#arte al femminile
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pier-carlo-universe · 4 months ago
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Inaugurazione dei Pannelli di Lele Gastini: Omaggio al Genio delle Donne ad Alessandria
Soroptimist International celebra l'impegno femminile con un'opera d'arte pubblica davanti al Teatro Comunale.
Soroptimist International celebra l’impegno femminile con un’opera d’arte pubblica davanti al Teatro Comunale. Oggi, venerdì 4 ottobre 2024, alle ore 16:00, si terrà una speciale cerimonia di posa dei nuovi pannelli dell’artista Lele Gastini lungo il viale della Repubblica ad Alessandria, di fronte al Teatro Comunale. Questi pannelli, donati dall’associazione Soroptimist International d’Italia,…
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marcogiovenale · 4 months ago
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8 ottobre 2024, varsavia: "ri-materializzazione del linguaggio"
Il progetto Ri-Materializzazione del linguaggio, a cura di Cristiana Perrella e Andrea Viliani con Vittoria Pavesi, intende restituire lo spirito e la memoria di una mostra epocale, Materializzazione del linguaggio, tenutasi nel 1978 nell’ambito della XXXVIII Biennale di Venezia, a cura dell’artista, poetessa e performer Mirella Bentivoglio (Klagenfurt, 1922-Roma, 2017). Dedicata alle ricerche…
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lospeakerscorner · 7 months ago
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Art Days - Napoli Campania
Torna Art Days, evento diffuso per l’arte contemporanea. Open Call per artisti emergenti WineWise – Metodologie della trasformazione Ritorna Art Days – Napoli Campania, il primo evento per l’arte contemporanea diffuso tra il capoluogo campano e l’intera regione. Il progetto di imprenditoria culturale al femminile, creato nel 2021 da un team under-35 di professioniste dell’arte – Valeria…
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lunamagicablu · 21 days ago
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"Nello spirito c'è il divino Che ci collega a Dio Che ci collega agli angeli Che ci collega alla nostra Fonte femminile di guarigione Tutto avvolto in uno Mentre inspiriamo vita e amore Mentre i nostri corpi iniziano ad accogliere E a comprendere il grande Mistero della vita iniziamo a Vedere la meravigliosa divinità Che giace in te e che Giace in me mentre cerchiamo e Ci libriamo verso le più grandi altezze Dall'amore mentre i nostri cuori si sciolgono Al suono dell'universo mentre Chiamiamo con grazia e Misericordia e comprendiamo Che ogni cosa ha uno spirito E dovrebbe essere onorata e Vista come la meravigliosa e Bella creazione che è E quando puoi vedere lo Spirito e la divinità in Tutto e tutti Puoi iniziare a connetterti In modi curativi con il Divino e Dio e Nostra madre e spirito E gli angeli e la Vita qui sulla Terra e Tutto nel mezzo..." ~Ahmad Cox art by_seekingthesun131 ****************************** "In spirit there is the divine Connecting us to God Connecting us to the angels Connecting us to our Feminine source of healing All wrapped into one the As we breathe in life and love As our bodies begin to take in And understand the great Mystery of life we begin to See the beautiful divinity That lies in you and that Lies in me as we seek and Soar for the greatest heights Of love as our hearts melt to The sound of the universe as We call out in grace and Mercy and we understand That everything has a spirit And should be honored and Seen as the wonderful and Beautiful creation that it is And when you can see the Spirit and divinity in Everything and everyone You can begin to connect In healing ways with the Divine and God and Our mother and spirit And the angels and the Life here on Earth and Everything in between..." ~Ahmad Cox art by_seekingthesun131 
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mucillo · 1 month ago
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"Senza chiederci
se sia giusto o sbagliato
se la vita futura
se la fama… Tu e io
ci amiamo e ci guardiamo".
 (Tanka di Akiko Yosano)
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Figura importante della letteratura giapponese del Novecento, Akiko Yosano con le sue opere ha presentato una visione progressista del ruolo delle donne nella società
Scrittrice, saggista, traduttrice e soprattutto poetessa, Akiko Yosano passò tutta la sua vita a difendere i diritti delle donne e lottare per una società in cui le donne potessero essere finanziariamente indipendenti.
Akiko abbracciò con fervore l’idea di emancipazione femminile, con un approccio che era allo stesso tempo audace e sottile: le sue poesie non solo esploravano i temi della femminilità e della maternità, ma sfidavano apertamente le norme sociali e le convenzioni di genere dell’epoca. In un momento in cui molte donne erano confinate a ruoli domestici e sottomesse all’autorità maschile, Akiko si ergeva come una voce ribelle, dichiarando la propria autonomia e indipendenza attraverso la sua arte.
Contraria alle idee nazionaliste e convinta pacifista, oggi viene ricordata (non abbastanza) soprattutto per le oltre 50.000 poesie tanka, un componimento dalla struttura fissa di cinque versi, paragonabile al ben più noto haiku.
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fashionbooksmilano · 10 months ago
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Filo, Ricamo, Nodi e colore
La creatività al femminile
a cura di Giuseppe Bergamini e Marialisa Valoppi Basso
Arti Grafiche Friulane Società Editrice, Tavagnacco (UD) 2005, 212 pagine, 24x27cm, ISBN 9788878570177
euro 25,00
email if you want to buy [email protected]
Mostra Udine, Chiesa di San Francesco, 15 luglio - 21 agosto 2005
Il libro prende in esame il ricamo della regione Friuli, partendo dalle testimonianze più antiche, ancora oggi conservate nei musei regionali, sino ad arrivare ad interpretazioni attuali di ricami eseguiti ai giorni nostri. Tanti sono i riferimenti storici e le fotografie a colori dei capi che ci trasportano a epoche lontane, che ci hanno tramandato tecniche e punti molto belli. Interessante è notare come l’arte del ricamo, spesso definita “arte minore”, abbia conservato inalterato il suo fascino e possa vantare ancora una grossa popolarità a dispetto di altre arti, forse più rinomate, ma meno praticate. 
24/04/24
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princessasirka · 4 months ago
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Sono una principessa, un'imperatrice, una fata terrena che vive per amare, per sentire, per mescolare gli elementi creando danze e frequenze invisibili che trasformano i luoghi, le persone e che non smette mai di scorgere la magia dell'universo. Vivo con un'energia duale dentro di me. Nata bambino sono cresciuta ascoltando il mio cuore con la fortuna di poter far sbocciare quell'essenza autentica e femminile della mia anima, cercando di mostrare al mondo la mia vera essenza. Esploro la mia femminilita' percorrendo la strada che mi portera' ad essere una donna consapevole e cosciente di se stessa, imparando ad abbracciare le mie fragilita' e i miei lati oscuri per poter donare autenticamente me stessa al mondo. Senza maschere, senza paure, senza giudizio. Sono profondamente attratta dalle energie maschili che mi trasmettono forza, sessualita', stabilita' e supporto. Ho sempre il bisogno di sentirmi desiderata incosciamente da un corpo che odora di maschio. Non so se ho realmente amato un uomo nella mia vita fino ad'ora o se questo sentimento e' proprio dietro l'angolo che attende. Spero che il mio percorso interiore porti prima o poi ad aprire quella porta chiamata Amore. L'arte, la bellezza, l'erotismo e la spiritualita' giocano un ruolo vitale nella mia esistenza. Benvenuti nel mio mondo. ⋆.˚🦋༘⋆
I am a princess, an empress, an earthly fairy who lives to love, to feel, to mix the elements, creating invisible dances and frequencies that transform places, people, and who never ceases to see the magic of the universe.
I live with a dual energy within me. Born a child, I grew up listening to my heart with the good fortune to be able to let the authentic, feminine essence of my soul blossom, trying to show the world my true essence.
I explore my femininity by walking the road that will lead me to be a self-aware and self-conscious woman, learning to embrace my frailties and dark sides in order to authentically give myself to the world. Without masks, without fears, without judgement.
I am deeply attracted to masculine energies that transmit me strength, sexuality, stability and support. I always have the need to feel unconsciously desired by a body that smells male.
I do not know if I have really loved a man in my life so far or if this feeling is just around the corner waiting. I hope that my inner journey will sooner or later lead to opening that door called Love.
Art, beauty, erotism and spirituality play a vital role in my existence.
Welcome to my world.
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thedarkat · 4 months ago
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Ideal Life, 1950, Leonor Fini (Buenos Aires 1907 - Paris 1996)
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La vida ideal, 1950 Leonor Fini (Buenos Aires 1907 - Paris 1996)
(English / Español)
Talented, glamorous and ambitious, Leonor Fini was one of the most influential female artists of the 1930s. From her opulent, bohemian childhood in Italy to her debut in a group exhibition at the age of seventeen and her rise in the international art world, Fini was legendary for both her vivacious personality and her ethereal subjects. Fini’s figures—sphinxes, felines, nymphs, priestesses, nudes— are bold proclamations of female sexuality that convey a powerful feminine subconscious. Also renowned for her theatrical set-design, costumes and posters, the artist developed close relationships with other avant-garde Surrealists including Andre Breton, Salvador Dali, Man Ray, and Max Ernst, who became her lover.
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Talentuosa, affascinante e ambiziosa, Leonor Fini è stata una delle artiste più influenti degli anni Trenta. Dall'infanzia opulenta e bohémien in Italia al debutto in una mostra collettiva all'età di diciassette anni, fino all'ascesa nel mondo dell'arte internazionale, Fini è stata leggendaria sia per la sua personalità vivace che per i suoi soggetti eterei. Le figure di Fini - sfingi, felini, ninfe, sacerdotesse, nudi - sono audaci proclamazioni della sessualità femminile che trasmettono un potente subconscio femminile. Rinomata anche per le sue scenografie teatrali, i costumi e i manifesti, l'artista sviluppò stretti rapporti con altri surrealisti d'avanguardia, tra cui Andre Breton, Salvador Dalì, Man Ray e Max Ernst, che divenne suo amante.
Source text: Widewalls
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vecchiorovere · 4 months ago
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Forse una delle sculture più incredibili al mondo, creata da un ignoto scultore francese nel XIX secolo, e conservata nel Museo Salar Jung in India. La scultura è famosa come “La Doppia Statua di Mefistofele e Margherita”. Ciò che la rende unica è che da un lato raffigura una figura maschile e dall’altro una figura femminile. Un grande specchio posto dietro la statua permette di vedere entrambe le figure contemporaneamente, rivelando l’abilità straordinaria dell’artista nel creare quest’opera da un unico pezzo del più antico sicomoro.
#Arte#Scultura#Capolavoro#SalarJungMuseum#MefistofeleMargherita#Curiosità
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carmenvicinanza · 1 year ago
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Georgia O’Keeffe
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I decided that I wasn’t going to spend my life doing what had already been done.
Georgia O’Keeffe è tra le due pittrici più quotate al mondo. Icona dell’arte moderna statunitense, è la più influente artista di paesaggi e scenari naturali del XX secolo. 
È stata la prima donna a cui è stata dedicata una retrospettiva al Museum of Modern Art di New York, nel 1946.
È passata alla storia per le sue grandiose rappresentazioni della natura. Fiori visti da molto vicino, riprodotti con una minuziosa attenzione ai dettagli e che le hanno consentito di sviluppare un linguaggio espressivo originale che oscilla tra astrazione e figurazione.
All’inizio della sua carriera, aveva fatto parte della corrente del precisionismo, movimento artistico statunitense nato dopo la prima guerra mondiale, conosciuto anche come realismo cubista, le cui tematiche toccavano i temi dell’industrializzazione e la modernizzazione, rappresentati con forme geometriche precise e finemente definite. Anche se le sue opere più importanti e conosciute se ne sono discostate notevolmente.
Nata in una fattoria vicino a Sun Prairie, nel Wisconsin, il 15 novembre 1887, era la seconda dei sette figli e figlie degli allevatori di bestiame  Francis Calyxtus O’Keeffe, di origine irlandese e Ida Totto, di origine ungherese.
Sin da ragazzina, aveva dimostrato una grande propensione all’arte che la spinse a iscriversi alla Scuola d’Arte di Chicago.
Dopo aver insegnato arte per qualche anno, si era trasferita a New York, dove si era formata alla Arts Students League, vincendo borse di studio e diversi premi.
Nella metropoli, si era ritrovata al centro dell’influente cerchia che ruotava intorno al fotografo, gallerista e mediatore artistico Alfred Stieglitz, tra i primi a esporre le opere delle avanguardie europee e il primo che le ha consentito di esporre le sue opere, riconoscendone l’enorme  potenziale artistico.
Le sue creazioni di quegli anni sono caratterizzate da un astrattismo lirico creato da armoniose linee, figure e colori. Le sue serie di illustrazioni a carboncino e acquerelli, sono considerate fra le più innovative di tutta l’arte statunitense del periodo.
Il sodalizio artistico tra l’artista e il gallerista, mutò in un legame sentimentale che ha portato al matrimonio, nel 1924.
Dagli anni venti, aveva abbandonato l’acquerello per realizzare pitture a olio di grande formato con forme naturali e architettoniche rappresentanti vedute della città di New York.
Ma la città non l’affascinava, attratta dagli spazi aperti in cui era nata, dal 1929, aveva iniziato a passare molto tempo nel New Mexico, dove ha dipinto alcune delle sue creazioni più famose in cui sintetizzava fiori e paesaggi tipici, per lo più colline desertiche disseminate di rocce, conchiglie e ossa. I contorni sono increspati, con sottili transizioni tonali di colori che variano fino a trasformare il soggetto in immagini astratte che, talvolta richiamano alla mente l’organo sessuale femminile.
Tra le sue opere più famose ci sono Papaveri orientali del 1927, Colline rosse con fiore del 1937 e, soprattutto, White Flower No 1 del 1932. La tela, dopo esser stata nella sala da pranzo dell’ex presidente George W. Bush alla Casa Bianca, è stata venduta da Sotheby’s nel 2014, per 44,4 milioni di dollari, l’opera d’arte realizzata da una donna più costosa, fino a quel momento.
Nel 1943 l’Art Institute di Chicago ha ospitato la sua prima retrospettiva in un museo.
Quando, nel 1946 perse il marito, decise di trasferirsi definitivamente nel New Mexico, dove ha prodotto una serie di pitture con forme architettoniche e una vasta serie di dipinti di nuvole come viste dai finestrini di un aeroplano.
Agli inizi degli anni settanta è stata colpita da una malattia alla vista, che l’ha costretta a ridurre il lavoro. Ha comunque continuato a lavorare a matita e acquerello, per poi passare alla creta, fino all’ultimo istante della sua vita.
Il 10 gennaio 1977 venne insignita della maggiore onorificenza statunitense, la Medaglia presidenziale della libertà, dal Presidente Gerald Ford.
È morta a Santa Fe il 6 marzo 1986, aveva 98 anni.
Vent’anni dopo, sono state pubblicate le oltre 25000 lettere che si era scambiata col marito nel periodo del suo auto-esilio in New Mexico. Lui le scriveva anche tre lettere al giorno, alcune lunghe più di quaranta pagine, sperando di convincerla a tornare definitivamente da lui.
La maggior parte delle sue opere sono conservate in oltre 100 collezioni pubbliche e private negli Stati Uniti.
In Europa, la prima mostra importante si è svolta dopo la sia morte, nel 1993, alla Hayward Gallery di Londra.
Georgia O’Keeffe è considerata tra le più importanti artiste del ventesimo secolo.
È stata una donna libera e visionaria, che amava superare i limiti e esplorare territori differenti, prediligeva abiti maschili e ha vissuto relazioni omosessuali con diverse donne, tra cui Frida Kahlo e Rebecca Strand. Considerata ultra liberale e segnalata dall’FBI per le sue idee e comportamenti, ha più volte sottolineato che l’arte non ha genere, rifiutando di veder relegata la sua opera in una categoria a parte, come pittura femminile.
Mentre critici d’arte, psicologi e intellettuali si sforzavano di spiegare cosa si celasse dietro quei fiori che l’hanno resa tanto famosa, spiazzò tutti spiegando che aveva scelto di ritrarli solo perché “sono meno costosi dei modelli e stanno fermi”.
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pier-carlo-universe · 3 days ago
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GUIDO MIANO EDITORE NOVITÀ EDITORIALE. È uscito il libro di poesie: STAGIONI di MARIA FRANCESCA BORGOGNA con prefazione di Marco Canzanella
Pubblicato il libro di poesie dal titolo “Stagioni”di Maria Francesca Borgogna, con prefazione di Marco Canzanella, nella prestigiosa collana “Alcyone 2000”, Guido Miano Editore, Milano 2025.
Pubblicato il libro di poesie dal titolo “Stagioni”di Maria Francesca Borgogna, con prefazione di Marco Canzanella, nella prestigiosa collana “Alcyone 2000”, Guido Miano Editore, Milano 2025. Il lettore graziato dal destino che s’imbatte nell’universo poetico di Francesca Borgogna, si trova immediatamente in un aperto arcano intramato di concretissime esperienze, e di baluginanti immagini del…
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hildegardavon · 2 years ago
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Europa
Cratere attico con il ratto di Europa da parte di Zeus, trasformatosi in un toro bianco, 400/375 a.C. 
Atene, Museo di Arte Cicladica
Hydria prodotta a Cerveteri nel VI sec. a.C. da maestranze greche; alla scena ricorrente dell‟attraversamento del mare si unisce un demone femminile alato che porge due corone alla futura sposa. Al pari di molti altri temi del mito greco,anche il ratto di Europa conobbe una certa diffusione nel mondo etrusco gr azie all‟importazione di opere dalla Grecia o alla presenza di artisti greci in Etruria. (Source: x)
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chez-mimich · 1 year ago
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PARAVENTI:FOLDING SCREENS FROM THE 17TH TO 21ST CENTURIES
C'è un'illustrazione degli anni Settanta di Bruno Munari che riproduce una sedia realizzata nei diversi stili riconducibili ad un artista, così abbiamo una sedia cubista alla Pablo Picasso, una dadaista alla Marcel Duchamp, una surrealista alla René Magritte e così via. Ecco la mostra "Paraventi. Folding Screens from the 17th to 21st Centuries", in corso alla Fondazione Prada di Milano e curata da Nicholas Cullinan (aperta fino al prossimo 22 febbraio), concettualemnte mi ha fatto tornare in mente quell'immagine così sinteticamente efficace. Il "Podium", nei suoi due piani espositivi, raccoglie una serie di paraventi che sembrano piccole cifre stilistiche di tanti artisti, quasi degli autografi anche un po' prevedibili, pur trattandosi di oggetti pregevolissimi, delle "quasi-opere d'arte" che riassumono per il visitatore le tappe dell'arte antica, moderna e contemporanea. Come volete che sia un paravento decorato da Yves Klein? Blu, naturalmente. e quello a firma di Jim Dine? Sgocciolante come i suoi cuori, va da sé. Quello di Alvar Aalto? Di legno di pino ondulato, impossibile sbagliare. Vediamo se indovinate quello di Cy Twombly... un foglio scarabocchiato e macchiato. Insomma, qualche buon grado di prevedibilità, in questi oggetti liminari che stanno sulla soglia tra intimità e mondo esterno era prevedibile, ma non in dosi così massicce. Questo però riguarda fortunatamente solo i nomi degli artisti più celebrati ed esposti al secondo piano del Podium. La musica cambia decisamente però quando ci troviamo di fronte ad un Coromandel cinese del XVII secolo (tanto amati da Coco Chanel) o quando ci pariamo dinnanzi a qualche originalissima creazione contemporanea come quella di Francesco Vezzoli, "The assasination of Trotsky" un paravento specchiato sul quale campeggiano le riproduzioni fotografiche a grandezza naturale di Romy Schneider, Alain Delon e Leone Trotsky appunto, allusione all'omonimo film progettato dallo stesso Delon (forse per non lasciar decadere la sua già notevole autostima). La mostra, benché dall'impianto non originalissimo e con le massicce dosi di prevedibilità di cui si è già detto, può essere affrontata come una caccia al tesoro che ci rivela non poche preziose ed originalissime scoperte, sia nell'arte antica, sia in quella moderna e contemporanea. E' il caso del paravento di Pedro de Villegas del 1718, con la raffigurazione di una mirabile conquista del Messico da parte delle truppe di Cortes e con scene descrittive di grande valore documentario, oltre che decorativo. Che demone abbia nella mente il committente di un simile soggetto su un paravento, non è dato sapere, ma certamente si tratta di un bellissimo oggetto. Molto particolare il paravento-arazzo, ideato da William Morris (e realizzato da Elizabeth Burden) che ritrae Lucrezia, Ippolita ed Elena protagoniste del poema trecentesco di Geoffrey Chaucer (quello dei "Racconti di Canterbury) di sapore Preraffaellita, molto molto "Art and Craft". Tra quelli di realizzazione piu recente, non posso passare sotto silenzio quello di Lisa Brice, una tempera sintetica e pastello che raffigura un mondo tutto al femminile e godereccio, dove tra queste pittrici-amazzoni c’è chi ridipinge il celeberrimo quadro di Courbet “L'origine du monde”, come fosse un autoritratto della stessa pittrice; un soggetto quantomai criptico anche se si dà per scontato che l’artista produca un’opera dall’evidente significato anti-patriarcale. Tra gli strabilianti, sicuramente il paravento di Kelichi Tanaami, una "Guernica" del 2023, per così dire rivisitata e intrista di Pop Art e Manga, da dove occhieggiano, paludate tra una fauna immaginifico-fumettistica, anche le figure picassiane della grande tela. L'elenco potrebbe continuare molto a lungo, ma come tutte le liste, per citare Umberto Eco, anche questa rischia di diventare una vertigine e allora la cosa migliore da fare è sbrigarsi ed andare a dare un'occhiata in loco, magari sbirciando da dietro un paravento...
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C'è ancora domani 1° in classifica al Box Office
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:: Trama C'è ancora domani ::
Delia è "una brava donna di casa" nella Roma del dopoguerra: tiene il suo sottoscala pulito, prepara i pasti al marito Ivano e ai tre figli, accudisce il suocero scorbutico e guadagna qualche soldo rammendando biancheria, riparando ombrelli e facendo iniezioni a domicilio. Secondo il suocero però "ha il difetto che risponde", in un'epoca in cui alle donne toccava tenere la bocca ben chiusa. E Ivano ritiene sacrosanto riempirla di botte e umiliarla per ogni sua "mancanza". La figlia Marcella sta per fidanzarsi con il figlio del proprietario della pasticceria del quartiere, il che le darebbe la possibilità di migliorare il suo status e allontanarsi dalla condizione arretrata in cui vive la sua famiglia, nonché da quella madre sempre in grembiule e sempre soggetta alle angherie del marito. Per fortuna fuori casa Delia ha qualche alleato: un meccanico che le vuole bene, un'amica spiritosa che la incoraggia, un soldato afroamericano che vorrebbe darle una mano. E soprattutto, ha un sogno nel cassetto, sbocciato da una lettera ricevuta a sorpresa.
C'è ancora domani è l'esordio alla regia di Paola Cortellesi, ed è una pura emanazione della sua persona.
Il tono è divulgativo, pensato per raggiungere il più ampio pubblico possibile, ma questo non va a scapito della sua vocazione autoriale, che è manifesta in scelte molto precise di colore (il film è girato nel bianco e nero della cinematografia d'epoca con grande attenzione filologica del direttore della fotografia Davide Leone), di formato (che cambia lungo il corso della narrazione), di commento musicale (che in aggiunta alle composizioni originali di Lele Marchitelli alterna brani retrò di Fiorella Bini e Achille Togliani con titoli italiani molto più recenti - di Dalla, Nada, Silvestri, Concato -- e innesti internazionali di hip hop, elettronica e rock alternativo, in maniera non dissimile da quanto fa nel suo cinema Susanna Nicchiarelli).
La sceneggiatura, della stessa Cortellesi insieme ai sodali Giulia Calenda e Furio Andreotti, è intenzionalmente didascalica nell'obiettivo esplicito di parlare al grande pubblico, soprattutto - ma non solo - femminile, e concentra nei personaggi di Ivano e Delia l'ingiustizia di un sistema patriarcale di cui anche Ivano è in qualche modo vittima (oltre che perpetuatore), e Valerio Mastandrea riesce a inserire nella sua caratterizzazione quel tanto di umano e di fragile da non farcelo liquidare completamente come un orco d'antan (ma non abbastanza da farcelo perdonare).
Tuttavia la sceneggiatura è astuta nel distribuire anche a tutti gli altri personaggi una misura dello stesso veleno culturale, e dunque le donne di ogni condizione (tranne la venditrice al mercato interpretata da Emanuela Fanelli) vengono messe a tacere dai loro mariti, e anche gli uomini più gentili possono (devono?) cadere preda del loro imprinting socialmente approvato.
Le botte di Ivano inferte a tempo di musica in una danza macabra e un paso doble del terrore (intuizione cinematografica straziante ed efficacissima) non hanno nulla a che vedere con quelle testosteroniche importate nel cinema da Martin Scorsese, e molto con quelle inferte da Zampanò a Gelsomina, così come la preparazione della famiglia nelle scene iniziali di C'è ancora domani deve tutto all'incipt di Una giornata particolare.
Un film (in Italiano anche pellicola) è una serie di immagini che, dopo essere state registrate su uno o più supporti cinematografici e una volta proiettate su uno schermo, creano l'illusione di un'immagine in movimento.[1] Questa illusione ottica permette a colui che guarda lo schermo, nonostante siano diverse immagini che scorrono in rapida successione, di percepire un movimento continuo.
Il processo di produzione cinematografica viene considerato ad oggi sia come arte che come un settore industriale. Un film viene materialmente creato in diversi metodi: riprendendo una scena con una macchina da presa, oppure fotografando diversi disegni o modelli in miniatura utilizzando le tecniche tradizionali dell'animazione, oppure ancora utilizzando tecnologie moderne come la CGI e l'animazione al computer, o infine grazie ad una combinazione di queste tecniche.
L'immagine in movimento può eventualmente essere accompagnata dal suono. In tale caso il suono può essere registrato sul supporto cinematografico, assieme all'immagine, oppure può essere registrato, separatamente dall'immagine, su uno o più supporti fonografici.
Con la parola cinema (abbreviazione del termine inglese cinematography, "cinematografia") ci si è spesso normalmente riferiti all'attività di produzione dei film o all'arte a cui si riferisce. Ad oggi con questo termine si definisce l'arte di stimolare delle esperienze per comunicare idee, storie, percezioni, sensazioni, il bello o l'atmosfera attraverso la registrazione o il movimento programmato di immagini insieme ad altre stimolazioni sensoriali.[2]
In origine i film venivano registrati su pellicole di materiale plastico attraverso un processo fotochimico che poi, grazie ad un proiettore, si rendevano visibili su un grande schermo. Attualmente i film sono spesso concepiti in formato digitale attraverso tutto l'intero processo di produzione, distribuzione e proiezione.
Il film è un artefatto culturale creato da una specifica cultura, riflettendola e, al tempo stesso, influenzandola. È per questo motivo che il film viene considerato come un'importante forma d'arte, una fonte di intrattenimento popolare ed un potente mezzo per educare (o indottrinare) la popolazione. Il fatto che sia fruibile attraverso la vista rende questa forma d'arte una potente forma di comunicazione universale. Alcuni film sono diventati popolari in tutto il mondo grazie all'uso del doppiaggio o dei sottotitoli per tradurre i dialoghi del film stesso in lingue diverse da quella (o quelle) utilizzata nella sua produzione.
Le singole immagini che formano il film sono chiamate "fotogrammi". Durante la proiezione delle tradizionali pellicole di celluloide, un otturatore rotante muove la pellicola per posizionare ogni fotogramma nella posizione giusta per essere proiettato. Durante il processo, fra un frammento e l'altro vengono creati degli intervalli scuri, di cui però lo spettatore non nota la loro presenza per via del cosiddetto effetto della persistenza della visione: per un breve periodo di tempo l'immagine permane a livello della retina. La percezione del movimento è dovuta ad un effetto psicologico definito come "fenomeno Phi".
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There's Still Tomorrow non è ancora presente
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:: Trama C'è ancora domani ::
Delia è "una brava donna di casa" nella Roma del dopoguerra: tiene il suo sottoscala pulito, prepara i pasti al marito Ivano e ai tre figli, accudisce il suocero scorbutico e guadagna qualche soldo rammendando biancheria, riparando ombrelli e facendo iniezioni a domicilio. Secondo il suocero però "ha il difetto che risponde", in un'epoca in cui alle donne toccava tenere la bocca ben chiusa. E Ivano ritiene sacrosanto riempirla di botte e umiliarla per ogni sua "mancanza". La figlia Marcella sta per fidanzarsi con il figlio del proprietario della pasticceria del quartiere, il che le darebbe la possibilità di migliorare il suo status e allontanarsi dalla condizione arretrata in cui vive la sua famiglia, nonché da quella madre sempre in grembiule e sempre soggetta alle angherie del marito. Per fortuna fuori casa Delia ha qualche alleato: un meccanico che le vuole bene, un'amica spiritosa che la incoraggia, un soldato afroamericano che vorrebbe darle una mano. E soprattutto, ha un sogno nel cassetto, sbocciato da una lettera ricevuta a sorpresa.
C'è ancora domani è l'esordio alla regia di Paola Cortellesi, ed è una pura emanazione della sua persona.
Il tono è divulgativo, pensato per raggiungere il più ampio pubblico possibile, ma questo non va a scapito della sua vocazione autoriale, che è manifesta in scelte molto precise di colore (il film è girato nel bianco e nero della cinematografia d'epoca con grande attenzione filologica del direttore della fotografia Davide Leone), di formato (che cambia lungo il corso della narrazione), di commento musicale (che in aggiunta alle composizioni originali di Lele Marchitelli alterna brani retrò di Fiorella Bini e Achille Togliani con titoli italiani molto più recenti - di Dalla, Nada, Silvestri, Concato -- e innesti internazionali di hip hop, elettronica e rock alternativo, in maniera non dissimile da quanto fa nel suo cinema Susanna Nicchiarelli).
La sceneggiatura, della stessa Cortellesi insieme ai sodali Giulia Calenda e Furio Andreotti, è intenzionalmente didascalica nell'obiettivo esplicito di parlare al grande pubblico, soprattutto - ma non solo - femminile, e concentra nei personaggi di Ivano e Delia l'ingiustizia di un sistema patriarcale di cui anche Ivano è in qualche modo vittima (oltre che perpetuatore), e Valerio Mastandrea riesce a inserire nella sua caratterizzazione quel tanto di umano e di fragile da non farcelo liquidare completamente come un orco d'antan (ma non abbastanza da farcelo perdonare).
Tuttavia la sceneggiatura è astuta nel distribuire anche a tutti gli altri personaggi una misura dello stesso veleno culturale, e dunque le donne di ogni condizione (tranne la venditrice al mercato interpretata da Emanuela Fanelli) vengono messe a tacere dai loro mariti, e anche gli uomini più gentili possono (devono?) cadere preda del loro imprinting socialmente approvato.
Le botte di Ivano inferte a tempo di musica in una danza macabra e un paso doble del terrore (intuizione cinematografica straziante ed efficacissima) non hanno nulla a che vedere con quelle testosteroniche importate nel cinema da Martin Scorsese, e molto con quelle inferte da Zampanò a Gelsomina, così come la preparazione della famiglia nelle scene iniziali di C'è ancora domani deve tutto all'incipt di Una giornata particolare.
Un film (in Italiano anche pellicola) è una serie di immagini che, dopo essere state registrate su uno o più supporti cinematografici e una volta proiettate su uno schermo, creano l'illusione di un'immagine in movimento.[1] Questa illusione ottica permette a colui che guarda lo schermo, nonostante siano diverse immagini che scorrono in rapida successione, di percepire un movimento continuo.
Il processo di produzione cinematografica viene considerato ad oggi sia come arte che come un settore industriale. Un film viene materialmente creato in diversi metodi: riprendendo una scena con una macchina da presa, oppure fotografando diversi disegni o modelli in miniatura utilizzando le tecniche tradizionali dell'animazione, oppure ancora utilizzando tecnologie moderne come la CGI e l'animazione al computer, o infine grazie ad una combinazione di queste tecniche.
L'immagine in movimento può eventualmente essere accompagnata dal suono. In tale caso il suono può essere registrato sul supporto cinematografico, assieme all'immagine, oppure può essere registrato, separatamente dall'immagine, su uno o più supporti fonografici.
Con la parola cinema (abbreviazione del termine inglese cinematography, "cinematografia") ci si è spesso normalmente riferiti all'attività di produzione dei film o all'arte a cui si riferisce. Ad oggi con questo termine si definisce l'arte di stimolare delle esperienze per comunicare idee, storie, percezioni, sensazioni, il bello o l'atmosfera attraverso la registrazione o il movimento programmato di immagini insieme ad altre stimolazioni sensoriali.[2]
In origine i film venivano registrati su pellicole di materiale plastico attraverso un processo fotochimico che poi, grazie ad un proiettore, si rendevano visibili su un grande schermo. Attualmente i film sono spesso concepiti in formato digitale attraverso tutto l'intero processo di produzione, distribuzione e proiezione.
Il film è un artefatto culturale creato da una specifica cultura, riflettendola e, al tempo stesso, influenzandola. È per questo motivo che il film viene considerato come un'importante forma d'arte, una fonte di intrattenimento popolare ed un potente mezzo per educare (o indottrinare) la popolazione. Il fatto che sia fruibile attraverso la vista rende questa forma d'arte una potente forma di comunicazione universale. Alcuni film sono diventati popolari in tutto il mondo grazie all'uso del doppiaggio o dei sottotitoli per tradurre i dialoghi del film stesso in lingue diverse da quella (o quelle) utilizzata nella sua produzione.
Le singole immagini che formano il film sono chiamate "fotogrammi". Durante la proiezione delle tradizionali pellicole di celluloide, un otturatore rotante muove la pellicola per posizionare ogni fotogramma nella posizione giusta per essere proiettato. Durante il processo, fra un frammento e l'altro vengono creati degli intervalli scuri, di cui però lo spettatore non nota la loro presenza per via del cosiddetto effetto della persistenza della visione: per un breve periodo di tempo l'immagine permane a livello della retina. La percezione del movimento è dovuta ad un effetto psicologico definito come "fenomeno Phi".
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fashionbooksmilano · 9 months ago
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Rara Avis
Moda in volo alle Uccelliere Farnesiane
a cura di Sofia Gnoli 
testi di Emanuele Coccia, Karen Van Godtsenhoven, Peter McNeil, Natsumi Nonaka e Simona Segre-Reinach
Marsilio Arte, Venezia 2024, 129 pagine, 17x24cm, ISBN 9791254632086
euro 24,00
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Di magia e metamorfosi parlano gli abiti e gli accessori protagonisti della mostra Rara Avis. Moda in volo alle Uccelliere Farnesiane, dedicata all’arcana corrispondenza che lega la moda al mondo ornitologico. In occasione dell’esposizione visitabile dal 24 aprile al 21 luglio 2024 alle Uccelliere Farnesiane sul Palatino, Marsilio Arte pubblica il catalogo Rara Avis. Moda in volo alle Uccelliere Farnesiane a cura di Sofia Gnoli, studiosa di moda e curatrice della mostra. Grazie alle ricche illustrazioni e ai testi di Emanuele Coccia, Karen Van Godtsenhoven, Peter McNeil, Natsumi Nonaka e Simona Segre-Reinach, il volume accompagna il lettore alla scoperta di una vera e propria ornitologia della couture, in un creativo e fantasioso dialogo tra mondo umano e mondo animale.
Inquietanti o benevoli, comunque metaforici, gli uccelli fanno parte del lessico delle apparenze sin dall’antichità. Pappagalli, aquile, struzzi e pavoni hanno periodicamente incantato cavalieri e regine, principesse e muse del gusto. Attraverso le stupefacenti creazioni di celebri e innovativi designer, da Dior a Gucci, da Jean-Paul Gaultier a Thierry Mugler, da Chanel a Schiaparelli, come una contemporanea Wunderkammer Rara Avis. Moda in volo alle Uccelliere Farnesiane racconta un percorso suggestivo che si snoda tra abiti-uccello visionari ed eccentrici e accessori piumati.
Apre il volume il contributo Rara Avis. Moda in volo alle Uccelliere Farnesiane della curatrice Gnoli, in cui un excursus storico sul rapporto tra moda e mondo ornitologico fa da spunto per un approfondito racconto della mostra e del percorso espositivo. La storica dell’arte Natsumi Nonaka in Le Uccelliere Farnesiane sul Palatino a Roma analizza questi due padiglioni gemelli che sorgono sul colle romano, ripercorrendone la storia e gli utilizzi. Livree da sogno. L’abito come luogo di metamorfosi è il saggio del filosofo Emanuele Coccia, una riflessione storico-antropologica sul rapporto tra moda, metamorfosi e mondo ornitologico. Karen Van Godtsenhoven firma Donne alate, moda e femminismo, testo in cui l’autrice indaga sull’immagine metaforica della donna-uccello come riflesso del fluttuante status del femminile nella società per le sue associazioni con purezza, sessualità, vizio, fragilità, morte, rinascita e immortalità. Segue il contributo Leggera come una piuma: la moda tra desiderio e disgusto dello studioso Peter McNeil, in cui viene affrontata la funzione sociale e culturale delle piume nel promuovere idee sull’abbigliamento e sul corpo umano. Volare alto. Verso un’industria più etica e responsabile è il testo di Simona Segre-Reinach che descrive la il progresso e le conquiste raggiunte nel campo della protezione degli animali impiegati nella moda, dagli uccelli a quelli da pelliccia. Completa il catalogo l’elenco delle opere in mostra.
10/05/24
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