#cannibalismo
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princessofmistake · 2 years ago
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Talvolta si vorrebbe essere cannibali, non tanto per il piacere di divorare il tale o il talaltro, quanto per quello di vomitarlo.
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qindil · 1 year ago
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La Natura Umana è il Vampirismo
La Natura Umana è il Vampirismo
Tratto e tradotto dal thread @AmurakaHidden “Il Corpo di Cristo” 🧵 Nel cristianesimo moderno, è abbastanza comune tra molte denominazioni bere ritualmente il sangue e mangiare la carne di Cristo attraverso la cerimonia. Il Corpo di Cristo è trasmutato in Vita Eterna, un Processo Alchemico. La pratica di bere il sangue (vino) e consumare il corpo di Cristo può essere fatta risalire ai miti…
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arylleth · 7 months ago
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Cannibalism is the purest form of love. To devour is to embrace.
Il cannibalismo è la forma più pura di amore. Divorare è abbracciare.
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divulgatoriseriali · 7 months ago
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IL libro nero del Brasile: un viaggio nelle profondità più cupe della cultura brasiliana
Immergetevi nel Brasile più oscuro con il mio libro, “Il Libro Nero del Brasile”. Vi condurrò attraverso un viaggio al di là delle cartoline turistiche, esplorando temi come le sette religiose, il satanismo, il cannibalismo e i serial killer. Attraverso storie cruente e toccanti, vi offrirò uno sguardo inedito sulla realtà brasiliana, invitandovi a esplorare territori mai immaginati. Se siete…
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wolfman75 · 7 months ago
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Nome completo: Friederich Heinrich Karl Haarmann
Soprannome: Il vampiro di Hannover, il macellaio di Hannover
Nato il: 25 Ottobre 1879
Morto il: 15 Aprile 1925
Vittime accertate: 27
Vittime sospette: oltre 50
Modus operandi: adescava con vari pretesti ragazzini che uccideva durante rapporti omosessuali, spesso azzannandoli alla gola. Si disfaceva dei cadaveri spacciando la carne per suina. Probabili episodi di cannibalismo.
Fritz Haarmann è, insieme a Peter Kurten e Karl Grossman, uno dei serial killer tedeschi più famosi di tutti i tempi. Anche lui, come i suoi due "compari" di malefatte, ha agito prevalentemente agli inizi del XX secolo e ha mostrato una spiccata predilizione per le pratiche legate al cannibalismo e all'emofagia.
Fritz Haarmann nasce ad Hannover nel 1879. È il sesto figlio di una famiglia molto particolare: il padre è un ferroviere scontroso e dal carattere chiuso, tanto da essere soprannominato dai compagni "Olle l’imbronciato", e la madre è di sette anni più vecchia di lui ed è autoritaria e invalida: passerà gli ultimi 12 anni della sua vita senza potersi alzare dal letto.
Sin da piccolo, Haarmann si lega molto di più a lei che al padre, che non ha rapporti con nessuno, neanche in famiglia, e passa gran parte del suo tempo a bere nelle osterie. Vivendo in simbiosi con la madre, il bambino cresce manifestando una tendenza all’omosessualità: gioca con le bambole e si comporta in maniera ambigua, travestendosi spesso da donna.
A 16 anni, il padre, infastidito dai suoi modi effeminati, lo spedisce in una scuola militare dove però Haarmann rimane ben poco, a causa di marcati sintomi di epilessia.
Congedato e ritornato ad Hannover, non passa molto tempo prima che Haarmann venga accusato di aver molestato un ragazzino più piccolo di lui: viene chiuso in un istituto psichiatrico dove è giudicato frenastenico, alienato e socialmente pericoloso.
Ne scappa dopo soli 6 mesi di permanenza.
Di nuovo ad Hannover, Haarmann passa il resto dell’adolescenza in contrasto con il padre: quest’ultimo lo ritiene pazzo e vuole rinchiuderlo in un manicomio. Fritz lo accusa di un omicidio di un macchinista mai avvenuto per allontanarlo da casa e ben presto entra a far parte di giri malavitosi compiendo furti e rapine.
Il periodo difficile sembra finire quando instaura una relazione con una ragazza, Erna Loewert, ma l’illusione dura poco: quando viene a sapere che la ragazza è rimasta incinta la abbandona per arruolarsi nell’esercito, nel 1900.
Anche qui Haarmann ha continui problemi. Dopo un primo periodo in cui viene addirittura segnalato come uno dei migliori fucilieri della compagnia, dopo una caduta in un'esercitazione presenta gli stessi problemi che aveva avuto durante il periodo di permanenza nella scuola militare. Soffre di vertigini, spesso ha frequenti crisi e i medici militari lo giudicano affetto da schizofrenia giovanile. Nel 1903 viene congedato onorevolmente per le sue doti di tiratore e per il suo comportamento e lui ricomincia la solita vita dissoluta divertendosi a molestare frequentemente ragazzini.
Si presenta come un ragazzo instabile, pieno di complessi, e nonostante fosse nato in una famiglia benestante, non riesce mai a sfruttare tutte le occasioni di lavoro che il padre trova per lui. Fallisce come apprendista fabbro e torna in strada. Viene rimandato più e più volte a scuola, senza successo. Viene allontanato da diversi datori di lavoro per quella sua aria indifferente e distratta.
Nel 1914 il tribunale di Hannover lo condanna a 5 anni di carcere per un furto in un deposito. In prigione Haarmann si comporta da detenuto modello e riesce a ottenere la libertà condizionata nel 1917, ma una volta fuori dal carcere si unisce a una banda di trafficanti, mentre contemporaneamente collabora come informatore per la Polizia.
D’ora in poi si spaccerà spesso per "l'agente Haarmann".
Siamo nel 1918. Friedel Rothe scappa di casa dopo aver litigato aspramente con i suoi genitori. Il ragazzo, insieme a due amici, Helmut e Hans, incomincia a vivere alla giornata. Mentre tutti e tre stanno bevendo una bibita in un bar, Fritz Haarmann si avvicina loro spacciandosi per un agente giudiziario, ma il suo fine è ben chiaro: per diverse volte i ragazzi, in cambio di qualcosa da mangiare, lo seguono nel bosco per soddisfare le sue esigenze omosessuali.
Una sera, però, Friedel segue Haarmann fino al suo appartamento, al numero 27 della Cellestrasse. Quest’ultimo vuole subito avere un rapporto con il ragazzo, ma nel corso dell’atto si dimostra violento e irruente, fino a sconfinare nell’orrore in preda alla sua passione e ad azzannare la gola di Friedel. Haarmann serra sempre di più la mascella imprigionando il respiro del ragazzo che man mano si fa più lieve. Prova piacere e inquietudine quando ingoia il sangue della sua vittima, e quando Friedel esala l’ultimo respiro si sente confuso ma allo stesso tempo soddisfatto.
Haarmann non sa perché lo abbia fatto, né sa dire se si senta in colpa o se si senta eccitato dal suo gesto: è ancora troppo sconvolto.
Ma gli è piaciuto.
Sistema il cadavere sul pavimento e con i suo attrezzi da macellaio lo sventra e mette le sue viscere in un secchio. Taglia gli arti, il membro e la testa al cadavere e asciuga il sangue a terra con dei vecchi stracci. Svuota il secchio nella Leine, il fiume di Hannover , conserva la testa e vende e regala ai vicini di casa il resto del corpo spacciandolo per carne suina.
La scomparsa di Friedel mobilita la Polizia che ben presto arriva a far visita all’appartamento di Haarmann, che viene scoperto mentre sta molestando un ragazzino di 14 anni. Sia lui che il giovane vengono arrestati per atti di offesa al pudore e all’onore sessuale, ma è fortunato: sotto la stufa, incartata con dei giornali, giace ancora la testa mozzata di Friedel e i poliziotti non se ne accorgono.
Dopo un breve periodo in carcere, una volta uscito Fritz Haarmann deve cercarsi una nuova sistemazione: ne cambia parecchie, perché i padroni di casa lo cacciano sempre dopo poco, infastiditi dai frequenti incontri che lui organizza a casa con numerosi ragazzini minorenni. Finalmente, dopo una lunga ricerca, egli si sistema al numero 47 della Nikolstrasse.
Nel 1919 Haarmann ha quarant'anni e conosce Hans Grans, un ragazzo di bell’aspetto, alto, snello e con i capelli biondi. Lo avvicina per una prestazione sessuale: Hans è scappato di casa e sono giorni che non ha un riparo e da mangiare, e così accetta. Haarmann lo accoglie nel suo appartamento e se ne innamora. I due iniziano a frequentarsi spesso, fino a diventare quasi una coppia stabile ma, per evitare gli sguardi dei vicini e le voci che girano sul loro conto, sono costretti a cambiare più volte sistemazione per trovare maggiore tranquillità per il loro amore incompreso.
La ricerca di un tetto sotto cui stare, dopo varie sistemazioni precarie, finisce nel 1921, quando si stabiliscono nel numero 8 della Neue Strasse, un quartiere buio e mal frequentato dove ben presto diventano il punto di ritrovo e di appoggio di tre prostitute: Elli, Anni e Dorchen, delle quali diventano buoni amici.
C’è un gran giro di persone che veleggia attorno a quel palazzo, si intrecciano vari tipi di commercio, quasi misteriosamente. Fritz Haarmann è sempre pieno di vestiti e di carne ed è sempre pronto a regalare la sua merce ai vicini o a venderla alla stazione. Macellaio? Commerciante? Protettore? Chi è Fritz Haarmann?
I vicini non sanno dargli una connotazione precisa, ma lui si comporta bene, è sorridente e si chiude un occhio per i suoi comportamenti e per le sue attività misteriose. Inoltre i tempi sono tremendi, la vita è sempre più insostenibile, l’inflazione in Germania lascia poco spazio a questi pensieri e i regali del caro signor Haarmann sono come manna dal cielo...
Fritz Haarmann: la bacinella sospetta
Hannover, 1923. Fritz Franke arriva in città con Paul, un amico, con l’intenzione di ripartire subito per Berlino. I due ragazzi arrivano alla stazione e chiedono informazioni a un agente di polizia: l’agente Haarmann!
Questi lascia andare Paul a un ostello e porta a casa con sé Fritz. Hans Grans, a cui ha detto di voler restare solo quella notte, conosce i piani di Haarmann e sa cosa sta per succedere al giovane berlinese: cerca di parlarne con Dorchen, ma lei non capisce di cosa lui stia parlando e la discussione finisce lì.
Il giorno seguente, la stanza sulla Neue Strasse è chiusa a chiave e ha le finestre sbarrate. All’interno si sentono rumori di seghe e mannaie: Haarmann sta lavorando sul corpo di Fritz. Lo stende per terra e lo squarta, mette le viscere nel secchio, taglia la testa e gli arti, e dopo aver sminuzzato i resti li conserva in una busta. Pulisce tutto e chiama Hans: ha nuovi vestiti da vendere alla stazione.
E nuova carne.
Hans, che non riesce più a sopportare la situazione, prova a parlare nuovamente con Dorchen, ha una gran voglia di raccontare tutto: le dice che il ragazzo di Berlino ha fatto una brutta fine. La prostituta non ci crede: conosce anche lei Haarmann, sa che è un tipo strambo ma non se lo immagina a uccidere ragazzi.
Ma c’è un particolare che la insospettisce: una bacinella piena di carne sotto il lavabo della stanza.
Quando non c’è nessuno in casa, insieme a Elli ne prende un pezzo e lo porta a far esaminare alla centrale di polizia di Hannover. Gli agenti però non danno credito a due prostitute e le allontanano bruscamente.
Sospettare di Haarmann? Il loro informatore? Impossibile...
20 marzo 1923. L’agente Haarmann offre riparo ad un giovane apprendista, Wilhelm Schultze, 16 anni. Wilhelm non torna più a casa.
23 maggio 1923. Il quindicenne Ronald Huch incontra l’agente Haarmann e si fida di lui. La sua carne viene regalata ai vicini di casa.
30 maggio 1923. È il turno del tredicenne Ernst Ehremberg. Ernst è scappato di casa per sfuggire alle punizioni del padre e segue l’agente Haarmann che si offre di proteggerlo. Si perdono le sue tracce.
Il viavai di ragazzini intorno al numero 8 della Neue Strass inizia a essere sospetto: tutti quei sacchi di carne non si sa da dove arrivino. Fritz Haarmann capisce che forse è meglio cambiare aria. La padrona di un ristorante sulla Rothe Reine numero 2 ha una stanza libera nel palazzo, è un affare e lui non se lo lascia scappare.
24 agosto 1923. Heinrich Struss, 18 anni esce di casa nel pomeriggio, incontra l’agente Haarmann e non fa più ritorno a casa.
24 settembre 1923. Tocca a Paul Bronischewski, un ragazzo di Graz che fa tappa ad Hannover e lì rimane.
29 settembre 1923. Richard Graf , 17 anni, sta cercando un lavoro per scappare dalla vita infame che è costretto a fare. L’agente Haarmann ce l’ha un posto per lui. Nella Bacinella.
12 ottobre 1923. Wilhelm Erdner, 16 anni, segue di buon grado l’agente Haarmann. La sua ultima tappa è la Rothe Reine numero 2.
24 ottobre 1923. Christoph Wolf, 15 anni, è per strada a fare delle commissioni con il fratello maggiore, si allontana per andare in bagno e non ritorna più.
Anche i nuovi vicini di Haarmann si accorgono che c’è qualcosa che non va. I secchi pieni di viscere, le buste nere che lui trascina fuori dalla stanza, i ragazzini che porta sempre con sé e tutta quella carne che regala sempre come si spiegano?
Nessuno lo sa. Nessuno osa pensare.
Fritz è un brav'uomo, generoso e, a parte il baccano che fa con le seghe e le accette a notte fonda, non dà nessun tipo di problema. Ma il sospetto rimane...
10 novembre 1923. Adolf Hannappel, 17 anni, viene dalla campagna per lavorare in fabbrica. Nessuno lo vedrà mai arrivare in città. A parte l’agente Haarmann.
6 dicembre 1923. Adolf Hennies ha 19 anni e ha voglia di cambiare vita, vuole realizzare i suoi sogni, diventare importante, ma incontra Haarmann e scompare per sempre.
5 gennaio 1924. Ernst Spiecker, 17 anni, gironzola per strada per svolgere alcune commissioni in tribunale. Alla stazione incontra un simpatico agente dal viso sorridente. La sua carne verrà regalata al ristorante sotto casa.
15 gennaio 1924. Heinrich Koch ha 19 anni e frequenta il giro degli omosessuali ad Hannover: incontra un uomo che gli promette una somma sostanziosa per un rapporto sessuale e accetta. Haarmann getterà i suoi resti nella Leine.
2 febbraio 1924. Willi Seger, 19 anni, è un teppistello che si prostituisce per guadagnare qualche soldo. Il suo ultimo cliente è Haarmann.
8 febbraio 1924. Hermann Speichert incontra a 16 anni il suo carnefice. E finisce nella Leine in un sacco di plastica nero.
Haarmann ormai è conosciutissimo nel quartiere, ha sempre qualcosa da regalare ai vicini, scarpe, cappotti, camicie, ha un guardaroba vastissimo ed è sempre cordiale con tutti. Certo, si sa che non è un tipo "normale", che è omosessuale, ma invece di gridare allo scandalo i vicini lo sopportano, tanto è innocuo...
6 aprile 1924. Alfred Hogrefe, 17 anni, è povero ma di bell’aspetto. Quando l’agente Haarmann gli offre del denaro per stare un po' con lui accetta. Una, due, tre volte. Poi non torna più a casa. 21 aprile 1924. Hermann Bock ha 22 anni: bazzica spesso la stazione e conosce Haarmann perché a volte lavora per lui. Un giorno lo segue a casa sua e nessuno più ha notizie di lui.
26 aprile 1924. Haarmann si infatua di un giovane omosessuale, Robert Witzel: lo porta a casa e durante il rapporto sessuale gli azzanna la gola soffocandolo. Deprezza il cadavere e lo getta nella Leine.
9 maggio 1924. Heinz Martin scappa dalla sua cittadina di periferia e arriva ad Hannover, dove conosce alla stazione l’agente Haarmann, che lo porterà con sé a casa per ucciderlo e depezzare il suo cadavere e venderlo al mercato.
24 maggio 1924. Scompare Fritz Witting. Esce di casa per cercare un lavoro e non vi fa più ritorno.
26 maggio 1924. Haarmann non riesce a placarsi e adesca un bambino di 11 anni, Friederich Abeling, promettendogli dei regali. Friederich però non ottiene nessun giocattolo: i resti del suo cadavere vengono gettati in uno stagno.
5 Giugno 1924. L’apprendista fabbro Frederich Koch di 16 anni non torna più da scuola. L’agente Haarmann l’ha portato con sé.
14 giugno 1924. L’ultima vittima di Haarmann è Erich De Vries, 17 anni. Erich è rimasto chiuso fuori di casa e chiede aiuto all’agente Haarmann, che lo porta con sè nella stanza sulla Rothe Reine numero 2. Sparisce nel nulla come tutti gli altri.
Il 17 maggio 1924 un gruppo di bambini che gioca vicino al castello di Hannover trova un teschio umano.
Il 29 dello stesso mese il fiume Leine porta alla riva altri pezzi di cadaveri.
Scatta il panico in città, ma le autorità investigative placano la folla spiegando che probabilmente i resti provengono dall’istituto anatomico di Gottinga. La spiegazione è plausibile e i cittadini si tranquillizzano.
Pochi giorni dopo, però, sempre nei pressi del fiume Leine emergono altre teste.
Ben presto si collegano i corpi emersi al grande numero di ragazzi scomparsi. La polizia decide di prosciugare il fiume e il risultato è sconvolgente: sul suo letto vengono ritrovate circa 500 ossa appartenenti ad almeno 12 corpi diversi.
È caccia al mostro.
Haarmann non è sospettato, ma il 23 giugno 1924 si presenta alla polizia per consegnare un giovane di 15 anni, Karl Fromme: non ha voglia di ucciderlo, vuole solo fargli passare qualche brutta ora. Quando arriva alla stazione di polizia però Fritz Haarmann viene accusato dal ragazzino di averlo molestato sessualmente e di colpo diventa il sospettato numero uno per la catena di delitti.
Durante gli interrogatori, egli si contraddice spesso, ma riesce a cavarsela senza troppa difficoltà spiegando che il gran numero di vestiti che possiede è dovuto al fatto che è un commerciante e contrabbanda ingenti capi d’abbigliamento.
È troppo effeminato per essere un assassino, pensano gli agenti, e infatti Haarmann appare più come una donna che come un uomo: sbatte le ciglia, cammina in modo strano.
Ma i genitori di Robert Witzel, scomparso il 26 aprile, si accorgono che Haarmann ha addosso il cappotto del figlio.
Dopo una perquisizione, gli agenti scoprono che nella tasca del soprabito ci sono ancora i documenti del giovane Robert.
Haarmann viene allora incarcerato.
Il processo incomincia il 4 dicembre 1924 e dura 14 giorni.
Haarmann è accusato di 23 omicidi e a difenderlo c’è solo un avvocato assegnatogli d’ufficio, dopo che tutti gli altri disponibili avevano rifiutati l’incarico. Il procedimento giudiziario viene pubblicizzato il meno possibile, perché con esso viene messa in dubbio la serietà e la professionalità della polizia tedesca che nei confronti degli omicidi si era comportata sempre con inerzia, quasi dando il via libera ad Haarmann.
L’imputato riconosce subito i suoi omicidi, ma a volte collabora aggiungendo altri particolari e altre invece cerca di scaricare le colpe sul suo compagno Hans.
Altre volte ancora, poi, da innamorato cerca di difenderlo da ogni tipo di condanna. Il suo comportamento è sempre freddo e distaccato: un minimo segno di cedimento lo accusa solo quando la madre di una vittima riconosce gli abiti insanguinati del figlio e colta da crisi sviene sotto gli occhi del giudice.
Durante il processo ha un ruolo non indifferente il filosofo e psichiatra Theodor Lessing. Questi sostiene che il comportamento delle forze dell’ordine nei confronti del caso Haarmann è stato deplorevole e accusa con foga sia il sistema di polizia tedesco, corrotto e inutile, che la teoria di quegli psichiatri che ritenevano Haarmann una persona normale, sebbene crudele. Secondo Lessing, invece, Haarmann aveva delle turbe sessuali che lo portavano a desiderare la morte dei suoi compagni.
Lo stesso Haarmann durante il processo ammette che per lui era più facile uccidere quando amava una persona e la sofferenza e la morte delle persone amate o desiderate gli procuravano un piacere fisico che gli impediva di placare la sua follia omicida.
Il processo si conclude il 19 dicembre 1924. Haarmann viene giudicato colpevole di 24 omicidi e condannato a morte. Anche Hans viene condannato a morte, per istigazione all’omicidio di due vittime. Haarmann accetta la sentenza senza battere ciglio, mentre il suo amante ricorre in appello e riesce a farsi commutare la pena in soli 12 anni di carcere.
Il 15 aprile 1925, Fritz Haarmann viene ghigliottinato nella prigione di Hannover. La sua testa è ancora conservata nell’università di Gottingen e il suo corpo seppellito nel cimitero di Hannover.
Prima di morire aveva chiesto: "Seppellitemi al centro del mercato e scrivete sulla lapide: Qui giace Haarmann, l’omicida di massa."
Non è stato per fortuna accontentato.
Ma Haarmann è stato comunque pubblicamente ricordato dal regista Fritz Lang nel suo film thriller del 1931 M, il mostro di Dusseldorf. La pellicola, considerata uno dei capolavori dell'espressionismo tedesco, vede il personaggio principale del film, un malato serial killer interpretato da Peter Lorre, ispirato proprio a lui e a Karl Grossman.
Fonte: http://www.latelanera.com/serialkiller/serialkillerdossier.asp?id=FritzHaarmann&pg=4
Autore dell'articolo: @francescopetrullo
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arylleth · 7 months ago
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Why is cannibalism or eating another human often used as a metaphor for love, and desires?
In realtà deriva dai nostri antenati. Un tempo si credeva che se si divoravano parti dei propri cari o, ad esempio, di una persona di rango reale, sia in vita che in morte si sarebbe sempre condiviso un legame unico e gli attributi dell'altro. Un tempo gli uomini facevano "feste di scarto" e mangiavano le mummie. Nell'antica Grecia il termine "mangiarla", quando si parla di sesso orale dell'organo femminile, era d'obbligo durante la luna di miele per dimostrare la devozione alla moglie e veniva pronunciato in discorsi orgogliosi e rispettati, apertamente tra le coppie e le famiglie, altrimenti la dea del sesso Afrodite non sarebbe stata contenta. E se credete a ciò che dice la Bibbia, ci sono diverse menzioni del cannibalismo in essa. Nel mondo antico il cannibalismo era molto più diffuso e visto come rispettoso e non particolarmente disapprovato quando lo si preferiva alla morte per fame. Perché, sia che si creda in Dio, in molti Dei o in nessuno, gli esseri umani sono commestibili quanto il bestiame vivo e avrebbero sostenuto il fatto che siamo letteralmente messi qui per una ragione.
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elelandia · 10 months ago
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Buon appetito: Cadavere Squisito.
Frequentare Gruppi di lettura vuol dire anche leggere titoli che difficilmente riusciremmo a trovare da sol3, vuoi perché ci sembrano troppo lontani dai nostri gusti, vuoi perché magari sono poco famosi di loro. é andata così per “Cadavere Squisito”, che ho scoperto grazie a Beautiful Monster come era successo con “Nightbitch” e di cui devo fare una doverosa premessa: si parla di necrofilia,…
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deathshallbenomore · 1 year ago
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mettendo note a piè di pagina e ascoltando intervista a david grann di cui voglio tantissimo leggere the wager e l’intervistatore gli domanda “what kind of person signs up to go on a three year ship voyage”. io, che sto mettendo note a piè di pagina, mi sento chiamata in causa. dove si firma
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affogonellamarmellata · 8 months ago
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architetturacannibale · 8 months ago
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@vpervaffanculo l'altra sera con "va e vedi" mi ha maledetta, ha detto che non vuole più vedere film violenti. Solo che a me è venuta voglia di rivedere tutto Pasolini... Quando e se arriveremo a Salò probabilmente mi maledirà di nuovo!
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meowmeowmeowmeow4x · 8 months ago
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Dark Blue Moon and the Suffering Sun
Contento warning: violencia and blood and mild cannibalismo
Distant search horns shook Danny's ear fins, but he kept his eyes on the sun over the horizon, where mountain peeks emerged. He had to move quickly. Danny thrust forth with all his fins and gripped the still, small body in his arms. Stupid rich kids and their stupid ignorance about Amity Island. Danny cut through the water, and didn't bother to slow down upon reaching the shore. Crashing and tumbling through the sand, Danny recovered in seconds, and sat up in his arms. The kid's shirt gave way to Danny's claws, and he pressed his palms upon the kid's chest, and pumped like his life depended on it.
This innocent kid's life did.
He, Sam and Tucker had trained for hours on mannequins and real people out in the field, but who knows how long Damian had been underwater, how long he had been calling for help. Salty seawater gurgled out of the kid's mouth, but no more movement was to be found. Danny pressed his lips upon Damian's and exhaled. He pressed down on Damian's chest with just enough strength to avoid cracking every rib. Kiss of life. Press. Press. Kiss of life.
Most people would've been woken up by now. The crashing waves and wind over the lifeless body roared like a death toll. Six months as Phantom, dozens of attacks, and Danny was able to save everyone, everyone. He had to.
His arms, trained and honed from hundreds of hours in the water, burned as if stabbed by hot knives. His body was beginning to dry off, pearlescent white scales fading into pink skin. Glasslike flesh filling and hiding away internal organs and bones. Fins receding into bone. Tail snapping into and bones resetting. A human teenage boy kneeled over a child, tears rolling down his eyes. Why wasn't it working?
A rib cracked thunderous, and Danny hesitated for a brief second, but Damian stirred not. Danny continued. He could barely see his own arms, couldn't tell if the rhythm was even right. Despite arms growing wearier and wearier, strained and more strained. How could he ever look anyone in the face again, knowing Damian was right here, right now, and yet-
crack, another rib broke. He had to keep going. So many people were counting on him, even if they didn't know it. From Sam's parent's gossip, this kid apparently had a dozen and a half siblings, and a father who'd already lost his own parents.
Danny collapsed on the sand, naked and shivering. His fingertips felt numb. His toes felt numb. His body felt numb and his heart felt like it was harpooned and his brain was erratically screaming into the walls of his skull. There was no denying, no more.
Even if- Even if he could magically restart Damian's heart, and get his lungs pumping again, there was no human on earth who would not suffer irrevocable brain damage. The kid would be a vegetable for his entire life.
Not like it matters.
Danny wrenched a sob. He grabbed a handful of sand and throw it into the ocean. He slammed his fit into a rock and didn't even care when it came back bloody.
How could he return to Amity now? And tell Bruce Wayne to his face what he let happen.
Danny fell to the sand, numb again. It was his death, his drowning. He vowed it would be the last one, the last in Amity, and now...
And now...
Danny shot up. He leaned over Damian's corpse. Lightning fired off in his mind, and new anxiety gripped him, but above all, hope.
"I'm sorry." He said.
Danny dipped his hand into a tide pool, letting scales and webbing over take it. He opened his claws, and and sank them into damian's arm. Blood seeped out and coated the white scales. Twisting the claws he carved out a chunk of human flesh, and brought it to his mouth. Danny swallowed it in one gulp.
Next, he brought the claws to his own shoulders. In as swift a motion and much shriller a pained scream, strings of fresh siren meat were produced.
"Please forgive me." Danny prayed, to whatever unfeeling god was listening. He opened Damian's move, and shoved the bloody strips down the hatch.
The effect was instantaneous. Danny had to work quickly. Painful memories tied up in a cave resurface. The urge to push them down was ignored; now they had to be studied. He tore off the remainder of Damian's clothing, and carried him closer to the water line. Green scales emerged from Damian's belly like blades unearthed from a long-forgotten battle. Danny sank his claws into the gaps of Damian's ribs and tore long gashes in them. The scales climbed up Damian's chest. Danny rolled the child's body on its side as they swept over his back. Bones cracked and snapped and broke, as spikes pushed out from underneath his spinal column, slimy thin webbing already connecting them.
Beneath, Damian's toes elongated as if stretched by a black hole. Bones shattered into dust underneath, all to be more malleable for the final product. The skin wasn't much better off either. As it stretched to its paper-thin limits and tore, more and more scales came forth to cover the damage.
Danny felt green in the gills. He couldn't bear the strain of those memories, and erupted with bile, hunched over. He couldn't bare to spectate as Damian twisted and bended like putty anymore. He'd already failed and violated the kid enough.
Danny dived into the water. The least he could do was make sure he didn't wake up hungry.
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silvyysthings · 5 months ago
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Good articles in Italy for Armie too 💙 many underline that he wasn't condemned but his career destroyed and reported his words in the podcast too with direct link to it
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schizografia · 3 months ago
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Formiche e morte
Anche delle epidemie e di tutte le nostre infermità la formica è totalmente all’oscuro. Noi non percepiamo quando è morta, tanto è facile per lei resuscitare. Miss Field ha fatto, al riguardo, esperimenti piuttosto crudeli, ma illuminanti. Di sette formiche che aveva tenuto sott’acqua per una settimana, quattro sono tornate in vita. Altre, le ha messe a digiuno e non ha dato loro nulla, tranne un po’ d’acqua su una spugna sterilizzata. In simili condizioni nove esemplari di Formica subsericea hanno resistito da settanta a centosei giorni. Fra gli innumerevoli insetti impiegati come cavie si sono avuti comunque solo tre casi di cannibalismo; e dopo 20, 35, 62 e 70 giorni di digiuno, non poche formiche già mezzo morte di fame sono ancora riuscite a porgere una goccia di miele alle loro compagne, la cui situazione risultava chiaramente disperata. Le formiche patiscono soltanto il freddo. Di freddo però non muoiono: cadono invece in una sorta di rigor mortis, che ha un suo ritorno pratico, perché così possono attendere tranquille che risplenda nuovamente il sole.
Elias Canetti
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smokingago · 6 months ago
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"C’è un unico fondamentale requisito perché una relazione sentimentale possa sopravvivere a sé stessa: “la presenza di un contenitore più grande, comune ad entrambi”.
L’idea romantica della relazione, in cui i due amanti bastano a sé stessi, nutrendosi l’uno dell’altro, è una psicopatia.
Non siamo così interessanti da essere una ragione di vita per l’altro per il solo fatto di esistere.Eppure la maggior parte delle relazioni si basano su questo assunto.
Si sopravvive nutrendosi dell’altro, ma non è relazione "vera", è solo una pantomima.
Due amanti che si nutrono l’uno dell'altro senza la presenza di un contenitore più grande non sono “in simbiosi”, come ci piacerebbe credere, ma stanno praticando cannibalismo.
Il “contenitore più grande” è necessario sempre.E’ un interesse superiore, comune ad entrambi, più ampio di un patologico bisogno reciproco.
Nella vita di mantenimento il contenitore più grande è “farsi una famiglia”.Non è un caso se molte relazioni si sfasciano quando i figli si allontanano. E’ venuto a mancare il contenitore.
Anche avere una grande passione comune è un “contenitore più grande”.Sportivi che si sposano con sportivi.Professionisti sposati ad altri professionisti.Abbiamo un territorio più ampio, in cui sperimentarsi.Non c’è solo la gratificazione, ma un’esperienza comune.
"Farsi una famiglia" o "avere una passione in comune" sono i requisiti di una sana relazione "ordinaria".
C'è poi un tipo di relazione "superiore".
In questo tipo di relazione il "contenitore più grande" è quello della “ricerca interiore”.
E’ un territorio che non si esaurisce mai, al contrario di altre passioni che appartengono solo a fasi della vita.Due “iniziati” che vivono ogni giornata con la gioia di una nuova scoperta, una piccola consapevolezza in più, hanno un territorio comune di qualità elevatissima.
Non c’è più cannibalismo. Ci sono, invece, momenti di profonda “comunione”, la gioia di una visione comune, di una nuova comprensione.
Sentire che il nostro compagno o la nostra compagna “ci capisce”, perché abbiamo lo stesso livello di consapevolezza è qualcosa di molto vicino al "vero amore".
La regola vale per tutti i tipi di relazione, anche occasionali o amicali, ma la relazione con il nostro compagno è una relazione speciale. Il compagno/a di questa vita è la nostra possibilità di “salire al piano superiore”.
Una relazione può essere l’incontro tra due povertà o l’incontro di due “aspiranti” Divinità."
Antonio Esposito
dalla pagina di
#onestáintellettuale
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