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Una Maledetta Notte d'Autunno di Pietro Bertino: Il Monaco Indaga e Svela gli Oscuri Segreti di Genova. Recensione di Alessandria today
Un thriller avvincente che intreccia indagini, filosofia zen e complotti in una città dalle mille ombre
Un thriller avvincente che intreccia indagini, filosofia zen e complotti in una città dalle mille ombre “Una maledetta notte d’autunno”, scritto da Pietro Bertino, è un romanzo che cattura l’essenza di una Genova oscura e complessa, dove il crimine e la corruzione si celano dietro una facciata di rispettabilità. Pubblicato il 30 settembre 2024, il libro appartiene alla serie “Il Monaco Indaga”,…
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Actually, second time's the charm: Fantastic Parasuicides e The World of Us
Trovo abbastanza buffo che nel primo consiglio dedicato ai film io mi sia prodigata nello specificare che si tratta della forma di narrativa per cui ho i gusti più mainstream di tutti, che conosco poco del linguaggio del cinema e che dunque vedrete pochi post a tema ecc ecc., per poi finire a scrivere due dei quattro articoli di quest’anno su dei film... D’altra parte non ho mai preteso di essere una persona coerente. Mi rendo conto che mi mancano delle basi importanti per parlare di cinematografia in maniera completa e interessante, ma d’altra parte ci tengo talmente tanto a questa segnalazione, visto che mi permette (finalmente!) di parlare di cinema che mi è davvero tanto caro, che preferisco mettere in piedi un consiglio un po’ didascalico e poco brillante ma che potrebbe permettere a qualcuno di muovere i primi passi del cinema coreano meno famoso. Proprio così, è un sacrificio bello e buono quello che faccio, ma d'altronde ho invece la pretesa di essere una persona altruista, tipo uh... scrivendo articoli che mi divertono sul mio blog personale? No?
Giustificazioni non richieste a parte, ci tengo a fare questa segnalazione perché se negli ultimi anni il cinema della Corea del Sud ha ricevuto rinnovate attenzioni e interesse anche da parte della stampa generalista, il tipo di film che arrivano ai giornali, alle testate cinematografiche più popolari o ai portali di aggregazione di recensioni sono spesso e volentieri un po’ monotematici – insomma, quando si parla di cinema dalla Corea o si parla di horror o si parla di thriller. Mi sento di dire tutto sommato anche a ragione: i thriller coreani fanno spesso e volentieri le scarpe a quelli anglofoni per qualità della recitazione, intreccio e sequenze d’azione (guardatevi The Chase, The City of Violence o perché no, A Bittersweet Life e poi ne riparliamo) e non c’è dubbio che la popolarità di Parasite renda più facile che sia questo tipo di titoli ad essere distribuito dignitosamente anche in occidente. Sarebbe però estremamente scorretto – e piuttosto razzista – pensare che allontanandosi da questi generi e da qualche grande Regista-Camaleontico-con-la-R-e-la-C-maiuscole (Kim Ki-duk, Lee Chang-dong ecc.) la Corea abbia poco o nulla da offrire. Dunque per le segnalazioni di oggi mi sembra giusto presentarvi due film relativamente atipici se paragonati ai titoli che hanno avuto più fortuna presso la distribuzione nostrana: Fantastic Parasuicides e The World of Us, completamente differenti come struttura, intreccio e tematiche ma entrambi assai competenti in quello che si propongono di fare.
Fantastic Parasuicides
Il primo film del consiglietto di oggi è in realtà una raccolta di corti, ciascuno girato da un regista diverso, a tema, beh... para-suicidi fantastici. Para- perché come potrete immediatamente notare già dal primo corto, ciascuno dei protagonisti incontrerà più difficoltà del previsto nel tentare di togliersi la vita, e fantastici perché ciò che capiterà nel corso di questi tentativi difficilmente potrà essere descritto in altro modo; dalle situazioni apertamente sovrannaturali fino a quelle semplicemente bizzarre, ciascuno dei corti sceglierà un angolazione diversa da cui esplorare che cosa passa per la mente di una persona che vuole morire e che cosa può succedere attorno a lei per farle cambiare idea.
Il poster non mi dispiace, ma forse è solo perché ho un debole per questa palette.
Tra i tre, il primo corto è quello che adotta la prospettiva più surreale e votata allo strambo per il gusto dello strambo: la protagonista è una studentessa che dopo essersi presentata troppo in ritardo per sostenere un esame decide di buttarsi dal tetto della scuola; anziché morire, però, si risveglia in una realtà simile alla nostra, ma che si rivelerà lungo lo snodarsi della vicenda decisamente più peculiare. Come accennavo, il suicidio in questo corto è poco più che un pretesto per dare inizio alle avventure carrolliane in cui la protagonista sarà impantanata per tutta la durata della storia: non c’è alcuna pretesa di parlare delle modalità e delle motivazioni dietro al gesto che vadano oltre al pretesto di trama o alla stucchevole banalità del finale. Il film è però piuttosto conscio di questa superficialità, poiché il fascino del corto risiede nel domandarsi ad ogni momento quanto la situazione potrà ancora farsi più assurda: da un ragazzo con una bomba nella macchina ad un insegnante paranoico, passando per una serie atroce di effetti speciali che verso il finale diventeranno alquanto buffi, il motivo principe per completare la visione di questa prima parte del film sta proprio nella sequenza onirica in cui la protagonista verrà sballottata. Di certo il corto più debole di questa raccolta, ma ugualmente divertente se si ha un certo gusto per il surreale a basso budget.
Il secondo corto, intitolato Fly Chicken, sceglie modalità più sobrie (ma non per questo meno peculiari) per esplorare il tema della raccolta. La premessa infatti è quella di un agente segreto che trova rifugio in una casa sul mare, dove inizia a pianificare il suo suicidio per sfuggire al suo terribile passato; in teoria tutto ciò che deve fare è premere il grilletto, ma una serie di eventi bizzarri ritardano il momento fatidico. E con “una serie di eventi bizzarri” mi riferisco principalmente al pollo che compare in riva al mare, con cui il nostro protagonista avrà una serie di dialoghi intensi e drammatici, appropriatamente sottotitolati in coreano e in inglese vista l'impossibilità dell'uccello di esprimersi in lingua umana. Il contrasto tra la serietà dei momenti in cui l’agente segreto rimane da solo a confrontarsi con gli oscuri meandri della sua psiche, e quelli in cui interagisce con il pennuto nel tentativo di aiutarlo a liberarsi dalla rete in cui è invischiato suscita una certa ilarità – anche se il regista è molto bravo a mantenere una certa serietà e tensione circa il destino finale del protagonista, camminando sulla linea sottile che separa la commedia nera dal dramma; complice anche la durata ridotta, questo tono ibrido e l’azzeccata scelta di ridurre i dialoghi all’osso – le uniche interazioni verbali saranno proprio quelle con la gallina – permettono allo spettatore di lasciarsi catturare da quest’atmosfera così peculiare fino ad un finale ambiguo ma abbastanza spiazzante da risultare una degna conclusione del film.
Come vedete non mento mai. Solo segnalazioni di qualità su questo blog.
Ok, arrivati al terzo corto – che è, per inciso, di gran lunga il migliore nonché il mio preferito della raccolta – mi sento di specificare che il mio punto debole quando leggo/guardo/ascolto fiction sono i vecchi tristi. Potrete sparare tranquillamente ad una dozzina di bambini senza vedermi battere ciglio (… sì, dicevo, nella fiction), ma mostratemi un signore anziano che mangia una minestrina patetica nel suo appartamento vuoto e sarò costretta a tastare se sul comodino sono rimasti dei fazzoletti con cui asciugarmi il moccio che mi starà già colando giù per il naso. Dunque partivo già disposta ad accogliere come si deve questo corto su un anziano signore che un giorno si sveglia e si rende conto che nessuno si ricorda più che è il suo compleanno. Non il partner – morto anni prima – e non i pochi amici che gli sono rimasti; messo di fronte alla desolazione e alla noia in cui si consumano le sue giornate, il protagonista decide che è arrivato il momento di lasciarsi la vita alle spalle, e decide di sdraiarsi sulle rotaie in attesa del treno poco distante dalla città in cui abita. Piano che viene scombussolato dalla presenza di un’altra persona sulle rotaie, che sembra ugualmente in pericolo ma meno desiderosa di morire… Quale miglior occasione per dare un senso alla propria vita prima di compiere l’estremo gesto? A partire da questo inizio si dipanerà un intreccio rocambolesco che tiene con il fiato sospeso fino alla fine: proprio perché il corto è così abile nel farci provare empatia nei confronti del nostro anziano protagonista ogni minuto sarà speso a “tifare” per lui, oltre che a domandarci che cosa succederà: innanzitutto, riuscirà a salvare dai gangster che lo inseguono il giovane incontrato sulle rotaie? E secondariamente, riuscirà a farlo senza divenire lui stesso una vittima o rimarrà rassegnato fino alla fine all'idea del suicidio?
A questa storia appassionante si aggiunge anche un finale davvero brillante: un paio di colpi di scena perfettamente giustificati anche all’interno di un corto così breve, e l’abilità del regista di dosare le rivelazioni sul passato e sul presente nei momenti più opportuni, permettono a questo film di finire meglio di come è iniziato – e non era un’impresa facile. Emozionante, divertente e capace di suscitare genuina preoccupazione per le sorti dei personaggi coinvolti, si tratta del corto migliore della raccolta e quello che permette a Fantastic Parasuicides di fare un decisivo salto di qualità. Se siete ancora indecisi se dare una possibilità all'intero film, vi consiglio di guardare almeno questo.
Sì, il ragazzo necessita di una mano. Immaginatevelo un po' come il povero Jessie Pinkman ma senza la dipendenza.
The World of Us
Nel momento in cui ho iniziato a buttare giù la struttura della recensione mi sono resa conto di quanto The World of Us risultasse un’anomalia rispetto al genere di storia di cui parlo di solito sul blog. Si tratta infatti di una vicenda senza alcuna traccia di fantastico, incentrata sul rapporto tra due bambine alla fine delle elementari che fanno amicizia nel corso di un’estate e che vedono il loro rapporto messo a dura prova al ritorno sui banchi di scuola. Sembra un genere di storia lontanissimo sia dalle mie corde sia da quello che scelgo di recensire su questo spazio, ma la verità è che il film è riuscito a colpirmi per la precisione mimetica con cui dipinge quel tipo di amicizie intense che si formano tra giovani emarginati, senza per questo idealizzarle o spogliarle dei loro lati più vulnerabili e crudeli (oltre ad essere del tutto sconosciuto al grande pubblico); dunque ho deciso che meritava uno spazio su questo blog, nonostante si tratti di un film che lavora per tutto il tempo con archetipi più che consolidati e che abbia ben poco di stravagante o bizzarro.
Già dalla locandina è facile capire quale sarà la palette del film,
Sun è un bambina che frequenta gli ultimi anni delle elementari, ed è molto sola. A scuola è presa di mira dalle compagne e non ha nemmeno un’amica con cui passare del tempo assieme durante l’intervallo; quando torna a casa si trova a dover curare il pestifero fratellino, a cui sua madre presta molte più attenzioni di quante non ne abbia mai prestate a lei, mentre suo padre beve troppo spesso e quando beve diventa sgradevole. Quindi quando durante la pausa estiva incontra per caso Jia, una ragazzina appena trasferitasi da un’altra scuola che non conosce ancora nessuno, Sun decide che dovrà fare di tutto per conquistarla: il suo piano funziona a meraviglia, ma quando le due bambine tornano a scuola per l’ultimo anno iniziano i problemi… Ecco, leggendo questo rapido riassunto penso che la maggior parte di voi non avranno difficoltà ad immaginare che cosa succede in questo film. L’intera storia si muove infatti su strade ben tracciate e soffre di un certo disinteresse a parlare di temi come il bullismo, l’isolamento e l’amicizia intensa e totalizzante dei bambini in maniere meno convenzionali rispetto agli archetipi già visti e rivisti nella fiction. Quello che distingue questa pellicola dai suddetti archetipi (la cui visione mi è onestamente di solito indigesta) è la qualità della scrittura dei personaggi e la bravura di tutte le interpreti.
Per elaborare il secondo punto, le due attrici principali sono molto naturali nel loro ruolo; è difficile trovare attrici o attori così giovani con una certa abilità (come penso dimostri bene il film recensito nello scorso consiglio), ma entrambe sono bravissime nel rendere ciascuna sfumatura del proprio personaggio. Sun desidera disperatamente piacere a qualcuno, tanto che in ogni scena ogni suo movimento, dall’imbarazzo con cui si muove vicino ad altri fino al suo prodigarsi in mille gesti fin troppo gentili, tradisce la necessità di sembrare piacevole, disponibile, amabile: l’amica perfetta; di contro, Jia appare assai più sicura di sé – eppure anche Jia nasconde più di un segreto, e la sua incapacità di affrontare la solitudine avrà conseguenze molto crudeli. Insomma, la regista Yoon Ga-eun è al suo meglio quando si tratta di rendere con accuratezza le mille sfumature di un’amicizia così ricca di fragilità, tra un’emarginata disposta a smussare ogni lato potenzialmente sgradevole della sua personalità per scappare dalla sua solitudine e una bambina spavalda che nasconde i propri difetti e la propria codardia dietro una facciata cool e patinata.
tipregoamamitipregotipregoTIPREGO – il monologo interiore di Sun in ogni momento del film.
Entrambe le protagoniste – e anche il gruppo di bulle che rende la vita impossibile a Sun – interagiscono poi su uno sfondo molto abile nel riprodurre con mimetica precisione le attività e i giochi più comuni a quell’età: la telecamera indugia spesso sulle unghie dipinte (ma anche nude, scheggiate e morsicate) delle protagoniste, o sul telefono pieno di giochi, sulle matite colorate di marca e così via. In senso più ampio, si tratta di un film che non avrebbe affatto stonato inserito nel mio post precedente: l’atmosfera estiva che permea la maggior parte del film è costruita grazie alle strade semideserte, ai parchi abbandonati dagli studenti in vacanza, ai colori pastello desaturati in cui è avvolta tutta la pellicola. Sono rimasta piuttosto impressionata dall’abilità della regista di catturare quelle sensazioni specifiche che si provano durante la pausa estiva quando si è bambini, nonché di ancorarle ad elementi fisici così azzeccati.
Ammetto di essere ancora incerta su quanto mi siano piaciute le battute finali di questo film, che forse soffrono di una certa convenzionalità, ma mi sento di dire che per la maggior parte del film Yoon evita di cadere in facili buonismi sulla natura dei bambini e su quanto siano più “puri” degli adulti; trovo che ciò sia vero anche sul finale, anche se non faticherei a capire il punto di vista di chi si sarebbe aspettato qualcosa di più radicale e meno vicino ai canoni del genere. In ogni caso, se il tema non vi repelle istintivamente consiglio caldamente la visione! Non sono molti i film che parlano di bullismo che riescono a non farmi alzare gli occhi al cielo durante la visione, ma questo c’è riuscito.
Il fratellino di Sun è adorabile, nonostante sia una peste. Devono essere le guanciotte.
Anche la segnalazione di oggi giunge al termine: sono assai soddisfatta di aver potuto finalmente dedicare un intero post al mio amato cinema coreano, peraltro segnalando titoli un po’ lontani anche dal “suo” mainstream. E dico così perché so quanto siano irreperibili i due titoli segnalati: se aveste difficoltà a recuperarli non esitate a mandarmi un messaggio sul blog e vedrò di farvi avere il materiale necessario. Dunque spero vivamente che almeno uno di questi film abbia catturato la vostra attenzione – e davvero, se seguite questo blog per il bizzarro non potete non dare una chance a Fantastic Parasuicides.
#ita#movie#fantastic parasuicides#the world of us#sung-ho kim#chang-ho cho#soo-young park#yoon ga-eun#recensione
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Una storia vera (David Lynch, 1999)
Tratto da una storia vera, il film racconta di Alvin, un contadino di 73 anni che decide di intraprendere un viaggio di 500 km a bordo del suo tosaerba per andare dal fratello che ha avuto un infarto. Tra i film di Lynch più atipici ma non per questo meno valido. Un road movie delicato, poetico e malinconico che consiglio di recuperare.
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Rossy de Palma
La poesia è stato il mio primo amore. I poeti dadaisti mi hanno aperto una dimensione di pensiero completamente nuova, grazie alla quale in un solo momento mi sono resa conto che mi aspettava un altro mondo. L’arte ci cura e ci aiuta a sopravvivere.
Attrice, modella, scultrice, pittrice, scrittrice, cantante e regista di video e spot, Rossy de Palma è una delle più importanti protagoniste del cinema di Pedro Almodóvar.
Dotata di una bellezza fuori dagli schemi, un viso dai lineamenti irregolari e atipici, di cui ha fatto il suo punto di forza e che sfoggia con grande ironia, è una personalità poliedrica, difficile da etichettare.
Nata il 16 settembre 1964 col nome di Rosa Elena García Echave a Palma di Maiorca da una famiglia di origine asturiana e basca, è cresciuta nelle Baleari per poi trasferirsi a Madrid, negli anni Ottanta, seguendo il suo gruppo musicale, Peor impossible. Il suo nome d’arte era Rossy Peor, poi modificato in Rossy Von Donna.
È stato in quel periodo che, frequentando l’ambiente artistico madrileno, è entrata in contatto con Almodóvar che, nel 1987 le ha chiesto di partecipare al film La legge del desiderio. Da allora è diventata una delle sue protagoniste preferite, tanto da volerla ancora in Donne sull’orlo di una crisi di nervi del 1988, Légami! del 1990, Kika del 1993 e Il fiore del mio segreto del 1995. Per questi due ultimi ruoli è stata nominata al Goya (l’Oscar spagnolo). È anche apparsa in un cameo di Gli abbracci spezzati.
Ha lavorato anche in Italia con Aldo, Giovanni e Giacomo, Giancarlo Giannini, Rupert Everett e Ornella Muti.
Ha avuto un ruolo in Prêt-à-Porter di Robert Altman e nel musical grottesco Franchesca Page, diretto dalla fotografa Kelley Sane, dove ha ricoperto uno dei ruoli più memorabili della sua carriera, interpretando una sadica e psicopatica produttrice teatrale decisa a far fallire lo spettacolo chiave della pellicola, al quale fa perno la rivalità tra madre e figlia (interpretate da due drag queen).
Parallelamente alla carriera di attrice, saltuariamente, si produce come cantante ed è stata modella di stilisti come Louis Vuitton e Jean-Paul Gaultier. Per la primavera/estate 2012 è stata, insieme a Pedro Almodóvar e a Mariacarla Boscono, protagonista della campagna Missoni, ambientata in Spagna. È stata anche madrina di A Shaded View On Fashion Film, festival di cortometraggi sulla moda, creato e curato da Diane Pernet.
Ha anche realizzato una linea di profumi e di make up che portano il suo nome.
Spesso ha legato il suo nome a campagne sociali sostenendo le battaglie per le persone migranti, contro la violenza sulle donne e per i diritti lgbtq+.
Nel 2015 è stata nella giuria del Festival di Cannes.
Rossy de Palma, ironica, intelligente e talentuosa, ha dimostrato che si può diventare un’icona di fascino anche con una bellezza che va fuori dai classici canoni estetici.
Il suo naso strano è stato, a sua detta, il segreto del suo successo.
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Nuovi occupati: luci e ombre di un mercato del lavoro in evoluzione
Tasso di occupazione in aumento, ma ancora indietro rispetto alla media UE: l'Italia si posiziona al secondo posto in Europa per crescita di nuovi occupati, con un incremento del 1,5% nel 2023 rispetto all'anno precedente. Un dato positivo che, seppur incoraggiante, non deve far storcere il naso di fronte ad alcune criticità strutturali che persistono nel mercato del lavoro italiano. Nuovi occupati: numeri in crescita ma divario con l'Europa ancora ampio Nonostante la crescita registrata, il tasso di occupazione in Italia rimane ancora lontano dalla media europea: solo il 66,3% della popolazione tra i 20 e i 64 anni risulta infatti occupata, contro una media UE del 75,3%. Un divario di quasi 9 punti percentuali che evidenzia la necessità di ulteriori sforzi per colmare il gap con i principali paesi europei. Malta al primo posto, Italia seconda: A precedere l'Italia nella classifica per crescita di nuovi occupati troviamo Malta, con un incremento del 1,6%. Seguono poi Germania, Portogallo e Cipro, con tassi di crescita rispettivamente dell'1,4%, 1,3% e 1,2%. Donne e giovani: le categorie più avvantaggiate Tra i dati più interessanti emerge la crescita dell'occupazione femminile, con un aumento di 0,9 punti percentuali contro lo 0,6% degli uomini. Bene anche la performance dei giovani tra i 15 e i 24 anni, che registrano un incremento del 2,4%. Economia circolare: un settore trainante per l'occupazione: L'Italia si distingue come seconda in Europa per numero di occupati nel settore dell'economia circolare, con ben 517.000 addetti. Un dato che conferma il ruolo strategico di questo settore per la ripresa economica e la sostenibilità ambientale del Paese. Lavoro precario e divario salariale: le sfide da affrontare: Nonostante i dati positivi in termini di crescita occupazionale, permangono criticità come la diffusione del lavoro precario e la persistenza di un divario salariale tra uomini e donne. Secondo l'INPS, nel 2023 il 20,2% dei lavoratori in Italia era impiegato con contratti atipici. Il divario salariale di genere, invece, si attesta al 2%, con le donne che guadagnano in media il 2% in meno degli uomini a parità di mansioni. Investire in formazione e istruzione? Per consolidare la crescita occupazionale e centrare gli obiettivi europei in termini di tasso di occupazione, è necessario investire in formazione e istruzione. Bisogna creare un sistema che permetta di sviluppare le competenze necessarie per i nuovi lavori emergenti e per facilitare l'inserimento nel mondo del lavoro, soprattutto per le categorie più fragili. La crescita di nuovi occupati in Italia rappresenta un segnale positivo, ma non basta per parlare di una vera e propria ripresa del mercato del lavoro. Perseguire gli obiettivi di inclusione sociale e di competitività economica richiederà un impegno costante da parte di tutti gli attori coinvolti, a partire da politiche mirate al sostegno delle categorie più fragili e all'ammodernamento del sistema formativo. Solo con un'azione sinergica e lungimirante sarà possibile costruire un futuro lavorativo più solido e inclusivo per tutti. Foto di Karolina Grabowska da Pixabay Read the full article
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Si parla di Un trou... de mémoire (Mathias, Leloup/Baccinelli, 2024) assieme ai suoi autori
http://www.afnews.info segnala: Nel corso dell’ultimo articolo, si è parlato della collana Glénat di produzioni originali con personaggi Disney. In quel caso, però, si tratta di fumetti “atipici”, d’autore, di interpretazioni piuttosto creative, mentre le storie Disney “regolari” trovano la loro collocazione tra le pagine delle pubblicazioni francesi edite da Unique Heritage, con cui ho avuto il…
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Massimiliano Larocca: "Nessun perduto amore" è il nuovo video
Massimiliano Larocca torna con un nuovo singolo e video: “Nessun perduto amore”, estratto dal nuovo album “DÀIMŌN” appena uscito su Santeria Records / La Chute Dischi distribuzione Audioglobe. “Nessun perduto amore” è certamente uno dei brani più atipici di questo mio nuovo album, un ritmo da samba su un’accordatura aperta alla chitarra acustica, nello stile di Nick Drake o Tim Buckley. Un brano…
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#emergenti#genere musicale#massimiliano larocca#musica indipendente#nessun perduto amore#trakoftheday#video#youtube
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Intrigante l’allegoria della cravatta, il cui relativo nodo da Huysmans è stretto in maniera anomala rispetto alla costumanza del resto del genere umano, per cui la relativa traduzione richiede un annullamento di tutte le conoscenze che si hanno dell’uso di simili orpelli, ma al contempo occorre prendere atto che nessuno potrà mai comporre un nodo simile, in quanto è esistito una volta e forse mai più ci sarà.
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8 nov 2023 19:25
SPERPERE-RAI – INVECE CHE LAMENTARSI PER IL TAGLIO DEL CANONE, A VIALE MAZZINI FAREBBERO BENE A SMETTERE DI APPALTARE OGNI SERVIZIO A SOCIETÀ ESTERNE: LA VIGILANZA ARMATA PER IL PROGRAMMA DI FIORELLO COSTA 137MILA EURO, ALTRI 76MILA SERVONO PER I CORSI DI “DIZIONE E PROSSEMICA” E 70MILA PER NOLEGGIARE LA ��BERLINA” DI “DOMENICA IN” - IN PIÙ, CI SONO 120 GIORNALISTI “ATIPICI” CHE SI SMAZZANO IL LAVORO CHE I 2.058 CON CONTRATTO REGOLARE NON FANNO... -
Estratto dell'articolo di Carmelo Caruso per "Il Foglio"
Perdere, spendere, sorridere. Sono i tre verbi della Rai. Il quarto: appaltare. E’ possibile che nessun dipendente Rai possa fare la vigilanza armata al Foro Italico, per il programma di Fiorello, e si debba pagare una società esterna per 145 giorni con 137 mila euro? Se si vuole misurare questa televisione non bastano più gli ascolti, un metro che con le piattaforme è ormai un metro superato. Alla Rai, ai suoi vertici, andrebbe oggi chiesto: quanto risparmi?
Come spendi? Spendi bene? C’è un cimitero di spese che è il vero cimitero della Rai, ed è quello degli affidamenti diretti. 76 mila euro vengono utilizzati per corsi di “dizione e prossemica”. 70 mila euro per noleggiare la “berlina” di Domenica In. Mentre scriviamo c’è un bando aperto per la “fornitura di autoveicoli a noleggio a breve termine senza conducente”. La cifra è di 2 milioni e 276 mila euro. Come può sopravvivere un’azienda divisa in tribù e che va in onda grazie a 120 giornalisti atipici (contrattualizzati come programmisti) che svolgono il lavoro che i “tipici” (2.058 giornalisti) non svolgono?
Anziché preoccuparsi della fuga di Corrado Augias, che è passato dalla Rai a La7, dopo 63 anni, sarebbe il caso di chiedersi quale azienda italiana, e pubblica, pratica questo “caporalato” e consente un numero tale di irregolari. La Rai rischia 120 cause legali e rischia di perderle tutte.
Ogni giorno di fronte a Montecitorio stazionano tre troupe Rai. Ogni tg ne ha una e ce n’è una quarta che ha il compito di coordinarle tutte e tre. Il costo medio è di 800 euro a troupe. Sono 3.200 euro al giorno e per raccogliere messaggi politici uguali. […]
A Milano, per fornire i quotidiani cartacei, vengono spesi 79 mila euro. […] Per monitorare la visibilità dei personaggi famosi è stato firmato un altro appalto da 95 mila euro. 335 mila euro servono per “servizio di magazzinaggio di omaggi, gadget dei vincitori di concorsi a premi”. Si appalta pure il servizio di “sottotitolazione dei programmi preregistrati” piuttosto che farli in casa.
Costo: 2 milioni di euro. Altri 292 mila euro vengono destinati per “monitorare la rappresentazione della figura femminile”. Anche per aggiornare il piano immobiliare si ricorre agli esterni: 75 mila euro. Stessa cosa accade con l’ufficio stampa. 62.950 euro sono stati assegnati a due società esterne per “il servizio di ufficio stampa, promozione e comunicazione per la direzione documentari”.
[…]
La Rai ha 650 milioni di euro di debiti e tra due anni potrebbe sfondare il tetto del miliardo. Se la Rai è in demolizione, a processo dovrebbero andarci, come minimo, gli ultimi sette governi e i ministri dell’Economia che hanno lasciato accumulare un debito spaventoso, un debito che precede l’ultima Rai sgangherata, la tv che ormai si fa a gara a sputacchiare.
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Modena: alla Tenda tre appuntamenti dal fantasy al dreampop
Modena: alla Tenda tre appuntamenti dal fantasy al dreampop. Spazia tra la letteratura fantasy, la poesia, la musica rock declinata nel genere dreampop e un approfondimento sui movimenti operai la programmazione della Tenda, dove in questa settimana prosegue con tre appuntamenti la rassegna culturale inserita nell'ambito delle attività proposte dall'assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Modena. La settimana si apre mercoledì 18 ottobre, alle ore 21, col terzo e ultimo appuntamento di "Dai Margini - La letteratura di genere legge il mondo", rassegna di incontri sulla scrittura di genere (fantascienza, horror, noir, etc) a cura di Natalia Guerrieri e Giorgio Raffaelli, in collaborazione con Zona42. Titolo della serata è "Fantasy e Poetry slam": fantastico e fantasy hanno mille, nuove e interessanti declinazioni, dalle proposte young adult alle nuove tendenze del fantasy contemporaneo. Nell'occasione, quindi, Tiffany Vecchietti e Vargas sviluppano una panoramica sulla direzione intrapresa dal genere; modera Luca Fazioli. Dopo la talk si svolge una poetry slam a tema, curata da Mutuo soccorso poetico. Giovedì 19, sempre alle 21, spazio invece della musica dal vivo con un nuovo appuntamento di Arts & Jam #11, rassegna di jazz e contaminazioni curata da associazione Muse e JazzOff Produzioni. Sul palco di viale Monte Kosica sale il gruppo italo-francesce "terestesa": durante il concerto, il gusto avvolgente del dreampop viene perturbato dalle sonorità acidule e nebbiose dell'improvvisazione libera e della musica elettronica, in un universo riservato e notturno che si dispiega sulle proprie malinconie, a bordo di un treno o su un letto, da qualche parte tra la Francia e l'Italia. I testi brutali e intimi descrivono i sentimenti contrastanti della compositrice verso la sua terra natale: la vita in Francia, lontano da casa, risveglia il suo bisogno di raccontare il suo paese tanto amato e tanto detestato, di descriverne gli odori concreti e le tinte nebbiose. Largo poi ai libri venerdì 20, alle 18, con un nuovo appuntamento di "Dialogo con l'autore", kermesse curata dall'associazione culturale L'Asino che vola. In questo appuntamento Flavio Giordano presenta "Sognando la rivoluzione. Lotta continua e la stagione dei movimenti. Gli anni Settanta nella provincia meridionale" (Edizioni dell'Ippogrifo). Sabato 21, infine, la Tenda ospita alcuni appuntamenti di Atipico Festival, la rassegna diffusa promossa da Cgil Modena e curata dall'associazione Outer: uno sguardo sul mondo dei lavoratori atipici del mondo della cultura, dello spettacolo (il programma online su www.atipicofestival.com). Il calendario completo di tutte le iniziative e le modalità di prenotazione sono consultabili sui canali social e sul sito web de La Tenda all'indirizzo www.comune.modena.it/latenda. Per informazioni: mail [email protected], telefono 059 2034810.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Quattro Indagini a Màkari: Il debutto di Saverio Lamanna e Peppe Piccionello in quattro racconti tra sarcasmo e mistero. Recensione di Alessandria today
Una raccolta che racchiude le prime avventure della coppia investigativa siciliana firmata da Gaetano Savatteri
Una raccolta che racchiude le prime avventure della coppia investigativa siciliana firmata da Gaetano Savatteri. Quattro Indagini a Màkari di Gaetano Savatteri è una raccolta di racconti che segna il debutto ufficiale dei personaggi Saverio Lamanna e Peppe Piccionello, due investigatori atipici che hanno conquistato i lettori grazie al loro humor e alla loro irriverenza. Le storie, intitolate Il…
#Alessandria today#avventure investigative#Claudio Gioè#commedia gialla#critica sociale#cultura e tradizioni#cultura siciliana#Gaetano Savatteri#Giallo Italiano#Google News#investigatori atipici#investigatori siciliani#investigazione e umorismo#ironia siciliana#italianewsmedia.com#letteratura e intrattenimento.#letteratura italiana#Màkari serie tv#Michele Soavi#mistero#mistero siciliano#Narrativa breve#narrativa contemporanea#Peppe Piccionello#personaggi e sarcasmo#personaggi indimenticabili#Pier Carlo Lava#pregiudizi e ironia#Quattro indagini a Màkari#Racconti gialli
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Lavoro, accordo alla MacSped Green Logistics di Tortona
Bozza di accordo raggiunta tra Rsa e sindacato AdlCobas con l’azienda Dna Biogroup, che ha l’appalto del magazzino al MacSped Green Logistics di Tortona (Alessandria). Prevede pagamento dello stipendio di agosto; recupero degli arretrati con la società precedente entro 5 giorni; stabilizzazione a tempo indeterminato di 23 lavoratori con contratti atipici; 23 passaggi al 4 e 5 livello…
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L' isola degli zombies ( Victor Halperin, 1932)
Il film è ambientato ad Haiti.
Madeleine e Neil, una coppia di innamorati prossima al matrimonio, viene ospitata dal ricco proprietario terriero Beaumont, in realtà innamorato della ragazza.
Beaumont ingaggerà Legendre, uno stregone che grazie alle sue pratiche voodoo renderà Madeleine uno zombie impedendo quindi il matrimonio con Neil.
L'isola degli zombies è considerato il primo film sui morti viventi, anche se abbastanza atipici e ben lontani da quelli romeriani. In questa pellicola difatti gli zombie appaiono come umani privati della propria volontà, come fossero sotto ipnosi, con lo sguardo spento e perso nel vuoto. Uomini senza anima resi schiavi da Legendre ( interpretato da Bela Lugosi), un potente stregone che li rende schiavi facendoli lavorare senza sosta nella propria raffineria di zucchero.
Una pellicola pregiata, che non posso fare a meno di considerare un vero gioiello della storia dell'horror e che ricorda un po' per atmosfere e storia "Il gabinetto del dottor Caligari". Inutile dire che la presenza di Bela Lugosi dona maggior charme alla pellicola, con primi piani di forte impatto dove risalta il suo solito sguardo mefistofelico già noto in Dracula. Perfetta nel ruolo di Madeleine, la ragazza trasformata in zombie, Madge Bellamy, attrice nota nel cinema muto, dotata di una gestualità e una mimica facciale davvero straordinaria.
Film che consiglio di recuperare, soprattutto se come me amate gli horror datati 😊
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DISTURBI DEL SONNO: COME RICONOSCERE E COMBATTERE L’INSONNIA
L’addormentamento risulta essere una delle fasi più delicate e più importanti della giornata che viviamo ogni sera di ogni giorno, e la mancanza di questo può determinare dei disturbi del sonno.
Si tratta di un passaggio graduale dalla veglia ad uno stato costituito da una periodica sospensione dello stato di coscienza. Si interrompono i rapporti percettivi e motori con il mondo circostante creando le condizioni favorevoli all’addormentamento, ovvero il silenzio, il buio, la posizione supina, il calore delle coperte e perché no, un libro da leggere.
Queste 7-8 ore giornaliere nelle quali dormiamo, ristorano e garantiscono uno stato salutare sia fisico che psicologico, tanto da condizionare la qualità della vita dell’individuo.
Un’alterazione di questa fase comporta una compromissione da parte dell’individuo, che non sarà più capace di dormire. A lungo andare è molto probabile che possa insorgere un disturbo del sonno che ora andremo a vedere nel dettaglio.
Insonnia – disturbi del sonno
Quando si parla di disturbi del sonno, in automatico viene in mente l’insonnia, tuttavia questo è lungi dalla realtà clinica.
Sicuramente si tratta del disturbo più frequente, ma non è l’unico. Infatti, rientrano tra questi disturbi anche l’ipersonnia, la sindrome delle apnee ostruttive e i disturbi del ritmo circardiano (da cui possono insorgere parasonnie come sonnambulismo, bruxismo ed enuresi).
Insonnia: si tratta, come detto precedentemente, del disturbo più frequente di questa categoria. Esso è caratterizzato dalla difficoltà nell’iniziare e mantenere il sonno. La qualità e la quantità di sonno è compromessa. Nello specifico possiamo individuare diverse tipologie di insonnia, di base a quando insorge la difficoltà:
Iniziale/precoce: si tratta della difficoltà nell’addormentamento
Di mantenimento: si tratta di continui e costanti risvegli durante la notte
Tardiva: si tratta della tendenza a svegliarsi molto presto la notte
Mista o generalizzata: fa riferimento a tutte le caratteristiche dette fin ora, anzi ad una combinazione di esse.
Ipersonnia: al contrario dell’insonnia, si tratta di un numero eccessivo di ore di sonno e non solo, anche la propensione dell’individuo all’addormentamento in situazioni inappropriate. E’ molto spesso sottovalutato e sottostimato, anche se molto frequente nella popolazione dove riveste un ruolo importante in quanto può esserci il rischio di un’insorgenza in situazioni come lavoro e guida.
Disturbi del ritmo circardiano: in questo caso, il soggetto quando dovrebbe dormire è sveglio e quando è sveglio dovrebbe dormire.
Parasonnia: si tratta della comparsa di fenomeni atipici durante le ore di sonno. Tra di esse troviamo le parasonnie del sonno REM durante le quali il soggetto effettua numerosi fenomeni motori spesso collegati a crisi epilettiche notturne.
Tutti possiamo aver incontrato queste difficoltà durante le nostre ore di sonno, tuttavia per poter definire un disturbo è bene tenere in considerazione determinati elementi quali: tempistiche, durata e soprattutto la compromissione del normale funzionamento dell’individuo nei diversi aspetti della sua vita quotidiana.
Come combattere i disturbi del sonno, anzi come prevenirli❗️
Abbiamo potuto constatare l’ampiezza e la complessità che caratterizzano i disturbi del sonno, ma altrettanto ampie e complesse sono le cure e i trattamenti. Tuttavia, in questo caso andremo ad individuare una serie di accortezze che possiamo prendere in considerazione per far sì che il rischio di insorgenza sia minore.
Mantenere una certa regolarità di orario quando andiamo a dormire la sera e quando ci alziamo la mattina, indipendentemente dalle ore in cui abbiamo dormito di notte.
Nel momento in cui apriamo gli occhi, anche prima che suoni la sveglia, è bene iniziare subito la giornata.
Evitare di dormire di più la mattina anche quando sono state fatte le ore piccole.
Quando non ne vogliamo sapere di dormire, piuttosto che sforzarci, dedichiamoci ad attività rilassanti❗️
Quando si ha fame poco prima di andare a dormire, è preferibile un pasto leggero per non caricare la digestione.
Anche il letto e il materasso fanno la loro parte, poiché favoriscono un buon rilassamento del corpo accompagnato da una temperatura corretta e possibilmente meno rumori possibili.
Evitare bevande contenti caffeina, bevande alcoliche e uso di tabacco poiché alterano i processi di addormentamento.
È consigliabile un’attività fisica regolare, possibilmente la mattina o il pomeriggio.
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Sfiducia nel futuro: agli italiani non piace la società in cui vivono?
Un dato allarmante emerge da una recente ricerca del Censis che segna una vera e propria sfiducia verso il futuro: il 66% degli italiani non apprezza la società in cui vive. La percentuale sale addirittura al 72% tra i giovani, evidenziando un malessere diffuso soprattutto tra le nuove generazioni. Cosa c'è alla base di questo disagio? Le ragioni sono molteplici e complesse, ma alcuni fattori chiave emergono con chiarezza: - Mancanza di senso di comunità: Solo il 15% degli italiani si sente parte di una comunità solida e coesa. L'individualismo dilagante e la frammentazione sociale hanno eroso il senso di appartenenza e di solidarietà, creando un clima di solitudine e isolamento. - Precarietà lavorativa: Il mercato del lavoro italiano è caratterizzato da instabilità e incertezza. Il tasso di disoccupazione, soprattutto giovanile, rimane elevato, mentre i contratti atipici e precari sono la norma. Questo scenario genera ansia e frustrazione, alimentando la sensazione di un futuro incerto. - Disuguaglianze crescenti: Il divario tra ricchi e poveri si è ampliato negli ultimi anni, creando una società spaccata in due. Le disparità economiche, sociali e di opportunità alimentano un sentimento di ingiustizia e sfiducia nelle istituzioni. - Sfiducia nella politica: La classe politica è vista come lontana dai problemi reali dei cittadini e incapace di dare risposte concrete alle loro esigenze. La corruzione, gli scandali e l'inefficienza delle istituzioni hanno portato a un discredito generalizzato della politica. - Crisi di valori: La società italiana sta attraversando una profonda crisi di valori. Il materialismo e l'individualismo hanno preso il sopravvento su principi come la solidarietà, l'altruismo e il rispetto per l'ambiente. Cosa fare? Il quadro che emerge dalla ricerca del Censis è preoccupante e richiede un'inversione di tendenza. La politica è chiamata ad attuare politiche concrete per contrastare la precarietà lavorativa, ridurre le disuguaglianze e rafforzare il welfare state. È necessario inoltre investire nella scuola e nella formazione per creare una società più coesa e inclusiva. Promuovere il senso di appartenenza a una comunità e riscoprire valori come la solidarietà e l'altruismo sono elementi chiave per costruire un futuro migliore. La disaffezione degli italiani per la società in cui vivono è un campanello d'allarme che non può essere ignorato. È necessario un impegno collettivo per rimettere al centro la persona, i suoi bisogni e le sue aspirazioni. Solo attraverso un profondo cambiamento culturale e sociale sarà possibile costruire una società più giusta, equa e sostenibile. Oltre a quanto già detto, si potrebbero aggiungere alcune proposte concrete per migliorare la situazione: - Promuovere la partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica e sociale. - Investire in cultura e istruzione per creare una società più consapevole e critica. - Sostenere le iniziative di welfare aziendale e di terzo settore. - Contrastare la disinformazione e le fake news che alimentano la sfiducia nelle istituzioni. - Promuovere modelli di sviluppo sostenibile che tutelino l'ambiente e le future generazioni. Foto di Mohamed Hassan da Pixabay Read the full article
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Ottantatré per cento, è questa la percentuale che dovete ricordare: nel 2022 su oltre 8.100.000 nuove assunzioni, appena il 17 per cento era a tempo indeterminato. La “precarietà” si evidenzia nell’enorme difficoltà di stabilizzare questo esercito di contratti atipici: confrontando, infatti, i dati annuali delle comunicazioni obbligatorie con il cartogramma delle forze lavoro Istat, possiamo presumere che solo un quinto dei circa 3,2 milioni di lavoratori a termine abbiano una possibilità di stabilizzazione e il calcolo non tiene conto dei circa 300 mila tirocini extra-curriculari, quindi il dato reale è peggiore di quanto è possibile stimare.
Dall'articolo "Precarietà, il lato oscuro del mercato del lavoro" di Carlos Corvino e Francesco Giubileo
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