#arte ambientale
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HENRIQUE OLIVEIRA, Radice Comune, 2019 Arte Sella, Trentino-Alto Adige
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no nuclear war !!
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Ewiva porta la mobilità elettrica nelle scuole superiori con il progetto “E-MOBILITY@SCHOOL”. Milano
Un viaggio educativo per oltre 12.500 studenti italiani verso la sostenibilità e la transizione energetica
Un viaggio educativo per oltre 12.500 studenti italiani verso la sostenibilità e la transizione energetica La mobilità elettrica entra in classe Milano, 20 novembre 2024 – Ewiva, la joint venture tra Enel X e Gruppo Volkswagen, ha lanciato il progetto educativo “E-MOBILITY@SCHOOL – Il viaggio elettrizzante inizia oggi”. L’iniziativa, patrocinata dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza…
#agenda 2030#Alessandria today#arte e sostenibilità#Cambiamento climatico#città sostenibili#contest creativo#creatività studentesca.#Crediti formativi#Daniela Biscarini#E-MOBILITY@SCHOOL#Educazione Ambientale#Educazione civica#educazione green#Enel X#Energia pulita#Ewiva#Futuro sostenibile#giovani e ambiente#Google News#Gruppo Volkswagen#iniziative educative#Innovazione tecnologica#italianewsmedia.com#kit didattico digitale#mobilità e ambiente#mobilità elettrica#Mobilità sostenibile#Neways#opere murali#Pier Carlo Lava
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La mostra Fiber4Planet dell'Artista Elena Rizzardi dal 4 ottobre a Gavirate
É iniziato il conto alla rovescia. A pochi passi dallo scenario naturale dei colori autunnali lungo la riva del lago di Varese, venerdì 4 ottobre alle 18:30 si terrà il vernissage della mostra a cura di Carla Tocchetti, presso la splendida location dello Showroom Glass Emotion Torsellini Vetro di Gavirate, spazi trasparenti e luminosi che ospiteranno magnifiche opere della fiberartist Elena…
#Arte#Besnate#Busto Arsizio#Cairate#Carla Tocchetti#colori autunnali#Cultura#DNA#DNA Fiber#Elena Rizzardi#Fiber Art#Fiber Artist#Fiber4Planet#foliage#Gavirate#glass emotion#Glass Emotion Tortellini Vetro#Great Green Wall#IATB 2025#Manuela Maffioli#Monastero di Cairate#mostra d&039;Arte#Nelle pieghe del tempo#Palazzo Marliani Cicogna#pista ciclabile#Premiato Biscottificio Varese#recupero#Rosa Gallace#Showroom#sostenibilità ambientale
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"nous irons à paris", a cura di domenico mennillo @ casa morra
il libro: https://www.terreblu.net/prodotto/nous-irons-a-paris/
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Carlo Bernardini, The Light Cut - Presenze effimere 2024, Installazione ambientale in fibra ottica, mt h 10,80 x 15 x 21,20. Palazzo Bevilacqua Ariosti, Bologna. Art City Bologna 2024
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E nell’eolico in mare aperto quale futuro intravede? (...) Molti sviluppatori stanno rinunciando ai progetti. Che rischi ci sono?
È un mercato già importante per il Nord Europa e sta diventando significativo anche per il Sud. Ma deve ancora trovare un equilibrio tra la sostenibilità ambientale e quella finanziaria della filiera che deve costruire questo tipo di impianti. Tutta la supply chain è in sofferenza perché le aspettative relative ai costi di investimento fatte dagli sviluppatori sono troppo basse rispetto ai costi che si realizzano nella costruzione degli impianti. Serve, quindi, un nuovo equilibrio e questo chiama in causa i governi che dovranno lavorare su tariffe più sostanziose in grado di sostenere i costi dell'intera filiera.
A.Puliti amm.del. di Saipem, Costruttore, sul Sole24 ore, https://www.ilsole24ore.com/art/saipem-la-rifocalizzazione-sull-offshore-e-scattata-svolta-AFydGiS
Traduzione dall'ipocritese ecosotenibile corrente al'italiano: nel Nord Europa di impianti wind offshore han smesso di farne, qua al Sud siamo i fessi che iniziano adesso. L'eolico, peggio che mai offshore, é ancora meno produttivo del fotovoltaico: per farlo stare in piedi sul piano economico servono ancora più incentivi statali, emerge subito già in fase di costruzione, nonostante tutti i maquillage contabili degli sviluppatori per farsi finanziare da quei coglioni delle banche.
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Richard Serra
Tilted Arc
Nel 1979 il General Service Administration (GSA), un’agenzia indipendente del governo degli Stati Uniti, in accordo con il National Endowment for the Arts (NEA), decide di commissionare una scultura all’artista Richard Serra. È destinata alla Federal Plaza di New York. Dieci anni dopo, la scultura, chiamata Tilted Arc, viene smantellata, segata a pezzi, i suoi resti immagazzinati a Brooklyn. Nel mezzo accade di tutto. L’affaire Serra ridefinirà il concetto di site specificity di una scultura inserita nel tessuto urbano. In effetti, c’è qualcosa di radicale in questo artista che fin dagli inizi della sua carriera aveva deciso di utilizzare acciaio e piombo come materia espressiva. Nelle Lettere a Miranda Quatremère de Quincy si poneva domande riguardo allo spostamento delle opere d’arte italiane. All’epoca, la Rivoluzione francese aveva appena fatto il suo corso. Due secoli dopo la questione resta: distratta dal suo contesto l’opera perde il suo valore? “Rimuovere l’opera significa distruggere l’opera” afferma Richard Serra. La Street Art pone problemi simili.
Nel 1979, quando viene scelto dal GSA, Serra è già conosciuto, apprezzato. Nel 1970 aveva piazzato una struttura circolare in acciaio nel manto stradale di una via del Bronx (To Encircle Base Plate Hexagram Right Angles Inverted). L’anno successivo, piazza il St. John’s Rotary Arc nei pressi della rotatoria dell’Holland Tunnel. Certo, finché si tratta di una strada del Bronx, o di una rotatoria, nessuno fiata. Ma quando ti trovi di fronte il Federal Bureau of Investigation o una sede della corte di giustizia, è difficile farla franca.
Tilted Arc viene inaugurato nel 1981. Una linea di acciaio color ruggine di quaranta metri, alta quattro, leggermente curva e inclinata, taglia in due la piazza. Apriti cielo. La struttura “teatrale” del sito viene alterata, ciò di cui Serra era ben conscio. I cittadini si ritrovano proiettati dentro un nuovo contesto ambientale, ridefinito dalla scultura. È come se lo stesso concetto di “temporalità” subisse una torsione. Chi cammina sulla piazza è costretto a costeggiare l’opera. In un sito percorso usualmente di fretta, per motivi di lavoro, Serra costringe i passanti a rallentare, a lambire e “sentire” l’opera. Grazie a questo taglio in acciaio lo spazio viene ora sovvertito. Questa linea funge da contrappunto ambientale. È l’opera che ora definisce, impone il proprio territorio.
Ne succedono di tutti i colori. Un giudice protesta. Pone problemi di sicurezza. Finisce come in una lite condominiale, ma su larga scala. C’è chi pone questioni di decoro. La gente vi urina sopra (intervistato dal New York Times, che gli domanda quale sia il suo luogo favorito in città, Matthew Barney risponde: “Urinare riverentemente su Tilted Arc”). C’è chi vi aggiunge graffiti. Alcuni tirano in ballo il Muro di Berlino. Si tengono pubbliche udienze. Autorevoli critici d’arte difendono il lavoro di Serra. Nel 1985 la sede di Washington della GSA chiede che all’opera venga trovato un altro spazio. Serra avvia una causa per difendersi. La causa viene rigettata. Nel 1987 la NEA dichiara Tilted Arc “site specific”, e per questo inamovibile. Serra intanto va in appello. Nel 1989, dopo che Ronald Reagan ha firmato la Berne Convention, legge in difesa dei beni letterari e artistici, Tilted Arcviene smantellato. Per qualche tempo, una specie di cicatrice sulla pavimentazione funziona da indice dell’opera. Ora, restano solo fotografie, più la documentazione, gli atti di questa battaglia espressiva.
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La vida silvestre es, a fin de cuentas, además de una fuente de recursos y servicios ambientales imprescindibles para la supervivencia humana, una fuente inagotable de sabiduría y asombro estético que podemos apreciar por medio del arte y de la narrativa. Así que para alcanzar una sociedad que realmente valore y proteja la biósfera, y que no peligre con extinguirse antes de la cuenta (junto con los millares de especies que estamos desvaneciendo), necesitamos generar una liternatura tan comprometida con la palabra como con el mundo natural que nos rodea.
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Ciudad futurista. Concept art.
Entre las primeras ideas para Disrupción la novela en la que trabajo actualmente, estaba la de una ciudad con tecnología avanzada. Había una escena donde la protagonista se encontraba en la oficina de un extraterrestre y dos cosas saltaban a la vista: el gran mecanismo en el vidrio que arrojaba varias mediciones ambientales y el cristal mismo, que tenía grabada información del sitio.
Al final, lo único que conserve fue la idea del cristal y algunos detalles del extraterrestre.
#art#illustration#artists on tumblr#ilustracion#fantasy#watercolor#science fantasy#fantasía#acuarela#science fiction#concept art#character art#character concept#character design#enviromental concept
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WILL BECKERS, Attraversare l'Anima, 2015 Arte Sella, Trentino-Alto Adige
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No tenemos una opción B // K.Salazar
Ser estudiante de Diseño hoy en día significa mucho más que aprender a crear productos atractivos y funcionales; también implica la responsabilidad de enfrentar desafíos globales como la sostenibilidad. El diseño sostenible ya no es solo una moda, sino una necesidad urgente en un mundo donde los recursos son limitados y el impacto ambiental de nuestras acciones es cada vez más evidente.
y ahora ¿Por qué hablo de este tema?
Bueno, desde pequeña he sido alguien muy consciente de mi alrededor, recuerdo que estaba en el centro caminando con mi abuela y ver un poster con la siguiente frase "no tenemos una opción B" la ilustración era una tierra destruida en gris, sin vida y con las palabras claras. Desde ese momento me a interesado lo qué es amigable con el medio ambiente y los residuos plásticos, mi pasion por el arte y conocer nuevas formas me llevó a conocer mi carrera actual, también por ejemplo he participado en plantaciones de árboles, hace no mucho colabore con un refugio para la confección y armado de casitas para animales, tambien fuera de mi universidad busque talleres de confección con material reciclado para la sustentabilidad.
Como estudiante de Diseño Industrial uno de los principales retos que enfrentamos es comprender la importancia de la sostenibilidad desde el inicio de nuestra formación. Sin embargo, implementar ideas sustentables en el diseño industrial no es fácil. Muchos estudiantes, aunque conscientes de esta necesidad, a menudo no tienen acceso a los recursos y conocimientos adecuados, como materiales y tecnologías que les permitan crear productos realmente ecológicos.
Además, los estudiantes de diseño deben aprender a equilibrar la sostenibilidad con la viabilidad económica. Los materiales y procesos sostenibles pueden ser más costosos que los tradicionales, lo que puede dificultar su adopción tanto en el ámbito académico como en el profesional. Por eso, es esencial desarrollar argumentos sólidos que demuestren el valor a largo plazo de los productos sostenibles frente a las partes interesadas.
Para que las ideas sustentables se conviertan en una norma, es crucial establecer criterios claros y aceptados universalmente que permitan evaluar la sostenibilidad de los productos. Esto ayudará a superar la desconfianza y la falta de estandarización que a menudo obstaculizan el progreso en este campo.
En conclusión, ser estudiante de diseño en un mundo con graves problemas ambientales es tanto un desafío como una oportunidad. La necesidad de ideas sustentables nos obliga a pensar de manera creativa e innovadora, a buscar constantemente nuevos materiales y métodos, y a colaborar con otros campos para desarrollar soluciones integrales. La educación en diseño industrial debe evolucionar para proporcionarnos las herramientas y el conocimiento necesarios para crear productos que no solo sean hermosos y funcionales, sino también sostenibles.
#planeta tierra#green mind#green life#sustentable#sostenibilidad#estudiante#diseño#desafio#cambio climático
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The Caring Hand: La Scultura Emblematica di Glarus, Svizzera. Un simbolo di protezione e cura, la mano che emerge dal terreno è diventata un’attrazione iconica a Glarus, in Svizzera
A Glarus, una tranquilla cittadina della Svizzera, si trova una scultura che colpisce immediatamente l'immaginazione di chi la visita.
A Glarus, una tranquilla cittadina della Svizzera, si trova una scultura che colpisce immediatamente l’immaginazione di chi la visita. Conosciuta come The Caring Hand (La Mano che Accudisce), questa opera d’arte rappresenta una grande mano scolpita che sembra emergere delicatamente dal terreno per proteggere l’albero al suo interno. La scultura è divenuta un’attrazione turistica e un simbolo di…
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LAS VENUS DEL HAMBRE
THE VENUSES OF HUNGER
(English / Español)
In stone, mammoth ivory, bone or even terracotta, the so-called "Venuses" populated Europe and Asia during the last glaciations. They are undoubtedly the most famous category of Palaeolithic artefacts. Artistic representation of an ideal of beauty? Fertility cult? Amulets? Portraits or even self-portraits? Toys? Many interpretations have been ventured, including some that we are not going to point out because we are in children's time. But the University of Colorado has put a new hypothesis on the table suggesting that the motivation of the artists was much more urgent and dramatic.
For Dr Richard Johnson and his team, so far no approach has assessed the relationship of figurines of obese women to the climatic and environmental changes that were taking place more than 30,000 years ago. Johnson argues that the time period associated with the Upper Palaeolithic figurines correlates with advancing glaciers and falling temperatures. In other words, hunger, nutritional stress and starvation. And he has found that figurines show greater obesity during the time of glacial advance and less during glacial retreat, and the figurines of women closest to the glaciers show the greatest obesity. For Johnson, in a scenario of scarcity, obesity became an ideal to be achieved. They understood that an obese woman was able to maintain a pregnancy to the end and breastfeed the baby without problems. In contrast, thinner or starving women lost their pregnancies, perished in childbirth or were unable to feed their babies properly. In short, this new hypothesis turns the Venus into a symbol of survival.
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En piedra, marfil de mamut, hueso o incluso en barro cocido, las llamadas "Venus" poblaban Europa y Asia durante las últimas glaciaciones. Son sin duda la categoría de arte mobiliar más famosa del Paleolítico. ¿Representación artística de un ideal de belleza? ¿Culto a la fertilidad? ¿Amuletos? ¿Retratos o, incluso autorretratos? ¿Juguetes? Muchas interpretaciones se han aventurado, incluso alguna que no vamos a señalar por encontrarnos en horario infantil. Pero la Universidad de Colorado ha puesto sobre la mesa una nueva hipótesis sugiriendo que la motivación de los artistas o las artistas era mucho más urgente y dramática. Y es que para el Dr. Richard Johnson y su equipo, hasta ahora ningún enfoque ha evaluado la relación de las figurillas de mujeres con obesidad con los cambios climáticos y ambientales que se estaban produciendo hace más de 30.000 años. Expone Johnson que el período de tiempo asociado con las figurillas del Paleolítico superior se correlaciona con el avance de los glaciares y la caída de las temperaturas. Es decir, con el hambre, el estrés nutricional y la inanición.Pero la Universidad de Colorado ha puesto sobre la mesa una nueva hipótesis sugiriendo que la motivación de los artistas o las artistas era mucho más urgente y dramática. Y es que para el Dr. Richard Johnson y su equipo, hasta ahora ningún enfoque ha evaluado la relación de las figurillas de mujeres con obesidad con los cambios climáticos y ambientales que se estaban produciendo hace más de 30.000 años. Expone Johnson que el período de tiempo asociado con las figurillas del Paleolítico superior se correlaciona con el avance de los glaciares y la caída de las temperaturas. Es decir, con el hambre, el estrés nutricional y la inanición. Y ha descubierto que las figurillas muestran mayor obesidad durante el tiempo de avance del glaciar y menos durante el retroceso del glaciar, y las figurillas de mujeres más cercanas a los glaciares presentan la mayor obesidad. Para Johnson, en un escenario de escasez la obesidad se convirtió en un ideal a alcanzar. Entendían que una mujer obesa era capaz de mantener un embarazo hasta el final y de amamantar al bebé sin problemas. Por el contrario, las mujeres más delgadas o castigadas por el hambre perdían sus embarazos, perecían en el parto o no podían alimentar correctamente a sus bebés. En definitiva, esta nueva hipótesis convierte a las Venus en símbolos de supervivencia.
Fuente: ArqueoEduca
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Instalación
Una instalación es una forma de arte en la que se crean ambientes tridimensionales dentro de un espacio específico, utilizando una combinación de elementos visuales, auditivos y táctiles. Puede incluir una variedad de elementos, como esculturas, objetos, sonido, luz, video, materiales encontrados, elementos interactivos y cualquier otro medio o técnica que el artista considere necesario para transmitir su mensaje o concepto.
Integración en el entorno: Las instalaciones suelen estar diseñadas específicamente para el espacio en el que se presentan, integrándose de manera orgánica con su entorno y aprovechando las características arquitectónicas, ambientales y sensoriales del lugar. Esto puede implicar la adaptación de la obra a la luz, el sonido, la escala y la estructura del espacio en el que se encuentra.
Experiencia del espectador: Una instalación no solo se trata de objetos estáticos, sino también de la experiencia que ofrece al espectador. Los espectadores suelen ser invitados a entrar en la instalación, explorar desde diferentes ángulos, interactuar con ella y participar activamente en la experiencia estética. Esto puede crear una experiencia inmersiva y multisensorial que va más allá de la contemplación pasiva de una obra de arte.
Narrativa o concepto: Las instalaciones suelen estar impulsadas por una narrativa o concepto específico que guía su diseño y ejecución. El objetivo es crear una experiencia significativa y reflexiva que provoque la reflexión y el diálogo en el espectador.
Temporalidad y efimeridad: A diferencia de las obras de arte tradicionales, las instalaciones pueden ser efímeras y temporales en la naturaleza.
Un ejemplo claro de una instalación desde todos sus aspectos es el de "Creaturas de No Ficción"
Vista 360° del interior de la instalación:
Video 360° del interior de la instalación con espectadores:
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kkXlUbaydKMK0UPKKwFa9ybFWH8pVYfc4z44Y1j2Y
Audio que suena en la sala, en loop, con intervalos de silencio:
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Video que muestra cómo funciona la aplicación (sonorizado con algunas de las descripciones que hacen los usuarios sobre sí mismos en los perfiles):
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El Corazón Detrás del Legado: El Impacto de la Esposa de Daniel Chávez Morán
A lo largo de la historia, detrás de muchos hombres destacados, se encuentra una mujer igualmente notable, moldeando legados e impactando vidas. En el caso de Daniel Chávez Morán, el visionario fundador de Grupo Vidanta, esta mujer es su esposa, cuyas contribuciones han sido fundamentales en su viaje compartido de filantropía y emprendimiento. Sumérgete en el corazón detrás del legado y explora su profundo impacto.
Destreza Filantrópica
La esposa de Daniel Chávez Morán ha sido una fuerza impulsora detrás de numerosas iniciativas filantrópicas, demostrando un profundo compromiso con la mejora de la vida de los demás. Su pasión por la filantropía no solo ha complementado, sino también ha amplificado los esfuerzos de Daniel, creando un dúo poderoso dedicado a marcar la diferencia. Juntos, han iniciado proyectos que han impactado positivamente a comunidades, especialmente en los ámbitos de la educación, la salud y la conservación ambiental.
Empoderamiento Educativo
La educación ha sido una piedra angular de sus esfuerzos filantrópicos, con una fuerte creencia en su poder transformador. A través de su fundación, han apoyado programas educativos y becas, abriendo puertas de oportunidad para innumerables individuos. Su compromiso con la educación refleja una visión de empoderar a las futuras generaciones para crear un mañana más brillante.
Conciencia Ambiental
Reconociendo la importancia de la conservación ambiental, la esposa de Daniel Chávez Morán ha sido una firme defensora de prácticas sostenibles. Sus iniciativas se han centrado en preservar hábitats naturales, promover prácticas ecológicas y concientizar sobre problemas ambientales. Sus esfuerzos subrayan un compromiso profundo con la protección del planeta para las generaciones futuras.
Contribuciones Culturales
Más allá de la filantropía, la esposa de Daniel Chávez Morán ha realizado contribuciones culturales significativas, enriqueciendo el tejido de la sociedad. Su apoyo a las artes, eventos culturales y preservación del patrimonio ha ayudado a preservar y promover la identidad cultural de las comunidades. Sus contribuciones culturales son un testimonio de su dedicación a enriquecer la experiencia humana a través del arte y la cultura.
Legado de Amor e Impacto
Juntos, Daniel Chávez Morán y su esposa han construido un legado de amor e impacto, tocando las vidas de muchos en todo el mundo. Su asociación ejemplifica el poder de la unidad y los valores compartidos en la creación de un cambio duradero. A medida que continúan inspirando a otros a través de sus acciones, su legado sirve como un faro de esperanza y compasión, recordándonos el profundo impacto que una pareja puede tener en el mundo.
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