di femminismo? Davvero nel 2020 si pensa ancora che alle donne interessi solo l’aspetto estetico e non il “contenuto”?
Per favore, se qualcuna o qualcuno mi legge, mi consigli blog o riviste non troppo superficiali
P.S. non voglio che tornino di moda i jeans a vita bassa 
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lostaff · 5 years
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Nome: Monica Rossi
Blog: @monicrossi
Primo post: settembre 2016
L’illustrazione è anche lasciarsi ispirare da tutto quello che ci circonda, dalle piccole cose e dal paesaggio fuori dalla finestra. Ce lo spiega la bravissima @monicrossi, creatrice di un blog dai mille colori. Buona lettura!
Benvenuta Monica. Presentati, siamo curiosi di conoscerti! Ciao, mi chiamo Monica sono nata a Reggio Emilia e nella vita disegno. Nell’ultimo anno ho ideato le illustrazioni per Un Misterioso Vichingo di Sabina Colloredo, edito da Solferino/Corriere della Sera e ho esordito come fumettista con una storia breve, La Sposa del Diavolo, contenuta nell’antologia Materia Degenere edita da Diabolo Edizioni. Tra le prossime uscite che ho avuto il piacere di illustrare ci sarà il libro I Predoni del Tempo scritto da Francesco Enna, edito da Parapiglia Edizioni.
Come è iniziata la tua passione per l'arte e il disegno? La mia passione per il disegno è nata da bambina, penso sia così un po' per tutti. Crescendo poi c'è chi si fa convincere che non sia così importante affinare questa abilità e chi invece, come me, continua a scarabocchiare. Al di là di farne una professione o cercare di arrivare al "bel disegno" penso che tutti dovrebbero continuare a disegnare, come atto liberatorio e conoscitivo. Con il disegno si possono esprimere cose che con le parole è difficile dire, come può essere per le emozioni o le atmosfere.
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Quali sono le tue fonti di ispirazione? Le mie fonti d'ispirazione sono un po' tutto! Cerco di guardare più cose possibili, che sia la moda, il cinema, la letteratura, la fotografia, il paesaggio fuori dalla finestra. Tutto può essere d'ispirazione se si ha curiosità e voglia di guardare.
Credi che l'illustrazione possa cambiare il mondo? No, non credo proprio. L'illustrazione, così come l'arte in generale, non hanno una vera utilità per il mondo. Tutt'al piùpotrebbe regalare un'attimo di bellezza (o orrore) a chi guarda, ma è qualcosa che si fa per se stessi, per esprimere concetti che si fa fatica a descrivere a parole e per conoscersi meglio. Chi pensa di poter cambiare le cose con un disegno è un illuso con tendenze megalomani
Quali sono i soggetti che preferisci disegnare? Mi piace molto dipingere paesaggi, mi rilassa molto.
Perché hai scelto di avere un blog su Tumblr? Ho scelto Tumblr perchè, tra le piattaforme, mi è sembrata quella con le impostazioni grafiche più libere e personalizzabili. Inoltre è molto intuitivo e veloce.
Ci sono dei blog che vorresti consigliarci? Si, volentieri! Vi consiglio: @marcobonatti, @elisabettabenfatto, @pieromacola, @martina-naldi, @marinoneri e @eliabonetti.
Grazie mille!
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sgital2090-19-blog · 5 years
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Blog 1 Entro: Princepessa Diana
Una persona che ammiro tanto è la Princepessa Diana d’Inghilterra. Anche si è morta in 1997. Signora Diana era bellissima ma lei è rimasta modesta. Lei è diventata la Princepessa d’Inghilterra a 20 anni. Era molto giovane. Penso sia stata difficile per lei essere famosa. Diceva spesso che non le piaceva. Tuttavia lei faceva ancora il suo dovere.
 Una ragione io ammiro Signora Diana è perché della sua moda. I suoi abiti erano sempre professionale ed elegante. Diana aveva una bellezza naturale, ma i suoi vestiti aggiunti alla sua eleganza. Vorrei vestirmi come lei, ma i suoi vestiti sono trope costosi.
 Un’altra ragione io ammiro Princepessa Diana è perché a causa del suo lavora con i poveri e i malati. Ha lavorato per molte diverse beneficenza. Una organizzazione che lei era molto interessata era aiutare le persone con AIDS. Questa malattia è stata vista inaccettabile durante questo periodo. Tuttavia, Diana ha inspirato le persone alla ricerca questa malattia e per curare meglio i malatti. Ha usato il suo potere politico per influsso le persone.
 Anche, Signora Diana era una brava mamma per i suoi figli; Principi William e Harry. Il suo marito Principe Charles non era gentile con lei ma lei é rimasta gentile sempre. Invece di avere una tata per I suoi figli, ha cresciuto i suoi figli da sola. Per questo è stata in grado di essere più vicina ai suoi ragazzi. Un giorno, piarcerei a essere brava come una mamma.
 Princepessa Diana ha parlato molto della malattia mentale perché ne soffriva. Era vocale sulle sue lotte. Questo ha dato speranza ad altre persone. Ha ispirato persone con le sue storie.
 Quando è morta il mondo è stato devestato, che ha dimostrato quanto di impatto ha avuto. Ecco perché la ammiro cosí tanto.
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C'era una volta una rampante ragazzotta di provincia. E correva, correva, correva. Le piaceva correre, sempre a caccia dei suoi mille sogni, sparsi per il mondo e tra le stelle. Una giovanotta niente male, sia chiaro: a qualche centimetro in meno di altezza ovviava, ad esempio, camminando sempre col naso un po' puntato tra le nuvole. Ai suoi tempi, poi, erano tornate di moda le curvy, quindi largo alla cioccolata e al buon umore. C'era però qualcosa che le mancava, sempre: la possibilità di condividere l'essenza misurata e autentica delle sue giornate. Il residuo di anima e vibrazioni gentili che le rimanevano sulla pelle tra una corsa e l'altra. Fuori dai trend topic di twitter, decisamente. Perché lei, logorroica com'era, era fatalmente attirata dalla possibilità di essere "social" ma nulla o quasi sapeva su smartphone e makeup. A lei piacevano i sorrisi timidi degli imbranati. Provava un'irrefrenabile attrazione per ogni tipo di fantasticheria e si affidava a emozioni irrazionali per stabilire il proprio rapporto col mondo. Per intenderci, avrebbe potuto accarezzare le pagine di un libro per ore senza mai stancarsi, perdendosi nella sensazione dello scivolare della carta tra le dita. Per un minuto dedicato alla lettura avrebbe concesso infiniti spazi alla sua mente per tessere suoi ricami. Avrebbe potuto, ma in realtà non poteva, perché correva sempre. Correre era il prezzo da pagare per essere sempre brillante e performante. Lo diceva la tv, facebook e la mamma. E l'ipse dixit di Mammá, per la nostra terroncella, era nientemeno che legge. Un giorno accadde una magia: la nostra amica, nel bel mezzo della corsa, inchiodó, respiró e sorrise. Poi ripartì al galoppo, più felice di prima, a caccia di nuova bellezza. C'era una volta e anzi c'è ancora una ragazza normale con un sogno speciale, condividere con gli altri il suo elogio quotidiano della lentezza, 2.0. #blog #slow #slowfood #slowliving #live #living #life #lifestyle #blogger #blogpersonale #lettura #letteratura #read #reading #nature #natural #naturale #naturalstyle #vita #gioia #emozioni #follow #followme #poesia #poetry #donna #woman #stile #libri (presso Italy) https://www.instagram.com/p/BhJXQ1PANGE/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=1cxzq0pyb97jl
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likarotarublogger · 27 days
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Grazie a "Un Volto per la Moda", il 20 agosto la splendida piazza di Apricena è stata teatro di un evento indimenticabile: per la prima volta sul Gargano, si è tenuta una tappa di selezione regionale del concorso di bellezza e talento "Una Ragazza per il Cinema". Con una grande partecipazione del pubblico, le concorrenti hanno sfilato sul palco, mostrando non solo la loro bellezza, ma anche il loro talento artistico. La serata è stata condotta con brio da Valeria Di Maggio, presentatrice ufficiale di "Un Volto per la Moda" e nota sui social come content creator, insieme al celebre imitatore Stefano Bucci. Insieme, hanno saputo intrattenere il pubblico con la loro professionalità e piccoli sketch divertenti che hanno intervallato le varie esibizioni, regalando momenti di leggerezza e simpatia. Le concorrenti si sono esibite in diverse uscite, mettendo in mostra le loro abilità e movenze, mentre un cantante, che ha imitato magistralmente Adriano Celentano, ha contribuito a creare un'atmosfera ancora più coinvolgente. La giuria, composta da cinque professioniste nel campo del talento — Anna Maria Torelli, presidente del consiglio comunale di Apricena, Antonietta Di Michele, Giovanna Nargiso, Elena Rodica Rotaru e Pia Martino — ha selezionato le ragazze in base al loro stile e alle loro performance nelle varie esibizioni. Le ragazze scelte per proseguire nel concorso sono: Silvana De Bellis, Giulia Prencipe, Gaia Pia Iannone, Alessia Romagnolo, Aurora Provvidenza Pistillo, Giada Carriello e Francesca Pia D'Alessandro. Alcune fasce di merito sono state consegnate da un ospite presente alla serata, il modello Giuseppe Leone, vincitore del titolo di Mister nel 2022 nel concorso "Una Ragazza, un Ragazzo e un Bambino per lo Spettacolo" di Massimo Meschino, con una selezione di "Un Volto per la Moda". Le fasce delle selezioni, invece, sono state consegnate dalla giuria. L'evento è stato reso possibile grazie all'amministrazione del comune di Apricena e all'indispensabile aiuto dello staff e dei collaboratori professionisti, composto da Michele Di Maggio, Mariateresa Trotta, Claudio Cisternino, Davide Augello, Giovanni Ercolino e Chiara Marisa Cappucci, che hanno lavorato dietro le quinte per garantire il successo della serata. Il direttore artistico, Rosanna Stega, ha concluso l'evento ringraziando il sindaco di Apricena e l'amministrazione comunale, l'instancabile segretaria comunale Grazia Medugno, tutte le ragazze che hanno partecipato alla selezione, il Salone Elegance Parrucchieri di Apricena, Celentanoide, il numeroso pubblico presente, i presentatori e tutto il service che ha contribuito alla realizzazione di questa straordinaria serata.
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Articolo di @likarotarublogger @elenarodicarotaru-blog
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[BLOG] La quinta storia: ‘Le carte di Ashbless’
“Vi ho raccontato della storia dello Smeraldo nei post precedenti. Vi ricordate ancora del posto in cui sono venuto a conoscenza dello Smeraldo per la prima volta, la Playing Cards Academy? Siete curiosi di conoscere il legame tra le carte da gioco e lo Smeraldo?  Oggi vi parlerò di una figura legata al gioco delle carte, William Ashbless.
Non si sa molto sulla persona di Ashbless, oltre al fatto che era un nobile italiano e un poeta. Ashbless era anche un esperto di carte da gioco, le quali avevano cominciato a guadagnare popolarità in Europa intorno al XVI secolo. Creava carte da gioco per i palazzi e i soloni delle nobildonne. Le voci dicono che si ammalò dopo essersi immerso troppo nel suo lavoro.
Accadde quando andò in campagna con il desiderio di cambiare aria. Mentre cercava una sorgente termale e un posto con dell’aria fresca per recuperare la sua salute, Ashbless si imbattè nello Smeraldo. Ai margini di un villaggio rurale, dove erano rimaste solo le rovine di un castello, un fiore di una bellezza fuori da questo mondo stava sbocciando. Chiese il nome del fiore ma nessuno nel villaggio seppe indicarglielo. Solo successivamente apprese della storia d’amore di cui il fiore era protagonista da una donna anziana.
L’avrete probabilmente capito da quanto era immerso nel gioco delle carte, Ashbless era una persona romantica. La storia d’amore tra l’uomo dal brutto aspetto e una ragazza povera commosse il suo cuore. Ashbless diede un nome al fiore e ne decise lì il suo significato. Il fiore venne quindi chiamato ‘Smeraldo’ per ricordare il nome di quel villaggio, ‘La Città di smeraldo’, e il significato del fiore che venne attribuito fu quello di “la verità che non potevo dire”. Dopo essere ritornato a casa, creò la ‘Carta del Fiore’ ispirandosi allo Smeraldo e la incluse nel “Mazzo di Ashbless”. Il significato della carta è quello di ‘compimento’, ‘fioritura’ mentre il significato della carta rovesciata è quello di ‘caduta’, ‘fine’ e ‘nuovo inizio’.
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▲La carta di Ashbless
Si dice che le carte di Ashbless andassero di moda in Europa ma non molti se le ricordano oggi. La ragione è che la famiglia degli Ashbless perse il proprio potere nella lotta tra le famiglie nobili del tempo e per questo dovette subire la terribile conseguenza di essere cancellata dalla storia. Di rimando, anche le carte di Ashbless e la storia del fiore Smeraldo furono dimenticate. Ma come tutte le belle leggende, c’è una cosa, una sola cosa che porta avanti l’intera storia, qualcosa che non è stato dimenticato e sopravvive ancora oggi. La storia d’amore e la storia di Ashbless sono stati riportare di nuovo alla luce. Parlerò di questa storia nel prossimo post.”
Traduzione a cura di Bangtan Italian Channel Subs (©lynch) | Trans ©ktaebwi
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beingtwiggyy-blog · 6 years
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Ho deciso di concludere il tuo racconto con una foto del nostro abbraccio al termine della tua prima sfilata da stilista.
“La bellezza della moda non dovrebbe costare la Terra” 
Questa è stata la frase che hai detto quando mi hai proposto di collaborare al tuo nuovo progetto. La luce nei tuoi occhi e la tua determinazione mi hanno spinta ad accettare la sfida, comunicare questo messaggio attraverso un blog.
Spero che tu possa cambiare per una seconda volta il concetto di moda, che più persone possibili possano condividere il tuo messaggio fino a renderlo concreto.
Jane Fontana
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amacadibabu1-blog · 6 years
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Istanti
Fotografiamo per non dimenticare, fotografiamo per immortalare un momento senza troppi perché. Click. In un attimo si crea un oggetto che resterà lì, immutabile nel tempo e nello spazio.
 I soggetti oppure i paesaggi della foto cambieranno, ma l’immagine resterà perfettamente fedele a quel istante dove, per un attimo, il tempo si è fermato.
E’ come racchiudere un pezzo di universo all’interno di un dispositivo.
Un oggetto affascinante che permette di arrestare, seppur per una frazione di secondi, il tempo. L’inventore della prima macchina fotografica, Joseph Nicéphore Niépce, probabilmente non poteva immaginare quanto questo incredibile e misterioso oggetto potesse diventare così prezioso per l’intera umanità.
Una semplice fotografia scatena nella maggior parte delle persone una reazione, è come se il corpo vivesse nuovamente quel momento.
La mia idea di fotografia, quella vera, quella unica si distacca notevolmente dalle centinaia e migliaia di foto che scattiamo con il nostro smartphone. Non vi è più esclusività, oramai fotografiamo cibo, vestiti e poi ci sono i finti artisti che fotografano lampioni sparsi per la città per darsi quel tono da fotografo di strada, i cosiddetti Street photographer, in inglese fa anche più figo. In passato, l’irripetibilità di un unico scatto produceva responsabilità, si fotografava solo per esigenza e non per moda.
Nelle centinaia di foto che conserviamo sul telefono a quante siamo legati realmente? 10? o forse 15? Tutto il resto è un accumulo di pixel che si andranno a perdere nella memoria del telefono.
Si è persa la poesia… e non parlo solo della fotografia, parlo della lettura: abbiamo dimenticato l’odore dei libri appena comprati, ormai abbiamo i nostri Kindle con all’interno migliaia e migliaia di libri, abbiamo dimenticato la bellezza del cinema: Netflix, Sky e chi più ne ha più ne metta..Badate bene, io sfortunatamente sono la prima che fruisce della tecnologia, sarebbe alquanto ipocrita criticare le vecchie arti direttamente da un BLOG Online dunque, prendetela come una mera riflessione.
La realtà è che abbiamo dimenticato l’importanza del bastarsi, l’importanza di un limite abbiamo ogni cosa, non viviamo più di attese.
Immaginiamo per un attimo di avere l’estate 12 mesi l’anno: non avremo più il desiderio del mare, della spiaggia o dell’abbronzatura. E’ come vivere costantemente il giorno di Natale.
Nessuno vive d’attesa. Nessuno prova più desiderio. Tutti hanno tutto ed è come se non avessero più nulla.
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staipa · 3 years
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Sul Bullismo e sul Cyberbullismo
Un nuovo post è stato pubblicato su https://www.staipa.it/blog/sul-bullismo-e-sul-cyberbullismo/
Sul Bullismo e sul Cyberbullismo
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Il bullismo è un tema sempre di moda. Aggiungendoci poi l’uso pericoloso o sconsiderato della tecnologia il cyberbullismo ne è la naturale estensione. Si tratta di un tema che ho a cuore da sempre e che tratto periodicamente nei miei articoli e praticamente in qualsiasi occasione debba parlare di tecnologia con dei ragazzi.
Se devo parlarne in termini generici, e non legati alla tecnologia mi piace sempre ricordare il monologo sul Bullismo fatto da una ragazzina che ho conosciuto tanti anni fa durante l’attività di capo scout, è già nell’articolo Il bullismo visto da dentro e come una vittima può cambiare il mondo. (https://short.staipa.it/qgte8) dove racconto un po’ di più le mie emozioni a vivere l’esperienza di sentire il monologo ma lo riporto anche qui.
Ecco… Allora, io inizio.
Insomma… Immaginate di essere su un aereo. L’aereo precipita.
Dovete lanciarvi con il paracadute.
Il paracadute però si rompe (si stringe nelle spalle come a dire… “capita”, vuole far sorridere) E voi precipitate.
Precipitate nell’acqua per fortuna. Ma poi vi guardate attorno e siete in mezzo ad un branco di squali. (Improvvisamente è seria, non si capisce bene se stia ancora scherzando)
Siete entrati alle medie.
Le scuole medie non sono un posto facile dove vivere. Voi entrate e vi trovate con tante persone che non conoscete. Conta come vi vestite, cosa dite, cosa vi piace e tutti sono lì a guardarvi e giudicarvi. Un giorno arrivi vestito sbagliato, che non sei alla moda o che non hai le scarpe giuste e sei finito.
E poi non importa più chi sei, quello che fai, cosa pensi. Conta come ti vesti, se segui la moda oppure no, se guardi le cose che guardi e cosa no.
Poi un giorno, tu sei fan di un gruppo di cinque ragazzini che cantano, sì insomma, li conoscerete tutti gli One Direction. Beh, ecco, insomma succede che un giorno Zayn lascia il gruppo, tu arrivi in classe e qualcuno ti sbatte in faccia il giornale. Capisci? Non è che ti dicono qualcosa, che ti rivolgono la parola. Entri in classe e ti sbattono in faccia il giornale letteralmente. Niente altro.
E così vai avanti. Tra quelli che ti sbattono il giornale in faccia, quelli che ti prendono in giro, quelli che ti ignorano perché non ti piacciono le cose che piacciono a loro. E ti rendi conto che sei in una vasca di squali. Tutti pronti a mangiarti.
Poi dopo tre anni finalmente le medie finiscono. A quel punto devi fare un altro salto. Un salto enorme. Fate un salto enorme e poi siete nella vostra nuova classe, in prima superiore. Entrate e vi trovate con tante persone che non conoscete.
Viviamo in un mondo in cui sembrare forti è l’obbiettivo principale, lo dimostrano molti dei nostri politici (La narrazione della prepotenza (e dell’ignoranza) https://short.staipa.it/n1jbn) che invece di collaborare passano il tempo a offendere e fare schermaglie, lo dimostrano i film che vanno per la maggiore in cui grandi eroi invincibili raramente hanno fragilità psicologiche (si lo so che alcuni più di nicchia ne hanno a pacchi), lo dimostrano le pubblicità, lo dimostrano i social in cui ognuno cerca di mostrare il lato bellissimo della propria normalissima.
Ma perché ci siano i forti devono esserci i deboli. Perché i forti possano mostrare la loro forza, devono esserci deboli su cui mostrarla. Già solo lo sfoggio di vite fintamente bellissime sui social finisce per creare ansia e depressione a chi non sopporta tutta questa -finta– bellezza concentrata nella vita degli altri (https://short.staipa.it/4lek6).
I tempi in cui Ulisse, forse il più grande eroe di tutti i tempi, poteva permettersi di piangere regolarmente (Sull’Odissea, su Ulisse, sull’uomo moderno https://short.staipa.it/4uizb) sono andati ormai nel dimenticatoio. I tempi in cui per essere uomo, non serviva essere bullo ma bastava essere intelligente, sensibile, coraggioso di un coraggio che non era non avere paura ma tentare di affrontarla con i mezzi che si ha, sono andati.
Lo sono per sempre? Mi auguro di no.
Mi auguro che nel tempo, leggendo quello che sul bullismo le persone scrivono, tornino i veri eroi. Quelli che non sono i bulli. Perché è in quello spazio che oggi forse le persone considerano mediocrità che stanno gli eroi. L’eroe sei tu che quando vedi una situazione di bullismo scegli di fermarla, di denunciare, di parlare con chi può fermare quella situazione. L’eroe è quello che fa una carezza alla vittima e gli chiede come sta, l’eroe è chi fa gruppo e dice basta senza usare una risposta violenta. L’eroe è chi affronta la paura di schierarsi e prova a farlo con i mezzi che ha.
Conclusione per il genitore
Non sono di quelli che danno a priori la colpa ai genitori di quello che fanno i figli, so perfettamente che il mondo è più complesso di così, tuttavia c’è un altro punto di vista che è bene conoscere, non tanto perché sia di aiuto ai ragazzini bullizzati, quanto forse a scopo di convincere i genitori a buttare un’occhio in più sol mondo dei propri figli. Lo trovate nell’articolo: Social e internet. Cosa rischia il genitore? (https://short.staipa.it/x3bs5)
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paologambi · 3 years
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Ecco cosa ho fatto a "Cicatrici preziose", l'evento della Roma Fashion Week organizzata da Altaroma alla galleria Plus Arte Puls di Viale Mazzini 1, su idea di @eleonoralbrecht, @alessandromessinahairstylist e del sottoscritto. Grazie ovviamente a Gabriella Carlucci. Evento di cui tra l'altro hanno parlato Il Corriere della Sera, il Messaggero, la RAI e un lunga lista di siti e blog. Sfilavano le donne di @komenitalia, associazione di volontariato in prima linea nella lotta dei tumori al seno. Così ho preso spunto dall'arte orientale del "kintsugi" per tracciare su tre corpi le tre tappe concettuali che stanno alla base della resilienza che la testimonianza di queste donne ha raccontato. Intanto ho scritto l'ideogramma di "kintsugi" 金継ぎ sul corpo di Gabriella Carlucci (@estimar_filmfestival). Poi ho scritto sulla schiena di tre modelle tre brevi componimenti ispirati alla forma dell'haiku, in omaggio al Giappone. Il primo voleva raccontare l'arte del kintsugi, che trasforma persino un insieme di cocci in qualcosa bello: Ferite di vite antiche tracciano rotte - l'Arte tutto trasforma. Dietro a quest'arte c'è il meraviglioso concetto del "wabisabi", l'idea cioè che ci sia bellezza nell'imperfezione: Crepe di verità scavano la carne - Bellezza brilla. Il terzo passo è ciò che sta alla base di tutto questo, un concetto mistico, il "mushin", senza mente, la capacità di abbandonarsi a qualunque cosa accada senza voler imporre la visione della nostra mente sul mondo: L'acqua scorre su massi e spine - la mente è libera. C'era davvero un bellissimo parterre, di cui parlano ampiamente i giornali. La Bellezza sta già salvando il mondo. Buona poesia a tutti E grazie ai miei compagni di viaggio. E al bravissimo ufficio stampa. #moda #roma #poesia #poesiaitalianacontemporanea #poesiaitaliana #poesiacontemporanea #modaitaliana #modadonna #fashion #romafashionweek #altaroma #poeti #scrittori #bodypainting #poetiitaliani #arte #artecontemporanea #performance (presso PLUS ARTE PULS) https://www.instagram.com/p/CZmBVirjMmk/?utm_medium=tumblr
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