#apertura centro culturale Alessandria
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Inaugurazione di uno Spazio Interculturale Polifunzionale ad Alessandria: Un Oasi di Cultura e Benessere
Il 12 ottobre 2024 si apre uno spazio di inclusione e creatività in Via Bologna, 7 ad Alessandria, con ingresso libero e tante proposte interculturali.
Il 12 ottobre 2024 si apre uno spazio di inclusione e creatività in Via Bologna, 7 ad Alessandria, con ingresso libero e tante proposte interculturali. Ad Alessandria sta per nascere un nuovo punto di riferimento per la comunità: uno spazio interculturale polifunzionale che sarà inaugurato il 12 ottobre 2024. Situato in Via Bologna 7, questo nuovo centro è progettato come un’oasi di cultura e…
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La Fortezza di Alessandria
La Fortezza di Alessandria, situata nella città di Alessandria, nel Piemonte settentrionale è una fortezza militare storica costruita nel XVIII secolo. Questa imponente fortezza è stata eretta alla fine del 1600 in un'area strategica per il controllo del Piemonte, ed è stata un punto di grande importanza per la difesa del regno sabaudo durante il periodo delle guerre di successione spagnola. La fortezza, situata al centro della città, è stata costruita su cinque punti di croce e opera di protezione del fiume Tanaro, sulla sponda destra, insieme alla linea di trincee. La sua posizione era di grande strategica importanza nel 1746, quando la città venne assediata dalla flotta austriaca. La fortezza di Alessandria comprende alcuni edifici storici come la cappella di San Carlo Biblioteca Civica ed il Museo Storico. L'edificio principale, noto come la "Cittadella", è circondato da un grande fossato e dalle mura perimetrali, con corpo di guardia e caserme per le truppe che si trovavano a difesa. All'interno della fortezza è possibile visitare il Museo Storico della Fortezza, che racchiude una vasta collezione di oggetti risalenti all'epoca delle guerre di successione, inclusi armi, uniformi, bandiere e documenti storici. Uno dei punti più interessanti del Museo è sicuramente la Sala del Trattato di Parigi, dove sono conservati numerosi documenti relativi alla fine della Guerra d'Indipendenza Americana. Questa sala ospita anche un'altra grande opera, ovvero il busto in bronzo del comandante francese Lafayette, con la firma del Presidente degli Stati Uniti Thomas Jefferson. La Biblioteca Civica della Fortezza è anche un punto di grande interesse turistico. Fondata nel 1964, la biblioteca ospita una vasta collezione di libri storici e testi riguardanti la storia militare della fortezza dal XVII al XIX secolo. In alcune zone della fortezza sono spesso organizzati eventi speciali come spettacoli teatrali, concerti e mostre temporanee. Parole chiave: Fortezza di Alessandria, Museo Storico della Fortezza, Sala del Trattato di Parigi, Biblioteca Civica, Guerra d'Indipendenza Americana. La Fortezza di Alessandria, oltre ad essere un luogo storico di grande importanza culturale, è anche una meta turistica popolare per gli amanti dell'architettura militare e le famiglie alla ricerca di una giornata culturale in un luogo suggestivo. La fortezza rappresenta un'attrazione particolarmente adatta ai bambini, che si divertiranno a scoprire la storia del posto, cercare di imitare i gesti dei soldati e risalire alle trincee e alle mura perimetrali del sito. Inoltre, i visitatori possono acquistare prodotti tipici locali presso i negozi di souvenir all'interno della Fortezza, dove si possono trovare anche oggetti d'antiquariato rari e particolari. La Fortezza di Alessandria è aperta al pubblico tutto l'anno e offre una vasta gamma di servizi e attività per i visitatori di tutte le età. Gli orari di apertura variano stagionalmente, e prima di organizzare la visita è consigliabile verificare gli orari di apertura sul sito ufficiale delle località turistiche della città. Rappresenta un luogo di grande interesse storico e culturale che offre ai visitatori una straordinaria esperienza di viaggio a contatto con la storia e la cultura del Regno Sabaudo. Un luogo imperdibile per chiunque voglia conoscere la bellezza e la storia di questo spettacolare luogo del Piemonte. Read the full article
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SABATO 14 SETTEMBRE BEACH PARTY SULLA SPIAGGIA DI MULTEDO PER FESTEGGIARNE LA RINASCITA
A seguito dell’inaugurazione della nuova spiaggia gestita dalla Levante C Pegliese, gli storici organizzatori della Festa del Sole dopo 14 anni riportano a Multedo una grande festa di musica reggae
Sabato 14 settembre 2019, a partire dalle ore 18, al nuovo Beach Club sulla Spiaggia Multedo di Pegli, si tiene l’evento Multedo Beach Party, organizzato dalla Levante C Pegliese in collaborazione con Alessandro Galbusera, storico organizzatore della Festa del Sole, format che per anni ha animato diverse location della Liguria a ritmo reggae.
Dj-set, lezioni di dancehall, bancarelle di artigianato, punto ristoro e tanto altro, in una festa che ha un doppio significato simbolico: festeggiare la rinascita di uno spazio interamente dedicato ai cittadini e ai giovani con attività sportive e ludiche di ogni genere, e riportare in vita la tradizione della Festa del Sole, il format che per 4 edizioni ha animato il ponente e l’entroterra ligure e che dopo 14 lunghi anni torna nella spiaggia della prima edizione.
«Tornare sulla spiaggia di Multedo ha un significato particolare perché è stata la location della prima edizione della Festa del Sole – racconta il direttore artistico della serata Alessandro Galbusera, storico organizzatore del party reggae più famoso della Liguria – Per noi è un bellissimo ritorno alle origini. La Festa del Sole è nata a Multedo per poi arrivare fino a Forte Sperone e Prato Rondanino; dopo 4 intense edizioni siamo stati costretti a stopparla per motivi economici e organizzativi. Ringrazio la Levante C Pegliese per l’ottimo lavoro di riqualificazione della zona e per averci dato la possibilità di riportare in Liguria un format che mancava da tanti anni».
Durante la serata a ingresso gratuito, si altereranno alla console sulla spiaggia dj e artisti molto noti nel panorama reggae e hip hopcome dj True.S, dj Lock, Effe El Nari e Mr Angioni per donare alla serata una perfetta atmosfera di allegria e divertimento. Colonna sonora della serata la musica reggae, il genere musicale che maggiormente si presta per le feste sulla spiaggia. Alle 21 il pubblico potrà prendere parte alla lezione gratuita di dancehall tenuta dalla ballerina Alice Giaccone. Non mancheranno stand di artigianato con produzioni realizzate a mano e un punto ristoro, dove si potrà cenare e ordinare cocktail. Nel pomeriggio ci sarà la possibilità di prenotare i campi da beach volley. Il party continua fino alle 2 di notte, dopodiché si andrà avanti con il volume abbassato per non disturbare gli abitanti della zona. L’ingresso al party è gratuito; è vietato accedere alla spiaggia con bottiglie di vetro.
L’evento Multedo Beach Party fa parte del calendario di appuntamenti del nuovo spazio Levante Beach Club, gestito dalla Levante C Pegliese. Un lungo lavoro costato sacrifici e fatica, che a inizio agosto ha dato vita a un nuovissimo centro polisportivo e stabilimento balneare che ha la funzione di luogo di ritrovo per cittadini e giovani del Ponente genovese e non solo. «Da molto tempo avevamo l’obiettivo di riportare in vita una spiaggia che per anni è stata abbandonata e lasciata in condizioni di manutenzione precarie – spiega Marco Doragrossa presidente della Levante C Pegliese – Grazie a una riqualificazione totale della zona, abbiamo creato un centro polisportivo dove i cittadini possono svolgere le più svariate attività, dal beach volley al beach soccer fino alla canoa e pesca sportiva, ma anche semplicemente rilassarsi su una spiaggia perfettamente attrezzata e gustarsi un aperitivo al tramonto».
La nuova struttura, inaugurata a inizio agosto, presenta due campi da beach volley e beach soccer, un punto ristoro e un dehor che si affaccia su una spiaggia attrezzata con ombrelloni, sdraio, lettini, docce e 50 cabine spogliatoio capienti, perfette anche per le famiglie. Uno spazio che è già diventato un punto di riferimento per gli sportivi, ma anche per chi ama il relax, la musica, la comicità e l’intrattenimento di ogni genere. Quasi ogni sera, infatti, vengono proposti spettacoli e serate musicali, dal cabaret alla danza caraibica, dai concerti rock ai live acustici. «La nostra volontà era quella di creare uno spazio di aggregazione su misura per ogni cittadino – continua Doragrossa – Tra gli appuntamenti serali fissi abbiamo il mercoledì sera serata di cabaret con comici provenienti da Colorado e Zelig, il venerdì sera serata di balli caraibici, il martedì sera concerti e il sabato cene con musica acustica chitarra e voce. Le serate sono a ingresso libero e stiamo ottenendo un buon riscontro da parte dei cittadini». Tutte le attività del Beach Club sono completamente aperte alle persone disabili e con difficoltà motorie, grazie alla presenza di tappeti sintetici anche lungo la spiaggia.
BIOGRAFIA DEGLI OSPITI
Dj True.S
Stefania Sensi aka DJ True.S è una dj/producer di Genova. Il suo è un background black, che affonda le sue radici prima nell’Hip Hop della scena genovese, e dopo nei Sound System Giamaicani di quella bolognese. Nel 2010 inizia col progetto SensiStar, di cui lei è tuttora MC e DJ, sound system che propone una selezione dal rap alla Dancehall. Nel 2018 un altro progetto di cui fa parte come DJ e Producer, è Doyenne, crew al femminile di Genova, con cui ha già suonato in clubs ed importanti venues. Grazie all’amicizia con Jaws, dj/producer di Jamil Baida, affina sempre di più la sua tecnica nel djing e inizia a produrre. Propone selezioni che spaziano dalla new Dancehall allʼhiphop/trap, ispirandosi soprattutto alla realtà dei Major Lazer. Il claim dei suoi dj set, come quello della sua crew Doyenne, è “Move your peach”.
Dj Lock
Daniele zunino in arte Dj Lock inizia a mixare all’età di 15 anni sui dischi di musica underground. Inizia ad appoggiarsi a club e piano piano collabora in live con lo staff metempsicosi e apertura al tenax. Per anni si ritira dalla scena per motivi familiari, ma non perde la voglia e la passione per mixare. Inizia a mixare nuovi stili musicali arrivando al reggae dancehall e hip hop, quando all’inizio del 2016 incontra il duo Bomboletta e Gonzo, già noti sulla scena reggae hip hop, finendo come dj della Riviera massive. Collabora in serate con Raphael , Lion d aka David Lion, Raina Villa Ada posse, Sista awa, Natty Roots, Sound System di Alessandria, Inoki Ness, ESA aka El pres, Bresh, Vaz Te, Leli k Lidas, Rankin Fabio. Partecipa a vari festival come Revolution festival, Hanami, Sound splash nord ovest, Goa Boa nella serata con Bizzarri Sound Luciano e Kymani Marley. Attualmente gira la regione mixando reggae dancehall e hip hop.
Effe El Nari e Mr Angioni
Alessandro Frola in arte Effe el Nari è nato a Genova. Inizia il suo percorso artistico nel 2009 formando con noti volti della scena Ligure il collettivo BlazersCrue, nel quale collabora per 8 anni facendo uscire 2 dischi One Shot Ep One Kill mixtape. Attualmente fa parte del collettivo 149 Gang con Angioni, dj e producer. Il nuovo progetto intitolato 149 presenterà 8 tracce con 3 featuring. Da 8 anni è resident Host presso l’Aqa Café, dove insieme ad Angioni e ad altri componenti forma l’Aqa Friday, il movimento creato da dj Kamo sino a oggi presente. La sua associazione culturale e il collettivo sono molto presenti sul territorio, tanto da aver creato un progetto per il doposcuola che aiuta i ragazzi togliendoli da una piazza poco confortevole e insegnando loro la cultura dell’hip hop!
Alice Giaccone
Nasce a Genova il 9 ottobre 1995. Inizia a studiare danza classica e contemporanea all’etá di 7 anni, a 15 anni mi trasferisce a Lecce per proseguire gli studi di danza classica, a 18 anni viene ammessa all’Accademia Nazionale di Danza a Roma e nel 2014 entra a far parte della DiA Junior Company, ad Haarlem (Olanda), compagnia di danza contemporanea dove studierà e ballerà per un anno. A Rotterdam, comincia a seguire lezioni di dancehall presso la DTD-Dance Till Dawn Academy con Dawn Hook e si appassiona a questo stile e cultura. Negli anni a seguire, si specializza sempre di più in dancehall studiando in Italia e all’estero, nel gennaio 2017 inizia a lavorare come ballerina per i format Kawabonga, Big Mama e Juicy. A luglio 2017 parte un mese per Los Angeles dove studia diversi stili (heels, dancehall, dancehall funk, hip hop, jazz funk, groove, ballet, contemporary) con ballerini internazionali (JoJo Gomez, Brinn Nicole, Zaggazo, Tango Leadaz, Sisco Gomez, Cat Cogliandro, Diana Matos, Natalie Gilmore, Cameron Lee, Kayla Jenssen). Dal 2018 vive e insegna dancehall, heels e twerk a Genova.
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SABATO 14 SETTEMBRE BEACH PARTY SULLA SPIAGGIA DI MULTEDO PER FESTEGGIARNE LA RINASCITA SABATO 14 SETTEMBRE BEACH PARTY SULLA SPIAGGIA DI MULTEDO PER FESTEGGIARNE LA RINASCITA A seguito dell’inaugurazione della nuova spiaggia gestita dalla Levante C Pegliese, gli storici organizzatori della Festa del Sole dopo 14 anni riportano a Multedo una grande festa di musica reggae…
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Un’altra edizione di successo per il Raduno Multiepocale di Gruppi Storici
Sono giunti in 500 da tutta Italia solo per poter vivere due giorni in Cittadella
Si parla anche quest’anno di un successo, il Raduno Multiepocale di Gruppi Storici,
organizzato per il 6° anno consecutivo dalla
Associazione Aleramica Alessandria.
Domenica scorsa, 1 ottobre, circa 500 rievocatori di tutte le epoche
hanno invaso la Cittadella di Alessandria e offerto spettacoli di qualità, per l’intera giornata, al numerosissimo pubblico presente.
Un’iniziativa che rappresenta ogni anno un’occasione unica per poter vivere la Storia in
prima persona, con una vera e propria passeggiata nel tempo, dall’epoca Romano-Celtica ai primi del Novecento. Ben 33 gruppi storici in costume hanno accolto i visitatori nei loro curatissimi accampamenti, illustrando e permettendo di sperimentare in prima persona la vita reale nelle diverse epoche rappresentate.
Gli organizzatori dell’Associazione Aleramica raccontano che lo scopo con cui nacque
questo evento, nel 2012, fu innanzitutto quello di dar vita ad un raduno di “addetti ai lavori della rievocazione”, offrendo a tutti i rievocatori del Centro-Nord Italia la possibilità di fare rete tra loro e promuovendo un momento di incontro che coinvolgesse epoche differenti (occasione assai raramente possibile in altri tipi di manifestazione). Il secondo scopo era quello di raccogliere, insieme al FAI – Delegazione di Alessandria, le firme necessarie ad eleggere la Cittadella di Alessandria “
Luogo del cuore”: oggi, anche grazie a quell’evento, la meravigliosa fortezza piemontese si è aggiudicata addirittura il primo posto nazionale in tale classifica, accendendo di fatto la speranza sul suo graduale recupero.
Mentre il Raduno Multiepocale di Alessandria è divenuto addirittura
il più grande raduno multi-epoca d’Italia!
Dopo la sequenza di spari di fucile e il colpo di cannone, domenica 1 ottobre u.s. la
manifestazione ha preso ufficialmente il via alle 10.00, con una scenografica cerimonia di apertura che ha visto entrare in Cittadella gli sbandieratori e musici di Borgo Viatosto di Asti. Appena dopo hanno preso il via le attività dimostrative e formative presso gli
accampamenti, nonché le esibizioni a rotazione nell’area spettacoli al centro della immensa piazza d’armi e nella seconda area esibizioni collocata presso la zona dove alloggiavano i cavalli. Nel frattempo, in mattinata, un imponente e suggestivo corteo storico multiepoca,composto da una piccola delegazione di ciascun gruppo presente al Raduno, ha percorso le vie del centro cittadino, attraversando a piedi il ponte Meyer. Indimenticabile l’immenso e spettacolare corteo storico multiepoca che ha sfilato invece all’interno della Cittadella nel pomeriggio, al termine del quale è avvenuta la consegna di un omaggio a ciascun gruppo storico partecipante per mano del Sindaco Gianfranco Cuttica di Reviliasco, dell’Assessore alle Politiche Giovanili, Manifestazioni ed Eventi, Cherima Firial Fteita e dell’Assessore al Bilancio, Cinzia Lumiera. Molto apprezzato dal pubblico l’emozionante spettacolo con i cavalli del tardo pomeriggio, offerto dal più grande gruppo equestre d’Italia, i Cavalieri del Conte Verde di Leini (TO). Divertentissima, invece, la chiusura dell’evento, improvvista a sorpresa da alcuni gruppi storici presenti: uno scontro campale tra soldati di tutte le epoche, gladiatori romani, cavalieri medioevali, soldati seicenteschi armati di picche e marines della seconda Guerra Mondiale!
Nel corso della giornata, inoltre, è stato possibile effettuare visite guidate gratuite tra i
campi dei gruppi storici, mentre i più piccoli sono stati intrattenuti dal laboratorio
organizzato da ASM Costruire Insieme, che ha proposto un’attività dal titolo “Creatività a
strappo” in cui i bambini hanno creato paesaggi con la tecnica dello “strappo”, ricevendo
poi in omaggio una merenda offerta dalla Centrale del latte e un piccolo gadget.
Un grande successo l’iniziativa proposta dagli organizzatori in cui veniva data la possibilità alla cittadinanza di vivere l’esperienza del rievocatore per un giorno. La blogger Stefania Cava, i giornalisti Massimo Brusasco de “Il Piccolo” e Danilo Poggio,
direttore di “Grp Tv”,hanno vissuto il raduno multiepocale tra le fila di alcuni gruppi storici che a loro volta hanno aderito all’iniziativa: Stefania Cava è stata una celtica con il gruppo storico Teuta Vertamocori di Novara, poi una spadaccina con il gruppo di Incisa 1514 di Incisa Scapaccino (AT), poi ancora una dama del 1700 con la Corte di Venaria Reale di Torino e infine una dama medievale con l’Associazione Culturale Gualdana del Seprio di Lazzate (MB).
Massimo Brusasco invece ha fatto volare i falchi con gli abili insegnamenti dei Compagni di Viaggio di Balzola (AL) e è stato un cavaliere medievale con la compagnia Contrada delle Braide di Mortara (PV).
Danilo Poggio infine è stato un glaidatore con il gruppo La Storia di Cuneo, un soldato
napoleonico con la 59me demi brigade d’infanterie de ligne di Marengo (AL) ed infine ha
combattuto nello scontro finale tra le fila dei soldati della Compagnia della Picca e del
Moschetto di Novi Ligure (AL).
Visite guidate della fortezza sono state organizzate, come sempre, dai volontari del FAI –
Delegazione di Alessandria.
Dalle stime dell’organizzazione sono stati circa 5000 i visitatori.
L’Associazione Aleramica di Alessandria desidera ringraziare di cuore il Comune di
Alessandria per la preziosa collaborazione (in particolare il Sindaco di Alessandria, l’Ufficio Manifestazioni, l’Ufficio Servizio Prevenzione e Protezione, l’Assessorato alle Politiche Giovanili, Manifestazioni ed Eventi, l’Ufficio Stampa). Un sentito ringraziamento è dovuto inoltre agli sponsor, che con la loro solidarietà e il loro prezioso e ineguagliabile contributo hanno reso possibile l’organizzazione dell’evento:
Centrale del Latte di Alessandria e Asti, Luigi Lavazza S.p.A., MFstudios, Viticoltori Associati Vinchio-Vaglio Serra, EdilSerramenti, Gruppo Amag, Euromaster – Gomme e Motori srl, Agenzia Immobiliare Habitat, Strapizzami, Croce Rossa di Cassine, Proloco di Fiondi, Tecnoluce, Artexpo, ASM Costruire Insieme.
L’evento è stato patrocinato da: Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, Comune di Alessandria, Consiglio Regionale del Piemonte, Regione Piemonte.
Ulteriori informazioni e foto sul Raduno Multiepocale di Gruppi Storici e sull’Associazione Aleramica ai seguenti indirizzi:
http://www.facebook.com/RadunoMultiepocaleAlessandria
#multiepocalealessandria
http://www.aleramica.it
ALESSANDRIA. Un’altra edizione di successo per il Raduno Multiepocale di Gruppi Storici Sono giunti in 500 da tutta Italia solo per poter vivere due giorni in Cittadella…
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(via Cayenne italiane - Osservatorio Repressione)
“Il cancello si apriva in continuazione. Dai furgoni scendevano quei ragazzi e giù botte. Li hanno fatti stare in piedi contro i muri. Una volta all’interno gli sbattevano la testa contro il muro. A qualcuno hanno pisciato addosso, altri colpi se non cantavano faccetta nera. Una ragazza vomitava sangue e le kapò dei GOM la stavano a guardare. Alle ragazze le minacciavano di stuprarle con i manganelli“.
Erano andati al macello inermi, chi con una bandiera rossa, chi con una A cerchiata, chi con la testa piena di fantasticherie democratiche. Alcuni indossavano una tuta nera, altri patetiche protezioni di gommapiuma, tutti drammaticamente inadeguati a fronte della violenza che gli avrebbero scatenato addosso. Arrivarono a Genova nel luglio 2001 pensando che bastasse la forza dei numeri per contrastare quella dei potenti, o che si trattasse ancora una volta della simulazione di uno scontro. I più erano immemori o inconsapevoli di quello che aveva dovuto affrontare, circa 20 anni prima, l’ultima generazione che aveva provato seriamente a sovvertire le regole del gioco. Pochi avevano memoria diretta della gestione della piazza dei tempi di Cossiga, o delle violenze poliziesche di Voghera1. La quasi totalità non aveva mai conosciuto il carcere, o non aveva fatto sufficiente attenzione a ciò che si muoveva dietro quelle mura. Dopo l’esecuzione di Carlo, dopo la ‘macelleria messicana’ della Diaz, duecentocinquantadue (ma la stima è incerta) vennero portati alla caserma di Bolzaneto, consegnati nelle mani di polizia, carabinieri, ma soprattutto del GOM (Gruppo Operativo Mobile) della polizia penitenziaria. Qui varcarono le soglie di un incubo:
Torturato n° 38, straniero. Offeso, mentre era nudo, rivolgendogli domande sulla sua vita sentimentale e sessuale, veniva costretto a spogliarsi nudo e a sollevare il pene mostrandolo agli agenti seduti alla scrivania costretto con la minaccia di percosse con la cintura presa ad altro detenuto, a fare delle giravolte sul pavimento; percosso e ingiuriato con sgambetti e sputi da due ali di agenti mentre transitava nel corridoio.
Torturato n° 47, straniero. Percosso nel corridoio con calci e pugni, percosso nell’infermeria mentre veniva perquisito e sottoposto a visita medica con un pugno al torace, in conseguenza delle percosse riportava la frattura della costola destra, percosso, ingiuriato e minacciato in bagno da due agenti che lo costringevano a mettersi davanti al wc e gli dicevano “orina finocchio “, e minacciavano di violentarlo con un manganello, con lo stesso manganello lo percuotevano all’interno delle cosce procurandogli ematomi, percuotevano ancora con pugni alla testa e alle spalle.
Torturata n° 60, italiana. Accompagnata dalla cella al bagno, costretta a camminare lungo il corridoio con la testa abbassata e le mani sulla testa, colpita da altri agenti con calci, derisa e minacciata, costretta con violenza e minacce a chinare la testa all’interno della turca; insultata con : “puttana”, “troia” e a subire da altri agenti frasi ingiuriose con riferimenti sessuali del tipo “che bel culo “, “ti piace il manganello”, costretta a fare il saluto romano e a dire: “viva il duce “, “viva la polizia penitenziaria”.2
Lo stesso incubo vissuto nelle carceri di questo paese.
Fuori dalla caserma le telecamere di tutto il mondo erano puntate sul G8. Se tale era la fiducia dei torturatori nell’impunità, in un contesto di così forte attenzione politica e mediatica, quali violenze potevano essere capaci di attuare nel chiuso delle galere, lontano da sguardi indiscreti, e su persone completamente in loro potere per lunghissimi periodi di tempo? Da quale ‘scuola’, da quale ‘brodo culturale’ provenivano quegli agenti ? Su quali corpi si erano allenati prima di arrivare a Genova?
Tradizioni: la violenza nel carcere ‘sabaudo’
“Sono da poco le sette del mattino, passi cadenzati si odono nella sezione, la terza superiore del penitenziario di Volterra… Odo i passi arrestarsi di fronte alla mia cella, la n. 23, lo scatto del pesante passante che blocca la porta, che viene spalancata, innanzi a me due ��brigadieri ed una decina di guardie, vengo invitato ad uscire, obbedisco, ed in mezzo al plotone mi incammino verso l’uscita. Faccio una domanda, mi viene risposto che non sono tenuti a darmi delle spiegazioni, replico la domanda, mi informano che debbo essere isolato… Vengo introdotto in una cella, con un letto di contenzione al centro, mi spogliano completamente nudo intorno ci sono una ventina di guardie. In un istante mi sono addosso con calci e pugni, cerco di coprirmi, grido, chiedo il motivo di quel linciaggio, ricevo altri calci, pugni, con una cattiveria ed una selvaggità mai veduta…”3
Volterra, 19 settembre 1970. Sono passati più di 23 anni dal varo della Costituzione repubblicana, quella che prevede che ‘le pene non possano consistere in trattamenti contrari al senso di umanità’. Ne mancano più di trenta ai fatti di Bolzaneto, e gli agenti ‘di custodia’ (così venivano chiamati i secondini prima di essere elevati al rango di polizia penitenziaria) non sono certo gli stessi, ma ciò nonostante il loro modus operandi presenta notevoli analogie.
Non si tratta semplicemente di esercizi di sadismo da parte di personalità frustrate, di deliri di onnipotenza e vigliaccherie gratuite esercitate nel comodo rifugio dell’impunità. La violenza sui corpi e sulla psiche, anche quando appare immotivata e gratuita, assolve sempre una sua funzione. L’annientamento della personalità del prigioniero è funzionale all’interiorizzazione dei rapporti di potere. E’ una tecnica disciplinare i cui effetti devono estendersi al di là e al di fuori della permanenza nelle patrie galere.
Nel vecchio carcere ‘sabaudo’, sopravvissuto fino alla metà degli anni ’70 con le sue segrete medioevali e il suo regolamento fascista, la violenza sui prigionieri era connaturata alla filosofia retributiva della pena, dove la pena è considerata un fine in sé, un valore assoluto che non necessita di altre motivazioni. Il carcere non era stato ancora toccato da filosofie trattamentali di recupero del condannato.
“Non esistevano mediazioni o ammortizzatori rieducativi. L’essenziale era punire. Punire e indurre alla rassegnazione quella fetta di popolo che, per una ragione o per l’altra, aveva deragliato dai binari della disciplina sociale”.4
L’uso della violenza sui detenuti era un metodo indiscusso di neutralizzazione della devianza. Indiscusso fino a quando proprio quella violenza non fece da innesco a una lunga stagione di rivolte carcerarie.
“A Poggioreale si pativa la fame, e alla fame c’era da sopportare inoltre un rigore da campo di concentramento di tipo nazista. Alle celle di punizione, per dare un esempio, fui legato sul letto di forza e malgrado dei dolori acutissimi che mi presero allo stomaco non fui ��visitato da nessuno … Mentre mi legavano ridevano e tiravano le fasce più che potevano. Il vitto da porci immangiabile, i secondini che trovavano gusto a istigare e oltraggiare fino a quando uno non scoppiava. Veniva quindi portato al palazzo di vetro, così era chiamato il padiglione in cui erano le celle di punizione e i letti di forza. In questo posto le botte erano all’ordine del giorno… Di questo passo si arrivò al luglio 1968 mese in cui pieni di rabbia ci si rivoltò incendiando e rompendo tutto ciò che ci si parava davanti”.5
Con l’avvento della stagione delle rivolte, la violenza dell’istituzione carceraria non dovette più misurarsi con un insieme atomizzato di individui, con le loro ribellioni individuali intrise di disperazione, ma con una forza collettiva capace di organizzarsi, rispondere contrattaccare. Le rappresaglie sui rivoltosi furono durissime:
“A sera quando cessammo ogni resistenza fummo incolonnati, ci fu impedito di prendere qualsiasi vestito od oggetto personale, dovemmo passare attraverso un cordone formato da celerini e guardie carcerarie, i quali cominciarono a percuoterci selvaggiamente con manganellate, pugni, calci, cinghiate, ed alcuni secondini con catene munite di lucchetto all’estremità… Il pestaggio era cieco e indiscriminato, il livore, la rabbia sadica, la vendetta si abbatteva contro tutti senza alcuna distinzione tra giovani e vecchi e malati ricoverati all’infermeria”.6
“Mentre eravamo massacrati, gli sbirri ridevano e canticchiavano per deriderci. Davanti alle celle mi fecero spogliare completamente, mi ordinarono di piegarmi a novanta gradi ed io compresi la loro intenzione, in quel momento essendo privo delle manette mi coprii i testicoli con le mani, ma mi ordinarono di non assumere tale atteggiamento, e non appena tolsi le mani una guardia pugliese mi sferrò una scarpata, e svenni… Nelle celle di punizione … tre giorni alla settimana il vitto consisteva in 200 grammi di pane e acqua… per sfregio ci rapavano i capelli a zero”. 7
Ma il tentativo di sedare le sommosse attraverso un intensificazione della violenza non ebbe che l’esito di farle esplodere ancora di più, con un crescendo rivendicativo che partiva dalle richieste parziali (su ora d’aria, colloqui, vitto, isolamento, punizioni …), per estendersi a quelle generali (riforma carceraria, amnistia), fino a riprendersi la libertà con le evasioni8.
Lo Stato decise di condurre lo scontro sociale all’interno delle galere secondo logiche di differenziazione, riservando il pugno di ferro alle avanguardie, e allo stesso tempo avviando un processo di apertura per disinnescare la polveriera delle carceri.
Il 9 maggio del ’74, Carlo Alberto dalla Chiesa guidò l’assalto di polizia e carabinieri per sedare una rivolta nel carcere di Alessandria, lasciando in terra sette morti fra detenuti e ostaggi. Era il segnale di un cambio di fase: le ribellioni non sarebbero più state tollerate.
Contemporaneamente lo Stato portava a termine la riforma dell’ordinamento penitenziario che sostituiva il vecchio codice fascista, riconoscendo (almeno sulla carta) i detenuti come soggetto di diritto e mitigando (sempre sulla carta) alcuni aspetti della brutalità del carcere. Veniva inaugurato un modello detentivo di tipo trattamentale che prevedeva un percorso a tappe per il reinserimento del detenuto nella società , una volta depurato dal suo carattere sovversivo, tramite permessi premio, semilibertà, lavoro esterno, ecc. Misure che nel medio periodo funzionarono effettivamente per depotenziare le agitazioni nelle carceri ordinarie, fornendo a buona parte dei prigionieri una via di uscita da quelle mura attraverso una gradualità premiale da conquistare con la buona condotta e la propensione al ravvedimento. La violenza quotidiana nei penitenziari del circuito ordinario acquisì in questo modo nuove possibilità ricattatorie, visto che ogni reazione a un sopruso di un carceriere poteva inibire al detenuto l’accesso ai permessi, o interrompere il percorso verso la semilibertà.
Innovazioni: la violenza nelle carceri speciali
Il modello trattamentale era riservata solo ai prigionieri del circuito ordinario. L’articolo 90 della Legge di riforma prevedeva infatti la possibilità di sospendere le ordinarie regole di trattamento, quando ‘ricorressero gravi ed eccezionali motivi di ordine e sicurezza’. Le misure per l’attuazione pratica di tale previsione di legge vennero affidate direttamente ai carabinieri, in virtù degli ‘ottimi risultati’ ottenuti ad Alessandria. Dalla Chiesa dispose la creazione di un circuito speciale di prigionia formato dalle carceri più invivibili, preferibilmente nelle isole,9, dove vennero trasferiti i prigionieri ribelli, i militanti della lotta armata e della sovversione sociale di quegli anni, assieme ai detenuti comuni ritenuti più pericolosi. In pratica dalla Chiesa mutuò, riattualizzandolo, il vecchio modello delle ‘carceri di rigore’ del regolamento del ’31. L’ordinamento penitenziario fascista che sembrava fosse uscito dalla porta, rientrava così dalla finestra.
Il rigore era attentamente garantito.
All’Asinara “il cibo era insufficiente, disgustoso, indigesto. L’acqua corrente non risultava potabile e aveva gli odori e il colore dei liquami da fogna. Le celle erano umide e prive di riscaldamento. Le docce si facevano ogni 15 giorni e le lenzuola venivano cambiate una volta al mese, se andava bene. Questa disciplina rigidissima era imposta a colpi di manganello. Bastava scambiare una parola con i detenuti delle altre celle per essere selvaggiamente aggrediti dalla squadretta di turno“.10 L’assistenza sanitaria era inesistente: “Fabrizio Pelli, delle BR, contrasse la leucemia a Fornelli, ma il medico del carcere si guardò bene dal diagnosticarlo, condannandolo scientemente a una morte terribile“.11
La sicurezza esterna era affidata ai carabinieri sotto il comando di dalla Chiesa, che potevano intervenire anche all’interno della prigione con ampia autonomia, sedando eventuali rivolte tramite il GIS (Gruppo di Intervento Speciale), corpo speciale nato per l’occasione. Ma la gestione ordinaria della violenza all’interno dello speciale era affidata ancora ai secondini.
“Di notte le guardie si impegnavano per non farci dormire. Tenevano le radio accese a tutto volume. Sbattevano i manganelli contro le porte blindate delle celle e facevano scorrere le canne dei mitra sulle sbarre delle finestre. Di giorno le grida, gli insulti e le minacce si sprecavano, conditi talvolta da qualche colpo di arma da fuoco sparato in aria a scopo intimidatorio. Le perquisizioni corporali erano continue, venivano ripetute più volte al giorno e sempre con il rito dello spogliarello integrale e delle flessioni sulle ginocchia. Le ispezioni nelle celle erano occasione per fare scempio dei pochi effetti personali consentiti ai detenuti, e spesso si concludevano con dei pestaggi somministrati per un nonnulla“.12
Anche ai familiari in visita negli speciali erano destinate perticolari vessazioni: “La guardia di custodia voleva perquisirmi con la mano incorporata all’interno, con la mano nella natura. Allora gli dissi “Prima di farmi questa visita dammi il regolamento carcerario, per vedere se è ammesso dalla legge”. “Noi facciamo quello che vogliamo, se no i colloqui non li fai”. Mentre mi ribellavo arrivarono il brigadiere, il vice brigadiere, e tutte queste guardie di alto grado che cominciarono a spintonarmi fuori“.13
“ … ricordo che faceva un freddo terribile, mi fecero entrare in una stanza gelida e mi fecero spogliare e accoccolare per vedere se usciva qualcosa dalla vagina, ebbi una perquisizione corporale, cioè una visita ginecologica. Erano metodi studiati per spaventarti e intimidirti”.14 Eppure i secondini sapevano che a questo tipo di violenza sessuale sarebbe seguita l’ulteriore violenza dei vetri divisori nei colloqui, che impedivano ogni possibilità di passarsi qualcosa. Oltre ad ogni legame corporeo, ad ogni contatto affettivo.
Ancora una volta, comunque, nulla veniva lasciato al caso. La violenza dei guardiani era funzionale alla creazione di pentiti, o in subordine, in mancanza di ‘pentimento’, all’annientamento del nemico. Se nel vecchio carcere ‘sabaudo’ l’obiettivo era l’annullamento dell’identità personale del prigioniero, ora si lavorava per sconfiggerne l’identità politica. (Continua)
Alexik da Carmilla
Il 9 luglio del 1983 veniva indetta a Voghera, sede di un supercarcere femminile, una manifestazione per la chiusura delle carceri speciali. La maggior parte dei manifestanti in arrivo venne bloccata al casello dell’autostrada. Al corteo venne vietato di partire e intorno alle 16 la celere ebbe l’ordine di caricare preventivamente . Questa la situazione nel racconto della madre di un detenuto politico: “La polizia era una mare. Caricò duecento persone. Arrivarono i lacrimogeni. Scorreva sangue. Cercavo di aiutare le donne cadute a terra. Davanti al comando della polizia mi presero a bastonate per allontanarmi… Chi fuggiva veniva arrestato, chi restava prendeva solo manganellate. Abbiamo salvato gente da terra con il sangue che scorreva. Presi in braccio due-tre persone e le misi nella macchina di mio marito, con il sangue che scendeva”. In: P. Gallinari, L. Santilli, Dall’altra parte. L’odissea quotidiana delle donne dei detenuti politici, Feltrinelli, 1995, p. 84.
Lista completa in: Procura della Repubblica presso il Tribunale di Genova, Processo nei confronti di Perugini Alessandro + 44, p. 569.
Lettera di M.Z. in: Irene Invernizzi, Il carcere come scuola di rivoluzione, Giulio Einaudi editore, Torino 1973, pp. 107/108.
P. Abatangelo, Correvo pensando ad Anna. Una storia degli anni ’70, Edizioni DEA, 2017, p. 57.
Lettera di C.R. in: Irene Invernizzi, op.cit, pp. 120/121
San Vittore, dopo la rivolta dell’aprile 1969. In: Irene Invernizzi, op.cit, p. 274.
Trasferimento degli insorti di San Vittore alla colonia penale di Mamone (NU). In: Irene Invernizzi, op.cit, p. 279.
Nel 1974 evasero 221 detenuti dalle carceri italiane, nel ‘75 furono 300, nel ‘76 443.
Inizialmente vennero scelte le carceri di Pianosa, Asinara, Favignana, Termini Imerese, Badu ‘e Carros.
P. Abatangelo, op. cit., p. 176
Idem.
Idem.
P. Gallinari, L. Santilli, Op cit., p. 77.
Ibidem, p. 90
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Annullo filatelico speciale per il centenario del Lions Club International
All'iniziativa del Lions Alessandria Host in occasione delle celebrazioni per il Centenario del Lions Club International, in corso in tutto il mondo, non poteva mancare l'adesione della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria. E’ stato infatti predisposto un “annullo filatelico speciale” dedicato alla ricorrenza con i loghi della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e del Lions Club Alessandria Host che, in data odierna, si potrà richiedere presso l’Ufficio Filatelico Temporaneo allestito all’ingresso di Palatium Vetus, in piazza della Libertà 28, con orario al pubblico dalle ore 9 alle ore 14. L’annullo speciale si potrà ottenere a vista, presentando la corrispondenza presso l’Ufficio Temporaneo durante l’orario di apertura e si potrà richiedere presso l’Ufficio di Alessandria Centro, piazza della Libertà 23/24, per ulteriori due mesi dopo l’evento odierno. Successivamente verrà inviato e custodito al Museo Storico di Poste Italiane di Roma. Si tratta, infatti, di una iniziativa prestigiosa in quanto le celebrazioni del Centenario del Lions International attraverso la Filatelia di Poste Italiane sono avvenute, a livello nazionale, solo in altre tre città italiane oltre ad Alessandria e precisamente a Roma, Bari e Bergamo. La Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria – afferma il presidente Pier Angelo Taverna – ha aderito volentieri a questa proposta che suggella una collaborazione, quella tra Fondazione e Club Lions, avviata da anni con ottimi risultati in termini di sostegno alle categorie sociali più deboli e mi riferisco in particolare a giovani, anziani e disabili, alle associazioni di volontariato, ai progetti a favore dello sviluppo culturale ed economico della nostra collettività. Una partnership che si è saldata grazie all’impegno sociale e alla generosità dei Lions che condividono tanti principi della mission della Fondazione. Un grazie sincero al presidente Taverna, alla Fondazione e a Poste Italiane – dichiara Eleonora Poggio, presidente del Lions Alessandria Host – per la disponibilità a celebrare insieme a noi questa ricorrenza lasciando un segno concreto che resterà scritto nella storia. Sono veramente onorata che abbiano voluto condividere con i Lions questo percorso. Coinvolgere i giovani, alleviare la fame, proteggere l’ambiente e curare la vista sono le quattro sfide del Centenario. Noi ci siamo impegnati ad offrire il nostro contributo per raggiungerle e l’apporto della Fondazione, di cui condividiamo i valori, è sempre stato importante. L’annullo speciale si potrà ottenere, inoltre, inviando oggetti da bollare, con plico regolarmente affrancato, entro 60 giorni al Servizio Commerciale Filatelia della Filiale di Alessandria/1 di Poste Italiane, in piazza della Libertà 23/24. http://dlvr.it/PLRrRT
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ALESSANDRIA . Rombano nel cuore di Alessandria,viale della Repubblica,8 anni dopo essere stati chiusi tra le mure della Valfrè. Il 72^ Motoraduno dei Centauri,polemiche a parte,inizia oggi venerdi 7 luglio lungo il viale dei giardini di viale Repubblica.
Il programma è ricco e per tutti i gusti con eventi nei giorni sabato 8 e domenica 9 luglio.
Venerdì 7 luglio alle 12 con apertura dell’area destinata al raduno, i ristoranti gourmet e il via alle iscrizioni ufficiali FMI. Gli iscritti al raduno potranno prenotare la gita di sabato, quota di partecipazione 25€.
Ore 15 inizio del giro turistico gratuito e l’accoglienza dei Lions Rider, partecipanti delle associazioni. Spettacolo Pre-live con dj Francky, Evan La e Yatu alle 18 durante la manifestazione.
Alle 19 in via Caniggia “Cultura&Musica on the road” e contemporanea chiusura delle iscrizioni ufficiali FMI;ingresso aperto all’area e serata di musica live con intrattenimento.
Alle 20:30 sfilata “sbandieratori e musici” tra i giardini, corso Roma, via Legnano e in piazza Marconi.
Viale Repubblica, alle 21.59, sarà protagonista con“il rosso flashmob” di Me.Dea, e ripartenza della sfilata “sbandieratori e musici”e concerto dei Barracuda’s Rock&Roll blues.
Sabato 8 gazebo nei giardini di viale della Repubblica,presenza delle associazioni Lions e Leo che illustreranno le loro attività, l’area raduno aprirà alle 8, le iscrizioni ufficiali dalle 9 e dalle 10, apertura dei ristoranti gourmet.
Alle 10.15 il primo giro turistico-enogastronomico-culturale FMI gratuito, solo per iscritti ,le iscrizioni ufficiali riapriranno dalle 12.30 alle 14.
Nel pomeriggio i Lions incontreranno il Fans Club Valentino Rossi 46 Riders Academy per visita all’ospedale infantile per portare allegria e omaggi ai piccoli pazienti.
Alle 15 il secondo giro FMI per gli iscritti.
Le delegazioni italiane ed estere saranno accolte alle 17.45 dal comune di Alessandria e alle 19 dal comune di Castellazzo Bormida,per l’occasione Castellazzo coronerà l’assegnazione delle damigelle d’onore ai primi centauri.
Alessandria alle 20.15 serata conviviale al resort La Fermata con raccolta di fondi a favore della lcif , fondazione internazionale Lions Club, per la lotta contro il morbillo.
Alle 20.30 rito religioso all’interno del santuario di Castellazzo in suffragio dei caduti della strada, officiato da S.E. Mons. Guido Gallese, vescovo dei centauri. Al termine della funzione, si accenderà la fiaccola votiva che rimarrà accesa fino a domenica sera.
La sfilata “sbandieratori e musici” torna alle 21 e alle 22.30, e in piazza Marconi l’Associazione Aleramica si esibirà con le Dame di Camelot.
Le iscrizioni ufficiali chiudono alle 22.30; ingresso all’area aperto e alle 21.30 musica live con intrattenimento.
Alle 21.30 sfilata di “Goldwing” nel centro e visita guidata “mettiamoci in moto: luci sulla città”.
l’agenzia turistica locale “Alexala” proporrà una visita guidata libera e gratuita per scoprire Alessandria.
Corso Roma e via San Lorenzo, i giardini pubblici, piazza Garibaldi e il teatro comunale cuore pulsante di Alessandria.
Partenza da viale della Repubblica con tappe al teatro comunale, l’orologio floreale dei giardini pubblici, il negozio Borsalino, la galleria Guerci, via San Lorenzo, piazza Marconi e piazza Garibaldi.
Alle 21.59 “il rosso flashmob” di Me.Dea e il concerto dei Skdk: “il rock dei nostri sogni”.
Domenica 9 luglio apertura dell’area raduno alle 7.30 e le iscrizioni alle 8.
Il corteo alle 9 quando partirà i centauri partiranno dal palazzo vescovile di Alessandria per il santuario di Castellazzo,la celebrazione della S. Messa alle 10.00
Alessandria,nei giardini del teatro comunale dalle 9 alle 19,ospiterà“mostra vinile Alessandria 2017”,apertura dei ristoranti gourmet alle 10.
Apertura della sinagoga in via Milano dalle 11 alle 13 e dalle 14.30 alle 18.30, curata dall’Associazione SpazioIdea e della dottoressa Paola Vitale.
Il corteo dei centauri ripartirà da Castellazzo per Alessandria,presenti i Lion Riders, con arrivo in piazza Garibaldi per la sfilata conclusiva alle 12,con accesso a Viale della Repubblica libero.
Tra le 13 e le 15 si chiuderanno le iscrizioni per dare inizio alla premiazione dopo aver acquisito i risultati delle classifiche.
L’iscrizione costa 8€ per i tesserati FMI, per gli altri 10€. Agli iscritti un pass, un parcheggio riservato e gratuito, e un posto in classifica,visite alla chiesa di S.Maria di Castello e alla Cittadella.
Durante la manifestazione i negozi della città effettueranno i saldi di stagione.
ALESSANDRIA. ROMBANO I MOTORI,CHE IL MOTORADUNO ABBIA INIZIO. ALESSANDRIA . Rombano nel cuore di Alessandria,viale della Repubblica,8 anni dopo essere stati chiusi tra le mure della Valfrè
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Lets rock a Casale Monferrato
Si alza il sipario sulla nuova edizione di Let's Rock con il primo week end in programma per venerdì 17 e sabato 18 marzo al Salone Tartara di Casale Monferrato. La storica kermesse musicale casalese, organizzata per il 2017 dall'Associazione culturale Vitamina T con il patrocinio del Comune di Casale, prende il via con una veste rinnovata di festival, che si svilupperà su sei serate e vedrà esibirsi 14 band del territorio, tra le quali giovani proposte, musicisti skilled e special guests, e sei ospiti scelti tra musicisti emergenti a livello nazionale. Oltre alla musica originale, protagonista del festival, verranno proposte le “interferenze creative”, esibizioni artistiche di varia natura che andranno ad inserirsi nei cambi palco delle band. Il ricco programma delle serate è stato pensato per offrire una proposta musicale ed artistica varia ed eterogenea, che valorizzi i progetti indipendenti presenti sul territorio aprendo allo stesso tempo verso realtà di più ampio respiro. Ad aprire la kermesse venerdì 17 marzo per la categoria “giovani”, saranno i Network and Black Coffee di Valenza, vincitori del contest nella scorsa edizione del 2016. La band, composta da Gioele Ancora (Voce, Piano, Fender Rhodes), Marco Ricci (chitarra elettrica), Riccardo Marchese (batteria), David Zanet (chitarra elettrica) e Manuel Favaro (basso), punta a sviluppare un sound originale basandosi sulle forti influenze del blues, soul, RnB, jazz e fusion. I loro brani creano sonorità, armonie e groov e di forte impatto con un background di musica "nera" americana. I primi musicisti “skilled” ad esibirsi a LR 2017 saranno i casalesi Radioking: Franco Di Terlizi (voce,chitarra acustica, armonica), Elio Lussu (chitarra elettrica), Francesco Ranno (seconda voce, chitarra elettrica), Alessandro Rota (basso elettrico) e Giuliano Anoffo ( batteria). Il progetto è il proseguimento del percorso artistico di The finger (Franco Di Terlizi), one man band che dopo una carriera solista e la pubblicazione di un disco con l'etichetta Snowdonia di Catania ha deciso di proporre il proprio materiale con una vera e propria band. Radioking hanno all'attivo due tour in compagnia di affermati cantautori londinesi, Dan Raza e Trent Miller, e vantano una longeva collaborazione con il bluesman Paolo Bonfanti. Le loro canzoni si rifanno alla corrente americana dell’alternative country e all’indie rock di matrice britannica. Ospite della serata sarà la band Santarè di Alba: Filippo Cavallo (voce, chitarra acustica e pianoforte), Andrea Gorga (basso elettrico), Massimo Lorenzon (batteria) e Andrea Bergesio (post-producer e fonico della band) hanno maturato un ampio spettro di influenze, sia provenienti da un ambito più strettamente musicale, con una predilezione per il rock pop anni ’90, sia cogliendo suggestioni dal mondo delle arti visive, dalla psicologia e dalla filosofia New Age. “AD OCCHI APERTI NEL BUIO” è il loro album di debutto, coprodotto con l'etichetta bolognese Areasonica. Si sono esibiti su importanti palchi fra i quali quello del MEI di Faenza, e del Monfortinjazz, in apertura ai Blonde Redhead. Il calore degli strumenti acustici, le atmosfere sognanti dei sintetizzatori e le basi ritmiche elettroniche, accompagnano le calde ed avvolgenti linee vocali delle canzoni come un continuum ora meditativo, ora energico, sottolineando i temi ricorrenti dei testi: sogno, fragilità umane, emotività e una costante ricerca di un “oltre”. Nella serata di apertura dei venerdì 17 le interferenze artistiche saranno affidate alla contaminazione di Danilo Grasso. Il suo lavoro “Scratch” (dall'omonima esposizione fotografica inaugurata ad Alessandria nel dicembre scorso e rimasta in mostra fino a febbraio) è un percorso di parole e immagini “a bassa definizione, sgranate, rigate, disturbate dall'uso dello smartphone e dalla sua visione delle cose” attraverso i temi che l'autore da sempre ama raccontare: “la vita quotidiana, la genitorialità, le marginalità sociali, qualche sogno notturno e qualcuno a occhi aperti”. Sabato 18 marzo sarà la volta dei giovanissimi casalesi Auge: terzi classificati al contest Let's Rock 2016 special edition con il nome di Dark Roses, Simone Murru (voce), Giovanni Zanotto (chitarra), Giacomo Zanotto (batteria) e Alessandro Buzzi (basso) propongono un progetto rinnovato. Vengono definiti come alternative o Post-Grunge, ma il loro intento è quello di portare il rock ad un livello artistico differente, pur mantenendo quelli che sono riconosciuti come capisaldi del genere: semplicità, provocazione, divertimento ed energia. La loro musica si presenta come una Pop Art che raccoglie le sonorità più particolari della musica pop del secondo Novecento in un mix inimitabile di sensazioni ed emozioni che rispecchiano il “dualismo” conflittuale che scaturisce dalla loro musica: spregiudicatezza e potenza contrapposte a fragilità e dolcezza. Per la categoria “skilled” si esibiranno invece i Towards Higher Connection, anch'essi casalesi, Anita Costa (tastiere), Claudio Lavagno (voce, percussioni), Gianluca Chiesa (basso), Giorgio Roviglione (chitarra), e Roberto Moretti (batteria). La band nasce dalle ceneri del progetto Stomp Rulers con una lineup rimaneggiata e la volontà di spostarsi dai classici ska e rocksteady, portati per 5 anni su prestigiosi palchi piemontesi (tra cui Bangarang Fest di Torino insieme all’artista londinese Sister Aisha), verso i territori del dub. Il nome vuole richiamare l’aspetto intrinsecamente mistico del Dub, il basso che pompa nello stomaco, i ritmi circolari e ripetitivi, la cadenza in levare, consentono un approccio e una connessione particolare tra i musicisti e tra la band ed il pubblico .Partendo da questi fondamenti Towards Higher Connection cercano una connessione anche tra l’ortodossia Giamaicana e la tradizione italiana. Nella serata di sabato LR ospiterà la band rock-alternative di Milano Atlantic Tides, composta da Gabriele Donolato (voce), Daniele Visconti (batteria/voce), Nicolò Paracchini (chitarra) e Stefano Candelieri (basso). Le loro canzoni traggono ispirazione da generi e stili diversi: dal pop all’indie, dall’R&B al rock’n’roll. Nel corso della presentazione live del loro primo EP "The Isle" Atlantic Tides hanno avuto l’opportunità di aprire il concerto di una delle proprie band di riferimento: gli inglesi Deaf Havana. Fra i palchi calcati dalla band si segnalano l’Alcatraz di Milano (in qualità di finalisti del concorso Emergenza Festival), il Bloom di Mezzago, il Live Forum di Assago e molti altri. "Old Whale" è il secondo EP della band, l’uscita del quale è accompagnata dal lancio del video “Seven Stories” e da un tour promozionale iniziato nell'ottobre del 2013, durante il quale la band apre per gli inglesi Arcane Roots. Nei primi mesi del 2014 in compagnia di The Red Carpet di Viareggio prende il via il Breaking Bands Tour, che tocca le principali città italiane riscuotendo un notevole successo. Special guest della serata saranno i Public Welfare: a 30 anni di distanza dalla loro partecipazione alla prima edizione della rassegna Giovaninmusica del 1987, Pierangelo Bassignana (basso), Paolo Deregibus (voce solista), Mauro Deregibus (chitarra) Gianmario Bertinotti (percussioni) e Corrado Calvo (tastiere e voce) con Marco Ferrero (batteria) al posto di GP Morano, storico batterista della band, .torneranno insieme sul palco di Let's Rock in una reunion d'eccezione. Sul fronte delle interferenze, sarà invece la scuola di danza Arabesque ad esibirsi durante i cambi palco delle band. “Vivere rock significa vivere intensamente la propria passione con coraggio affrontando tutte le discese e le salite che ciò comporta...nulla di più rock che affrontare tutti i giorni la sbarra sfidando i limiti che pone la natura.” Questo é l'approccio di Arabesque, storica scuola casalese dove la prima disciplina d'insegnamento è la danza classica, a cui si affianca il modern jazz e la danza contemporanea. A LR saranno proposte coreografie di modern e contemporaneo, fra le quali una premiata lo scorso anno, su musiche di Einaudi, Freddie Mercury, Bosso, Sia. L'orario di inizio dei concerti è previsto per le ore 21.30 e i biglietti per le serate saranno in vendita direttamente in loco al costo e 3,00 euro. All'interno della struttura saranno presenti servizio bar, con birre artigianali del Birrificio Sant'Andrea di Vercelli, e punto ristoro gestito dalla piadineria Girodido di Casale Monferrato. Presso il bookshop del Castello l'installazione multimediale ”Linea continua”, inaugurata in occasione della presentazione del festival, rimarrà esposta e visitabile per tutta la durata della manifestazione. PROSSIMI APPUNTAMENTI: * -Venerdì 31 marzo: - Weekend Cigarettes (Alessandria) sezione giovani - Voodoo (Casale) sezione skilled - In.Visible (Pavia) sezione ospiti * Interferenze: SALTINSPAKKA E LELLO CLOWN * Sabato 1 aprile: - Toliman (Casale) sezione giovani - Van Gogh Post Scriptum (Casale) sezione skilled - Killin' Baudelaire (Milano) sezione ospiti * Interferenze: Percussionisti del centro diurno Albero in Fiore con Chicco Accornero (istituto Soliva) + DJ Lisah Lupix * -Venerdì 5 maggio: - The Aunt Mary (Casale) sezione giovani - Fonema MC (Casale) sezione skilled http://dlvr.it/Nf00tL
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Uno stage di danza andina presso gli spazi del Peter Larsen Dance studio
Sabato 4 marzo dalle ore 15 alle ore 18.30, presso il Peter larsen studio di Via Cardinal Massaia 19 ad Alessandria, stage di danze andine: Con Doña Laura apprenderemo la sacralità della danza come via di offerta e apertura dello spazio di reciprocità con il Cosmo Vivente, per risvegliare il fuoco interiore e la gioia per la Vita! La danza unisce, attraverso il movimento, mente e corpo supportando il risveglio delle energie interiori. Laura condividerà la sua arte per risvegliare il mosoq nina (Il sacro fuoco interiore) per onorare la Pachamama e tutti quei fattori naturali che supportano la vita (Apu). Doña Laura Huaman, nasce a Cusco nel giorno dell’equinozio (21 Settembre). Laureata in Turismo presso la università di Cusco, lavora come guida condividendo con persone di tutto il mondo la conoscenza culturale e spirituale e le pratiche ancestrali ereditate dai nonni nei luoghi sacri della Tradizione Inca. Come donna andina condivide il punto di vista femminile sulla storia, la spiritualità, le cerimonie la cultura étnica e rurale, appresi dai maestri della Tradizione ancestrale incaica. E’ co-fondatrice del “Centro culturale di espressione andina di danza e musica” per la ricerca e la salvaguardia delle danze, canti e musica tradizionale. Come maestra di danza e canti insegna la sacralità di questa arte per onorare e sviluppare la relazione con il Cosmo Vivente, mantenendo viva la tradizione originale. Parallelamente apprende e sviluppa l’arte sciamanica della medicina ancestrale, ricevuta dai nonni, dalle maestre e maestri della comunità di Q’ero e Ausangate, delle comunità dell’area alta di Cusco e dell’area della selva amazzonica. Dona Laura sarà accompagnata da Massimo Romagnolo http://www.ushai.it/ INFO: CRISTINA SAMMARCO 338 5722513 - [email protected] http://dlvr.it/NSGN7R
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