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Tarzan with Abbott and Costello by Henry Scarpelli
#tarzan#abbott and costello#bud abbott#lou costello#henry scarpelli#charlton comics#silver age#lord greystoke#john clayton
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Tutti a casa
Benvenuti o bentornati sul nostro blog. Nello scorso articolo abbiamo deciso di mettere in pausa le recensioni dedicate ai film e di passare al mondo della letteratura per parlare di un libro fantasy per ragazzi davvero simpatico, Il meraviglioso mondo di Arthur e Rose di Jenny McLachlan. Arthur e Rose sono due gemelli di 11 anni che tra non molto inizieranno le medie e che si trovano in vacanza…
#Age & Scarpelli#Alberto Innocenzi#Alberto Sordi#Alex Nicol#Armando Zanon#Assunto Cecchereli#Carla Gravina#Carlo Carlini#Carlo Egidi#Claudio Gora#comedy#commedia#Didi Perego#Dino De Laurentiis#Dino De Laurentiis cinematografica#Dino De Laurentiis distribuzione#drama#drammatico#Eduardo De Filippo#film#Francesco Lavagnino#Giuliano Laurenti#guerra#Guido Celano#Jole Mauro#Lelio Volponi#Luigi Comencini#Luisina Conti#Mac Ronay#Marcello Fondato
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Il buono, il brutto, il cattivo (The Good, the Bad and the Ugly), 1966.
Dir. Sergio Leone | Writ. Age & Scarpelli, Luciano Vincenzoni & Sergio Leone | DOP Tonino Delli Colli
#il buono il brutto il cattivo#the good the bad and the ugly#sergio leone#spaghetti western#italian film#1960s#western epic#10 frames
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[La commedia all'italiana]
“ La commedia all'italiana, nella confusione dei generi, ha il grande merito di non aver allontanato del tutto il pubblico. Qui non si parla di capolavori, sappiamo bene che i capolavori sono mosche molto rare, e sappiamo anche chi li fa. Ma uno strano comportamento degli altri "capolavori" italiani è che si tratta quasi sempre di tragedie che col tempo si avviano a diventare comiche. Le eccezioni sono rare, e sappiamo tutti quali sono gli autori che resistono all'usura del tempo: Rossellini, Fellini, Antonioni, Rosi, un altro paio li lascio scegliere a voi. Gli altri preferirei tacerli, pensano già troppo loro stessi a farsi pubblicità, a spargere il terrorismo ideologico e artistico, e alla fine viene voglia di difendere "la commedia all'italiana", soprattutto se si pensa a quei "capolavori" che hanno i minuti contati e rendono pensoso il ceto medio, sempre sull'onda della moda. La commedia italiana ha rivelato una certa Italia che esiste, e che gli italiani avevano sotto gli occhi e non vedevano.
L'Italia dei soliti ignoti (bisognerà rifarsi a questo lontano film di Monicelli), quella dei "mostri", della legislazione arretrata, del boom e delle congiunture, l'Italia della televisione, della provincia ormai tentacolare, dei moralisti e degli imbroglioni. L'Italia, insomma, che esce dalla commedia dialettale e sentimentale per guardarsi com'è fatta. Si è scoperto un tipo di italiano eterno, che viene da Machiavelli, e che affronta la vita con tranquilla amoralità, comicamente e talvolta con una certa disperazione. I nostri comici bene o male rappresentano l'Italia. Sordi e Tognazzi, Gassman e Manfredi sono l'Italia. Ne siamo circondati. Oltre che parlare di registi (Risi, Scola, Salce e altri) qui bisogna parlare anche degli scrittori, e cito i quattro più rispettabili, Rodolfo Sonego, Age e Scarpelli, Ruggero Maccari. Bene, si ha l'impressione, leggendo le critiche dei giornali, che costoro debbono passare il tempo a difendersi dall'accusa di facilismo. Io ammiro in loro invece la grande fecondità inventiva, lo spirito di osservazione sempre aggiornato, l'agilità costruttiva delle loro storie, e l'umorismo oltre che la comicità. È un cinema che è una variazione attuale della commedia cinquecentesca, fatto con lo stesso spirito di spregiudicatezza dei tempi d'oro. Faccio qualche esempio: chi ha visto "Riusciranno i nostri eroi etc.", si è reso conto che finalmente l'italiano esiste, appunto perché trasportato fuori del suo habitat. Chi ha visto l'episodio delle due checche nel film "Vedo nudo" non ha potuto non ammirare la semplice grazia dello svolgimento e della recitazione. E chi ha visto Sordi nell'ultimo episodio della "Contestazione generale", sa che siamo davanti ad un piccolo capolavoro, piccolo ma resistente. Infine mi sembra che la commedia all'italiana, anche nei casi più clamorosi (Il medico della mutua) pur con tutte le sue facili risate indica problemi che sollevati dalla saggistica, dal giornalismo, dalla narrativa, chissà perché annoiano. “
Ennio Flaiano, Frasario Essenziale - per passare inosservati in società, introduzione di Giorgio Manganelli, Bompiani (collana Nuovo Portico, n° 41), 1986¹; pp. 78-79.
Nota: Il volume è una raccolta postuma di scritti inediti e varî (taccuini, appunti, fogli sparsi di diario o di viaggio).
#Ennio Flaiano#libri#letture#leggere#anni '60#recensioni#Frasario Essenziale#cinema italiano#Dino Risi#Ettore Scola#Vittorio Gassman#Alberto Sordi#Ugo Tognazzi#I soliti ignoti#Giorgio Manganelli#Francesco Rosi#citazioni#Nino Manfredi#Michelangelo Antonioni#italianità#anni sessanta#diaristica#Roberto Rossellini#celebrità#Federico Fellini#Italia del boom#Mario Monicelli#vizi#virtù#carattere nazionale
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La grande scrittrice, autrice di libri quali L’età del malessere, Memorie di una ladra, Il treno per Helsinki, La lunga vita di Marianna Ucrìa, Dolce per sé, Il coraggio delle donne, Una rivoluzione gentile. Riflessioni su un Paese che cambia, Caro Pier Paolo, In nome di Ipazia: riflessioni sul destino femminile, e molti altri, spegne ottantasette candeline. Nata a Fiesole (FI) nel 1936, figlia dello scrittore ed etnologo toscano Fosco Maraini e della principessa siciliana e pittrice Topazia Alliata, dal ’39 al ’46, trascorre la sua infanzia in Giappone e lì, fra il ’43 e il ‘45 affronta la prigionia in un campo di concentramento, dove finisce con i suoi genitori che si rifiutarono di aderire alla Repubblica di Salò. Tornata in Italia vive fino a diciotto anni in Sicilia - a Bagheria -, presso i nonni materni. Racconterà questi anni in Sicilia nel suo romanzo Bagheria. Si trasferisce poi a Roma, dove pubblica il suo primo romanzo di successo, La vacanza (Lerici, 1962). È l’inizio di una lunga serie da L’età del malessere (Einaudi, 1963) con cui vince il Premio internazionale degli editori “Formentor”, da poco fondato (nel ’61) dall’editore spagnolo Carlos Barral con il sostegno di colleghi quali Giulio Einaudi, Claude Gallimard, Barney Rosset, Heinrich Rowohlt e George Weidenfeld; A memoria (Bompiani, 1967), Memorie di una ladra (Bompiani, 1972), da cui l’anno seguente verrà tratto il film Teresa la ladra (1973) di Carlo Di Palma, pellicola di cui curerà anche la sceneggiatura con Age e Scarpelli; Donna in guerra (Einaudi, 1975), Lettere a Marina (Bompiani, 1981), Il treno per Helsinki (Einaudi, 1984), Isolina. La donna tagliata a pezzi (A Mondadori, 1985), che vince il Premio Fregene, La lunga vita di Marianna Ucrìa (Rizzoli, 1990), con cui vince il Premio Campiello, che sarà Libro dell’Anno 1990, verrà tradotto in circa trenta lingue e verrà portato al cinema con il film del ’97 diretto da Roberto Faenza; il già citato Bagheria (Rizzoli, 1993), Voci (Rizzoli, 1994), Un clandestino a bordo (Rizzoli, 1996), Dolce per sé (Rizzoli, 1997), sui temi sociali e la vita delle donne, fino alla raccolta di racconti Buio (Rizzoli, 1999), sull’infanzia indifesa, con cui vince il Premio Strega. Nel 1980 scrive, insieme a Piera Degli Esposti, Storia di Piera (Rizzoli), da cui tre anni dopo verrà tratto il film omonimo di Marco Ferreri, interpretato da Hanna Schygulla, Isabelle Huppert, e Marcello Mastroianni. Nel 2004, ancora con Piera Degli Esposti, scrive il libro Piera e gli assassini, un lungo dialogo fra due protagoniste della nostra cultura che si confrontano sui temi più importanti della vita, un insieme di racconti attraverso la lunga amicizia fra le due donne, su vicende di famiglia, aneddoti su colleghi, registi, attori. Seguiranno La nave per Kobe. Diari giapponesi di mia madre (Rizzoli Bur, 2001), tratto dai diari scritti dalla madre Topazia dal ’38 al ’41, donati a Dacia Maraini dal padre che li aveva casualmente ritrovati, ed in cui rievoca il viaggio verso il Giappone e l’esperienza della prigionia negli anni dell’infanzia, e Amata scrittura. Laboratorio di analisi letture proposte conversazioni. E ancora Colomba (Rizzoli, 2005) Il gioco dell’universo (Mondadori, 2007) con cui vince il Premio Cimitile nella sezione di narrativa. Nel 2008 pubblica Il treno dell’ultima notte (Rizzoli) e, due anni dopo, La seduzione dell’altrove (Rizzoli, 2010). Alla fine degli anni Cinquanta, a poco più di vent’anni fonda con alcuni amici la rivista «Tempo di letteratura» e collabora con «Il Mondo» e «Nuovi Argomenti», rivista culturale fondata nel ’53 da Alberto Carocci e Alberto Moravia, ai quali presto si affianca Pier Paolo Pasolini, e, dopo la sua morte, Attilio Bertolucci e Enzo Siciliano, che si annoverano fra i suoi amici, con Italo Calvino e Maria Callas. Nel ’73 fonda, con Maricla Boggio, il Teatro della Maddalena, gestito da sole donne. Per il teatro ha scritto oltre sessanta testi, portati in scena in teatri italiani ed esteri.
Ricordiamo Il ricatto a teatro a altre commedie (Einaudi, 1970) Manifesto dal carcere e Dialogo di una prostituta con un suo cliente (Mastrogiacomo-Images 70, Padova 1978). Quasi tutte le sue opere teatrali sono raccolte in Fare teatro 1966-2000. Fra le sue poesie, pubblicate fin dall’inizio degli anni Sessanta, Botta e risposta… poetica o quasi, La donna perfetta (1974), Don Juan (1977), la raccolta Mangiami pure (1978), dedicata alle sofferenze nel campo di concentramento. Fra i saggi, Fare teatro. Materiali, testi, interviste (Bompiani, 1974), La bionda, la bruna e l’asino (Rizzoli, 1987), Cercando Emma (Rizzoli Bur, 1993), Un clandestino a bordo (Rizzoli, 1996), I giorni di Antigone – Quaderno di cinque anni, (Rizzoli Bur, 2006). Fra i film a cui ha lavorato come sceneggiatrice ricordiamo L’età del malessere (1968) di Giuliano Biagetti, La donna invisibile (1969) di Paolo Spinola, Cuore di mamma (1969) di Salvatore Samperi, Certo, certissimo, anzi… probabile (1969) di Marcello Fondato, Il già citato Teresa la ladra (1973) di Carlo Di Palma, Il fiore delle Mille e una notte (1974) di Pier Paolo Pasolini, e i documentari Abrami in Africa (1976) e Aborto: parlano le donne (1976). Fra i premi vinti, oltre ai già citati Cimitile, Campiello e Strega, anche il Premio Pinuccio Tatarella. Nel 2005, l’Università degli studi dell’Aquila le conferisce la Laurea Honoris Causa in Studi teatrali. Due anni dopo riceve il Premio leopardiano “La Ginestra”. Nel 2010, l’Università degli Studi di Foggia le conferisce la laurea magistrale honoris causa in Progettista e dirigente dei servizi educativi e formativi. Due anni dopo le viene assegnato il premio Alabarda d’Oro per la letteratura. Alla fine degli anni Ottanta, gira per la Rai Raccontare Palermo, andato in onda su RaiTre, in cui la scrittrice incontra, in giro per la città, vari rappresentanti della cultura siciliana quali Mimmo Cuticchio, regista e attore teatrale, erede della tradizione dell’Opera dei Pupi e dei cuntisti siciliani, e Giovanni de Simone. Nel novembre 2016, a Palazzo Sant’Elia a Palermo, ha inaugurato con le sorelle la Mostra Topazia Alliata. Una vita per l’arte, prima retrospettiva italiana sull’opera della madre Topazia Alliata, pittrice e gallerista, scomparsa nel 2015 all’età di centodue anni. In tale occasione ha dichiarato: «Questa per me è la vera festa, quella con i quadri dipinti da mia madre. Dei compleanni e delle date obbligate mi è sempre importato poco». Nello stesso anno le è stato consegnato il Premio Manzoni alla Carriera in una cerimonia che si è svolta al Teatro della Società di Lecco. «Una donna che ha fatto e scritto la storia, una testimone dei suoi tempi», l’ha definita Stefano Motta, romanziere, saggista e membro della giuria. Nell’ottobre 2017 Dacia Maraini è stata protagonista dell’evento Un milione di Marianna Ucrìa. Il grazie dei lettori a Dacia Maraini. Nel corso della serata, che si è svolta a Roma presso il Teatro Palladium gremito di pubblico, sono intervenuti Roberto Faenza, regista del già citato film del ’97, lo scrittore Diego De Silva e l’attrice Piera Degli Esposti. Nel 2018 è nominata Presidente del comitato scientifico di Palermo Capitale italiana della cultura. Nello stesso anno fonda la rassegna letteraria “Pescasseroli legge”, che si svolge ogni anno in agosto nella cittadina abruzzese nel cuore ddel parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise. In epoche più recenti ha pubblicato il saggio Il coraggio delle donne (Il Mulino, 2020), scritto con la giornalista e saggista Chiara Valentini, il romanzo Trio. Storia di due amiche, un uomo e peste di Messina (Rizzoli, 2020), Writing like breathing. Sessant’anni di letteratura (Gruppo Albatros il Filo, 2021), il saggio La scuola ci salverà (Solferino, 2021), Una rivoluzione gentile. Riflessioni su un Paese che cambia (Rizzoli, 2021), Caro Pier Paolo (Neri Pozza, 2022), In nome di Ipazia: riflessioni sul destino femminile (Solferino, 2023).
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LA GRANDE GUERRA (1959) - Trailer | Filmauro
LA GRANDE GUERRA - 15- 18
AGE E SCARPELLI - SCENEGGIATORI
Figlio di Poseidone e di Libia e fratello di Belo[2][3], sposò Telefassa[2] (che Igino chiama Argiope[4]) che lo rese padre di Cadmo, Cilice, Fenice ed una sola figlia, Europa[2]. Tra i figli, Pausania aggiunge Taso[5].
Mitologia Sua figlia Europa era bellissima, Zeus volle possederla e per questo si celò sotto le sembianze di un toro e la rapì.
Agenore inviò i suoi figli nella sua ricerca[2][5] dicendogli di non tornare senza di lei. Nel corso delle loro peregrinazioni, questi figli fondarono città ovunque e così Fenice divenne il capostipite dei fenici, Cilice quello dei cilici, Cadmo si stabilì in Beozia costruendo Cadmea, la rocca di Tebe. Nessuno di loro però trovò Europa[2].
La stirpe
La grande guerra è una commedia drammatica del 1959 diretta da Mario Monicelli, prodotta da Dino De Laurentiis e interpretata da Alberto Sordi e Vittorio Gassman.
Mario Monicelli, Age & Scarpelli, Luciano Vincenzoni Produttore Dino De Laurentiis Fotografia Leonida Barboni, Roberto Gerardi, Giuseppe Rotunno, Giuseppe Serrandi Montaggio Adriana Novelli Effetti speciali Gatti, Serse Urbisaglia Musiche Nino Rota Scenografia Mario Garbuglia Costumi Danilo Donati Trucco Romolo De Martino, Rino Carboni Interpreti e personaggi Alberto Sordi: Oreste Jacovacci Vittorio Gassman: Giovanni Busacca Silvana Mangano: Costantina Romolo Valli: tenente Gallina Folco Lulli: Giuseppe Bordin Bernard Blier: capitano Castelli Vittorio Sanipoli: maggiore Segre Nicola Arigliano: Giardino Geronimo Meynier: portaordini Mario Valdemarin: sottotenente Loquenzi Elsa Vazzoler: moglie di Bordin Tiberio Murgia: Rosario Nicotra Livio Lorenzon: sergente Battiferri Ferruccio Amendola: De Concini Gianni Baghino: un soldato Carlo D'Angelo: capitano Ferri Achille Compagnoni: cappellano Luigi Fainelli: Giacomazzi Marcello Giorda: il generale Tiberio Mitri: Mandich Gérard Herter: capitano austriaco Guido Celano: maggiore italiano Leandro Punturi: bambino Mario Feliciani Mario Mazza Mario Colli Mario Frera Gian Luigi Polidoro: attendente del capitano austriaco Edda Ferronao Doppiatori originali Nino Dal Fabbro: capitano Castelli Mario Colli: cappellano Turi Ferro: Rosario Nicotra Riccardo Cucciolla: Giardino Gastone Moschin: sergente Battiferri
❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️❤️ ❤️❤️
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La Banda degli Onesti
La Banda degli Onesti La Banda degli Onesti La banda degli onesti è un film del 1956 diretto da Camillo Mastrocinque, con protagonisti Totò, Peppino De Filippo e Giacomo Furia. Scritto e sceneggiato da Age & Scarpelli, il film consacrò il sodalizio artistico di Totò e Peppino ed è considerato uno dei migliori della coppia. La storia ha inizio quando Totò e Peppino si sono stufati di mangiare…
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L’esistenza è un’anarchia del chiaroscuro:
Nulla si realizza totalmente in essa, mai nulla giunge al compimento; continuamente s’inseriscono nuove voci, che creano confusione, nel coro di quelle che già echeggiano. Tutto continua ad affluire e defluire nel tutto, senza impedimenti, in un indistinto rimescolio; tutto viene distrutto e disintegrato, nulla fiorisce sino alla vita reale.
G. Lukàcs
#györgy lukàcs#l’anima e le forme#anarchia#chiaroscuro#esistenza#maurizio grande#cinema#saturno#comico#epos#commedia all'italiana#mario monicelli#age & scarpelli
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#millie the model#stan lee#stan goldberg#dan decarlo#henry scarpelli#atlas comics#marvel comics#silver age comics#romance comics#geek gifts#man cave#she shed#comics for sale
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Blue Beetle, Peacemaker, Captain USA, Green Spider, Superguy and Sinistro Boy Fiend by Henry Scarpelli
#blue beetle#ted kord#peacemaker#captain usa#green spider#superguy#sinistro boy fiend#henry scarpelli#charlton comics#silver age#grass green
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Come cantava Lou Reed...
Come cantava Lou Reed…
Oggi sono arrivato in biblioteca mezzora prima. Infervorato di buone intenzioni com’ero mi sono detto che nonostante gli arretrati di sonno era una buona cosa. Avevo voglia di fare. Polverizzata dall’arrivo di due personaggi che li avesse visti, Mario Monicelli avrebbe litigato con Age e Scarpelli pur di inserirli nella sceneggiatura di L’armata Brancaleone.
Il primo un affabulatore…
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#Age e Scarpelli#Bicicletta#biscotti#dente#dentista#I nuovi mostri#L’armata Brancaleone#Mad#Mario Monicelli#Modena#Superenalotto
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Come si era felici quando eravate tutti imbecilli.
La terrazza, regia di Ettore Scola, sceneggiatura di Age, Furio Scarpelli ed Ettore Scola, 1980
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Quando Monicelli rise dell’Italia dove il fascismo cova sempre (...) Su questo clima, Monicelli ci fa un film con l’intenzione di fare male, a tutti. Protagonista è il deputato della Grande Destra Beppe Tritoni, un Ugo Tognazzi supremo, al massimo della laidezza e della volgarità, questa volta maremmana, che organizza un gruppo di spostati nostalgici del Duce – generali sull’orlo dell’ictus, paracadutisti, motociclisti, marò (tutti subumani), buttafuori siciliani che parlano una protolingua gutturale, industriali truffaldini che vivono di commesse statali – per «distruggere finalmente la democrazia, restaurare l’ordine e il comando». Il piano rispecchia quello che si sapeva allora della destra eversiva, e in particolare del fallito colpo di stato di Borghese; nel film, tutto fallirà in una serie di contrattempi esilaranti, ma – è qui la sorpresa – sarà sfruttato dal ministro dell’Interno della Democrazia Cristiana come occasione per attuare un vero attacco alla democrazia, fatto di limitazioni del diritto di sciopero, fermo di polizia, divieti di assemblea, schedatura dell’opposizione. Il film ha una struttura originale e moderna: si immagina un documentario televisivo che racconta di una antica “congiura dei colonnelli” in Italia, che diede origine a una seconda Repubblica; le gag si succedono con la voce narrante di Riccardo Cucciolla e le invenzioni degli sceneggiatori Age e Scarpelli. Sublimi la cronaca del funerale di un vecchio generale golpista, il cui feretro è seguito da commilitoni, parlamentari, industriali «tra cui si notano Arranca, Arranfa, Scippa i cui opifici sono posti sulla via del corteo»; il monologo sulla corruzione della sinistra, affidato al giornalista extraparlamentare interpretato da Pino Zac (il vignettista che pochi anni dopo fonderà la rivista «Il Male»); la morte del generale rimbecillito che mangia solo Pasta Combattenti; l’ufficiale dei servizi segreti greci Automatikos (l’unico che dà loro retta, solo perché è più disgraziato di loro) e soprattutto l’idea di far girare tutta la vicenda intorno alla foga erotica della militante Marcella Bassa Lega, una fantastica Carla Tatò che anticipa quello che sarà, nella cronaca vera italiana, il ruolo di Alessandra Mussolini. (...) Per tornare sulla modernità del film e sull’eternità della cialtronaggine italiana, la richiesta di pieni poteri fatta dall’ex ministro dell’Interno nell’estate del 2019 da una spiaggia dell’Adriatico avrebbe potuto essere un cammeo di questo film di mezzo secolo fa. Enrico Deaglio per Globalist
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My Sugestions of Seven Feel Good Movies
1º The Castle of Cagliostro.
The first animated long feature film of Hayao Miyazaki. Combining exciting action, energetical phisical comedy and bittersweet fairy tale romance with a likable and charismatic cast of characters, it shows how promising Miyazaki and his team were to the world of animation, and tells a story that combines several genres of fiction i really, really envyyyyy not have writen!
2º O Auto da Compadecida (2001).
O Auto da Compadecida (also known, among English viewers, as A Dog's Will) is a 1999 brazilian movie, based on a play of the same name by Ariano Suassuna. The story takes place the in impoverished, dry deserted region of Northeast Brazil and follows two friends trying to get by using their wits and silver tongue: the lively Jack (played by Matheus Nachtergaele) and the cowardly Chicó (played by Selton Mello). The two men work as assistants to the local baker and get wrapped up in several misadventures, including: tricking a priest to deliver the last rites to a dog as part of its will, trying to marry a landowner's daughter or risk loosing a lump of flesh as the price and an fatal encounter with a bloodthirsty bandit. That last misadventure lands Jack on a trial ministered by the Devil, Jesus and the Virgin Mary. The movie is ostensibly a comedy, and it was also released as a 4-part minisseries for TV.
I was born in Pernambuco, the state in wich the play that served as a base for the filme was first performed, and were it was the concentration of the artistic and literary Armorial Movement, of wich this story is one of the representants. It is one of the movies i watch and rewatch the most, i laugh of the same jokes over and over, and quote a lot of the lines. It was one of the first examples of archetypical character writing and social denounce comedy, tackling dark subject matters like death, that i came contact with, influencing the kind of writing i want to make. And i personally saw the original author of the play, Ariano Suassuna, do public speaking, when i was fifteen years old :)!
3º The Incredible Army of Brancaleone (1966).
L'Armata Brancaleone, known to the english-speakers as The Incredible Army of Brancaleone and For Love and Gold is an Italian comedy movie released in 1966, written by the duo Age & Scarpelli and directed by Mario Monicelli, featuring Vittorio Gassman in the main role. It was entered into the 1966 Cannes Film Festival. The film is set in the tragically realistic Italy during the Middle Ages. After mugging a valiant but wounded German Knight, some raiders find out that he was going to inherit the fief of Aurocastro. The bandits manage to persuade the fallen knight Brancaleone of Norcia to go to the fief in lieu of the German Knight and take possession of it, sharing the goods with the others, of course. So the Ragtag Bunch of Misfits (or Armata Brancaleone) start its long journey towards the fief, meeting up with various characters on their way, including a princess, a fanatical priest who want to force them to join the crusade, a fallen byzantine prince and many others.
This and Roberto Benigni’s Life is Beautyfull were my first contact with Italian Cinema. At first, The Incredible Army of Brancaleone scared me away as a child, because, as part of presenting a image of the Middle Ages more distant of fairy tales, it opened with a very gory scene of pillage, where a man have his arm cutted. But then, a few years later (when i was eight to nine years old), i gave it a second chance, watching it from beggining to end. And, oh my stars, is just so colorful (so much so that Brancaleone’s horse, Aquilante, is somehow yellow), and funny. Brancaleone (who aparently was inspired on Don Quixote) and his man are some of the most likable morans ever putted on screen. For me, this movie is proof that you still can present a grimm dark world balanced with an idealist, tough not very competent, group of likable characters, thus avoiding coming out as cynical and/or gratuitous darkness induced apathy, making a more profound point about society and human contradictions.
4º Amélie (2005).
This movie follows the story of Amélie Poulain, a lonely young parisian waitress with simple pleasures, as she decides to become a sort of guardian angel to those around her: reuniting a stranger with a box of his childhood treasures, gently prompting her retired father to follow his dreams of world travel, matchmaking café regulars, playing practical jokes on a greengrocer who's being cruel to his assistant, writing love letters to a woman whose husband left her, etc. During her adventures, she meets an odd young man called Nino, who we quickly realize is her soulmate — but she is too shy to make direct contact. She must find the courage to fix her own life as she's been fixing those of others.
How to start guching about this movie? The work with the green and red colors are a wonder to the eyes, we want to hear over and over again the memorable soundtrack, the inteligent script managed to make everyday life into a great adventure, the theme of sex receives a funny, yet natural, treatment, and i came to consider Audrey Tautou one of my favorite actressess for her performance as Amélie Poulain, a character whose curiosity, imagination, shiness, loneliness and buried sadness is very relatable.
5º Chicken Run (2000).
A ginger chicken named "Ginger" is the ringleader in the attempts of the chickens to escape from Mr. and Mrs. Tweedy's Chicken Farm, a prison where any chicken who fails to lay eggs risks being beheaded and cooked for dinner. Ginger is at her wits' end trying to talk the others into any new escape attempts, (all of which fail and earn her a trip to solitary confinement in a coal bunker). Then a rooster named Rocky, who can apparently fly, falls from the sky and agrees to teach the chickens how to fly like him, in return for Ginger keeping mum on his presence. However Mrs. Tweedy, tiring of the low profits selling eggs brings her, decides to convert her business into chicken pot pies. Needless to say, things get drastic in a hurry and Ginger must get the whole coop into the air before they all become mincemeat.
This movie was my first contact with british animation, and one of my first memories of stop motion animation. And, ho boy, that animation still aged so well. My favorite scene is of the first flying trainging. Mrs. Tweedy is a very intimidating villain, Ginger is a brave and intelligent leader i would follow, the military style rooster Fowler is hilarious, Babs is adorkable with her needles and I AM MAC, THE NERDY CHICKEN! And plus: the soundtrack, oh, the soundtrack. Just, amazing.
6º The Ray Harryhausen Sinbad Movie Trilogy (1958, 1974, 1977).
Speaking of stop-motion animation, i decided to honour with a spot here the three movies staring the legendary Arabian Nights sailor Sinbad, The SEventh Voyage of Sinbad (1958), The Golden Voyage of Sinbad (1974) and Sinbad and The Eye of The Tiger (1977), with storyboards and monster animation made by the team of master of stop-motion himself, Ray Harrihausen. Taking the viewer into aventures to save a princess and a prince from malefic and spels and searching for the pieces of a map to the fountain of youth, this movies present us with a rich fantasy world influenced by the Arabian Nights and the Greek Mithology, two of my personal favorites pantheons of fantastic mithologies. The second one of the trilogie, 1974′s The Golden Voyage of Sinbad, is probably the best crafted, specially with his variety of animated creatures and the writing of his main villain, the wizard Koura, played by Tom Baker. But i highly recomend all three for a great ride into the evolution of Harryhausen’s stop motion animation and storytelling.
7º The SpongeBob SquarePants Movie (2004).
One world: nostalgia.
This movie is the best episode, and the finally of the series. Period.
I wannabe best friends with Princess Mindy. And i want a Goofy Goober Icecream.
‘I’m a Goofy Goober. Yeah! You are a Goofy Goober. Yeah! We are Goofy Goober. Yeah! Goofy, Goofy, Goofy Goober, yeah’!
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John Durham Expands His Investigative Team as He Ramps Up Spygate Probe
By Steven Ahle -April 24, 2020
AG Bill Barr’s hand picked prosecuting investigator of Obama’s Spygate scandal is now adding more investigators which must mean he has found something major and needs additional help in bringing it to light.
Investigative reporter John Solomon says he knows several of those who have testified before the grand jury and it includes several FBI agents.
Solomon believes that the first indictment will be Kevin Clinesmith, who altered an email to hide exculpatory evidence in the Carter Page investigation in order to implicate him as a Russian agent even though Page worked with the CIA to bring Russians to court for various crimes.
The investigation is keying on the intelligence community and their attempts to shape a narrative of Russian interference where none exists.
The question I have is will Durham indict some of the wrongdoers immediately or will he wait and issue all the indictments at once.
Also, will the Deep State steer some of these cases to crooked judge Amy Berman Jackson?
NN reported Wednesday that Durham and his team have reviewing highly classified documents inside of a SCIF [Sensitive Compartmented Information Facility] and in recent weeks added FBI agents to his team of investigators.
In recent weeks Durham has added to his team of investigators who operate in Connecticut and Washington, DC, including FBI agents and the chief of the violent crimes and narcotics section in the US Attorney’s Office in Washington, Anthony Scarpelli, people familiar with the probe said.
Durham’s focus appears to have turned toward decisions made by top officials overseeing the intelligence analysis of Russian election interference efforts in 2016, and particularly the leadership of then-CIA director John Brennan and then-Director of National Intelligence James Clapper, according to more than a half dozen people familiar with the investigation.
Durham’s investigators have asked witnesses about examining the information that backs the US intelligence community’s assessment that the Russian interference effort was aimed in part to get Donald Trump elected, a person familiar with the matter said.
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Signor Presidente ma lei lo sa che a Roma due esseri che si amano nun sanno dove mettere piede perché è tutto una montagna de monnezza?! Sette colli, sette colli de monnezza! È la città più zozza d'Europa! E gli starnieri dicono che fa schifo... ma più schifo fanno quelli del Comune, che so solo capaci de farse elegge...
Ma io dico: invece di chiedere all'altre nazioni di darsi un volto umano, ce volemo comincia' a cambiare il nostro, che avemo trasformato il cuore di una città storica in un carosello infernale per le macchine de Gianni Agnelli, eh?
“Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca)”, Ettore Scola
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