#accendi il cervello
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👵 Scritto da una 90enne!! ❤️ 🤙
41 lezioni che la vita mi ha insegnato 💖
Dovremmo leggerle almeno una volta a settimana! Assicurati di leggere fino alla fine! Scritto da Regina Brett, 90 anni, del Plain Dealer di Cleveland, Ohio.
Per celebrare l'invecchiamento, una volta ho scritto le 41 lezioni che la vita mi ha insegnato. È la colonna più richiesta che abbia mai scritto. Il mio contachilometri è arrivato a 90 ad agosto, quindi ecco di nuovo la colonna:
1. La vita non è giusta, ma è comunque bella.
2. Quando sei in dubbio, fai semplicemente il prossimo piccolo passo.
3. La vita è troppo breve – goditela.
4. Il tuo lavoro non si prenderà cura di te quando sarai malato. I tuoi amici e la tua famiglia lo faranno.
5. Paga le tue carte di credito ogni mese.
6. Non devi vincere ogni discussione. Rimani fedele a te stesso.
7. Piangi con qualcuno. È più curativo che piangere da soli.
8. Risparmia per la pensione a partire dal tuo primo stipendio.
9. Quando si tratta di cioccolato, resistere è inutile.
10. Fai pace con il tuo passato, così non rovinerà il presente.
11. È OK lasciare che i tuoi figli ti vedano piangere.
12. Non confrontare la tua vita con quella degli altri. Non hai idea di quale sia il loro viaggio.
13. Se una relazione deve essere segreta, non dovresti esserci dentro.
14. Fai un respiro profondo. Calma la mente.
15. Liberati di tutto ciò che non è utile. Il disordine ti appesantisce in molti modi.
16. Ciò che non ti uccide davvero ti rende più forte.
17. Non è mai troppo tardi per essere felici. Ma dipende tutto da te e da nessun altro.
18. Quando si tratta di inseguire ciò che ami nella vita, non accettare un no come risposta.
19. Accendi le candele, usa le lenzuola belle, indossa la lingerie elegante. Non riservarlo per un'occasione speciale. Oggi è speciale.
20. Preparati in modo eccessivo, poi lascia scorrere le cose.
21. Sii eccentrico adesso. Non aspettare la vecchiaia per indossare il viola. 💖
22. L'organo se*suale più importante è il cervello.
23. Nessuno è responsabile della tua felicità tranne te.
24. Inquadra ogni cosiddetto disastro con queste parole: "Tra cinque anni, avrà importanza?"
25. Scegli sempre la vita.
26. Perdona, ma non dimenticare.
27. Quello che gli altri pensano di te non sono affari tuoi.
28. Il tempo guarisce quasi tutto. Dai tempo al tempo.
29. Per quanto buona o cattiva sia una situazione, cambierà.
30. Non prenderti troppo sul serio. Nessun altro lo fa.
31. Credi nei miracoli.
32. Non fare il revisore della vita. Presentati e sfruttala al massimo ora.
33. Invecchiare è meglio dell'alternativa: morire giovani.
34. I tuoi figli hanno solo un'infanzia.
35. Tutto ciò che conta davvero alla fine è che tu abbia amato.
36. Esci ogni giorno. I miracoli ti aspettano ovunque. (Adoro questa)
37. Se tutti buttassimo i nostri problemi in una pila e vedessimo quelli degli altri, riprenderemmo i nostri.
38. L'invidia è una perdita di tempo. Accetta ciò che hai già, non ciò di cui hai bisogno.
39. Il meglio deve ancora venire...
40. Non importa come ti senti, alzati, vestiti e presentati.
41. La vita non è legata con un fiocco, ma è comunque un dono.
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Hai mai fatto un sogno tanto realistico da sembrarti vero?
E se da un sogno così non dovessi più svegliarti, come potresti distinguere il mondo dei sogni dalla realtà?
...
Ti sei mai fermato un attimo ad osservarla?
Ad ammirare la sua bellezza? La sua genialità?
Miliardi di persone che vivono le proprie vite, inconsapevoli.
Tu sapevi che la prima Matrix era stata progettata per essere un mondo umano ideale?
Dove non si soffriva, e dove erano felici tutti quanti, e contenti. Fu un disastro.
Nessuno si adattò a quel programma, andarono perduti interi raccolti.
Tra noi ci fu chi pensò a... ad errori nel linguaggio di programmazione nel descrivere il vostro mondo ideale, ma io ritengo che, in quanto specie, il genere umano riconosca come propria una realtà di miseria e di sofferenza.
Quello del mondo ideale era un sogno dal quale il vostro primitivo cervello cercava, si sforzava, di liberarsi. Ecco perché poi Matrix è stata riprogettata così. All'apice della vostra civiltà. Ho detto "vostra civiltà" di proposito, perché non appena noi cominciammo a pensare per voi diventò la nostra civiltà, e questa naturalmente è la ragione per cui noi ora siamo qui. Evoluzione, Morpheus. Evoluzione. Come per i dinosauri. Guarda dalla finestra: avete fatto il vostro tempo. Il futuro è il nostro mondo, Morpheus. Il futuro è il nostro tempo.
...
Matrix è ovunque, è intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore.
L' avverti quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità.
Quale verità?
Che tu sei uno schiavo, Neo. Come tutti gli altri sei nato in catene. Sei nato in una prigione che non ha sbarre, che non ha muri, che non ha odore. Una prigione, per la tua mente.
(Laurence Fishburne)
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Ed è bellissimo abbandonarti nelle mani della persona che ti fidi.... Spegni il cervello... Non pensi più a nulla... Sai che Lei/Lui saprà guidati e non ti farà mai nulla che a te non piaccia... Solo piacere e puro godimento dal momento che spegni il cervello ed accendi tutti i tuoi sensi... Le emozioni viaggiano e prendono il posto della ragione e della razionalità... E ti sembrerà di volare... Libera/o e leggera/o....♠️
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ho paura di tornare
dentro quattro mura
solo col mio cervello
e il cielo coperto...
fuori posso sentirmi parte del mondo!
sembra una marcia funebre quella che sto per fare.
nel momento in cui cessano i miei tentativi di fuga
un dolore sordo mi stringe il petto
e non mi sembra troppo brutto,
ma...
cristo!
già torno nel sogno!
dentro mi sento peggio
perché...
non puoi mai stare fermo!
non lo puoi colmare!
niente potrà mai bastare!
c'è sempre un'altra birra da bere!
un'altra cazzata da fare!
è proprio quelo che ti piace!
il fuoco che si consuma!
e mentre accendi una pipa esausta
tutto muta in altro
e tu degradi in niente.
quando l'ultimo pensiero si spegne
e il sogno muore nel presente,
devi dare il buongiorno
a un branco di sconosciuti,
e una realtà aliena
che ti riserva una faccia oscena.
spendi spendi...
ti fiondi in cieli assurdi e...
non è mai abbastanza!
onestamente,
a volte,
fa paura,
perché ti spaccassero la faccia
non sarebbe sufficiente
per piantarla
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I simboli del Reiki, come funzionano e quali benefici apportano
Il Reiki ed i suoi simboli sono una pratica di guarigione energetica che si basa sulla canalizzazione dell'energia universale attraverso le mani del praticante. Questa tecnica utilizza una serie di simboli, chiamati simboli del Reiki, per focalizzare l'energia e potenziare il processo di guarigione. A cosa servono i simboli del reiki? Esistono diversi simboli del Reiki, ognuno con un significato specifico e un ruolo particolare nella pratica. Uno dei simboli più comuni è il simbolo Cho Ku Rei, che significa "accendi la luce" o "potenziamento". Questo simbolo viene utilizzato per aumentare l'energia durante una sessione di Reiki e per proteggere il praticante e il paziente da energie negative. Armonia ed Unione Un altro simbolo importante del Reiki è il simbolo Sei He Ki, che significa "armonia" o "unione". Questo simbolo viene utilizzato per equilibrare le energie tra i due emisferi del cervello e per aiutare il paziente a rilassarsi e ad affrontare le emozioni rese disponibili durante la sessione di Reiki. Quali sono altri simboli del Reiki? Il simbolo Hon Sha Ze Sho Nen, che significa "la luce nella mente illumina il corpo", è uno dei simboli più potenti del Reiki. Questo simbolo viene utilizzato per inviare energia attraverso il tempo e lo spazio, permettendo al praticante di inviare l'energia a un paziente in una posizione diversa o anche in un momento diverso. Questo simbolo viene utilizzato anche per connettersi con il passato, il presente e il futuro e per aiutare il paziente a superare traumi o difficoltà del passato. Un altro simbolo comune del Reiki è il simbolo Dai Ko Myo, che significa "grande luce divina" o "la sorgente di ogni luce". Questo simbolo viene utilizzato per connettersi con l'energia universale e per stimolare la guarigione su tutti i livelli - fisico, mentale, emotivo e spirituale. Viene utilizzato anche per aiutare il paziente a raggiungere una maggiore consapevolezza di se stesso e per sviluppare la propria intuizione e saggezza interiore. Infine, c'è il simbolo Raku, che viene utilizzato per sigillare l'energia alla fine di una sessione di Reiki. Questo simbolo viene utilizzato per separare il praticante dal paziente e per garantire che il paziente non rimanga aperto alle energie negative dopo la sessione. I colori Inoltre, ogni simbolo del Reiki è spesso associato a un colore specifico. Il Cho Ku Rei, ad esempio, è associato al colore bianco, mentre il Sei He Ki è associato al colore blu. Il Hon Sha Ze Sho Nen è associato al colore viola, mentre il Dai Ko Myo è associato al colore rosa. Foto di Aline Ponce da Pixabay Read the full article
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I primi non fanno un papa, esattamente come i secondi non fanno un esoterista.
Ma per secoli ci hanno annebbiato la mente coi simbolismi ...fino a farci scambiare il contenitore per il contenuto.
Fino a convincerci che la cacca che abbiamo davanti sia l’unico profumo di questa Vita.
#papa satana#cabala#illusioni#cacca#manipolazioni#simbolismi#chiesa#vaticano manipolazioni#vaticano#stato#zombie#accendi il cervello#svegliatevi#pace e amore#prese per il culo#secoli di buio#sotto la superficie#little differences
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È una serata uggiosa ed io sono al telefono con il mio amico S. stiamo parlando del più e del meno fino a che non mi chiede da quanto tempo non mi dedico del tempo. A pensarci è passato davvero troppo dall'ultima volta e ridendo rispondo che c'erano ancora i dinosauri in giro.
Sento un suo sospiro di disapprovazione
"Sei sempre la solita"
"Non ho avuto tempo" mento spudoratamente, non mi va di giocare da sola.
"Ci vuole una bella punizione" replica con voce calda, riesco a percepire il suo sorriso.
"No ti prego, sono una brava bambina" dico con tono infantile mentre un brivido mi percorre tutta.
"Oh no, sei stata cattiva, e lo sai cosa succede alle bimbe cattive."
Mi sfugge un gemito.
"Spogliati, chiuditi dentro e prendi il tuo giochino! Sarà una notte lunga".
Eseguo tutto alla lettera e una volta pronta torno al caldo sotto le coperte.
Mi dice di iniziare a sfiorarmi lentamente, tanto per riscaldarmi un po', mi dice in quali parti e come farlo descrivendo come mi accarezzerebbe lui se fosse qui.
"Accendi il vibratore al minimo e passalo sui capezzoli"
Faccio come dico ed una scossa mi attraversa tutta, dai capezzoli al clitoride, sento il calore che inizia a propagarsi tra le cosce e mugolo
"Ti piace vero? Poggialo sul clitoride e poi toglilo subito"
"Oh ti prego", imploro la sua pietà
"Sei stata cattiva, mettiti a quattro zampe"
Tolgo a fatica il vibratore dal clitoride e mi metto in posizione.
"Adesso sculacciati come farei io e non smettere finché non te lo dico"
Rimango spiazzata da questa richiesta ma mi lascio trasportare e inizio a sculacciarmi.
Ad ogni mio gemito mi incalza
"Ancora"
Sono sempre più presa dal vortice di sensazioni che provo
"Ti prego non resisto più, voglio godere"
Su suo ordine torno a sdraiarmi e a toccarmi, scoprendomi completamente fradicia
"Infila il vibratore dentro e mettilo al minimo, con l'altra mano schiaffeggiati la figa, voglio sentire ogni colpo".
Il clitoride è troppo sensibile e ad ogni colpo sussulto mentre mi sento sempre più aperta e piena, la vibrazione inizia a darmi al cervello. Dall'altro lato del telefono sento S ansimare sempre più forte e capisco che finalmente si sta toccando anche lui. Con voce strozzata mi dice di mettermi su un fianco e di lubrificarmi il buchetto, sono troppo eccitata per prendere in considerazione il fatto che detesto l'anale. Quel massaggio lento inizia a farmi provare piacere ormai reso palese dai miei mugolii
"Fallo entrare un po'" mi dice tra un gemito e l'altro
"Uhm non sono sicura" un lampo di lucidità si fa strada nella mia mente
"Fidati di me. Rilassati e andrà benissimo"
Non so resistere a quel tono eccitato e allo stesso tempo rassicurante.
Faccio come dice e scopro che mi piace, che mi spinge ancora più vicina all'apice.
Non sono più capace di resistere, aumento la velocità del vibratore e mi masturbo sempre più veloce mentre gli dico quanto vorrei fosse lui a scoparmi, a riempirmi tutta ed ovunque. Mi accorgo che è sempre più vicino al limite così inizio a descrivergli come mi sto toccando per lui, quanto sono bagnata e vogliosa di venire.
Lo sento godere e voglio solo lasciarmi andare
"Adesso tocca a te, fammi sentire come gode questa troietta".
Il piacere mi travolge all'improvviso, infiniti brividi di piacere mi scuotono da dentro, gemiti strozzati riecheggiano nella stanza.
Stremata vengo riportata alla realtà dalla sua voce piena di stupore
"Sei stata fantastica. La prossima volta che ci vediamo voglio ridurti anche peggio di così!"
Con questa promessa carica di aspettative ci salutiamo e mi godo la piacevole sensazione di appagamento che questo orgasmo mi ha dato.
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- Immaginiamo che io venga da te e ti dica ciao. Tu rispondi?
-- Ciao.
- Esatto. E immaginiamo che me ne esco con una frase stupida che neanche un primate userebbe.
-- Tipo?
- Tipo che ne so, tipo “Fa freschetto eh?”
-- Ma siamo a luglio!!
- Infatti, per questo neanche un primate la userebbe.
-- Non fa una piega.
- Supponiamo che ti offra da bere, ma una cosa leggera sennò pensi male.
-- Penso male?
- Tipo che voglio farti ubriacare.
-- Potrei pensarlo.
- Una coca-cola dunque.
-- Con ghiaccio.
- Se volessimo esagerare, sì.
-- E fetta di limone, toh!
- Un carnevale di Rio proprio.
-- E poi? Che supponiamo?
- Supponiamo che parliamo tutta la sera e scopri che sono simpatico.
-- Sì...
- E che forse saresti disposta a uscire insieme.
-- Sì...
- Supponiamo che ti porto in un piccolo locale in un vicoletto di Trastevere, con le sedie un po’ scricchiolanti e le porzioni di carbonara abbondanti.
-- E il vino in brocche scheggiate.
- Con le piante rampicanti che salgono fino agli appartamenti sopra di noi.
-- Si.
- Supponiamo che poi facciamo una passeggiata e ci ritroviamo al ponte, davanti tipo a Castel Sant'Angelo con qualche tizio che suona “Wish you were here” seduto per terra, l'aria un po’ umida appiccicosa perchè mi pare di aver capito che non può fare freschetto giusto?
-- Giusto!
- E stiamo lì, insomma s'è mangiato bene, s'è riso, sei bellissima, la grattachecca di Sora Lella ci ha ghiacciato il cervello e ci sono pure i grilli che fanno un live tipo come al Circo Massimo
-- Si...
- Eh, metti caso che ti bacio.
-- Mh??
- Quante probabilità ci sono che io poi abbia il profumo dei tuoi capelli riccissimi addosso?
-- Beh, non saprei... Qualcuna...
- E supponiamo che nei giorni seguenti io ti chiamo, tu mi chiami, ci chiamiamo insomma, e scopri che oh, in fondo capisci che mi piace farti ridere perché quel sorriso è tipo la droga più pericolosa mai scoperta dagli scienziati premi Nobel.
-- Si...
- Quante probabilità ci sono che da lì in poi tu cominci a innamorarti di me?
-- Più di qualcuna direi...
- Bene, perché altrimenti eravamo davvero nella merda sai?
-- Perché?
- Perché io ho cominciato a innamorarmi già dal “ciao”.
(da "Calcolo delle probabilità"
di Tommaso Fusari)
Dalla pagina di Claudio Del Pizzo
Accendi un sogno
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Volevo avere i capelli lisci
Io volevo avere i capelli lisci. Anzi, me li meritavo proprio!!!!! Dei bellissimi, lucidissimi, fluenti, morbidissimi capelli lisci. Di quelli che li pettini la mattina e sembri appena uscita dal parrucchiere. Di quelli che le amiche ti invidiano, al posto di invidiarti il culo tondo. Di quelli che qualsiasi pettinatura deciderai di farti, apparirà perfetta, perché LORO sono perfetti.
E invece NO!!! Mamma e papà mi hanno dotato di una massa enorme di capelli, non proprio i classici ricci a molla, sono più a smolla, nel senso che sono più un incrocio tra dei ricci a molla e un mocio Vileda. E sono anche complicati da gestire, che una relazione clandestina a confronto è una passeggiata all'aria aperta in primavera, tra i fiori che sbocciano e gli uccellini che cantano.
Lavali con acqua tiepida, prima fai lo shampoo anti frizz ( che cazzo vorrà dire devo ancora capirlo), poi il balsamo, quello che costa un milione di euro che comunque non fa niente di diverso da quello da 2 euro comprato al discount. Due volte a settimana poi fai una maschera, disciplinante possibilmente, come a dire che loro si disciplinano subito. Quando hai finito, circa 30 minuti dopo, non strizzarli, piuttosto fai come i cani, scrolla la testa bene e inonda il bagno di acqua. E poi avvolgili in un asciugamano morbido, in microfibra e seta o cashmere, se non ne hai prendi una maglietta di cotone puro al 100% e avvolgili dolcemente dentro. Prosegui poi con la crema per i ricci, bene sulle lunghezze, ma non pettinarli mai!!!!! Non ti azzardare!!!
E finalmente parti con il phon. Testa in giù e diffusore per due ore. Che quando ti rialzi la schiena implora un osteopata, la cervicale ha bisogno del collare e il cervello ti è scivolato tutto giù dal naso. Mi raccomando anche qui mai calore forte, aria tiepida se no li rovini e si increspano!!!!
Quando finalmente resusciti dall'asciugatura e recuperi il cervello dal pavimento, dopo aver usato circa 400 KW di corrente, che l'Enel ringrazia, basta metterci una noce ( che unità di misura è una noce!!! Come i ghei al posto dei centimetri in dialetto bresciano) di schiuma e via sei pronta.
Bellissimi, morbidi, composti, elastici, sembrano fatti con il ferro arricciaspiccia.
Rimarranno così solo a delle condizioni precise:
1) non dormirci sopra
2) non appoggiare la testa sul cuscino
3) dormi in piedi
4) non legarli
5) non metterti berrette o cappellini anche se fuori ci sono -20 gradi
6) non toccarli MAI
7) non fare sesso
8) se per caso decidi di fare sesso non farti mai, MAI, toccare i capelli, e stai tu sopra così non sfregano con nessuna superficie.
9) non muoverti
10) non respirare
Ovviamente hai provato a rispettare i punti di cui sopra. Ma, dormire in piedi era difficoltoso in effetti, poi tuo marito ti ha messo una mano sul sedere alle 3 del mattino, tu sei riuscita a non farti toccare almeno i capelli,dirottando la sua attenzione su altre parti del corpo,poi lui si è riaddormentato in 5 secondi, e tu ascolti lui russare per almeno 1 ora, poi si svegliano i bambini, poi il gatto, poi hai sete,alla fine cerchi si spostare i capelli in alto in modo da non schiacciarli e crolli in un sonno che è più un coma... La mattina dopo ti svegli,ti dirigi in bagno, fai pipì, sollevi la testa, accendi la luce ti guardi allo specchio. E niente.
BUONGIORNO UN CAZZO.
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Fake Princess
Drama leggero e divertente, adatto per quelle serate dove ti vuoi solo rilassare senza pensare a nulla. anche perché se accendi il cervello ‘sto drama traballa pericolosamente
La storia parla di Chang Le - bandita/ladra di montagna - che viene catturata dal Primo Ministro Liu insieme a tutto il suo clan. Per liberare la sua gente, la ragazza dovrà fingere di essere la figlia del Primo Ministro. Figlia che si è ammazzata saltando giù da una scogliera per non sposare il Principe Ereditario, poichè innamorata di un altro uomo.
1° Legge dei drama asiatici: se un personaggio maschile va giù per un dirupo, magicamente si salverà. Se è la donna a cadere, morirà. #legit
Poichè il matrimonio è alla porte, il Primo Ministro vuole fare questo switch tra le due ragazze, dando comunque al Principe Ereditario una moglie identica alla figlia ormai dipartita. tanto che vuoi che sia..sono intercambiabili
Poichè Chang Le non è particolarmente avvezza alle regole di palazzo, viene affidata alle cure di Nong Ning che dovrà tenerla d’occhio e riferire tutto al Primo Ministro.
Per rendere il tutto ancora più complicato, la Corte Reale è divisa in due fazioni: una che supporta il Principe Ereditario. L’altra che invece, tiene per l’Imperatrice e la famiglia Liu. Si può quindi immaginare la gioia del Principe Ereditario nello sposare la figlia dei suoi rivali.
Nello stesso tempo, il Quinto Principe e figlio dell’Imperatrice - tizio buono come il pane - incontra Zhu Yan rimanendone folgorato. Peccato che la famiglia della ragazza sia dalla parte del Principe Ereditario e la loro storia pare impossibile. ed è subito Romeo e Giulietta
La cosa che mi è piaciuta di più di questa serie è stata la lead: Chang Le è un personaggio sveglio, intelligente, sfrontato, divertente e che spesso salva la situazione grazie alle sue abilità. Non è la classica lead in pericolo per capirci. Inoltre lei e il Principe Ereditario insieme sono adorabili. Hanno una buon chimica e la loro relazione non appare forzata ma molto naturale.
C’è anche da dire che il peso più grosso della serie lo portano le donne. Sono loro infatti le vere protagoniste della storia: uccidono, tramano, avvelenano, rubano e si sacrificano per coloro che ritengono importanti. E se questo da una parte è interessante, purtroppo non ho trovato un ugual corrispondenza con i personaggi maschili della serie. Carini si, ma con davvero poco carisma.
La storia è comunque divertente e spensierata, con anche le OST a dargli manforte grazie a pezzi moderni e pop con altri più drammatici. Ci sono tantissimi momenti che fanno piegare dalle risate ed altri dove la risatina si scappa spontanea.
Cosa buona della serie è che non si prende sul serio e questo mi ha aiutata un sacco nel soprassedere a tutti i buchi di trama, di logica ed ad una narrazione che verso il finale diventa un pò confusa. La trama infatti - sopratutto verso il finale - ha preso piede sulla sceneggiatura, costringendomi a voli pindarici assurdi per spiegarmi cosa stesse andando in scena e seguire la storia. Il drama presenta inoltre dei clichè - ovviamente - ma essendo fatti abbastanza bene, sono anche carini da guardare.
Oltre alla coppia principale, la serie prevede altre due coppie che non mi hanno appassionato particolarmente nessuna delle due: una poi, era così piena di “drama e angst” che al 27 episodio ho incominciato a sperare che la serie finisse velocemente così si sarebbe conclusa la sofferenza.
VOTO :7.4
NOTE SPARSE:
- Adoro come nell’intero Palazzo Reale che contiene al suo interno l’Imperatore e l’Imperatrice del Regno...non ci siano guardie. Non ci sono mai guardie dentro le Residenze o luoghi importanti e questo fa si che la gente entra ed esca dalle location con una facilità sorprendente.
- Una finezza di narrazione è stata sicuramente la rivelazione sulla vera identità di Chang Le: due righe di sottotitolo e passa la paura. Io povera ingenua mi aspettavo un minimo di background che spiegasse non solo gli eventi che hanno portato alla fine della famiglia della lead, ma anche al perché la maestra della lead si sia finta morta davanti alla sua allieva. Non mi domando invece come sia uscita dalla bara e disseppellita perché mi piace mantenere i misteri.
- Adoro poi la “paraculaggine” del finale. Siccome c’era da far finire tutto a tarallucci e vino ed i buoni dovevano rimanere tali fino in fondo, i tre cattivi vengono così sistemati: dunque, il Primo Ministro viene retrocesso e condannato. A cosa non si sa. Il Quinto Principe che ha tentano di ammazzare il Principe Ereditario e avvelenato i suoi genitori portando avanti un colpo di stato, siccome l’ha fatto per amore ed era manipolato, gli vengono tolti i titoli e mandato a fare la vita che ha sempre desiderato con la sua amata. L’imperatrice invece - AMO QUESTA DONNA - probabilmente non sopportando l’onta di venire accusata, tira una testata micidiale ad una colonna e si auto elimina. #capolavoro Viene portata in infermeria e mai sapremo quale punizione ella riceverà. E va beh, me ne farò una ragione. La paraculaggine è tutta nel pensare che quando la Concubina Zhu Yan ospitò per la notte il Quinto Principe - senza farci nulla - venne rinchiusa per tutta la vita in una stanza senza luce e senza parlare con nessuno. Un destino orribile che l’avrebbe portata a diventare cieca alla fine. I tre dell’Ave Maria invece, ricevono la benedizione divina dopo svariati complotti, tradimenti e assassini. Se non è magia questa....
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Caro DBP,
vorrei poter dire che è da tanto tempo che non ci vediamo e mi manchi, ma non è vero e oggi ti sento più vicino del solito. Sono qua, seduta su questo divano e tu mi abbracci forte, così forte da immobilizzarmi e togliermi il fiato, mentre le lacrime continuano a scendere bagnando lo schermo del telefono. Tu mi confondi, sai? A volte ti adoro, perché mi fai vivere forte e intensamente e giuro che mi sembra di essere in un film. Amo quando mi regali quelle esplosioni di emozioni che mi mandano su di giri e tutto diventa bellissimo e mi sento potente, libera, selvaggia, in grado di fare qualsiasi cosa. Penso di essere intelligente, bella, coraggiosa e tu mi sorridi. Mi dici “vai ragazza, fai tutto ciò che vuoi”. Mi scorri dentro, nel sangue che scorre nelle vene e mi arriva al cervello e il tempo scorre e io ti amo. Amo la mia vita. Tu sei mare mosso e io corro sopra le onde come la miglior surfista. Ma, subito dopo, l’onda si fa grossa e mi travolge. Mi porta giù, sul fondo, e mentre grido l’acqua entra nei polmoni e annego. Sola, sommersa da te. Non sopporto quando prendi possesso dei miei pensieri e del mio corpo e mi fai credere di essere una cattiva persona, un peso. Mi nutri con i sensi di colpa e mi sgridi se piango. Puoi, per favore, toglierti da sopra di me? Sei così pesante, io non riesco ad alzarmi da questo divano. Se provo a metterti nell’angolo, tu metti nell’angolo me e spegni la luce. Lo so che tu risucchi tutto ciò che porto dentro: pensieri, sentimenti, opinioni, obiettivi. Tutto, sei molto egoista. E io come dovrei riempire questo vuoto? Se penso a distrarmi tu mi passi delle lamette o delle pastiglie o del cibo e poi, dopo, hai anche il coraggio di dirmi “non dovevi scema”. Mi confondi, te ne rendi conto?
devi stare con lei perché ti ama, no lasciala perché ti tradirà, esci, no rimani a casa, ti piace quel vestito, no è orrendo, tu sei bellissima, guardati sei obesa, mangia, no adesso vomita, avrai un futuro ricco, ahah morirai, ucciditi, vivi
e poi accendi un fumogeno nella mia testa e ogni cosa diventa nebbia, nulla. Mi confondi. Ho visto tante persone lasciarmi, forse perché sono strana o troppo complicata. Ma in questo via vai, tu caro mio, sei sempre rimasto. Fedele, al mio fianco. Dovrei premiarti? O forse chiederti di andartene? Tutto questo è da pazzi.
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“La maledizione di Internet. Stiamo diventando dei cerebrolesi. Per andare dal salotto al bagno chiediamo istruzioni a Gmaps, cerchiamo un tutorial per piantare un chiodo; ne ho trovato uno su “come si sbuccia una mela” e un altro su “come fare del the freddo”. Da una parte cresce l’intelligenza artificiale, dall’altra diminuisce l’intelligenza normale, se continua così, quelli che verranno dopo di noi avranno il cervello grande come una noce, non avranno più le mani, basta dire “Ok Google!, accendi la luce!”, non avranno più le gambe, non serve uscire di casa, basta dire “Ok Google!, compra su Amazon un rotolo di carta igienica!”. Parliamo con il telefono. Come pensiamo di poter vivere in un mondo sempre più difficile quando non siamo nemmeno in grado di fare le cose più semplici in autonomia? Come possiamo trovare soluzioni a problemi complessi se per scrivere una Email cerchiamo il tutorial? Come possiamo essere creativi? Una volta c’era David Gilmour con Comfortably Numb, dura dieci minuti, un assolo di chitarra che fa venire i brividi, oggi c’è Lil Pump che, grazie a Internet, vince il disco di platino con “Gucci Gang”. Un miliardo di visualizzazioni su YouTube. Dura due minuti. Dice solo “Gucci Gang”. Non ci sono strumenti. Alla faccia della creatività. Preoccupante. “ Ferruccio de Bernard , via LinkedIn
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"Accendi il cervello e spegni la TV"
-Sercho
@aurora1407sworld
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Accendi la macchina.. accendi lo stereo e alza il volume più alto che puoi.. spegni il cervello, spegni il cuore.. metti la prima e vai, guida senza destinazione.. lascia che le note della tua canzone preferita entrino nel tuo copro e se ne impossessino.. ma mi raccomando.. NON RICORDARE!.. evita di commettere l'errore più grande che tu possa fare.. non ricordare i giorni dove il tuo sorriso era un sorriso vero, un sorriso sincero.. non ricordare le giornate dove potevi dire con tutta la sincerità del mondo come ti sentivi.. fidati di me, non ricordare.. capiresti semplicemente che ora le cose non sono più così.. che ora, non puoi fare altro che mentire quando ti verrà posta la domanda "come stai?".. non potrai mai dire la verità.. e se una persona non saprà scorgere nei tuoi occhi il tuo vero stato d'animo, allora la tua bugia sarà andata a buon fine.. continua a sorridere, continua a fingere che tutto stia andando bene, che nella tua vita non ci siano dolori, problemi o lacrime.. che le notti le passi sveglio a guardare la tv o stupidi video su YouTube e non a fumare seduto solo, fuori, al freddo, con il cappuccio in testa a nascondere il viso.. continua a guardare le mura della tua stanza buia e a pensare che prima o poi, una persona pronta a prenderti per mano e ad accettare l'enorme peso di ciò che ti porti dentro esista.. illuditi.. tra poco, esattamente il 5 marzo, saranno 20.. 20 anni dove non hai fatto altro che accumulare ferite su feriti, cicatrici su cicatrici, che tutt'ora continuano a crearti dolore solo alla vista.. ma va bene così.. tu, CONTINUA A SORRIDERE!
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Accendi il cervello e spegni la tv.
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Cosa vuol dire essere umani?
"Manzoni non l’aveva vista, la peste, ma aveva studiato documenti su documenti. E allora descrive la follia, la psicosi, le teorie assurde sulla sua origine, sui rimedi.
Descrive la scena di uno straniero (un “turista”) a Milano che tocca un muro del Duomo e viene linciato dalla folla perché accusato di spargere il morbo.
Ma c’è una cosa che Manzoni descrive bene, soprattutto, e che riprende da Boccaccio: il momento di prova, di discrimine, tra umanità e inumanità. Boccaccio sì che l’aveva vista, la peste. Aveva visto amici, persone amate, parenti, anche suo padre morire.
E Boccaccio ci spiega che l’effetto più terribile della peste era la distruzione del vivere civile. Perché il vicino iniziava a odiare il vicino, il fratello iniziava a odiare il fratello, e persino i figli abbandonavano i genitori.
La peste metteva gli uomini l’uno contro l’altro. Lui rispondeva col Decameron, il più grande inno alla vita e alla buona civiltà.
Manzoni rispondeva con la fede e la cultura, che non evitano i guai ma, diceva, insegnavano come affrontarli.
In generale, entrambi rispondevano in modo simile: invitando a essere uomini, a restare umani, quando il mondo impazzisce.
(Fonte Errico Buonanno - "Penso dunque sono")
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