#basilica di san giovanni battista
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wgm-beautiful-world · 1 year ago
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Basilica di San Giovanni Battista, Rosario, Lecce, Puglia, ITALIA
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stregh · 1 year ago
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PARROCCHIA SAN CRISOGONO - (5.000x14.000 pixel) da Annalisa Giuseppetti Tramite Flickr: Storia L’edificio non sembra di origine cristiana e può attribuirsi ai primordi del secolo IV. La nuova basilica è stata costruita sull’antica dal Card. Giovanni da Crema nel 1123. Il Card. Scipione Borghese la ampliò e la restaurò nel 1625 dandole l’aspetto che attualmente presenta. La parrocchia vi fu eretta, secondo una lapide vicina alla sacrestia, nel 1127, ma risale certamente a prima della metà del secolo V: i suoi presbiteri infatti si trovano tra i sottoscrittori dei sinodi romani del 499 e del 595. Il papa Gregorio III (731-741), come narra il "Liber pontificalis", vi instituì un monastero che mantenne distinto dal "titulus", i cui presbiteri erano addetti alla cura d’anime. Il Card. Giovanni da Crema, come dalle due lapidi vicine all’ingresso della sacrestia, vi costruì nel 1128 un oratorio con chiostro (V. Forcella, "Iscrizioni", iII, 169 nn. 486-487). Calisto II, il 17 aprile 1121, ed Innocenzo III, il 23 luglio 1199, intervennero per risolvere i problemi di amministrazione parrocchiale di S. Salvatore della Corte nei confronti di quelli di S. Crisogono. Innocenzo III sostituì i monaci con i Canonici regolari del Salvatore i quali vi rimasero fino al 1480 quando Sisto IV affidò la parrocchia ai Carmelitani. Pio IX, il 1 giugno 1847, insediò nella basilica i Trinitari, i quali tuttora l’amministrano. Lo stato attuale architettonico si deve al card. Scipione Caffarelli Borghese, nipote di Paolo V che lo commise a Giovanni Battista Soria (1581- 1651). Nell’abside, Madonna con il Bambino tra i santi Crisogono e Giacomo, mosaico della scuola di Pietro Cavallini (c. 1290). La proprietà, per la legge del 19 giugno 1873 n. 1402 è passata al demanio del Regno d’Italia. NOTIZIE: PARROCCHIA SAN CRISOGONO Basilica Minore Piazza Sonnino 44 - 00153 ROMA Settore Centro - Prefettura III - Rione Trastevere - 1º Municipio Affidata a: Ordine della Santissima Trinità (Trinitari) (O.SS.T.) ___________________________________________________________________________ History The building does not seem to Christian origin can be attributed to the beginning of the fourth century. The new basilica was built on the Cardinal Giovanni by Cream in 1123. Cardinal Scipione Borghese enlarged and restored it in 1625 giving the appearance of which is at present. The parish was erected, according to a plaque close to the sacristy, in 1127, but it certainly dates from the first half of the century V: her priests are in fact among the subscribers of the Roman synods of 499 and 595. Pope Gregory III (731-741), as recounted in the "Liber pontificalis" we instituted a monastery that kept distinct from the "titulus", whose priests were involved in the care of souls. Cardinal John of Crema, as the two tombstones nearby the entrance to the sacristy, built there in 1128 a chapel with cloister (V. Fork, "Subscriptions", III, 169 nn. 486-487). Calisto II, April 17, 1121, and Innocent III, July 23, 1199, intervened to solve the problems of administration Parish Church of St. Savior of the Court in relation to those of S. Krševan. Innocent III replaced the monks with the Canons Regular of the Savior which you remained until 1480 when Pope Sixtus IV entrusted the parish to the Carmelites. Pius IX, June 1, 1847, settled in the basilica, the Trinitarians, who still administer it. The current state of architecture is due to the card. Scipione Caffarelli Borghese, nephew Paul V, who committed it to Giovanni Battista Soria (1581-1651). In the apse, Madonna and Child with Saints James and Grisogono, mosaic of the school of Pietro Cavallini (c. 1290). The property, by the law of 19 June 1873 no. 1402 has gone to the State the Kingdom of Italy. NEWS: PARISH SAN CRISOGONO Minor Basilica Piazza Sonnino 44-00153 ROMA Central Sector - Prefecture III - Trastevere district - 1st Hall Entrusted to: Ordine della Santissima Trinità (Trinitari) (O.SS.T.)
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jacopocioni · 2 months ago
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Ferdinando Fuga, architetto fiorentino
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Credo sappiate che nonostante scriva per questa testata e ami Firenze, io sia romano e vivo a Roma. Di tanto in tanto trovo fatti o personaggi che accomunano le nostre città e mi piace condividere queste scoperte con voi. È il caso di Ferdinando Fuga, forse personaggio poco conosciuto a Firenze, ma architetto molto attivo sia a Roma che a Napoli, dove si trovano le sue innumerevoli opere. Ferdinando nacque a Firenze l’11 novembre del 1699 dal muranese Giovanni Fuga e da Antonia Serravalli, i cui ascendenti avevano rivestito cariche prestigiose nell’amministrazione civica fiorentina. Il giorno seguente alla sua nascita, il futuro architetto, venne battezzato con il nome di Ferdinando in onore di Ferdinando de’ Medici, Gran Principe di Toscana, che gli fece da padrino di battesimo in quanto protettore del padre Giovanni, suo aiutante di camera e che portò con sé da Murano, insieme al fratello Francesco quando questi si ammalò durante il Carnevale di Venezia del 1696. Ferdinando, dopo essersi formato nella bottega di uno dei più importanti artisti del barocco fiorentino come Gian Battista Foggini, nel 1718 si trasferisce a Roma per stabilirsi nella capitale. L’Urbe serbava tracce di un grandissimo fervore artistico con personaggi del calibro di Nicola Salvi e Alessandro Specchi. Fu così che intorno al 1730 Ferdinando si fece notare per le sue innate doti con ben tre diversi progetti, che se anche non ottennero un successo immediato, lo misero in mostra per la sua abilità e maestria. La prima fu una proposta per rinnovare la fontana di Trevi (1723), poi altri due diversi progetti, uno per la facciata della chiesa di San Giovanni in Laterano (1723) e l’altro per quella di Santa Maria sopra Minerva (1725).
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In seguito gli verrà  commissionata la facciata della Basilica di Santa Cecilia in Trastevere e poi quella di Santa Maria Maggiore (sempre a Roma). Nella capitale sposò nel novembre 1727 Angela Ponetti dalla quale ebbe cinque figli, due delle quali Maria Vittoria e Maria Antonia, che rispettivamente sposarono Giacomo Pannini, figlio di prime nozze dell’architetto, pittore e scenografo Giovanni Paolo Pannini e Ferdinando Hamerani, un noto incisore di monete. Nel 1730, dopo un breve soggiorno a Palermo, Fuga entrerà nelle grazie di papa Clemente XII (Lorenzo Corsini), un conterraneo, nato infatti a Firenze il 7 aprile del 1652, che conoscendo le sue doti gli affiderà il progetto del proprio palazzo di famiglia (Palazzo Corsini) e gli assegnerà la carica di architetto del Quirinale, grazie alla quale potrà costruire la Coffee House del Quirinale, i giardini e la cosiddetta Palazzina, quella che oggi è la dimora del nostro Presidente della Repubblica.
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Nel 1737 completerà la scenografia di Piazza del Quirinale con la festosa facciata del Palazzo della Consulta. Nello stesso anno terminerà la costruzione della chiesa di Santa Maria dell’Orazione e Morte, quella arredata con le ossa dei morti e situata in via Giulia. La via prendeva nome da papa Giulio II, che aveva risistemato questa importante strada, per altro parallela a via del Pellegrino, all’epoca una strada principale che portava i fedeli in pellegrinaggio direttamente a San Pietro. In via Giulia abitava una numerosa comunità di fiorentini, non a caso qui c’è la famosa Basilica dedicata a San Giovanni Battista dei Fiorentini… Nei pressi troviamo anche Palazzo Farnese, una delle sue opere migliori.
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A Roma Fuga mantiene la carica di Architetto dei Sacri Palazzi anche con Benedetto XIV, che gli commissionerà la facciata della Basilica di Santa Maria Maggiore, con una felice e scenografica creazione nata per proteggere degli stupendi mosaici trecenteschi. Risale invece al 1748 il progetto per la Basilica di Sant’Apollinare. Nel 1751 Fuga venne poi chiamato a Napoli, nell’ambito del programma di rinnovamento edilizio voluto dal nuovo re Carlo di Borbone, da cui ebbe l’incarico di progettare il gigantesco Real Albergo dei Poveri, un edificio ispirato dalle idee illuministe dell’epoca e che comprendeva una grande chiesa esagonale. Altri incarichi importanti furono quelli per la realizzazione di palazzo dei Granili, la facciata della chiesa dei Girolamini, i palazzi Caramanico e Giordano e l’allestimento del nuovo museo archeologico nel palazzo precedentemente occupato dall’Università. Un’altra sua opera tipicamente illuminista, fu il Cimitero delle 366 Fosse di Poggioreale per l’Ospedale degli Incurabili. Si trattava per l’epoca di un’opera innovativa di edilizia cimiteriale, in cui era prevista una fossa comune per ciascun giorno dell’anno.
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Nel 1764 rimodernò da gotico a barocco il Casino del nobili, in Piazza del Campo a Siena. Nel 1768 realizzò lungo il cosiddetto Miglio d’Oro a Resìna, la Villa Favorita in seguito divenuta residenza reale e così chiamata dalla stessa regina Maria Carolina d’Asburgo proprio perché le ricordava la sua amata dimora di Schönbrunn a Vienna. In questi anni il suo stile abbandona i dettagli decorativi tipici del barocco per scegliere uno stile più monumentale e severo, probabilmente per seguire le esigenze illuministiche di funzionalità, più che per una reale volontà  di accostamento al nuovo stile neoclassico. Fu eletto poi principe dell’Accademia di San Luca negli anni 1753-1754. Risale agli ultimi anni della sua vita il progetto per il restauro della Cattedrale di Palermo, attuato però solo dopo la sua morte con forme molto più radicali di quelle scelte dall’ormai famosissimo architetto. Morirà a Napoli il 7 febbraio 1782. E voi conoscevate questo grande personaggio?
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Riccardo Massaro Read the full article
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incantowedding08 · 4 months ago
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Planning a Catholic Wedding on the Amalfi Coast: A Dream Come True
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The Amalfi Coast, with its dramatic cliffs, picturesque towns, and stunning views of the Mediterranean Sea, is a dream destination for many couples. And what better way to celebrate your love than with a Catholic wedding in this idyllic setting?
Choosing the Perfect Catholic Wedding Venue
When planning a Catholic wedding on the Amalfi Coast, the first step is to choose the perfect venue. Here are a few popular options:
Sorrento: This charming town offers a blend of ancient history and modern amenities. Popular Catholic wedding venues in Sorrento include the Basilica of Sant’Antonino and the Church of San Francesco.
Ravello: Perched high above the coast, Ravello is known for its breathtaking views and romantic atmosphere. The Duomo di Ravello and the Church of San Giovanni del Toro are popular choices for Catholic weddings.
Amalfi: The capital of the Amalfi Coast, Amalfi is a picturesque town with a rich history. The Cathedral of Sant’Andrea and the Church of San Giovanni Battista are popular Catholic wedding venues. Planning a Catholic Wedding Ceremony
Once you’ve chosen your venue, it’s time to start planning your Catholic wedding ceremony. Here are a few things to keep in mind:
Religious requirements: Catholic weddings must adhere to specific religious guidelines. Be sure to consult with a priest to discuss the requirements for your ceremony. Language: If you and your partner are not fluent in Italian, it’s important to arrange for a translator to assist with the ceremony. Music: Traditional Catholic wedding music is often played during the ceremony. You may also want to consider incorporating local Italian music into your celebration.
Planning a Catholic Wedding Reception
After the ceremony, you’ll want to celebrate with your guests at a reception. Here are a few tips for planning your Catholic wedding reception on the Amalfi Coast:
Venue: Many of the same venues that host Catholic weddings also offer reception facilities. Consider hosting your reception at the same venue as your ceremony for convenience. Food and drink: Italian cuisine is renowned for its delicious flavors. Be sure to sample some of the local specialties at your reception. Entertainment: Live music is a popular choice for Catholic wedding receptions. Consider hiring a local Italian band or string quartet to entertain your guests. Eloping on the Amalfi Coast
If you’re looking for a more intimate wedding experience, consider eloping on the Amalfi Coast. There are many beautiful elopement packages available that include everything from the ceremony and reception to accommodations and transportation.
Jewish Weddings on the Amalfi Coast
While the Amalfi Coast is primarily known for its Catholic weddings, it’s also possible to have a Jewish wedding in this stunning location. There are a few synagogues on the Amalfi Coast, and many local wedding planners can help you arrange a Jewish wedding ceremony and reception.
Civil Weddings on the Amalfi Coast
For couples who are not religious, a civil wedding is another option. Civil weddings can be held at a variety of locations, including town halls, villas, and gardens.
Planning Your Dream Catholic Wedding on the Amalfi Coast
Planning a Catholic wedding on the Amalfi Coast is a dream come true for many couples. With its stunning scenery, romantic atmosphere, and rich history, the Amalfi Coast is the perfect place to say “I do.” By following these tips, you can plan a memorable and unforgettable wedding that you and your guests will cherish for years to come.
Visit Us-https://www.incantoweddinginitaly.com/
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michelangelob · 4 months ago
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Con me nemmeno Giobbe avrebbe pazientato un solo giorno
Che non avessi un carattere addomesticabile era cosa nota così come era cosa conosciuta non fosse facilissimo trattare con me. Pensate che, per la commissione della Sagrestia Nuova, la famiglia medici mise le mani avanti avendo avuto modo di conoscermi abbastanza nel corso degli anni. Stipendiò il priore della basilica di San Lorenzo Giovanni Battista Figiovanni pagandolo 50 ducati al mese…
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lamilanomagazine · 1 year ago
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Inaugurato in Basilica palladiana l'evento espositivo "Tre capolavori a Vicenza"
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Inaugurato in Basilica palladiana l'evento espositivo "Tre capolavori a Vicenza" Eterno e mutevole, ma inesorabile. È il Tempo, protagonista dell'evento espositivo Tre capolavori a Vicenza, a cura di Guido Beltramini e Francesca Cappelletti, ideato e promosso dal Comune di Vicenza con la co-organizzazione di Intesa Sanpaolo. Dal 16 dicembre nella Basilica Palladiana di Vicenza il pubblico può ammirare tre capolavori che dialogano in un continuo gioco di rimandi: San Girolamo di Caravaggio, Le quattro età dell'uomo di Antoon Van Dyck e No Memory Without Loss dell'artista contemporaneo vicentino Arcangelo Sassolino, realizzato in esclusiva per l'occasione. Fino al 4 febbraio i tre capolavori saranno il filo conduttore di 17 appuntamenti sul ruolo e l'impatto del tempo nelle discipline più disparate: dalla fotografia alla filosofia passando per la danza e l'astrofisica, senza dimenticare la letteratura e la musica. Il Palladio Museum Kids propone inoltre quattro laboratori didattici per bambini. «E' stata una vera sfida realizzare quest'evento nel poco tempo a disposizione - ha detto il sindaco di Vicenza Giacomo Possamai la cui amministrazione comunale ha fortemente voluto questa esposizione - Decidere di renderlo gratuito per i vicentini della città e della provincia e di arricchirlo con molti differenti appuntamenti, trasformando la Basilica in un luogo dove tutti possano venire ad assaporare per due mesi arte e cultura, è stato possibile grazie a un grande gioco di squadra, condiviso con Intesa Sanpaolo e con le molte realtà del territorio che hanno colto il valore di quest'impresa e che ringrazio per l'indispensabile sostegno». I vicentini della città e della provincia e le scuole primarie e secondarie di tutta Italia potranno dunque accedere all'evento espositivo gratuitamente, mentre per il resto dei visitatori l'ingresso rimane a un costo di 5 euro. Con il titolo di ingresso alla mostra si potrà inoltre accedere alle Gallerie d'Italia – Vicenza a tariffa ridotta. «Affianchiamo il Comune in questa importante iniziativa che porta in Basilica tre capolavori dell'arte italiana, e aggiungiamo ulteriore preziosità al Natale di Vicenza con la mostra nelle vicine Gallerie d'Italia, dove si possono ammirare, fra altre, le opere di Michelangelo, Tiziano e Bellini» ha dichiarato Michele Coppola, Executive Director Arte, Cultura e Beni Storici di Intesa Sanpaolo. «L'unione di tanta bellezza e tanto valore è segno concreto dell'efficacia del lavoro condiviso fra le istituzioni per contribuire insieme a promuovere lo straordinario patrimonio culturale del Paese». Per la prima volta a Vicenza, nella Basilica Palladiana, verrà dunque esposto uno dei quadri più importanti al mondo, il San Girolamo di Michelangelo Merisi, detto Caravaggio, realizzato nel 1606 e custodito nella celebre Galleria Borghese a Roma. Realizzato dal pittore celebre per il suo talento e per il suo carattere intemperante, il dipinto raffigura la fragilità umana davanti all'immensità della sapienza divina. La precarietà del tempo assume una dimensione cruciale in una delle opere più importanti dei Musei Civici di Vicenza, Le quattro età dell'uomo di Antoon Van Dyck che paragona le stagioni dell'esistenza - l'infanzia, la maturità e la vecchiaia – a quelle della natura. Gravità e movimento sono invece il perno concettuale dell'opera No Memory Without Loss di Arcangelo Sassolino, un gigantesco disco di oltre tre metri che ruota in un precario equilibrio, a rischio di perenne collasso. Nel 2022, al Padiglione di Malta della Biennale di Venezia, Sassolino aveva presentato un lavoro riferito all'opera del Caravaggio, La Decollazione di San Giovanni Battista, conservata a La Valletta. In quel caso il dialogo tra Sassolino e Caravaggio era a distanza. Qui invece la sua opera si mette materialmente a confronto con quelle dei due grandi maestri del passato aprendo un varco nel tempo che cattura lo spettatore in una dimensione onirica e misteriosa. Il progetto è curato da Musei Civici Vicenza, Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza e Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio con il supporto di Marsilio Arte. L'iniziativa è stata possibile grazie alla sponsorizzazione di Confindustria Vicenza, Cereal Docks, Gemmo, Beltrame, Melegatti e LD 72 e alla partnership con Art Bonus con Relazionésimo e amer group. INFORMAZIONI • Basilica Palladiana: da lunedì a domenica dalle 10 alle 18 • In concomitanza con gli eventi della rassegna la mostra è aperta fino alle 20 • Aperture straordinarie: 25 dicembre e 1° gennaio dalle 15 alle 20 • Ingresso gratuito per i residenti di Vicenza e provincia, scuole primarie e secondarie di tutta Italia, studenti iscritti al Conservatorio di musica "Arrigo Pedrollo" di Vicenza e possessori della Vi-University card • Per i non residenti a Vicenza e provincia è incluso nel biglietto di ingresso alla Basilica Palladiana: 5 euro intero, 2 euro ridotto • Con il titolo di ingresso alla mostra si potrà accedere alle Gallerie d'Italia – Vicenza a tariffa ridotta, dove è in corso l'esposizione temporanea Le Trecce di Faustina. Acconciature, donne e potere nel Rinascimento • Riduzioni valide per: studenti fino ai 25 anni muniti di libretto o tesserino universitario, soci FAI con tesserino, soci Touring Club Italiano con tesserino, soci Isic con tesserino, soci Ctg con tesserino Ogni informazione è consultabile nel sito al seguente link... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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personal-reporter · 1 year ago
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La dedicazione della Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma
Il 9 novembre è il giorno in cui cade la memoria della chiesa che, nella Roma dell’Alto Medioevo, fu un punto di riferimento per i cristiani di tutto il mondo… Fino dall'antichità spesso si consacravano a Dio con particolare solennità i luoghi destinati al culto divino e anche la Chiesa lo faceva ai tempi della predicazione apostolica, quando si riunivano nella catacombe, ma in seguito si passò a  delle vere  e proprie chiese. Quando l'imperatore Costantino il Grande, dopo la vittoria su Massenzio, diede piena libertà ai cristiani nel 313 d. C, questi non si risparmiarono per edificare dei nuovi luoghi di culto, intatti sono  numerose le chiese che risalgono a quei tempi. Lo stesso imperatore diede l'esempio facendo costruire sul monte Celio a Roma, sul luogo dove c’era il Palazzo Laterano, una magnifica basilica che fece dedicare al Santissimo Salvatore, inoltre vi fu edificata una cappella dedicata a San Giovanni Battista usata come  battistero, da cui derivò il nome di San Giovanni in Laterano dato alla nuova chiesa. Il Pontefice San Silvestro consacrò solennemente il nuovo edificio il 9 novembre e stabilì che le cerimonie da lui tenute in quella circostanza fossero quelle con cui avrebbero dovuto essere consacrate, da allora in poi, le nuove chiese dei cristiani. La basilica del Santissimo Salvatore, sia per la sua magnificenza, sia per essere stata nel Medioevo la residenza dei Pontefici, fu considerata dai cristiani come la madre di tutte le chiese del mondo, e perciò è anche nota con il titolo di arcibasilica. Fin dai tempi di San Leone Magno a curare la basilica era un ordine speciale di canonici regolari, poi sostituiti dagli attuali prelati. Sebbene il Pontefice San Silvestro avesse ordinato che gli altari nelle chiese dovessero essere di pietra, nella basilica si trova un altare di legno, che era quello che era usato dai Pontefici nella celebrazione dei Divini Misteri,infatti si dice che sia stato usato dallo stesso San Pietro e nessuno, all'infuori del Papa, vi può celebrare. La basilica del Santissimo Salvatore fu più volte distrutta durante il corso dei secoli, ma venne  sempre ricostruita, e l'ultima riedificazione, con il nome definitivo di San Giovanni in Laterano, avvenne sotto il pontificato di Benedetto XIII, che la riconsacrò nel 1724, stabilendo che la memoria della sua prima consacrazione cadesse ogni 9 novembre. Read the full article
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mypickleoperapeanut · 1 year ago
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Lunedì 24 luglio 2023 alle ore 21.30, la Basilica di Santa Croce, ha ospitato il bellissimo concerto dei Solisti del Festival internazionale 'Italian Brass Week', Rex Richardson, Omar Tomasoni, Andrea Dell'Ira alle trombe, Oliver Darbellay, jorg Bruckner ai corni, Lito Fontana, Zoltan Kiss ai tromboni, David Childs – euphonium
Ryunosuke (Pepe) Abe – euphonium, trombone
Sérgio Carolino, Mario Barsotti, Gianluca Grosso – al tube, Filippo Lattanzi al marimba, Andrea Severi all' organo.
Musiche di J. S. Bach, G. F. Handel, G. Caccini, A. Marcello, T. Albinoni
I solisti del Festival condivideranno con il pubblico presente le più prestigiose pagine del repertorio cameristico fiorentino ed italiano, legandosi ai capolavori artistici, pittorici e scultorei, che la Basilica custodisce.
Saranno eseguiti brani della fiorentina Camerata de' Bardi, celebranti la Cappella dei Bardi di Vernio, omaggio al Conte Giovanni fondatore del circolo musicale ed intellettuale che ha dato vita al melodramma; dei compositori francescani, primo fra tutti Padre Giovan Battista Martini, maestro di Wolfgang Amadeus Mozart, gli ottocenteschi Luigi Cherubini e Gioachino Rossini; così come brani sacri che si legano alle Storie di San Giovanni Battista, di San Giovanni Evangelista, di San Francesco e della Vergine Maria, celebranti i cicli pittorici realizzati da Giotto e da Gaddi per le Cappelle Peruzzi, Bardi e Baroncelli.
Riccardo Rescio per I&f Arte Cultura Attualità
Firenze 24 luglio 2023
Italian Brass Week Città di Firenze Cultura Fondazione CR Firenze Italia&friends Publiacqua SpA Basilica di Santa Croce di Firenze
Ministero della Cultura Ministero del Turismo ENIT - Agenzia Nazionale del Turismo Ivana Jelinic
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cinquecolonnemagazine · 2 years ago
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Il marmo di Candoglia: una bellezza tutta italiana
Il marmo di Candoglia è una delle pietre più pregiate e ricercate al mondo, apprezzata per la sua bellezza e la sua resistenza. Situata nelle Alpi Apuane, in provincia di Massa Carrara, la cava di Candoglia è famosa per aver fornito il marmo per la costruzione della Basilica di San Giovanni Battista, meglio conosciuta come Duomo di Milano. Cos'è il marmo di Candoglia? Il marmo di Candoglia è un calcare cristallino di colore bianco, che deve il suo aspetto elegante e lucente alla presenza di cristalli di calcite. La sua bellezza è stata apprezzata sin dall'antichità, tanto che l'imperatore romano Augusto ordinò di utilizzarlo per la costruzione di numerosi monumenti. Quando divenne popolare? Ma è stato durante il Rinascimento che ha raggiunto la massima notorietà, grazie all'impiego da parte dei grandi artisti dell'epoca come Michelangelo Buonarroti. La celebre statua del David, infatti, è stata scolpita in marmo di Candoglia, così come molte altre opere dell'artista fiorentino. Ma la vera celebrità è legata alla costruzione del Duomo di Milano, che ha richiesto migliaia di tonnellate di pietra. Il Duomo è stato costruito tra il 1386 e il 1813, e il marmo di Candoglia è stato utilizzato soprattutto per la realizzazione delle numerose statue e decorazioni della facciata. La cava è ancora oggi in attività, e il marmo estratto viene utilizzato per la realizzazione di numerosi progetti di architettura e design in tutto il mondo. La qualità della pietra, infatti, è riconosciuta a livello internazionale, e il marmo di Candoglia è spesso scelto per la realizzazione di opere d'arte, monumenti e costruzioni di pregio. Come viene estratto il marmo di Candoglia? Ma l'estrazione non è mai stata semplice. La cava si trova a un'altitudine di 1.200 metri, e l'estrazione della pietra richiede l'utilizzo di tecniche avanzate e di macchinari sofisticati. Inoltre, la lavorazione richiede molta attenzione e precisione, data la sua elevata fragilità. Nonostante le difficoltà, la cava di Candoglia continua ad essere uno dei principali punti di riferimento per l'estrazione di alta qualità. Gli operai che lavorano nella cava sono altamente specializzati, e il loro lavoro richiede una grande attenzione ai dettagli e una grande capacità di adattamento. Ma la cava di Candoglia non è solo un luogo di lavoro, è anche un luogo di grande bellezza naturale. La vista delle Alpi Apuane e del paesaggio circostante rendono la cava di Candoglia un luogo di grande fascino e di grande valore culturale. Foto di Antonio Cansino da Pixabay Read the full article
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#Repost @frateindovino_official
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Il Papa a L’Aquila in occasione della 728a #Perdonanza celestiniana
28 agosto 2022
Non tutti sanno che a L’Aquila c’è un’indulgenza plenaria molto antica, risalente al 1294, donata alla città da Papa Celestino V, il papa del “gran rifiuto” come lo definì Dante, in occasione della sua incoronazione a Romano Pontefice, che egli volle celebrare proprio nel capoluogo abruzzese e nella basilica di S. Maria di Collemaggio. Questa indulgenza plenaria, cioè la remissione completa delle pene conseguenti ai peccati commessi e già perdonati, è successiva a quella detta della Porziuncola (1216) e precede quella del primo giubileo o anno santo, quello del 1300. Benché Celestino V avesse fatto questo dono alla città di L’Aquila egli non aveva mai partecipato all’evento, che si celebra nei giorni 28 e 29 agosto in concomitanza con la memoria liturgica del martirio di San Giovanni Battista. Nei secoli la “Perdonanza”, come è chiamata questa celebrazione, si è arricchita del passaggio di una cosiddetta “porta santa”, che si apre sulla navata laterale sinistra della chiesa. Il Cardinale Arcivescovo di L’Aquila Mons. Giuseppe Petrocchi ha voluto invitare Papa Francesco ad aprire la porta santa, vista la centralità del tema della misericordia nel suo insegnamento. Il Papa ha accettato e, come è immaginabile, tutta la città è in fermento e si correrà fino all’ultimo per organizzare al meglio il tutto. 
Papa Francesco ha già inviato un particolare saluto agli aquilani dicendo: “Non si può andare molto lontano se non insieme. Solo l’unità rende possibile cambiamenti veri e duraturi. Con questo stile la speranza è una certezza su cui poggiare il futuro. Vengo in mezzo a voi per confermarvi nella speranza di Gesù Crocifisso e Risorto!”.
di Fra Luca Casalicchio
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morelin · 6 years ago
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Duomo di Monza
La storia del Duomo di Monza (Monza e Brianza) è legata a Teodolinda, regina dei Longobardi, che nel 600 circa fece costruire una cappella dedicata a San Giovanni Battista. Questa cappella divenne l’incunabolo della basilica successiva che nel corso dei secoli, a partire dal 1300, venne più volte ampliata e restaurata fino ad assumere la struttura attuale. 
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A sinistra dell’altare maggiore si trova la celebre Cappella di Teodolinda, le cui pareti affrescate dalla bottega degli Zavattari sono considerate uno dei massimi capolavori della pittura del gotico internazionale. Questa cappella è davvero preziosa perchè custodisce la famosa Corona Ferrea che, secondo la tradizione, contiene uno dei chiodi usati per la crocefissione di Cristo. Inoltre, nel sarcofago posto dietro all’altare vennero traslati nel 1300 circa i resti della regina Teodolinda.
Importante è anche il Tesoro del Duomo conservato nell’omonimo museo: opere d’arte e reliquie che raccontano le vicende della basilica sin dalla sua fondazione.
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jacopocioni · 11 months ago
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Andrea del Sarto, pittore
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Andrea Vannucci detto del "Sarto" d'Agnolo, meglio conosciuto come Andrea del Sarto mestiere esercitato dal padre. Non c'è sicurezza sul cognome. A volte si trova scritto Vannucci altre con Vannucchi, ma forse il suo cognome è Lanfranchi, come è scritto in un documento riguardante suo fratello. Vi è scitto: Francesco detto "Spillo" Lanfranchi pittore. Nacque a Firenze nel 1486. Al tempo in cui iniziò il suo periodo di apprendistato come narra nelle "Vite" il Vasari presso una bottega di orafo, presto in quell'ambiente manifestò la sua inclinazione per il disegno. Venne mandato a formarsi nella bottega del pittore Gian Barile. Ma questo dopo poco tempo si accorse di non essere all'altezza delle capacità di Andrea e lo convinse ad andare dal pittore Piero di Cosimo. All'inizio del XVI° secolo nella nostra città si trovavano artisti del calibro di Leonardo e Michelangelo, ai quali si affiancò superandoli in poco tempo. Fu influenzato dal Perugino, Raffaello, Fra Bartolmeo e Mariotto Albertinelli. Abitando in Santa Maria Novella fece amicizia con un altro pittore Francesco di Cristofano detto "Franciabigio". I due giovani nel 1516 aprirono una bottega in piazza del Grano, dopo poco tempo si trasferirono vicino alla Basilica della Santissima Annunziata e come tutti i pittori, per poter lavorare dovette iscriversi all'Arte Maggiore dei Medici e Spezali.
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I frati Serviti nel 1509 lo incaricarono di affrescare il Chiostrino dei Voti con le storie di San Filippo Benizzi. Iniziò con i frati un rapporto di lavoro distinato a protarsi nel tempo. Ebbe rapporti di committenza con gli Eremitani Agostiniani di San Gallo e i Benedettini Vallombrosani dove già lavorava il "Franciabigio". Nella loro bottega aprirono la "scuola dell'Annunziata" dove ebbero come discepoli Jacopo Carucci detto "Il Pontormo" e Giovan Battista di Jacopo di Gaspare detto "Il Rosso Fiorentino". Nel 1515 insieme al "Franciabigio" inizia a dipingere un ciclo decorativo delle Storie del Battista al Chiostro dello "Scalzo" nella chiesa della Compagnia dei Disciplinati di San Giovanni Battista detta dello "Scalzo" (durante le processioni il portatore della croce sfilava a piedi nudi), il lavoro venne terminato nel 1526.
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Per la chiesa di San Francesco dei Macci, dipinge la Madonna delle Arpie (oggi conservata agli Uffizi), sposa Lucrezia di Bartolomeo del Fede, divenuta in breve tempo la modella delle sue opere. Realizza i dipinti per la camera nunziale Borgherini; Le Storie di San Giuseppe; l'Infanzia, Giuseppe interpreta i sogni del Faraone. Per Francesco I° in Francia realizza molte opere quasi tutte andate perdute, rimane solo "la Carità" conservata nel Museo del Louvre. tornato a Firenze riprende a dipingere al Chiostro dello "Scalzo".
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Per la villa Medicea di Poggio a Caiano inizia l'affresco "Il Tributo di Cesare", rimasto incompiuto e finito da Alessandro Allori. Dipinge per i Convento di San Salvi "Il Cenacolo" iniziato nel 1519 e terminato dopo dieci anni nel 1529. Su questo bellissimo affresco c'è un aneddoto che racconta: durate l'assedio di Firenze con l'approssimarsi delle truppe dell'Imperatore Carlo V°, venne deciso di abbattere il convento di San Salvi come era stato fatto con San Gallo e San Giusto. Ma i guastatori incaricati della demolizione, si rifiutarono di abbatterlo colpiti dalla bellezza dei suoi colori. Andrea è ricordato per essere come il più bravo fra i grandi artisti dei suoi tempi. Il Vasari nelle "Vite" lo ricorda cone il "Pittore senza errori", le sue figure erano di somma perfezione, per la capacità di creare composizioni formalmente ineccepibili armoniose e ben bilanciate. Fu un eccellente decoratore di affreschi e autore di bellissime Pale d'Altare e ritratti. Morì di peste causata dall'assedio il 29 settebre 1530, solo e abbandonato dalla moglie.
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Alberto Chiarugi Read the full article
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lionofchaeronea · 7 years ago
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The Marriage of the Virgin, Rosso Fiorentino, 1523
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marcogiovenale · 3 years ago
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lo "stabat mater" di pergolesi, oggi a roma
lo “stabat mater” di pergolesi, oggi a roma
 CONCERTI DEL FESTIVAL DI PASQUA 2022 OGGI, martedì 12 aprile 2022 – Alle ore 20:00 Giovanni Battista Pergolesi STABAT MATER Soprano: Sarah Agostinelli Contralto: Chiara Chialli Orchestra da Camera del Festival di Pasqua Direttore: Stefano Sovrani Basilica di San Crisogono Viale Trastevere (piazza Sonnino 44) – Roma Ingresso libero fino ad esaurimento posti Infoline: +39 06 64829220 * (more…)
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azzurracomeme · 4 years ago
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Lezione del 16/12/2020
AUTORE: Andrea Mantegna
NOME: Pala di San Zeno
DATA: 1456-1459
MATERIALE E TECNICA: tempera (e alcune aggiunte a olio) su tavola
LUOGO DI CONSERVAZIONE: Basilica di San Zeno, Verona
CONTESTO ORIGINALE: La pala, rinascimentale, segna un primo distacco dalla dimensione del polittico, ormai anacronistico. Mantegna dimostra infatti il proprio fastidio dovuto alla spartizione dell'opera in più tavole che interrompono l'unità compositiva e sceglie di far materiallizare le colonne del portico raffigurato nella cornice, potendo quindi impostare perfettamente luce e prospettiva della tavola.
SCELTE TECNICHE E STILISTICHE: La pala rappresenta la madonna col bambino, in trono, circondata da santi (sono qui distinguibili per la loro iconografia San Zeno, San Lorenzo, San Pietro, San Paolo, San Giovanni Battista, San Benedetto, San Gregorio) e angeli. Questi ultimi rappresentati come alcuni bambini biricchini richiamano Donatello e presentano una faccia tipica di Mantegna, che è indifferente al grazioso e ricerca invece un'accentuazione espressionistica. Tipico del pittore anche il panneggio duro dei vestiti e la definizione dei personaggi ottenuta attraverso la linea. L'opera, oltre a presentare alcuni accenni fiamminghi nel cielo, nel tappeto che ricopre parzialmente il trono, e nei giochi di trasparenza (ottenute con aggiunte di olio a velature), richiama anche lo stile del maestro di Mantegna, Francesco Squarcione, nell'attenzione alla architettura classica e nella ripresa delle frasche squarcionesche. Nella predella troviamo raffigurate "l'orto dei Getsemani", "la crocifissione" e "la resurrezione", ora separate dalla pala e spostate in diversi musei. La crocifissione, ora al louvre, trasmette grande immediatezza, grazie alla scelta del pittore di tagliare alcuni personaggi. Diversi sono gli elementi che rendono questa scena carica di pathos: i volti di Maria e Giovanni sono deformati dal pianto, il sangue che scorre lungo la croce, il nudo sofferto e violento di Cristo. La tavola presenta perfetta impostazione prospettica e luministica; la luce è inoltre utilizzata anche come simbolo ed infatti è presente solo sulla figura del ladrone redento. Una città nella nebbia in lontananza invita l'occhio ad andare in profondità, il paesaggio, fiammingo, trova la sua particolarità in una interpretazione quasi metafisica e nelle classiche nuvole arricciate di Mantegna.
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personal-reporter · 1 year ago
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Caorle Street Piano Festival 2023
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Dal 25 al 29 agosto il  centro storico di Caorle proporrà Street Piano Festival, manifestazione musicale giunta alla settima edizione. Diversi pianoforti, sparsi tra le caratteristiche calli della cittadella marina, saranno pronti a creare un’atmosfera unica e un momento all’insegna di musica, cultura e divertimento. Nella prima parte della serata l’evento si svolgerà in modalità free-playing, quando chiunque lo desideri potrà accomodarsi a un pianoforte e suonare, poi la serata si accenderà con la musica  di pianisti professionisti, per concludersi  davanti al Duomo. In caso di maltempo la manifestazione verrà posticipata o si svolgerà al chiuso. A pochi passi dal confine del Friuli, Caorle racconta una storia al tempo stesso antica e moderna. La storia della città inizia sotto il dominio di Augusto, quando le popolazioni locali decisero di fondare una nuova colonia tra il porto di Falconara e Concordia Sagittaria, allora due dei poli più importanti per il commercio romano in terra veneta. Con la caduta dell’impero, il piccolo porto divenne un punto di riferimento per gli abitanti dell’entroterra, che nel VI secolo iniziarono a fortificarlo per difendersi dagli attacchi dei Goti e dei Longobardi. Essendo la cittadina diventata un’importante sede vescovile, nel XI secolo gli abitanti di Caorle iniziarono la costruzione della Cattedrale, dove si trovava una precedente basilica paleocristiana. Agli inizi del XII secolo Caorle divenne parte del Dogado della repubblica di Venezia, oltre ad avere un proprio governo guidato da un reggente locale. Dalla fine del Trecento, con il trasferimento di gran parte della nobiltà locale a Venezia, per la cittadina cominciò un lungo periodo di declino, che si aggravò nel 1379 dopo un saccheggio da parte dei rivali della Repubblica di Genova. Nel XVII secolo Caorle tornò a essere uno dei porti più importanti del Veneto, ma tutto questo fin con l’arrivo delle truppe di Napoleone e il trattato di Campoformio. Con gli Austriaci, nel 1818 la cittadina cessò di essere una sede vescovile e venne annessa al patriarcato di Venezia. Dopo essere diventata parte del Regno d’Italia, nel 1918 Caorle ebbe un ruolo importante nelle ultime offensive della prima guerra mondiale e nel 1944 rischiò di rimanere vittima di gravi bombardamenti da parte dell’esercito tedesco. Sicuramente una chiesa decisamente suggestiva per gli amanti della storia antica è il medievale Duomo, che conserva al suo interno una quattrocentesca Pala d’Oro, donata da Caterina Cornaro, regina di Cipro, mentre al suo fianco si erge un singolare campanile eretto alla fine del X secolo. Molto noto è anche il santuario della Madonna dell’Angelo, che secondo la leggenda fu la prima chiesa eretta a Caorle, oppure la chiesa della Madonna del Rosario di Pompei, edificata alla fine dell’Ottocento. Famosa è anche la chiesa di San Giovanni Battista, costruita negli anni Venti del Novecento, oppure la settecentesca chiesa della Resurrezione. Molte sono le zone che, tra queste la piazzetta medievale, cuore della città, le splendide spiagge, che si estendono per chilometri fino ad arrivare ai confini del Friuli, con suggestive scogliere aperte sull’Adriatico, la diga di Caorle, una passeggiata che protegge il vecchio villaggio di pescatori dall’inizio dell’Ottocento fino ad oggi, e il porto, che tra passato e presente sono da sempre il simbolo dell’attività economica del borgo. Read the full article
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