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E postatela n’artra foto del culo che non lo avemo capito quanto siete speciali.
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La neve su Roma
Na cosa me tormenta Nun te l'ho detta mai Sei bella più de quarant'anni fa Te immagino sui treni Tu parti e te ne vai Ritorni solo quanno dici tu. Me scrivi da lontano Ma è come se stai qua Sei come un tatuaggio addosso a me Pe' te la guerra nostra Nun è finita mai Se c'hai 'n paro de scarpe te ne vai. Come la neve su Roma Tu ritorni quanno voi E ogni morto de papa Te fai viva se te va. Su ogni soffio de vento Io te sento, stai co' me E ogni morto de papa Te fai viva, se te va. Sta vita c'ha diviso Ma c'ha fatto incontrà Su strade che avemo fatto solo noi Quer cinema deserto Te lo ricorderai Ce so tornato quarche giorno fa. Pe' te la guerra nostra Nun è finita mai Se c'hai un paro de scarpe vié da me. Come la neve su Roma Tu ritorni quanno voi E ogni morto de papa Te fai viva se te va Su ogni soffio de vento Io te sento, stai co' me E ogni morto de papa Te fai viva, se te va.
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Io ogni anno mi dimentico che siamo benedetti dall'esistenza del Dietrofestival
Cose che ne ho tratto e che saranno molto probabilmente fonte di meme
Anna Oxa non compare neanche una volta, neanche sullo sfondo. La cosa mi puzza. Non è neanche andata da Zia Mara. Indagherò
Elisa che, per aver mangiato poco, sta così *occhi stralunati
Giorgia in para con i praise che le fanno nella presentazione
Giorgia in para perché suo figlio la guarda solo perché è dopo Lazza
Giorgia in para
Gli in-ear che si aggrovigliano come tutti gli auricolari che si rispettano
I cugini di campagna al "avete spaccato": "no, noi non avemo spaccato niente" subito dopo il blancogate
Rosa Chemical: ho pianto tutto il giorno - non si attacca il trucco - è perché sto continuando a piangere
Gianluca Grignani e il suo monologo con la telecamera pre esibizione
Gianni che a una certa si fa un giro a fare due chiacchiere
Mr Rain stanco
Checco stanco
Checco che vuole suonare e andare a nanna, tanto sua figlia non lo può neanche vedere perché la mamma non la fa stare alzata fino a tardi
Lista in ampliamento...
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"Che se fa quando restiamo senza certezze? Che famo quando scoprimo che tutto quello a cui avemo creduto n'è altro che 'na bugia? Quando le persone se rivelano diverse da quelle che pensavamo?"
L'estate dei bravi ragazzi — Camilla Graciotti
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NON È LA FINE DER MONDO
È l’ultima sintesi dell’anno, quindi ne approfittamo pe fa’ un breve recap delle sfighe de un anno che sembra esse stato ‘na merda ma alla fine è tutta apparenza, niente de veramente grave. >>
Non se semo annati ai mondiali: è la seconda volta de fila (non era mai successo prima). Oh ma mica è la fine der mondo, se ce impegnamo e ce dice culo, tipo che arrivamo allo spareggio co’ la primavera der Lussemburgo, magari ai prossimi riuscimo pure a qualificacce. >>
È cascato er Governo Draghi ma tranquilli che 'ns’è fatto gnente! Ar posto suo c’avemo er governo più a destra de tutta la storia de la Repubblica che ar confronto Tambroni sembra un boyscout ma che vuoi che sia, alla fine è normale dialettica democratica. >>
È schioppata pure la Regina Elisabetta, è la prima volta che a Natale non c’è er discorso suo in TV, perché lei esisteva da prima della TV. Ma noi a Roma avemo inventato un detto fatto apposta pe’ ste occasioni: morto un papa se ne fa un antro. È così da sempre, daje Carlè. >>
Musk ha buttato ner cesso 44mld pe’ fasse na partita a Twitter e tu stai a piagne perché pe’ na multa in divieto de sosta? Lascià sta che ha fatto così tanti casini che pò esse’ pure che twitter schiatta, semo sopravvissuti alla fine de MySpace, sopravviveremo pure a questo. >>
I prezzi dell’energia so’ schizzati alle stelle, la gente ormai pur de non accende er riscaldamento se butta sul cachemire che je costa de meno. È aumentato tutto, solo lo stipendio tuo è rimasto quello de trent’anni fa ma va bene così, lo fanno apposta pe fatte sentì giovane. >>
È finita pure la pandemia, cioè non è che proprio finita, è che se semo rotti er cazzo noi e avemo deciso che mo è “solo un’influenza”, che in fondo de influenza non è mai morto ness… Vabbè il concetto è quello, mo rimane giusto da spiegallo ar virus. >>
È morta ‘na donna ogni tre giorni ammazzata dar marito o dar compagno, venti lavoratori a settimana per “incidente”, quasi cento suicidi in carcere. Ma è roba che ormai succede tutti l’anni se ancora non te sei abituato è corpa tua, er mondo funziona così non è mica un dramma. >>
Non semo mai stati così vicini al rischio de guerra nucleare, pare wargames ma ar posto der computer c’è na manica de deficienti. Quelli bravi però dicono che è un bluff, e che er vento tira in per di là e non c’è da preoccupasse. Ar massimo na grattata de cojoni scaramantica. >>
Il clima è impazzito, la Marmolada s’è sbriciolata, er Po e l’antri fiumi asciuti, luglio era un forno, Natale lo stamo a fa’ coi bermuda, alluvioni e frane avemo perso er conto, i primi sei anni più caldi der secolo stanno tutti tra er 2014 e oggi. Ma non è la fine der mondo. >>
Er mondo un modo lo trova sempre, lo troverà pure nel 2023. Ar massimo, proprio a volé esse cacacazzi, pò esse che è la fine tua, ma er mondo va avanti pure senza te e me e tutti l’antri, mica sta a guardà er capello. Quindi avanti tranquillo (che lo sai che fine ha fatto).
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“avete spaccato proprio”
“NO NO NO NON AVEMO SPACCATO NIENTE”
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Te te sei scopata solo uno, è pure brutto
Che devo continuà o t'ho già detto tutto?
Non sei più 'a mia cura
Er tipo de creatura a cui confidà ogni mia paura
La mia pischella, avemo scritto fine su a sceneggiatura
De 'sta cazzo de telenovella
Cancellerei quer giorno dal calendario
Er giorno der nostro anniversario
Er giorno che t'ho incontrato
Er giorno der mio compleanno
Diglielo a 'sti stronzi che non m'hai mai perdonato
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Me making amaretti with my grandma
Nonna li avemo fatti troppo boni, questi a Natale non ce arrivano
#christmas#granny#grandma loves you#food#cookie#amaretti#mo veramente questi non vedono nemmeno il 24#italian cooking#italian#italy#ma poi non me va de rifalli quindi me li fo basta#daje
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19 ago 2023 15:55
È MORTO A 86 ANNI CARLETTO MAZZONE, L’ALLENATORE CON IL RECORD DI PANCHINE IN SERIE A – ALLENÒ LA ROMA DAL 1993 AL 1996, LANCIANDO IN PRIMA SQUADRA FRANCESCO TOTTI - QUELLA VOLTA CHE NON RICONOBBE GUARDIOLA AL TELEFONO ("SEI PEP? E IO SO' GARIBALDI"), IL LEGAME CON ROBY BAGGIO ("SE AVESSI POTUTO FARLO GIOCARE INSIEME A TOTTI AVREI PERSO MENO CAPELLI") - LE CHICCHE NEL DOCU-FILM “COME UN PADRE” – “LA CORSA SOTTO LA CURVA DELL’ATALANTA? MI È STATA TOCCATA MIA MADRE E LA MIA CITTÀ” - IL SALUTO QUANDO LASCIÒ LA ROMA: “AHÒ, NON AVEMO VINTO NIENTE MA AMMAZZA LE RISATE CHE SE SEMO FATTI” - VIDEO
Carlo Mazzone, morto lo storico allenatore: aveva 86 anni. Nella Roma lanciò Totti in prima squadra
Estratto da www.ilmessaggero.it
Il calcio piange la morte di Carlo Mazzone, allenatore anche della Roma. Aveva 86 anni. Conosciuto come Sor Carletto o Sor Magara, era il detentore di record di panchine in Serie A: 792 ufficiali, 797 considerando i cinque spareggi. Nel 2019 gli è stata intitolata la nuova tribuna Est dello Stadio Cino e Lillo Del Duca di Ascoli Piceno, e nello stesso anno è stato inserito nella Hall of Fame del calcio italiano. Amatissimo a Roma, squadra che ha allenato dal 1993 al 1996. I tre anni con i giallorossi furono caratterizzati da un settimo posto e due quinti posti. Durante la sua permanenza, lanciò in prima squadra Francesco Totti
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MAZZONE
G.B. Olivero per La Gazzetta dello Sport – 27 ottobre 2018
Che bella invenzione i nonni. Uno sguardo a volte severo ma perennemente comprensivo; una parola adatta a ogni situazione; un sorriso che cancella le delusioni. Carlo Mazzone, oggi, è un nonno ma in realtà lo era anche quando allenava: «Tratto i miei nipoti come trattavo i calciatori: insegnando il rispetto e l’educazione». I calciatori se lo sono goduto per tanti anni, dal 1968 (debutto ad Ascoli) al 2006 (sipario a Livorno). Adesso tocca ai nipoti. Se volete scorgere la sagoma imponente di Mazzone dovete andare ad Ascoli o, in estate, a San Benedetto. Lo vedrete fare una passeggiata al mattino o lo incrocerete al pomeriggio mentre va al circolo per una partitina a carte con gli amici di sempre. Ma l’attività preferita è godersi la famiglia, a lungo lasciata… in panchina.
Da 55 anni la moglie Maria Pia è l’inseparabile compagna di vita: la donna che spesso assorbiva un po’ delle tensioni del suo uomo. Da questo matrimonio sono nati Sabrina e Massimo. E poi i quattro nipoti: Vanessa e Alessio (rispettivamente 27 e 20 anni, figli di Sabrina), Iole (17, figlia di Massimo) e il piccolo Cristian (2, figlio di Vanessa). Non solo nonno, anche bisnonno. Tutta la famiglia abita ad Ascoli e da lì Mazzone non si muove rifiutando quasi ogni invito e dribblando le interviste: «Un po’ per non fare torto a nessuno e un po’ perché non vuole più sottrarre tempo a noi», racconta Alessio, la nostra guida nel mondo di un allenatore atipico e di un uomo schietto, leale, impulsivo, generoso.
NIENTE TELEFONO- A qualche domanda, comunque, sor Carlettorisponde. Che poi nemmeno si tratta di domande: sono ricordi, viaggi nel tempo, immagini che si rincorrono, momenti che non si possono dimenticare. «Qualche giorno fa Guardiola ha parlato benissimo di me. Mi sono commosso. Per me Pep è come un figlio, seguo le sue partite in tv, faccio il tifo per lui: una persona rispettosa e meravigliosa che ha segnato la mia vita e la carriera». E che gli dedicò un pensiero stupendo quattro giorni prima della finale di Champions a Roma tra il suo Barcellona e il Manchester United (2009)
«Squillò il telefono, andò a rispondere mio nipote. “Nonno, c’è Guardiola al telefono”. Io sbuffo, prendo la cornetta: “Pronto, chi è?”. E lui: “Mister, sono Pep”. “Sì, e io sono Garibaldi”. I miei amici di Ascoli mi fanno spesso degli scherzi, pensavo fossero loro. “No, mister, sono davvero Pep. Volevo invitarla alla finale”. “Pep, ma tu tra quattro giorni giochi la finale di Champions e pensi a me?”. “Sì, mister: penso a lei e la voglio in tribuna”. Ci andai. E lui vinse». A squillare fu il telefono di casa perché Mazzone non ha mai avuto un cellulare: quando deve mandare un messaggio a Totti o Baggio usa quello della moglie. A Natale, invece, parte la chiamata: «Anche Totti è come un figlio. Ho letto quello che ha scritto di me sul suo libro e mi sono venuti i brividi. Baggio era come Francesco: rispettoso, un grande uomo dentro e fuori dal campo. Se avessi potuto farli giocare insieme, avrei perso meno capelli. Quando li sento sono felice».
VIDEOCASSETTE - Questa è una storia di calcio e di buoni sentimenti, di valori antichi e intuizioni tattiche: «In allenamento vidi che Pirlo avrebbe potuto esaltare la sua eccelsa tecnica arretrando la posizione. Quell’intuizione ha generato buoni frutti per me e per lui che è un ragazzo fantastico». Ragazzi, per Carletto sono ancora tutti ragazzi. Pure se loro hanno superato i 40 e lui ha festeggiato gli 80 nel marzo 2017 con una grande festa in famiglia. Per celebrare il nonno, Alessio ha aperto una pagina Facebook e Instagram a suo nome: «Così può ricevere i messaggi dei tifosi che gli vogliono bene. Ho pubblicato i video-auguri di Totti, Materazzi, Bonera e tanti altri. Al nonno piace stare in compagnia. Quando siamo tutti insieme, gli leggi negli occhi la felicità. Per tanti anni vedeva la nonna solo il lunedì perché lei non lo seguiva. E’ stata dura, anche perché nella giornata libera il nonno voleva rivedere le partite che faceva registrare. Mi hanno raccontato che c’erano tante videocassette a casa».
QUELLA CORSA E LE SCUSE - Su youtube Alessio ha visto spesso la famosa corsa ai tempi del Brescia sotto la curva dell’Atalanta per rispondere agli insulti: «Mi hanno raccontato che appena rientrato nello spogliatoio nonno telefonò a casa per tranquillizzare tutti. Poco tempo fa a San Benedetto l’hanno fermato tre tifosi dell’Atalanta per scusarsi e fargli i complimenti. Che uomo, il nonno: con noi nipoti è sempre stato severo ma dolce e negli ultimi anni si è ulteriormente intenerito, ci concede qualcosa in più. Ha mandato me e la mia fidanzata Giulia a rappresentarlo all’addio di Pirlo: quella sera ho sentito racconti commoventi sul suo conto».
Alessio ha giocato nelle giovanili dell’Ascoli, ma Mazzone non è mai andato a vederlo per evitare che qualcuno pensasse a una sua spintarella. In tv, invece, Carletto guarda tutte le partite: Serie A, Premier, Serie B, basta che il pallone rotoli. «E tifa per le sue ex squadre. A volte fa qualche commento tecnico, mi dice quali sostituzioni effettuerebbe». D’altronde, anche da nonno, Mazzone resta sempre un allenatore. E l’ultima frase che ci regala è anche uno splendido ritratto di se stesso: «Io sono sereno, mi godo la vita e i nipoti. Per me allenare era una grande passione; rendere felici i tifosi era una missione. Ho dato tutto me stesso, è stata una bellissima avventura».
ORIGINALE Amedeo Carboni era un terzino della Roma che amava sganciarsi. In una partita del 1994-95 lo fece troppe volte e Mazzone sbottò: "Amede’, quante partite hai fatto?". "350, mister". "E quanti gol ?". "4, mister". "E allora ‘ndo caz... vai!!!".
(...)
“VUOI ESSERE IL MIGLIOR AMICO MIO? GIOCA BENE” – LE CHICCHE DI CARLETTO MAZZONE NEL DOCU-FILM “COME UN PADRE”
Francesco Persili per Dagospia – 07-11-2022
"Questo è il mio allenatore? Ma è matto?". Guardiola non credette ai suoi occhi quando vide Carletto Mazzone correre sotto la curva dei tifosi dell’Atalanta dopo il 3-3 del Brescia. All’allora direttore sportivo delle Rondinelle, Gianluca Nani, seduto in tribuna accanto a lui, l’attuale tecnico del Manchester City disse: “Ma le partite in Italia sono tutte così?”.
Si ride e ci si commuove con il docu-film su Prime Video di Alessio Di Cosimo, “Come un padre”, che racconta vita, carriera, incazzature e battute del “Sor Magara”, al secolo Carlo Mazzone. “La corsa sotto la curva dell’Atalanta? Erano 20 anni che non facevo uno scatto del genere, sono arrivato con il cuore in gola. Le provocazioni erano tante. Mi è stata toccata mia madre e la mia città…”
Guardiola, a ripensare agli anni di Brescia con lui, Pirlo, Roberto Baggio, pennella: “Fu una lezione d’umiltà, che nella vita serve tanto. A Brescia si vinceva poco, ma quando si vinceva si godeva veramente". Calcio dai piedi buoni e valori umani. Le magie del “Divin Codino” e il premio salvezza devoluto al figlio di Vittorio Mero scomparso in un incidente stradale.
Nella tutela e valorizzazione del talento calcistico Mazzone resta un punto di riferimento. Ha accompagnato l’esplosione di Totti (“Sapeva come gestirmi, se ci fosse stato lui, ancora sarei in campo”), reinventato Pirlo centrale davanti alla difesa, rilanciato Baggio e Signori, che ricorda quando si presentò negli spogliatoi del Bologna: “Ahò, 24 teste non riesco a capirle, famo che voi cercate de capì la mia”.
Dopo la prima rete di Beppe gol in maglia rossoblù alla Roma, gli mormorò: “Per la prima volta so’ contento che un laziale fa un gol contro la Roma”. Il fedelissimo Enrico Nicolini: “Ogni anno Mazzone ha vinto lo scudetto dell’onestà”. Su di lui nemmeno una nuvola, un’ombra, un sospetto quando la serie A fu attraversata dallo scandalo scommesse: “Amava ripetere: ‘Posso dire di tutto a tutti ma non tutti possono dire di tutto a me”. Nel finale avvelenato della stagione 99-00, la vittoria del suo Perugia all’ultima giornata contro la Juve consegnò lo scudetto alla Lazio. Lui gonfiò il petto e piazzò la stoccatina: “C’è voluto un romanista per far vincere un campionato alla Lazio”.
“Difensore scivoloso, difensore pericoloso”, Marco Materazzi ricorda i moniti di Carletto e vede delle analogie tra il “Sor Magara” e Mourinho: “Entrambi creano un ambiente speciale in cui tutti sono pronti a buttarsi nel fuoco”. Il segreto per andare d’accordo con lui? “Vuoi essere il miglior amico mio? Gioca bene”.
Cappioli demolisce il luogo comune di Mazzone catenacciaro: “Ma che difensivista, al Cagliari attaccavamo come matti”. Nell’ultimo anno di Roma 3-4-3, e via andare. Solo un gol di Vavra ai tempi supplementari della partita di ritorno con lo Slavia Praga gli negò la semifinale di Coppa Uefa. Prima dell’addio alla sua Roma, si avvicinò negli spogliatoi a Di Biagio e gli sussurrò: “Ahò, non avemo vinto niente ma ammazza le risate che se semo fatti…”
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Dov'è Prigo? 420
Insisto, dov’è Prigo, l’uomo che per mezza giornata due settimane fa fece venire il cagotto a Putin? Il vecchio Luka dice che non è più in Bielorussia, ma se Prigo non sta più a Minsk, allora ‘ndo sta? A noi non ce ne può fregaroski de meno, ripetono i russi, noi nun avemo mezzi né voija de cercallo, insistono gli esponenti di questo popolo sognatore, d’altra parte che cosa gliene frega di saper…
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Auguri Roma, dal 21 aprile 753 a.C.fino ad oggi 2776 anni di amoR ♥️ "Ecco ch'ariva er sole con caretto carica er giorno e se lo porta via, Sole che stai sul tetto, ad monno hai visto mai una cosa più mejo de Roma mia? E voi che state in cielo e fate luce, signori delle stelle e delle genti, sentite che ve dice sto coro de creature amor gesti: se Roma è n'ivenzione dei celesti, se Roma è un'invenzione de voi artri che dall'alto vedete li fatti e li nefatti, crescete i fili nostri più romani de noi altri. Se invece è n'invenzione de noi altri, spettacoli che avemo dei passati, e se Roma è ridotta a sta cosa qui davanti mor'ammazzati annamo tutti quanti, nemmeno se dovemo lamenta'." Primo atto de "I 7 re di Roma" di Gigi Proietti
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Yyyyyyyy
La estupides bo es mia sierpe estar a encarnada en tu vida
" Crees que soy pendejo... Todos los patrones son pepetitivos. Agradesco a ver aprendido para saber conquien no hora conmigo. De hecho es tan en m o contra🐧".
Fue una te quiero que sea perdico...
El ciber bulling me va acompañar para toda la vida. Avemos millones en el mundo para nada mas dos me gustas... Algo anda mal y no soy yo.
ANGEL R. O.
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Per nulla, era una notazione seria. Difatti noi si contravveniva alla regola, il tetto doveva stare a 10.000€ non a 5.000.
E' che noi deplorabili, a quelli che protestavano non li avemo lasciati finire de parlà, capito?
+++Breaking News+++
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Quindi, il fatto che se in Italia si fosse alzato il tetto del contante a 5000€ avremmo contravvenuto gli accordi del PNRR era soltanto l'ennesima solita cazzata, giusto?
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Lei era bella, come se lo era. Se giravano tutti a guardalla, a me la gelosia me se magnava. E pure, non era te. L'altra, rideva sempre, me scoppiava er core de gioia ogni volta, vedella. E pure non era te. Poi c'è stata un'altra, lei era particolare, c'aveva quasi sempre er broncio, caratteri credimi, e c'è ridevo sopra. E pure non era te. Tutto sto tempo non ho fatto altro che cercatte dentro ad un'altra che non c'aveva mai er profumo tuo, lo sguardo tuo, le mani tue o semplicemente qualcosa che me facesse sentì a casa. Quanno penso al rapporto nostro, penso sempre a quanno se scannavamo, a quante volte avemo detto che era finita ma ‘nvece nessuno dei due c'aveva er coraggio de chiudela pe davero. La nostra era na giostra, era sempre un sali e scenni, ma na vita è stata la mia preferita. Nun troverò mai un'altra testarda, rompicojoni come te. Non troverò mai un'altra che regga i miei sbalzi, che lotti pe uno come me. Io che pensavo de potemme salva’ da solo poi sei arrivata tu, a dimme che na vita da solo, nun se salva nessuno. Te cercherò sempre tra la gente, tra tutte queste che vonno esse come te, ma nun c'è riescono. Perché l'amore da vita, o to sposi, o to porti dentro tutta la vita. Io all'altare nun so riuscito a portatte se non dentro a’ testa mia. Allora te porto nella tasca dentro in alto, t'ho ritagliato un posto e così quanno me pija la malinconia, me fumo na sigaretta, apro la giacca e te guardo come mai guarderò n'altra in vita mia
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