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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Alessandria Today Raggiunge un Nuovo Traguardo: 70.000 Clic dalla Ricerca Google in 28 Giorni. Pier Carlo Lava
Un importante riconoscimento per il nostro impegno verso l'informazione e la cultura
Un importante riconoscimento per il nostro impegno verso l’informazione e la cultura Alessandria Today continua a dimostrare la sua crescita e il suo impatto nel panorama dell’informazione online, raggiungendo un traguardo straordinario: 70.000 clic dalla Ricerca Google negli ultimi 28 giorni. Questo risultato, certificato da Google, rappresenta un motivo di orgoglio per il nostro team e un…
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anchesetuttinoino · 4 months ago
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IL BUCO DELLA MEMORIA
Sono passati esattamente 40 anni da quell'anno terribile profetizzato da Orwell nel suo romanzo più famoso.
Per fortuna non è successo nulla di quanto visionariamente ipotizzato, #èandatotuttobene e sembra che prossimamente andrà pure a meraviglia.
O no?
Postiamo giusto qualche nota in commemorazione di 1984
Il buco della memoria è un elemento immaginario presente nel romanzo 1984 di George Orwell; è un meccanismo ideato per alterare o far sparire fotografie, trascrizioni e documenti scomodi o imbarazzanti l'intento di cancellarne definitivamente la memoria. Oltre a eliminare documenti scomodi, il "Ministero della Verità" del Partito crea falsi documenti al fine di riscrivere la storia per renderla conforme ai frequenti cambiamenti della propaganda politica.
il "buco della memoria" è una fessura collegata a uno scivolo che conduce a un inceneritore dove i membri del partito depositano i documenti politicamente scomodi che devono essere distrutti:
«Nelle pareti del cubicolo si aprivano tre orifizi: a destra del parlascrivi, un piccolo tubo pneumatico per i messaggi scritti, a sinistra un tubo più grande per i giornali, e al centro, ad agevole portata del braccio di Winston, un'ampia feritoia oblunga protetta da una grata metallica. Quest'ultima serviva a eliminare la carta straccia. Nell'intero edificio vi erano migliaia, anzi decine di migliaia di feritoie simili, ubicate non solo nelle singole stanze, ma anche nei corridoi, non troppo distanti l'una dall'altra. Per chissà quale motivo le avevano soprannominate "buchi della memoria". Quando qualcuno sapeva che un certo documento doveva essere distrutto, oppure vedeva per terra un pezzo di carta in tutta evidenza gettato via, automaticamente sollevava il coperchio del buco della memoria più vicino e ve lo lasciava cadere dentro, dove un vortice di aria calda l'avrebbe trasportato fin nelle enormi fornaci nascoste da qualche parte nei recessi del fabbricato»
Il protagonista, Winston Smith, che lavora presso il "Ministero della Verità", è uno degli incaricati al ruolo di revisione dei vecchi articoli di giornale, col compito di adattarli agli interessi di propaganda del governo. Per esempio, a Smith può essere chiesto di modificare retroattivamente una dichiarazione circa il razionamento del cibo in modo da riflettere le nuove politiche.
Che scenario orribile nato dalla fantasia distopica dell'ingenuo Orwell: come avrebbe potuto immaginare che invece di quel complesso meccanismo di incenerimento, oggi sarebbe bastato UN SEMPLICE CLICK? 😎
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nusta · 8 days ago
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Ho una domanda congiunta per @firewalker e @kon-igi a proposito di dieta, farmaci e strategie di dimagrimento.
(Il post è lungo e mi scuso con i chiamati in causa, ma la sintesi non è un mio talento e l'argomento meritava forse anche di più)
Premessa_ Negli ultimi anni ho seguito con la coda dell’occhio le notizie relative ad Ozempic e farmaci simili (il nome del principio dell’Ozempic è semaglutide, ma se ho capito sono in circolazione anche altri farmaci), più o meno da quando ha fatto scalpore la carenza di forniture per i malati di diabete, che erano gli originari destinatari del farmaco. Nel frattempo, l’uso del farmaco per altri scopi, ossia aiutare nel dimagrimento, motivo per cui si era generata la carenza per i malati di diabete, è stato più o meno pubblicizzato e raccontato e, recentemente, ufficializzato come terapia. Io ne ho sentito parlare in articoli sul Post e in podcast su youtube, ma mi è sempre sembrato un farmaco “lontano” dal contesto italiano.
Invece l’altro giorno ho saputo che è stato suggerito ad una persona della mia età (40 anni passati) che conosco, che dopo anni di tentativi di dimagrimento con esiti altalenanti, all’ennesima occasione di cominciare un percorso di dimagrimento con un professionista (medico nutrizionista, in questo caso, se ho capito bene) ha avuto come proposta dal professionista stesso l’idea di provare con questo tipo di farmaco. La prospettiva era di fare un percorso di almeno 7 mesi, con una somministrazione al mese modulata in diverse quantità (iniziando dal quantitativo minimo), e di non accompagnare con particolari restrizioni/indicazioni sul piano nutrizionale perchè l’effetto del farmaco sarebbe stato “sufficiente” a far passare la fame e il desiderio di mangiare: “dovrebbe far passare la fame e anche la “soddisfazione” di mangiare qualcosa”, mi hanno detto.
Per la persona che mi ha raccontato tutto questo la prospettiva era molto invitante, non fosse che per il costo complessivo, di circa 2.000 euro, oltre ulteriori spese per visite specialistiche. Inoltre, c’erano da considerare i potenziali effetti di interazione con altri farmaci e l’incognita al termine del trattamento di riprendere il peso perso, come successo in precedenza dopo altri percorsi di dimagrimento. Le testimonianze di molte persone che prendono questo farmaco, infatti, sembrano tendere verso la prospettiva che se non si prosegue con la terapia, il peso viene presto recuperato proprio perchè torna la fame.
Per come veniva presentata dal professionista, però, mentre con le diete precedenti (con questo ed altri professionisti) le indicazioni erano state molto restrittive nelle associazioni degli alimenti o nelle categorie di alimenti (ma non strettamente sul piano calorico o delle quantità specifiche di certi alimenti - per esempio con giornate con insalata a cena e pasta scondita senza sale “a volontà” a pranzo), in questo caso la dieta non avrebbe previsto l’eliminazione di nulla in particolare e, una volta finita la terapia, il dimagrimento sarebbe stato mantenuto “grazie” alle nuove abitudini acquisite durante i 7 mesi in cui l’appetito sarebbe stato ridotto dal farmaco, che avrebbe avuto anche l’effetto di “ridurre” le dimensioni dello stomaco.
Alla fine, la persona in questione ha preferito provare nuovamente con una dieta restrittiva, senza farmaci, ma a me sono rimaste alcune perplessità, ed è questo il motivo del post.
Domanda, anzi, domande_ Quante cautele si devono adottare prima di prescrivere e di assumere un farmaco di questo tipo? Se ho capito bene, va ad interagire con degli ormoni: non dovrebbe essere necessario il parere di un endocrinologo, anche a fronte di esami del sangue “in regola”? Possibile che non ci sia nessuna indicazione di restrizione calorica nella dieta di accompagnamento in un percorso di dimagrimento? Non dico far pesare ogni grammo, ma almeno dare delle indicazioni di porzioni di un certo range.
Chi volesse approfondire ed informarsi su questo genere di trattamento, ancora forse inedito per molti come strategia per dimagrire, dove dovrebbe andare? A chi dovrebbe rivolgersi? Al proprio medico generico? Ad un medico nutrizionista? Ad un biologo nutrizionista? Ad un endocrinologo?
Ho trovato queste linee guida dell’associazione dei medici endocrinologi del 2023, ma sono 373 pagine e speravo in qualcosa di più sintetico e semplice da una fonte affidabile.
https://www.google.com/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&cad=rja&uact=8&ved=2ahUKEwj0u6TSv76LAxU-gf0HHRp9GfMQFnoECBIQAQ&url=https%3A%2F%2Fwww.sigeitalia.it%2FDocs%2FAllegati%2FLG193_AME_Terapia-sovrappeso-e-obesit%25C3%25A0-resistenti-tratt-comport.pdf&usg=AOvVaw3X_tbeHzU24eH7E0Q0z_Th&opi=89978449
Questo era un prospetto più sintetico, ma risale al 2022
https://associazionemediciendocrinologi.it/images/pubblicazioni/Breaking/2022/BreakingNews-02-febbraio-2022.pdf
Invece l’agenzia italiana del farmaco ne parla qui a marzo 2023, dicendo che “Ogni altro utilizzo, inclusa la gestione del peso, rappresenta un uso off-label e attualmente mette a rischio la disponibilità di Ozempic® per la popolazione indicata.”
https://www.aifa.gov.it/-/nota-informativa-importante-su-ozempic%C2%AE-semaglutide-
Ulteriore interrogativo: qual è il ritmo più ragionevole per un dimagrimento? Ovvero, quali risultati dovrebbero essere considerati ragionevolmente un successo, durante un percorso di dimagrimento? Vanno considerate delle percentuali sul peso di partenza? Si deve tenere in conto un rallentamento, se ho capito bene, dopo un primissimo momento, ma poi ci si può aspettare, se seguiti da un professionista, di raggiungere il peso desiderato mantenendo un ritmo più o meno costante? Se si parte da 80 kg per 160 cm di altezza, per esempio, cercando di arrivare a 65 Kg, quanto tempo è “ragionevolmente” necessario per raggiungere questo obiettivo senza scoraggiarsi? So bene che si tratta di domande che vannod eclinate sull’individuo e non cerco certo delle risposte prive di un “dipende”, ma nel caso della persona che conosco un dimagrimento di 10 kg in tre mesi era stato considerato “insoddisfacente” dalla persona stessa, mentre era considerato “fin troppo repentino” dal professionista consultato che ha proposto la terapia con il farmaco, per questo mi chiedo quale sia il margine di manovra da considerare accettabile o auspicabile per un dimagrimento che non sia un “deperimento”.
Postilla_ Io sono relativamente ignorante in materia anche perché l’unica volta che sono dimagrita sensibilmente, perdendo quasi due taglie in meno di un anno e ritornando così al peso che avevo a fine liceo (il mio peso "ideale", su cui avevo messo nel corso di una decina d'anni quelle due taglie), è stato per via dello stress e del cambio di stile di vita quando ho cominciato a lavorare full-time. Negli anni successivi ho ripreso tutto con qualche interesse, ma non ho mai cercato di mettermi a dieta e quello che so sull’alimentazione l’ho imparato per curiosità. So di avere un’alimentazione abbastanza sbilanciata, ma per ora è tra le preoccupazioni che rimando al futuro.
Però, al di là dell’alimentazione “mia”, l’alimentazione “in generale” è tra le cose che mi interessano e spesso mi chiedo quanta consapevolezza e quanta ingenuità siano in campo nei percorsi di dimagrimento che la gente intraprende, in maniera più o meno assistita da figure professionali di vario tipo. Questa medicalizzazione della dieta con un farmaco che influisce sull’appetito e sul “piacere” di mangiare un po’ mi inquieta, ma forse è una strada promettente per chi ha già provato alternative senza successo. Che ne pensate voi?
Ovviamente, se avete letto fin qui, tutte le opinioni e i commenti sul tema sono ben graditi ^_^
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kon-igi · 1 year ago
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CARI AMICI UOMINI
Dopo avere letto una pletora di articoli di giornale polemichetti e frignosetti sull'argomento, mi permetto, in quanto tesserato da 50 anni presso il Patriarcato, di raccontarvi come andrà a finire.
Intanto due o tre considerazioni sulle donne.
Le donne non devono essere 'conquistate'... Le donne hanno voglia di trombare tanto quanto voi, quindi se non le state trombando significa che non vi vogliono trombare. Punto.
Non dovete convincerle, non le dovete ammansire o ammaliare, non stanno facendo 'le difficili'... non vi vogliono trombare per una serie di motivi che voi non capite o che magari non hanno voglia di spiegarvi, anche perché magari ci sono donne stronze (o stanche o a cui girano i coglioni per fatti loro) che non hanno voglia di dare spiegazioni.
Non vi hanno fatto perdere tempo facendovela annusare.
Magari è successo l'esatto contrario, perché loro si aspettavano un uomo più interessante, perdendo così tempo prezioso nel credervi migliori di quanto non siate poi risultati.
Nessuno deve niente a nessuna. E viceversa.
Impacchettate le vostre palle blu e segatevi a casa. Ri-punto.
Ho incontrato parecchi omuncoli tambleri con le palle e l'orgoglio feriti che, frignanti per le aspettative tradite, sentivano di dover in qualche modo pareggiare i conti...
Mi piacerebbe insultarvi in modo colorito e fantasioso ma credo che il vostro specchio ogni mattina stia facendo un lavoro migliore del mio.
E vi svelo un segreto, a voi che vi sentite demascolinizzati da tutte queste donne disinibite, rompicoglioni e pretestuose con le loro lotte femministe.
Le donne sono disinibite?
Scopatevi una bambola gonfiabile ascoltando in loop l'mp3 di vostra mamma che vi dice che voi valete.
Le donne sono pretestuose e rompicoglioni con le loro lotte?
Credo che 10.000 anni di patriarcato abbia conferito loro questo diritto e se a volte alcune polemiche possono sembrare davvero pretestuosamente costruite, pazienza... ci sta che per i primi tempi qualcha uomo possa pagare le colpe dei propri padri, dei propri nonni, dei propri bisnonni, di tutti i parenti defunti dal principio alla fine sino ad arrivare a quel coglione di Agamennone. Si difenderà e sarà riabilitato, lusso poco concesso all'altro 50% dell'umanità.
Se la vostra virilità è così fragile da sentirsi minacciata dalla normalità, allora si merita di essere distrutta senza rimorso alcuno.
Prima ci fate pace con questa consapevolezza, prima smetterete di lagnarvi e accetterete questa nuova normalità, più giusta perché restituisce allle donne il diritto negato da sempre di sentirsi intere.
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pettirosso1959 · 11 months ago
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MA CHI ERA VERAMENTE KARL MARX?
Da Barbara Costa per Dagospia:
Karl Marx era un mantenuto. Lui, la moglie, i figli, addirittura l’amante, vivevano tutti sulle spalle di Friedrich Engels, compagno comunista ricchissimo, rampollo di facoltosi industriali.
In nome del proletariato, Marx non ha lavorato un giorno in vita sua. In nome del proletariato, Marx sdegnava i proletari, non ne ha mai frequentato uno, tranne le prostitute dei bordelli con cui andava a spassarsela con Engels, che pagava per tutti e due. Lo stesso Engels, accusato di stupro da una cameriera, disse che si era trattato di amore non ricambiato.
Karl Marx, piccolo borghese, sposò un’aristocratica, Jenny von Westphalen, una baronessa anglo-tedesca. Jenny e Marx fecero sesso prima del matrimonio, lei felicissima di aver perso con lui la verginità, gioia sparita subito dopo le nozze: Marx si rivelò un marito egoista e fannullone, dedito solo a teorizzare la rivoluzione che avrebbe cambiato i destini del mondo, quel comunismo che nel ‘900 rovinò la vita a popoli interi.
Alla sua famiglia riservò una vita di stenti: più di un figlio morì di malattie e denutrizione. Un’esistenza misera, piena di debiti, una vita a scrocco di Engels, che passava a Marx tre quarti del suo stipendio, e una volta per lui addirittura rubò. Engels gli trovava editori per libri che Marx non consegnava mai (Il Capitale ci mise 23 anni a scriverlo).
Marx fece fallire quasi tutti i giornali cui collaborava o che avevano la sventura di finire sotto la sua direzione. Fogli finanziati da quei borghesi tanto disprezzati, ma che coi loro soldi gli hanno sempre permesso di portare avanti le sue idee. Il suo non era disprezzo, ma rancore per non essere come loro.
Marx parlava male le lingue, il suo accento tedesco era insopportabile e insopprimibile, nemmeno il suo aspetto fisico affascinava: accurate biografie parlano della sua barba ispida e mal curata, del suo odore sgradevole, i suoi modi aspri e aggressivi, le sue unghie lunghe e nere. L’amico dei proletari non era invitato nei lussuosi salotti parigini, e se ne rodeva. I Marx avevano una domestica, Lenchen, che dormiva in un cantuccio nello studio del gran pensatore.
Marx non la pagava ma se la scopava (lo facevano pure per strada). Quando Lenchen rimase incinta Marx, terrorizzato della reazione di Jenny, piagnucolò soldi e aiuto da Engels, il quale accettò di riconoscere lui il bambino e di prendersi in casa Lenchen, pur di salvare il matrimonio al suo amico. Engels gli si ribellò una volta sola, quando rimase vedovo e Marx, invece di confortarlo, gli chiese soldi per comprare un paio di scarpe. Engels s’incazzò, ma gli diede lo stesso 5 sterline.
Marx sosteneva che tutto è determinato dall’economia, anche il sesso, i sentimenti, le passioni: per le sue necessità, lui usava i soldi degli altri. Marx andava avanti a furia di prestiti pur di non mettersi a lavorare per mantenere la sua famiglia: a Londra il poco che avevano finì pignorato. Buttati fuori da ogni tugurio di cui non pagavano l’affitto, alla loro porta bussavano i creditori che Marx chiamava avidi borghesi, ed erano macellai, lattai, farmacisti, gente che viveva di onesto e duro lavoro, quello che Marx non ha mai conosciuto, semmai schifato.
Marx non aveva rapporti con la famiglia d’origine, ma era contento quando un parente moriva e gli lasciava qualche eredità. Rivide sua madre dopo 20 anni e solo per chiederle soldi: la donna rifiutò e Marx ci litigò a morte. Si fece di ogni amico un nemico, scrivendo su chi aveva successo articoli rosari di insulti. Il filosofo Moses Hess, che aveva organizzato collette per aiutarlo, negli scritti di Marx è solo il marito di una prostituta che gli ha attaccato la gonorrea, e altri sono denigrati come pazzi sifilitici per identici motivi. Marx metteva in giro fake-news di sua invenzione per colpire chi era migliore di lui. Invidioso marcio, gli lanciava contro le più infami calunnie.
Marx da ragazzo voleva fare il poeta, non c’era riuscito, per questo odiava gli scrittori affermati e gioiva delle loro disgrazie: come fu contento quando Ferdinand Lassalle venne sfidato a duello e ucciso dal marito della donna che si era portato a letto!
Lassalle morto non poteva più scrivere libri migliori di Marx, non gli intralciava più il comando della causa comunista, soprattutto era uno a cui non doveva più soldi. Marx non perse mai l’amicizia di Engels, il quale assicurò la dote alle figlie di Marx: il padre coi soldi altrui si sentì in dovere di garantirgli “vantaggiosi matrimoni, perché una vita proletaria non fa certo per loro”. Tussi e Laura Marx, sposate a uomini ricchissimi i cui soldi mantennero lo stesso Marx, morirono suicide, disperate per tutte le corna ricevute dai loro mariti.
Andare a letto con Marx doveva essere un vero sacrificio. Si lavava poco, l’igiene gli era sconosciuta. Ferdinand von Westphalen, suo cognato e ministro degli interni di Bismark, gli mise alla calcagna un agente segreto, che stilò questo bel ritrattino: “Uomo disordinato, per Karl Marx lavarsi, prendersi cura della sua persona, cambiare la biancheria, sono eventi piuttosto rari. Spesso è ubriaco, dorme tutto il giorno vestito sul sofà, incurante di tutto”.
Ha ragione Montanelli: cosa non ha detto e scritto Karl Marx? Tutto e il contrario di tutto, tranne la giusta profezia di un fatto storico che si sia poi realizzato. L’era capitalistica finirà con l’esaurimento dei mezzi di produzione che l’hanno determinata, questa e altre cazzate Marx le sosteneva più d’un secolo e mezzo fa, e stiamo ancora aspettando il sol dell’avvenire, l’abolizione della proprietà privata e tutto il potere al popolo, per un’insensata società di individui tutti uguali, immobili come statuine del presepe, senza problemi, tantomeno sessuali, appagati da chissà quale felicità.
#KarlMarx
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colonna-durruti · 2 years ago
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CHI È VERAMENTE FLAVIO BRIATORE?
L’Espresso se lo chiese in questo articolo del 2010 a firma Mauro Munafò. Briatore ha sempre negato tale ricostruzione, mentre gli autori del libro “Il signor Billionaire" hanno sempre confermato. Ognuno legga bene l’articolo, non poco inquietante, e faccia (civilmente) le sue valutazioni.
“Le vittorie in Formula 1, il matrimonio con la Gregoraci e i flirt con le top model, lo yatch da sogno e il Billionaire, la discoteca dei ricchi in Sardegna. Quando si parla di Flavio Briatore, sono queste le parole d'ordine della cronaca nazionale, gossippara e non. Eppure nel passato del manager di Cuneo ci sono zone d'ombra che stonano con la vita super-pubblica che conduce adesso.
Sono gli anni '70 e '80, passati tra Cuneo e Milano, in cui un giovane assicuratore inizia a costruire quello che poi sarà Mr Billionaire. E nella sua cerchia non mancano i personaggi discutibili, il gioco d'azzardo, le truffe, la latitanza all'estero e le morti sospette. Una scalata al successo partita dal basso e dalla provincia che non si legge però nella biografia ufficiale di Briatore, che a quegli anni dedica qualche riga generica e poco convincente.
A scavare nella vita del manager ci hanno pensato Andrea Sceresini, Maria Elena Scandaliato e Nicola Palma, tre giovani giornalisti autori di "Il signor Billionaire; ascesa, segreti, misteri e coincidenze", appena pubblicato da Aliberti Editore. I tre sono partiti da una serie di articoli di Gianni Barbacetto del '99 per approfondire i misteri del passato di Briatore. Un lavoro fatto alla vecchia maniera, cercando tutti i vecchi soci, i vecchi amici, le fidanzate e i conoscenti del rampante Flavio. E trovandosi spesso davanti un muro di omertà e di consigli a lasciar perdere questa storia, di non chiedere oltre perché ci sono verità "che fanno morti e feriti".
La storia di Briatore sembra il sogno americano, coniugato però alla realtà italiana. Figlio di maestri elementari, si diploma geometra, fa l'assicuratore e apre un ristorante (il Tribula) che chiuderà dopo poco per debiti. Ma la svolta arriva nei primi anni '70, quando lavora con Attilio Dutto, un costruttore locale che rileva la Paramatti Vernici. Nel frattempo Briatore si occupa per alcuni casinò (gestiti dalla malavita) di portare clienti ai tavoli, intascandosi una parte delle loro perdite. Al giro lo introduce Ilario Legnaro che con il boss catanese Gaetano Corallo (vicino al clan Santapaola) si occupa proprio di questo. Tra i clienti portati ai casinò da Briatore c'è proprio Dutto che perderà parecchie decine di milioni nelle sale di Nizza e della Costa Azzurra.
Nel 1979 Attilio Dutto salta in aria con la sua auto: un delitto che non ha mai trovato un responsabile. Dalle testimonianze raccolte nel libro si configura però la mano della mafia. Pare inoltre che lo stesso Dutto volesse "rovinare" Briatore per le truffe che gli aveva giocato. Di sicuro con Dutto scompare anche un capitale stimato in almeno 30 miliardi di lire, che non si sa dove vanno a finire.
Con la fine degli anni '70 e la morte di Dutto, Briatore si trasferisce nella nascente 'Milano da bere', dove conosce la sua prima moglie (fino a oggi tenuta quasi nascosta) e frequenta la gente che conta del capoluogo meneghino, non ultimo Bettino Craxi. Organizza feste e si mette in affari con il conte Achille Caproni, della cui moglie è nel frattempo amante. Con l'amico Emilio Fede, secondo gli autori del libro, organizzerebbe truffe ai tavoli verdi, finché la polizia non lo scopre e lui deve fuggire a St.Thomas, nelle isole Vergini, con moglie al seguito.
Latitante e costretto a rimanere fuori dall'Italia fino all'amnistia del 1990, Briatore si consola nella sua vita da sogno alle isole Vergini e apre e gestisce una rete di negozi per Benetton, un locale notturno e una gelateria. Da lì ci saranno la Formula 1, i mondiali con Schumacher e...mister Billionaire. Il "self made man" di Verzuolo in provincia di Cuneo ormai ce l'ha fatta: è diventato qualcuno, è famoso nel mondo, ricco e invidiato.
"E' il personaggio simbolo di un'intera classe dirigente", spiega Andrea Sceresini, uno degli autori. "La sua immagine pubblica non risente affatto del suo passato. Molte di queste storie sono state scritte anche dai giornali negli anni '70 e '80 e basta una ricerca in archivio per tirarle fuori. I media però si limitano a riportare quello che dice lui e la sua versione della storia".
Una versione che da copione prevede poche righe di biografia ufficiale e qualche risposta evasiva a chi gli chiede conto del passato. Una storia tutta italiana”.
(da "L'Espresso" dell''8 novembre 2010: https://bit.ly/2EE1y0t)
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comeunombranelbuio · 4 months ago
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Tre giorni fa mi sono svegliata con una notizia: Liam Payne è morto. Non mi sono scomposta più di tanto, abituata alle solite ‘fake news’. Poi però le notizie a riguardo aumentavano, e diventava sempre più una certezza. E mi si gela il sangue. Il primo pensiero è andato a te, alla mia Chiaretta,alla persona con la quale avrei condiviso questa notizia, e con la quale ho condiviso negli anni la stessa musica,il primo loro concerto a Milano, emozioni,sogni. Una lacrima mi riga il viso.
Inizio a leggere gli articoli,inizio a fare ricerche per capire cosa sia successo. Resto shockata. La mente fa un salto temporale, torno a 14 anni fa. Ricordo ancora i provini fatti ad X-factor,ricordo la formazione della band, i video diary che aspettavo ogni settimana, ricordo le risate e la piccola me che si sforzava di capire l’inglese.
Ricordo quella ragazzina, e il suo vissuto, e riaffiorano tutte quelle sensazioni, o forse non se ne sono mai andate, con il tempo e con l’età uno ha imparato solo a gestirle, ma certe ferite,certe cicatrici ti sono cucite addosso, te le porti per sempre.
Il tempo sembra essersi fermato, indosso le cuffiette,schiaccio play, chiudo gli occhi. Ho 11/12 anni, sono alle medie, e loro sono i miei compagni di vita. Ho sempre vissuto la musica a mille, come una cosa che ti appartiene e ti arriva da dentro, e cosa voi siete stati per me allora e cosa continuate ad essere oggi non si può spiegare. Ringrazio i miei genitori, per avermi fatto vivere quell’esperienza quel 28 giugno 2014, che mi ha dato così tanto. Ricordo ancora perfettamente ogni dettaglio, di quando all’uscita piangevo come una disperata, perché era stato tutto così bello e surreale, e da allora ho iniziato ad aspettare il prossimo. Poi quel 25 marzo 2015 Zayn lascia la band, e nel 2016 voi vi prendete una pausa. Da allora non ci sono più i One Direction, niente più musica. Sono passati 10 anni e ancora aspetto e ci spero.. come ricordo le riprese per girare il video del 1D day in rappresentanza dell’Italia e poi un’intera notte sveglia per potervi seguire in diretta dall’America conclusasi rigorosamente con un’english breakfast. Ricordo la fan page che creai: I’m a Directioner, che mi ha fatto conoscere tante persone, per assurdo prima era così semplice fare amicizia, eravamo una famiglia, ci riconoscevamo e sembrava conoscerci da chissà quanto , ricordo delle storie che pubblicavo su wattpad e su Efp fanfiction,dei raduni che facevamo. E di essere finita al tg, sopra una transenna a cantare allegramente. E non a caso il mio primo viaggio l’ho fatto in Inghilterra..
Chiaretta non c’è più da 6 anni, e ora Liam, sei volato via anche tu. Ma io lo so, che quando indosso quelle cuffie,e chiudo gli occhi, siamo di nuovo tutti insieme. Io e lei sotto a quel palco a cantare a squarciagola, guardarci e piangere ma felici come non mai, perché stiamo vivendo il nostro sogno, e voi 5 insieme su quel palco, a cantare le nostre canzoni preferite.
Ho temuto, che perdendo te, io debba dire addio a quella parte di me, così come ho dovuto dire addio a lei.. e invece no, vi prometto che non perderò mai questa parte di me,che custodisco gelosamente. Come mi batterò sempre per l’importanza di un’idolo, l’appartenenza ad un fandom.
Prima nato morto, poi con un solo rene, successivamente vittima di bullismo. Poi il successo, che ti travolge.
La salute mentale è alla base, e chiedere aiuto è la cosa più difficile, ed è così bizzarro di come tu stesso Liam sia stato l’ancora di salvezza di così tanti ragazzi.. io ancora non me ne capacito..
Sarai sempre una parte di me Payno, e ti vedo proprio lì accanto a lei.
Ci sentiamo tra le note. Oggi, da 14 anni e per sempre.
Infinitamente, e fieramente la directioner che è in me,forever ❤️
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idettaglihere · 2 years ago
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da giorni che leggo articoli di quello che è successo a Palermo e piango, mi prende una sensazione di vuoto allo stomaco e una paura irrazionale. penso alla ragazza, cerco di mettermi nei suoi panni e mi chiedo: come andrà avanti?
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orchiteo · 7 months ago
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Quando circolavano le prime indiscrezioni del suicidio di Chester Bennington io mi sono sentito come quei ragazzi che avevano appena perso Kurt Cobain all’improvviso, il loro eroe. "No, non è vero. non può essere vero. ditemi che è una notizia falsa, ditemi che è stata travisata". Poi escono altri articoli, altri post in successione, tutti col medesimo titolo scritto in stampatello maiuscolo e in grassetto. Inizi a perdere la speranza, dubiti di quella strana idea che ti eri fatto di una cospirazione, ti aggrappi solo alla flebile convinzione che finché non esce il comunicato ufficiale tu non crederai a quella notizia. Non può essere successo per davvero, qualcuno smentirà queste voci di corridoio. Ma alla fine la smentita non arriva ed esce il comunicato ufficiale che tanto temevi. Ne parlano al tg e c'è una serie di fotogrammi e la voce del giornalista in sottofondo. È tutto vero. Chester Bennington, voce dei Linkin Park, è morto. quel maledetto 20 luglio 2017 è più lontano che vicino, sono già passati 7 anni, e mentirei se dicessi che mi sono lasciato quel dolore alle spalle. Ci sono ferite così profonde che nemmeno il tempo riesce a curare.
Ricordo con esattezza la notte seguente. Ero scosso, incredulo, non realizzai subito ciò che era successo, cosa che feci la mattina dopo, e per questo mi rigirai nel letto più volte e feci molta fatica ad addormentarmi. Quella notte pioveva fortissimo e vedevo entrare il bagliore dei lampi dai fori della tapparella. Il rumore della pioggia era così incessante da tenermi sveglio ed era persino sovrastato dai tuoni. Ricorderò quei tuoni per tutta la mia vita perché non erano solo dei tuoni, io sentivo delle urla. Era come se lo spirito di Chester fosse dentro quei tuoni e lui gridava con tutta la sua forza, con tutto il fiato che aveva dentro. Cantava per noi: la sua gente, il suo pubblico che stava piangendo a dirotto perché non riusciva ancora a credere che se ne fosse andato così all'improvviso. E lui piangeva insieme a noi, allungava la mano e scambiava un abbraccio con chi poteva, si faceva toccare, perché era conscio che non ci sarebbero state altre occasioni. Teneva l'ultimo concerto prima di svanire per sempre e gridava in faccia a quella maledetta vita che lo ha salvato da tante cose tranne che da se stesso. Il canto del cigno più triste a cui abbia mai assistito e mi vengono i brividi e gli occhi lucidi solo a pensarci.
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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"Il male che non c’è" di Giulia Caminito: un romanzo sull’ipocondria e l’immaginazione. Recensione di Alessandria today
Una riflessione sulla solitudine e le sfide di una generazione fragile ma resiliente.
Una riflessione sulla solitudine e le sfide di una generazione fragile ma resiliente. Biografia dell’autrice.Giulia Caminito, nata a Roma nel 1988, si è laureata in Filosofia politica e si è affermata come una delle voci più rilevanti della letteratura italiana contemporanea. Ha esordito nel 2016 con La Grande A (Giunti), opera che le è valsa premi come il Bagutta opera prima e il Premio…
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fiat500nelmondo · 8 months ago
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Quanto Vale la 500 F? Ecco come capire il valore di quest'auto.
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Vi siete mai chiesti quanto vale la 500 F? In questo articolo vedremo insieme il prezzo e cosa rende speciale questa auto.
  La Fiat 500 F La Fiat 500 F è un’automobile molto amata. Molte persone provano passione e nostalgia per questa macchina storica. Prodotta tra il 1965 e il 1972, la 500 F è diventata famosa e ancora oggi è molto ricercata. Ne parliamo approfonditamente anche qui
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Storia della Fiat 500 F Nel 1965, la Fiat ha presentato la Nuova 500 F, che ha sostituito la 500 D. La 500 F ha avuto molto successo e ne sono state prodotte tantissime. La novità più grande è stata l’inversione dell’apertura delle portiere, fissate con 8 viti per porta. Questa caratteristica è durata solo 10 mesi, dal marzo 1965 fino a gennaio 1966. Le auto prodotte in questo periodo sono molto ricercate oggi. Trovate notizie dettagliate sulla storia di quest'auto a questa pagina
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Caratteristiche della Fiat 500 F La Fiat 500 F ha avuto molte modifiche rispetto ai modelli precedenti. Ad esempio, il parabrezza è diventato più grande, migliorando la visibilità. Anche il tetto è cambiato, essendo ora costruito in un pezzo unico con i montanti. I copri cerchi, inizialmente in alluminio, dal 1967 sono stati realizzati in acciaio. Molti altri dettagli come il serbatoio, le maniglie delle portiere e i fari sono stati aggiornati.
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Quanto Vale la 500 F? Il valore di una Fiat 500 F può variare molto. Una macchina in ottime condizioni, con tutte le parti originali, può valere tra i 10.000 e i 15.000 euro. Se l’auto è stata restaurata perfettamente, il prezzo può superare i 20.000 euro. D’altra parte, una Fiat 500 F da restaurare completamente può costare tra i 3.000 e i 5.000 euro. Se ne avete una potete calcolare il valore a questa pagina
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Fattori che Influenzano il Valore Il valore della 500 F dipende da vari fattori: - Condizioni Generali: Una macchina ben tenuta e restaurata vale di più. - Storia e Documentazione: Auto con documenti completi e registri di manutenzione sono più preziose. - Domanda di Mercato: Il valore può variare a seconda della domanda. Negli ultimi anni, l’interesse per le Fiat 500 è aumentato, facendo salire i prezzi.
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Consigli per l’Acquisto Vuoi capire quanto Vale la 500 F? , ecco alcuni consigli: - Controlla le Condizioni: Verifica la carrozzeria, il motore e la trasmissione. Assicurati che le parti siano originali o ben restaurate. - Fai un Test Drive: Prova l’auto per capire meglio le sue condizioni o falla provare a chi ne ha già una, notera subito se ci sono dei problemi - Chiedi Documentazione: Una buona documentazione aumenta il valore e ti aiuta a conoscere la storia dell’auto. Quindi prima di domandarsi quanto vale una 500 F? occorre tenere contro di tutti questi fattori.
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La 500 F nel Cuore degli Appassionati Per molte persone, la Fiat 500 F non è solo un’auto. È un pezzo di storia e un simbolo di un’epoca felice. Possedere una 500 F significa custodire un pezzo di cultura italiana. La passione che circonda questa vettura rende il suo valore non solo economico, ma anche emotivo. Quindi, sapete quanto Vale la 500 F? Ne avete una? Avete mai partecipato a raduni o restaurato una di queste bellissime auto? Condividete i vostri pensieri e le vostre storie nei commenti!
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scienza-magia · 8 months ago
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Le differenze tra le streghe del passato e quelle di oggi
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Dalla fine della seconda guerra mondiale e ancora di più a partire dagli anni 60 si è avuto un considerevole aumento delle persone che praticano la stregoneria nel mondo moderno. Cercheremo di stabilire ora quali differenze esistano tra le streghe del passato e quelle moderne. Le streghe odierne possono definirsi persone che praticano la magia e che adorano divinità pagane oppure come nel caso dei satanisti il diavolo. Agli inizi dell’età moderna una analoga definizione di stregoneria avrebbe potuto essere facilmente accettata dalla maggior parte anche se l’oggetto dell’adorazione delle streghe fosse sempre ritenuto il diavolo. In entrambe le epoche tuttavia le streghe potrebbero essere definite maghe che hanno rifiutato la fede cristiana ma le somiglianze tra le streghe del passato e quelle moderne finiscono qua e cominciano le differenze . In primo luogo dobbiamo mettere in evidenza che la stregoneria moderna è organizzata in congreghe o persino in organizzazioni locali e regionali che in molti casi hanno un carattere manifesto e pubblico cosa che non avveniva in passato. In secondo luogo le streghe del passato venivano sempre denunciate da altre persone cosicché una strega veniva definita tale da altri individui . Nel 20-21 secolo invece forse con una certa riluttanza anche con un certo orgoglio le streghe si sono definite tali e se stesse. Una volta diventata un’attività autodefinita piuttosto e etero definita finché la stregoneria ha anche perduto il suo carattere malefico . Le streghe dell’inizio dell’età moderna venivano considerate malvage mentre le streghe contemporanee affermano di essere fondamentalmente buone tanto che hanno fondato una lega contro la diffamazione delle streghe per contrastare l’immagine negativa ereditata dal passato. La streghe odierne sostengono di praticare una magia sempre benefica mentre le streghe dell’inizio dell’età moderna venivano considerate dai contemporanei la quintessenza del male. Anche nell’immaginario collettivo moderno si è avuta una certa rivalutazione della figura della strega . Per fare un esempio concreto le streghe della Wicca sono considerate streghe buone che non danneggiano nessuno dotate inoltre di un grande amore per la natura . Tale rivalutazione della figura della strega è ancora più evidente nel cinema e nella televisione. Ad esempio le tre streghe protagoniste della serie “Streghe” vengono rappresentate come delle vere e proprie eroine che combattono il male in tutte le sue forme. Anche lo status sociale delle streghe è diverso nelle due epoche. Le streghe dell’origine dell’età moderna provenivano quasi esclusivamente dagli strati inferiori della società mentre le streghe dell’America e dell’Europa di oggi provengono da tutte le classi sociali e sono per lo più in possesso di un’istruzione universitaria. Si tratta di persone del ceto medio che possiedono una cultura hanno belle case e specializzazioni. In definitiva possiamo dire che si tratta di persone che non si possono definire emarginate culturalmente e socialmente. Inoltre molte streghe moderne soprattutto negli stati Uniti e Inghilterra sostengono la loro visione del mondo partecipano a programmi televisivi e radiofonici nel corso dei quali in maniera chiara e esplicita. Non sono poi poche le streghe moderne che hanno pubblicato libri sulla stregoneria che hanno avuto un grande successo editoriale come pure esistono streghe moderne che pubblicano con continuità articoli di argomento magico che suscitano l’interesse di moltissime persone. Molto interessante poi la situazione delle streghe della Wicca una vera e propria religione magica. Le streghe Wicca sono in costante aumento non solo in America ma in molte nazioni del mondo occidentale anche perché i sociologi hanno messo in evidenza che nella società occidentale contemporanea si è avuto un ritorno in grande stile del paganesimo. Nell’ambito di tale ritorno un posto di grandissima importanza va attribuito al movimento New Age e alla Wicca. Per quanto riguarda la Wicca dobbiamo dire che essa è un classico esempio di religione magica dal momento che i Wiccan adorano le due divinità utilizzando anche e soprattutto dei riti magici. Dobbiamo dire che proprio con la Wicca la stregoneria fa un notevole salto di qualità diventando da crimine religioso qual era al tempo della caccia alle streghe a una vera e propria religione di stampo neopagano. E ‘anche importante mettere in evidenza che le streghe della Wicca ci tengono molto a rivalutare il ruolo della strega togliendo a tale ruolo quell’alone sinistro che gli era stato attribuito per moltissimo tempo. Tra l’altro è opportuno mettere in evidenza che le streghe della Wicca non vogliono assolutamente essere confuse con le streghe sataniste le quali adorano il diavolo mentre i Wiccan adorano il dio e la dea anche se esistono delle correnti della Wicca che adorano esclusivamente la dea. Non esiste nessun dubbio che i Wiccan hanno ottenuto notevoli successi nel loro tentativo di riabilitare e rivalutare la figura della strega anche perché si è creato nella società contemporanea un clima psicosociologico che favorisce tale tentativo messo in atto dai Wiccan. Per fare un esempio concreto il parlamento catalano ha approvato una risoluzione per la riabilitazione di circa un migliaio di donne giudicate sotto l’accusa di stregoneria tra il 15-18 secolo. Prof. Giovanni Pellegrino Read the full article
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klimt7 · 1 year ago
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UN CONTRIBUTO PER CAPIRE
CHE IL PROBLEMA È
SOPRATTUTTO CULTURALE.
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"Drogate e stuprate: succederà ancora"
A cura di Ilaria Maria Dondi
Essere drogate e stuprate: è una storia vera, che si moltiplica per tutte le donne cui è successo o accadrà in futuro.
'21h - Les détails' è il corto, sceneggiato dalla scrittrice Nadia Busato e interpretato dall'attrice Sveva Alviti che fa parte di 'H24 - 24 heures dans la vie d’une femme', un progetto corale internazionale ispirato a 24 storie vere di donne, scritte, interpretate e dirette da donne.
“Avevo 19 anni, una patente fresca di rilascio e la voglia matta di godermi l’ultima estate prima dell’università. Con l’amica di sempre aspettavamo elettrizzate l’inizio del festival rock più grosso della provincia. Finalmente, abbiamo passato il cancello e ci siamo fermate a bere un bicchiere, poco oltre l’ingresso.
Abbiamo brindato, ci siamo avvicinate al palco, abbiamo iniziato a cantare il primo pezzo e …bum!
Nessuna di noi ricorda nulla della serata finché, ore più tardi, siamo ritornate in noi stesse. In più di vent’anni abbiamo provato più volte a rimettere insieme la memoria di quella sera, ma tutto è cancellato, scomparso.
Agli inizi del millennio non c’erano né i social né il Me-too.
Erano gli anni dell’uomo che non deve chiedere mai. Famiglia, scuola, televisione insegnavano a noi ragazze di ogni età, che quando ci succede qualcosa di inquietante, brutto, violento, la colpa è nostra: ce la siamo andata a cercare; che è diritto di ogni uomo usare i corpi delle donne come meglio crede; ed è parimenti suo diritto non avere seccature inutili, come il consenso esplicito.
Se lei dice no, intende sì: quante volte l’abbiamo letto, sentito, detto ridendo?
Ripenso spesso a quella notte. Io e la mia amica, insieme, non pesavamo quanto un uomo adulto. Io anoressica, lei longilinea per costituzione: saranno bastate poche gocce.
Sarei davvero curiosa di sapere cos’era.
Le più famose sono le Ghb, Gbl e Bd, si trovano anche in medicinali che, ciclicamente, vengono ritirati dal commercio e poi re-immessi in altre formulazioni, per altre patologie.
Si chiamano droghe da stupro perché succede quello che è successo a noi: dopo non ricordi nulla.
Ci sono voluti diversi anni perché avessi almeno un nome da dare a quello che ci è capitato.
Chissà se chi l’ha fatto si è limitato a noi, quella sera. Se avesse voluto farlo ad altre ragazze, niente l’ha fermato. Magari l’ha fatto per tutta l’estate e le estati seguenti, magari lo fa ancora oggi. Immagino lo trovi divertente e, all’occorrenza, utile.
Quando Valérie Urrea e Nathalie Masduraud mi hanno chiesto di sceneggiare questo episodio di H24 ci ho messo dentro quello che succede a me, che da più di vent’anni cerco di rimettere insieme i ricordi e cerco gli indizi.
Esattamente come la protagonista di questa storia (che è tratta da una storia vera), tutto ciò che ricordo davvero era la banalità della serata: nessun segnale di pericolo, una normale sera d’estate tra amiche.
Esattamente come la protagonista (interpretata dalla bravissima Sveva Alviti) anche io mi sono sentita dire che sono stata fortunata: nessuna gravidanza, nessuna MST, nessun segno evidente di abuso, nessuna memoria, l’opportunità di dimenticare e riderci su.
Paradossale che qualcuno provi a consolarti ricordandoti che ci sono certamente donne a cui va molto molto molto peggio di te.
Quindi: allegria, dai, basta pensarci, mettitela via.
A noi, che abbiamo assecondato questo sistema educativo per intere generazioni.
A noi, che abbiamo sempre incolpato le ragazze ovunque, in pubblico e in privato.
A noi, che abbiamo guardato Fedro Francioni nella casa del Grande Fratello raccontare di aver stuprato un’amica incapace di reagire senza andare a distruggere gli studi di Cinecittà.
A noi, che leggiamo gli articoli assolutori su Alberto Genovese dando un colpetto annoiato di spalle perché le modelle e le attrici, come ci hanno più volte spiegato in TV, molti alti esperti, medici, opinionisti, politici e giornalisti, sono prostitute a caccia di tornaconto.
A noi, che sentiamo dire frasi come:
“…però lo sa che funziona così; cosa si aspettava?; ha avuto anche lei i suoi vantaggi;… e se lo ricorda dopo tanti anni?; bisognerebbe sentire la versione di lui; a me non sembra uno stupratore; lei è una facile; chissà chi c’è dietro”
e preferiamo non iniziare nemmeno una discussione.
A noi, che in un paese dove il cattolicesimo sostituisce lo stato di diritto sui corpi delle donne, ci stupiamo genuinamente dei numeri della violenza e dei femminicidi.
A noi, che chiamiamo la polizia se sentiamo il rumore di un furto ma non ci intromettiamo nella casa del vicino che picchia da anni moglie e figli.
A noi, che il femminismo bianco è sempre moderato e sorridere è meglio che alzare la voce.
A noi, che ormai questi uomini non li cambi più ed è meglio sperare nel futuro.
A noi , che voi vi lamentate ma siete fortunate.
A noi, che… e io che ci posso fare?”
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lostaff · 2 years ago
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Ch-ch-changes
🌟 Novità
Abbiamo aumentato il numero di tag in primo piano che tutti possono avere sui propri blog da 10 a 24.
Sul web, il layout mobile del sito ora utilizza pulsanti di dimensioni diverse nel riquadro di navigazione a scomparsa a seconda della precisione del dispositivo di puntamento principale. Se stai usando un mouse, saranno più piccoli in modo che più pulsanti possano stare sullo schermo contemporaneamente; se utilizzi un touchscreen, saranno più grandi e più facili da toccare.
Per le persone che hanno abilitato "Prima il meglio" nelle preferenze della dashboard, abbiamo implementato alcuni miglioramenti al ranking algoritmico del feed Seguiti.
Sul web, stiamo continuando a riordinare il cassetto di navigazione nel layout mobile del sito. L'aggiunta più recente è il sottomenu Account, dove ora troverai gli elementi per Mi piace, Seguiti e Aiuto, oltre a un pulsante "Novità" che apre proprio questo blog.
I blog ora riceveranno articoli di compleanno celebrativi nel loro feed delle attività! In precedenza questi venivano inviati solo tramite e-mail.
In alcuni casi stavamo sperimentando la pubblicazione di GIF come file video, per risparmiare larghezza di banda e ottimizzare l'esperienza, ma non siamo stati in grado di trovare un modo per farla sembrare abbastanza buona. Abbiamo annullato tutti questi esperimenti.
Abbiamo aggiunto il supporto per i timestamp iniziali quando inserisci un URL di YouTube nel tuo post.
Nell'editor di post sul Web, utilizzando Tab per navigare tra le opzioni di colore del testo ora verrà visualizzato correttamente un contorno di messa a fuoco. Allo stesso modo, è stato aggiunto il supporto Tab per il pulsante di riproduzione/pausa del blocco audio e video. Queste modifiche sono accompagnate anche da un migliore supporto per screen reader.
🛠 Correzioni
Abbiamo implementato alcune ottimizzazioni che rendono le operazioni relative ai sondaggi (come il caricamento dei risultati) su Tumblr molto più veloci.
Abbiamo risolto un problema visivo sul web che in alcuni casi causava lo spostamento un po' troppo a destra dei pulsanti "Segui" nella traccia del reblog.
Sul web, quando utilizzi il sito in un browser su un dispositivo mobile, vedrai di nuovo "Go Ad-Free" nel menu di navigazione principale, ma solo se non sei già un abbonato Ad-Free.
Sui temi del blog, le immagini nei post creati utilizzando il formato Neue Post verranno ora visualizzate con una qualità superiore e il limite sulla loro larghezza "naturale" (la loro larghezza prima che venga applicato loro qualsiasi CSS) è stato aumentato da 540 a 1280 pixel di larghezza.
Risolto un bug che poteva far sì che le persone venissero indirizzate alla versione linguistica errata dei nostri documenti di aiuto quando toccavano i collegamenti a loro su Tumblr.
Risolto un bug nell'editor di post sul web che impediva la corretta traduzione del segnaposto del sottotipo "chat" del blocco di testo in lingue diverse dall'inglese.
Risolto un bug che interrompeva la cronologia di annullamento/ripristino nell'editor di post sul web durante l'inserimento di un blocco audio o video.
Risolto un numero di piccoli bug con l'indicatore di sicurezza della password sul web, che viene mostrato quando si avvia un nuovo account o si modifica la password esistente.
🚧 In corso
Ieri le persone che seguono il blog Radar hanno riscontrato uno strano problema tecnico nel loro feed di seguito in cui il loro solito feed di post dai blog seguiti si è interrotto improvvisamente ed è stato sostituito da un feed di post consigliati. Stiamo ancora cercando di capire esattamente perché è successo e come assicurarci che non accada di nuovo, ci scusiamo per l'interruzione!
🌱 In arrivo
Niente da segnalare qui oggi.
Hai riscontrato un problema? Invia una richiesta di supporto e ti risponderemo il prima possibile! 
Vuoi condividere il tuo feedback su qualcosa? Dai un'occhiata al nostro blog Work in Progress e avvia una discussione con la community.
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carmenvicinanza · 11 months ago
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Maryse Condé
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Maryse Condé è stata la scrittrice, giornalista, accademica e drammaturga che ha, più volte, sfiorato il Premio Nobel per la letteratura.
In compenso, nel 2018, anno in cui l’accademia ne aveva sospeso l’assegnazione, è stata insignita del New Academy Prize in Literature, che è ritenuto il Nobel Alternativo.
I suoi libri parlano di radici, schiavitù, rapporti tra i sessi e delle molteplici identità nere.
Ha insegnato a Berkeley e Harvard e fondato e diretto il primo Centro di studi francofoni alla Columbia University.
Ha pubblicato circa venti romanzi, in italiano sono stati tradotti, tra gli altri, Le muraglie di terra, La terra in briciole, La traversata della mangrovia, Io, Tituba strega nera di Salem, Vita perfida (vincitore nel 1988 del Premio Anaïs Nin dell’Académie Française) e l’autobiografia La vita senza fard.
Ha scritto racconti e recensioni per riviste letterarie e tenuto rubriche per la BBC e Radio France Internationale.
Nata col nome di Maryse Liliane Appoline Boucolon, l’11 febbraio 1934 a Pointe-à-Pitre, in Guadalupa, era la più giovane di otto fratelli e sorelle di una famiglia borghese. Suo padre aveva contribuito. a fondare la banca delle Antille e sua madre era stata una delle prime insegnanti nere della sua generazione.
Ha vissuto un’infanzia privilegiata lontana dal concetto di identità e colonialismo, in casa si parlava francese e non creolo e si aveva accesso a libri e cultura. 
Solo quando si è trasferita a Parigi, a diciannove anni, per terminare gli studi, ha realizzato che il colore della sua pelle era una discriminante.
“Capivo di non essere né francese né europea. Che appartenevo a un altro mondo e che dovevo imparare a strappare le bugie e a scoprire la verità sulla mia società e su me stessa“, ha ricordato nel documentario Una voce singolare a lei dedicato nel 2011.
È stato in Francia che ha conosciuto la negritudine, il vero significato del colonialismo e iniziato ad approfondire, con diversi articoli, la sua condizione di donna creola muovendo i suoi primi passi nell’ambiente dell’attivismo culturale internazionale.
Dopo aver avuto un figlio con un giornalista e attivista haitiano ammazzato per essersi opposto al regime, ha sposato l’attore Mamadou Condé da cui ha preso il cognome e con cui ha vissuto in Africa.
Dopo diversi anni passati a insegnare in Costa d’Avorio, Guinea e Ghana, da cui è stata espulsa accusata di essere una spia dopo il colpo di stato, si è trasferita a Londra dove ha lavorato per la BBC come esperta di cultura africana.
In Senegal ha lavorato come traduttrice per l’Istituto di Sviluppo Economico e Pianificazione, per il Ministero della Cooperazione Francese e insegnato in un liceo di Kaolack, città in cui ha incontrato quello che sarebbe diventato il suo secondo marito, Richard Philcox.
Grazie al suo lavoro di critica letteraria presso Présence africaine, rivista e casa editrice panafricana, ha avuto modo di incontrare diversi esponenti del mondo culturale che l’hanno spinta a tornare all’università, alla Sorbonne, dove si è laureata in letteratura e studi comparati nel 1976, anno in cui ha pubblicato il libro Hérémakhonon e tenuto una conferenza sulla letteratura femminile in Guadalupa e Martinica.
Per Radio France Internationale ha condotto un programma in cui approfondiva e faceva conoscere i grandi rappresentanti della cultura rivoluzionaria nera.
In seguito al successo di Ségou, nel 1985, libro che ha venduto milioni di copie e l’ha resa nota a livello internazionale, si è divisa tra l’insegnamento negli Stati Uniti e il soggiorno a Guadalupa, alla ricerca delle sue origini.
Il ritorno al paese natale è stato una costante di gran parte della sua opera successiva in cui ha eviscerato il senso identitario della creolità antillese.
Tornata in Francia, è stata presidente del Comitato per la memoria della schiavitù, organismo che ha fortemente voluto creato, per appoggiare la piena applicazione della Legge Taubira che nel 2001 ha riconosciuto la Tratta atlantica degli schiavi africani come crimine contro l’umanità.
Nel 2020, è stata insignita della Legion d’Onore.
Negli ultimi anni della sua vita ha vissuto in un piccolo villaggio provenzale nel sud della Francia, dove si è spenta a novant’anni, il 2 aprile 2024, lasciandoci l’esempio di come si possa raccontare la storia da un’altra prospettiva.  
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bibliotecasanvalentino · 1 year ago
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Lunedì 22 Gennaio 2024 alle ore 20.30 il GdL "Chiave di Lettura", presso i locali della Biblioteca San Valentino, si incontrerà per discutere insieme del libro di Carmelo Samonà “Fratelli”.
"Fratelli" venne pubblicato nel 1978 e diventò subito un caso editoriale. L'autore, noto ispanista, era alla sua prima prova narrativa e le 30.000 copie della tiratura andarono immediatamente esaurite mentre critici come Giorgio Manganelli, Natalia Ginzburg, Alfredo Giuliani lo accolsero come un capolavoro.
"Vivo, ormai sono anni, in un vecchio appartamento nel cuore della città, con un fratello ammalato". In una vasta casa di una città imprecisata vivono due fratelli. È il più grande a raccontare, l'altro è affetto da disturbi che riguardano "l'attività del pensiero" che non vengono comunque mai precisati, il ricovero in ospedale, predisposto da anni, "sembra di là da venire". Il rapporto tra i due è tormentato, la comunicazione è difficile, fatta di poche parole, di molti sguardi, silenzi, contatti fisici - il fratello maggiore accudisce l'infermo, lo lava, lo veste, lo segue da una stanza all'altra del grande appartamento, semivuoto di mobili, colmo comunque di ricordi, "arnesi dall'uso incerto" che "interrompono, di tanto in tanto, la sequenza dei vuoti", residui di una intimità familiare ormai perduta.
Carmelo Samonà (1926 – 1990) è stato un ispanista e scrittore italiano. Proveniente dalla famiglia aristocratica siciliana Samonà, era figlio dell'architetto Giuseppe Samonà. Si stabilì a Roma nel 1936 e si laureò in lettere, alla Sapienza, nel 1948. Dal 1961 insegnò letteratura spagnola all'Università "La Sapienza" di Roma al Magistero, e dal 1978 a Lettere, dedicandosi in particolare a quella del Seicento. Come ispanista, si ricorda, fra le altre, l'opera La letteratura spagnola dal Cid ai Re Cattolici (con Alberto Varvaro, 1972). Nel 1973 promosse la costituzione dell’Associazione ispanisti italiani. Dal 1976 collaborò con il quotidiano la Repubblica con articoli sulla letteratura moderna spagnola e ispanoamericana. Accademico dei Lincei dal 1987, ottenne il premio Juan Carlos dell'Accademia spagnola (1984).
Viene ricordato anche come scrittore (il suo esordio nel 1978), in particolare per due romanzi di successo, pubblicati da Einaudi: “Fratelli” (prima opera, parzialmente autobiografica) e “Il custode” (1983). “Fratelli” racconta il rapporto della voce narrante con il fratello affetto da una malattia mentale (nella realtà, si tratta del rapporto di Samonà con il figlio); è stato vincitore del Premio Mondello e finalista del Premio Strega nel 1978, finalista nel 1985 al Premio Bergamo e vincitore nel 2002 del Premio Pozzale Luigi Russo. Oltre ai due romanzi, Samonà scrisse il racconto Casa Landau (Garzanti, 1990) e il testo teatrale “Ultimo seminario”.
Contattateci all'indirizzo mail: [email protected] oppure all'indirizzo, sempre mail, [email protected] e riceverete, in prossimità dell’incontro, il link di riferimento. Vi aspettiamo per confrontarci insieme su questa lettura e scoprire un romanzo basato su una storia vera che non lascerà per nulla indifferenti, non mancate!!!
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