#apoteosis
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1:19 PM EDT October 11, 2024:
Morte Macabre - “Apoteosi del Mistero” From the album Symphonic Holocaust (October 1998)
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#la apoteosis de la guerra#vasily vereshchagin#benjamin netanyahu#war#guerra#imitación al arte#life imitates art#dave brown#cartoon#painting#the apotheosis of war
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A partire dalla fine del millennio, la narrazione del fascismo e il dibattito sulla gestione dei suoi resti materiali hanno subito un’ulteriore evoluzione
Roma: Foro Italico. Foto: Mister No su Wikipedia L’Italia dell’immediato dopoguerra si trova in una situazione molto delicata, determinata dall’esperienza specifica vissuta durante il conflitto: l’alleanza con l’Asse, l’armistizio, il territorio occupato e la ‘guerra civile’ l’hanno lasciata nel caos e nella divisione. Questa particolare condizione ha complicato la possibilità di elaborazione di…
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A partire dalla fine del millennio, la narrazione del fascismo e il dibattito sulla gestione dei suoi resti materiali hanno subito un’ulteriore evoluzione
Roma: Foro Italico. Foto: Mister No su Wikipedia L’Italia dell’immediato dopoguerra si trova in una situazione molto delicata, determinata dall’esperienza specifica vissuta durante il conflitto: l’alleanza con l’Asse, l’armistizio, il territorio occupato e la ‘guerra civile’ l’hanno lasciata nel caos e nella divisione. Questa particolare condizione ha complicato la possibilità di elaborazione di…
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A partire dalla fine del millennio, la narrazione del fascismo e il dibattito sulla gestione dei suoi resti materiali hanno subito un’ulteriore evoluzione
Roma: Foro Italico. Foto: Mister No su Wikipedia L’Italia dell’immediato dopoguerra si trova in una situazione molto delicata, determinata dall’esperienza specifica vissuta durante il conflitto: l’alleanza con l’Asse, l’armistizio, il territorio occupato e la ‘guerra civile’ l’hanno lasciata nel caos e nella divisione. Questa particolare condizione ha complicato la possibilità di elaborazione di…
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L’ASTRONAVE FANTASMA
Nel vasto silenzio dello spazio, la nave stellare Icarus era una leggenda, un racconto tramandato tra gli astronauti e i cacciatori di stelle. Si diceva che fosse una nave fantasma, un relitto dimenticato dai tempi, vagante senza meta tra le stelle. Ma le leggende spesso nascondono un fondo di verità. L’Icarus non era una nave ordinaria, ma un’intelligenza artificiale avanzata creata secoli fa,…
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Il sesso che meravigliosa invenzione
Aggiusta laddove si crepa
Colma laddove si svuota
Gratifica corpo e anima
È completezza, totalizzante e assoluto come poche altre cose
E se al sesso vi aggiungiamo l'Amore, è apoteosi
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Apoteosi
a-po-te-ó-si
SIGNIFICATO Cerimonia di deificazione; celebrazione, esaltazione, trionfo; grandioso spettacolo
ETIMOLOGIA voce dotta recuperata dal latino tardo apotheòsis, dal greco apothéosis ‘divinizzazione’, derivato di apotheóo ‘divinizzare’, a sua volta da theós ‘dio’ col prefisso apo-, che qui indica un cambiamento.
«Altro che successo! È un'apoteosi!»
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querido mío te recuerdo como la mejor canción esa apoteosis de gallos y estrellas que ya no eres que ya no soy que ya no seremos y sin embargo muy bien sabemos ambos que hablo por la boca pintada del silencio con agonía de mosca al final del verano y por todas las puertas mal cerradas conjurando o llamando ese viento alevoso de la memoria ese disco rayado antes de usarse teñido según el humor del tiempo y sus viejas enfermedades o de rojo o de negro
Blanca Varela.
#poesía#poemas#poetas#acción poética#libros#books#escritos#frases#citas#notas#literatura#argentina#buenos aires#uruguay#poetry#amor#desamor#pensamientos#sentimientos#arte#literature#blanca varela
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Per lesbiche e, soprattutto, finocchi il regime non aveva, non poteva avere tolleranza. Il fascismo era italianissimo, apoteosi dell'Italianità, e dato che il maschio italiano vive nel perenne timore di prenderlo in quel posto - teme possa piacergli -, il fascismo ne era ossessionato.
Wu Ming, La macchina del vento
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3:49 AM EDT August 5, 2024:
Morte Macabre - "Apoteosi Del Mistero" From the album Symphonic Holocaust (October 1998)
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Storia Di Musica #346 - Ride, Smile, 1990
Il piccolo percorso storico-musicale sugli EP arriva alla conclusione con la storia di oggi, che rappresenta un po' l'ultimo apice della produzione degli extended play. L'ultimo grande movimento del rock ad usarli con frequenza è stato il cosiddetto shoegaze, un movimento del rock alternativo che ebbe un certo successo tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90. Il termine shoegaze fu coniato da alcuni giornalisti del New Musical Express che notarono una peculiare caratteristica nei nuovi gruppi emergenti inglesi: tendevano a suonare dal vivo, soprattutto i chitarristi, tenendo il capo chino, come a "fissare lo sguardo sulle scarpe". In un primo momento, fu preso come simbolo di un certo modo "timido" di presentarsi, alternativo al sempre più crescente bisogno di spettacolarizzazione degli eventi musicali, ma più prosaicamente, la testa abbassata mentre si suonava era per coordinare i movimenti dei piedi sulle pedane degli effetti sonori, che erano una delle caratteristiche musicali del genere. Riverberi, feedback, distorsioni divennero il marchio di fabbrica di una schiera di giovani band, che usavano le parti vocali in modo molto spettacolare, quasi come strumento aggiunto. Apoteosi del genere fu Loveless dei My Bloody Valentine, opera grandiosa e unica del gruppo di Kevin Shields, disco che ne racchiude tutti gli stilemi fondamentali, e tra quasi tutti i gruppi shoegaze c'era una proficua e interessante partecipazione reciproca, tanto che Steve Sutherland del Melody Maker scrisse un reportage sul genere dal titolo The Scene That Celebrates Itself. Tutte la band, e cito Spacemen 3, The Brian Jonestown Massacre, Mercury Rev, Lush, Chapterhouse, Slowdive, produssero ottimi EP, sia come trampolino di lancio per andare oltre i singoli, sia come diffusione di materiale sperimentale in vista degli album veri e propri.
Una band che fece degli Ep una vera e propria caratteristica sono stati i Ride. Nascono ad Oxford, nel 1988, quando i chitarristi Andy Bell e Mark Gardener si trasferiscono a Bradbury per studiare alla Scuola di Design. Assoldano il bassista Laurence Colbert e il batterista Steve Queralt e formano una band a cui danno il nome di Ride, dal piatto ride della batteria. Suonando nella camera da letto di Queralt, registrano un demo tape, nel 1989, che arriva, non si sa come, a Jim Reid, leader dei Jesus And Mary Chain (band seminale e più citata da tutti i gruppi shoegaze). Questi piacevolmente sorpresa chiede al manager Alan McGee, che è anche discografico di una etichetta che di lì a poco diventerà fondamentale, la Creation, di scritturarli. Tra gennaio e settembre del 1990 i Ride pubblicarono tre EP: Ride, che è il primo disco in assoluto della Creation che entra il Classifica in Gran Bretagna (nella Top 75), ha in copertina delle rose rosse, Play, che ha in copertina dei narcisi gialli, e Fall, che invece ha una foto dei pinguini imperatori sotto la neve. I primi due furono uniti in una compilation, che è il disco di oggi, Smile (che ha le ortensie in copertina) che fu distribuito dalla Sire per il mercato americano, e verrà ripubblicato nel 1992 in Gran Bretagna e in Europa, quando i Ride avranno già pubblicato il loro primo album intero.
Smile si apre con uno dei pezzi che diventeranno i più iconici della band: Chelsea Girl è il prototipo dello shoegaze, con il muro sonoro chitarristico che sale di potenza, la ritmica asfissiante, la forza del suono elettrico; Drive Blind, altra canzone che diventerà un must dei loro concerti, è appena più lenta e melodica, e diventa un piccolo inno al disagio di quei tempi (Driving me 'round and leaving me there \Cover my eyes and we'll die driving blind\Cover my trail and we'll leave life behind\Drive blind); Ride Ep finiva con All I Can See, toccante e dal suono "più americano" e Close My Eyes. Play invece si apre con Like A Daydream, altro brano piuttosto noto, che è il tentativo Ride di scrivere una canzone non dico d'amore, ma quanto meno di una cotta adolescenziale, tra le stupende chitarre rampanti, che salgono e si avviluppano in stupendi assoli; Silver è più blues, Furthest Sense, ancora sulla difficoltà della comunicazione tra le generazioni (Who could ever understand?\So don't try to criticize,\You don't know the change that's in my eyes), e si conclude con la spettacolare Perfect Time, dall'intro scoppiettante.
I Ride pubblicheranno il primo disco nel 1990, Nowhere: in copertina una onda del mare senza increspatura, e dentro il meglio dello shoegaze, in un disco che diventerà un successo per il movimento, arrivando al numero 11 in classifica. Pensato come un disco da registrare "live in the studio", registrato di notte, portò ad un crollo mentale il primo produttore, Mark Waterman, tanto che il mixing del lavoro fu fatto dall'astro nascente Alan Moulder. Tra i brani gioiello, Seagulls, Dreams Burn Down e la stupenda Vapour Trail. Tra l'altro pochi mesi dopo, pubblicheranno un altro Ep, Today Forever, nel 1991, con in copertina le fauci di un grande squalo bianco, che anticiperà il secondo lavoro, Going Blank Again, disco del 1992, che li consacrerà al successo (numero 5 in UK, disco d'oro, lo splendido singolo Leave Them Behind).
La band durerà fino al 1995, per dissidi artistici, dovuti al fatto che lo shoegaze fu travolto da altro tipo di musica (il brit pop, il suono notturno del Trip Hop, l'esplosione definitiva della musica dance) ma con sorpresa si riuniranno nel 2014, e pubblicheranno nuovi dischi che un po' prendono da quel momento particolare, riavvolgendo il nastro di una piccola storia musicale fatta di feedback, belle canzoni e tanti Ep significativi.
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Realistically I think the Houses don't use guns because John doesn't like guns, in the same way he dresses up the Cohort “like the military wing of disco”
I think there's also something to be said about how Cohort necromancers kill their enemies to drain them for thanergy, and presumably they'd need to be at close range for that, but I'm not sure that swords vs. firearm has a huge bearing on which weapons they use. Because you can kill at close range with firearms, and guns ≠ painless and immediate.
I really think it's mostly down to John losing his mind mid-apoteosis while everyone got gunned down in front of him and deciding that his space empire would do the imperialism thing without gunpowder. That, plus the fact that their whole space navy is based on space stations and moves through spaceships.
Anyway, now I'm wondering if the Houses have any long range weapons at all. Cohort spaceships probably have missiles, but I don't get the vibe there used often. BoE / non House civilisation doesn't have stele travel and I bet they lack an armed navy; there's no ship to ship combat, which is why it was such a Big Deal in HtN when BoE sent those missiles against Cohort ships — it's not something that's ever happened before.
I think necromancers “breaking ground” on a new planet is the necromancy equivalent of bombing it with thanergy, in the same way lyctors “flipping” planets is probably the thanergy equivalent of nuking them from orbit, but do we think they have any long range ground weapons that aren't necromantic in nature?
#I need another BoE memorandum#I NEED to know about their technology#where's House Warthunder#tlt thoughts#the cohort#elle tlt posting#tlt
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Da: SGUARDI SULL’ARTE LIBRO SECONDO - di Gianpiero Menniti
PARADIGMI DELLA RAPPRESENTAZIONE
Due modi d'interpretare, non solo il tema religioso ma il proprio tempo: simbologie opposte.
Il Cristo di Piero della Francesca è una rappresentazione di onnipotenza disincantata, la forza della verità che si erge, maestosa eppure solitaria e rassegnata, lascia dietro di sé le tracce del mondo sconfitto dalla sterile condizione dell'umanità immersa nel sonno della ragione.
Risorgere potrebbe apparire inutile.
Eppure, è il segno potentissimo che rivela la radicalità della scelta, tra salvezza e morte.
Al contrario, il "Risorto" di Paolo Veronese è trionfante, posseduto dalla mistica ascesa al cielo, ormai incurante delle vicende terrene, come un dio pagano si erge al di sopra della materialità e delle miserie umane, avvolto nella luce che acceca e spaventa, mentre l'angelo sul fondo, in una scena lontana, indica alle pie donne il compimento del disegno divino.
Il primo è un Cristo messaggero che invita gli uomini a destarsi per contemplare la dualità della storia e la necessità della scelta.
Ed un Cristo che imprime la sua "auctoritas" sulla realtà terrena in una plateale, solida fissità capace di suscitare un ineluttabile moto di conversione.
Il secondo è un "redentore" che offre il mistero della sua resurrezione come implacabile superiorità del divino sull'umano, come luce sulle tenebre, come leggerezza che vince la "gravitas" dell'esistenza terrena.
Ma che guarda in alto.
E si lascia contemplare nella sua apoteosi.
Due narrazioni della cristianità, opposte, inconciliabili.
Tra la severità che accoglie e l'alterità che allontana.
- Piero della Francesca (1416-1492): "La Resurrezione",1460-1465, Museo Civico, Borgo San Sepolcro (AR) - Paolo Veronese (1528-1588): "La Resurrezione di Cristo",1570 circa, Museo dell'Ermitage, San Pietroburgo
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Duomo di Livorno. Giuseppe Maria Terreni, Apoteosi dell’Eucaristia nella cappella del Santissimo Sacramento.
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«A mi juicio, lo característico del arte nuevo, “desde el punto de vista sociológico”, es que divide al público en estas dos clases de hombres: los que lo entienden y los que no lo entienden. Esto implica que los unos poseen un órgano de comprensión negado, por tanto, a los otros; que son dos variedades distintas de la especie humana. El arte nuevo, por lo visto, no es para todo el mundo, como el romántico, sino que va desde luego dirigido a una minoría especialmente dotada. De aquí la irritación que despierta en la masa. Cuando a uno no le gusta una obra de arte, pero la ha comprendido, se siente superior a ella y no ha lugar a la irritación. Mas cuando el disgusto que la obra causa nace de que no se la ha entendido, queda el hombre como humillado, con una oscura conciencia de su inferioridad que necesita compensar mediante la indignada afirmación de sí mismo frente a la obra. El arte joven, con sólo presentarse, obliga al buen burgués a sentirse tal y como es: buen burgués, ente incapaz de sacramentos artísticos, ciego y sordo a toda belleza pura. Ahora bien, esto no puede hacerse impunemente después de cien años de halago omnímodo a la masa y apoteosis del “pueblo”. Habituada a predominar en todo, la masa se siente ofendida en sus “derechos del hombre” por el arte nuevo, que es un arte de privilegio, de nobleza de nervios, de aristocracia instintiva. Dondequiera que las jóvenes musas se presentan, la masa las cocea.»
José Ortega y Gasset: La deshumanización del arte y otros ensayos de estética. Espasa Libros, págs. 54-55. Barcelona, 2017.
TGO
@bocadosdefilosofia
@dias-de-la-ira-1
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