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Intrigo mortale: Indagini ai tempi di Roma di Gianluca Stisi. Recensione di Alessandria today
Un thriller storico tra misteri e intrighi nell'antica Roma.
Un thriller storico tra misteri e intrighi nell’antica Roma. Con “Intrigo mortale: Indagini ai tempi di Roma”, Gianluca Stisi ci regala un avvincente romanzo storico ambientato nell’estate del 109 d.C., un periodo di grande fermento per l’Impero Romano. Pubblicato nel 2023, il libro è un viaggio attraverso i complotti, le tensioni politiche e le vicende umane che caratterizzano una Roma vivida e…
#109 d.C.#accusa di omicidio#Alessandria today#autori italiani#Cesare#Colpi di scena#complotti#dettagli storici#Enobarbo Pinciano#Gianluca Stisi#Google News#impero romano#Indagini#Intrigo Mortale#investigazione#italianewsmedia.com#lettori di storia#lettura consigliata#lettura emozionante#mistero#Narrativa#Narrativa storica#passato e mistero.#Personaggi#Pier Carlo Lava#politica romana#Pretore#Quinto Valerio Probo#Reticenze#Ricostruzione storica
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" Si possono denunciare le associazioni pro-vita per diffusione di informazioni false e molestie sulle donne? "
Certo che si: scientificamente, la gravidanza non è un fenomeno che porti automaticamente tutte le donne ad avere figli, ma del tutto incerto (si verificano aborti spontanei); l'embrione è un potenziale essere umano e non un effettivo essere umano (quindi ogni accusa di "omicidio" diventa diffamazione).
La Onlus Pro-Vita non solo compie Reati, ma non ha proprio motivo di esistere.
Nel nostro Paese la GPA non è normata, ma risulta illegale: è stata addirittura dichiarata "reato universale", senza cognizione e principio di tutela dell'integrità di un essere umano (tutto il nostro corpo appartiene a noi, utero compreso); nei Consultori viene pertanto compiuto un Reato: non si può invitare una donna a mettere lo stesso un figlio al mondo, invece di abortire, per farlo adottare a terzi, perché tale richiesta si configura come una "gestazione per altri" a tutti gli effetti.
" Per compilare una denuncia nei confronti delle Associazioni Pro-Vita abbiamo bisogno dell'appoggio della comunità scientifica?"
Si, se riesci a trovare una comunità scientifica seria, che non operi in ospedali dove esistono cappelle per la messa, crocifissi appesi e assistenti spirituali in corsia - cioè che abbia preso le totali distanze da una religione maschilista, misogina, come il Giuramento di Ippocrate prevede (gli ospedali devono essere luoghi di cura, non di molestia verso le donne).
Fare pressioni psicologiche affinché una donna che desideri abortire cambi idea equivale, nel momento in cui riescono a farle cambiare idea, negli effetti fisici e psicologici ad uno stupro di una durata di circa nove mesi. Buona cosa è quindi munirsi di un registratore prima di andare in Consultorio; meglio ancora, mai andare da sole, ma insieme a testimoni.
" Si è esseri umani anche da embrioni "
I pro-vita quando sono andati a registrare i propri figli all'anagrafe? Allo stadio di embrione o hanno atteso che il feto uscisse dal grembo materno? Registriamo i dati dei nostri figli alla nascita non per uso e costume, ma per un motivo scientifico preciso: inizi ad essere una persona dopo nato e non prima, perché non vi è certezza di sopravvivenza del feto non solo durante il periodo di gravidanza, ma pure nella fase del parto.
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scusate lo so che non è un buon momento ma a me l’idea di locatelli che piange singhiozzando nello spogliatoio con dietro chiesa con la schiuma alla bocca dalla rabbia tutto mentre kean è sotto accusa per tentato omicidio a me un po’ fa volare
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Una delle serie che più mi ha lasciato un segno è
13 reasons why.
Una serie che tratta argomenti di bullismo,problemi adolescenziali,suicidio e omicidio in maniera molto diretta.
Nelle 4 stagioni tutto è incentrato sul suicidio di Hanna Baker(che avviene nella prima stagione) che prima di togliersi la vita lascia,via posta,un pacco con 13 cassette dove in ognuna di loro c'è descritto un motivo e una persona per cui lei ha deciso di suicidarsi.Il pacco con le cassette gira tra il gruppo di amici che Hanna accusa della sua morte senza che però loro si dicano nulla.Ognuno di loro è un tassello rilevante nella storia della studentessa del Liberty High il college che frequentava prima di morire.
Tra i 13 ragazzi c'è anche Clay,che è uno dei pochi amici di Hanna a cui si era legata sinceramente.Lui a differenza di tutti gli altri ragazzi cerca in ogni stagione il vero motivo per cui Hanna abbia deciso di morire e cercare di capire cosa centrano tutti gli altri.
Nelle 4 stagioni tutti e 13 ragazzi affrontano diverse situazioni complicate per le loro vite e alcuni di loro muoiono in circostanze gravi.Ma ognuno di loro è legato in modo sia positivo che negativo a Hanna.
Questa serie è una delle poche che ha ricevuto la mia attenzione dalla prima all'ultima stagione anche se è una serie molto drammatica in alcuni episodi c'è un senso di legame forte tra tutti i 13 ragazzi che messi davanti alle difficoltà dell'adolescenza cercano di affrontare i loro drammi.
Contest 2023 @allaricercadellanimapoetica
#contest#summer#serie tv#preferiti#descrizione#13 reasons why#hanna baker#clay#ragazzi#adolescenti#problemi#vita#suicidio
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Cronache ribelli
Serena Mollicone aveva appena 18 anni quando, il primo giugno del 2001, scomparve ad Arce. Venne ritrovata alcuni giorni dopo incappucciata e senza vita, mani e piedi legati, in un boschetto di Anitrella.
I primi sospetti furono indirizzati verso Guglielmo, il padre di Serena, morto tre anni fa: fu ingiustamente calunniato e persino fermato durante i funerali della ragazza.
Poi per l’omicidio e per l’occultamento di cadavere nel 2003 fu arrestato Carmine Belli, carrozziere di Arce, che prima di essere prosciolto da ogni accusa passò un anno e mezzo in carcere. Cinque anni dopo le indagini furono riaperte anche grazie alla mobilitazione della famiglia di Serena e in quell’occasione, prima di essere sentito dai magistrati, il brigadiere Santino Tuzi si tolse la vita.
Secondo la procura della Repubblica l’estremo gesto fu la conseguenza delle pressioni subite dai colleghi, e nello specifico dall’allora comandante della Caserma di Arce, Franco Mottola, padre di Marco. Quest’ultimo avrebbe discusso all’interno della caserma con Serena il giorno della sua scomparsa, e poi l’avrebbe aggredita in un alloggio in disuso, facendole battere la testa e perdere conoscenza. La ragazza sarebbe poi stata portata nel boschetto e qui soffocata. Da lì in poi iniziarono i depistaggi. Forse Serena voleva denunciare dei traffici di droga locali.
Il 15 luglio 2022 i giudici della Corte di Assise di Cassino assolsero Franco Mottola, il figlio Marco e la moglie Annamaria dall’accusa di omicidio "per non aver commesso il fatto". Furono assolti perché il fatto non sussiste Vincenzo Quatrale e Francesco Suprano, che erano stati accusati rispettivamente di favoreggiamento personale in omicidio volontario e concorso in omicidio volontario e istigazione al suicidio di Santino Tuzi.
La sentenza non ci ha stupito, poiché figlia di una lunga serie di depistaggi, perizie e controperizie, accuse infondate verso innocenti, indagini svolte in maniera consapevolmente inadeguata.
Solo quando cambierà la società cambieranno gli esiti di certi processi. Quando avremo giustizia sociale ci sarà anche giustizia nelle aule di tribunale: allora anche Serena troverà la pace che merita.
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L'allora assessore leghista Massimo Adriatici è stato accusato di omicidio volontario, con dolo eventuale, per l'uccisione del senzatetto marocchino Youns El Boussetaoui a Voghera la sera del 20 luglio 2021. La giudice di Pavia, Valentina Nevoso, ha emesso la sua decisione dopo una lunga camera di consiglio, annullando la richiesta della Procura di condannarlo per eccesso colposo di legittima difesa, che prevedeva una pena di tre anni e mezzo. La sorella della vittima ha espresso il suo dolore, affermando che l'assassino sarà punito adeguatamente e sottolineando la mancanza di scuse da parte di Adriatici. Il pubblico ministero Roberto Valli ha sostenuto che Adriatici, quella sera, avrebbe reagito in modo eccessivo all'aggressione di El Boussetaoui, sparando con la sua pistola Beretta solo dopo essere stato colpito. Tuttavia, la giudice ha rilevato che Adriatici, ex poliziotto, aveva agito in modo imprudente decidendo di inseguire La vittima, riconosciuta durante una passeggiata, e seguendola per circa dodici minuti. Durante questo periodo, Adriatici avvertì il servizio di polizia, ma quando si trovò faccia a faccia con il senzatetto, mostrò la pistola, dichiarando che era un deterrente, da cui partì il proiettile fatale. Secondo la giudice, Adriatici non avrebbe dovuto avvicinarsi, avendo consapevolezza del pericolo. Invece di allontanarsi quando ebbe l'opportunità di farlo, scelse di rimanere e mostrò la pistola. La dinamica non supporterebbe la legittima difesa, poiché non si è trattato di un'aggressione a sorpresa. La giudice ha sottolineato che Adriatici, con il suo background, avrebbe dovuto riconoscere il rischio e la gravità della situazione. La reazione degli avvocati di parte civile, Marco Romagnoli e Debora Piazza, è stata di soddisfazione per l’esito della sentenza, che trasforma l’accusa in omicidio volontario. Dall'altra parte, la difesa di Adriatici, rappresentata dall'avvocato Gabriele Pipicelli, ha contestato la decisione, sostenendo che si trattava di legittima difesa e promettendo di presentare le proprie argomentazioni al prossimo giudice.
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Caldo, morta neonata di 4 mesi: fatale la gita in barca con i genitori, c'erano 49 gradi Caldo killer, ma pure negligenza dei genitori. Ogni tentativo di salvarla dal calore è stato inutile: Tanna Rae Wroblewski, una neonata di 4 mesi, è morta dopo la giornata sotto al sole trascorsa con i genitori su una barca. Doveva trattarsi di un giorno di vacanza ed è diventato un incubo. I messaggi social della mamma, per quanto toccanti, hanno raccolto solo odio: chi ha letto la tragica storia di Tanny la accusa di omicidio. Malore in spiaggia mentre fa il bagno, turista muore davanti ai bagnanti La tragica morte della bimba a quasi 49°C Le temperature in Arizona sfioravano i 120 gradi Fahrenheit quando la bimba ha perso i sensi. È successo venerdì scorso, durante un'avventura in barca sul lago Havasu al confine tra California e Arizona per festeggiare il Giorno dell'Indipendenza. L'ondata di caldo ha colto di sorpresa la famiglia e ha causato un forte malessere nella bambina che, trasportata prima in una clinica locale e poi - tramite elicottero - in un ospedale pediatrico, non è sopravvissuta. Il dolore dei genitori Poco dopo la tragedia ed aver compreso ciò che era successo, la mamma di Tanna Rae Wroblewski ha condiviso un messaggio toccante su una piattaforma per le raccolte fondi: «Siamo devastati, con il cuore spezzato; non ci sono parole. La nostra preziosa bambina ci ha regalato i suoi ultimi sorrisi e noi le abbiamo dato i nostri ultimi baci. Non capiremo mai perché hai dovuto andartene così presto, eri semplicemente troppo perfetta». Su Facebook, invece, la donna ha scritto: «Queste sono le ultime foto che ti ho scattato prima che ci lasciassi. Il tuo sorriso irradiava gioia. Ho sempre detto che eri il mio angelo, la mia pace. Non avrei mai pensato che ci sarebbe stato un giorno nella mia vita senza di te. Hai reso completa la nostra famiglia. Oggi avresti compiuto 4 mesi. Spiegare la tua perdita a tua sorella è stata la cosa più difficile. Ha lasciato i giocattoli per te e si è assicurata che i tuoi preferiti fossero tutti nella culla prima di andare a letto le ultime due notti. Siamo così addolorati senza di te, bambina. Ti amiamo e daremmo qualsiasi cosa per riaverti qui con noi. Ti ameremo per sempre, Tanny». Sui social gli utenti chiedono un processo Le dolci dediche di mamma e papà hanno attirato l'attenzione dei lettori in una maniera molto diversa da ciò che i due coniugi si aspettavano: gli utenti ritengono la coppia colpevole della morte della bambina e chiedono l'intervento della giustizia. «Non dovresti avere figli se non sei abbastanza responsabile da sapere che il caldo estremo è mortale sia per i neonati che per gli adulti. Questo non è stato soltanto un incidente e avrebbe potuto essere facilmente evitato. Meriti di essere perseguita per le tue azioni», ha scritto un utente rivolgendosi alla donna; mentre molti altri lettori hanno sollevato la questione sperando di arrivare alle orecchie delle autorità, come Terra Osthoff, che su Facebook si dice «disgustata».
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Salerno, denuncia il compagno per tentato omicidio. ma lui si sente male e la accusa di avvelenamento | www.ilmattino.it
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Nome completo: Friederich Heinrich Karl Haarmann
Soprannome: Il vampiro di Hannover, il macellaio di Hannover
Nato il: 25 Ottobre 1879
Morto il: 15 Aprile 1925
Vittime accertate: 27
Vittime sospette: oltre 50
Modus operandi: adescava con vari pretesti ragazzini che uccideva durante rapporti omosessuali, spesso azzannandoli alla gola. Si disfaceva dei cadaveri spacciando la carne per suina. Probabili episodi di cannibalismo.
Fritz Haarmann è, insieme a Peter Kurten e Karl Grossman, uno dei serial killer tedeschi più famosi di tutti i tempi. Anche lui, come i suoi due "compari" di malefatte, ha agito prevalentemente agli inizi del XX secolo e ha mostrato una spiccata predilizione per le pratiche legate al cannibalismo e all'emofagia.
Fritz Haarmann nasce ad Hannover nel 1879. È il sesto figlio di una famiglia molto particolare: il padre è un ferroviere scontroso e dal carattere chiuso, tanto da essere soprannominato dai compagni "Olle l’imbronciato", e la madre è di sette anni più vecchia di lui ed è autoritaria e invalida: passerà gli ultimi 12 anni della sua vita senza potersi alzare dal letto.
Sin da piccolo, Haarmann si lega molto di più a lei che al padre, che non ha rapporti con nessuno, neanche in famiglia, e passa gran parte del suo tempo a bere nelle osterie. Vivendo in simbiosi con la madre, il bambino cresce manifestando una tendenza all’omosessualità: gioca con le bambole e si comporta in maniera ambigua, travestendosi spesso da donna.
A 16 anni, il padre, infastidito dai suoi modi effeminati, lo spedisce in una scuola militare dove però Haarmann rimane ben poco, a causa di marcati sintomi di epilessia.
Congedato e ritornato ad Hannover, non passa molto tempo prima che Haarmann venga accusato di aver molestato un ragazzino più piccolo di lui: viene chiuso in un istituto psichiatrico dove è giudicato frenastenico, alienato e socialmente pericoloso.
Ne scappa dopo soli 6 mesi di permanenza.
Di nuovo ad Hannover, Haarmann passa il resto dell’adolescenza in contrasto con il padre: quest’ultimo lo ritiene pazzo e vuole rinchiuderlo in un manicomio. Fritz lo accusa di un omicidio di un macchinista mai avvenuto per allontanarlo da casa e ben presto entra a far parte di giri malavitosi compiendo furti e rapine.
Il periodo difficile sembra finire quando instaura una relazione con una ragazza, Erna Loewert, ma l’illusione dura poco: quando viene a sapere che la ragazza è rimasta incinta la abbandona per arruolarsi nell’esercito, nel 1900.
Anche qui Haarmann ha continui problemi. Dopo un primo periodo in cui viene addirittura segnalato come uno dei migliori fucilieri della compagnia, dopo una caduta in un'esercitazione presenta gli stessi problemi che aveva avuto durante il periodo di permanenza nella scuola militare. Soffre di vertigini, spesso ha frequenti crisi e i medici militari lo giudicano affetto da schizofrenia giovanile. Nel 1903 viene congedato onorevolmente per le sue doti di tiratore e per il suo comportamento e lui ricomincia la solita vita dissoluta divertendosi a molestare frequentemente ragazzini.
Si presenta come un ragazzo instabile, pieno di complessi, e nonostante fosse nato in una famiglia benestante, non riesce mai a sfruttare tutte le occasioni di lavoro che il padre trova per lui. Fallisce come apprendista fabbro e torna in strada. Viene rimandato più e più volte a scuola, senza successo. Viene allontanato da diversi datori di lavoro per quella sua aria indifferente e distratta.
Nel 1914 il tribunale di Hannover lo condanna a 5 anni di carcere per un furto in un deposito. In prigione Haarmann si comporta da detenuto modello e riesce a ottenere la libertà condizionata nel 1917, ma una volta fuori dal carcere si unisce a una banda di trafficanti, mentre contemporaneamente collabora come informatore per la Polizia.
D’ora in poi si spaccerà spesso per "l'agente Haarmann".
Siamo nel 1918. Friedel Rothe scappa di casa dopo aver litigato aspramente con i suoi genitori. Il ragazzo, insieme a due amici, Helmut e Hans, incomincia a vivere alla giornata. Mentre tutti e tre stanno bevendo una bibita in un bar, Fritz Haarmann si avvicina loro spacciandosi per un agente giudiziario, ma il suo fine è ben chiaro: per diverse volte i ragazzi, in cambio di qualcosa da mangiare, lo seguono nel bosco per soddisfare le sue esigenze omosessuali.
Una sera, però, Friedel segue Haarmann fino al suo appartamento, al numero 27 della Cellestrasse. Quest’ultimo vuole subito avere un rapporto con il ragazzo, ma nel corso dell’atto si dimostra violento e irruente, fino a sconfinare nell’orrore in preda alla sua passione e ad azzannare la gola di Friedel. Haarmann serra sempre di più la mascella imprigionando il respiro del ragazzo che man mano si fa più lieve. Prova piacere e inquietudine quando ingoia il sangue della sua vittima, e quando Friedel esala l’ultimo respiro si sente confuso ma allo stesso tempo soddisfatto.
Haarmann non sa perché lo abbia fatto, né sa dire se si senta in colpa o se si senta eccitato dal suo gesto: è ancora troppo sconvolto.
Ma gli è piaciuto.
Sistema il cadavere sul pavimento e con i suo attrezzi da macellaio lo sventra e mette le sue viscere in un secchio. Taglia gli arti, il membro e la testa al cadavere e asciuga il sangue a terra con dei vecchi stracci. Svuota il secchio nella Leine, il fiume di Hannover , conserva la testa e vende e regala ai vicini di casa il resto del corpo spacciandolo per carne suina.
La scomparsa di Friedel mobilita la Polizia che ben presto arriva a far visita all’appartamento di Haarmann, che viene scoperto mentre sta molestando un ragazzino di 14 anni. Sia lui che il giovane vengono arrestati per atti di offesa al pudore e all’onore sessuale, ma è fortunato: sotto la stufa, incartata con dei giornali, giace ancora la testa mozzata di Friedel e i poliziotti non se ne accorgono.
Dopo un breve periodo in carcere, una volta uscito Fritz Haarmann deve cercarsi una nuova sistemazione: ne cambia parecchie, perché i padroni di casa lo cacciano sempre dopo poco, infastiditi dai frequenti incontri che lui organizza a casa con numerosi ragazzini minorenni. Finalmente, dopo una lunga ricerca, egli si sistema al numero 47 della Nikolstrasse.
Nel 1919 Haarmann ha quarant'anni e conosce Hans Grans, un ragazzo di bell’aspetto, alto, snello e con i capelli biondi. Lo avvicina per una prestazione sessuale: Hans è scappato di casa e sono giorni che non ha un riparo e da mangiare, e così accetta. Haarmann lo accoglie nel suo appartamento e se ne innamora. I due iniziano a frequentarsi spesso, fino a diventare quasi una coppia stabile ma, per evitare gli sguardi dei vicini e le voci che girano sul loro conto, sono costretti a cambiare più volte sistemazione per trovare maggiore tranquillità per il loro amore incompreso.
La ricerca di un tetto sotto cui stare, dopo varie sistemazioni precarie, finisce nel 1921, quando si stabiliscono nel numero 8 della Neue Strasse, un quartiere buio e mal frequentato dove ben presto diventano il punto di ritrovo e di appoggio di tre prostitute: Elli, Anni e Dorchen, delle quali diventano buoni amici.
C’è un gran giro di persone che veleggia attorno a quel palazzo, si intrecciano vari tipi di commercio, quasi misteriosamente. Fritz Haarmann è sempre pieno di vestiti e di carne ed è sempre pronto a regalare la sua merce ai vicini o a venderla alla stazione. Macellaio? Commerciante? Protettore? Chi è Fritz Haarmann?
I vicini non sanno dargli una connotazione precisa, ma lui si comporta bene, è sorridente e si chiude un occhio per i suoi comportamenti e per le sue attività misteriose. Inoltre i tempi sono tremendi, la vita è sempre più insostenibile, l’inflazione in Germania lascia poco spazio a questi pensieri e i regali del caro signor Haarmann sono come manna dal cielo...
Fritz Haarmann: la bacinella sospetta
Hannover, 1923. Fritz Franke arriva in città con Paul, un amico, con l’intenzione di ripartire subito per Berlino. I due ragazzi arrivano alla stazione e chiedono informazioni a un agente di polizia: l’agente Haarmann!
Questi lascia andare Paul a un ostello e porta a casa con sé Fritz. Hans Grans, a cui ha detto di voler restare solo quella notte, conosce i piani di Haarmann e sa cosa sta per succedere al giovane berlinese: cerca di parlarne con Dorchen, ma lei non capisce di cosa lui stia parlando e la discussione finisce lì.
Il giorno seguente, la stanza sulla Neue Strasse è chiusa a chiave e ha le finestre sbarrate. All’interno si sentono rumori di seghe e mannaie: Haarmann sta lavorando sul corpo di Fritz. Lo stende per terra e lo squarta, mette le viscere nel secchio, taglia la testa e gli arti, e dopo aver sminuzzato i resti li conserva in una busta. Pulisce tutto e chiama Hans: ha nuovi vestiti da vendere alla stazione.
E nuova carne.
Hans, che non riesce più a sopportare la situazione, prova a parlare nuovamente con Dorchen, ha una gran voglia di raccontare tutto: le dice che il ragazzo di Berlino ha fatto una brutta fine. La prostituta non ci crede: conosce anche lei Haarmann, sa che è un tipo strambo ma non se lo immagina a uccidere ragazzi.
Ma c’è un particolare che la insospettisce: una bacinella piena di carne sotto il lavabo della stanza.
Quando non c’è nessuno in casa, insieme a Elli ne prende un pezzo e lo porta a far esaminare alla centrale di polizia di Hannover. Gli agenti però non danno credito a due prostitute e le allontanano bruscamente.
Sospettare di Haarmann? Il loro informatore? Impossibile...
20 marzo 1923. L’agente Haarmann offre riparo ad un giovane apprendista, Wilhelm Schultze, 16 anni. Wilhelm non torna più a casa.
23 maggio 1923. Il quindicenne Ronald Huch incontra l’agente Haarmann e si fida di lui. La sua carne viene regalata ai vicini di casa.
30 maggio 1923. È il turno del tredicenne Ernst Ehremberg. Ernst è scappato di casa per sfuggire alle punizioni del padre e segue l’agente Haarmann che si offre di proteggerlo. Si perdono le sue tracce.
Il viavai di ragazzini intorno al numero 8 della Neue Strass inizia a essere sospetto: tutti quei sacchi di carne non si sa da dove arrivino. Fritz Haarmann capisce che forse è meglio cambiare aria. La padrona di un ristorante sulla Rothe Reine numero 2 ha una stanza libera nel palazzo, è un affare e lui non se lo lascia scappare.
24 agosto 1923. Heinrich Struss, 18 anni esce di casa nel pomeriggio, incontra l’agente Haarmann e non fa più ritorno a casa.
24 settembre 1923. Tocca a Paul Bronischewski, un ragazzo di Graz che fa tappa ad Hannover e lì rimane.
29 settembre 1923. Richard Graf , 17 anni, sta cercando un lavoro per scappare dalla vita infame che è costretto a fare. L’agente Haarmann ce l’ha un posto per lui. Nella Bacinella.
12 ottobre 1923. Wilhelm Erdner, 16 anni, segue di buon grado l’agente Haarmann. La sua ultima tappa è la Rothe Reine numero 2.
24 ottobre 1923. Christoph Wolf, 15 anni, è per strada a fare delle commissioni con il fratello maggiore, si allontana per andare in bagno e non ritorna più.
Anche i nuovi vicini di Haarmann si accorgono che c’è qualcosa che non va. I secchi pieni di viscere, le buste nere che lui trascina fuori dalla stanza, i ragazzini che porta sempre con sé e tutta quella carne che regala sempre come si spiegano?
Nessuno lo sa. Nessuno osa pensare.
Fritz è un brav'uomo, generoso e, a parte il baccano che fa con le seghe e le accette a notte fonda, non dà nessun tipo di problema. Ma il sospetto rimane...
10 novembre 1923. Adolf Hannappel, 17 anni, viene dalla campagna per lavorare in fabbrica. Nessuno lo vedrà mai arrivare in città. A parte l’agente Haarmann.
6 dicembre 1923. Adolf Hennies ha 19 anni e ha voglia di cambiare vita, vuole realizzare i suoi sogni, diventare importante, ma incontra Haarmann e scompare per sempre.
5 gennaio 1924. Ernst Spiecker, 17 anni, gironzola per strada per svolgere alcune commissioni in tribunale. Alla stazione incontra un simpatico agente dal viso sorridente. La sua carne verrà regalata al ristorante sotto casa.
15 gennaio 1924. Heinrich Koch ha 19 anni e frequenta il giro degli omosessuali ad Hannover: incontra un uomo che gli promette una somma sostanziosa per un rapporto sessuale e accetta. Haarmann getterà i suoi resti nella Leine.
2 febbraio 1924. Willi Seger, 19 anni, è un teppistello che si prostituisce per guadagnare qualche soldo. Il suo ultimo cliente è Haarmann.
8 febbraio 1924. Hermann Speichert incontra a 16 anni il suo carnefice. E finisce nella Leine in un sacco di plastica nero.
Haarmann ormai è conosciutissimo nel quartiere, ha sempre qualcosa da regalare ai vicini, scarpe, cappotti, camicie, ha un guardaroba vastissimo ed è sempre cordiale con tutti. Certo, si sa che non è un tipo "normale", che è omosessuale, ma invece di gridare allo scandalo i vicini lo sopportano, tanto è innocuo...
6 aprile 1924. Alfred Hogrefe, 17 anni, è povero ma di bell’aspetto. Quando l’agente Haarmann gli offre del denaro per stare un po' con lui accetta. Una, due, tre volte. Poi non torna più a casa. 21 aprile 1924. Hermann Bock ha 22 anni: bazzica spesso la stazione e conosce Haarmann perché a volte lavora per lui. Un giorno lo segue a casa sua e nessuno più ha notizie di lui.
26 aprile 1924. Haarmann si infatua di un giovane omosessuale, Robert Witzel: lo porta a casa e durante il rapporto sessuale gli azzanna la gola soffocandolo. Deprezza il cadavere e lo getta nella Leine.
9 maggio 1924. Heinz Martin scappa dalla sua cittadina di periferia e arriva ad Hannover, dove conosce alla stazione l’agente Haarmann, che lo porterà con sé a casa per ucciderlo e depezzare il suo cadavere e venderlo al mercato.
24 maggio 1924. Scompare Fritz Witting. Esce di casa per cercare un lavoro e non vi fa più ritorno.
26 maggio 1924. Haarmann non riesce a placarsi e adesca un bambino di 11 anni, Friederich Abeling, promettendogli dei regali. Friederich però non ottiene nessun giocattolo: i resti del suo cadavere vengono gettati in uno stagno.
5 Giugno 1924. L’apprendista fabbro Frederich Koch di 16 anni non torna più da scuola. L’agente Haarmann l’ha portato con sé.
14 giugno 1924. L’ultima vittima di Haarmann è Erich De Vries, 17 anni. Erich è rimasto chiuso fuori di casa e chiede aiuto all’agente Haarmann, che lo porta con sè nella stanza sulla Rothe Reine numero 2. Sparisce nel nulla come tutti gli altri.
Il 17 maggio 1924 un gruppo di bambini che gioca vicino al castello di Hannover trova un teschio umano.
Il 29 dello stesso mese il fiume Leine porta alla riva altri pezzi di cadaveri.
Scatta il panico in città, ma le autorità investigative placano la folla spiegando che probabilmente i resti provengono dall’istituto anatomico di Gottinga. La spiegazione è plausibile e i cittadini si tranquillizzano.
Pochi giorni dopo, però, sempre nei pressi del fiume Leine emergono altre teste.
Ben presto si collegano i corpi emersi al grande numero di ragazzi scomparsi. La polizia decide di prosciugare il fiume e il risultato è sconvolgente: sul suo letto vengono ritrovate circa 500 ossa appartenenti ad almeno 12 corpi diversi.
È caccia al mostro.
Haarmann non è sospettato, ma il 23 giugno 1924 si presenta alla polizia per consegnare un giovane di 15 anni, Karl Fromme: non ha voglia di ucciderlo, vuole solo fargli passare qualche brutta ora. Quando arriva alla stazione di polizia però Fritz Haarmann viene accusato dal ragazzino di averlo molestato sessualmente e di colpo diventa il sospettato numero uno per la catena di delitti.
Durante gli interrogatori, egli si contraddice spesso, ma riesce a cavarsela senza troppa difficoltà spiegando che il gran numero di vestiti che possiede è dovuto al fatto che è un commerciante e contrabbanda ingenti capi d’abbigliamento.
È troppo effeminato per essere un assassino, pensano gli agenti, e infatti Haarmann appare più come una donna che come un uomo: sbatte le ciglia, cammina in modo strano.
Ma i genitori di Robert Witzel, scomparso il 26 aprile, si accorgono che Haarmann ha addosso il cappotto del figlio.
Dopo una perquisizione, gli agenti scoprono che nella tasca del soprabito ci sono ancora i documenti del giovane Robert.
Haarmann viene allora incarcerato.
Il processo incomincia il 4 dicembre 1924 e dura 14 giorni.
Haarmann è accusato di 23 omicidi e a difenderlo c’è solo un avvocato assegnatogli d’ufficio, dopo che tutti gli altri disponibili avevano rifiutati l’incarico. Il procedimento giudiziario viene pubblicizzato il meno possibile, perché con esso viene messa in dubbio la serietà e la professionalità della polizia tedesca che nei confronti degli omicidi si era comportata sempre con inerzia, quasi dando il via libera ad Haarmann.
L’imputato riconosce subito i suoi omicidi, ma a volte collabora aggiungendo altri particolari e altre invece cerca di scaricare le colpe sul suo compagno Hans.
Altre volte ancora, poi, da innamorato cerca di difenderlo da ogni tipo di condanna. Il suo comportamento è sempre freddo e distaccato: un minimo segno di cedimento lo accusa solo quando la madre di una vittima riconosce gli abiti insanguinati del figlio e colta da crisi sviene sotto gli occhi del giudice.
Durante il processo ha un ruolo non indifferente il filosofo e psichiatra Theodor Lessing. Questi sostiene che il comportamento delle forze dell’ordine nei confronti del caso Haarmann è stato deplorevole e accusa con foga sia il sistema di polizia tedesco, corrotto e inutile, che la teoria di quegli psichiatri che ritenevano Haarmann una persona normale, sebbene crudele. Secondo Lessing, invece, Haarmann aveva delle turbe sessuali che lo portavano a desiderare la morte dei suoi compagni.
Lo stesso Haarmann durante il processo ammette che per lui era più facile uccidere quando amava una persona e la sofferenza e la morte delle persone amate o desiderate gli procuravano un piacere fisico che gli impediva di placare la sua follia omicida.
Il processo si conclude il 19 dicembre 1924. Haarmann viene giudicato colpevole di 24 omicidi e condannato a morte. Anche Hans viene condannato a morte, per istigazione all’omicidio di due vittime. Haarmann accetta la sentenza senza battere ciglio, mentre il suo amante ricorre in appello e riesce a farsi commutare la pena in soli 12 anni di carcere.
Il 15 aprile 1925, Fritz Haarmann viene ghigliottinato nella prigione di Hannover. La sua testa è ancora conservata nell’università di Gottingen e il suo corpo seppellito nel cimitero di Hannover.
Prima di morire aveva chiesto: "Seppellitemi al centro del mercato e scrivete sulla lapide: Qui giace Haarmann, l’omicida di massa."
Non è stato per fortuna accontentato.
Ma Haarmann è stato comunque pubblicamente ricordato dal regista Fritz Lang nel suo film thriller del 1931 M, il mostro di Dusseldorf. La pellicola, considerata uno dei capolavori dell'espressionismo tedesco, vede il personaggio principale del film, un malato serial killer interpretato da Peter Lorre, ispirato proprio a lui e a Karl Grossman.
Fonte: http://www.latelanera.com/serialkiller/serialkillerdossier.asp?id=FritzHaarmann&pg=4
Autore dell'articolo: @francescopetrullo
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I legali dell'attore hanno accusato i pubblici ministeri di aver violato le regole nell'acquisizione degli atti forniti dall'accusa: divulgate informazioni ai media, privato gran giurì di prove favorevoli a Baldwin Alec Baldwin - Fotogramma /Ipa Gli avvocati di Alec Baldwin hanno chiesto al giudice di respingere l'accusa di omicidio colposo in merito alla sparatoria mortale avvenuta sul set del film "Rust", accusando i pubblici ministeri di aver violato le regole nell'acquisizione degli atti forniti dall'accusa. In particolare, la difesa sostiene che i pubblici ministeri abbiano violato le ordinanze del tribunale divulgando informazioni ai media e privato "illegalmente" il gran giurì delle prove favorevoli a Baldwin. Secondo gli avvocati si tratta di "un abuso del sistema ai danni di una persona innocente i cui diritti sono stati calpestati all'estremo. La corte dovrebbe respingere l'accusa". Baldwin è accusato di omicidio colposo per la morte della direttrice della fotografia Halyna Hutchins avvenuta sul set del film western di Rust nell'ottobre 2021 a causa dell'esplosione della pistola di scena tenuta dall'attore. La mozione di archiviazione arriva pochi giorni dopo la condanna per omicidio colposo di Hannah Gutierrez-Reed, responsabile delle armi sul set di 'Rust'. L'accusa prevede una pena massima di 18 mesi di carcere e una multa di 5.000 dollari. L'attore, che si è sempre dichiarato non colpevole, è stato nuovamente accusato di omicidio colposo nel gennaio di quest'anno e dovrà affrontare un processo a partire dal 10 luglio. {} #_intcss0{display: none;} #U11263570043voG { font-weight: bold; font-style: normal; } #U11263570043kq { font-weight: bold; font-style: normal; } #U112635700431Q { font-weight: bold; font-style: normal; } Fonte
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Grenada accusa i fuggitivi di omicidio di una coppia americana scomparsa dopo il presunto dirottamento di uno yacht Grenada: Accuse di Omicidio per Fuggitivi Dopo il Dirottamento di uno Yacht La polizia di Grenada ha accusato tre detenuti fuggiti dal carcere di aver ucciso una coppia americana. I tre sono sospettati di aver sequestrato lo yacht della coppia per fuggire a St. Vincent e Grenadine. I detenuti sono stati identificati come Ron Mitchell, Atiba Stanisclaus e Trevon Robertson. Ogniuno è accusato di due capi d’accusa di omicidio capitale per la presunta uccisione degli americani Ralph Hendry e Kathleen Brandel. Oltre all’accusa di omicidio, i tre sono anche accusati di fuga dalla custodia legale, violazione di domicilio, rapina e
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Manziana, Roma: 39enne sbranato da tre rottweiler mentre fa jogging
Manziana, Roma: 39enne sbranato da tre rottweiler mentre fa jogging. Aveva 39 anni Paolo Pasqualini, aggredito e ucciso da tre rottweiler mentre faceva jogging nel bosco. La tragedia questa mattina, domenica 11 febbraio, nel bosco di Manziana, vicino Roma. L'uomo è stato ritrovato già morto e con profonde ferite. I carabinieri stanno indagando sulla vicenda. In quel tragico momento nel bosco c'era anche una donna che da lontano avrebbe assistito alla scena e un uomo a spasso con il suo cane. "Abbiamo sentito urlare e chiedere aiuto" avrebbero raccontato ai soccorritori. Paolo Pasqualini, 39 anni, dipendente di un'attività commerciale della zona, era abituale andare a fare jogging in quel bosco di Manziana, bosco vicino alla sua abitazione. Rintracciati anche i proprietari, sconvolti per l'accaduto. Il proprietario dei tre cani: "Mai stati aggressivi, sono disperato". Da stabilire la dinamica esatta ed eventuali responsabilità, la coppia potrebbe rischiare una accusa di omessa custodia o di omicidio colposo. Gli investigatori stanno ascoltando in queste ore anche alcuni testimoni che in quegli istanti erano presenti nel parco. Dopo l'aggressione al 39enne è scattata la caccia ai rottweiler. I tre cani erano liberi nell'area verde, abitualmente frequentata sia da sportivi che da famiglie con bambini. Nelle ricerche i carabinieri di Manziana, i forestali, i guardiaparco e i veterinari. Sono stati così immediatamente chiusi i varchi d'accesso per poter passare al setaccio il bosco e trovare i tre rottweiler. Dopo circa 2 ore i tre rottweiler sono stati rintracciati, catturati e sedati. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori i tre cani sarebbero scappati da una casa che si trova non lontano dal punto in cui il 39enne è stato aggredito a morte. Il sindaco di Manziana: Alessio Telloni Tra i primi ad arrivare sul luogo della tragedia il sindaco di Manziana Alessio Telloni. "Una profonda tragedia colpisce la nostra cittadina - ha scritto il Comune sul suo profilo Facebook - L'Amministrazione si unisce alla costernazione per l'accaduto, insieme alla cittadinanza tutta".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Uccide padre a bastonate, attesa formalizzazione accusa omicidio
Comparirà domani mattina davanti al gip di Tempio Pausania per la convalida dell’arresto, Michele Fresi, il 27enne di Arzachena accusato di aver ucciso questa notte il padre Giovanni di 58 anni colpendolo alla testa con un bastone di legno in una strada del centro del paese della Costa Smeralda. Fresi, che è assistito dall’avvocato di fiducia Nino Vargiu, è stato già interrogato questa mattina…
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Caso Turetta, Giulia accoltellata a 150 metri da casa, poi finita nella zona industriale di Fossò
Nuovo post pubblicato su https://wdonna.it/caso-turetta-giulia-accoltellata-a-150-metri-da-casa-poi-finita-nella-zona-industriale-di-fosso/116594?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=116594
Caso Turetta, Giulia accoltellata a 150 metri da casa, poi finita nella zona industriale di Fossò
Un brutale attacco in due fasi.
Il giudice descrive l’atto come estremamente violento. Prima nell’area del parcheggio vicino all’asilo, a soli 150 metri dalla sua abitazione. Poi, nella zona industriale di Fossò. Giulia Cecchettin ha perso la vita per le gravi ferite da calci e coltellate, che hanno causato una significativa perdita di sangue. Secondo quanto stabilito nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Venezia, il responsabile dell’omicidio è stato identificato nel suo ex fidanzato Filippo Turetta, che compirà 22 anni il prossimo 18 dicembre. La Procura lo accusa di omicidio aggravato e sequestro di persona.
Giulia accoltellata a 150 metri da casa, poi finita nella zona industriale di Fossò
Giulia Cecchettin sarebbe stata accoltellata a soli 150 metri dalla sua abitazione, per poi ritrovarsi nella zona industriale di Fossò, dove le immagini di una telecamera di videosorveglianza hanno registrato i suoi tragici istanti finali. È quanto emerge dalle indagini e si legge nell’ordinanza di custodia cautelare contro l’ex fidanzato Filippo Turetta, attualmente detenuto in Germania per l’accusa di omicidio.
Zona Industriale
Tale ordinanza è stata emessa dal gip di Venezia, Benedetta Vitolo. Secondo quanto ricostruito, si ipotizza che una volta che l’ex coppia si è fermata nel parcheggio di via Aldo Moro a Vigonovo (a soli “150 metri” dalla casa di Cecchettin), Giulia sarebbe stata aggredita da Filippo, presumibilmente con l’uso di un coltello. La tragica morte della giovane è avvenuta nella zona industriale, dove si presume che il ragazzo l’abbia spinta violentemente a terra, causandole gravi lesioni alla testa.
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Ecco la storia:
Era la notte del 31 maggio 2020, Jake Gardner, 38 anni, ex Marine veterano disabile dell’Iraq, è al lavoro nel suo bar The Hive, di Omaha, Nebraska, quando vede suo padre spintonato da un gruppo di manifestanti al di fuori del locale.
Sembra che il gruppo stesse lanciando sassi e rompendo delle vetrate e che l’anziano li avesse ripresi.
Gardner esce dal locale e confronta il gruppo, che diventa aggressivo. Li avverte che è armato e che vuole solo essere lasciato in pace. Le minacce continuano. Gardner gli mostra la pistola che tiene nella cintura e avverte ancora di lasciarlo in pace, mentre indietreggia due manifestanti gli saltano addosso facendolo cadere per terra. Gardner estrae la pistola e spara due colpi di avvertimento. I due uomini fuggono.
A questo punto, mentre Gardner è ancora a terra, James Scurlock, 22 anni, gli salta addosso alle spalle passandogli un gomito intorno alla gola. Passano alcuni secondi, Gardner non riesce a liberarsi. Punta la pistola alle sue spalle e spara colpendo Scurlock uccidendolo. Scurlock aveva precedenti per rapina, violazione di domicilio, possesso illegale di arma da fuoco e aggressione. All’autopsia risulterà positivo a cocaina e metanfetamina.
Subito voci iniziano a circolare sui social media che un "suprematista bianco" ha ucciso un ragazzo di colore. Poche ore dopo la polizia di Omaha conferma che Gardner è sotto custodia. Iniziano le indagini tra le proteste degli attivisti.
Gardner è un sostenitore di Trump, nel 2016 partecipò alla sua inaugurazione presidenziale.
Il suo bar, The Hive, ha spesso ospitato eventi del locale Partito Repubblicano.
Alla conclusione delle indagini, il procuratore distrettuale Don Kleine conclude che Gardner ha agito per legittima difesa.
I membri della rock band 311 condannano pubblicamente Gardner su Instagram, gli attivisti esplodono su internet, minacciando rivolte e ritorsioni. Black Lives Matter mette sotto assedio l’abitazione del procuratore e fa pressioni sul sindaco e sul governatore perché l’indagine venga riaperta.
Il proprietario dello stabile del bar, dopo ripetuti appelli online a dargli fuoco da parte degli attivisti, sfratta Gardner che viene sfrattato anche dal suo appartamento. L’indirizzo di casa dei suoi genitori viene reso pubblico, così come quello degli amici che gli mostrano solidarietà e delle loro famiglie.
Alla fine, il procuratore Kleine cede. Il giudice assegna il caso ad un procuratore speciale, Frederick Franklin, membro di una associazione legale di soli afroamericani.
Rivisto il caso, Franklin accusa Gardner di omicidio preterintenzionale, tentato assalto, uso di un’arma da fuoco a scopo criminale, e terrorismo perché Gardner ha intimato agli assalitori di suo padre di lasciarli in pace facendo presente di essere armato. Cosa che il procuratore interpreta come una minaccia.
Il Grand Jury conferma le accuse.
Gli amici di Gardner fanno partire diverse sottoscrizioni per la sua difesa legale su GoFundMe e altre piattaforme. Tutte vengono chiuse in seguito alle proteste degli attivisti. Invece la sottoscrizione su GoFundMe per la famiglia di Scurlock raccoglie circa 65 mila dollari.
Lunedì 21 settembre, il giorno prima di doversi consegnare alla legge per subire il processo, solo, senza casa, senza lavoro, senza denaro per la cauzione o per una difesa legale, Jake Gardner si uccide con un colpo di pistola.
Online alcuni degli attivisti che avevano condotto la campagna contro Gardner celebrano la sua morte. Altri si rammaricano di come abbia trovato il modo per sfuggire alla giustizia.
Black lives matter, ma se sei bianco…
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“Voleva violentarmi”, 35enne taglia il pene all’ex compagno: arrestata per tentato omicidio
DIRETTA TV 14 Agosto 2023 La 35enne veneziana è stata condotta nel carcere femminile della Giudecca con la pesante accusa di tentato omicidio. L’ex rimane ricoverato con prognosi riservata dopo che i medici gli hanno riattaccato l’organo evirato. 0 CONDIVISIONI immagine di repertorio È stata arrestata la donna di 35 anni che ha evirato l’ex compagno, ferendolo gravemente con un coltello da…
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